Caro
Maurizio,
replico
brevemente alle tue osservazioni, mantenendo la numerazione da te adottata, e
limitandomi a considerare solo i punti critici.
Naturalmente,
la mia replica non impegna le associazioni che hanno firmato la “Proposta
per un programma di legislatura”, non avendo io alcun titolo per
rappresentarle.
Resto
a disposizione per ogni altro chiarimento.
Cordiali
saluti
Sergio
Briguglio
1.
La formazione in loco di lavoratori stranieri da proporre, mediante
apposite liste, agli imprenditori italiani non si presta di per se’ allo
sfruttamento di manodopera a basso costo, dal momento che l’ingresso del
lavoratore straniero avrebbe luogo, comunque, nell’ambito delle procedure
previste dalla legge. Si applicherebbero, quindi, le medesime condizioni contrattuali
che si applicano al lavoratore italiano.
2.
L’osservazione e’ giusta. Tuttavia, alla base di quanto riportato
nella proposta delle associazioni, vi e’ il fatto che, mentre riguardo
alla disponibilita’ dell’alloggio la normativa prevede che questa
possa derivare da una semplice cessione di fabbricato (non essendo,
cioe’, richiesto un vero e proprio contratto di affitto), il requisito di
idoneita’ dello stesso alloggio risulta, in molti casi, assolutamente
insormontabile.
3.
L’inclusione dei risparmi tra gli elementi di prova del reddito ai fini
del rinnovo del permesso intende offrire allo straniero una rosa ampia di
possibilita. Si ritiene, infatti, che la dimostrazione di un reddito debba
essere intesa come dimostrazione della capacita’ di inserirsi nel tessuto
produttivo e, soprattutto, di provvedere lecitamente al proprio sostentamento.
A tal fine devono essere considerati rilevanti non solo i redditi derivanti da
occupazione in atto al momento della richiesta, ma anche quelli associati ad attivita’
concluse e, tra questi, sia quelli derivanti da occupazioni regolari
(certificabili con la dichiarazione dei redditi, ad esempio), sia quelli
derivanti da attivita’ saltuarie o in nero (lecite, per quanto riguarda
la posizione del lavoratore). In questi ultimi casi, la dimostrazione di
possesso di risparmi puo’ risultare un meccanismo efficace.
La
proposta relativa alla conversione studio-lavoro deriva dall’osservazione
di come, a fronte di un dato irrilevante da un punto di vista numerico, si rischi,
in mancanza di un’esplicita previsione di precedenza o di una
registrazione “in soprannumero” delle domande di conversione, di
negare allo studente che abbia concluso il corso di studi la possibilita’
di prosecuzione legale del soggiorno in tutti quei casi in cui la domanda sia
travolta dalla preponderanza numerica delle richieste relative a nuovi
ingressi.
4.
La proposta relativa al rilevamento delle impronte digitali intende rendere
praticabile, ove non sia strettamente necessario (per motivi di ordine pubblico
o di sicurezza, ad esempio) procedere all’espulsione gravata da divieto
di reingresso, l’allontanamento dello straniero su base volontaria. Il
rilevamento delle impronte garantirebbe il diritto dello Stato di irrogare la
sanzione dell’espulsione nei casi in cui lo straniero si sottragga
all’impegno di lasciare il territorio nazionale.