UNHCR
Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati
AFGHANISTAN: LA SITUAZIONE
UMANITARIA
N. 47, 8 gennaio 2002
In breve:
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Aperto
il quarto ufficio dell'UNHCR in Afghanistan
-
Inizia
il rientro nelle pianure di Shomali
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I
nuovi rifugiati afghani ancora ammassati alla frontiera
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Nuovi
campi per i rifugiati che si trovavano a Jalozai
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Lanciata
una campagna di informazione per gli afghani
Aperto il quarto ufficio dell'UNHCR in Afghanistan
Domenica, con l'invio di 5 operatori internazionali a
Jalalabad, l'UNHCR ha riaperto il suo quarto ufficio in Afghanistan. Con questa
maggiore presenza in Afghanistan, l'UNHCR potrà monitorare meglio i
movimenti di rimpatrio e individuare i destinatari dell'assistenza umanitaria.
L'area di Jalalabad, regione di origine di circa un
milione dei rifugiati che si trovano nella provincia pakistana della Frontiera
Nord-Ovest (NWFP), rappresenta una zona chiave per l'agenzia. L'UNHCR ha in
programma - in collaborazione con le agenzie partner - di assistere nel
rimpatrio molti degli sfollati presenti nell'area. Negli ultimi mesi, l'area di
Jalalabad ha registrato problemi di sicurezza, rendendo più difficile
gli spostamenti interni e ritardando l'apertura dell'ufficio dell'UNHCR.
L'UNHCR dispone attualmente di 4 uffici in Afghanistan:
Kabul, Herat e Mazar-i-Sharif, oltre a quello di Jalalabad. La sola area chiave
non coperta dall'UNHCR resta ora la regione meridionale di Kandahar, dove
problemi di sicurezza ostacolano le operazioni umanitarie.
Nonostante le precarie condizioni di sicurezza e la
scarsa presenza di agenzie umanitarie in alcune aree, dalla fine del mese di
novembre 2001 circa 80mila rifugiati afghani hanno fatto ritorno nel loro
paese. Di questi, circa 45mila sono rientrati dall'Iran - con cifre che in
alcune occasione hanno raggiunto anche i 1.000-2.000 rimpatri al giorno
attraverso al frontiera di Dogharun - e i restanti 35mila dal Pakistan,
nonostante sia difficile monitorare molti dei passaggi di frontiera secondari
con l'Afghanistan.
Inizia il rimpatrio verso le pianure di Shomali
Grazie all'assistenza dell'UNHCR e delle agenzie
partner, circa 1.000 famiglie di sfollati afghani - 5mila persone - sono
rientrate dalla valle del Panjshir alle loro case nella devastata area delle
pianure di Shomali. Molti di coloro che sono rientrati di recente sono tornati
nel distretto di Estalif, che domina le pianure. Una volta conosciuta come il
granaio della capitale Kabul, l'area è oggi densamente minata e
devastata da anni di guerra.
L'UNHCR sta coordinando il ritorno degli sfollati,
mentre l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM-IOM) fornisce
loro il trasporto. Nell'operazione sono impegnate diverse altre agenzie partner
- tra le quali il Programma Alimentare Mondiale (PAM-WFP), l'UNICEF, ACTED,
CARE, AMI ed altre - che forniscono assistenza a coloro che rientrano una volta
reinsediati.
Questi sfollati sono principalmente di etnia tagika e
per la prima volta possono rivedere le loro case ormai distrutte da quando sono
fuggiti, tre anni fa, a seguito dell'offensiva dei talebani contro i gruppi di
opposizione attivi nella regione. Hanno detto di essere contenti di essere
finalmente tornati a casa, ma anche sconvolti dal livello di distruzione.
Ciò che resta di case e bazaar è poco più che muri
distrutti.
Al loro arrivo, a queste persone vengono fornite
tende per l'inverno che vengono poi installate in aree bonificate dalle mine.
La distribuzione dei kit di assistenza, che comprendono anche stufe, è
in corso per le famiglie rientrate nei distretti di Bagram, Estalif e Qala
Baugh, nelle pianure di Shomali. A chi ne ha bisogno vengono distribuiti anche
kit per l'alloggio.
Nonostante il trasporto e la prima assistenza siano
ben avviati, queste persone hanno bisogno di molto altro. l'UNHCR è
impegnato con le agenzie partner nell'allestimento di centri medici,
nell'attuazione di progetti per riavviare l'attività agricola e nella
riparazione dei sistemi idrici e igienico-sanitari.
I nuovi rifugiati afghani ancora ammassati alla
frontiera
Circa 3mila afghani che hanno attraversato la
frontiera pakistana alla fine della scorsa settimana sono ancora ammassati ai
margini del centro di permanenza temporanea dell'UNHCR di Killi Faizo, appena
oltre il posto di frontiera di Chaman, nel Pakistan sud-occidentale.
Le autorità pakistane non hanno ancora
permesso loro di entrare nel campo e l'UNHCR ha fornito loro assistenza di
emergenza e biscotti iper-proteici del WFP.
Questi afghani, provenienti dalla città
meridionale di Spin Boldak, dicono di essere fuggiti a causa della mancanza di
assistenza, del timore di nuovi bombardamenti e dei devastanti effetti di tre
anni di siccità. Essi hanno detto che molti altri afghani potrebbero
essere dall'altra parte della frontiera in attesa di un'occasione per entrare
in Pakistan, anche se non ci sono cifre attendibili al riguardo. Allo stesso
tempo migliaia di afghani - tra i quali 4mila rientrati la scorsa settimana
attraverso la frontiera di Chaman - continuano a far ritorno nel loro paese.
Nell'area di Chaman, l'UNHCR assiste oltre 17mila
nuovi rifugiati nel campo di Roghani e oltre 8mila nel vicino campo di Landi
Karez, mentre circa 2.800 sono in attesa di essere trasferiti dal centro di
transito di Killi Faizo. L'UNHCR ha trasferito oltre 34mila rifugiati afghani
da Quetta, capoluogo della provincia del Balochistan, al campo di Mohammad
Khali e a quello di Lejay Karez, aperto di recente, a circa 75 km di distanza.
Ai rifugiati che si trovano nei 5 nuovi campi
dell'UNHCR vicino Quetta e Chaman vengono forniti tende, teli di plastica, coperte,
set da cucina, taniche per l'acqua, stufe per cucinare e per il riscaldamento e
lampade portatili. Strutture mediche e sistemi idrici e igienico-sanitari sono
presenti in tutti i campi, dove il WFP ogni 2 settimane distribuisce aiuti
alimentari. La Mezzaluna Rossa degli Emirati Arabi Uniti assiste oltre 9.900
afghani nel sito che ha allestito nei pressi di Chaman.
Secondo gli operatori umanitari i nuovi flussi di
afghani disperati verso il Pakistan dipendono dal peggioramento della
situazione umanitaria nel sud dell'Afghanistan, dove, contrariamente a quanto
accade nel nord-ovest del paese, molte aree sono inaccessibili alle agenzie
umanitarie a causa delle precarie condizioni di sicurezza.
Finché la situazione in Afghanistan non si
stabilizzerà e l'inverno non sarà trascorso, l'UNHCR non
incoraggia il rimpatrio dei rifugiati. Il programma di rimpatrio organizzato
sarà probabilmente avviato in primavera, quando la situazione politica e
militare sarà più stabile e i rifugiati potranno beneficiare di
un clima migliore per cominciare a riparare le proprie case.
Nuovi campi per i rifugiati che si trovavano a
Jalozai
Attualmente sono circa 95mila i nuovi rifugiati
afghani, alloggiati in 9 campi dell'UNHCR in Pakistan, tra le provincie del
Balochistan e della NWFP. Circa 200mila afghani sarebbero entrati in Pakistan
dallo scorso settembre, la maggior parte dei quali vivrebbe con i parenti nei
vecchi insediamenti di rifugiati o nelle aree urbane.
Nella giornata di oggi lo staff UNHCR nell NWFP ha
trasferito oltre 1.800 afghani ai nuovi campi, dei quali circa 1.000 nuovi
arrivati dal campo di Jalozai e oltre 800 afghani senza documenti che vivevano
nella città di Peshawar e che hanno richiesto assistenza e protezione
alle Nazioni Unite e di essere ospitati nei campi.
Negli ultimi giorni, lo staff UNHCR nell'area ha
aperto 2 nuovi campi per i nuovi rifugiati afghani. Ieri, 179 rifugiati di
etnia hazara sono stati trasferiti al campo di Basu, dove l'UNHCR assiste i
rifugiati di religione musulmana sciita che si trovano a disagio nei campi
principalmente a maggioranza sunnita. Domenica, l'UNHCR aveva aperto il campo
di Shelman, sempre nella NWFP, trasferendovi oltre 1.000 rifugiati afghani che
vivevano nell'accampamento di Jalozai, appena fuori Peshawar.
Sono circa 20mila i rifugiati trasferiti da Jalozai
da quando l'UNHCR ha ottenuto l'autorizzazione, lo scorso mese di novembre.
Altri 2mila afghani che viveveno nella città di Peshawar e che hanno
richiesto l'assistenza delle Nazioni Unite sono stati trasferiti nei nuovi
campi dell'UNHCR.
Sempre nella NWFP, il campo di Kotkai - il primo dei
nuovi insediamenti allestiti alla fine dello scorso anno - ospita attualmente
oltre 13mila afghani, mentre il campo di Old Bagzai ne ospita 4.300.
Lanciata una campagna di informazione per gli
afghani
Con il continuo miglioramento della situazione in
Afghanistan, l'UNHCR fornisce a rifugiati e sfollati, informazioni pratiche
sulle condizioni nel loro paese. Lo staff dispiegato in Afghanistan fornisce
regolarmente materiale informativo agli uffici in Pakistan e Iran che a loro
volta informano le radio locali e internazionali.
A seguito dei tragici eventi dell'11 settembre,
l'UNHCR ha aumentato le attività di informazione nella regione,
stabilendo una rete di reporter costituita soprattutto da rifugiati. Il loro
compito principale è quello di supportare i serivizi in lingua dari e
pashto della BBC, che da novembre ha aggiunto uno speciale sulla situazione
umanitaria di 15 minuti alle sue news e ad altri programmi. La maggior parte
degli afghani ascolta i programmi della BBC. <
Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa –
Laura Boldrini – 335 540 31 94
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