Coordinamento Europeo per il diritto degli stranieri a vivere
in famiglia
Coordination Européenne pour le droit des
étrangers à vivre en famille
European Coordination for Foreigners’ Right to Family Life
Coordinación Europea por el derecho de los extranjeros
de vivir en familia
Europäische Koordination für das Recht von
MigrantInnen auf Familienleben
89, avenue du Parc (Cefa – Uo) –B 1060 –
Bruxelles
NEWSLETTER n. 1 – Ottobre 2002
Cari amici e colleghi,
il Coordinamento europeo vi presenta la sua nuova
“Newsletter” che sarà pubblicata sei volte all’anno.
Essa comporta informazioni sul diritto degli stranieri a vivere in famiglia su
scala europea e nazionale. Sarà presentata in cinque lingue e si rivolge
alle associazioni e alle persone che militano per il diritto degli stranieri.
1. LE ATTIVITA’ DEL COORDINAMENTO EUROPEO
Respingere la proposta di direttiva sul ricongiungimento
familiare! La Commissione europea ha presentato, il 2 maggio scorso, una nuova
versione della sua proposta di direttiva relativa al diritto al
ricongiungimento familiare delle persone originarie da paesi terzi e residenti
nel territorio dell’UE. Per il Coordinamento europeo per il diritto degli
stranieri a vivere in famiglia questa nuovo proposta costituisce un grave passo
indietro in rapporto agli orientamenti dati nel 1999 dal Consiglio europeo di
Tampere in materia di immigrazione. Il Coordinamento esprime la sua condanna di
una posizione retrograda e chiede alle associazioni ed organizzazioni della
società civile di intervenire presso i parlamentari e i governi dei loro
paesi perché si oppongano alla sua adozione.
Per ulteriori dettagli, vedere il nostro sito internet:
:<http://perso.wanadoo.fr/ciemi.org/indexce.html>http://perso.wanadoo.fr/ciemi.org/indexce.html
2. POLITICA EUROPEA IN MATERIA DI DIRITTO DEGLI STRANIERI A VIVERE
IN FAMIGLIA
Bilancio intermedio
Il Coordinamento ha fatto il bilancio di tre anni di politica
europea di immigrazione dal summit di Tampere. Il testo, redatto da Claire
Rodier, evidenzia il fallimento parziale di questa politica che, fino ad ora,
si è limitata ad armonizzare i regolamenti in materia di limitazione
dell’immigrazione. Trovate il testo integrale nel nostro sito:
<http://perso.wanadoo.fr/ciemi.org/p2terit.html>http://perso.wanadoo.fr/ciemi.org/p2terit.html
.
Cittadinanza
Romano Prodi, presidente della Commissione europea, ha dichiarato
il 15 luglio a Milano: “La cittadinanza europea deve divenire anche un
importante fattore di integrazione sociale di tutti i migranti legali
nell’Unione. Dobbiamo dunque identificare un certo numero di diritti e di
doveri da riconoscere a tutti i residenti legali su tutto il territorio
dell’Unione.”
3. POLITICHE NAZIONALI IN MATERIA DEL DIRITTO DEGLI STRANIERI A
VIVERE IN FAMIGLIA
Danimarca: La nuova legge sull’immigrazione è entrata
in vigore il 1° luglio 2002. Dopo molti anni di politica liberale in
materia di immigrazione, il nuovo governo di centro-destra ha avviato una
politica restrittiva, abolendo, per es., l’insegnamento delle lingue
d’origine degli immigrati nelle scuole, instaurando molteplici ostacoli
per l’acquisizione di un titolo di soggiorno stabile e della
nazionalità danese. In materia di ricongiungimento familiare, la
Danimarca è il primo paese europeo che proibisce il ricongiungimento di
coniugi di età inferiore a 24 anni. Questa legge proibisce pure ai
cittadini danesi di meno di 24 anni di età di sposare degli stranieri.
Germania : Una nuova legge sull’immigrazione
entrerà in vigore il 1° gennaio 2003. Essa dovrebbe garantire la
capacità economica della Germania sul mercato internazionale, creare
posti di lavoro e preparare l’avvenire in un paese che si trova di fronte
ad un calo demografico allarmante; allo stesso tempo essa deve limitare
l’immigrazione, combattere l’’immigrazione clandestina e
lottare contro l’abuso del diritto di asilo. La legge, che si intitola:
“Legge sulla restrizione e il controllo dell’immigrazione in
Germania” prevede anche di abbassare l’età dei figli aventi
diritto al ricongiungimento familiare a dodici anni nella maggioranza dei casi.
Italia : Il 10 settembre 2002 è entrata in
vigore la legge Bossi Fini sull’immigrazione, improntata alla lotta
all’immigrazione clandestina e ad una valutazione dell’immigrato
principalmente come forza-lavoro. Sono previsti : maggiori controlli alle
frontiere ; immediata esecutività delle espulsioni anche in
presenza di ricorso (e l’espulsione comporterà di regola il
divieto di ingresso in Italia per 10 anni); aumento dei tempi di trattenimento
nei centri di permanenza a 60 gg., previsione di specifici reati per lo
straniero che si trattiene indebitamente in Italia, rilievi fotodattiloscopici
obbligatori per tutti gli immigrati e divieto di ingresso in Italia per chi
abbia commesso determinati reati. Inoltre il nuovo istituto del
“ contratto di soggiorno ” vincola la durata del permesso
di soggiorno (che comunque non può eccedere i due anni) alla durata del
contratto di lavoro ; sei gli anni ora necessari per ottenere la carta di
soggiorno ; limitazioni anche ai ricongiungimenti familiari : i figli
maggiorenni potranno essere ricongiunti solo se invalidi totali ; i
genitori solo se a carico e privi di altri figli oppure ultrasessantacinquenni
con altri figli impossibilitati a mantenerli per gravi motivi di salute.
4. INFORMAZIONI GENERALI E PUBBLICAZIONI
Seminario : L’apprendimento della lingua di accoglienza
da parte dei migranti: strumenti di inserimento e di integrazione. Emergenza di
un diritto. Seminario nazionale (in Francia) organizzato dal CNAFAL (Consiglio
nazionale della Associazioni Familiari Laiche), dalla FCPE (Federazione dei
Consigli di Genitori di Allievi delle Scuole Pubbliche) con la partecipazione
dell’UNAF e del Coordinamento Europeo. Venerdì 8 novembre, presso
l’anfiteatro della Facoltà di Medicina ”Lariboisière
St. Louis” – 10 av. de Verdun – PARIS 10ème. Metro:
Gare de l’Est. Per informazioni:
<mailto:cnafal@wanadoo.fr>cnafal@wanadoo.fr .
5 GIURISPRUDENZA
Sentenza della Corte Europea di Giustizia C-60/00 11 luglio 2002:
Un cittadino comunitario che usufruisce dei diritti alla libera prestazione di
servizi ma che risiede nel suo Stato Membro di origine, può far
beneficiare, a certe condizioni, il suo congiunto originario da un paese terzo di un diritto di soggiorno
in questo Stato. Il richiedente, una Filippina, aveva sposato un inglese dopo
aver lasciato scadere la durata del visto turistico nel Regno Unito. Le
autorità britanniche avevano allora deciso di espellerla perché
non aveva rispettato la durata del visto turistico di ingresso iniziale. La
Corte di Giustizia ha stabilito che la decisione di espulsione costituisce
un’ingerenza nell’esercizio del coniuge britannico del diritto al
rispetto della sua vita familiare riconosciuto dalla convenzione di salvaguardia
dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che fa parte
dei diritti fondamentali protetti dall’ordinamento giuridico comunitario.
Testo integrale della sentenza:
<http://www.curia.eu.int/>www.curia.eu.int
6. LE ALTRE RETI ED ASSOCIAZIONI
“Sans papiers” in Europa
Il GISTI (Gruppo di Informazione e Sostegno agli Immigrati) invita
le associazioni a firmare (per e-mail:
<mailto:regul-europe@ras.eu.org>regul-europe@ras.eu.org) e far circolare
presso le vostre organizzazioni partner in Europa il testo collettivo di
“appello alla regolarizzazione di tutti i “sans papiers” in
Europa”. Le traduzioni di questo appello (in greco, inglese, italiano,
spagnolo e tedesco) possono essere scaricate alla pagina: <http://www.gisti.org/dossiers/sans-papiers/index.html>http://www.gisti.org/dossiers/sans-papiers/index.html
. Il Coordinamento Europeo ha firmato questo appello.
In seguito alla conferenza sulla cittadinanza organizzata
dall’ENAR – Europa in Spagna dal 31 maggio al 1° giugno 2002,
un appello detto “Appello di Madrid” è stato adottato.
Secondo questo appello, la cittadinanza europea dovrebbe prendere in conto
anche la nozione di residenza e poter così essere accordata alle persone
originarie da paesi terzi residenti legalmente sul territorio di uno Stato
membro.
L’ENAR propone che l’art. 17 della Convenzione sul
futuro dell’Europa e del consolidamento dei diritti dell’UE sia
redatto come segue: “è cittadino dell’Unione ogni persona
avente la nazionalità di uno Stato membro o residente legalmente sul
territorio di uno Stato membro”.
L’ENAR lancia una campagna nei diversi paesi
dell’Unione perché questa redazione dell’art. 17 sia
adottata quando si redigerà la Costituzione dell’UE. Vedi il sito
dell’ENAR – Europa: <http://www.enar-eu.org/>www.enar-eu.org
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