FIRENZE — Più che novità sono sorprese: ammettere anche
gli stranieri al voto per il Consiglio Regionale e restringere il listino
regionale a un solo candidato per partito. Che avrà la matematica
certezza di ottenere il seggio. Un seggio, sembra scontato, da destinare
all'esponente più in vista o al capogruppo uscente. Insomma un
passaporto sicuro per approdare, o tornare, a Palazzo Panciatichi e
restarci cinque anni con un robusto appannaggio mensile.
Tutti gli altri candidati, secondo la bozza di legge elettorale in
discussione alla sottocomissione per lo Statuto, dovranno invece vedersela
nei listini proporzionali provinciali. Quasi certamente col vantaggio di
non doversi scannare partito per partito perché il voto di
preferenza, nonostante le polemiche e le indignazioni, rischia di essere
definitivamente cancellato.
Tuttavia, i primi pareri a caldo sul «listino privilegiato»,
non sono favorevoli. Gianluca Parrini (Margherita) afferma: «La nuova
legge elettorale regionale sta prendendo forma con proposte degne della
più alta creatività istituzionale. Non bastavano i listini
regionali praticamente sicuri. Ora si scopre che saranno destinati a un
solo esponente per partito. Avanzo una proposta anch'io: portiamo
direttamente a Palazzo Panciatichi i consiglieri indicati senza scomodare
gli elettori».
Gli fa eco Lorenzo Zirri, capogruppo di Forza Italia: «Vorrei che si
cominciasse a ragionare seriamente. Niente listini regionali, apertura al premio
di maggioranza nei listini provinciali, dove ci si deve guadagnare il
seggio, come sempre, attraverso le preferenze».
Pieraldo Ciucchi, capogruppo dello Sdi, se la prende invece con la proposta
di ammettere gli stranieri al voto per la Regione, avanzata dal diessino
Agostino Fragai, ex segretario toscano della Quercia. Ciucchi attacca:
«La proposta è stata dichiarata ammissibile, ma io ritengo che
un'assemblea legislativa come la nostra debba essere lo specchio della
cittadinanza residente. Non vedo insomma la possibilità di allargare
il voto elettivo agli immigrati di paesi fuori dall'Ue».
di Sandro
Bennucci
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