INVITO ALLE ONG PER LA RATIFICA MONDIALE DELLA CONVENZIONE PER LA PROTEZIONE DEI DIRITTI DI TUTTI I LAVORATORI MIGRANTI E DEI MEMBRI DELLE LORO FAMIGLIE.

Il 1° di Luglio 2003 la Convenzione per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie[1] entrerà finalmente in vigore.

E’ ormai di tutta evidenza[2] il contributo chiave che, in ogni parte del mondo, i lavoratori migranti regolari e irregolari – con una presenza femminile sempre maggiore – assicurano in molti settori quali agricoltura, costruzioni, nuove tecnologie e collaborazione domestica. Nonostante ciò, essi sono, in misura crescente, soggetti ad atti di razzismo e discriminazione, ad abusi e attacchi spesso violenti. E’ per questo che noi diamo il benvenuto all’entrata in vigore della Convenzione, anche se sono stati necessari 13 anni affinché questo avvenisse.

Tra gli ostacoli maggiori che la ratifica di questa Convenzione incontra – specialmente nei paesi del cosiddetto Nord privilegiato – ci sono da un lato, i timori su ciò che l’applicazione di questa Convenzione può comportare e dall’altro, la mancanza di volontà politica di operare, nell’ambito della gestione delle migrazioni, qualcosa di differente e nuovo. Senza un effettivo sforzo per ripartire più uniformemente la ricchezza, le migrazioni non potranno che aumentare. Le migrazioni sono un fenomeno, non un problema. In questa materia, non ci sono soluzioni né semplici, né a breve termine.

Perciò, seguendo gli auspici espressi dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, le qui riportate organizzazioni non governative, chiedono a tutti i leaders politici di comprendere il potenziale rappresentato dai migranti, di iniziare un’opera di “demitizzazione” del fenomeno delle migrazioni capace di eliminare le paure e i miti negativi relativi a questi fenomeni e di informare i propri cittadini dei benefici di una politica migratoria che includa il rispetto e dignità per tutti i migranti.

La Convenzione per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie non rappresenta un “invito aperto” ad ammettere più cospicue migrazioni, ma uno strumento che assicura uno standard giuridico universale necessario per la protezione dei diritti umani sia dei lavoratori migranti regolari, sia dei lavoratori migranti privi di documenti.[3]

La Convenzione richiede agli Stati di impedire ed eliminare le migrazioni illegali – emigrazioni e immigrazioni – e di informare migranti e cittadini – inclusi coloro che danno impiego ai migranti – sui loro diritti e doveri. Infine, dato che le migrazioni non sono una sorta di biglietto di sola andata senza possibilità di ritorno e senza un futuro, la Convenzione prende in considerazione gli obblighi a carico sia dei paesi di partenza, sia di quelli di arrivo, attraverso l’intero processo migratorio.

Tutte le organizzazioni non governative che hanno sottoscritto questo appello, chiedono ai 21 Stati Parte della Convenzione sui diritti dei migranti di adempiere alle disposizioni loro rivolte e di iniziare ad attuare la Convenzione il prima possibile.

A tutti gli altri governi, inclusi quelli che hanno già firmato e quelli che hanno espresso il loro impegno a ratificare la Convenzione con la loro partecipazione attiva alla stesura del testo e al momento della sua adozione, chiediamo di riconsiderare le loro priorità al fine di ratificare questo 7° strumento internazionale di tutela dei diritti umani. Il rispetto per i diritti umani dei migranti dovrebbe costituire una parte integrante di ogni gestione delle politiche migratorie governative.

Le organizzazioni firmatarie sono:

NOME DELL’ORGANIZZAZIONE

NOME E CARICA DEL FIRMATARIO

PAESE

INDIRIZZO E-MAIL

INDIRIZZO SITO INTERNET

 

 

 

 



[1] L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie il 18 Dicembre 1990. Attualmente, è stata ratificata o vi hanno aderito i seguenti 21 Stati: Azerbaijan, Belize, Bolivia, Bosnia e Erzegovina, Capo Verde, Colombia, Ecuador, Egitto, El Salvador, Ghana, Guatemala, Guinea, Messico, Marocco, Filippine, Senegal, Seychelles, Sri Lanka, Tajikistan, Uganda e Uruguay. La ratifica di questa Convenzione è sostenuta dall’Organizzazione degli Stati Americani, dal Parlamento Europeo, dal Vaticano, dall’Unione Inter-Parlamentare, dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, dall’Organizzazione Internazionale sulle Migrazioni, dalla Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e dall’UNESCO. All’interno della struttura delle Nazioni Unite, l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani verificherà l’implementazione della Convenzione e fornirà assistenza al Comitato di esperti per monitorare lo stato di conformità alla Convenzione.

[2] Vedi Rapporti UNCHR 2003 - http://www.december18.net/unchrreports2003.htm

[3] Riguardo i lavoratori migranti privi di documenti, la Convenzione richiede primariamente la tutela dei loro diritti umani fondamentali. Includendo in particolare l’assistenza sanitaria, l’educazione scolastica per i bambini, il divieto di discriminazione nelle condizioni di lavoro (sicurezza, salute, orario lavorativo, salario, ferie, etc.), il diritto a far parte di un sindacato, il diritto ad un procedimento equo, il diritto ad essere tutelati in caso di abusi o attacchi, etc.