Per i parenti degli stranieri trattenuti nel Centro di Permanenza Temporanea di via Mattei a Bologna impossibile avere colloqui con il trattenuto.
A Bologna gli stranieri trattenuti in attesa di espulsione non hanno nemmeno i diritti di cui godono i detenuti.
Il parente di un detenuto ottiene normalmente il permesso di colloquio in poche ore, il parente dello straniero trattenuto a Bologna non riesce ad ottenerlo prima di una quindicina di giorni. Nel frattempo, magari, lo straniero gi stato espulso.
Per ottenere lautorizzazione a un colloquio lo straniero recluso nel CPT deve fare una domanda che viene inoltrata alla Prefettura, dove devono essere inoltrate anche le copie dei documenti del parente. La Prefettura non risponde se non dopo almeno quindici giorni. Se il parente dello straniero si presenta in Prefettura per sollecitare lautorizzazione non gli viene nemmeno concessa il permesso ad accedere allufficio competente.
Tutto ci avviene in aperta violazione
della Carta dei diritti e dei doveri
per il trattenimento della persona ospitata nei centri di permanenza
temporanea, emanata il 30.08.2000 dal Ministero dellInterno che prevede al
punto 2 lettera l) che lautorizzazione al colloquio debba essere rilasciata o
negata entro 48 ore dalla ricezione dellistanza.
La violazione di questa direttiva una palese discriminazione nei confronti di cittadini stranieri che si trovano, in molti casi, trattenuti non perch hanno commesso reati, ma semplicemente perch non in regola con il permesso di soggiorno. Una discriminazione ancora pi odiosa perch messa in atto proprio dalle pubbliche istituzioni.
Bologna, 13 ottobre 2003
Giuristi Democratici Bologna
Associazione per gli Studi Giuridici
sullimmigrazione - Bologna