26. Il Consiglio europeo è deciso ad accelerare l'attuazione, in tutti i suoi aspetti, del programma
adottato a Tampere ai fini della creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia
nell'Unione europea. A questo proposito esso fa presente la necessità di sviluppare una
politica comune dell'Unione europea sulle questioni, distinte ma strettamente legate, dell'asilo
e dell'immigrazione.
27. È di capitale importanza per l'Unione europea e i suoi Stati membri che la gestione dei flussi
migratori avvenga nel rispetto del diritto, in cooperazione con i paesi di origine e di transito di
detti flussi. Il Consiglio europeo esprime perciò soddisfazione per i risultati ottenuti nello
scorso semestre, in particolare il piano globale per la lotta all'immigrazione clandestina, il
piano per la gestione delle frontiere esterne e la direttiva che adotta norme minime relative
all'accoglienza dei richiedenti asilo negli Stati membri, e invita le prossime Presidenze a
continuare a considerare prioritarie le questioni della migrazione nella programmazione dei
lavori.
28. Le misure adottate a breve e medio termine per la gestione comune dei flussi migratori
devono rispettare un giusto equilibrio tra, da un lato, una politica d'integrazione degli
immigranti che soggiornano legalmente e una politica di asilo che rispetti le convenzioni
internazionali, in particolare la convenzione di Ginevra del 1951, e, dall'altro, una lotta
risoluta contro l'immigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani.
29. L’azione dell’Unione in questo settore deve basarsi sui seguenti principi:
· la legittima aspirazione a una vita migliore deve essere conciliabile con la capacità
d'accoglienza dell'Unione e dei suoi Stati membri e l'immigrazione deve essere
incanalata entro le forme legali previste a tal fine; l'integrazione degli immigranti legali
nell'Unione comporta al tempo stesso diritti ed obblighi rispetto ai diritti fondamentali
riconosciuti nell'Unione; a tale riguardo la lotta contro il razzismo e la xenofobia
assume un'importanza fondamentale;
· conformemente alla convenzione di Ginevra del 1951, occorre garantire ai rifugiati una
protezione rapida ed efficace facendo intervenire meccanismi atti ad impedire gli abusi
e facendo in modo che il rimpatrio nel paese d'origine delle persone la cui domanda
d'asilo è stata respinta avvenga più rapidamente.
30. Con il piano globale per la lotta all'immigrazione clandestina l'Unione europea si è dotata di
uno strumento efficace per realizzare una gestione adeguata dei flussi migratori e lottare
contro l'immigrazione clandestina. Il Consiglio europeo sollecita il Consiglio e la
Commissione ad accordare, nell'ambito delle rispettive competenze, priorità assoluta alle
seguenti misure previste dal piano:
· riesaminare entro l'anno l'elenco degli Stati terzi i cui cittadini sono soggetti all'obbligo
del visto o ne sono esonerati;
· istituire al più presto un sistema comune d'identificazione dei dati dei visti, sulla scorta
di uno studio di fattibilità che sarà presentato nel marzo 2003 e sulla base degli
orientamenti del Consiglio; una relazione preliminare sarà presentata entro il 2002;
· accelerare la conclusione degli accordi di riammissione in fase di negoziazione ed
approvare nuovi mandati per negoziare accordi di riammissione con i paesi già indicati
dal Consiglio;
· per quanto riguarda le politiche in materia di allontanamento e rimpatrio, adottare al più
tardi entro la fine dell'anno gli elementi su cui poggerà un programma di rimpatri sulla
scorta del Libro verde della Commissione, tra cui le condizioni migliori per un rimpatrio
rapido in Afghanistan;
· approvare formalmente, in occasione del prossimo Consiglio "Giustizia e affari interni",
la decisione quadro sulla lotta contro la tratta degli esseri umani, la decisione quadro
intesa a rafforzare il quadro penale per la repressione del favoreggiamento dell'ingresso
e del soggiorno illegali nonché la direttiva volta a definire il favoreggiamento
dell'ingresso, del transito e del soggiorno illegali.
31. Il Consiglio europeo si compiace delle varie iniziative recentemente intraprese in questo
settore, in particolare della comunicazione della Commissione intitolata "Verso una gestione
integrata delle frontiere esterne degli Stati membri", dello studio di fattibilità eseguito sotto la
direzione dell'Italia concernente la creazione di una polizia europea delle frontiere, tenendo
conto della volontà manifestata dalla Commissione di proseguire l'esame dell'opportunità e
della fattibilità di tale polizia europea, nonché dello studio su "Polizia e sicurezza delle
frontiere" realizzato da tre Stati membri nel quadro del programma di cooperazione OISIN.
32. Il Consiglio europeo si compiace della recente approvazione di un piano per la gestione delle
frontiere esterne degli Stati membri elaborato sulla base delle tre iniziative citate, che dovrà
contribuire tra l'altro a un migliore controllo dei flussi migratori. Chiede che sia istituito al più
presto, nell'ambito del Consiglio, un organo comune di esperti delle frontiere esterne,
composto dai capi dei servizi di controllo alle frontiere degli Stati membri e incaricato di
coordinare le misure previste dal piano.
Chiede inoltre al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri, ciascuno per quanto di
propria competenza, di attuare le misure seguenti:
- entro il 2002
· attuazione di operazioni comuni alle frontiere esterne;
· avvio immediato di progetti pilota aperti a tutti gli Stati membri interessati;
· creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione
degli Stati membri;
- entro giugno 2003,
· elaborazione di un modello comune di analisi dei rischi per giungere ad una
valutazione comune e integrata dei rischi;
· definizione di una base comune per la formazione delle guardie di frontiera
nonché consolidamento della normativa europea in materia di frontiere;
· attuazione di uno studio ad opera della Commissione sulla suddivisione degli
incarichi fra gli Stati membri e l'Unione circa la gestione delle frontiere esterne.
33. Il Consiglio europeo ritiene che la lotta contro l'immigrazione illegale richieda uno sforzo
maggiore da parte dell'Unione europea e un approccio mirato al fenomeno, con la messa in
campo di tutti gli strumenti adeguati nel quadro delle relazioni esterne dell'Unione europea. A
tale scopo, in ottemperanza alle conclusioni del Consiglio di Tampere, un approccio integrato,
globale ed equilibrato, inteso ad affrontare le cause profonde dell'immigrazione clandestina
deve restare l'obiettivo costante dell'Unione europea a lungo termine. In tale ottica il
Consiglio europeo ricorda che l'intensificazione della cooperazione economica, lo sviluppo
degli scambi commerciali, l'aiuto allo sviluppo, nonché la prevenzione dei conflitti sono
altrettanti strumenti per promuovere la prosperità economica dei paesi interessati e per ridurre
così le cause all'origine dei movimenti migratori. Il Consiglio europeo insiste affinché in
qualsiasi futuro accordo di cooperazione, accordo di associazione o accordo equivalente che
l'Unione europea o la Comunità europea concluderà con qualsiasi paese sia inserita una
clausola sulla gestione comune dei flussi migratori, nonché sulla riammissione obbligatoria in
caso di immigrazione clandestina.
34. Il Consiglio europeo sottolinea che è importante assicurare la cooperazione dei paesi d'origine
e di transito in materia di gestione comune e di controllo delle frontiere nonché di
riammissione. La riammissione da parte dei paesi terzi comprenderà quella dei loro cittadini
presenti illegalmente in uno Stato membro nonché, nelle stesse condizioni, la riammissione
dei cittadini di paesi terzi di cui possa essere verificato il transito nel paese in questione. La
cooperazione mira a ottenere risultati a breve e a medio termine. L'Unione è disposta a fornire
l'aiuto tecnico e finanziario necessario allo scopo, nel qual caso la Comunità europea dovrà
disporre di risorse adeguate nel quadro delle prospettive finanziarie.
35. Il Consiglio europeo reputa necessario procedere a una valutazione sistematica delle relazioni
con i paesi terzi che non cooperano nella lotta contro l'immigrazione illegale. Di questa
valutazione si terrà conto nelle relazioni fra l'Unione europea e gli Stati membri e i paesi
interessati, in tutti i settori pertinenti. Una cooperazione insufficiente da parte di un paese
potrebbe rendere più difficile l'approfondimento delle relazioni tra il paese in questione e
l'Unione.
36. Se non si sarà ottenuto alcun risultato ricorrendo ai meccanismi comunitari esistenti, il
Consiglio potrà prendere atto, all'unanimità, della mancanza ingiustificata di cooperazione da
parte di un paese terzo nella gestione comune dei flussi migratori. In tal caso il Consiglio,
conformemente alle norme dei trattati, potrà adottare misure o assumere posizioni nel quadro
della politica estera e di sicurezza comune e delle altre politiche dell'Unione europea, nel
rispetto degli impegni assunti dall'Unione e senza mettere in discussione gli obiettivi della
cooperazione allo sviluppo.