5 novembre 2002
Lubbers, il voto in Svizzera
potrebbe tradursi in un totale rifiuto dei rifugiati
L'Alto
Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Ruud Lubbers, si è
detto oggi preoccupato per la proposta di modificare la legislazione in materia
d'asilo in Svizzera. Se il 24 novembre tale iniziativa verrà approvata,
potrebbe rendere il sistema d'asilo svizzero uno dei più restrittivi
dell'intero mondo industrializzato. Un funzionario dell'Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha inoltre criticato la campagna a
sostegno dell'iniziativa giudicandola "altamente mistificatoria".
Tra
le priorità della proposta, avanzata dallo Swiss People's Party, vi
è l'istituzione di una lista di paesi ritenuti sicuri - che includerebbe
presumibilmente tutti i paesi confinanti con la Svizzera - e il respingimento
sommario di tutti coloro che per arrivare nella Confederazione avranno
attraversato questi paesi. La maggior parte dei richiedenti asilo che
rimarrebbe in Svizzera, inoltre, riceverebbe un'assistenza minima.
"Se
gli elettori svizzeri voteranno a favore dell'iniziativa, il risultato sarebbe
che ogni rifugiato che arriva in Svizzera via terra verrebbe respinto senza
riserve - per quanto fondata possa essere la sua motivazione" ha affermato
Lubbers. "Poiché la grande maggioranza dei rifugiati che arriva nel
paese, vi giunge via terra, questo significa che in sostanza la Svizzera
chiuderebbe le proprie frontiere a coloro che fuggono da persecuzioni,
atrocità, massacri o tortura".
Raymond
Hall - un alto funzionario dell'Agenzia dell'ONU per i Rifugiati, che ha la sua
sede internazionale a Ginevra - ha dichiarato che nella pratica tale
provvedimento trasferirebbe la responsabilità di determinare
l'autenticità delle richieste d'asilo ai paesi limitrofi, senza alcuna
garanzia preventiva circa la disponibilità di tali paesi a cooperare.
Hall,
direttore dell'Ufficio dell'UNHCR per l'Europa, ha evidenziato come i vicini
della Svizzera - anch'essi interessati da più o meno ingenti flussi di
richiedenti asilo - non si sono mostrati disposti ad accettare questo atto,
radicale e unilaterale. "Con simili infondate premesse, l'iniziativa
è probabilmente destinata a produrre più inconvenienti di quanti
non ne risolva", ha aggiunto.
L'UNHCR
riconosce che diverse persone tentano di utilizzare il sistema d'asilo
semplicemente per accedere al mercato del lavoro svizzero - un problema
riscontrabile anche in altri paesi dell'Europa occidentale - e sostiene i
ragionevoli tentativi di ridurre tali abusi, a patto che questi non
compromettano la protezione dei molti rifugiati autentici e richiedenti asilo
con fondate motivazioni che ogni anno arrivano in Svizzera.
L'UNHCR
ritiene che la nuova procedura DUO del Governo elvetico, in vigore dallo scorso
agosto, sia una delle misure che meriti sostegno. In base a tale procedura, le
autorità presenti nei centri di accoglienza svizzeri dovrebbero essere
in grado di identificare rapidamente ed escludere i richiedenti asilo le cui
motivazioni siano insufficienti o manifestamente infondate entro 15 giorni dal
loro arrivo in Svizzera, pur non inficiando il fondamentale diritto di ogni
individuo di chiedere asilo e di poter esporre le proprie ragioni. Tuttavia, se
il 24 novembre gli elettori voteranno a favore della proposta, la procedura DUO
diverrà inefficace prima ancora di poter produrre i propri effetti.
"In
base alle linee-guida dell'UNHCR, rifiutarsi di ascoltare le motivazioni dei
richiedenti asilo per il solo fatto di aver percorso una certa rotta, è
inaccettabile" ha affermato Lubbers. "Nessun altro paese europeo ha
fatto altrettanto. Troverei estremamente preoccupante se la Svizzera, con la
sua solida tradizione umanitaria, si trasformasse nel paese europeo più
ostile verso i rifugiati".
L'iniziativa
comprende inoltre raccomandazioni affinché ai richiedenti asilo che
rimangono in Svizzera - tra i quali evidentemente quelli respinti nei paesi
confinanti ma non accettati da questi - venga negato l'accesso al mercato del
lavoro e vengano assegnate solo una sistemazione e razioni alimentari. Secondo
l'UNHCR queste misure contrastano con il dichiarato intento di ridurre il tasso
criminale tra i richiedenti asilo, mentre avrebbero piuttosto l'effetto
contrario di incoraggiare il crimine, costringendo i rifugiati - soprattutto
quelli non accettati da altri paesi, ma impossibilitati a inoltrare domanda
d'asilo in Svizzera - e le loro famiglie
a sopravvivere solo con una minima indennità di sussistenza e a
restare in un limbo giuridico.
L'UNHCR
ha inoltre duramente criticato i toni e i contenuti della campagna a sostegno
dell'iniziativa.
"Alla
popolazione svizzera viene chiesto di votare sulla base di una presentazione
dell'iniziativa altamente fuorviante", ha ribadito Hall. "La drastica
restrizione dell'accesso al territorio della Svizzera e alle sue procedure
d'asilo viene presentata come un metodo innovativo per combattere crimine e
traffico di droga".
"La
campagna per il 'sì' lascia intendere che la maggior parte dei
richiedenti asilo che arriva in Svizzera voglia deliberatamente abusare del
sistema" ha dichiarato. "Ciò significa che gran parte di essi
siano dediti al crimine e fortemente coinvolti nel commercio di droga - che
è un'enorme forzatura".
"Chiunque
sia coinvolto nel traffico di droga deve essere arrestato e processato, che
provenga dalla Sierra Leone o da Basilea" ha aggiunto. "Ma si tratta
di una questione relativa al diritto penale, non alla legislazione in materia
di asilo".
Diverse
sono le modifiche tese a rivedere in senso restrittivo le procedure d'asilo
contenute nella proposta governativa di revisione della legge sull'asilo,
attualmente davanti al parlamento svizzero. Tuttavia il progetto di legge
contiene diverse garanzie a tutela dei rifugiati, pur rimuovendo alcune
possibilità di abusare del sistema. Al contrario, "l'iniziativa del
24 novembre non contiene alcuna garanzia" ha affermato Hall.
"L'iniziativa
è presentata in maniera molto abile" ha dichiarato Hall. "In
apparenza, se non si conosce il possibile impatto - sia sugli individui, sia
sulle relazioni della Svizzera con i suoi vicini - può sembrare
ragionevole. Ma non lo è. L'iniziativa - e la campagna a sostegno -
individuano i problemi ma non offrono alcuno strumento realistico per
risolverli. Inoltre tale iniziativa va chiaramente contro lo spirito del
diritto internazionale e può minacciare l'impegno attualmente in atto in
Europa e in altre regioni del mondo di migliorare e armonizzare i sistemi
d'asilo, a beneficio sia dei rifugiati sia degli stati che li accolgono". <
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa -- Laura Boldrini -- 335 540 31 94
Il testo del comunicato stampa
è disponibile
sul sito internet www.unhcr.it
nella sezione "ultime notizie"