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Incontro della Presidenza Italiana
con
rappresentanti
CEC (Conference
of European Churches),
COMECE (Commission of the Bishops'
Conferences of the EC),
CEI (Conferenza
Episcopale Italiana),
FCEI (Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia)
14 ottobre 2003
Dr. Annemarie Dupr
Mi permetto di intervenire da una prospettiva europea,
senza per perdere dĠocchio il ruolo particolare dellĠEuropa del Sud. Siamo ben
coscienti della particolare situazione geografica del Sud dellĠEuropa che nello
stesso tempo rappresenta il Nord dellĠArea Mediterranea. Il 2003, che ha visto
per due turni questo Sud nel ruolo della Presidenza dellĠUnione Europea, con la
Grecia e lĠItalia, ha permesso di rendere visibili situazioni e problemi
dellĠArea Mediterranea. Inoltre, senza dubbio, i flussi migratori sono emersi
come una questione importanti per lĠintero dibattito sulle frontiere esterne
dellĠEuropa.
Il Mare Mediterraneo storicamente un ponte tra 3
continenti: Europa, Africa ed Asia,
anche per i flussi migratori. LĠarrivo di migranti e richiedenti asilo
via mare, i cosiddetti Òboat peopleÓ diventato un'immagine drammatica e non
solo un'immagine, visto che decine, se non centinaia di persone, muoiono in
questi percorsi.
LĠEuropa cerca di reagire a questo fenomeno. Come
Chiese non ci opponiamo a una gestione del problema, anzi la chiediamo, ma
siamo convinti che servano due tipi di interventi:
1)
misure di
controllo delle frontiere e di persecuzione penale di chi sfrutta questa gente
in gravi difficolt, cio i trafficanti;
2)
riteniamo
comunque che misure di controllo e di lotta contro i trafficanti devono essere
accompagnate da possibilit alternative legali per entrare in Europa.
In questo senso guardiamo con interesse alle
proposte di questo governo e crediamo che devono essere approfondite,
rispecchiando nella definizione delle misure legali ed applicative quei valori
che lĠattuale Presidenza ha voluto sottolineare nella Costituzione Europea.
1)
Per i
rifugiati appoggiamo lo studio di possibilit di ÒresettlementÓ con
trasferimento protetto da zone a rischio: penso alla Somalia, alle aree tra
Marocco ed Algeria, agli Iraniani, ex rifugiati in Iraq ed ora in zone sciite
senza alcuna protezione, ma la lista molto pi lunga.
2)
Per i migranti
i sistemi di quote potrebbero essere almeno una parziale risposta, visto che le
prime piccole esperienze, sicuramente un poĠ troppo timide, le abbiamo fatte in
Italia con questo strumento..
Siamo convinti che questo tipo di misure devono
accompagnare le misure di controllo, se si vuole arrivare a risultati positivi.
Non basta combattere i trafficanti, si deve anche togliergli il mercato; i rifugiati e i migranti devono quindi
trovare alternative legali per venire in Europa. Naturalmente questo richiede
un Òmigration managementÓ dove vanno rispettate quote e criteri per quanto
concerne la immigrazione per motivo di lavoro o studio. Per i rifugiati la
Convenzione di Ginevra, e i vari strumenti legislativi internazionali sui
Diritti Umani, offrono criteri precisi che speriamo vengano rispettati nelle
Direttive attualmente in discussione.
Non posso affrontare qui oggi tutti i temi della
legislazione europea in materia di asilo e immigrazione, per i quali le Chiese
sono preoccupate o desiderano fare proposte. Consegno volentieri i documenti
elaborati dagli organismi protestanti, ortodossi e cattolici che approfondiscono
gli argomenti con conoscenza di causa.
Recentemente nei colloqui a Bruxelles ed in altri
sedi abbiamo saputo di riflessioni del Governo Italiano su come regolarizzare
il rimpatrio di grossi gruppi di persone con voli charter. Questa prassi gi
ora in uso in Francia ed in Germania e recentemente anche in Italia. Queste
azioni preoccupano le chiese che temono la possibilit che siano messi a
rischio la dignit e il rispetto dei diritti delle persone, colpite da questo
tipo di provvedimento.
In ogni caso non si deve trattare di una espulsione
di massa, che non ammissibile secondo il diritto internazionale.
Ogni caso deve essere valutato individualmente.
Devono essere rispettati i diritti fondamentali.
Deve essere garantita la dignit di ogni persona.
Vanno tutelate categorie deboli come donne, minori,
malati ecc.
Speriamo che questa Presidenza tenga conto della
lunga esperienza di emigrazione dei cittadini italiani e della legislazione
italiana sullĠimmigrazione che potrebbe offrire contributi positivi alla
legislazione europea, p.e. sulla protezione delle vittime della tratta e sulle
quote per lĠimmigrazione per lavoro. Ricordo anche due norme molto interessanti
che recentemente sono state abolite ma che potrebbero essere riprese: la
possibilit di ingresso a tempo determinato per ricerca di lavoro e la figura
dello sponsor che un'altra possibilit di ingresso per lavoro, ma dove lo
sponsor garantisce che eventuali costi per un immigrato non ricadano sullo
Stato ospitante.