21 mag. 02
ASILO POLITICO: SU TAGLIO FONDI DS CHIEDONO DISCUSSIONE IN AULA
Con un’interrogazione parlamentare urgente i deputati dei DS
Pietro Folena, Alba Sasso e Marina Sereni, denunciano il totale abbandono in
cui è stato lasciato il Programma Nazionale Asilo per i rifugiati.
“Proprio mentre l’Italia – ha dichiarato l’On.
Pietro Folena - da il suo contributo alla pace e alla distensione accogliendo
i palestinesi, al contempo il
Governo taglia le risorse per il Programma nazionale per l’asilo. Uno
strumento che ha rappresentato un importante segnale di civiltà del
nostro Paese e rappresenta una risposta alla necessità di fornire
un’accoglienza e un graduale inserimento sociale a persone giunte in
Italia in fuga da persecuzioni, guerre e violazioni di diritti umani”.
“Il Ministero dell'Interno ha diramato infatti – continua
Folena - in data 25.03.03 una circolare ai Prefetti territorialmente coinvolti
dal Programma, comunicando di procedere alla graduale riduzione dei posti di
accoglienza, per arrivare alla fine del 2002 ad una riduzione del 70% degli
attuali 2200 posti disponibili.
Oggi tale Piano è destinato ad esaurirsi entro la fine di Giugno,
provocando effetti negativi tanto sugli attuali cittadini stranieri richiedenti
asilo, per lo più coinvolti in programmi di inserimento, quanto sui
futuri rifugiati, che non troverebbero nel nostro paese nessun strumento
efficace per la loro accoglienza.
La progressiva chiusura del PNA comporterà l’abbandono a se stessi sulle
pubbliche piazze delle città italiane, privi di ogni assistenza, di
alcune migliaia di richiedenti asilo che non potranno entrare più nella
rete del PNA, e l’intera problematica della loro presenza ricadrà
ancora una volta principalmente sulle spalle delle amministrazioni comunali, e
delle associazioni, lasciate da sole a gestire le emergenze che si verranno a
creare nel loro territorio”.
“La progressiva chiusura del PNA – continua
l’esponente DS - creerà
inoltre una situazione di abbandono anche nei riguardi di quei rifugiati
che hanno ottenuto il riconoscimento del loro status a seguito di interventi ad
hoc della Commissione centrale, e che sono in Italia da poche settimane,
anch’essi privi di ogni conoscenza del nostro Paese, senza una conoscenza
di base della lingua italiana, e privi di mezzi”.
“Per tanto abbiamo chiesto al Governo di intervenire in Aula per
illustrarci i motivi di tale scelta e chiediamo che venga istituita una voce
nel bilancio statale per il sostegno al programma, alimentato oggi solo
dall’ 8 per mille e da qualche contributo comunitario”.