UNHCR
Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati
AFGHANISTAN: LA SITUAZIONE
UMANITARIA
N. 29, 5 novembre 2001
In breve:
-
Difficoltà
ad assistere i nuovi arrivati alla frontiera meridionale del Pakistan
-
L'UNHCR
potenzia l'accoglienza negli ospedali delle zone di frontiera
-
Proseguono
i lavori nei nuovi siti indicati dalle autorità nella NWFP
-
Secondo
stime non confermate sarebbero 3mila gli afghani accampati presso la frontiera
con l'Iran
Difficoltà ad assistere i nuovi arrivati alla frontiera meridionale
del Pakistan
Questa mattina vi erano circa 80 famiglie
(400 individui) in attesa fuori del campo di permanenza temporanea di Killi
Faizo, situato nella provincia meridionale del Baluchistan presso la frontiera
con l'Afghanistan. Il campo - che inizialmente doveva essere un luogo dove
ospitare i rifugiati per alcuni notti prima di trasferirli in vicini campi
più attrezzati - è ormai pieno e dal 1° novembre neanche i
rifugiati afghani in condizioni più gravi hanno più potuto
accedervi.
I negoziati tra l'Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e le autorità pakistane per
cercare di trasferire coloro che si trovano a Killi Faizo (e i nuovi rifugiati
che arriveranno in gravi condizioni) a Roghani - un campo più attrezzato,
con una maggiore capacità di accoglienza, circa 20 km a sud della
città di frontiera di Chaman - non hanno però ancora data i
risultati sperati. Di conseguenza la situazione è in una fase di stallo,
con le 2.245 persone che si trovano all'interno di Killi Faizo che ricevono il
kit completo di aiuti dall'UNHCR e dal Programma Alimentare Mondiale (World
Food Programme - WFP), mentre quelli che si trovano fuori quasi non ne
ricevono.
Negli ultimi giorni le temperature
notturne sono drammaticamente scese e l'UNHCR è estremamente preoccupato
per le condizioni delle famiglie che vivono fuori dal campo all'aperto ed
è attualmente impegnato in colloqui con le autorità locali per
cercare di migliorare la loro situazione. Lo staff dell'UNHCR a Chaman aveva in
programma oggi di distribuire coperte e biscotti ad alto contenuto proteico -
forniti dal WFP - alle persone in attesa fuori da Killi Faizo. Questi
riceveranno anche acqua, mentre la popolazione locale distribuisce giornalmente
pane e altri viveri.
Potenziata l'accoglienza negli ospedali delle zone di frontiera
Prosegue l'impegno per cercare il modo di
assistere gli afghani che hanno già attraversato la frontiera per
entrare nel Baluchistan e si sono stabiliti nei campi già esistenti
nell'area o nella città di Quetta. Alcune famiglie particolarmente
povere - o quelle con problemi particolari - hanno già ricevuto
assistenza finanziaria dall'UNHCR, mentre proseguono i colloqui con
autorità locali, UNICEF, Mercy Corps International e Save the Children -
USA sul come fornire altra assistenza ai nuovi arrivati, in particolare servizi
medici e istruzione. L'UNHCR ha già avviato il sostegno all'ospedale di
Chaman, vicino alla frontiera, inviando 1,2 tonnellate di farmaci donati
dall'Organizzazione umanitaria hascemita giordana e un kit ostetrico di
emergenza fornito dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA).
L'ospedale di Chaman è attualmente male equipaggiato per far fronte ai
casi che si presentano alla frontiera: la sala operatoria, il laboratorio, la
corsia di emergenza, la gestione dei farmaci, la banca del sangue e la sala
parto non sono attualmente funzionanti. Inoltre non ci sono infermiere
né medici donne.
Oltre
alle donazioni dell'UNHCR, sono ora disponibili 10mila dosi di vaccino contro
il morbillo con le quali Medecins Sans Frontieres (MSF) continuano a vaccinare
i bambini che arrivano. MSF - Olanda, con l'assistenza dell'UNHCR, ha
cominciato ad allestire una struttura di operatori medici con lo scopo di
individuare e ricoverare i pazienti, curare i casi meno gravi di
disidratazione, seguire sistematicamente i bambini malnutriti, verificare la
vaccinazione contro il morbillo, individuare le donne incinte e realizzare
programmi per la promozione dell'igiene.
La
scorsa settimana al posto di frontiera di Chaman gli operatori medici hanno
individuato 11 casi di grave malnutrizione, oltre a vari casi di altre gravi
patologie, tra le quali infezioni respiratorie acute e dissenteria. In
particolare i casi di malnutrizione hanno sollevato la preoccupazione che le
condizioni alimentari siano drasticamente peggiorate in Afghanistan,
poiché secondo il Coordinatore Sanitario dell'UNHCR a Quetta, la grave
malnutrizione è un tardivo segnale della scarsa disponibilità e
accessibilità al cibo.
Campi nella Provincia della Frontiera Nord-Occidentale (NWFP)
L'UNHCR sta elaborando un piano con le
autorità locali nella NWFP, in Pakistan, per trasferire i nuovi
rifugiati che vivono in condizioni di affollamento e miseria nel campo di
Jalozai, in altri campi e nelle aree urbane, in nuovi siti identificati nelle
aree tribali, presso la frontiera con l'Afghanistan. I lavori sono già
cominciati in 8 dei 15 siti individuati, anche se l'allestimento dei campi
è stato ostacolato da numerosi problemi, in particolare dispute con i
proprietari dei terreni. Il primo campo ad essere utilizzato sarà
probabilmente Kotkai, nel distretto di Bajaur, a nord di Peshawar. La
priorità immediata sarà quella di trasferirvi persone da Jalozai.
Il trasferimento dei rifugiati nei nuovi siti - programmato per iniziare l'11
novembre - avverrà su base volontaria e verrà data la precedenza
ai casi più gravi.
Giovedì
scorso, circa 4mila afghani sarebbero arrivati attraverso vari passaggi di
frontiera della NWFP, mentre altri 4.500 sarebbero arrivati venerdì,
sebbene non si sappia con esattezza quanti di questi siano entrati in Pakistan
per la prima volta. Altrettanti sarebbero entrati nei primi giorni della scorsa
settimana. Secondo una rilevazione nella NWFP conclusa il 25 ottobre, circa
65mila nuovi rifugiati sarebbero entrati dall'Afghanistan dallo scorso 11
settembre. In tutto, l'UNHCR stima che ben oltre 100mila afghani siano entrati
in Pakistan dall'11 settembre.
Circa 3mila afghani vicino alla frontiera con l'Iran
L'UNHCR
ha ricevuto notizie non confermate dalla Mezzaluna Rossa Iraniana (IRCS) e da
organizzazioni non governative (Ong), secondo cui circa 3mila afghani sterbbero
vivendo all'aperto vicino al campo di Makaki, dal lato afghano della frontiera
nella provincia di Nimroz. Quando sono arrivati a Makaki hanno ricevuto cibo e
altra assistenza, ma non hanno potuto essere accolti nel campo che è
già pieno, ospitando tra le 4.500 e le 6.000 persone. Al momento, essi
sarebbero accampati all'aperto vicino a Makaki. Il campo di Makaki, che si
trova in territorio controllato dai talebani, è gestito dall'ICRS,
così come il campo Miglio 46, situato invece in una piccola parte di
territorio della provincia di Nimroz controllata da forze alleate con il Fronte
Unito dell'Alleanza del Nord.
<
Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa – Laura Boldrini – 335 540 31 94
E' possibile
effettuare donazioni all'UNHCR
causale Emergenza
Afghanistan, tramite:
-
carta
di credito, chiamando il numero verde 800 298 000
-
conto
corrente postale n. 298 000 intestato all'UNHCR
-
conto
corrente bancario - Sanpaolo IMI, c/c 56006 - Ag. 36, Via Civinini 50, Roma -
ABI 01025 - CAB 03236
Le donazioni all'UNHCR
sono fiscalmente detraibili ai sensi dell'art. 138, L. n. 388 del
23/12/2000 e del D.P.R. n. 917/86.
Relazioni con i donatori
- Lionello Boscardi - 335 20 19 60
Gli aggiornamenti Afghanistan -
La Situazione Umanitaria sono disponibili
sul sito internet in italiano
dell'UNHCR
dove sarà possibile anche
effettuare donazioni online:
www.unhcr.it
* * *
UNHCR
Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati
Via A. Caroncini, 19 - 00197 Roma
Tel.: 06 80 21 21 - Fax: 06 80 21 23
25
Email: itaro@unhcr.ch
- Internet: www.unhcr.ch