LACRIME DI COCCODRILLO E
SEGRETI DI PULCINELLA
Continuano a ripetersi le
tragedie della immigrazione e i cadaveri si sommano ai cadaveri, nel fondo del
mare , nei container, nei centri di detenzione.
Morti che solo la arroganza e la cinica volontà di chiusura
dei governi dei paesi aderenti al trattato di Schengen continuano ad ignorare.
Se le vittime della strage
del Natale '96 fossero arrivati sulle nostre coste sarebbero stati dei
"clandestini" da rispedire al più presto nei paesi di
provenienza, anche quando il rimpatrio poteva comportare il loro arresto o la
loro uccisione. Tante e tante le storie di asilo "negato" che si
potrebbero raccontare, di tamil mescolati a cingalesi, di interpreti infedeli,
di giudizi sommari di appartenenza a questa o a quella etnia: tanto, curdi o
iracheni, algerini o marocchini, kosovari o rom; tutti rispediti a casa; tanto,
una volta eseguita l'espulsione, il clandestino scompare nel nulla e di lui non
rimane traccia se non nella memoria di qualche operatore volontario, considerato
spesso un provocatore con la sua insistenza a far conoscere ( almeno) la
possibilità di chiedere asilo nel nostro paese.
Malgrado lo stupore ed il
rammarico di circostanza, gli uffici di frontiera, le questure italiane e i
vertici del Ministero dell'interno continuano ad avallare quelle prassi non
scritte che comportano il respingimento immediato e senza motivazione di
centinaia di richiedenti asilo, il trattenimento nei centri di detenzione
amministrativa di persone che avrebbero titolo alla più elementare
protezione umanitaria. In nome del
contrasto dell'immigrazione clandestina non si bada più ai diritti
fondamentali alla vita, alla libertà, alla salute di tutti i migranti regolari
ed irregolari.
Noi non siamo nè
stupiti da tanta arroganza, nè purtroppo sorpresi davanti a queste
tragedie che denunciamo da tempo.
Nei fatti, il fondamentale
diritto di asilo, o alla protezione umanitaria, continua ad essere negato: gli
immigrati trattenuti negli iffici di frontiera o nei centri di detenzione, in
attesa di espulsione riescono a presentare domanda di asilo solo quando sono
raggiunti dalle associazioni indipendenti o quando vengono trasferiti in altre
strutture, come è successo in Sicilia ed in Puglia anche di recente,
proprio per dei singalesi e dei tamil appartenenti alla stessa etnia delle
vittime della strage del Natale del 1996. Anche nel caso dei somali si devono
inviare continue sollecitazioni alle autorità di polizia per
l'ammissione alla procedura di asilo.
Adesso pare anche che
l'Unione Europea stia inasprendo con apposite direttive la disciplina
già rigorosa oltre ogni limite di umanità dell'asilo e
dell'immigrazione per lavoro. Ed in Italia non si è riusciti neppure ad
approvare una disciplina dell'asilo conforme alla Costituzione, mentre adesso
si profila una politica di chiusura e di "tolleranza zero" nei
confronti degli immigrati.
Si dimentica pure che molti richiedenti asilo ( e protezione
umanitaria, regime minimale e temporaneo al quale si vorrebbe ridurre l'asilo)
sono costretti alla fuga dal loro paese per conflitti o persecuzioni frutto
anche delle politiche economiche e strategiche dei paesi ricchi del mondo, da
sempre alleati delle oligarchie nazionali che garantiscono risorse a basso
costo e sfruttamento della manodopera.
Di fronte a questi morti
è più forte che mai il dovere della verità.
E' importante che si faccia
verità sulle stragi di immigrati, anche su quella del Vulpitta che nel
dicembre del 1999 costò la vita di sei immigrati e per la quale il
prossimo 6 luglio prenderà inizio il dibattimento a carico dell'ex
prefetto di Trapani imputato per omicidio colposo plurimo. Ed è
importante che le salme dei morti della strage del Natale 1996 vengano
restituite ai familiari e che lo Stato li risarcisca per le troppe omissioni ed
i ritardi nei soccorsi.
Ma occorre pure, ed ancora
con maggiore forza in questo momento politico, battersi perchè i diritti
fondamentali dei migranti, di tutti i migranti vengano comunque rispettati, per
una nuova disciplina dell'immigrazione che consenta l'ingresso degli
stranieri che vogliono emigrare in
Italia nella legalità e che cancelli le norme incostituzionali ancora
presenti nella legge 286 del 1998, contro tutte le forme di discriminazione diretta
ed indiretta che colpiscono quotidianamente gli immigrati, anche nelle carceri
e negli uffici di polizia.E' questo l'unico modo per rendere giustizia ai
disperati in cerca di aiuto annegati nella strage di Natale del 1996 davanti
alla costa siciliana,ed a tutte le altre vittime disperse in mare sulle rotte
dell'immigrazione clandestina , per colpa di una normativa ingiusta e di un
apparato di sicurezza che ha ignorato le richieste di soccorso e di ricerca
provando persino a negare la loro esistenza.
23 giugno 2001
Fulvio Vassallo Paleologo -
ASGI- Palermo , Don Baldassare Meli - Centro Santa Chiara- Palermo,Gaetano
Sole - UIL immigrati Palermo,Cetty
Genovese- ICS SICILIA
Alessandro Grasso - Circolo centro PRC- Catania,
Alfonso Di Stefano - CISS Catania
Teresa Modafferi - COBAS
Catania ,Claudia Scozzari - TAZ 22 Agrigento,
Enrico Montalbano e Germana
Graceffo - L'altra parte-Laboratorio d'idee- Agrigento,
Coordinamento antirazzista per la pace - Trapani
Al documento ha anche aderito l'ASGI (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) nel corso dell'assemblea nazionale tenutasi a Bologna il 23 giugno u.s.