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Giovedì
12 Dicembre 2002 |
Il Viminale: su 60 mila richieste di immigrati finora esaminate soltanto
nove sono nulle, per finire però servirà tutto il 2003
Sanatoria,
domande tutte in regola
Ma
in attesa del permesso niente viaggi a casa. Calderoli (Lega): chi esce non
rientra
di ANTONIO DE
FLORIO
ROMA - Su 60.000 domande di regolarizzazioni di colf, badanti e operai
extracomunitari, passate finora davanti al lettore ottico delle Poste, soltanto
9 sono risultate nulle. I moduli e i bollettini erano in bianco. Al primo piano
del Viminale, dove il prefetto Anna Maria D’Ascenzo, direttore del
dipartimento sull’immigrazione, gestisce la più corposa sanatoria
(quasi 700.000 domande inviate attraverso le Poste)degli ultimi venti anni,
forniscono questo dato con un pizzico di soddisfazione.
«Si temeva - dice il prefetto - che molte domande fossero state spedite
per sfruttare il cedolino-ricevuta con cui non si può essere espulsi
fino al rilascio del permesso di soggiorno e invece il primo spoglio indica che
gli imbroglioni si contano sulle punte delle dita».
Di grane, il primo prefetto donna, ne ha dovute affrontare tante durante
l’iter della legge "Bossi-Fini", che ha dato il via alla
maxi-sanatoria. Ieri, l’ultima: il vice-presidente del Senato, il
leghista Roberto Calderoli, ha detto senza mezzi termini che «chi vuole
uscire per le feste natalizie, esca, sapendo che non rientrerà mai
più in Italia». La sortita è legata alla richiesta dei
sindacati di far uscire dal paese i lavoratori extracomunitari che hanno
chiesto la regolarizzazione, per poi farli rientrare a feste natalizie
terminate.
«Che nessuno si sogni - avverte Calderoli - di trasformare un cedolino
postale in passaporto, perché non saremmo mai in grado di sapere se chi
è uscito corrisponde a chi rientrerà e daremmo il via a un
supermercato del cedolino nei loro paesi d'origine». E a Palazzo Madama i
senatori Dato, Cossiga, Angius, Boco, Bordon, Malbarba, Marini e Salvi hanno
presentato un’interpellanza urgente al ministro dell'Interno
perché risolva il problema di colf e badanti in attesa di
regolarizzazione che non potranno rientrare in Italia, dopo un eventuale periodo
di ferie, pena l'esclusione dalla sanatoria. «Siamo in presenza - dice la
senatrice Cinzia Dato - di una grave violazione dei diritti di queste persone:
il testo di legge prevedeva che al massimo entro trenta giorni sarebbe stata
espletata l'istruttoria per ottenere la carta di soggiorno, invece, solo il 10%
delle domande di emersione sono ad oggi state esaminate».
Allora, prefetto D’Ascenzo, gli immigrati in attesa di regolarizzazione
possono andare a casa per Natale? «La legge Bossi-Fini - risponde - non
prevede questa ipotesi. Piuttosto esiste una norma che prevede permessi di
10-15 giorni per motivi umanitari e in casi eccezionali. Ossia quando un
familiare è in gravissime condizioni di salute, e la malattia va
provata. Il ministro dell’Interno ha inviato una lettera al responsabile
della Farnesina perché si trovi il modo, attraverso le nostre
ambasciate, di assicurare questi viaggi, in situazioni,però, veramente
gravi. Le difficoltà sono tante: gli immigrati interessati dovrebbero
dapprima andare in questura per essere identificati e poi le nostre ambasciate
nei paesi d’origine dovrebbero provvedere al visto».
Molti lamentano che si procede a rilento nelle regolarizzazioni...
«Stiamo procedendo - ribatte il prefetto - a 1250 assunzioni interinali
per accelerare i tempi. Non dimentichiamo che le domande sono 700.000 e noi
speriamo che entro il 2003 saranno tutte evase».
http://ilmessaggero.caltanet.it/hermes/20021212/01_NAZIONALE/INTERNI/ANVED.htm