Le Chiese Evangeliche seguono con vivo interesse l'iter della legge sull'immigrazione. Come cittadini e cristiani sentono la responsabilità del nostro paese verso le persone che vengono in Italia in cerca di protezione, di formazione professionale o di un lavoro. Le chiese sono anche coscienti dell'importanza di questa legge per una serena convivenza sociale tra la popolazione autoctona e gli immigrati. Valutano positivamento l'iniziativa del Governo e di vari Parlamentari della Maggioranza di presentare disegni di legge per governare correttamente il fenomeno dell'immigrazione in Italia. Ritengono che una buona legge sull'immigrazione deve avere i seguenti obiettivi:

1. ridurre l'ingresso clandestino.

2. combattere la piaga del traffico di esseri umani.

3. garantire i diritti umani a tutte le persone che si trovano sul territorio italiano o che si presentano alle nostre frontiere.

4. rispondere alle esigenze di sicurezza pubblica e sociale dei cittadini italiani

5. avviare una convivenza multiculturale pacifica attraverso una corretta politica di integrazione.

Le Chiese Evangeliche chiedono perciò alle Istituzioni di emendare il disegno di legge presentato dal Governo secondo le indicazioni proposte dal Gruppo di Riflessione e da varie associazioni dell'area laica e fatto pervenire al Governo ed al Parlamento ("Emendamenti Irrinunciabili").

 

In particolare chiedono:

1) in caso di allontanamento dal territorio dello Stato:

a) il riconoscimento dei diritti fondamentali della persona allo straniero che si presenti alla frontiera dello Stato o che si trovi sul territorio nazionale.

b) strutture e servizi di accoglienza da istituirsi ai valichi di frontiera in collaborazione con le associazioni che operano nel settore dell'immigrazione. Questi centri devono essere situati nella cosidetta zona di transito, comunque prima dell'ingresso formale sul territorio italiano.

c) che il vettore non deve essere tenuto a rifiutare il trasporto di una persona che non ha tutta la documentazione richiesta per l'ingresso in Italia. Deve solo segnalare la presenza di persone senza la necessaria documentazione.

d) che sia limitata la discrezionalità del prefetto circa l'espulsione.

e) che in caso di un provvedimento di espulsione immediata sia garantita la possibilità effettiva di presentare ricorso mentre la persona si trova ancora in Italia e che questo ricorso abbia effetto sospensivo, introducendo eventualmente misure di controllo per evitare che l'interessato faccia perdere le sue tracce.

2) per quanto concerne il controllo dei flussi migratori la possibilità, anche se limitata (quote) di entrare in Italia legalmente per motivi di lavoro, prevedendo:

a) l'assunzione con richiesta nominale

b) la possibilità di ottenere un visto per ricerca di lavoro per una durata ragionevole

c) la garanzia di reingresso per i lavoratori stagionali che lasciano il territorio entro la scadenza prevista dal visto.

 

3) per quanto concerne l'inserimento sociale:

a) la precisazione dei criteri per ottenere la carta di soggiorno e la riduzione delle possibilità di revocare questo documento.

b) rendere esplicita l'abolizione della condizione di reciprocità.

c) estendere anche agli altri settori professionali oltre quello sanitario l'iscrizione agli albi professionali per lo straniero in possesso dei titoli corrispondenti legalmente riconosciuti in Italia.