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COMUNICATO STAMPA
ROMA: PROFUGHI KURDI SGOMBERATI A COLLE OPPIO
UN ATTO D'INCIVILTA' IN CLIMA DI GUERRA
Ieri alle sei del mattino un blitz di agenti del commissariato
Esquilino, deciso secondo notizie di stampa dallo stesso questore Finazzo (ma
coordinato anche con il Comune, data la presenza di vigili urbani, servizio
Giardini e Ama), ha condotto all'ennesimo, irresponsabile "colpo di scopa
sotto il tappeto".
Nei giardini di Colle Oppio a Roma, in assenza di alternative, erano
accampati 135 profughi kurdi,
avvolti in coperte e rannicchiati in fosse scavate nella nuda terra. Condotti
in questura, a 95 di essi, che non avevano ancora chiesto asilo, è stato
intimato l'espatrio. Sono stati poi tutti rilasciati, nell'evidente speranza
che il terrore li induca a lasciare Roma o a nascondersi ancora di più
in qualche altro ricovero di fortuna.
A pochi giorni da un incontro in Campidoglio con l'Acnur, in quella che
il sindaco Veltroni voleva "capitale della solidarietà", l'unica
risposta all'esodo da una guerra rimossa è ancora la polizia, e questa
volta anche "cani poliziotto addestrati a cercare droga ed esplosivi". I quali ovviamente non hanno trovato che
stracci: ma il segnale è chiaro.
I fogli di via saranno inefficaci. A meno che il governo non intenda
tornare all'idea delle deportazioni già sperimentata in agosto, quando da Lecce
furono rinviati in Turchia dodici profughi: uno di loro, rientrato in Italia,
ha testimoniato le torture che l'accolsero a Istanbul.
Una risposta civile sarebbe destinare uno stabile pubblico al progetto
di "Casa del popolo kurdo" che i profughi già sperimentano, con enormi
sacrifici e senza sostegno pubblico, nel centro Ararat nel quartiere Testaccio.
E ovviamente intervenire sulle cause dell'esodo, ingigantito dai venti di guerra che spirano
sull'Iraq e il Medio oriente. Al contrario, si moltiplicano le risposte
negative alle istanze di asilo:
undici rigetti solo a Roma negli ultimi quindici giorni!
In questa situazione, è probabile che i profughi kurdi decidano
di avviare a Roma uno sciopero della fame già prima della data del 14 dicembre, quando
saranno in San Pietro in digiuno per la pace.
Dino Frisullo
per l'associazione Azad e il "Roma Social
Forum"
Roma, 29.11.01