EMIGRAZIONE NOTIZIE N.34 ñ 2 OTTOBRE
2002
APPELLO
SULLA SITUAZIONE DEI RICHIEDENTI ASILO IN ITALIA
BENI CULTURALI: LE NUOVE SCELTE DEL MINISTRO URBANI
UNA
COMUNITAí ITALIANA IN GERMANIA PIUí ATTIVA E RESPONSABILE DOPO LA VITTORIA DI
GERHARD SCHR÷DER
SCHR÷EDER:
UN BUON CANCELLIERE ANCHE PER GLI ITALIANI IN GERMANIA
LE
PRECISAZIONI DI ZORATTO ALLE AFFERMAZIONI DI PITTELLA E COLONNELLA
NO
A CAMPAGNE IDEOLOGICHE INTORNO AI SIMBOLI DELLA FEDE
XXVI
PREMIO INTERNAZIONALE ìEMIGRAZIONEî
CHIETI: APERTO UNO SPORTELLO
PER GLI IMMIGRATI
RIUNIONE A PORTO ALEGRE DELLA COMMISSIONE STATALE PER LA ETNIA
ITALIANA
A FIRENZE LA FESTA NAZIONALE DI LIBERETAí
DELEGAZIONE DELLA CONSULTA EMIGRAZIONE DELLíEMILIA ROMAGNA IN
AMERICA
CARTA DíIDENTITAí EUROPEA: INCLUDERE ANCHE LA CARTA DI SOGGIORNO
A STOCCARDA CON ìPIACENZA NEL MONDOî
IL GOVERNO NON HA ANCORA NOMINATO IL NUOVO PRESIDENTE DELLíINPS
IL 14ƒ CONGRESSO DEI FOGOLARS FURLANS DEL CANADA
TRASFERIMENTO CONTRIBUTI SVIZZERI AVS ALLíINPS: UNA NOTA DELLA CGIL
DI ZURIGO
Le
leggi ìFinanziarieî, introdotte alla fine degli anni Settanta, come vincoli di
indirizzi di programmazione, sono poi divenute momenti di discussione dei
consuntivi e dei preventivi di tutti i saldi risultati dalle diverse leggi che
nel corso degli anni hanno previsto tutte le entrate e tutte le spese dello
Stato, dovendo cosÏ correggere tutte le variazioni risultate nellíanno dalla
loro molteplice attuazione. In certo senso le leggi finanziarie hanno dovuto
correggere gli effetti della legislazione condensando sui mesi finali di
ciascun anno dibattiti generali che il Parlamento, date le scadenze che
premono, deve comunque esaurire entro il 31 dicembre, mentre líoriginaria concezione
della legge, di indirizzo programmatico generale, avrebbe permesso nel corso
degli anni discussioni meno convulse e spesso drammatiche.
In
tutto il periodo 1978-2002, a esempio, líindebitamento della pubblica
amministrazione, svoltosi allíinizio con la grande inflazione dei primi anni
ottanta, ha via via raggiunto gli oltre due milioni di miliardi (in lire), che
non Ë ipotizzabile di riassorbire neppure con i pi˜ rigorosi vincoli europei di
stabilitý. Anzi gli stessi vincoli europei, posti dal patto di stabilitý, giý
spostati dal Vertice di Siviglia, sono ulteriormente rinviati ìal pi˜ tardi al
2006î, purchÈ vi siano ìcorrezioni strutturaliî di bilancio che comportino
almeno la riduzione dello 0,5 per cento di ogni disavanzo rispetto al prodotto
interno lordo (Pil).
Di
qui deve procedere il discorso sul disegno di legge finanziaria 2003 che Ë
stato presentato al Parlamento dal Governo. Il quadro della ìmanovraî generale,
che non Ë tutta líentrata e la spesa, ma solo quella parte correttiva di esse, Ë pari a 22 miliardi di euro
(44.000 miliardi di vecchie lire), 12,5 dei quali dovranno incidere sulla
riduzione del debito per portarlo allo 0,8 per cento alla fine del 2003.
Intanto la crescita economica del Paese Ë fissata per lo stesso anno 2003 al
2,3 per cento.
Pi˜
in dettaglio, la manovra di 22 miliardi di euro, composta da entrate e uscite,
sarý cosÏ ripartita.
Il
deficit di questo anno (con crescita allo 0,6%) si avvicinerý al 2%, mentre per
il 2003 si punta allo 0,8, con crescita al 2,3 per cento.
Líossatura
della manovra Ë sostanzialmente definita. Oltre alla nuova tranche di
cartolarizzazioni e agli incentivi per il rilancio dei consumi, Ë confermato
sia il primo modulo della riforma Irpef (5,5 miliardi di euro), sia la prima
riduzione dellíIrap (500 milioni di euro). Il concordato fiscale sarý inserito
direttamente in Finanziaria: spetterý poi al Parlamento estenderne la portata e
trasformarlo eventualmente in una sanatoria vera e propria. Eí in arrivo anche
il concordato preventivo triennale per le Pmi, nonchÈ la riduzione di due punti
dellíIrpeg (dal 36 al 34%), secondo quanto previsto nel Patto per líItalia. Il
Governo lavora poi allíampliamento della platea dei pensionati che
beneficeranno dellíaumento a 516 euro, al superamento progressivo del divieto
di cumulo lavoro-pensione, mentre si discute se rafforzare líintero pacchetto
previdenziale con líestensione erga omnes del metodo contributivo.
Una
parte di rilievo dellíintera manovra (un terzo) Ë affidata ai risparmi da
conseguire nella Pubblica amministrazione. Queste le misure: potenziamento del
patto di stabilitý interno, con misure di contenimento che riguarderanno
soprattutto la sanitý; blocco del turn over nella Pa e ricorso massiccio alla
mobilitý nel pubblico impiego; taglio alle spese correnti dei ministeri, con
interventi mirati sulla scuola; ampliamento del ricorso alle aste online per
líacquisto di beni e servizi. Con la Finanziaria sarý finanziata la riforma
degli ammortizzatori sociali (750 milioni di euro), mentre per i rinnovi dei contratti
pubblici sono in arrivo 765 milioni di euro), di cui 550 milioni per incentivi
alla produttivitý e 190 per il personale delle Forze armate e di Polizia.
La
maggiore intensitý dei dibattiti parlamentari si svilupperý su alcuni punti in
particolare:
Il
primo modulo Irpef. Dal 1ƒ gennaio 2003 scatterý il primo modulo dellíIrpef a
beneficio dei redditi fino a 25mila euro;
Irpeg
e Irap. La Finanziaria prevederý la riduzione dal 36 al 34% dellíaliquota
Irpeg, e i primi interventi di riduzione dellíIrap.
Tagli.
Questo il men˜: potenziamento del Patto di stabilitý interno, con misure di
contenimento che riguarderanno soprattutto la sanitý; blocco del turn over nel
pubblico impiego e ricorso massiccio alla mobilitý; interventi mirati nella
scuola; taglio alle spese correnti dei ministeri e alla scuola; ampliamento del
ricorso alle aste on line per gli acquisti di beni e servizi da tutte le
amministrazioni.
Previdenza.
Ampliamento della platea dei beneficiari dellíaumento a 516 euro, nonchÈ al
superamento del cumulo lavoro-pensione. Si discute se rafforzare il pacchetto
previdenziale con líestensione erga omnes del metodo contributivo.
Per
la parte, che pi˜ ci riguarda, ci preme sollevare una urgente obiezione che
riassume il nostro severo dissenso dalla prassi che ha cancellato líintero
capitolo degli Esteri, dedicato allíEmigrazione- e agli italiani allíestero che
si esige sia riesumato nei lavori del Parlamento, come Ë in programma in un
nostro apposito documento. (G.V.)
APPELLO
SULLA SITUAZIONE DEI RICHIEDENTI ASILO IN ITALIA
I recenti
tragici avvenimenti di Porto Empedocle dello scorso 14 settembre, che hanno
visto la morte di 36 persone, sono stati presentati allíopinione pubblica come
líennesimo tentativo di sbarco in Italia da parte di clandestini o immigrati
irregolari. Poche voci hanno sottolineato la presenza, tra quelle persone, di
tanti che sono scappati da realtý di guerra o conflitto, come la Liberia, e che
si attendevano di trovare in Italia un aiuto di carattere umanitario e il
riconoscimento del loro diritto di asilo.
Tale episodio
costituisce líennesima dimostrazione di come in Italia la tutela del diritto di
asilo sia divenuta, nel dibattito politico e culturale in corso, una sorta di
appendice del tema dellíimmigrazione e non il riconoscimento di un diritto
umano fondamentale, sancito dalla nostra Costituzione e da Convenzioni
internazionali di cui líItalia Ë firmataria.
La situazione
dei richiedenti asilo in Italia, giý compromessa da diversi anni per la
mancanza di una legge organica in materia, si Ë aggravata dopo líapprovazione
della cosiddetta legge Bossi-Fini.
In vista della
piena efficacia degli articoli in materia di asilo (che avverrý in seguito
allíentrata in vigore del regolamento di attuazione, non prima del 2003) Ë
iniziato una sorta di ìperiodo di attesaî, nel quale sono state sospese le giý
esigue misure di assistenza previste dalle normative in vigore e la stessa
procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato Ë divenuta nebulosa e
sempre pi˜ incerta.
Diversi i
provvedimenti che vanno in questa direzione:
…
i lunghi tempi di attesa e la
sospensione, in molti casi, delle convocazioni dei richiedenti asilo, per
líesame della loro istanza, da parte della Commissione Centrale per il
riconoscimento dello status di rifugiato;
…
la sospensione, dal 1ƒ agosto 2002, del contributo di prima assistenza, erogato
dalle Prefetture, per i richiedenti asilo;
…
il mancato rinnovo di molti permessi di soggiorno concessi per motivi di
carattere umanitario;
…
la mancata erogazione a rifugiati riconosciuti del contributo di sostentamento
previsto dalla attuale normativa. Inoltre, dal 1ƒ aprile 2002 le Prefetture non
stanno accettando nuove istanze;
…
líinsufficiente finanziamento del Programma Nazionale Asilo, che ha costretto
molti centri a ridurre al minimo gli ospiti e molti Comuni a ricorrere a fondi
propri.
Le realtý
firmatarie di questo appello:
denunciano la
condizione attuale dei richiedenti asilo in Italia, sempre pi˜ grave e spesso
insostenibile. Molti di loro si trovano ormai da molti mesi senza assistenza,
costretti a vagare ogni giorno da un Ufficio allíaltro, senza alcuna certezza
sui tempi e le modalitý della propria richiesta díasilo;
chiedono alle
Istituzioni competenti di accelerare il pi˜ possibile líesame delle richieste
di asilo giý presentate e il rinnovo dei permessi di soggiorno per motivi
umanitari.
Chiedono inoltre
líimmediato ripristino delle forme di assistenza previste dalla normativa
vigente;
invitano il
Parlamento a porre al pi˜ presto in discussione le proposte di legge giý
presentate in materia díasilo, perchÈ anche líItalia possa dotarsi di uno
strumento capace di prevedere, in forma organica, misure di accoglienza,
assistenza e integrazione di richiedenti asilo e rifugiati.
» in gioco il
destino di migliaia di persone, spesso vittime di soprusi e persecuzioni, e la
dignitý delle nostre Istituzioni e del nostro Paese.
Assessorato alle
Politiche Sociali-Comune di Roma, Caritas Diocesana di Roma, Casa dei Diritti
Sociali-Focus, Centro Astalli, Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR),
Consorzio della Cooperazione Sociale Sol.Co Roma, Federazione delle Chiese
Evangeliche (FCEI), Fondazione Internazionale don Luigi Di Liegro, Fondazione
Migrantes, ICS - Consorzio Italiano di solidarietý, Progetto Casa Verde.
BENI CULTURALI: LE NUOVE SCELTE DEL MINISTRO URBANI
ìAncora
una volta ci si appresta a nominare nuovi dirigenti nel Ministero per i beni e
le attivitý culturali senza alcuna chiarezza sulle ragioni e sui criteri che
inducono a sostituire chi li ha precedutiî. Lo afferma Franca Chiaromonte,
responsabile dei DS per la cultura a proposito dei nuovi incarichi attribuiti
al Ministero per i beni e le attivitý culturali.
ìLe
decisioni prese riguardano sia le Direzioni per il cinema e per lo spettacolo
dal vivo sia settori importanti dei beni culturali; ma la direzione politica
del Ministero non spiega quali principi e quali obiettivi sono alla base delle
nuove scelte di direzione. Il Ministero, peraltro, sta vivendo una fase ancora
iniziale di applicazione della riforma che lo riguarda e, proprio per questo
motivo, sarebbe stato certamente opportuno e utile che il Ministro Urbani
decidesse di avvalersi delle competenze, delle professionalitý e
dellíesperienza delle persone che hanno guidato, con apprezzamento e stima
riconosciuti, settori cosÏ importanti della sua struttura.
La
discontinuitý, a prescindere dal valore e dalla qualitý delle singole persone,
rischia di produrre effetti negativi sulla conduzione del lavoro e sulla
realizzazione dei progetti. Ci preme poi richiamare líattenzione sul fatto che
ñ conclude Franca Chiaromonte ñ gran parte delle persone sostituite sono donne
cosa che indica come anche da questo punto di vista si stiano facendo molti
passi indietroî.
UNA COMUNITAí ITALIANA IN GERMANIA PIUí ATTIVA E
RESPONSABILE DOPO LA VITTORIA DI GERHARD SCHR÷DER
Ben si comprende la delusione e il fastidio del Consigliere del CGIE Bruno
Zoratto per la vittoria e la riconferma del governo rosso-verde, guidato dal
socialdemocratico Gerhard Schr–der, mal si intendono e si giustificano invece
dichiarazioni fuorvianti e scientemente subdole rilasciate dallo
stesso all'agenzia di Stampa Adnkronos.
Il consigliere Zoratto sa che le espulsioni di cittadini italiani dalla
Germania avvengono soprattutto nei due L”nder, leggasi Baviera e
Baden-W¸rttemberg, governate dai partiti conservatori della CDU e CSU, e
gestite dai rispettivi ministri degli interni di quelle regioni competenti per
la (dis)applicazione delle normative comunitarie. Bruno Zoratto dimentica di
precisare che proprio nella circoscrizione consolare di Stoccarda, dove egli Ë
residente, si Ë dovuto istituire un gruppo di lavoro paritetico Consolato -
Funzionari del Ministero degli Interni del Land Baden W¸rttemberg, per porre un
freno alla pratica abnorme delle espulsioni di quel Land. Inesatta Ë poi l'affermazione che la
chiusura di Radio Monaco sia da addebitare al governo federale. Tutta la
comunit· italiana in Germania ha stigmatizzato e si Ë mobilitata e si mobilita
contro questa decisionedell'ente radiofonico SWR (S¸dwest Rundfunk)e Bavarese
(Bayerischer Rundfunk) di chiudere la trasmissione in lingua italiana e la loro
diffusione ancora una volta nelle regioni del Sud della Germania e cofinanziati
dai due L”nder a guida conservatrice, poichË una tale situazione fa venir meno
una delle voci radiofoniche attive ed importanti per i nostri connazionali in
Germania, e ne riduce la pluralitý, visto che altri programmi radiofonici in
lingua madre trasmessi giornalmente, quali quelli di Radio Colonia, e quelli domenicali
della HR (Hessischer Rundfunk) e di emittenti regionali, permangono. Zoratto si
dimentica invece di sottolineare che grazie ai quattro anni di Governo a guida
socialdemocratica la comunitý italiana ha visto riconosciuti nuovi diritti di
cittadinanza, mai concessi in 16 anni di governo della CDU: la legge sulla
cittadinanza che permette ai figli dei nostri connazionali in Germania, fin
dalla nascita, di possedere tanto la cittadinanza tedesca quanto quella
italiana. Da fine dicembre di quest'anno, poi (dopo che era stato avversato dai
partiti conservatori della CDU e CSU con una campagna contro la doppia
cittadinanza e alla quale hanno giý annunciato la loro opposizione applicativa,
ancora una volta, i L”nder Baviera e Baden- W¸rttemberg, dove vive la
stragrande maggioranza dei 700.000 connazionali residenti in Germania) lo
stesso diritto alla doppia cittadinanza lo avranno anche le italiane e gli
italiani di 1^ e 2^ generazione, grazie
all'accordo bilaterale tra il Ministero degli Affari esteri, guidato da Joschka
Fischer, e la Farnesina, che sulla base del principio della reciprocitý
permetterý l'acquisizione di questa nuova dimensione del diritto politico in
questione. Ed inoltre le nuove disposizioni della nuova legge sugli stranieri che lo sfidante Stoiber avrebbe subito
voluto modificare - che eliminano, dal 1ƒgennaio 2003 la richiesta del permesso
di soggiorno per i cittadini comunitari e quindi anche per gli italiani.
E' giusto quindi ripristinare la veritý delle cose, altrimenti a
rimetterci alla fine sono gli italiani e la loro capacitý di incidere nel
tessuto politico e sociale in Germania.
Gianni Pittella
(Responsabile dei Ds per gli Italiani all'estero)
Michele Santoriello
(Portavoce Ds in Germania)
SCHR÷EDER:
UN BUON CANCELLIERE ANCHE PER GLI ITALIANI IN GERMANIA
Che la vittoria
della coalizione rossoverde non sia piaciuta particolarmente al Sig. Zoratto Ë
umanamente comprensibile. Meno comprensibile ed accettabile Ë che sfoghi la sua
delusione facendo disinformazione in maniera scientifica (comunicato
allëAdn-kronos del 24.09.02). La difesa della dignitý e dei diritti delle
persone, che il Sig. Zoratto lamentava venir meno con la vittoria di Schr–der,
fa parte da sempre del dna della socialdemocrazia tedesca. Erano
socialdemocratici che lottavano per quei valori i primi Ñospitiì del campo di
Dachau. Quella difesa Ë proseguita anche con i lavoratori stranieri nelle
fabbriche e nei cantieri.
Il Sig. Zoratto
sa benissimo che líAusl”ndergesetz fino ad oggi in vigore, non Ë un prodotto
del governo rossoverde e che la sua applicazione Ë materia dei L”nder e guarda
caso le regioni che si distinguono particolarmente nella prassi delle
espulsioni sono quelle guidate dalla destra come il Baden W¸rttenberg e la
Baviera di Stoiber. » merito invece del governo Schr–der líapprovazione di una
moderna legge sullíimmigrazione che porterý vantaggi anche ai nostri
connazionali, contro le barricate della destra che se avesse vinto le elezioni
avrebbe legiferato in maniera molto restrittiva in materia.
Delle espulsioni
il Sig. Zoratto si occupa principalmente con proclami mediatici e pubbliche
denunce (molto comodo), pi˜ difficile e laborioso Ë invece occuparsi in
concreto del problema dove questo si pone, con azioni preventive a livello
generale presso gli organismi competenti ed interventi mirati per i casi
singoli. Tutto ciÚ grazie al ruolo politico, anche se limitato nelle
competenze, che molti italiani
sono riusciti a conquistare negli enti locali e che come me credono in
uníintegrazione da italiani ed europei nella societý tedesca, proprio per poter
essere utili anche ai connazionali. Mentre il Sig. Zoratto suona di continuo la
grancassa, questi italiani, insieme ad organizzazioni politiche e
socio-culturali lavorano per affermare il ruolo degli italiani in Germania in
seno alla societý tedesca e per pi˜ stretti rapporti fra i cittadini dei due
paesi favorendo contatti culturali ed economici.
Coinvolgere poi
il governo Schr–der nella (speriamo ancora solo presunta) chiusura di Radio Monaco, Ë un colpo da
grande prestigiatore, poichÈ, sempre che si voglia colorare tutto
politicamente, Ë noto a tutti che i due enti radiofonici coinvolti, l'SWR e il
BR sono ubicati nelle due regioni di cui sopra e da sempre sotto líinfluenza
politica dei conservatori.
Líabbassamento
dellíaliquota fiscale díentrata per i redditi pi˜ bassi, che Ë passata dal
25,9% del 1998 al 19,9% del 2002 e che scenderý al 15% nel 2005, e líaumento
degli assegni familiari passati da 112 EURO del 1998 ai 154 EURO del 2002 sono
altrettanti fiori allíocchiello della politica sociale del governo Schr–der.
Imparare il
tedesco non significa nÈ
assimilazione forzata nÈ rinuncia alla lingua e cultura madre, ma
acquisire uno strumento indispensabile per avere successo a scuola e
partecipare pienamente alla vita
sociale del paese in cui si Ë scelto di vivere. Volutamente Ë stato
ignorato uno dei progetti che il prossimo governo vuole realizzare e di cui
beneficeranno soprattutto gli stranieri e gli italiani: la scuola a tempo
pieno. CiÚ faciliterý da un lato i genitori che lavorano e dallíaltro
consentirý ai ragazzi di usufruire di un ulteriore sostegno
nellíapprendimento. Piaccia o no questi sono i fatti e gli italiani di Germania
lo sanno.
Fiorenza
Colonnella, Consigliere Comunale a Monaco di Baviera
La prima
reazione Ë stata di indignato stupore. Avevo appena letto il dispaccio
dellíagenzia ADNKRONOS, in cui il consigliere del CGIE (Consiglio Generale
degli Italiani allíEstero) Bruno Zoratto commentava la vittoria elettorale del Cancelliere
Schr–der con questíacida previsione: ìla comunitý italiana residente in
Germania continuerý a perdere la sua dignitý politica e culturaleî. Prova ne Ë
che gli ìitaliani espulsi dalla Germania in questi ultimi anni sono stati
numerosissimi e con la conquista elettorale di Schr–der continueranno ad
aumentare in modo eccessivo. Il Governo italiano in stretta collaborazione con
il Ministro per gli italiani del mondo Mirko Tremaglia, da molto tempo si sta
occupando dei casi pi˜ urgenti di espulsione dalla Germania, ma questo non
fermerý la coalizione di centro-sinistra che continuerý ad ignorare i dettami
delle normative europeeî. Ma non basta. A riprova dellíaccanimento
anti-italiano da parte del governo federale tedesco, Zoratto cita pure ìlíimminente
chiusura di Radio Monaco, líunica emittente radiofonica in lingua italiana
presente in Germaniaî (in realtý non líunica), dovuta, sempre secondo Zoratto,
al fatto che il Cancelliere ìË un convinto assertore di quel concetto che tutti
i cittadini ëstranierií residenti in Germania, italiani compresi, devono
imparare obbligatoriamente il tedesco, per dar vita ad uníassimilazione forzata
che nessuno perÚ riesce ad accettare, anche perchÈ Ë scientificamente provato
che chi conosce bene la lingua madre ha maggiore probabilitý di potersi
integrare anche nelle societý anglosassoniî.
Incredibile!
Come puÚ una persona della reputazione di Zoratto indulgere a tali spudorate
bugie?! Possibile che dopo tanti anni passati in Germania, e dopo oltre un anno di alleanza elettorale e
di governo del suo partito con la Lega Nord, Zoratto non sia stato ancora
iniziato alle complessitý e alle sfaccettature del federalismo? In virt˜ delle
quali, non Ë il governo federale tedesco a essere sotto accusa alla Corte di
giustizia europea per le espulsioni di cittadini ìcomunitariî, bensÏ un Land
particolare, il Baden-W¸rttemberg, dove risiede lo stesso Zoratto, e guarda
caso, un Land governato dallo stesso partito che lui auspicava vincesse le
elezioni. E a differenza di altri premier di nostra conoscenza, Schr–der
non ha il controllo di tutti i mezzi di comunicazione del paese; il destino di
Radio Monaco dipende unicamente dallíente radiofonico S¸dwest Rundfunk e
Bayerischer Rundfunk, cofinanziati, ancora guarda caso, dai due L”nder meridionali
a guida conservatrice, la Baviera di Stoiber e il Baden-W¸rttemberg. Zoratto
quindi non pisci fuori dal vaso, se la prenda piuttosto con i suoi amici.
Amici???
Ecco, ho
cominciato a riflettere. E allíindignazione ha fatto seguito la comprensione ñ
oserei dire la compassione. In fondo Zoratto Ë un uomo solo. Noi quando siamo
venuti in questo paese abbiamo cercato i nostri Gleichgesinnten, e li abbiamo trovati ñ
italiani, tedeschi o di altre nazionalitý ñ in chi, come noi, ama la
molteplicitý delle voci, vuole che tutti si sentano a casa propria dovunque
vadano, crede nella libera e pacifica convivenza tra diversi, nel valore del
pluralismo culturale, in uníEuropa che ha ripudiato per sempre i nazionalismi e
gli sciovinismi etnici e si dý quindi una costituzione e diritti di
cittadinanza conseguenti, in chi, come noi, crede che ìnostra patria Ë il mondo
interoî. Non che il dialogo sia sempre facile, ma almeno le premesse ci sono, e
andiamo avanti. Chi sono invece i Gleichgesinnten di Zoratto? Chi
strilla Ausl”nder raus? Chi paventa la durchmischte und
durchrasste Gesellschaft? Chi vede nello straniero comunque
un corpo estraneo da espellere non appena diventa un peso, non importa se ha
legami e radici qui e non pi˜ nel luogo di origine? Chi disquisisce di una Leitkultur a cui gli altri si
devono conformare e assimilare, e quindi si oppone ai corsi in lingua materna,
e per risparmiare taglia come prima cosa i programmi in lingua straniera?
Insomma, questi
sono coloro che Zoratto voleva alla guida della Germania. Certo, gli amici
degli amici, non i suoi. Ma anche con i suoi amici italiani si possono ben
immaginare non pochi problemi di comunicazione. Il nome del leader del suo
partito figura tra i due padrini della legge che attualmente disciplina líimmigrazione
in Italia. Una legge che sta creando il caos nelle famiglie, nelle imprese, e
nellíintero paese, ma che vorrebbe tuttavia appagare il delirio di potere e di
superioritý etnica di una parte producendo una classe di Untermenschen senza diritti, senza
affetti o legami, senza prospettive, criminalizzati e soggetti. In quanto
ìextracomunitariî. Ora, Zoratto sa benissimo, molto meglio dei suoi amici
italiani, che la condizione ìextracomunitariaî Ë solo una convenzione. Non
soltanto perchÈ alcuni ìextracomunitariî, come gli americani o i norvegesi,
sono un poí meno extracomunitari degli altri. Ma anche perchÈ, come i greci,
gli spagnoli e i portoghesi in Germania, gli extracomunitari di ieri possono
diventare i comunitari di oggi. PerchÈ tutto consiste nel riconoscimento di
particolari diritti; infatti il conservatore Baden-W¸rttemberg intende proprio
disconoscere agli italiani tali diritti. Troverý Zoratto le parole per dirlo?
Lasciamo perdere
le sguaiataggini di Bossi o di altri esponenti della Lega, certamente non pi˜
amici di Zoratto dei dirigenti del Baden-W¸rttemberg. Si pensi ai liberali a 24
carati che soloneggiano dalle colonne del quotidiano pi˜ moderato díItalia.
CosÏ tra le ipotetiche clausole che sul ìCorriere della seraî del 17 luglio
2000 Ernesto Galli della Loggia vorrebbe sottoporre ai nuovi venuti spiccano le
seguenti: che líimmigrato ìsia in grado di provvedere al mantenimento proprio e
della propria famiglia senza dover ricorrere a sussidi pubbliciî e ìrinunci
alla propria cittadinanza di origineî. Altro che voto agli italiani allíestero,
per cui giustamente si Ë battuto Zoratto. Fa eco Angelo Panebianco sullo stesso
giornale il 20 novembre 2000, commentando la proposta della Regione
Emilia-Romagna di finanziare corsi di lingua araba per bambini nordafricani:
ìIn qualunque paese interessato da flussi immigratori, il buon senso spinge le
pubbliche autoritý a finanziare corsi per líapprendimento della lingua del
paese ospitante, e solo quellaî. Per Panebianco Ë il tradizionale terzomondismo
della sinistra a suggerire ìla brillante idea di usare i soldi dei contribuenti
italiani per insegnare líarabo agli arabiî. Gliela spiega Zoratto a Panebianco
e a Galli della Loggia líimportanza della valorizzazione della lingua materna
proprio ai fini dellíintegrazione nel paese ospitante, la tirannia
dellíassimilazione forzata, la natura illiberale della pretesa di negare
líaccesso ai sussidi pubblici a chi vive e lavora in un luogo? Noi saremmo con
lui.
Questa Ë líaria
che tira in Italia. Che ci sia sintonia tra Stoiber e la classe politica attualmente
al potere da noi non cíË dubbio; ma quello che Ë meno chiaro Ë dove si collocano
in questo contesto líesperienza e le istanze di Zoratto, che pare veramente
solo e incompreso. » triste vedere un connazionale che si china a baciare il
bastone che lo colpisce. Si puÚ ben comprendere che líuomo faccia un poí di
confusione. In questo periodo tuttavia ci sono stati e ci saranno cambiamenti
significativi a favore degli stranieri, in particolare degli italiani: la nuova
legge sulla cittadinanza che introduce anche in Germania lo ius soli (ossia, si Ë cittadino
se si nasce in un luogo indipendentemente dallíorigine etnica), lasciando ora
solo noi in Italia a tenere alta la bandiera dello ius sanguinis (ossia, si Ë cittadini
per filiazione). Dal dicembre di questíanno sarý possibile per gli immigrati
italiani della prima e della
seconda generazione ottenere la doppia cittadinanza, grazie ad accordi
bilaterali a cui i due soliti L”nder, Baviera e Baden-W¸rttemberg, hanno giý
promesso la loro opposizione. Dal 1ƒ gennaio 2003 verrý meno infine líobbligo
del permesso di soggiorno per i cittadini comunitari residenti in Germania, tra
cui gli italiani ñ un passo avanti che sarebbe stato a rischio nel caso di una
vittoria di Stoiber. Líintegrazione andrý ancora avanti ñ malgrado gli amici di
Zoratto.
Toni
Guardalavecchia
LE
PRECISAZIONI DI ZORATTO ALLE AFFERMAZIONI DI PITTELLA E COLONNELLA
Bruno Zoratto,
membro del CGIE-Germania, in riferimento ad alcune affermazioni dellíOn. Gianni
Pittella, Responsabile dellíUfficio Italiani allíEstero dei DS e della Signora
Fiorenza Colonnella, Consigliere comunale di Monaco di Baviera, ha dichiarato:
ìChe nella ìGermania di Schr–der e di Fischerî il rispetto ed il riconoscimento
dei diritti fondamentali sanciti dai Trattati non sia per tutti garantito, Ë un
dato di fatto inconfutabile. Infatti, le espulsioni continuano su tutto il
territorio, con intensitý diverse, ma in tutti i L”nder, mentre la Carta di
soggiorno ai tanti connazionali meno abbienticontinua ad essere negata nel
silenzio generale.
A ciÚ va
aggiunta la mancanza di una adeguata politica scolastica, anche qui in tutti i
L”nder, che permetta líintegrazione degli scolari italiani nel contesto
tedesco, senza assimilarli, ma creando spazi nuovi ed adeguati, che rispettino
la cultura e la lingua-madre e facilitino líapprendimento della lingua tedesca.
A conferma che
la ìGermania di Schr–der e di Fischerî non garantisce il sacrosanto diritto
alla libera circolazione e residenza, sancito a chiare lettere dallíarticolo 48
del Trattato di Roma per tutti i cittadini di un Paese dellíUnione, vi Ë il
procedimento di infrazione, intrapreso dalla Commissione Europea di Bruxelles
contro il ìGoverno tedesco di Schr–der e Fischerî, la quale non ha ritenuto
valide le motivazioni da esso esposte sul problema espulsioni, ed ha deferito
la ìGermania dal governo rosso-verdeî alla Corte di Giustizia Europea, che
sicuramente condannerý Berlino per infrazione.
Nessun altro
Paese dellíUnione Europea Ë stato mai oggetto di attenzione, di denuncia cosÏ
chiara ed evidente da parte del Parlamento Europeo e dalla Commissione di
Bruxelles come la ìGermania di Schr–der e Fischerî, che i compagni dei DS
difendono strenuamente.
Tentare poi di
riversare sui L”nder governati da un colore o da un altro la responsabilitý
delle espulsioni, dei soggiorni negati e della mancata integrazione Ë troppo
facile, Ë troppo superficiale, anche perchÈ i compagni dei DS dovrebbero sapere
che quando il Ministro degli Interni del Baden-W¸rttemberg era Birzele, della
SPD, le percentuali di espulsioni di italiani in questo Land sono state le pi˜
alte degli ultimi 10 anni.
Questo il
compagno Pittella e la compagna Colonnella lo dovrebbero sapere, se vogliono
essere seri nel legittimo confronto con chi ritiene ñ come il sottoscritto -
una disgrazia la vittoria, per un pugno di voti, della coalizione rosso-verde,
che nel cuore dellíEuropa ha provocato sino ad oggi ìsoloî 40 mila fallimenti
di piccole aziende, ìsoloî 4
milioni di disoccupati e una grande incertezza economica, che i 730 mila
Italiani che qui vivono e lavorano toccano quotidianamente con mano propria, e
non per sentito direî.
NO
A CAMPAGNE IDEOLOGICHE INTORNO AI SIMBOLI DELLA FEDE
ìDare un calcio
ai disperati che cercano di sbarcare sulle nostre spiagge e nello stesso tempo
chiedere un posto díonore per il crocefisso in tutti i luoghi pubblici, mi pare
uníoffesa per i primi ma anche una bestemmia verso il secondoî. Lo ha detto
mercoledÏ 25 settembre il vicepresidente della Regione Toscana con delega alle
politiche sociali, Angelo Passaleva, concludendo con un esplicito riferimento
alla politica della Lega Nord i lavori del ìColloquio su religioni,
spiritualitý, laicitý: fattori di tolleranza e apertura o di divisione ed
esclusione?î, promosso dalla Regione di Bruxelles Capitale. ìNon Ë molto
coerente ñ ha detto ancora Passaleva ñ appellarsi al crocefisso, immagine di un
innocente sacrificato dal potere, e nello stesso tempo ignorare o disprezzare
le tante persone crocefisse nella storia di ieri e di oggi. Il crocefisso non Ë
un oggetto di arredamento, ma ha valore e senso se il suo messaggio si
trasforma in stile di vitaî. A questo proposito, Passaleva si Ë detto convinto
che ìuno Stato possa imporre la presenza, nei luoghi pubblici, della bandiera e
del ritratto del presidente, ma non possa, con la stessa facilitý, imporre la
presenza di un simbolo religioso, senza contraddire la sua laicitýî.Ma con la
stessa forza il vicepresidente della Toscana ha fatto appello anche al mondo laico,
ìperchÈ non contraddica se stesso, non ripercorra vecchie strade, non si associ
a una possibile campagna ideologica contro il crocefisso e contro simboli della
fedeî.
Portando a
Bruxelles i temi di un dibattito italiano, di cui perÚ anche nella capitale
europea si sono avvertiti gli echi, Passaleva ha voluto cosÏ disegnare il
terreno sul quale ìtutti, credenti e laici, dobbiamo impegnarci a ricercare, e
a custodire, un equilibrio coerente non solo con i valori della laicitý, ma
anche con le tradizioni dei nostri paesi, comprese quelle, fortissime in
Europa, che rimandano alla dimensione trascendente e religiosa della cultura
cristianaî.
XXVI
PREMIO INTERNAZIONALE ìEMIGRAZIONEî
Sabato 5 ottobre
2002, alle ore 17,30, presso líantico Palazzo Municipale di Pratola Peligna,
sarý inaugurata la rassegna di arti visive intitolata ìPaese mioî. La mostra,
organizzata dallíAssociazione culturale ìLa Vice dellíEmigranteî, presieduta
dal prof. Angelo De Bartolomeis e dal sindaco di Pratola Peligna, dott. Corrado
Di Bacco, si avvale del patrocinio del Ministero per gli Italiani nel Mondo,
della collaborazione della Regione Abruzzo ed Ë curata dal critico díarte Leo
Strozzieri.
Líimportante
rassegna, documentata da un elegante volume con la riproduzione di tutte le opere
esposte e testi del sindaco Corrado Di Bacco, Angelo De Bartolomeis e Leo
Strozzieri, síinserisce nellíambito del XXVI Premio Internazionale
ìEMIGRAZIONEî, che ha ormai alle spalle una storia ben consolidata, per la
presenza di illustri personaggi del mondo della cultura.
La mostra Ë
strutturata in due sezioni: una sala omaggio al maestro Achille Pace, uno dei
protagonisti pi˜ significativi dellíarte astratta italiana del dopoguerra ed
una sezione ad invito con 111 presenze, alcune delle quali di assoluto valore
storico. Troviamo, infatti, opere dellíindimenticabile Remo Brindisi, di
Giuseppe Di Prinzio, scomparso qualche tempo fa ed ancora di Bruno Aller, Elio
Di Blasio, Lia Garofano, Ettore Le Donne, Salvatore Emblema, Fernando Battista,
Carma, Eraldo Zecchini, Serafino Gattucci.
Durante la
cerimonia inaugurale sarý consegnata ad Achille Pace una medaglia díoro per i
meriti nel campo dellíarte, dando cosÏ il via alle manifestazioni previste per
gli 80 anni del gran maestro nel 2003. All'inaugurazione terrý una relazione
scientifica il critico Leo Strozzieri.
La mostra
rimarrý aperta fino al 13 ottobre con il seguente orario: 10.00-13.00,
16.00-20.00. Catalogo in omaggio ai visitatori ed ingresso libero.
CHIETI: APERTO UNO SPORTELLO PER GLI IMMIGRATI
Líapertura
di un punto informazioni per gli immigrati Ë stata annunciata dallíassessore
alle Politiche sociali del comune di Chieti, Emilia Di Matteo.
Lo
sportello di segretariato sociale, giý attivo presso líassessorato, Ë stato
istituito in convenzione con líassociazione ìDonne Immigrateî, ed ha lo scopo
di offrire una migliore accoglienza agli immigrati fornendo consulenze,
orientamenti e informazioni aggiornate e puntuali a tutti gli immigrati sia
residenti che di passaggio.
Líiniziativa
síinserisce nel quadro di una serie di attivitý che il Comune di Chieti va
portando avanti ormai da tempo in questa direzione.
Líassistenza
sarý garantita da mediatori e interlocutori di diverse etnie in lingua inglese,
francese, albanese, araba e spagnola. Il punto informativo darý la possibilitý
di avere delucidazioni circa i visti díingresso, i permessi di soggiorno, le
certificazioni e le domande da inoltrare ad enti pubblici.
RIUNIONE A PORTO ALEGRE DELLA COMMISSIONE STATALE PER LA
ETNIA ITALIANA
Si
Ë svolto a Porto Alegre, in Brasile, un importante incontro presso il Centro
amministrativo dello Stato, con la riunione della Commissione statale per la
etnia italiana, alla quale sono state invitate tutte le associazioni italiane
della regione, coordinate dalla Fibra, presieduta dal dr. Paulo JosÈ
Massolini.
Oltre
a vari problemi organizzativi e al tema sempre di attualitý dellíinsegnamento
della lingua italiana in quellíarea, si Ë affrontato anche il programma dei
festeggiamenti per i 127 anni della emigrazione italiana in Rio Grande do Sul.
La
riunione si Ë conclusa con una visita al nuovo console italiano a Porto Alegre,
dr. Mario Panaro al quale, oltre agli indirizzi di benvenuto, sono stati
illustrati i numerosi motivi di rivendicazione legati al riacquisto della cittadinanza
e allíenorme numero di pratiche giacenti in Consolato in attesa di esame e
definizione. (ABM News)
A FIRENZE LA FESTA NAZIONALE DI LIBERETAí
I
diritti e líinformazione che non cíË. Sono questi i due temi che hanno
caratterizzato la Festa nazionale di Liberetý (mensile dello Spi Cgil), giunta
alla XXIV edizione, che si Ë svolta dal 27 al 28 settembre a Firenze nella
Fortezza da Basso.
La
Festa, promossa dal Sindacato pensionati della Cgil ha avuto il seguente
svolgimento: presentazione di una indagine realizzata dalla Ge.Ca Italia e
promossa dallo Spi Cgil sulla visibilitý degli anziani nella informazione
televisiva. Una indagine dalla quale emerge quanta poca attenzione i Tg Rai e
Mediaset dedicano ai problemi degli anziani e, pi˜ in generale, al problema
dellíinvecchiamento. Alla presentazione della indagine Ë seguita una tavola
rotonda con Albino Longhi, ex direttore del Tg1, Paolo Serventi Longhi,
segretario generale della Fnsi, Roberto Natale, segretario del sindacato
giornalisti Rai, Sergio Staino, giornalista, disegnatore, Daniela DíUva,
ricercatrice Ge.Ca Italia, Anna Milani, segretaria nazionale Spi Cgil.
Successivamente
si Ë svolta la cerimonia di premiazione per i diffusori di Liberetý, in
collaborazione con líArchivio diaristico di Pieve Santo Stefano. Ha coordinato
Alba Orti e partecipato la scrittrice Clara Sereni.
Il
giorno succesivo, sabato 28 settembre, la Festa si Ë spostata in Piazza
Strozzi, con una manifestazione pubblica con Guglielmo Epifani, segretario
generale della Cgil e Betty Leone, segretaria generale dello Spi Cgil.
DELEGAZIONE DELLA CONSULTA EMIGRAZIONE DELLíEMILIA ROMAGNA
IN AMERICA
Una
delegazione della Consulta emigrazione della regione Emilia Romagna, guidata
dal presidente Ivo Cremonini e composta dai consiglieri regionali Daniele Alni,
Daniela Guerra, Vittorio Lodi, dal presidente della Provincia di Modena
Graziano Pattuzzi e dallíassessore provinciale alla cultura e sport Mario
Lugli, si Ë recata negli Stati Uniti dal 21 al 30 settembre per una serie di
appuntamenti.
Sabato
21 settembre la delegazione ha incontrato la comunitý emiliano romagnola di New
York consegnando due benemerenze: una allíex poliziotto Paul Draghi, che ha
prestato servizio nella polizia di New York per 37 anni e per líimpegno profuso
nel coordinamento delle associazioni emiliano-romagnole, e líaltra a Luigi
Cacchioni, parmense, vigile del fuoco, per líeroismo dimostrato durante la
tragedia dellí11 settembre. La delegazione ha anche visitato il museo
dellíemigrazione di Ellis Island, e incontrato il Console Generale díItalia a
New York, Giorgio Radicati.
Un
altro impegno importante Ë stato quello presso líIstituto Italiano di Cultura
di New York dove si Ë tenuta la celebrazione del centenario della morte di
Guglielmo Marconi, alla quale ha partecipato, tra gli altri, Elettra Marconi.
La
visita della delegazione della Consulta Ë stata anche líoccasione per
inaugurare una nuova associazione degli emiliano romagnoli nellíIllinois. Un
momento di grande commozione per tutta la comunitý italiana si Ë avuto con la
visita alla miniera di Cherry dove morirono tragicamente 40 modenesi. Per
onorarne la memoria si Ë tenuto un concerto al quale ha partecipato una delle
associazioni di pi˜ antica permanenza (festeggia in questi giorni il suo 95ƒ
anno di attivitý) negli States, líAssociazione Modenese di mutuo soccorso.
CARTA DíIDENTITAí EUROPEA: INCLUDERE ANCHE LA CARTA DI
SOGGIORNO
Líeuroparlamentare
Ds Gianni Pittella ha presentato al Parlamento europeo una interrogazione
scritta sulla carta díidentitý europea.
ìLíart.
17 del Trattato CE ñ spiega Pittella - conferisce ad ogni cittadino di uno
Stato membro la cittadinanza dellíUnione. In assenza di una carta di identitý
europea, la legislazione comunitaria prevede che solo due documenti siano
ammessi a comprovare la nazionalitý di un cittadino europeo in caso di un
controllo allíinterno della stessa Comunitý: la carta di identitý e il
passaporto nazionale.î
ìA
tal riguardo - chiede il parlamentare
diessino ñ la Commissione non crede che tra i documenti sopracitati
debba essere ammessa anche la carta di soggiorno? Non ritiene infatti la
Commissione che la carta di soggiorno, proprio perchÈ rilasciata dallíautoritý
pubblica del luogo di residenza sulla base dei dati desunti dalla carta
díidentitý nazionale o dal passaporto, abbia lo stesso valore e la stessa
ufficialitý di un documento di identitý? Non crede la Commissione che il non
riconoscere alla carta di soggiorno, rilasciata in virt˜ di un atto normativo
europeo, la validitý di un documento di identitý significherebbe sminuire quel
concetto di cittadinanza europea contenuto nel Trattato CE?î
A STOCCARDA CON ìPIACENZA NEL MONDOî
Due
avvenimenti culturali di rilievo hanno avuto luogo, a metý settembre, nella
capitale del Baden W¸rttemberg promossi dallíAssociazione ìPiacenza nel Mondoî,
dallíIstituto Italiano di Cultura e dalla direzione della Biblioteca
Universitaria di Stoccarda. Nella sede della Biblioteca dellíuniversitý di
Stoccarda Ë stata inaugurata la mostra fotografica su ìVentíanni della storia
díItalia di Tino Petrelli e un concerto lirico e musicale organizzato dal
Conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza. Ai 36 pannelli della mostra
itinerante del Petrelli, che ìPiacenza nel mondoî ha giý esposto in molte cittý
dellíestero dove risiedono nostri connazionali emigrati, ne sono stati aggiunti
quattro inediti. Sempre nella
Biblioteca dellíUniversitý di Stoccarda Ë stato eseguito un concerto di
musica lirica durante il quale si
sono esibiti cantanti che, diplomatisi nei loro paesi asiatici, hanno frequentato
corsi di perfezionamento al conservatorio ìNicoliniî di Piacenza. Pezzi di
opere di Puccini, Verdi, Mozart, Rossini, Donizetti e Bellini sono stati
cantati dal soprano Lee Hyun Sook, dal tenore Park Young Bum, dal basso Lee Jin
Seuk. Accompagnati al piano dal professor Corrado Casati, Rita Mascagna di
Bologna con il violino e Keiko Azawa al pianoforte hanno eseguito musiche di
Schumann ed altri autori. Successivamente il maestro Fabrizio Garilli,
direttore del Conservatorio ìNicoliniî
di Piacenza, la direttrice dellíIstituto italiano di cultura Adriana
Cuffaro e il presidente di ìPiacenza nel Mondoî, On. Luigi Tagliaferri hanno
avuto un incontro con il direttore del Conservatorio musicale di Stoccarda per
sviluppare rapporti di collaborazione tra i due istituti per consolidare
ulteriormente i legami con líestero, in particolare con líEuropa.
IL GOVERNO NON HA ANCORA NOMINATO IL NUOVO PRESIDENTE
DELLíINPS
ìEí
singolare e anche grave che la maggioranza, in Commissione Lavoro della Camera,
non abbia proceduto alla votazione del Dott. Trizzino alla Presidenza
dellíInps, lasciando cosÏ vacante la direzione di un ente fondamentaleî. Lo
afferma Livia Turco, responsabile Welfare dei Ds che sottolinea anche come ìil
governo disattenda le indicazioni di un ministro e che compia uno sgarbo nei
confronti di una persona di grande valore professionale e morale qual Ë il
Dott. Trizzinoî.
IL 14ƒ CONGRESSO DEI FOGOLARS FURLANS DEL CANADA
Sault
Ste. Marie nellíOntario, in Canada, ha accolto tra la fine di agosto e i primi
di settembre il 14ƒ congresso dei Fogolars Furlans del Canada, evento che si
rinnova ogni due Anni e che Ë ormai divenuto un momento di irrinunciabile
confronto per le 16 associazioni di immigrati friulani della grande nazione
nord americana.
Il
primo ministro canadese Jean CrÈtien, con un caloroso saluto, ha aperto i
lavori del congresso, esprimendo da parte dellíintera nazionale il pi˜ vivo
apprezzamento per la presenza dei friulani in Canada.
In Canada i
Fogolars si sono riuniti dal 1975 in una federazione, che affianca la Societý
femminile friulana di Toronto attiva dal 1938 e la Federazione dei giovani
friulani. Questi organismi sentono particolarmente la necessitý di aggiornare
continuamente i loro programmi di lavoro e le loro linee di intervento, anche
per rispondere alle necessitý di una realtý complessa e in continua evoluzione
come quella canadese.
A questo
proposito durante gli incontri di questo congresso non potevano mancare delle
ampie riflessioni su quanto successo lí11 settembre e quanto questo influisca
sui flussi migratori, sulla qualitý della loro percezione, sulle conseguenze
che ne sono derivate per i migranti. Questi temi sono stati trattati in alcuni
laboratori ai quali hanno partecipato i rappresentanti dei Fogolars Furlans di New
York e del Canada, anche a sancire la comunanza di percezioni fra le due
nazioni confinanti.
In
rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia era presente al congresso
dei Fogolars Furlans del Canada il consigliere regionale Giorgio Baiutti e Claudio
Sandruvi del Consiglio provinciale di Udine.
Baiutti, nel
corso dei lavori si Ë soffermato sulla Legge regionale 7/2002 relativa alla
disciplina degli interventi per i corregionali allíestero, mentre Sandruvi ha
illustrato i piani della Provincia di Udine per la valorizzazione e
líoperativitý della Legge nazionale 482/99 sulla tutela delle minoranze
linguistiche. Accanto ai momenti di studio, che hanno compreso anche una
dettagliata relazione sullíemigrazione friulana dal 1945 al 1970 e sulle sue
conseguenze economico-sociali per le regioni di partenza e di arrivo, durante
il congresso si sono avuti anche momenti di svago, con líesibizione di artisti
friulani e friulano-canadesi, e di raccoglimento con la celebrazione della
messa in friulano da parte di don Adelchi Bertoli di Montreal.
Alla fine dei
lavori Ë stata stabilita la cittý nella quale avrý luogo il prossimo congresso,
Vancouver il grande porto sul Pacifico, e sono state confermate le cariche di
rappresentanza con Paola Modotti Filippin come presidente della federazione,
Ivano Cargnello vicepresidente, Enrico Ferrarini tesoriere e Sergio DíAgnolo
segretario.
TRASFERIMENTO CONTRIBUTI SVIZZERI AVS ALLíINPS: UNA NOTA
DELLA CGIL DI ZURIGO
Lo
scorso 24 luglio 2002, il Senato della Repubblica Italiana aveva
definitivamente convertito in legge il Decreto che il Consiglio dei ministri
italiano aveva a sua volta approvato il 6 giugno 2002 che, tra le altre cose,
regolamenta il diritto alla pensione di anzianitý in favore dei lavoratori
emigrati in Svizzera che dal 1/6/2002 non potranno pi˜ trasferire i contributi
svizzeri AVS allíINPS. Il Decreto, convertito in legge, era stato pubblicato in
Gazzetta ufficiale nr. 135 dellí11 giugno 2002 ed era stato anche promulgato
dal Presidente della Repubblica alla fine di giugno, prevedeva il conseguimento
del diritto alla pensione italiana di anzianitý dopo 35 anni di lavoro con il
trasferimento virtuale, cioË con il computo figurativo dei contributi svizzeri.
La
pensione da erogare sarebbe totalmente a carico dellíINPS e viene erogata sulla
base delle retribuzioni svizzere convertite in retribuzione pensionabile
italiana, con il risultato di ottenere una pensione mensile lorda di ca. 700
Euro fino allíetý pensionabile svizzera (65 anni per gli uomini e 64 anni per
le donne). Il Decreto prevederebbe tale possibilitý solo per i lavoratori
emigrati rimasti disoccupati. Il Decreto inoltre darebbe la possibilitý di
questo tipo di pensionamento soltanto fino al 31.12.2002.
Abbiamo
finora usato il condizionale nelle espressioni, poichÈ líelemento pi˜
importante manca ancora, cioË il regolamento applicativo della nuova legge.
Sembra infatti un compito arduo da parte dellíIstituto Nazionale della
Previdenza Sociale (INPS) redigere ed approvare, in breve tempo, un regolamento
interpretativo ed attuativo della nuova normativa. Per ora, in base al testo
letterale del disposto normativo, possiamo solo esprimere nuovamente, ribadendo
pensieri giý pubblicati in precedenza, la nostra perplessitý, anzi stupefacenza
e rimarcare i seguenti punti:
a)
líemigrazione italiana in Svizzera ha richiesto una proroga di 5 anni (a
partire dallíentrata in vigore
degli Accordi Bilaterali CH-UE) in favore del trasferimento reale dei
contributi; il Decreto convertito in legge prevede unicamente una proroga fino
al 31/12/2003!!
b)
líemigrazione italiana in Svizzera ha chiesto la possibilitý di trasferire
realmente i contributi svizzeri per la durata della proroga quinquennale in
favore di tutti i cittadini italiani che con la vecchia convenzione bilaterale
di sicurezza sociale poteva usufruire di questi diritto; il Decreto convertito
in legge limita líapplicazione solo ai disoccupati;
c)
la discriminazione summenzionata, creata dal Decreto Legge e quindi dalla
legge, sarý certamente imputata ed
impugnata in giudizio costituzionale.
Il
decreto legge convertito ha effetto immediato dalla data della sua
pubblicazione. Durante il procedimento di conversione, sia alla Camera dei
Deputati che al Senato nulla Ë stato modificato rispetto allíarticolato licenziato
dal Governo in sede di approvazione originaria. Tutti i riferimenti sono
rimasti eguali ed aggiungiamo anche i pasticci che la nuova normativa
comporterý. Allo stato attuale quindi la norma rimane inapplicabile. CiÚ
potrebbe significare che il lavoratore emigrato che vanta líambizione di
pensionarsi in Italia con la nuova legge sul ìtrasferimento virtualeî per ora
vede solo una pensione virtuale e pertanto rischia, se rimpatria, di rimanere
senza lavoro, senza indennitý di disoccupazione svizzera e senza pensione
italiana vera.
Penso
quindi ora sia compito di tutta líemigrazione fare ulteriore pressione sui
gruppi parlamentari, sullíamministrazione e sul Governo, affinchË si elabori
una nuova proposta normativa interna o comunitaria, sulla scorta delle rivendicazioni
giý esplicitate in precedenza da tutte le organizzazioni, rinnovando
líattenzione al Governo ed al Parlamento che ben 12.000 emigrati hanno
sottoscritto la petizione contro il blocco immediato del trasferimento reale
dei contributi. Questo sempre in attesa che líINPS licenzi il regolamento
applicativo della norma!
(Antonio Giacchetta, Inca Cgil Zurigo)
Riceviamo,
e volentieri pubblichiamo, dal ìForum Democraticoî, Rivista Italo-brasiliana
dellíAssociazione Anita e Giuseppe Garibaldi di San Paolo del Brasile, alcune
riflessioni sintetizzate in punti programmatici, per la costituzione di un
gruppo promotore per rafforzare, organizzare ed estendere una area di opinione
unitaria ispirata al centrosinistra per un comune progetto politico, a partire
dalla cittý di San Paolo.
1)
Si ritiene opportuno dare vita ad un gruppo promotore per rafforzare,
organizzare ed estendere una area di opinione unitaria ispirata al centro
sinistra e ai valori di democrazia e progresso a partire dalla realtý di San
Paolo, realtý decisiva per ogni progetto politico per il numero e la qualitý
dellíinsediamento italiano. Non si ritiene opportuno sottolineare le
appartenenze partitiche di ognuno, ma lavorare per un vasto fronte politico e
sociale di coloro che non condividono il programma e le realizzazioni del
governo italiano e che si riconoscono nei partiti, nelle organizzazioni sociali
e culturali e nei movimenti che si oppongono al governo di centro destra;
vogliamo quindi creare un punto di incontro e di discussione in Brasile per chi
simpatizza per i partiti dellíUlivo (Democratici Sinistra, Margherita, Verdi,
Comunisti Italiani, Udeur, SDI), la Lista Di Pietro, Rifondazione Comunista, i
sindacati dei lavoratori, il movimento no global.
2)
La scadenza normale della legislatura italiana Ë il 2006; in occasione di
questa scadenza per la prima volta i cittadini italiani residenti allíestero
potranno votare in loco, nel paese di residenza, per eleggere i propri
rappresentanti al parlamento italiano. Questa innovazione legislativa rende
effettivo il diritto di partecipare alla scelta dei futuri parlamentari da
parte degli italiani residenti allíestero. Forse erano possibili soluzioni
migliori di quella incontrata dal legislatore, ma ormai Ë definito il quadro in
cui Ë necessario muoversi. La prova generale delle elezioni politiche Ë
rappresentata dal rinnovo dei Comites (con elezione diretta almeno nella realtý
brasiliana) e del CGIE (con elezione indiretta) entro il giugno 2003.
Líelezione di questi organismi di rappresentanza, di cui si auspica la rapida
approvazione in parlamento di una nuova normativa che ne garantisca maggiori
poteri, Ë il primo appuntamento in cui si misureranno la forza e i voti degli
schieramenti politici di centro sinistra e di centro destra. Eí necessario
intensificare una azione di organizzazione e rafforzamento di una area di
opinione di centro sinistra che ci metta in grado di concorrere al rinnovo di
questi organismi con qualche possibilitý di successo.
3)
A San Paolo si ritiene necessario dare vita a un gruppo promotore che si
colleghi nelle altre circoscrizioni consolari italiane a gruppi che abbiano lo
stesso orientamento per costituire un coordinamento nazionale di questa area di
opinione che realizzi in tempi brevi un archivio di tutti coloro che possono
essere interessati a lavorare e impegnarsi, nelle associazioni regionali e in
ogni altro luogo di incontro, per fare crescere questa area di opinione. Da
questo punto di vista non si deve avere timore di aprire un chiaro dibattito
per sottolineare quello che divide destra e progressisti. Dobbiamo mettere
queste differenze, e i valori positivi che noi vogliamo rappresentare, al
centro anche della richiesta di darci il voto. Il semplice fatto che ormai
anche la destra e i suoi elettori si dichiarino sensibili per la situazione dei
meno favoriti e che sostengano la necessitý di un qualche tipo di aiuto Ë solo
il segnale che i valori del fronte progressista hanno ormai imposto líagenda
anche alla destra. La differenza sta nel fatto che la destra propone una
visione caritatevole e al massimo politiche compensatorie, mentre noi vogliamo
porre al centro la tutela dei diritti individuali e collettivi di ogni
individuo e di tutte le persone. La destra sta portando avanti in Italia una vera
îlotta di classeî, nel senso che, con la privatizzazione, strisciante o palese,
vuole dare ai meno abbienti servizi sempre peggiori nel campo sanitario, della
scuola e degli altri servizi di base. Noi, che conosciamo qua in Brasile i
costi umani e sociali di una privatizzazione giý realizzata, vogliamo trovare i
modi per superare questo modello che penalizza inizialmente i pi˜ poveri e in
seguito tutta la popolazione tramite il collasso sociale. La destra porta
avanti una politica razzista vedendo nello straniero una mano díopera semi
schiava, mentre noi, italiani e discendenti residenti in Brasile, siamo la
dimostrazione vivente della possibilitý per gli stranieri di integrarsi in un
altro paese collaborando a farlo crescere.
4)
Rispetto alla nostra condizione di italiani residenti in Brasile cosa possiamo
chiedere ai nostri rappresentanti nei Comites e CGIE nel 2003 e, nel 2006, ai
nostri parlamentari? Gli orientamenti complessivi illustrati al precedente
punto 3 devono essere punto di riferimento della scadenza elettorale del
prossimo anno per Comites e CGIE insieme a piattaforme con richieste
specifiche, se necessario diversificate in ogni circoscrizione consolare (Rio
Grande do Sul, Curitiba, San Paolo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Recife).Fra
i temi da inserire in queste piattaforme si citano: la rivendicazione del
diritto di voto nelle elezioni amministrative per gli italiani in Brasile e per
i brasiliani in Italia e in Europa; un percorso di ricostruzione di servizi
pubblici di qualitý a partire dalla sanitý e dallíeducazione; un modo di
amministrare le cittý che dia spazio alla partecipazione dei cittadini;
iniziative nellíambito della politica di sicurezza e di lotta alla criminalitý
che uniscano intervento sociale, investimenti consistenti, rispetto dei diritti
umani, effettivitý della pena, lotta alla corruzione. Per quanto riguarda i
nostri rappresentanti parlamentari da eleggere nel 2006 Ë necessario intanto
tenere conto che saranno una piccola minoranza numerica (12 deputati e 6
senatori, eletti in tutto il mondo) allíinterno del parlamento. Proprio per
questo dato numerico sembra ovvia la seguente ipotesi: o gli eletti nella
circoscrizione estero entreranno a pieno titolo nei gruppi di riferimento
italiani, centro destra e centro sinistra, cercando di contribuire alla
definizione di politiche generali e specifiche, oppure potrebbero essere
tentati di fare una politica tutta di immagine, di difesa di una presunta
ìitalianitý allíesteroî. I temi tradizionali che hanno caratterizzato il
dibattito sulle comunitý italiane allíestero sono noti: insegnamento della
lingua italiana, stampa italiana e informazione, servizi consolari, accordi
bilaterali (previdenza, sanitý, fisco). Eí necessario iniziare a discuterne per
individuare proposte innovative.
5)
Dopo aver costituito formalmente il gruppo promotore sarebbe opportuno
programmare prime iniziative di pubblico dibattito ad esempio sui temi della
nuova normativa pensionistica italiana, delle future elezioni presidenziali in
Brasile, del diritto di voto per gli italiani allíestero, della situazione
politica italiana. Eí utile prendere contatto con tutti i partiti politici e i
movimenti politici e sociali italiani a cui ci sentiamo affini per conoscere la
loro opinione sui temi sollevati e per fare in modo che in occasione della
visita in Brasile di loro esponenti siano organizzate iniziative di discussione
nelle maggiori cittý brasiliane.
Forum
Democratico, Rivista Italo-brasiliana dellíAssociazione Anita e Giuseppe
Garibaldi
GUERRA ALLíIRAQ:
LE DOMANDE CHE NESSUNO OSA CHIEDERE
di Ron Paul
Il contributo
che pubblichiamo di seguito nella traduzione italiana Ë stato scritto il 10
settembre da Ron Paul, parlamentare Usa repubblicano eletto in Texas, da sempre
contrario alla guerra allíIraq (vedi Notizie dal Ponte no. 2, 8-9 e 13-14) e
strenuo sostenitore della necessitý di un voto da parte del Congresso.
Speriamo di
avere presto delle audizioni sulla guerra allíIraq che incombe. Sono preoccupato
che ci siano domande che non verranno fatte e che forse non verrý neanche
consentito fare.
Ecco alcune
delle domande a cui vorrei che rispondessero coloro che ci stanno spingendo a
dare inizio a questa guerra.
Non Ë vero che
il motivo per il quale non bombardammo líUnione Sovietica al culmine della
Guerra Fredda era che sapevamo che poteva reagire?
Non Ë vero anche
che adesso siamo disposti a bombardare líIraq perchÈ sappiamo che non puÚ
reagire ñ il che conferma che non esiste nessuna minaccia reale?
Non Ë vero che
coloro che sostengono che anche con le ispezioni non possiamo essere sicuri che
Saddam Hussein non nasconda armi, suggeriscono al tempo stesso che possiamo
esser pi˜ sicuri che le armi esistano in assenza di ispezioni?
Non Ë vero che
líAgenzia Internazionale per líEnergia Atomica dellíOnu Ë stata in grado di
completare la sua missione annuale di verifica in Iraq proprio questíanno con
la cooperazione dellíIraq?
Non Ë vero che
líintelligence internazionale non Ë stata in grado di sviluppare un
caso che colleghi minimamente líIraq al terrorismo globale, meno che mai agli
attacchi dello scorso anno contro gli Stati Uniti? Qualcuno ricorda che 15 dei
19 dirottatori venivano dallíArabia Saudita e che nessuno veniva dallíIraq?
Líex capo dellíantiterrorismo
della CIA, Vincent Cannistraro, si sbagliava quando ha detto di recente che non
esistono prove confermate di collegamenti fra líIraq e il terrorismo?
Non Ë vero che
la CIA ha concluso che non ci sono prove che sia avvenuto un incontro a Praga
fra il dirottatore dellí11 settembre Atta e líintelligence irachena?
Non Ë vero che
il nord dellíIraq, dove líAmministrazione sostiene che si nasconde al Qaeda, Ë
sotto il controllo dei nostri "alleati", i kurdi?
Non Ë vero che
la grande maggioranza dei leader di al Qaeda che sono fuggiti sembra si siano
messi al sicuro in Pakistan, un altro dei nostri cosiddetti alleati?
Qualcuno ha
notato che líAfghanistan sta precipitando rapidamente nel caos totale, con
bombe e assassinii che diventano avvenimenti quotidiani, e che, secondo un
recente rapporto dellíOnu, al Qaeda "Ë, a detta di tutti, viva e vegeta e
pronta a colpire di nuovo, come, quando e dove sceglierý"?
PerchÈ stiamo
distogliendo risorse militari e di intelligence preziose dalla ricerca di coloro
che hanno attaccato gli Stati Uniti ñ e che possono nuovamente attaccarli ñ per
usarle per invadere paesi che non hanno attaccato gli Stati Uniti?
Un attacco
allíIraq non confermerebbe i peggiori sospetti del mondo arabo sugli Usa, e non
Ë quello che voleva bin Laden?
Come puÚ Saddam
Hussein essere paragonato a Hitler quando non ha marina o aviazione, e adesso
ha un esercito che Ë 1/5 di quello di 12 anni fa, che anche allora si dimostrÚ
del tutto incapace di difendere il paese?
Non Ë vero che
il potere costituzionale di dichiarare guerra Ë esclusivamente quello del
Congresso?
I presidenti, in
contrasto con la Costituzione, dovrebbero consentire líaccordo del Congresso
solo sotto la pressione dellíopinione pubblica? Ai presidenti Ë consentito affidarsi
alle Nazioni Unite per avere il permesso di andare in guerra?
Siete al
corrente di un rapporto del Pentagono sulle accuse secondo le quali gli
iracheni avrebbero "gassato" migliaia di kurdi in un villaggio, che
non ha trovato prove inoppugnabili della responsabilitý irachena, e al corrente
del fatto che líIran occupava proprio la cittý in questione, e che le prove
indicavano che il tipo di gas usato era pi˜ facilmente controllato dallíIran e
non dallíIraq?
Non Ë vero che
dai 100.000 ai 300.000 soldati Usa hanno sofferto della Sindrome del Golfo
dalla prima guerra del Golfo, e che migliaia possono essere morti?
Siamo preparati
allíeventualitý di migliaia di vittime americane in una guerra contro un paese
che non ha la capacitý di attaccare gli Stati Uniti?
Siamo disposti a
sostenere líonere economico di una guerra da 100 milioni di dollari contro
líIraq, con i prezzi del petrolio che si prevede andranno alle stelle e
scuoteranno ulteriormente una economia americana giý traballante? E che dire
della previsione dei 30 anni di occupazione dellíIraq che alcuni hanno stimato
necessari per "costruirvi la democrazia"?
Le presunte
violazioni di risoluzioni dellíOnu da parte dellíIraq vengono addotte come
motivo per iniziare un attacco, tuttavia non Ë vero che centinaia di
risoluzioni Onu sono state ignorate da vari paesi senza sanzioni?
Líex Presidente
Bush non ha citato la risoluzione Onu del 1990 come il motivo per cui lui non
potÈ entrare a Baghdad, mentre coloro che sostengono un nuovo attacco asseriscono
che Ë proprio la ragione per cui possiamo entrare a Baghdad?
Non È vero che,
contrariamente alle affermazioni attuali, le no-fly zone vennero istituite da
Gran Bretagna e Stati Uniti senza una approvazione specifica delle Nazioni
Unite?
Se rivendichiamo
líappartenenza alla comunitý internazionale e ci adeguiamo alle sue regole solo
quando ci fa comodo, questo non serve a indebolire la nostra posizione,
indirizzando animositý nei nostri confronti da parte sia di amici che di
nemici?
Come puÚ il
nostro obiettivo dichiarato di portare la democrazia in Iraq essere credibile
quando sosteniamo dittatori in tutto il Medio Oriente e appoggiamo tiranni
militari come Musharraf in Pakistan, che ha rovesciato un presidente eletto
democraticamente?
Avete familiaritý
con le audizioni del Senato del 1994 che hanno rivelato che gli Usa fornirono
consapevolmente materiali chimici e biologici allíIraq durante la guerra
Iran-Iraq e fino al 1992 ñ anche dopo il presunto attacco iracheno con
i gas a un villaggio kurdo?
Non abbiamo
aiutato líascesa al potere di Saddam Hussein, appoggiando e incoraggiando la
sua invasione dellíIran? Eí onesto criticare Saddam adesso per la sua invasione
dellíIran, che noi allíepoca abbiamo sostenuto attivamente?
Non Ë vero che
guerra preventiva Ë sinonimo di atto di aggressione, e non Ë mai stata
considerata una politica Usa morale o legittima?
PerchÈ i
dirigenti delle societý petrolifere sostengono fortemente questa guerra se il
petrolio non Ë la vera ragione per cui intendiamo occupare líIraq?
PerchÈ coloro
che non hanno mai indossato una divisa e sono sicuri che non dovranno
combattere personalmente questa guerra sono pi˜ impazienti di farla dei nostri
generali?
Qual Ë la
ragione morale per attaccare una nazione che non ha iniziato una aggressione
contro di noi, e non potrebbe anche se volesse?
In che punto la
Costituzione ci dý il permesso di far guerra per ragioni diverse
dallíautodifesa?
Non Ë vero che
una guerra contro líIraq rigetta i venerandi principi del Trattato di Wesfalia,
di circa 400 anni fa, secondo cui un paese non dovrebbe mai attaccare un altro
allo scopo di cambiarne il regime?
Non Ë vero che
pi˜ una societý Ë civilizzata, meno Ë probabile che i disaccordi vengano
composti con la guerra?
Non Ë vero che
dalla Seconda Guerra Mondiale il Congresso non ha dichiarato guerra e ñ non per
caso ñ da allora non abbiamo avuto una vittoria netta?
Non Ë vero che
il Pakistan, specialmente attraverso i suoi servizi segreti, era un sostenitore
attivo e un organizzatore principale dei Talibani?
PerchÈ coloro che vogliono la guerra non portano una risoluzione con una dichiarazione di guerra formale davanti al Congresso?