«Chiedono
la sanatoria, licenziati» Eppure loro ci contavano, sulla
«Bossi-Fini». Malgrado tutto. Malgrado i timori dei sindacati e
persino della Caritas, che sin dall’inizio paventavano come la nuova
legge-sanatoria sull’immigrazione potesse ritorcersi proprio contro gli
immigrati. Ma no, dicevano loro: «Ormai lavoriamo qui da anni, ora
potremo finalmente metterci in regola e avere il permesso di
soggiorno...». Invece no: i loro datori di lavoro, anziché
metterli in regola, li hanno semplicemente licenziati. Quanti? Settecento e
passa, solo a Milano: quasi uno su dieci, rispetto alle migliaia che in tutta
Italia hanno ricevuto lo stesso trattamento. E che adesso, anche sulla base
di sentenze già emesse, potrebbero avere tutti i diritti di rivolgersi
a un giudice che ordini d’ufficio la loro riassunzione. A rilanciare
l’allarme sulla situazione degli immigrati colti in contropiede
è stata la Cgil. Lo ha fatto ieri, e cioè nel primo dei tre
giorni che - ricorda il sindacato - il governo ha appunto messo a
disposizione di quanti, avendo avuto un lavoro in nero ed essendo stati
licenziati, vogliano ora chiedere la propria regolarizzazione denunciando il
torto subìto: «In un solo giorno - si legge in una nota - oltre
700 lavoratori immigrati si sono presentati agli sportelli della Camera del
Lavoro per denunciare di essere stati licenziati, anziché regolarizzati,
da coloro presso i quali prestavano la propria opera da anni». |
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Paolo Foschini |
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=CRONACA_MILANO&doc=FAZ
Caos leghista sui migranti
Bossi
annuncia il «ritiro della circolare» del Viminale sui permessi di
soggiorno agli immigrati in vertenza con i padroni. An lo zittisce. Ultimi
giorni frenetici
LUCA FAZIO
MILANO
Governo
irresponsabile, immigrati ancora nel caos. E' bastata una circolare del
ministero dell'interno per dimostrare quanto sia insensata la rigidità
della legge Bossi-Fini sull'immigrazione. Quindici righe mal scritte per
comunicare alle questure che a tutti gli immigrati che apriranno una vertenza
contro i datori di lavoro non disposti ad assumerli sarà concesso un
permesso di soggiorno di sei mesi. Un lasso di tempo che forse non sarà
sufficiente per arrivare a una sentenza, ma che almeno permetterà a
migliaia di persone di cercare un altro lavoro. Ma per rientrare tra i
beneficiari del provvedimento, come sempre presentato quasi fuori tempo
massimo, bisognerà aprire la vertenza entro lunedì prossimo.
Un'assurdità. Basta andare agli sportelli della Camera del Lavoro di
Milano, che forse resteranno aperti anche domani (02-550251), per rendersi
conto di cosa stia succedendo. «Sono oltre 500 le vertenze che gli immigrati
hanno aperto in un solo giorno alla Camera del Lavoro - spiega Antonio Panzeri,
segretario della Cgil - e questa è la punta di un iceberg che dimostra
l'intollerabilità di una situazione che la legge non è in grado
di affrontare. E' assolutamente necessario riaprire i termini della questione e
affrontare con serietà il tema dell'immigrazione per trovare risposte
adeguate al problema dell'emersione e del lavoro».
Ieri, a creare ulteriore confusione ha pensato Umberto Bossi
con l'ennesima sceneggiata. «Si è trattato di un errore,
ritireremo il provvedimento che contrasta con la legge». Sulla stessa
linea di «pensiero» anche il senatore della Lega Antonio Vanzo, che
ha chiesto al «suo» governo di «ritirare presunte circolari
che diano adito a confusioni». E' toccato a Ignazio La Russa, capogruppo
di An alla Camera, rimettere a cuccia il senatur,
perché «non può essere messo in discussione il fatto che
sia giusto che un cittadino extracomunitario che è nelle condizioni di
essere regolarizzato debba essere regolarizzato».
Di situazione «clamorosa» e «governo in
preda al caos e alla confusione» ha parlato Livia Turco (Ds), mentre a
Giuseppe Fioroni (Margherita) è venuta in mente l'armata Brancaleone
allo sbaraglio: «Dire che denunciare un datore di lavoro che si rifiuta
di regolarizzare un lavoratore non è previsto dalla legge Bossi-Fini
è una sciocchezza perché il lavoro nero resta un reato anche
nell'era del governo Berlusconi...».
Del resto, cosa altro dovrebbero fare quei 30 lavoratori di
una cooperativa milanese che dopo essersi pagati i contributi per la
regolarizzazione ieri si sono accorti che la cooperativa era sparita? Storie
come queste si raccolgono nelle file che stanno intasando le sedi sindacali, un
flusso ininterrotto destinato a crescere, spiega Gabriele Messina, responsabile
immigrazione della Cgil di Milano: «Chiederemo una proroga per depositare
le vertenze soprattutto per gli stranieri licenziati perché la richiesta
è enorme ed è impossibile chiudere gli occhi. Questa circolare ha
permesso a molte persone di vincere la paura e denunciare il datore di lavoro,
ma i tempi stretti e la schizofrenia del governo non permettono di affrontare
seriamente il lavoro che resta da fare». La questura di Milano, intanto,
è orientata ad interpretare in modo flessibile la circolare del governo,
significa che basterà portare la fotocopia della vertenza per ottenere
un permesso di 6 mesi. Fino ad ora sono stati 10mila gli stranieri che si sono
rivolti ai sindacati per aprire una vertenza, una cifra destinata a crescere.
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art57.html
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http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,158825,00.html