Rassegna stampa

Venerdì 28 marzo 2003

 

1. CLANDESTINI: Anche iracheni tra 73 sbarcati a Lampedusa (AGI)

2. IMMIGRATI: Palermo, presentate 4.283 domande regolarizzazione in Sicilia, Ragusa seconda per numero richieste sanatorie (ADNKRONOS)

3. RIFUGIATI - Esodo di guerra, Frisullo (Senza confine): ''L'Italia faccia subito ciò che fece nel '92 per gli ex jugoslavi'' (Redattore Sociale)

4. IMMIGRAZIONE - Subentro del datore di lavoro. ''Più di un mese per sconfessare un protocollo d'intesa...''. Il commento di ''Stranieri in Italia'' dopo il dietrofront del ministero (Redattore Sociale)

5. "A 18 anni gli stranieri condannati alla clandestinità dalla Bossi-Fini". L'opinione di Don Rigoldi (Comunità Nuova) (Stranieri in Italia)

6. IMMIGRAZIONE - Edizione speciale del ''Dossier Statistico'' in inglese e traduzione di un sunto in 14 lingue (Redattore Sociale)

7. CLANDESTINI: Barca affonda a largo Lampedusa, 59 in salvo (AGI)

8. IMMIGRATI - Medici senza Frontiere firma l'intesa per l'assistenza di stranieri sbarcati nella Provincia di Ragusa (Redattore Sociale)

9. IMMIGRATI: Storia di Peter, liberiano aspirante profugo. Salvato a largo di Lampedusa, può stare in Italia ma non lavorare (ADNKRONOS)

10. IMMIGRAZIONE: Sposi italiani 'comprati' per aggirare legge (AGI)

11. IMMIGRAZIONE: Milano, incontro sindacati-Prefetto-Caritas (ANSA)

12. IMMIGRAZIONE - Il ministero del Welfare sospende il protocollo d'intesa su procedure di regolarizzazione. La CGIL: ''Atto irresponsabile'' (Redattore Sociale)

13. BOSSI-FINI: CGIL Lombardia, riaffermata centralità romana (ANSA)

14. BOSSI-FINI: PANZERI (CGIL), Intesa Milano va applicata (ANSA)

15. BOSSI-FINI: FABRIZIO (CISL), Maroni offende il buon senso (ANSA)

16. BOSSI-FINI: GIULIANI (UIL), Ora a rischio 2.000 immigrati. Per sindacato decisione Maroni spinge a clandestinità (ANSA)

17. IMMIGRAZIONE - Aumenta il numero di stranieri (+52,6%) che si è rivolto ai centri d'ascolto della Caritas pisana (Redattore Sociale)

18. PROFUGHI: Dall'Albania rimbalza notizia di un naufragio (AGI)

19. RIFUGIATI: Nel 2002 in Italia sono state presentate quasi 7.300 domande d'asilo. Con 51mila domande gli iracheni sono i più numerosi nel mondo (Stranieri in Italia)

20. IRAQ, 20 mila profughi al confine iraniano - Le previsioni dell'ONU stimano 600 mila possibili rifugiati – (RAI Obiettivo Iraq)

21. RIFUGIATI - La norma vigente sul diritto d'asilo non considera le donne vittime di violenza. Pdl di Buffo (DS) (Redattore Sociale)

22. COOPERAZIONE - Progetto integrato tra Toscana e Senegal. Attivati 9 progetti in campo sociale, sanitario ed economico (Redattore Sociale)

23. SERVIZIO CIVILE. Il Ministro Giovanardi: "Impegno per inserire gli immigrati" (Stranieri in Italia)

24. TERRORISMO: Egiziano arrestato e assolto chiede i danni. Mia vita è cambiata, ma di giustizia italiana penso molto bene (ANSA)

25. AIDS - SANT'EGIDIO presenta i primi risultati di Dream: ''La sfida è curare 30mila sieropositivi all'anno in Africa'' (Redattore Sociale)

26. AIDS - Anche Farmindustria sosterrà per 10 anni il progetto di Sant’Egidio in Mozambico (Redattore Sociale)

27. REGOLARIZZAZIONE A MILANO: Ecco i moduli per il subentro del datore di lavoro (Stranieri in Italia)

28. IRAQ: MARTINO, Turchia teme infiltrazioni terroristi tra rifugiati (AGI)

29. PERUGIA: Grazie al servizio "Stranieri & lavoro" in 2500 hanno trovato un'occupazione nel 2002 (Stranieri in Italia)

30. IMMIGRAZIONE: Assessore Veneto, rendere obbligatorio italiano. Zanon chiederà modifica Bossi-Fini a governo (ANSA)

31. Favori sessuali in cambio di regolarizzazione: 4 anni a PS (ANSA)

 

 

1. CLANDESTINI: Anche iracheni tra 73 sbarcati a Lampedusa (AGI) - Agrigento. 28/03/2003 - Nuovo sbarco di clandestini questa mattina a Lampedusa. Una imbarcazione con 73 immigrati, tra i quali tre donne, E' stata intercettata a poche miglia dall'isola da motovedette della Guardia di finanza che hanno poi provveduto a scortarla sin dentro il porto. Il gruppo e' formato da persone provenienti dal Ghana, Iraq, Costa d'Avorio e Liberia. Gli immigrati sono stati trasferiti nel centro d'accoglienza, dove ieri erano stati condotti i sette nordafricani sbarcati in serata a Lampedusa giunti a bordo di una piccola imbarcazione.

2. IMMIGRATI: Palermo, presentate 4.283 domande regolarizzazione in Sicilia, Ragusa seconda per numero richieste sanatorie (ADNKRONOS) PALERMO, 28/03/2003 - - Il processo di regolarizzazione per gli immigrati, previsto dalla legge Bossi-Fini ''ha visto a Palermo e provincia la presentazione di 4.283 domande da parte degli extracomunitari. Ottocento sono già state definite e 1.100 sono in via di definizione. I dati sono stati forniti stamattina dal sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, nel corso della visita nella Prefettura del capoluogo siciliano. Il sottosegretario ha spiegato che ''le procedure di regolarizzazione ultimeranno alla fine del 2003 in Italia e in estate a Palermo''.

3. RIFUGIATI - Esodo di guerra, Frisullo (Senza confine): ''L'Italia faccia subito ciò che fece nel '92 per gli ex jugoslavi'' (Redattore Sociale) - ROMA, 27/03/2003 - I profughi kurdo-irakeni condotti da Lampedusa a Crotone in vista di uno sperabile accesso al diritto d'asilo, come quelli sbarcati invece ad Ancona e tradotti con mezzi militari a Foggia e Bari per essere respinti in Grecia, non sono che le avanguardie più previdenti di un esodo di guerra che gradualmente nelle prossime settimane investirà l'Italia e l'Europa. Secondo Dino Frisullo, dell'associazione "Senzaconfine", "sono in movimento non solo i cittadini irakeni, sia kurdi che arabi, ma anche i giovani renitenti alla leva e le minoranze kurde d'Iran, Siria e Turchia dove la repressione si è intensificata, dai processi politici in Siria agli omicidi in carcere in Iran, alla restaurazione dello stato d'emergenza e allo scioglimento del partito Hadep in Turchia". Come hanno già concordemente affermato sia Amnesty International, Medici senza frontiere e Ics, sia interrogazioni di deputati e senatori dell'opposizione (primi firmatari Bandoli e Salvi), "l'Italia deve smettere di respingere i profughi dai suoi porti e di criminalizzarli preventivamente" in termini di "quarantena" o "terrorismo" e deve "emettere un provvedimento straordinario, previsto peraltro dalla Bossi-Fini e già sperimentato nel '92 con la legge 390 sui profughi ex jugoslavi, che garantisca protezione temporanea, fermo restando il diritto d'asilo in Italia e altrove, ai cittadini irakeni, alle varie minoranze kurde ed a tutti i giovani renitenti alla leva nei paesi coinvolti dalla guerra", afferma Frisullo. Questo provvedimento può essere riproposto come "protezione temporanea europea" in base alla Direttiva 2001/55 del Consiglio d'Europa, chiedendo alla UE di ripartire le spese e distribuire i profughi anche in deroga alle strette maglie attuali. "Ma intanto l'Italia deve provvedere in proprio, prima che si moltiplichino le tragedie come quella di Leuca", prosegue Frisullo. Per non lasciare popoli in fuga nelle mani di trafficanti assassini, va anche attivato un meccanismo di "esame in loco" delle richieste d'asilo e di coesione familiare. L'Europa deve "intervenire invece pesantemente sulla pretesa illegale proclamata dalla Turchia, ma ventilata anche dalla Siria e dall'Iran, di chiudere le frontiere ai profughi internandoli in campi di concentramento oltre confine, dove resterebbero esposti ai rischi di guerra e fall-out, in violazione di tutte le norme e convenzioni internazionali". A questo proposito Frisullo denuncia il gioco delle parti fra Ankara e il Pentagono, che mentre protesta per lo sconfinamento delle truppe turche ha già deciso di assumere mille mercenari paramilitari (i famigerati "guardiani di villaggio") da adibire proprio "al controllo dei 14 lager predisposti dalla Turchia in territorio irakeno".

4. IMMIGRAZIONE - Subentro del datore di lavoro. ''Più di un mese per sconfessare un protocollo d'intesa...''. Il commento di ''Stranieri in Italia'' dopo il dietrofront del ministero (Redattore Sociale) - MILANO, 27/03/2003  - A nemmeno un giorno dal via libera al subentro del datore di lavoro, il ministero del Welfare chiede al prefetto di Milano di fermare tutto. La vicenda ha già visto la presa di posizione dei sindacati (vedi lancio del 26.03.2003) e ora è ripresa dal sito stranieriinitalia.com. Nel sito si ripercorre l’accaduto, ricordando come “con una lettera ufficiale, il dicastero guidato da Maroni ‘sospende la propria adesione al verbale per valutare la legittimità della nuova procedura rispetto alla Legge Bossi-Fini e invita il Prefetto a non dar corso alla nuova procedura prima che sia stata definita la sua corrispondenza con la legge 189/2000’. Il verbale in questione sarebbe quello dell'incontro tecnico di ieri da cui sono usciti i tre moduli per il subentro. Moduli che adesso rischiano di diventare carta straccia”. Si tratta, si sottolinea, di un “dietrofront clamoroso”. Infatti, il 19 febbraio scorso, il direttore regionale del Ministero del Welfare aveva sottoscritto un protocollo d'intesa che conteneva già tutte le premesse a cui ieri si è data attuazione! Ora, “a meno che il prefetto Ferrante decida di non seguire l'"invito" del Ministero, i tantissimi (forse 4.500) che a Milano hanno perso il lavoro prima della convocazione sono fuori dalla sanatoria. Al massimo potranno sperare nel permesso per attesa occupazione, che però sarà rilasciato solo al momento della convocazione, ergo non si sa quando. Fino a quel giorno c'è da scegliere tra oziare a pancia vuota e lavorare in nero. Nel resto d'Italia, tranne che in alcune città, la situazione non è diversa, e i fatti di Milano mettono una seria ipoteca sulla possibilità che possa cambiare”. La lettera inviata al prefetto Ferrante è infatti arrivata per conoscenza a tutte le Direzioni Regionali del Lavoro: "per disporre - spiega il ministero - che nessuna iniziativa non espressamente prevista dalla legge Bossi-Fini venga presa, sostenuta o condivisa". Inoltre, appare inutile (si sottolinea) sperare in una levata di scudi del ministero dell'Interno. “Nel suo ultimo incontro con i sindacati il sottosegretario Mantovano è stato molto chiaro: il subentro è competenza del Welfare, per autorizzarlo in tutte le prefetture abbiamo bisogno dell'O.K. di Maroni”.

5. "A 18 anni gli stranieri condannati alla clandestinità dalla Bossi-Fini". L'opinione di Don Rigoldi (Comunità Nuova) (Stranieri in Italia) - MILANO, 27/03/2003 - La nuova legge ed i minori stranieri: un problema tutt'altro che risolto. Molte le condanne verso una legge che non è riuscita a far luce su una questione piuttosto delicata e piena di interrogativi come quella dei minori stranieri presenti in Italia. "Dopo aver vissuto percorsi di integrazione, a 18 anni i minori stranieri sono condannati alla clandestinità della legge Bossi-Fini, che propone una risposta parziale e incongruente alle esigenze dei minori". Questa l'opinione di Don Gino Rigodi, ideatore dell'Associazione Comunità Nuova di Milano: grazie a questa associazione è nato uno sportello tutori per i minori stranieri non accompagnati per sensibilizzare l'opinione pubblica del fenomeno sul territorio. Il progetto coinvolge cittadini volontari adulti che, dopo essere stati adeguatamente preparati, potranno assumere la tutela dei minori stranieri al momento della segnalazione al Giudice Tutelare da parte del Tribunale per i Minorenni e fino a quando non venga deciso se potranno rimanere sul territorio italiano o essere rimpatriati. Alla presentazione anche il Magistrato Livia Pomodoro che ha sottolineato: ''Ancora oggi nonostante abbiamo convenzioni internazionali e leggi nazionali che ci impongono di rispettare e tutelare i minori stranieri non accompagnati, ci stupiamo ancora che il problema maggiore sia quello di provvedere ad un rimpatrio più o meno frettoloso di questi ragazzi, conculcando i loro diritti. La tutela di questi ragazzi rappresenta un buco nero nella società attuale. Per quelli che hanno problemi penali la situazione è ancora più difficile. Anche quando sono totalmente recuperati al termine di un percorso virtuoso rimangono gravi difficoltà di inserimento sociale".

6. IMMIGRAZIONE - Edizione speciale del ''Dossier Statistico'' in inglese e traduzione di un sunto in 14 lingue (Redattore Sociale) - ROMA, 27/03/2003 - E' in preparazione una speciale edizione in inglese del "Dossier Statistico Immigrazione", destinata a essere diffusa all'estero, tra le ambasciate, gli organismi internazionali, le associazioni degli immigrati e gli studiosi ed una sua sintesi in varie lingue estere. Si tratta di un’iniziativa rientrante nel progetto Equal, "L'immagine degli immigrati in Italia tra media, società civile e mondo del lavoro", coordinato dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, l'Archivio dell'Immigrazione e la Caritas di Roma, che ha tra i suoi principali obiettivi quello di favorire una migliore conoscenza del fenomeno migratorio. A tal fine, nei giorni 28 e 29 marzo, presso il CNEL, è stato convocato un comitato scientifico internazionale, del quale fanno parte il CNEL, esperti di altri paesi (Albania, Belgio, Brasile, Francia, Germania, Gran Bretagna, Marocco, Romania, Spagna, Tunisia, Stati Uniti), noti studiosi di Università e Centri Studio italiani e i redattori centrali e le organizzazioni promotrici del "Dossier Caritas/Migrantes". Introdurrà i lavori Giorgio Alessandrini (CNEL), presidente dell'Organismo Nazionale di Coordinamento delle politiche di integrazione sociale degli stranieri, che ne ha così sottolineato il significato: "Condividiamo questo progetto che favorisce, oltre il superamento delle barriere linguistiche, la conoscenza del fenomeno migratorio nel nostro paese e, quindi, la condizione stessa per realizzare le politiche di integrazione, autentica sfida civile, ed un'ordinata convivenza". Dopo le relazioni di Luca Dall'Oglio (OIM) e Guerino Di Tora (Caritas), il Comitato analizzerà e perfezionerà il testo del rapporto da tradurre in lingua inglese, mentre nel mese successivo è prevista la sua pubblicazione. La seconda iniziativa, strettamente congiunta, consiste nella pubblicazione di una sintesi del "Dossier" in 14 lingue estere tradotta da immigrati residenti in Italia: nelle principali lingue dell'Unione Europea (francese, inglese, portoghese, spagnolo e anche catalano, tedesco); nella lingua araba; nelle principali lingue dell'Europa dell'Est (albanese, croato-bosniaco, ceco, polacco, rumeno, russo, ungherese). Questo sunto del "Dossier" presenta i dati essenziali riguardanti la collocazione degli immigrati nel mercato occupazionale e nella società italiana e li completa con due ampie tabelle. Questa "biblioteca in lingua", che verrà ampiamente pubblicizzata via internet e attraverso la stampa, potrà essere consultata nel sito del Progetto Equal (www.immagineimmigratitalia.it) e nel sito della Caritas di Roma (www.caritas.roma.it/immigrazione). "Il progetto Equal su "L'immagine degli immigrati", con queste e altre iniziative, sta entrando nel pieno della sua attività", ha dichiarato Luca Dall'Oglio, capo missione dell'OIM in Italia. E ha aggiunto: "Con l'edizione speciale del Dossier in inglese e le sintesi in 14 lingue raggiungiamo due obiettivi. Da un lato promuoviamo una logica di valutazione transnazionale e di confronto dei fenomeni migratori in Italia attraverso il coinvolgimento di studiosi di altri paesi, sia di emigrazione che di accoglienza. Dall'altro lato vogliamo far conoscere meglio la realtà italiana con dati attendibili che, opportunamente condivisi, miglioreranno la comprensione dei trend migratori ". A sua volta per mons. Guerino Di Tora (Caritas di Roma), ha affermato: "Se è vero che questo fenomeno ci accompagnerà in misura crescente nel corso del secolo, è importante abituarci quanto prima a lavorare in rete e a considerare l'immigrazione un'occasione preziosa di legame tra i popoli"

7. CLANDESTINI: Barca affonda a largo Lampedusa, 59 in salvo (AGI) - AGRIGENTO, 27/03/2003 - Ci sono anche sei iracheni nel gruppo di 59 immigrati sbarcato nella notte a Lampedusa. Gli extracomunitari erano stati avvistati nel tardo pomeriggio di ieri a bordo di una imbarcazione nel Canale di Sicilia. A dare l'allarme era stato un aereo della marina militare. Gli immigrati, prima che il natante colasse a picco, sono stati soccorsi dal personale di motovedette della Guardia costiera che hanno provveduto a farli trasbordare sulle unita' navali. Del gruppo fanno pure parte persone provenienti dalla Sierra Leone, Sudan, Costa d'Avorio e Ciad. Tutti sono stati trasferiti nel centro d'accoglienza di Lampedusa.

8. IMMIGRATI - Medici senza Frontiere firma l'intesa per l'assistenza di stranieri sbarcati nella Provincia di Ragusa (Redattore Sociale) - ROMA, 27/03/2003 - Medici Senza Frontiere firma oggi a Ragusa con la Prefettura, la Ausl 7, la Sanità Marittima di Siracusa e il Comune di Pozzallo un protocollo d’intesa che sancisce l’affidamento a Msf-Missione Italia dell’assistenza medico-umanitaria dei cittadini stranieri sbarcati nel territorio di competenza della Provincia regionale di Ragusa. La firma sarà apposta presso gli uffici della Prefettura dal responsabile di Missione Italia, Loris De Filippi, dal Prefetto di Ragusa Sandro Calvosa, dal Direttore generale dell´Ausl 7 Antonio Cusumano, dal Direttore Sanitario dell’Ausl 7 Francesco Blangiardi, dal Sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna. Alla cerimonia sarà presente il coordinatore dei progetti di Medici Senza Frontiere nell’Italia meridionale, Piergiorgio Calistri. Le parti, avendo preso atto dell’importanza di assicurare un’efficace assistenza medico-umanitaria ai cittadini stranieri che giungono in Italia attraverso il mar Mediterraneo a bordo di imbarcazioni e sbarcanti lungo il tratto di costa della Provincia regionale di Ragusa, nonché di garantire la tutela alla salute per i cittadini stranieri sbarcanti e per la comunità residente, con la firma del protocollo d’intesa affidano a Msf l'assistenza medico-umanitaria. Con la firma del protocollo d’intesa, la Prefettura di Ragusa, la Ausl 7, la Sanità Marittima di Siracusa e il Comune di Pozzallo riconoscono a Medici Senza Frontiere l’esperienza pluriennale ed internazionale maturata nell’assistenza medico - umanitaria, le competenze in materia di medicina tropicale e supporto a popolazioni povere, vittime di guerre e di catastrofi, la competenza maturata nella gestione di campi profughi e di accoglienza. Msf, in integrazione con il servizio svolto dalla Cri, si impegna a fornire un Medico con comprovata esperienza in ambito emergenziale e con specializzazione in Medicina Tropicale, e un logista-assistente umanitario. Inoltre Medici Senza Frontiere metterà a disposizione un’unità mobile oltre al materiale eventualmente occorrente per assistenza umanitaria. La Prefettura e l’Ausl 7 di Ragusa si impegnano a formalizzare atti e a fornire gli strumenti burocratici - procedurali, quali l’autorizzazione ad operare, l’ingresso al porto o sul teatro dello sbarco, l’accreditamento presso le forze dell’ordine, ma anche i ricettari, il trasporto protetto di malati, il rilascio di codici Stp, necessari a consentire a Medici Senza Frontiere di espletare il suo servizio nel rispetto della legge. La sezione locale di Protezione civile del Comune di Pozzallo si impegna a svolgere la sua attività di assistenza logistico - umanitaria in coordinamento con Msf; il protocollo d’intesa ha validità di un anno, ma è rinnovabile tacitamente.

9. IMMIGRATI: Storia di Peter, liberiano aspirante profugo. Salvato a largo di Lampedusa, può stare in Italia ma non lavorare (ADNKRONOS) - PADOVA, 27/03/2003 - - Peter James, 33 anni, liberiano. Padre medico, madre insegnante, due sorelle e un fratello: tutti uccisi dalla guerra civile. La sua avventura italiana inizia il 27 dicembre, quando a largo di Lampedusa viene salvato da un peschereccio, insieme a profughi e immigrati su un gommone partito dalle coste libiche. A bordo nessuno 'scafista': caricati sul gommone, uno 'Zodiac', con 15 taniche di carburante e una bussola. L'indicazione era di puntare verso nord fino ad avvistare una costa, ''forse quella italiana''.

10. IMMIGRAZIONE: Sposi italiani 'comprati' per aggirare legge (AGI) - L'AQUILA, 27/03/2003 - Organizzavano matrimoni tra avvenenti ragazze ucraine e russe con ignari vecchietti per aggirare la legge sull'immigrazione e permette loro di ottenere i permessi di soggiorno. Cinque matrimoni illegali sono stati scoperti dagli agenti della sezione di criminalità extracomunitaria e prostituzione della Questura dell'Aquila, diretti dal dirigente Cesare Ciammaichella. Dieci persone, di cui cinque ragazze extracomunitarie e cinque uomini sono stati denunciati a piede libero con l'accusa di truffa aggravata finalizzata al favoreggiamento della permanenza di extracomunitari nel territorio nazionale. L'operazione, che ha interessato L'Aquila e Avezzano, e' stata illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa nella quale gli inquirenti hanno descritto come gli anziani venivano convinti, con compensi fino a 5 mila Euro, a sposare le ragazze extracomunitarie e il ruolo degli intermediari che provvedevano anche a reperire i testimoni di nozze. I faccendieri, alcuni scovati e denunciati, provvedevano a regolarizzare tramite matrimonio la posizione delle giovani per poterle utilizzare nella redditizia attività dei night. Nel corso degli accertamenti gli agenti della Squadra mobile dell'Aquila sono intervenuti anche durante la celebrazione di alcuni matrimoni ma solo per identificare i presenti. "Il meccanismo di ingaggio tra le bellissime extracomunitarie e le persone anziane - ha spiegato Ciammaichella - era elementare: alcuni faccendieri cercavano gli uomini disponibili e dopo averli convinti combinavano il matrimonio. Prima del rito, il futuro sposo veniva ricompensato con circa 5 mila Euro senza però rendersi conto che nello stesso tempo assumeva tutte le responsabilità civili derivanti dal matrimonio compreso l'eventuale richiesta di mantenimento da parte del coniuge fino alla separazione. Dopo la prima notte - ha continuato Ciammaichella -, trascorsa insieme, l'anziano tornava nella propria abitazione, mentre la donna acquistava il diritto a soggiornare nel territorio nazionale a tempo indeterminato salvo a provare la mendicità dell'unione".

11. IMMIGRAZIONE: Milano, incontro sindacati-Prefetto-Caritas (ANSA) - MILANO, 27/03/2003 - Sia i sindacati, sia la Caritas ritengono necessario mantenere in vita l'intesa raggiunta con il prefetto circa le misure da adottare in materia di regolarizzazione degli immigrati. Questa intesa era stata sospesa ieri dal ministro del Welfare, Roberto Maroni, dopo che in un primo tempo anche il ministero aveva dato la sua adesione. Secondo i sindacati, però, la sospensione non è opportuna. E' quanto i segretari lombardi di CGIL, CISL e UIL hanno ribadito oggi insieme al direttore della Caritas, Virginio Colmegna, al prefetto Bruno Ferrante, dopo che ieri il ministro del Welfare, Roberto Maroni, aveva annunciato la sospensione della propria adesione del protocollo d'intesa raggiunto in materia. L'incontro odierno è servito per ribadire, da parte delle Organizzazioni sindacali , "la giustezza e la correttezza" dell'intesa raggiunta l altro giorno e la necessità di mantenere in campo tutte le iniziative utili per dare ad essa applicazione. "E' questo l'obiettivo da raggiungere assolutamente - ha detto il segretario della camera del Lavoro, Antonio Panzeri - se vogliamo evitare che non si creino problemi oltre quelli che già esistono, rimandando gli immigrati nella clandestinità e nel lavoro nero".

12. IMMIGRAZIONE - Il ministero del Welfare sospende il protocollo d'intesa su procedure di regolarizzazione. La CGIL: ''Atto irresponsabile'' (Redattore Sociale) - MILANO, 26/03/2003 - A Milano è "allarme sanatoria" per il provvedimento del ministero del Welfare che sospende il protocollo d'intesa sulle nuove procedure di regolarizzazione degli immigrati, sottoscritto ieri in prefettura dal direttore regionale del ministero e dalle parti sociali: CGIL-CISL-UIL, Caritas e associazioni imprenditoriali. Graziella Carneri, responsabile delle politiche sociali della CGIL di Milano, ha commentato l'iniziativa del ministero descrivendola come un "atto irresponsabile, che abbandona al lavoro nero e senza un permesso di soggiorno gli immigrati in attesa di regolarizzazione". La Carneri ha inoltre specificato i termini dell'accordo stipulato tra il ministero e la prefettura: "le procedure burocratiche per la regolarizzazione vanno avanti col contagocce, e se continua così ne avremo per altri due anni - spiega la responsabile CGIL -. Con questo protocollo abbiamo voluto risolvere i problemi di chi nel frattempo ha perso il lavoro, e delle badanti a cui è venuto a mancare l'anziano che assistevano. Dopo un lungo lavoro di trattativa - prosegue la Carneri - siamo riusciti a definire con il direttore regionale del ministero un modulo che permetteva di segnalare un nuovo datore di lavoro per sostituire quello che aveva avviato la procedura di sanatoria, ma adesso questo non sarà più possibile". L'accordo stipulato ieri sarebbe stato applicato solamente ai lavoratori e alle badanti che avevano presentato la domanda di regolarizzazione con un precedente datore di lavoro, interrompendo il rapporto lavorativo per licenziamento, decesso del datore di lavoro o dell'assistito, dimissioni, cessazione di attività dell'azienda. Secondo Graziella Carneri "questo protocollo era un aiuto anche per il ministero, perché i problemi che derivano dalla lentezza burocratica non possono essere imputati ai lavoratori stranieri, né possono essere addossate a loro tutte le conseguenze di questi intoppi. Il ministero del lavoro -prosegue - con questo atto si assume una responsabilità gravissima, che è quella di lasciare il lavoro nero come unica via d'uscita per moltissimi stranieri che avevano avviato le procedure di sanatoria". La lettera con cui il ministero del Welfare ha revocato il protocollo di intesa sottoscritto ieri presso la prefettura è stata firmata dal direttore generale del Ministero, il dottor Maurizio Silveri, che ha reso noto di voler sospendere l'accordo raggiunto con la prefettura di Milano "per valutare la legittimità della nuova procedura rispetto alla legge Bossi-Fini", e ha invitato il prefetto "a non dar corso alla nuova procedura prima che sia stata definita la sua corrispondenza con la legge". Il ministero del Welfare ha inoltre inviato una lettera circolare a tutte le proprie dipendenze per disporre che "nessuna iniziativa non espressamente prevista dalla legge Bossi-Fini venga presa, sostenuta o condivisa".

13. BOSSI-FINI: CGIL Lombardia, riaffermata centralità romana (ANSA) - MILANO, 26/03/2003 - Lo stop del ministro Maroni all'accordo raggiunto a Milano penalizza, secondo la CGIL della Lombardia, "gli sforzi di chi sul territorio sta cercando di costruire procedure snelle atte a garantire la tutela del lavoratore immigrato e a definire un rapporto di lavoro in regola con le normative di legge". Lo stop, sempre secondo la CGIL Lombardia, "contraddice gli assunti federalisti del ministro leghista, che con il suo gesto riafferma la centralità romana rispetto alle esigenze e ai bisogni locali. Un atto che si colloca in un quadro in cui le 700.000 richieste di regolarizzazione hanno evidenziato che la presenza degli immigrati in Italia non era una presenza ai limiti della legalità, come il centrodestra per mesi ha sostenuto, ma un contributo fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese". Secondo il sindacato, bloccare l'accordo a Milano "significa non dare la possibilità al lavoratore immigrato licenziato di trovarsi un nuovo datore di lavoro. Sarà dunque costretto ad entrare nel circuito del lavoro nero e, nel momento in cui sarà chiamato per la regolarizzazione, rischierà di essere espulso in quanto il nuovo datore di lavoro non ha avviato le procedure previste dalla Bossi Fini per la regolarizzazione. Una decisione, quella del ministro Maroni, che evidenzia come la vera finalità della Bossi-Fini fosse quella di aumentare le espulsioni dal nostro paese. La CGIL Lombardia invita quindi "tutte le proprie strutture a organizzare presidi e a richiedere incontri ai prefetti per segnalare il profondo dissenso nei confronti delle decisioni assunte dal Ministero del Welfare".

14. BOSSI-FINI: PANZERI (CGIL), Intesa Milano va applicata (ANSA) - MILANO, 26/03/2003- "Grave decisione, segno evidente della volontà del Ministro del Welfare di non voler risolvere i problemi e, anzi, di volerli aggravare". Così il segretario della CGIL di Milano, Antonio Panzeri ha commentato la decisione di sospendere l'adesione al protocollo firmato ieri in Prefettura a Milano. Secondo il leader della CGIL milanese "il gesto conferma nuovamente la volontà del Ministro di non rispettare la sua stessa legge e, anzi, di dare alla Bossi Fini una interpretazione semplicemente repressiva. E' un indirizzo sbagliato. Questa decisione va contro gli interessi non solo degli immigrati, delle famiglie e delle imprese ma è contro gli interessi di Milano". "Maroni - conclude Panzeri - si assume una grave responsabilità. Per noi quell'intesa, realizzata con il consenso di tutti i soggetti, è valida e deve essere applicata. Lavoreremo per questo".

15. BOSSI-FINI: FABRIZIO (CISL), Maroni offende il buon senso (ANSA) - MILANO, 26/03/2003 - "La decisione del ministro Maroni é un'offesa al buon senso, una scelta miope nella quale hanno prevalso piccoli calcoli elettorali". E' il giudizio del segretario generale della CISL milanese Maria Grazia Fabrizio sulla decisione del Ministro Maroni di sospendere l'accordo siglato ieri in Prefettura a Milano che stabiliva una nuova procedura di regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari che, dopo aver presentato la domanda di regolarizzazione, fossero rimasti senza datore di lavoro a causa di un licenziamento o della morte degli anziani ai quali dovevano badare. "E' sotto gli occhi di tutti, tranne di chi fa finta di non vedere per ragioni meramente politiche - osserva Maria Grazia Fabrizio - che la legge Bossi-Fini presenti alcune grosse lacune che vanno assolutamente colmate: l'accordo firmato ieri, grazie all'apporto e alla sensibilità di tutti i soggetti in campo, andava proprio in questa direzione. La scelta del ministro invece è di una miopia sorprendente ed è sbagliata sotto tutti i punti di vista perché, oltre a colpire nei diritti più elementari migliaia di cittadini extracomunitari che chiedono solo un'occupazione onesta e regolare, finirà con il favorire l'illegalità e il lavoro nero".

16. BOSSI-FINI: GIULIANI (UIL), Ora a rischio 2.000 immigrati. Per sindacato decisione Maroni spinge a clandestinità (ANSA) - MILANO, 26/03/2003 - Ad oggi malgrado la sanatoria un immigrato su cinque è clandestino: a Milano sono circa duemila gli extracomunitari che, pur avendo perso il posto di lavoro ed avendo trovato uno nuovo datore di lavoro, avrebbero potuto conservare il diritto alla regolarizzazione ed essere inclusi nella sanatoria prevista dalla legge Bossi-Fini. Lo afferma il segretario milanese della UIL, Amedeo Giuliani, che punta il dito contro la sospensione da parte di Maroni dell'accordo raggiunto ieri nel capoluogo lombardo. "Ora il pericolo - sottolinea Giuliani - è quello di spingere molti in una condizione di clandestinità. Già da tempo abbiamo fatto presente che, malgrado la sanatoria molti immigrati continuano a lavorare clandestinamente in nero. Questo fenomeno è dovuto alla farraginosità delle circolari che devono applicare la legge. Sembra che l'obiettivo del Governo sia quello di espellere e non regolarizzare gli immigrati". "Questa nuova decisione del Ministero del Welfare - ha concluso Giuliani - complica inutilmente la situazione ed impedisce al sindacato, alle imprese ed alle istituzioni locali di lavorare secondo buon senso e negli interessi di tutti". La UIL sottolinea che vi sono anche dei picchi di lavoro nero: ristorazione (35%), edilizia (fino a 50%) e cooperative di produzione e lavoro (pulizia e facchinaggio - 15%).

17. IMMIGRAZIONE - Aumenta il numero di stranieri (+52,6%) che si è rivolto ai centri d'ascolto della Caritas pisana (Redattore Sociale) - PISA, 26/03/2003 - Aumentano di circa un quinto rispetto al 2001 e sono prevalentemente immigrate le persone che lo scorso anno si sono rivolte ai due Centri d’Ascolto della Caritas diocesana di Pisa (“Bassa Soglia” e “Mediazione”). Un incremento in parte atteso dagli addetti ai lavori, visto che gli ultimi 12 mesi sono coincisi con il più ampio provvedimento di regolarizzazione mai promulgato in Italia. Complessivamente sono stati 1.531 i cittadini che da gennaio a dicembre si sono rivolti ai centri di via delle Sette Volte, circa il 23% in più rispetto all’anno precedente. La crescita ha riguardato soprattutto gli immigrati, passati dai 585 del 2001 agli 893 dell’anno successivo (+52,6%). Sostanzialmente stabile, ma comunque cospicua (638 persone), la quota di cittadini italiani, che incidono per il 42% del totale. A rivolgersi agli “sportelli” della Caritas sono soprattutto cittadini stranieri dell’Europa Orientale. In valore assoluto gli incrementi più consistenti riguardano l’Ucraina (+243%) e la Romania (+82,3%), seguite dal Marocco (+57,8%). Sostanzialmente stabili i cittadini provenienti dall’Albania e dai Paesi dell’ex Jugoslavia, in flessione quelli giunti dalla Polonia (-25,8%). Significativa la crescita di presenze di immigrati “intracomunitari”, in particolare spagnoli, passati dalle 6 persone del 2001 alle 37 dell’anno successivo. Anche i bisogni diventano più complessi e quasi sempre coincidono con diritti di fatto negati, stando ai dati del Centro d’Ascolto “Mediazione”: sostegno sanitario e aiuto nella ricerca di un alloggio sono fra le richieste più frequenti insieme a quella di sostegno economico (che, spesso, cela situazioni di povertà piuttosto complesse) e alla consulenza in relazione ai problemi legati alla procedura d regolarizzazione. Per 397 persone (+ 34%) si è reso necessario un accompagnamento approfondito. Un capitolo a parte riguarda l’occupazione, che la Caritas diocesana di Pisa segue con uno Sportello d’orientamento dedicato: le persone alla ricerca di un lavoro sono aumentate del 42,7%. Si tratta in prevalenza di uomini e donne delle Filippine, della Somalia e dell’Albania; gli italiani rappresentano il 12% del totale. Tra le possibilità di occupazione, in crescita quelle nell’area della collaborazione domestica e dell’assistenza domiciliare. Positivo l’aumento consistente (da 44 a 105) delle persone a cui è stata trovata un’occupazione.

18. PROFUGHI: Dall'Albania rimbalza notizia di un naufragio (AGI) - TIRANA, 26/03/2003 - Un gommone con 22 persone a bordo sarebbe naufragato due giorni fa nel Canale d'Otranto. Alla notizia danno grande risalto i principali quotidiani albanesi- Gazetta Shqipetare. Shekulli, Korrieri,etc. - con interviste ai familiari degli scafisti del gommone presumibilmente affondato. Secondo queste testimonianze il gommone, acquistato in Montenegro, avrebbe trasportato profughi curdi ed iracheni. E' da sottolineare che e' stata segnalata una certa ripresa della domanda di trasporti clandestini verso l'Italia e che ad organizzarla sarebbero cittadini di origine araba, alcuni dei quali sono stati bloccati dalla polizia albanese. Sarebbero infatti alcune migliaia i curdi di nazionalità irachena attualmente in Albania in attesa di attraversa l'Adriatico. Intanto il governo della Macedonia ha chiuso le frontiere ai profughi iracheni sostenendo che l'obbligo di assistenza ed accoglienza riguarda solo i paesi direttamente confinanti con l'Iraq.

19. RIFUGIATI: Nel 2002 in Italia sono state presentate quasi 7.300 domande d'asilo. Con 51mila domande gli iracheni sono i più numerosi nel mondo (Stranieri in Italia) – 26/03/2003 - Nel 2002 il più alto numero di domande d'asilo nel mondo e' stato inoltrato da cittadini iracheni. La notizia arriva da un rapporto dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (UNHCR).Con oltre 51mila domande, gli iracheni hanno di gran lunga preceduto i cittadini della Repubblica Federale di Jugoslavia (ora Serbia-Montenegro) che hanno presentato complessivamente 33.100 domande. Con il miglioramento della situazione nel proprio paese, si e' invece dimezzato il numero di richieste d'asilo presentate da cittadini afgani. Questi ultimi sono infatti passati dal primo posto del 2001 con quasi 53mila domande, al quinto del 2002 con 25.700. Il Paese che ha accettato più domande da rifugiati e' stato il Regno Unito con 111mila, seguito da Stati Uniti (81mila), Germania (71mila), Francia (51mila) e Austria (37mila). Quest'ultimo e' il Paese con il più alto numero di domande rispetto alla popolazione nazionale (4,6 ogni 1.000 abitanti). Nel 2002 in Italia sono state presentate quasi 7.300 domande d'asilo (-24% rispetto alle 9.620 del 2001), delle quasi 1.354 provenienti da cittadini dello Sri Lanka, 1.170 da iracheni e 1.104 da jugoslavi. Nel 2001 gli iracheni avevano rappresentato il primo gruppo di richiedenti asilo in Italia con 1.985 domande, seguiti da turchi (1.690) e jugoslavi (1.526). "I dati - sottolinea l'UNCHR - evidenziano come il miglioramento della situazione nei paesi d'origine di richiedenti asilo influisca direttamente sulla diminuzione delle domande d'asilo. Ciò è confermato, oltre che dal caso dell'Afghanistan, anche da quelli di Sierra Leone e Sri Lanka, dove sviluppi positivi nei processi di pace hanno determinato diminuzioni del 43% e del 30% nel numero di domande d'asilo rispetto al 2001".

20. IRAQ, 20 mila profughi al confine iraniano - Le previsioni dell'ONU stimano 600 mila possibili rifugiati – (RAI Obiettivo Iraq)26/03/20032003 - L’incalzare degli eventi bellici in Iraq accresce di giorno in giorno il rischio dell’emergenza profughi, dei civili che tentano di allontanarsi dalle zone dei bombardamenti occidentali ma anche dalle zone dove sono probabili conflitti a catena, come quello tra le forze curde dell'UPK (unione patriottica del kurdistan) e quelle del gruppo islamico radicale Ansar Al Islam. Secondo le stime delle associazioni umanitarie ventimila profughi iracheni si sono avvicinati al confine iraniano, per evitare di essere coinvolti nei combattimenti e dalla possibile offensiva delle truppe governative irachene, che potrebbero occupare il Kurdistan prima dell'arrivo in forze degli statunitensi. Secondo l'Alto Commissariato ONU per i rifugiati (UNHCR), che ha diffuso la notizia da Amman, la capitale giordana, i profughi si sono ammassati nella città irachena di Panjwin, al confine con il Kurdistan iraniano. L'agenzia ufficiale iraniana IRNA ha riferito che le autorità di Teheran hanno allestito due ospedali da campo al confine con il Kurdistan iracheno, per accogliere i combattenti curdi che dovessero restare feriti nei combattimenti. Gli uomini di Ansar al Islam, invece, sempre secondo l'IRNA, non potranno essere accolti, a causa dei loro legami con Al Qaeda, la rete terroristica fondata da Osama Bin Laden. La posizione della Turchia. La NATO sta valutando l’ipotesi, il presidente della commissione UE, Romano Prodi anche: la Turchia potrebbe oltrepassare il confine con l'Iraq per creare una "zona cuscinetto" di venti chilometri che servirà per accogliere i profughi in fuga dal conflitto iracheno. Il timore delle cancellerie internazionali è che allo sconfinamento delle truppe di Ankara reagisca proprio la comunità curda. I numeri dell’emergenza, 600 mila possibili rifugiati. La previsione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in caso di conflitto, parlava chiaro; potranno essere circa 600mila i rifugiati in fuga dalla guerra in Iraq. I tecnici dell’UNHCR - dal loro sito ufficiale - chiariscono che non si tratta di una generica "previsione", ma di “un'ipotesi di lavoro fondata su uno dei molteplici scenari possibili”, che potrebbe quindi anche peggiorare. Sulla base di questa previsione il bisogno finanziario dell’organizzazione umanitaria internazionale si aggirava sui 60 milioni di dollari, circa la metà dello stanziamento già richiesti ufficialmente dalle Nazioni Unite il 13 febbraio a New York per far fronte agli sforzi congiunti delle 9 agenzie umanitarie dell'ONU e dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM). Sempre dal sito ufficiale dell’UNHCR si legge che sono già stati spesi “25,8 milioni di dollari per l'acquisto, il trasporto e lo stoccaggio di beni di prima necessità non alimentari. Attualmente nella regione sono stati pre-posizionati aiuti d'emergenza per circa 300 mila persone ed entro le prossime settimane arriveranno aiuti per assisterne fino a 350mila. I rifornimenti continuano ad arrivare e vengono pre-posizionati nelle zone limitrofe, a Iskenderum in Turchia, a Kermanshah in Iran e ad Aqaba in Giordania.

21. RIFUGIATI - La norma vigente sul diritto d'asilo non considera le donne vittime di violenza. Pdl di Buffo (DS) (Redattore Sociale) - ROMA, 26/03/2003 - Nell’attuale disciplina in materia di diritto d’asilo in vigore nel nostro paese “il caso delle donne vittime di violenza non è contemplato. È bene dunque che la norma nazionale fornisca a questo riguardo un riferimento preciso. Non si tratta di immettere nella legislazione sull’asilo, peraltro da aggiornare, una specificità ‘aggiuntiva’. Normare l’asilo politico senza considerare il caso delle donne perseguitate in quanto tali, significa continuare ad occultare la dolorosa realtà di violenza sul genere femminile esistente in numerose aree del mondo”. Lo afferma l’onorevole Gloria Buffo in una proposta di legge da lei stessa elaborata in materia di asilo politico alle donne vittime di violenze, quale modifica alla Legge n.189 in materia di immigrazione e di asilo. “Conosciamo la realtà dei paesi sotto l'influenza dell'integralismo religioso e la condizione di grave limitazione dei diritti e delle libertà fondamentali cui sono sottoposte le donne in numerosi paesi del mondo, come pure il drammatico fenomeno delle mutilazioni genitali - scrive la deputata Buffo -. Abbiamo inoltre conosciuto la sconcertante violenza sulle donne durante il conflitto balcanico”. Pertanto si ritiene necessario estendere il diritto d’asilo alle “vittime di violenza fisica o psicologica o sessuale per la loro appartenenza al genere femminile, o per le quali sussiste il pericolo di subire tali violenze”. Tuttavia, “all’auspicata modifica in questo senso delle legislazioni nazionali, nulla di concreto è seguito. Eppure il nostro Parlamento si è mostrato consapevole della condizione drammatica delle donne in molte aree del mondo, quando ha invitato le autorevoli protagoniste di battaglie per i diritti del proprio sesso Kalida Messaoudi, Yolande Mukagasana e Jacqueline Mukansonera, Mercedes Merono e Elsa Manzotti, e Esther Kamatori”. “Riteniamo doveroso adeguare la nostra legislazione sul diritto d’asilo al principio della dignità e dell'integrità della persona”, prosegue Buffo, ricordando che anche l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha sostenuto “che le donne vittime di questo tipo di violenze devono essere considerate sotto la tutela della Convenzione sui rifugiati del 1951”. Quindi la deputata propone di inserire nella legge Bossi-Fini, come articolo aggiuntivo, il 30-bis su “Titolari del diritto di asilo”, in cui annovera “le donne straniere o apolidi che sono state vittime di violenza fisica o psicologica o sessuale per la loro appartenenza al genere femminile, o per le quali sussiste il pericolo di subire tali violenze; gli stranieri o apolidi che sono stati vittime di violenza fisica o psicologica o sessuale a motivo del loro orientamento sessuale, o per i quali sussiste il pericolo di subire tali violenze”. Citati come titolari del diritto di asilo anche lo straniero o apolide “che non possa o non voglia avvalersi della protezione del Paese del quale è rispettivamente cittadino o residente abituale, in quanto effettivamente impedito nell'esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ed esposto a pericolo attuale per la vita propria o di propri familiari ovvero a restrizioni gravi della libertà personale”.

22. COOPERAZIONE - Progetto integrato tra Toscana e Senegal. Attivati 9 progetti in campo sociale, sanitario ed economico (Redattore Sociale) - FIRENZE, 26/03/2003 - Si chiama Studio di fattibilità per il coordinamento degli interventi integrati in materia di sviluppo sociale, economico e sanitario nel Senegal, e rappresenta un progetto integrato di cooperazione tra Toscana e Senegal che ha lo scopo di creare un piano di collaborazione e condivisione di obiettivi tra le Province toscane per interventi nel paese africano. La presentazione è avvenuta stamattina, nella Sala Gigli del Consiglio Regionale, con interventi di Massimo Toschi, consigliere del presidente della Regione per la pace, la cooperazione e i diritti umani, l'ambasciatore della Repubblica del Senegal Momar Gueye ed i presidenti delle Province di Lucca e Firenze, Andrea Tagliasacchi e Michele Gesualdi. La trama di rapporti tra Toscana e Senegal risale ormai agli inizi degli anni novanta, con le prime iniziative tese a favorire uno scambio di esperienze e per condividere conoscenze in campo economico, sanitario, sociale e culturale. Culmine degli scambi la visita del presidente della Repubblica del Senegal, Abdoulaye Wade, nel dicembre 2001 e la consegna da parte del presidente della Regione Claudio Martini del Pegaso d'Oro. Proprio in quell'occasione vennero gettate le basi per la creazione di un progetto integrato tra le varie Province toscane e lo stato africano. Lo studio, coordinato dalla Provincia di Lucca col sostegno della Regione Toscana, racchiude ben nove progetti, già operativi: due interventi nel settore sanità per la mortalità infantile e materna; un progetto sociale per il recupero e l'avvio al lavoro dei ragazzi di strada; un progetto di formazione nel settore risorse idriche, agricoltura e allevamento; due progetti per la realizzazione di un polo industriale (macello e conceria); due interventi riguardanti, rispettivamente, la valorizzazione dell'artigianato senegalese e le risorse lapidee senegalesi; infine un progetto per la salvaguardia ambientale e la sicurezza del porto di Dakar. La gestione del progetto è stata affidata ad un apposito comitato formato dai rappresentanti delle Province coinvolte, da un esponente della Regione e da tre rappresentanti dell'Associazione degli immigrati senegalesi. Tale comitato è stato affiancato da alcune sotto-strutture tecniche che hanno coinvolto, a vario titolo, le Aziende USL, le università, le Organizzazioni non governative e i centri di formazione.

23. SERVIZIO CIVILE. Il Ministro Giovanardi: "Impegno per inserire gli immigrati" (Stranieri in Italia) – 26/03/2003 - Inserire in futuro anche gli immigrati nel ruolo di volontari del servizio civile. Questo l'impegno manifestato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi intervenendo ieri in Campidoglio a un convegno promosso dal Comune di Roma. "Sarebbe - ha aggiunto il ministro - una palestra di integrazione sociale importantissima". Giovanardi ha affermato la necessità che "in conseguenza alla sospensione del servizio di leva obbligatorio, che avverrà il 31 dicembre 2006, decolli, con la collaborazione degli enti pubblici e privati e delle associazioni del Terzo settore, un nuovo modello di servizio civile, decisamente più funzionale". Il servizio civile, secondo il ministro, sta vivendo "una fase di transazione delicata, in cui si devono ridefinire i rapporti con gli enti, che finora sono stati abituati a ricevere semplicemente gli obiettori e che ora dovranno proporre progetti in grado di attirare il volontariato". Inserire in futuro anche gli immigrati incentiverebbe senza dubbio questi obiettivi.

24. TERRORISMO: Egiziano arrestato e assolto chiede i danni. Mia vita è cambiata, ma di giustizia italiana penso molto bene (ANSA) - TORINO, 26/03/2003 - Ha trascorso un anno, un mese e venti giorni in carcere, e poi altri 224 giorni agli arresti domiciliari, prima di vedersi assolvere, in tribunale, dall'accusa di avere fiancheggiato l'organizzazione terroristica di Osama Bin Laden. Oggi Khaled Bayoumi, 30 anni, egiziano, ha chiesto un risarcimento per "ingiusta detenzione". "Quell' arresto - racconta - mi ha cambiato la vita. Ho perso il lavoro, ho perso la fidanzata, ho perso la salute, e la mia famiglia, rimasta in Egitto, ha avuto dei problemi. Se sorrido è per gentilezza, non perché mi sento di farlo. Io ho sempre saputo di essere innocente, e della giustizia italiana, visto come sono andate le cose, non posso che pensare molto bene. Però, ancora adesso, se la gente scopre che sono rimasto coinvolto in una storia di terrorismo comincia a trattarmi in modo diverso, sia qui che nel mio paese: così, spesso, mi presento con un nome diverso". Bayoumi era stato arrestato nell'ottobre del 1998 insieme ai due immigrati con i quali divideva un alloggio di Torino ("ci si dava una mano per dividere le spese, per la nostra cultura non è una cosa tanto strana"); uno dei componenti del terzetto, Roger Naji, giunto in città poco tempo prima, era ricercato dalla CIA perché sospettato di aver organizzato un attentato all'ambasciata americana a Tirana, e la Digos, in un vicino garage, scoprì un borsone pieno di armi. Ma il processo dimostrò che Bayoumi era innocente e che il piccolo arsenale era di provenienza incerta: durante le indagini un pentito di mafia rivelò che le armi erano state vendute a una cosca tanto che lo stesso Naji (che forse si chiama Alì Nassanian Nisbah) venne condannato solo per aver fornito false generalità. "Non mi sono mai interessato di politica - riprende Bayoumi - e tanto meno sono un islamico integralista. Al mio paese ho preso una laurea in psicologia. Qui, in Italia, sono arrivato nel 1997, e mi sono messo a lavorare, in una macelleria. Finché sono stato arrestato". La causa, secondo l'egiziano, sarebbe da ricercarsi nel fatto che un suo cognato, residente a Londra, era considerato da Scotland Yard vicino ad Al Qaida. "E' vero - dice - sono stato assolto. Ma in carcere ho creduto di impazzire. La mia fidanzata, con la quale progettavo di sposarmi, mi ha abbandonato. A lungo sono rimasto senza lavoro, e la pressione mi dà dei guai. Adesso ho un impiego in una pizzeria, e ho chiesto di beneficiare dell'ultima sanatoria. Dio sa che non ho fatto niente, e lo so anch'io. Ma ho paura che la gente non capisca. Quando cercavo un'occupazione davo nomi diversi e agli amici racconto bugie: quando mi chiedono, ad esempio, perché non ho approfittato della sanatoria del 1998, sa cosa rispondo? Che mi trovavo in Francia".

25. AIDS - SANT'EGIDIO presenta i primi risultati di Dream: ''La sfida è curare 30mila sieropositivi all'anno in Africa'' (Redattore Sociale) - ROMA, 26/03/2003 - “La sfida è curare 30mila sieropositivi all’anno in Africa”. Presentati i primi risultati di “Dream” (Drug Resources Enhancement against Aids in Mozambique), programma di intervento socio-sanitario in Mozambico per combattere l’AIDS promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. Ha illustrato i primi esiti del progetto il medico responsabile del programma, Leonardo Palombi, di Sant’Egidio, nel corso del convegno “Curare l’AIDS in Africa. La terapia antiretrovirale in Mozambico”, svoltosi oggi presso la ex Sala Stampa del Giubileo. “Dream si inserisce in uno sforzo globale per la lotta all’AIDS in Africa, nel confronto tra nord e sud del mondo per lo sviluppo”, ha commentato Mario Marazziti, portavoce della Comunità. SI tratta di un programma di controllo, prevenzione e trattamento, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e l’Inmi Spallanzani. Tra i risultati ottenuti in un anno, la significativa riduzione della mortalità e il sensibile abbassamento della carica virale nel 90% dei pazienti in terapia. Ma la frontiera è lo “scaling-up”, ovvero l’estensione di Dream per “raggiungere una significativa porzione della popolazione e proteggere davvero lo sviluppo del Mozambico”, ha auspicato Palombi. Attualmente negli ospedali di Maputo, Beira e Mampula sono funzionanti laboratori di biologia molecolare, reparti di maternità, centri per la cura comunitaria e domiciliare, introducendo la terapia antiretrovirale allo scopo di curare le persone con infezione da HIV e prevenire la trasmissione verticale; tutte le attività rivolte ai pazienti sono gratuite. In circa un anno sono 1.799 le persone (la maggioranza tra i 16 e i 25 anni) che si sono sottoposte volontariamente al test, che ha permesso di individuare 774 sieropositivi; il tasso di abbandono della terapia è inferiore al 5%, risultato “lusinghiero e paragonabile, se non migliore, di quello di alcuni paesi occidentali”, commenta il medico. Sono ormai oltre un centinaio i bambini nati da madri che hanno seguito il protocollo di “Cura e prevenzione per la madre e il bambino”: Dream, infatti, prevede che le madri con HIV ricevano la tri-terapia per prevenire la trasmissione verticale dell’infezione; dopo il parto continuano la terapia, sulla base dei protocolli utilizzati per il trattamento delle persone viventi con HIV-AIDS. Inoltre il programma fonda il suo intervento su personale mozambicano, con un investimento nella formazione in loco e all’estero. Al momento sono circa 1.000 le persone con HIV-AIDS in carico a Dream: oltre la metà riceve la terapia antiretrovirale.I costi? Contenuti, secondo Palombi: “Escludendo le riabilitazioni di strutture sanitarie e le dotazioni di apparecchiature, la gestione annua di un paziente - comprese le spese per la nutrizione - si aggira intorno agli 850 dollari. Siamo convinti che tale cifra scenderà in futuro”.

26. AIDS - Anche Farmindustria sosterrà per 10 anni il progetto di Sant’Egidio in Mozambico (Redattore Sociale) - ROMA, 26/03/2003 - Le immagini in bianco e nero illustrano le attività di assistenza domiciliare e day hospital, sostegno alimentare e cura dei bambini, formazione ed educazione sanitaria, test HIV e counselling, prevenzione della trasmissione materno-infantile dell’infezione, laboratori di biologia molecolare. E poi la situazione del carcere di Pemba, dove sono detenuti molti sieropositivi, lo staff mobile che assiste i malati di AIDS, i bambini sieropositivi, lebbrosi, malnutriti e con tubercolosi, molto diffusa a causa dell’AIDS. Realizzati da Massimo Mastrorillo, gli scatti facevano da cornice, nel cortile della ex Sala Stampa del Giubileo, al convegno “Curare l’AIDS in Africa. La terapia antiretrovirale in Mozambico”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, che ha presentato oggi i risultati del progetto - main sponsor UniCredito Italiano - denominato Dream (Drug resources enhancement against Aids in Mozambique). Un programma salutato con favore dal Governo, “impegnato e determinato a risolvere il problema dell’AIDS per lo sviluppo in Africa”, ha dichiarato Alberto Michelini, rappresentante per il Governo Italiano al G8. Anche Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha incoraggiato il progetto: “In giorni così concitati in cui tutto parla di morte, distruzione e guerra, c’è chi si dedica con forza e determinazione a portare la vita - ha detto. La lotta all’AIDS è un traguardo possibile e perseguibile in maniera realistica. Ci auguriamo che il programma Dream sia seguito da altri paesi. Anche per la qualità dell’impegno, non solo assistenziale e sanitario, ma che implica coinvolgimento, partecipazione, dialogo, capaci di far rinascere la fiducia e la speranza nei pazienti”. Nel corso del convegno sono stati anche presentati contenuti dell’accordo di partnership con Farmindustria che contribuirà, sia in modo diretto che attraverso i suoi associati, a sostenere lo sviluppo del programma nei prossimi 10 anni attraverso il pagamento dei costi di un ricercatore, che avrà il compito di seguire l’evoluzione e l’attuazione del programma e di aiutare la formazione sul posto degli operatori sanitari. Si tratta di “lavorare insieme alla costruzione di un modello di intervento - ha spiegato Gian Pietro Leoni, presidente di Farmindustria - per produrre risorse di vario tipo: dalla formazione sul posto degli operatori sanitari agli interventi di educazione nelle scuole, alle misure di prevenzione sul territorio”. Molte delle aziende associate a Farmindustria hanno deciso di offrire prodotti e risorse, “garantendone la disponibilità per un lungo periodo”. È la prima volta che l’associazione si assume un impegno del genere e di lungo periodo: una scelta motivata sia dalla “validità del progetto”, sia dal fatto che “non ci è stato chiesto un generico sostegno economico a un’iniziativa già definita e consolidata - ha rilevato Leoni -, ma la disponibilità a collaborare con le nostre competenze e conoscenze alla sua realizzazione”.

27. REGOLARIZZAZIONE A MILANO: Ecco i moduli per il subentro del datore di lavoro (Stranieri in Italia) - MILANO - A Milano, 25/03/2003 – E’ stata finalmente definita la procedura per il subentro del datore di lavoro. L’ultimo passo è stata la messa a punto dei moduli (che pubblichiamo qui di seguito) con cui il nuovo datore di lavoro può prendere il posto di quello vecchio nella procedura di regolarizzazione. Una chance in più per tutti quei lavoratori stranieri che avevano perso il posto durante questi lunghi mesi di attesa, anche per chi non sopportava più i ricatti di alcuni “principali” disonesti. La prefettura di Milano autorizza il subentro non solo in caso di morte del datore di lavoro o di licenziamento, ma anche se è stato il lavoratore a presentare le dimissioni. Il nuovo datore deve compilare il modulo e presentarlo in duplice copia allo sportello unico per l’immigrazione. Altre due copie devono essere trasmesse all’INPS e all’INAIL, per informare i due istituti che è cambiato il soggetto che paga i contributi.

28. IRAQ: MARTINO, Turchia teme infiltrazioni terroristi tra rifugiati (AGI) - ROMA, 25/03/2003. - I turchi temono che dal Nord Iraq, oltre ai profughi, si infiltrino gruppi di terroristi, come già avvenuto nel '91 nella guerra del Golfo. Lo ha detto il ministro della Difesa, Antonio Martino, che alla commissione di merito del Senato ha fatto un cenno alla sua breve visita in Turchia. "Non sono andato in Turchia per la situazione irachena -ha detto Martino- anche se la situazione irachena suggeriva di rinviare quella visita. Già erano state rinviate altre visite e non volevo che il governo di Ankara interpretasse un ulteriore rinvio come mancanza di rispetto o peggio. Ho accorciato la visita a un giorno e mezzo ed ho fatto presente ai miei interlocutori turchi che c'è preoccupazione non solo di parte americana che un'eventuale infiltrazione di truppe turche nel nord dell'Iraq potrebbe complicare una situazione già di per se molto complicata. Dalla parte turca mi sono state fatte presenti alcune cose che purtroppo conoscevamo bene e cioè che quando ci fu la guerra del Golfo del '91 loro dovettero alloggiare e mantenere per alcuni mesi 500 mila rifugiati e che all'interno di questi rifugiati dall'Iraq c'erano dei gruppi terroristici. I turchi -ha detto Martino- sono preoccupati che possa ripetersi quello stesso scenario. Io ho detto loro che queste considerazioni sono comprensibili ma tuttavia preferiremmo che non ci fosse una forte infiltrazione di militari turchi nel nord dell'Iraq perché la situazione si complicherebbe ulteriormente.

29. PERUGIA: Grazie al servizio "Stranieri & lavoro" in 2500 hanno trovato un'occupazione nel 2002 (Stranieri in Italia) – PERUGIA, 25/03/2003 - Immigrati in cerca di occupazione? Grazie all'orientamento del servizio della Provincia "Stranieri & lavoro" nel 2002 in 2500 hanno trovato un lavoro stabile. Il servizio della Provincia perugina ha lo scopo di orientare gli stranieri che accedono ai centri e articola la propria attività prevalentemente sull'individuazione e valorizzazione delle professionalità degli immigrati, il monitoraggio del mercato del lavoro, formazione e riqualificazione delle professionalità, promozione e orientamento al lavoro e consulenza alla formazione di impresa. Nell'ultimo anno la maggior parte degli stranieri che ha trovato lavoro proviene dal Marocco (25,1%), seguiti dall'Albania (20,6 %), e dalla Romania (7,4%). Con l'entrata in vigore della legge "Bossi-Fini" ai Centri per l'impiego è stato attribuito il compito di dare indicazioni alla Prefettura sui flussi degli immigrati: quando le aziende si rivolgono alla Prefettura per la richiesta di personale immigrato, la richiesta viene fatta ai Centri per l'Impiego che entro 20 giorni devono verificare le richieste da parte di cittadini immigrati e, se non ci sono, comunicarlo. L'utenza straniera che nell'ultimo anno si è avvalsa del servizio ammonta a 13.000 unità. Secondo i dati dell'ente, nel 2002 i lavoratori immigrati che hanno trovato lavoro tramite la Provincia sono 2.493. La maggior parte ha più di 30 anni e possiede qualifica di operaio generico. Ha contratto a tempo determinato e stagionali. Prevalentemente si tratta di donne, grazie all'attività di collaborazione domiciliare. "Per ridurre la precarietà lavorativa di queste persone stiamo anche avviando altri progetti - spiega l'assessore provinciale alla formazione, istruzione e lavoro Maria Pia Bruscolotti - che ci sono stati finanziati, come ad esempio "IO - Impresa Occupazione" attraverso il quale cerchiamo di avviare gli immigrati a costruirsi una propria attività". Da oggi, oltre a Perugia il servizio "Stranieri & lavoro" sarà esteso anche ad altre città umbre: in primis a Città di Castello, Foligno, Spoleto, Gubbio e Norcia presso gli Sportelli Comunali del lavoro.

30. IMMIGRAZIONE: Assessore Veneto, rendere obbligatorio italiano. Zanon chiederà modifica Bossi-Fini a governo (ANSA) - VENEZIA, 25/03/2003 - "Rendere obbligatorio l'apprendimento dell'italiano nei primi due anni di permanenza dei cittadini stranieri sul nostro territorio". Lo ha proposto l'assessore regionale ai flussi migratori Raffaele Zanon, che chiederà a tale riguardo una specifica modifica della Bossi-Fini. "E' un elemento fondamentale - ha detto Zanon, intervenendo ad un convegno a Vicenza sull'integrazione degli immigrati nella locale realtà e la rete dei servizi, promosso dall'amministrazione comunale - per rendere effettivo il diritto di cittadinanza attiva di queste persone e per rendere effettiva la loro possibilità di integrazione. Non può esserci cittadinanza dignitosa se non si conoscono le basi della lingua usata nel territorio dove si vive. La conoscenza obbligatoria della lingua italiana è il primo basilare elemento di mediazione culturale. Nel Veneto e in Italia ci sono ancora molti, troppi stranieri - soprattutto le famiglie e al loro interno le donne - che non conoscono l'italiano pur vivendo con noi da anni". "In Germania è così da tempo - ha rilevato Zanon - da noi ancora no. La legge sull'immigrazione Bossi-Fini andrebbe modificata in questo senso e avanzerò tale proposta formalmente al vicepresidente del consiglio Fini (che è stato un pò il coordinatore della Bossi-Fini), al ministro dell'Interno Pisanu, al ministro del Lavoro e del Welfare Maroni e al ministro dell'Istruzione Moratti. E' una battaglia di civiltà". Secondo l'assessore Zanon, "essere padroni della lingua italiana è lo strumento di mediazione per eccellenza per mettere a conoscenza il cittadino straniero delle regole che governano la società in cui vive e per consentirgli un'integrazione efficace. Su questo versante - aggiunge l'esponente regionale - ritengo ci debba essere un forte investimento, in parte già avviato dalla Regione. Tale investimento deve essere potenziato innanzitutto all'interno del sistema scolastico che si trova a fronteggiare la presenza di molti figli di immigrati stranieri. Ma anche le aziende devono essere presenti su questo tema. Intendo dire - spiega Zanon - che i datori di lavoro dovrebbero sostenere, magari con l'utilizzo delle risorse previsti dal Fondo sociale europeo per la formazione, dei corsi d'italiano all'interno dei posti di lavoro in modo da raggiungere tutti i lavoratori stranieri".

31. Favori sessuali in cambio di regolarizzazione: 4 anni a PS (ANSA) - PAVIA, 25/03/2003 - Accusato di aver costretto almeno sette immigrate a prestazioni sessuali in cambio di un aiuto nelle procedure per la regolarizzazione, V.R., un poliziotto dell'ufficio stranieri della Questura di Pavia, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale. Il processo si è svolto con rito abbreviato davanti al giudice dell'udienza preliminare, che ha accolto la richiesta formulata dal pm. Le indagini sono state svolte dai colleghi del poliziotto. Secondo quanto emerso dall'inchiesta, gli atti sessuali ai quali le donne erano costrette avvenivano in Questura, dentro l'ufficio occupato dall'agente. Alcune scene sono state riprese da telecamere. Una delle donne che avevano sporto denuncia si è costituita parte civile.