CONFERENZA
MONDIALE CONTRO IL RAZZISMO, LA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE, LA XENOFOBIA E
L’INTOLLERANZA (WCAR),
ED AZIONI
SUCCESSIVE
Briefing
dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, Mary Robinson
New York, 16
ottobre 2001
Sulla
Conferenza Mondiale:
1. Il
quadro generale. La Conferenza Mondiale si è
svolta nell’ arco di nove giorni di intense e spesso difficoltose
trattative. Ciononostante, alla sua conclusione, a dispetto delle
difficoltà dei temi discussi e dei forti punti di vista sostenuti da numerose
delegazioni, la Conferenza si è fondamentalmente accordata in merito al
linguaggio relativo alle questioni fondamentali che doveva affrontare.
2. In
una analisi della Conferenza Mondiale, dovrebbe essere ricordato che, mentre
Durban era essenzialmente un incontro intergovernativo, parallelamente ad esso
si sono svolti degli eventi collaterali che concentravano la propria attenzione
sul razzismo, sulla discriminazione razziale, sulla xenofobia e
sull’intolleranza -- tra i quali la più grande riunione mai
realizzata delle istituzioni nazionali che si occupano dei diritti umani, un
vertice della Gioventù, un Forum delle ONG e numerosi convegni, seminari
e laboratori che hanno consentito alle vittime di raccontare le proprie storie
di sofferenza e di suggerire misure e strategie per prevenire e rimediare a
tali discriminazioni nel futuro.
3. Le
questioni difficili: il passato e il Medio Oriente. Per quanto riguarda il passato, il linguaggio adottato
detiene un valore storico. La Conferenza ha infatti dichiarato che la
schiavitù e il traffico di schiavi rappresentano un crimine contro
l’umanità e che avrebbero sempre dovuto essere considerati tali.
C’è stato inoltre accordo sul fatto che la schiavitù e il
traffico di schiavi, compreso il commercio transatlantico, hanno rappresentato
delle spaventose tragedie nella storia dell’umanità, specialmente
per quanto concerne la negazione della dignità umana delle vittime.
Oltre a ciò, la Conferenza ha riconosciuto che il colonialismo ha condotto
al razzismo e causato sofferenze e che le sue conseguenze perdurano anche ai
giorni nostri.
4. Per
quanto concerne il Medio Oriente e le questioni collegate, la Conferenza ha
espresso la propria preoccupazione in merito alle condizioni del popolo
palestinese, che si trova a vivere sotto un’occupazione straniera e ha
anche riconosciuto il diritto inalienabile di questo popolo
all’autodeterminazione e ad avere uno Stato indipendente. La Conferenza
ha inoltre riconosciuto il diritto alla sicurezza per tutti gli Stati della
regione, compreso Israele, e richiesto a tutti gli Stati di sostenere il
processo di pace e di portarlo a una rapida conclusione. La Conferenza ha
ricordato che la tragedia dell’Olocausto non dovrebbe mai essere
dimenticata.
5. Valori
fondamentali in materia di diritti umani.
La Conferenza ha enfatizzato i valori ed i principi fondamentali dei diritti
umani, compresi i principi dell’uguaglianza e della non discriminazione,
secondo quanto stabilito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani; essa
ha inoltre sottolineato l’importanza della tolleranza e del rispetto per
la diversità; e ha riaffermato che la diversità culturale
dovrebbe essere tutelata, valorizzata, accettata e compresa come una
caratteristica permanente che arricchisce le società in tutto il mondo.
6. La
Conferenza ha anche riconosciuto l’importanza di un’uguale
partecipazione a società giuste, eque, democratiche e complessive; il
diritto a vivere in pace e libertà; e il diritto a una pari
partecipazione alla vita economica, sociale, culturale, civile e politica,
senza discriminazioni;
7. CERD
E ICERD. La Conferenza ha riconosciuto
l’importanza degli strumenti internazionali esistenti per combattere il
razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza e in
particolare della Convenzione Internazionale sull’Eliminazione di Ogni
Forma di Discriminazione Razziale (CERD); la Conferenza stabilisce
l’obiettivo della ratifica universale della Convenzione entro il 2005 e
richiede risorse addizionali a favore del Comitato Internazionale sull’Eliminazione
della Discriminazione Razziale (ICERD) che controlla l’attuazione di
quanto disposto dalla Convenzione.
8. La
Conferenza ha inoltre raccomandato che la Commissione sui Diritti Umani formuli
delle norme internazionali complementari per rafforzare ed aggiornare gli
strumenti internazionali contro il razzismo, la discriminazione razziale, la
xenofobia e l’intolleranza in ogni loro aspetto. Il Relatore Speciale per
le forme contemporanee del razzismo e tutti gli altri Relatori Speciali e i
Gruppi di lavoro sono stati invitati a riconoscere il debito peso ai testi
della Conferenza nell’adempimento dei rispettivi mandati.
9. Approccio
alle vittime / varie discriminazioni.
La Conferenza ha riconosciuto che anche ai nostri giorni un numero inestimabile
di esseri umani continua a essere vittima del razzismo, della discriminazione
razziale, della xenofobia e dell’intolleranza. A tale riguardo, la
Conferenza ha adottato un approccio alle vittime al fine di affrontare le
sofferenze di singoli individui e gruppi. La Conferenza ha inoltre riconosciuto
che le vittime di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza
possono soffrire a causa di varie ed aggravate forme di discriminazione fondate
su altri aspetti quali il sesso, la lingua, la religione, le opinioni politiche
o di altro genere, l’origine sociale, i beni, la nascita o altre
condizioni.
10. Per quanto
riguarda le vittime, pur senza essere esaurienti, dovrebbero essere considerate
le misure concordate dalla Conferenza riguardo i diversi gruppi:
a. Africani
e persone di discendenza africana. La
Conferenza ha adottato una serie di disposizioni relative agli africani e alle
persone di discendenza africana, tra cui un paragrafo che richiede alla
Commissione sui Diritti Umani di valutare la possibilità di creare un
gruppo di lavoro o un altro meccanismo che analizzi i problemi collegati alla
discriminazione razziale subita dalle persone di discendenza africana che
vivono nella diaspora africana e di avanzare delle proposte per eliminare tale
discriminazione;
b. Popoli
indigeni. La
Conferenza ha adottato una serie di disposizioni sui popoli indigeni ed ha
chiesto al Segretario Generale di effettuare una valutazione dei risultati
ottenuti durante il Decennio Internazionale dei Popoli Indigeni nel Mondo e di
avanzare delle raccomandazioni su come segnare in modo significativo la
conclusione di questo Decennio, includendo appropriate iniziative successive.
c. Migranti. La Conferenza ha invocato il sostegno dell’Ufficio
dell’Alto Commissario sui Diritti Umani (OHCHR) per combattere la
discriminazione nei confronti dei lavoratori emigrati. Ha anche richiesto che
l’OHCHR presti una particolare attenzione alle violazioni dei diritti
umani delle vittime del razzismo, della discriminazione razziale, della
xenofobia e dell’intolleranza, in particolare nei confronti degli
immigranti, compresi i lavoratori emigrati – al fine di favorire la
cooperazione internazionale nella lotta alla xenofobia e, a tale scopo, di
sviluppare programmi che possano essere attuati nei paesi sulla base di
progetti appropriati di cooperazione.
d. Rifugiati. La Conferenza ha esortato la
comunità internazionale ad offrire ai rifugiati, ai richiedenti asilo e
agli sfollati un’equa protezione ed assistenza, in conformità con
i principi della solidarietà internazionale, della condivisione delle
responsabilità e della cooperazione internazionale; essa ha inoltre
invitato le Nazioni Unite a promuovere ed attuare i Principi Guida sugli
Sfollati, in particolare per quanto riguarda le disposizioni relative alla non
discriminazione;
e. Altre
vittime e minoranze. La Conferenza ha altresì adottato
una serie di disposizioni specificamente volte all’eliminazione della
discriminazione razziale, alla quale sono soggette le vittime della tratta, le
persone di discendenza asiatica, i meticci, i Rom/Zingari/Nomadi e le minoranze
nazionali ed altri.
1. Piani
d’azione nazionali. La Conferenza ha riconosciuto che agli Stati compete la
responsabilità principale di combattere il razzismo, la discriminazione razziale,
la xenofobia e l’intolleranza e li ha incoraggiati a sviluppare dei piani
d’azione nazionali per promuovere la diversità,
l’uguaglianza, la giustizia sociale e l’equità, soprattutto
mediante azioni e strategie concrete.
2. Legislazione
nazionale, amministrazione della giustizia, impunità e istituzioni
nazionali. La Conferenza ha inoltre richiesto che
nelle aree che seguono vengano assunte delle misure specifiche:
legislazioni
nazionali più efficaci per combattere il razzismo, la discriminazione razziale,
la xenofobia e la relativa intolleranza;
porre fine alle
pratiche discriminatorie nell’amministrazione della giustizia, assicurare
l’assistenza legale alle vittime della discriminazione razziale;
perseguimento
dei responsabili di atti razzisti;
la creazione, o
il consolidamento laddove questi già esistono, di istituzioni nazionali
indipendenti per la lotta al razzismo, alla discriminazione razziale, alla
xenofobia ed alla relativa intolleranza, e per l’assistenza alle vittime
di questi fenomeni.
1. Raccolta
di dati e ricerca. La Conferenza ha esortato le
organizzazioni internazionali a migliorare le proprie procedure per la raccolta
e l’analisi dei dati; a promuovere la ricerca, lo scambio di esperienze e
di pratiche di successo; realizzare delle attività promozionali in
quest’area; ed a sviluppare indicatori sui progressi raggiunti. Essa ha
ulteriormente sollecitato le Nazioni Unite ad affrontare l’emarginazione
del contributo dell’Africa alla storia e alla civilizzazione mondiale,
sviluppando ed attuando un programma specifico e di vasta portata di ricerca,
istruzione e comunicazione di massa, con lo scopo di diffondere largamente una
presentazione equilibrata ed obiettiva del prezioso contributo
dell’Africa all’umanità.
2. Occupazione,
salute ed ambiente. La Conferenza ha adottato dei
provvedimenti che sollecitano una migliore tutela dei diritti dei lavoratori
che sono soggetti al razzismo, alla discriminazione razziale, alla xenofobia e
alla relativa intolleranza, attraverso una più efficace applicazione
della legge ed il rafforzamento dell’istruzione e delle comunicazioni sul
posto di lavoro. Essa ha inoltre incoraggiato gli Stati ad eliminare le
disparità nelle condizioni sanitarie anche nelle comunità
emarginate; ed ha esortato gli Stati a garantire un ambiente salubre e sicuro
su basi non discriminatorie.
3. Istruzione
e promozione della consapevolezza. La Conferenza ha raccomandato una più accurata educazione
ai diritti umani per combattere il razzismo, la discriminazione razziale, la
xenofobia e l’intolleranza ed, in particolare, ha chiesto
l’adozione di misure che agevolino l’accesso all’istruzione
senza discriminazioni, di provvedimenti ulteriori da assumere nel campo
dell’educazione ai diritti umani, sia indirizzata specificamente ai
bambini ed agli adolescenti che ai funzionari pubblici. La Conferenza ha
sollecitato ad affrontare l’emarginazione del contributo
dell’Africa alla civilizzazione e alla storia mondiale ed ha invitato gli
Stati ed altri soggetti a capitalizzare gli sforzi realizzati dall’UNESCO
con il "Progetto Rotta degli Schiavi" e con il suo tema "Rompere il Silenzio", attraverso documenti che servano a
diffondere informazioni rilevanti sulla storia della schiavitù e le
rotte transatlantiche, mediterranee e attraverso l’Oceano Indiano battute
dal commercio degli schiavi.
4. Nuove
tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni. La Conferenza ha invitato gli Stati a
mettere in atto delle sanzioni legali nei confronti di quanti incitano
all’odio razziale utilizzando le nuove tecnologie dell’informazione
e delle comunicazioni, compresa Internet.
5. Rimedi. La Conferenza esorta gli Stati a
garantire che tutte le persone abbiano accesso a rimedi efficaci e adeguati e
possano anche beneficiare del diritto di cercare riparazioni giuste e adeguate
per qualsiasi danno abbiano subito, attraverso dei tribunali nazionali
competenti e di altre istituzioni del proprio Paese. La Conferenza ha inoltre
sottolineato l’importanza dell’accesso alla legge e ai tribunali e
la necessità che le azioni giudiziarie e di altro genere divengano
largamente note, siano facilmente accessibili, rapide e non indebitamente
complicate.
6. Donne. La Conferenza riconosce la dimensione
sessuale della discriminazione razziale e il fatto che le donne dovrebbero
essere coinvolte nel processo decisionale a tutti i livelli quando si lavora
per l’eliminazione di tale forma di discriminazione. Essa esorta
ulteriormente gli Stati a condurre delle analisi di genere nel contesto di
tutte le politiche e programmi economici e sociali, in particolare per quanto
concerne le misure volte all’eliminazione della povertà progettate
per beneficiare, fra gli altri, singoli individui o gruppi che sono vittime del
razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e della relativa intolleranza.
7. ONG
e giovani. La Conferenza esorta gli Stati a
provvedere un ambiente aperto e favorevole per mettere le ONG in condizione di
funzionare liberamente e in maniera trasparente all’interno delle proprie
società, in modo tale da offrire un contributo efficace a favore
dell’eliminazione del razzismo, della discriminazione razziale, della
xenofobia e dell’intolleranza. La Conferenza sprona gli Stati ad
incoraggiare una partecipazione piena e attiva dei giovani
nell’elaborazione, nella pianificazione e nella realizzazione di
attività volte a combattere il razzismo, la discriminazione razziale, la
xenofobia e la relativa intolleranza e sollecita ulteriormente gli Stati ad
intensificare, in collaborazione con gli altri attori, la lotta contro il razzismo
insegnando ai giovani che lo sport dovrebbe essere praticato senza
discriminazioni di qualsiasi genere e nello spirito Olimpico, che richiede
comprensione umana, tolleranza, fair play e solidarietà.
Iniziative
successive alla Conferenza Mondiale:
8. Azione
dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. I risultati della Conferenza Mondiale saranno esaminati, il
31 ottobre, dal Terzo Comitato dell’Assemblea Generale. I documenti
finali della Conferenza contengono proposte specifiche per le iniziative successive,
alcune delle quali gradirei illustrare.
9. Unità
contro la discriminazione. La
Conferenza appoggia la creazione, all’interno dell’Ufficio
dell’Alto Commissario per i Diritti Umani (OHCHR), di
un’Unità contro la discriminazione e mi ha chiesto di valutare la
possibilità di includere nel suo mandato, fra le altre cose, la
compilazione di informazioni sulla discriminazione razziale e sul suo sviluppo,
sul supporto legale e amministrativo e sulla consulenza fornita alle vittime di
discriminazione razziale e per la raccolta di materiali di inquadramento del
fenomeno forniti da Stati, organizzazioni internazionali, regionali e non
governative e da istituzioni nazionali sui diritti umani, in conformità
con il meccanismo per le iniziative successive previsto dalla Conferenza
Mondiale. La Conferenza ha inoltre previsto tali attività come parte del
lavoro volto a promuovere l’uguaglianza e la non discriminazione.
L’OHCHR inserirà la propria attività sulla discriminazione
razziale all’interno del suo programma generale sull’uguaglianza e
la non discriminazione.
10. Cooperazione
Tecnica. La Conferenza invita l’OHCHR a
sviluppare e finanziare dei progetti specifici per la cooperazione tecnica tesi
a combattere il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la
relativa intolleranza.
11. Banca dati. La Conferenza raccomanda che l’OHCHR crei una banca
dati contenente informazioni sui metodi pratici che consentano di affrontare il
razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la relativa intolleranza,
compresa la legislazione contro la discriminazione, come pure i mezzi legali
per combattere la discriminazione razziale. In questa banca dati dovranno
essere inseriti anche i provvedimenti esistenti fondati su meccanismi
internazionali; le opportunità per la cooperazione tecnica; gli studi
accademici e la documentazione specializzata.
12. Terzo decennio. La Conferenza sprona la comunità internazionale a
sostenere le attività del Terzo Decennio per Combattere il Razzismo e la
Discriminazione Razziale, che si concluderà nel 2003;
13. Eminenti
personalità. Nel quadro delle iniziative successive
alla Conferenza Mondiale, all’Alto Commissario per i Diritti Umani viene
richiesto di cooperare con cinque eminenti personalità indipendenti per
dare seguito all’attuazione dei provvedimenti contenuti nella
Dichiarazione e nel Programma d’Azione. Un rapporto annuale sui progressi
raggiunti da presentare alla Commissione e all’Assemblea Generale
sarà parte integrante del processo di iniziative successive alla
Conferenza.
14. Ambasciatori di
Buona Volontà. La Conferenza incoraggia l’OHCHR a
continuare con le nomine di Ambasciatori di Buona Volontà in tutte le
nazioni del mondo. Invita inoltre l’OHCHR ad accrescere ulteriormente la
conoscenza delle attività del Comitato per l’Eliminazione della
Discriminazione Razziale.
15. Finanziamenti
adeguati. La Conferenza riconosce che "il
successo di questo Programma d’Azione necessiterà della
volontà politica e di finanziamenti adeguati… e della cooperazione
internazionale."