ANTICIPAZIONI DOSSIER
STATISTICO IMMIGRAZIONE CARITAS 2002
(Embargo fino alle ore
10 del 26 giugno 2002)
Le
anticipazioni del nuovo “Dossier Statistico Immigrazione” escono
quasi in concomitanza con la definitiva approvazione delle nuove norme
sull’immigrazione, mentre negli altri anni si collocavano tra la fine di
febbraio e l’inizio di marzo: il ritardo è dovuto, tra
l’altro, al lungo e
complesso riordino del Centro
Elaborazioni Dati del Ministero dell’interno. Questa scheda presenta gli
aspetti più importanti della nuova situazione rilevata al 31 dicembre
2001 e ne illustra il significato, imperniato sulla constatazione che
l’immigrazione già sia e diventerà sempre più un
fenomeno strutturale nel nostro
paese.
I visti d’ingresso, che nel 2000 superarono il milione di
unità, sono scesi a 947.322 nel 2001. I motivi più ricorrenti sono i visti per transito
(80.095), per affari (137.667) e per turismo (434.468): queste ultime
tipologie, come spesso hanno riferito i mass-media, hanno dato talvolta luogo
ad abusi per quanto riguarda la loro concessione.
I visti d’ingresso per motivi di lavoro e per
immigrazione di una certa
stabilità sono stati 125.035 nel 1999, 182.541 nel 2000 e 207.969 nel 2001. Parte di questi visti è
collegata con la concessione di un permesso di soggiorno di durata
infra-annuale. Facendo riferimento al 2001 possiamo calcolare che 39.000
permessi per lavoro dipendente riguardino il lavoro stagionale, 4.500 siano
stati rilasciati per lavoro autonomo temporaneo (spettacolo e sport) e circa
30.000 per brevi periodi di studio, mentre almeno 130.000 visti siano stati rilasciati per un
soggiorno di durata più consistente.
Il
confronto tra quanto è avvenuto nel 2000 e nel 2001 consente di mettere
in evidenza questi aspetti:
-
i visti per
lavoro e per inserimento influiscono per circa un sesto sul totale dei visti;
-
l’ingresso
per lavoro dipendente è andato assumendo una notevole importanza
nell’ultimo triennio (oltre il 40% dei visti per soggiorno di una certa
durata);
-
i visti per
sponsorizzazione sono stati,
rispetto all’insieme dei visti per lavoro dipendente, il 13% nel 2000 e
il 18,6% nel 2001
-
nel 2001, al
contrario di quanto è avvenuto nell’anno precedente, sono prevalsi
i visti per lavoro autonomo temporaneo (sport, spettacolo) e non di inserimento;
-
anche i visti
per ricongiungimento familiare sono andati aumentando sino ad attestarsi a
quota 65.000 (furono 49.000
nel 2000);
-
i visti per
studio nelle università,
e quindi connessi con un permesso di soggiorno di durata annuale rinnovabile,
sono un decimo delle persone autorizzate a venire per motivo di studio;
-
continua ad
essere alto l’afflusso per motivi religiosi (7.000), mentre i visti per residenza elettiva sono meno di mille.
Si
tende ad esagerare sul numero degli immigrati, in particolare dei clandestini e
degli irregolari. Inducono,
invece, a un atteggiamento prudente i risultati del recente censimento e
specialmente i dati che il Ministero dell’Interno ha messo da poco a
disposizione sulla situazione migratoria al 31 dicembre 2001, dopo aver
riorganizzato in maniera più rigorosa il proprio Centro Elaborazione
Dati, tenendo conto dei casi di omonimia e di doppia registrazione.
I
recenti dati del Ministero dell’Interno consentono di parlare di un
vero e proprio ridimensionamento numerico degli immigrati. I soggiornanti stranieri, che erano risultati
1.388.153 alla fine del 2000, sono scesi a 1.362.630 al 31 dicembre 2001. E’ come se per un anno
l’immigrazione dall’estero fosse stata sospesa, anche se in
concreto così non è stato
perché sono venuti in 130.000 tra lavoratori e familiari.
Non si è trattato solo della eliminazione dei
permessi doppi e di quelli scaduti. E’ fonte di preoccupazione il fatto
che, mentre prima chi era regolare solitamente restava tale, ora si assiste a una
più frequente trasformazione di immigrati regolarmente soggiornanti in
irregolari, quando un
permesso di lavoro non viene più rinnovato in mancanza di rigorose
condizioni di reddito (pari almeno a quello previsto per la concessione
dell’assegno sociale) e di lavoro regolarmente dichiarato: questi
requisiti non sono alla portata di tutti gli immigrati e non perché non
svolgano un lavoro ma perché sono costretti a farlo in nero con una
scarsa incidenza ispettiva delle strutture pubbliche.
Preso
atto che i minori nel 2000 secondo i dati dell’anagrafe erano 278.000,
calcolando che –come lo scorso anno- 26.000 siano nuovi nati, 15.000
quelli venuti a seguito di ricongiungimento familiare e, detraendo i 70.000 minori per lo più
ultraquattordicenni gia registrati personalmente, possiamo ipotizzare una
presenza straniera regolare di circa 1.600.000 persone, pari al 2,8% della
popolazione.
Uno straniero ogni 38 residenti è un rapporto
che dovrebbe far vincere la “sindrome da accerchiamento” e indurre a maggiore serenità,
peraltro senza dimenticare che si modificherà il rapporto numerico tra
italiani e stranieri perché degli immigrati l’Italia ha bisogno
per ragioni demografiche e occupazionali, come del resto i paesi poveri hanno
bisogno di venire da noi a causa della loro situazione economica ed
occupazionale.
I nuovi dati del Ministero dell’Interno inducono a sottolineare aspetti
innovativi anche nella ripartizione territoriale.
Il
Nord Ovest (32,7%) e il Nord Est (24,1%) arrivano insieme al 56,8% della
presenza immigrata, per cui il Nord si accredita sempre più come
l’epicentro dell’immigrazione: ciò lascia intendere che è solo una
questione di pochi anni il superamento della soglia del 60% del totale. In
primo piano viene la Lombardia,
che da sola accoglie quasi un quarto di tutti gli immigrati. Anche il Piemonte
conosce un forte aumento di 12.000 unità. Nel Nord Est a livello di
126-127.000 permessi troviamo l’Emilia Romagna e il Veneto
(quest’ultima però ha perso 12.000 permessi nel nuovo conteggio).
Il
Centro continua a restare un punto al di sotto del 30%, mentre una volta deteneva quasi la
metà dei permessi di soggiorno. A fronte di una regione come le Marche,
che aumenta del 10%, altre come il Lazio e la Toscana subiscono un
ridimensionamento rispettivamente di 20.000 e 9.000 permessi di soggiorno. Per
la Toscana c’è da segnalare che alcuni aumenti eccezionali degli
anni passati avevano suscitato sorpresa, mentre ora resta da accertare se si
tratti solo di sistemazione dell’archivio o di persone regolarizzate alle
quali non è stato rinnovato il permesso di soggiorno.
Al
Sud e alle Isole spetta solo la quota del 14%: rispetto
allo scorso anno, gli aggiustamenti dello schedario fanno registrare una
perdita di 11.000 unità delle quali la metà circa in Campania. In
ogni modo il Meridione si conferma in parte un’area di residenza stabile
(basti pensare alla Campania e alla Puglia) e in parte un’area di
passaggio e di primo smistamento.
Sono aumentati in maniera più consistente i paesi dell’Europa centro Orientale, arrivando a circa 400.000 unità (il 30% del totale), ben più numerosi dei nordafricani e degli asiatici del Subcontinente Indiano e dell’Estremo Oriente (ciascuna area con 240.000 unità, pari al 18% del totale).
Rimane
grosso modo ancora valido dire che ogni 10 presenze 4 sono europei, 3 africani,
2 asiatici e 1 americano; tuttavia,
continuando la tendenza in atto, tra poco la proporzione sarà di 4,5
europei e di 2,5 africani: ciò
avrà la sua influenza sull’appartenenza religiosa degli immigrati e lascia intravedere che i
cristiani diventeranno nuovamente la maggioranza. I demografi hanno anche
ipotizzato che nel medio termine l’Africa Subsahariana diventerà
una grande protagonista del prossimo scenario migratorio a causa del forte
aumento della sua popolazione.
Per
evidenziare i cambiamenti intervenuti basti pensare alla ripartizione degli
immigrati per continente del 1991, quando l’Africa aveva 8 punti
percentuali in più e l’Europa ne aveva 10 in meno, mentre
l’Asia era attestata sugli stessi valori di ora e l’America
arrivava al 14,5%, quindi con tre punti in più.
La
graduatoria delle nazionalità è grosso modo simile a quella dello scorso
anno: Marocco 158.000, Albania 144.000, Romania 75.000, Filippine 64.000,
Cina 57.000. Segue un gruppo
di 14 paesi con valori tra le 46.000 e le 20.000 unità: Tunisia, Usa,
Jugoslavia, Germania, Senegal, Sri Lanka, Polonia, Perù, India, Egitto,
Francia, Macedonia, Regno Unito, Bangladesh. Quindi, con valori tra le 18.000 e
le 15.000 unità, vengono Brasile, Spagna, Pakistan, Ghana, Nigeria,
Svizzera.
Questa classificazione evidenzia alcuni aspetti:
- sono rappresentati tutti i continenti con gruppi consistenti;
- non vi è la preponderanza di uno o pochi gruppi, per cui si
può continuare a parlare di policentrismo dei
gruppi etnici;
- i grandi gruppi nazionali hanno conosciuto uno sviluppo differenziato e, rispetto al raddoppio della
presenza immigrata
verificatasi nel periodo 1991-2001, l’aumento è stato:
· di 2 volte e mezzo per Polonia e Pakistan
· di 3 volte per Cina Popolare, India,
Bangladesh e Nigeria;
· di 6 volte per Albania e Perù
· di 9 volte per Romania: se invece si prendesse come termine di
riferimento il 1990, e non il 1991 in cui sbarcarono in Italia più di
20.000 albanesi, sarebbe invece l’Albania ad essere aumentata di più.
L’Argentina è scesa da 9.603 a 6.790 persone ma questo non
tiene conto delle persone ritornate con il passaporto italiano, mentre ora
– a seguito della grave crisi in atto – l’obiettivo è
quello di facilitare l’ingresso e il soggiorno anche degli oriundi che
non hanno conservato la cittadinanza italiana.
La
ex-Jugoslavia, se oltre
all’attuale Federazione
costituita da Serbia e Montenegro (36.614) si tiene conto anche di
Bosnia Erzegovina (11.239), Croazia (15.482), Macedonia (23.142), Slovenia
(3.277), arriva a 90.204 soggiornanti con un aumento di tre volte e mezzo nel
periodo 1991-2001.
La tipologia dei permessi di soggiorno,
ricavata dai dati del Ministero dell’Interno al 31 dicembre 2001, indica
una immigrazione stabile,
presente per il 59% per lavoro, per il 29% per motivi familiari e per un altro abbondante 7% per altri motivi
anch’essi stabili o comunque di una certa durata (adozione, motivi
religiosi, residenza elettiva): nel complesso si tratta del 95% del totale e
ciò, senza alcun margine di dubbio, porta a leggere
l’immigrazione come una dimensione strutturale della nostra
società che esige una correlativa politica di accoglienza e inclusione.
Gli
immigrati soggiornanti per motivi di lavoro sono 800.680 (50.000 in meno rispetto al 2000),
così ripartiti: quasi 90.000 lavoratori autonomi, 651.000 lavoratori
dipendenti in attività e 60.000 disoccupati o alla ricerca di lavoro
(mentre nel 2001 erano 98.000 gli immigrati senza lavoro): il tasso di
disoccupazione (7,5%) è quindi molto contenuto. Hanno lievemente aumentato la loro incidenza i
lavoratori autonomi (poco più di 1 su 10 lavoratori) e sono
fortemente diminuite le persone in attesa di occupazione (35.000 in meno): a questo riguardo viene da
interrogarsi se si tratta di persone per le quali è stata accertata una
doppia registrazione magari dopo essersi spostate da una provincia
all’altra, o di persone che hanno trovato effettivamente
un’occupazione, oppure ancora – come già accennato - di
persone alle quali non è stato rinnovato il permesso di soggiorno
perché non hanno trovato un lavoro al di fuori del sommerso.
Non va sottaciuto che un buon numero di persone lavora
senza copertura contributiva e talvolta anche senza la titolarità di un
permesso di soggiorno, tanto nel settore domestico (collaboratrici domestiche
e assistenti familiari per anziani
e malati), quanto nel settore delle imprese: è perciò
auspicabile una regolarizzazione ampia, che tenga conto dell’effettivo inserimento nel
mondo del lavoro.
Registrate come soggiornanti per motivi familiari
sono quasi 400.000 persone,
40.000 in più rispetto allo scorso anno e questo perché i ricongiungimenti familiari sono
continuati con intensità.
Sono
5.155 i richiedenti asilo
registrati a fine anno, sia
perché molte richieste sono state respinte nel corso dell’anno e i
permessi inizialmente concessi sono scaduti, sia perché, pur tenendo
conto di un numero doppio di domande (in effetti secondo l’ACNUR le
richieste d’asilo sono state 9.755), verso l’Italia si indirizzano
meno richiedenti asilo rispetto a quanto avviene negli altri paesi
dell’Unione Europea (24.000 in Belgio e in Svezia, 33.000 in Olanda,
47.000 in Francia, 88.000 in Germania e nel Regno Unito). Bisogna, poi, far
menzione anche di altre 4.600 persone presenti per motivi umanitari (un numero ridotto
rispetto al periodo maggiormente critico dei Balcani).
I soggiornanti per studio (31.000) sono aumentati di 5.000 unità, ma ciononostante l’Italia si colloca a livelli
molto bassi rispetto ad altri paesi europei.
I minori dati in affidamento (2.208) sono dimezzati rispetto allo
scorso anno, mentre 3.115
risultano in attesa di affidamento: il fenomeno è molto delicato sia per
una effettiva accoglienza fino al compimento del 18° anno di età sia
per la concessione di un permesso di soggiorno stabile al raggiungimento della
maggiore età.
L’istituto della sponsorizzazione,
prevista dalla legge 40/1998, a seguito di una forte pressione dell’area
di ispirazione cristiana e del mondo associativo, è stata inserita
nella legge 40/1998 per garantire la possibilità di un incontro tra
domanda e offerta
specialmente per determinati tipi di lavoro, per dare uno sbocco legale alle
cosiddette reti familiari e catene migratorie di parenti, amici e conoscenti, e
per coinvolgere la società (gli italiani e gli stessi immigrati) nello
sforzo per una dignitosa politica di accoglienza in grado di assicurare vitto,
alloggio e assistenza sanitaria senza alcun onere a carico dello Stato.
La
normativa recentemente proposta ha voluto sopprimere la sponsorizzazione,
considerata una sorta di porta d’ingresso per etnie e individui poco
raccomandabili: alla luce di un’analisi statistica queste risultano
però delle riserve preconcette.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno al 31 dicembre
2001 sono risultati in corso di validità 11.630 permessi per
“sponsorizzazione”. Come risaputo il contingente annuale era di
15.000 unità, andato esaurito nel volgere di pochi giorni (le persone
interessate alla sponsorizzazione erano notoriamente molte di più): dal
Ministero degli Affari Esteri risultano comunque rilasciati solo 14.204 visti.
Si può ipotizzare che una parte di queste persone, avendo trovato subito
il lavoro, abbia modificato il titolo di soggiorno e figuri ormai tra gli
occupati, mentre gli altri per questo cambiamento attendono la scadenza del
loro permesso annuale oppure, non avendo trovato il posto, siano costretti a
rimpatriare.
I
paesi maggiormente coinvolti
nelle sponsorizzazioni sono gli stessi maggiormente coinvolti nei flussi
migratori: Tunisia 2.036, Marocco 1.874, Cina 1.484 e Albania 953 (questi paesi
erano ai primi quattro posti anche lo scorso anno, seppure con un diverso
ordine in quanto il Marocco era al primo posto con più di 2.000 casi).
Nella graduatoria dei primi 10 paesi seguono Romania, Pakistan, Bangladesh,
India, Sri Lanka, Perù e all’undicesimo posto Filippine. Si tratta
dei gruppi nazionali tra quelli maggiormente rappresentativi nel mondo
industriale, agricolo e in quello domestico. I paesi dell’Est, fatta
eccezione per Ucraina e Moldavia, nella sponsorizzazione hanno una minore
evidenza perché sono quelli di gran lunga più interessati al
lavoro stagionale.
Le regioni, nelle quali sono andati i lavoratori sponsorizzati, sono quelle ben conosciute per le loro esigenze lavorative: Lombardia 3.782, Emilia Romagna 2.460, Veneto 1.095, Lazio 979, Piemonte 679, Sicilia 599 e Toscana 352.
Sulla base dei dati messi a disposizione dal Ministero
dell’Interno si può, pertanto, concludere che non risulta giustificata la decisione di
abolire la sponsorizzazione.
Pressione
migratoria è il termine più corretto per connotare i flussi alle
frontiere, altrimenti si rischia di qualificare come clandestini gli stessi richiedenti
asilo. Ciò non toglie però che le frontiere siano un crocevia molto affollato di persone interessate a venire in Italia o
ad andare in altri paesi anche se sprovviste di autorizzazione, ricorrendo in
larga misura a organizzazioni malavitose specializzate nei traffici di
immigrati. Il contrasto di questi traffici non può essere ottenuto solo
con normative repressive; abbisogna anche di un rafforzamento delle vie legali
di ingresso e della cooperazione con i paesi di origine, strategia peraltro
già prefigurata dalla legge 40/1998.
Sono
passate invece da 24.000 a 34.000 le espulsioni eseguite, che hanno riguardato i cittadini stranieri
senza titolo di soggiorno individuati dalle forze di polizia all’interno
del territorio italiano: questo è il sistema di controllo successivo,
anch’esso efficace perché comporta l’accompagnamento delle
persone intercettate sia verso paesi legati all’Italia da accordi di
riammissione (13.000) che verso altri paesi (21.000), ma estremamente costoso
(stimabile tra i due e i tre mila euro a caso).
Le
espulsioni intimate, quelle
che non sono immediatamente eseguibili in quanto lasciano agli interessati un
margine di tempo per ottemperare all’ingiunzione, nel 2001 sono state 58.000, rispetto all’anno precedente 5.000 in
meno. Come risaputo, parte di queste persone andrà effettivamente via, e
in parte si tratterrà in Italia in situazione di irregolarità.
Le
espulsioni eseguite e le riammissioni nei paesi di origine sono circa un terzo
rispetto al totale delle espulsioni, che comprende anche le 58.000 intimate e
non eseguite.
L’efficacia nella esecuzione delle espulsioni è maggiore quando il
paese estero è legato all’Italia dagli accordi di riammissione
voluti dalla legge 40/1998. Sommando espulsioni e respingimenti abbiamo 19.000
casi per l’Albania, quasi 4.000 casi sia per il Marocco che per la
Romania, 3.000 per la Jugoslavia e la Bulgaria e 2.000 per la Croazia.
Complessivamente
nel 2001 la capacità di
accertamento e di contrasto della presenza irregolare ha riguardato 134.000 cittadini stranieri senza titolo di soggiorno e ha dispiegato l’efficacia
nel 56% dei casi; nel 2000 i
casi furono 131.000 e l’efficacia del 51%, mentre nel 1999
l’efficacia salì al 65% seppure su 112.000 casi.
Questo
porta a concludere che, a prescindere dai partiti al governo, le forze
dell’ordine hanno dimostrato continuità nella vigilanza delle
frontiere e nell’applicazione della normativa sull’ingresso e sulla
permanenza dei cittadini stranieri e che questa vigilanza è difficile
per entrambi gli schieramenti politici, anche perché la collaborazione
europea e internazionale non è ancora diventata molto efficiente.
Questa scheda è stata realizzata in collaborazione con il
progetto Equal “Immagine dell’immigrato: tra società civile,
mondo del lavoro e mass-media”: Segreteria presso l’O.I.M.
06. 44.18.62.29
A cura del “Coordinamento Dossier
Statistico Immigrazione Caritas”
CARITAS
ITALIANA – FONDAZIONE MIGRANTES – CARITAS DI ROMA
Piazza San. Giovanni in Laterano 6, 00184 Roma - Telefono
06.69886158 – Fax 06. 69886375
E-Mail: dossierimmigrazione@caritasroma.it
- Sito Internet: www.caritasroma.it/immigrazione
ANTICIPAZIONI DOSSIER STATISTICO
IMMIGRAZIONE CARITAS 2002
ITALIA. Pressione
migratoria in Italia: respingimenti ed espulsioni (1998-2001)
|
1998 |
1999 |
2000 |
2001 |
Respinti |
45.157 |
48.437 |
42.221 |
41.058 |
Dal questore |
15.564 |
11.500 |
11.350 |
10.433 |
Alle frontiere |
29.593 |
36.937 |
30.871 |
30.625 |
Espulsi |
8.978 |
23.955 |
23.836 |
34.390 |
Accompagnati alla
frontiera |
8.546 |
12.036 |
15.002 |
21.266 |
Provv.
Autorità giudiziaria |
432 |
520 |
396 |
373 |
Accordi di
riammissione |
- |
11.399 |
8.438 |
12.751 |
Intimati di
espulsione |
44.121 |
40.489 |
64.734 |
58.207 |
Totale persone
coinvolte |
98.256 |
112.881 |
130.791 |
133.655 |
Persone effettiv.allontanate |
54.135 |
72.392 |
66.057 |
75.448 |
% persone
allontanate |
55,1% |
64,6% |
50,6% |
56,4% |
FONTE:
Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione su dati del Ministero
dell’Interno
ITALIA. Cittadini
stranieri: visti d'ingresso concessi per lavoro e inserimento ( 1999-2001)
Motivo |
1999 |
% |
2000 |
% |
2001
|
%
|
LAVORO
SUBORDINATO |
35.902 |
28,5 |
82.115 |
45,0 |
91.007 |
43,7 |
- vari settori |
35.902 |
- |
65.302 |
- |
66.216 |
- |
- |
- |
5.005 |
- |
4.795 |
- |
|
- spettacolo
|
- |
- |
855 |
- |
1.746 |
- |
- sport
|
- |
- |
328 |
- |
1.286 |
- |
- inserimento con sponsor
|
- |
- |
6.776 |
- |
14.204 |
- |
- inserimento senza sponsor
|
- |
- |
3.847 |
- |
2.760 |
- |
LAVORO
AUTONOMO
|
7.279 |
5,8 |
7.568 |
4,2 |
5.987 |
2,9 |
- autonomo vari
settori |
7.279 |
- |
5.558 |
- |
1.485 |
- |
- spettacolo
|
- |
- |
1.702 |
- |
4.342 |
- |
- sport
|
- |
- |
308 |
- |
160 |
- |
RICONGIUNGIMENTO
FAMIL. |
44.666 |
35,5 |
48.705 |
26,7 |
64.800 |
31,2 |
STUDIO
|
31.609 |
25,18 |
35.628 |
19,5 |
38.336 |
18,4 |
Studio |
31.609 |
- |
33.101 |
- |
34.763 |
- |
Studio/Università
|
- |
- |
2.527 |
- |
3.573 |
- |
MOTIVI RELIGIOSI |
6.080 |
4,8 |
8.007 |
4,4 |
7.018 |
3,4 |
RESIDENZA
ELETTIVA |
499 |
0,3 |
518 |
0,2 |
791 |
0,4 |
TOTALE VISTI
LAVORO/INSER. |
126.035 |
100,O |
182,541 |
100,0 |
207.969 |
100,0 |
TOTALE
GENERALE VISTI |
834.776 |
- |
1.008.999 |
- |
947.322 |
- |
FONTE: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico
Immigrazione su dati del Ministero Affari Esteri
ANTICIPAZIONI DOSSIER STATISTICO
IMMIGRAZIONE CARITAS 2002
ITALIA. Immigrati
regolari: provenienza continentale (2000/2001)
2000 |
2001 |
||||
Continente
|
Numero |
% su totale |
Continente
|
Numero |
% su totale |
Unione Europea |
151.799 |
10,9 |
Unione Europea |
147.495 |
10,8 |
Europa Est |
380.462 |
27,4 |
Europa Centro Or. |
394.090 |
28,9 |
Altri paesi europei |
24.306 |
1,8 |
Altri paesi europei |
22.300 |
1,6 |
Totale Europa |
556.567 |
40,1 |
Totale Europa
|
563.885 |
41,4 |
Africa Nord |
252.110 |
18,2 |
Africa
Settentrionale |
243.846 |
17,9 |
Africa Centro or. |
36.112 |
2,6 |
Africa Orientale |
25.351 |
1,9 |
Africa Occid. |
96.702 |
7,0 |
Africa Occidentale |
89.036 |
6,5 |
Africa Centro Mer |
706 |
0,1 |
Africa Centro Mer. |
8365 |
0,6 |
Totale Africa |
385.630 |
27,8 |
Totale Africa
|
366.598 |
26,9 |
Estremo Oriente |
142.566 |
10,3 |
Asia Orientale |
136.276 |
10,0 |
Subcont. Indiano |
103.608 |
7,5 |
Asia Centro merid. |
104.893 |
7,7 |
V. e M. Oriente |
26.661 |
1,9 |
Asia Occidentale |
18.614 |
1,4 |
Paesi as. ex Urss |
4.809 |
0,3 |
Totale Asia |
259.783 |
19,1 |
Totale Asia |
277.644 |
20,0 |
America Sett. |
46.073 |
3,4 |
America Nord |
50,123 |
3,6 |
America Centro Mer |
112.133 |
8,2 |
America Latina |
114.819 |
8,3 |
Totale America |
158.206 |
11,6 |
11,6Totale
America |
164.942 |
11,9 |
Oceania |
2.461 |
0,2 |
Oceania |
2.519 |
0,2 |
Apolidi |
824 |
0,1 |
Apolidi |
851 |
0,1 |
Ignoto |
10.873 |
0,8 |
Totale |
1.388.153 |
100,0 |
Totale |
1.362.630 |
100,0 |
FONTE: Elaborazione
Caritas/Dossier Statistico Immigrazione su dati del Ministero
dell’Interno
Paese
|
1991
|
Paese
|
2001
|
Aumento % 1991-2001
|
1.
Marocco
|
83.292
|
1.
Marocco
|
158.094
|
1,89
|
2.
Tunisia
|
41.547
|
2.
Albania
|
144.120
|
6,58
|
3.
U.S.A.
|
41.523
|
3.
Romania
|
75.377
|
9,13
|
4.
Filippine
|
36.316
|
4.
Filippine
|
64.215
|
1,77
|
5.
Ex Jugoslavia
|
26.727
|
5.
Cina Popol.
|
56.566
|
3,59
|
6.
Germania
|
26.377
|
6.
Tunisia
|
46.494
|
1,12
|
7.
Albania
|
84.886
|
7.
U.S.A.
|
43.650
|
1,05
|
8.
Senegal
|
24.194
|
8.
Jugoslavia
|
36.614
|
1,37
|
9.
Egitto
|
18.473
|
9.
Germania
|
35.888
|
1,36
|
10.
Regno Unito
|
17.351
|
10.
Senegal
|
34.811
|
1,44
|
11.
Francia
|
16.637
|
11.
Sri Lanka
|
34.464
|
2,84
|
12.
Cina Popolare
|
15.776
|
12.
Polonia
|
30.658
|
2,53
|
13.
Svizzera
|
15.007
|
13.
India
|
29.873
|
3,01
|
14.
Polonia
|
12.139
|
14.
Perù
|
29.627
|
5.90
|
15.
Sri Lanka
|
12.114
|
15.
Egitto
|
26.166
|
1,41
|
16.
Ghana
|
11.303
|
16.
Francia
|
25.880
|
1,56
|
17.
Brasile
|
10.953
|
17.
Regno Unito
|
23.617
|
1,36
|
18.
Spagna
|
10.863
|
18.
Macedonia
|
23.142
|
n.d.
|
19.
India
|
9.918
|
19.
Bangladesh
|
20.127
|
3,63
|
20.
Argentina
|
9.603
|
20.
Brasile
|
18.776
|
1,71
|
21.
Somalia
|
9.265
|
21.
Spagna
|
18.775
|
1,73
|
22.
Romania
|
8.250
|
22.
Pakistan
|
18.624
|
2,67
|
23.
Etiopia
|
7.615
|
23.
Ghana
|
17.791
|
1,57
|
24.
Pakistan
|
6.983
|
24.
Nigeria
|
17.832
|
3,17
|
25.
Iran
|
6.821
|
25.
Svizzera
|
16.895
|
1,13
|
Prime 25 + altre nazioni
|
648.935
|
Prime 25 + altre nazioni
|
1.362.630
|
2,10
|
ANTICIPAZIONI DOSSIER STATISTICO
IMMIGRAZIONE CARITAS 2002
ITALIA. Immigrati
soggiornanti: regioni e per aree geografiche (2000/2001)
Regioni |
2000 |
% |
2001 |
% |
Val d'Aosta |
2.494 |
0,2 |
2.730 |
0,2 |
Piemonte |
83.811 |
6,1 |
95.872 |
7,1 |
Lombardia |
308.408 |
22,1 |
313.586 |
23,0 |
Liguria |
38.784 |
2,6 |
32.688 |
2,4 |
Trentino AA. |
31.799 |
1,8 |
33.331 |
2,4 |
Veneto |
139.522 |
10,5 |
127.588 |
9,4 |
Friuli V.G. |
43.432 |
3,2 |
40.985 |
3,0 |
Emilia R. |
113.048 |
8,4 |
126.584 |
9,3 |
Nord |
761.298 |
54,9 |
773.364 |
56,8 |
Toscana |
114.972 |
8,3 |
94.467 |
7,0 |
Umbria |
26.068 |
1,8 |
26.797 |
2,0 |
Marche |
35.777 |
2,6 |
39.211 |
2,9 |
Lazio |
245.666 |
17,1 |
236.359 |
17,3 |
Centro |
422.483 |
29,8 |
396.834 |
29,2 |
Abruzzo |
18.933 |
1,4 |
18.072 |
1,3 |
Campania |
68.159 |
5,1 |
63.681 |
4,7 |
Molise |
2.039 |
0,2 |
2.130 |
0,2 |
Basilicata |
3.110 |
0,2 |
3.136 |
0,1 |
Puglia |
35.565 |
2,7 |
32.590 |
2,4 |
Calabria |
15.315 |
1,2 |
13.654 |
1,0 |
Sud |
143.121 |
10,8 |
133263 |
9,7 |
Sicilia |
49.808 |
3,8 |
47.904 |
3,5 |
Sardegna |
11.443 |
0,8 |
11.265 |
0,8 |
Isole |
61.251 |
4,5 |
59169 |
4,3 |
Italia |
1.388.153 |
100,0 |
1.362.630 |
100,0 |
FONTE: Elaborazioni Caritas - Dossier Statistico Immigrazione 2002
su dati del Ministero dell’Interno
ITALIA. Immigrati soggiornanti: motivi di soggiorno (2000/2001)
|
2000 |
% |
2001 |
% |
LAVORO |
850.718 |
61,3 |
800.680 |
58,8 |
Lavoratori aut. |
86.920 |
6,3 |
89.498 |
6,6 |
Lavoratori dip. |
665.805 |
48,0 |
650.787 |
47,8 |
Lav. senza occup. |
97.993 |
7,0 |
60.395 |
4,4 |
- attesa occupazione |
64.116 |
4,6 |
36.246 |
2,7 |
- iscrizione collocamento |
15.174 |
1,1 |
7.727 |
0,6 |
- perfezionamento pratica |
1.202 |
0,1 |
1.277 |
0,1 |
- ricerca lavoro |
9.066 |
0,6 |
8.152 |
0,6 |
- inserimento lavorativo |
2.683 |
0,2 |
3.478 |
0,2 |
- motivi straordinari |
5.752 |
0,4 |
3.515 |
0,2 |
MOTIVI FAMIL. |
354.850 |
25,6 |
393.865 |
28,9 |
ALTRI MOTIVI |
182.585 |
13,1 |
168.085 |
12,3 |
- religiosi |
55.098 |
3,9 |
48.898 |
3,6 |
- residenza elettiva |
45.259 |
3,2 |
44.635 |
3,2 |
- studio |
25.741 |
2,6 |
30.790 |
2,3 |
- richiesta asilo |
6.318 |
0,5 |
5.115 |
0,4 |
- altri motivi |
50.169 |
3,6 |
38.647 |
2,8 |
TOTALE
|
1.388.153 |
100,0 |
1.362.630 |
100,0 |
FONTE: Elaborazioni Caritas - Dossier Statistico Immigrazione 2002
su dati del Ministero dell’Interno
ù
ANTICIPAZIONI DOSSIER STATISTICO
IMMIGRAZIONE CARITAS 2002
ITALIA. Permessi di soggiorno per sponsorizzazione: prime 20
nazionalità (2001)
Paesi |
Sponsorizzazioni |
% verticali |
% femmine |
Soggiornanti |
spons./sogg. (%) |
Tunisia |
2036 |
17,5 |
27,5 |
46494 |
4,4 |
Marocco |
1874 |
16,1 |
3,0 |
158094 |
1,2 |
Cina |
1484 |
12,8 |
20,3 |
56566 |
2,6 |
Albania |
953 |
8,2 |
44,7 |
144120 |
0,7 |
Romania |
657 |
5,6 |
24,9 |
75377 |
0,9 |
Pakistan |
513 |
4,4 |
52,2 |
18624 |
2,8 |
Bangladesh |
493 |
4,2 |
1,6 |
20127 |
2,4 |
India |
472 |
4,1 |
1,8 |
29873 |
1,6 |
Sri Lanka |
453 |
3,9 |
4,4 |
34464 |
1,3 |
Peru' |
332 |
2,9 |
24,7 |
29627 |
1,1 |
Filippine |
310 |
2,7 |
53,3 |
64215 |
0,5 |
Ucraina |
265 |
2,3 |
58,7 |
10769 |
2,5 |
Moldavia |
217 |
1,9 |
80,8 |
4356 |
5,0 |
Polonia |
170 |
1,5 |
70,0 |
30658 |
0,6 |
Egitto |
144 |
1,2 |
74,7 |
26166 |
0,6 |
Ignota |
107 |
0,9 |
1,4 |
10873 |
1,0 |
Ecuador |
104 |
0,9 |
19,6 |
10074 |
1,0 |
Senegal |
86 |
0,7 |
63,5 |
34811 |
0,2 |
Ghana |
84 |
0,7 |
9,3 |
17971 |
0,5 |
Brasile |
70 |
0,6 |
26,2 |
18776 |
0,4 |
Tot. 20 Paesi |
10824 |
93,1 |
26,4 |
842035 |
1,3 |
Totale generale |
11630 |
100,0 |
27,5 |
1362630 |
0,9 |
FONTE: Elaborazioni Caritas - Dossier Statistico Immigrazione 2002
su dati del Ministero dell’Interno
ITALIA. Permessi di soggiorno per sponsorizzazione: regioni di
insediamento (2001)
REGIONI |
SPONSORIZZAZIONI |
REGIONI |
SPONSORIZZAZIONI |
||||
numero |
% verticali (italia=100) |
incid. sponsor su tot. soggiornanti |
numero |
% verticali (italia=100) |
incid. sponsor su tot. soggiornanti |
||
Piemonte |
679 |
5,8 |
0,7 |
Lazio |
979 |
8,4 |
0,4 |
Valle d'Aosta |
48 |
0,4 |
1,8 |
Abruzzo |
48 |
0,4 |
0,3 |
Lombardia |
3.782 |
32,5 |
1,2 |
Molise |
5 |
0,0 |
0,2 |
Trentino-A. A. |
257 |
2,2 |
0,8 |
Campania |
216 |
1,9 |
0,3 |
Veneto |
1.095 |
9,4 |
0,9 |
Puglia |
174 |
1,5 |
0,5 |
Friuli-V. Giulia |
91 |
0,8 |
0,2 |
Basilicata |
32 |
0,3 |
1,0 |
Liguria |
275 |
2,4 |
0,8 |
Calabria |
17 |
0,1 |
0,1 |
Emilia-Romagna |
2.460 |
21,2 |
1,9 |
Sicilia |
599 |
5,2 |
1,3 |
Toscana |
352 |
3,0 |
0,4 |
Sardegna |
23 |
0,2 |
0,2 |
Umbria |
228 |
2,0 |
0,9 |
|
|
|
|
Marche |
270 |
2,3 |
0,7 |
ITALIA |
11.630 |
100,0 |
0,9 |
FONTE: Elaborazioni Caritas - Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati del Ministero dell’Interno
A cura del “Coordinamento Dossier
Statistico Immigrazione Caritas”
CARITAS ITALIANA – FONDAZIONE MIGRANTES
– CARITAS DI ROMA
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