dal
14 al 17ottobre 2003
1.
IMMIGRAZIONE – I ''nuovi compagni di scuola'' sono sempre di più. 232.766 gli
studenti stranieri in Italia; 20 anni fa erano 6mila (Redattore Sociale)
2. IMMIGRATI: Castelli, proposta AN ingiusta e
incostituzionale (AGI)
3. FINI:
litigheremo fino al 2006, ma non cambiamo governo colloquio con Repubblica (ANSA)
4.
IMMIGRAZIONE: AN, voto attivo e passivo per amministrative primi firmatari
Anedda e La Russa (ANSA)
5.
IMMIGRAZIONE: a novembre parte esame PDL alla camera decisone Presidenza
Commissione affari costituzionali (ANSA)
6.
IMMIGRAZIONE: D'Alema, c'e' maggioranza per diritto al voto nulla di scandaloso
se nasce la "legge Turco-Fini" (ANSA)
7. Come e
dopo quanto tempo votano gli immigrati negli altri paesi europei. di Saleh Zaghloul (Migranews.net)
8. Bambino albanese comprato: scomparso fratello
maggiore (AGI)
9. IMMIGRAZIONE
- Voto agli immigrati? I missionari Comboniani chiedono al governo italiano di
cambiare la legge (Redattore Sociale)
10. Ricerca
dell'Anci: la maggioranza dei sindaci è favorevole a far votare gli stranieri
alle amministrative (Stranieri in Italia)
11.
IMMIGRAZIONE: da assemblea ANCI coro di consensi a voto (ANSA)
12. FINANZIARIA:
Lazio; Storace, piu' soldi per salute immigrati (ANSA)
13. ECONOMIA
- Banca Etica: nella Giornata della povertà il fotografo Salgado apre un conto
a Milano (Redattore Sociale)
14. MINORI -
Riforma della giustizia, appello degli assistenti sociali: ''il minore rischia
di perdere una posizione centrale'' (Redattore Sociale)
15. POVERTA'
– Al via la campagna ''More and better'', lanciata da un gruppo di ong europee,
africane, asiatiche e nord americane (Redattore Sociale)
16. IMMIGRAZIONE
– Melegari (Centro Studi Immigrazione): ''Moltissimi i modi per entrare
clandestinamente in Italia'' (Redattore Sociale)
17. AFRICA -
''Le nuove frontiere del prendersi cura'': 5 incontri del Cuamm per riflettere
sulle questioni africane (Redattore Sociale)
18. Indagine
sui proprietari di case: il 57% dice 'no' agli affitti per gli stranieri.
Bologna guida la classifica negativa
(Stranieri in Italia)
19. IMMIGRAZIONE
- ''Io non sono razzista ma…'': parte da Conegliano una mostra itinerante su
stereotipi e pregiudizi (Redattore Sociale)
20.
IMMIGRAZIONE - Quale impatto della regolarizzazione sul diritto alla salute
degli immigrati? Workshop al Cnr (Redattore Sociale)
21. ECONOMIA
– Finanziaria 2004. L'Associazione Ong: ''Si specula ancora sulla vita dei
poveri del Sud del mondo'' (Redattore Sociale)
22. IMMIGRAZIONE
- Saranno 4 i nuovi consiglieri aggiunti immigrati nel Consiglio comunale della
capitale (Redattore Sociale)
23. IMMIGRAZIONE
– Le colf in Lombardia. Hanno una minore anzianità migratoria: una su tre è in
Italia da 5 anni. Il 77% è regolare (Redattore Sociale)
24. IMMIGRAZIONE
– Le colf in Lombardia. Il grado di istruzione non è così elevata come nel
resto d'Italia (Redattore Sociale)
25. IMMIGRAZIONE
- A partire dal 2004 la Provincia di Roma avrà un Consiglio degli immigrati,
eletto dagli stessi stranieri (Redattore Sociale)
26. IMMIGRAZIONE
– Le colf in Lombardia. Condizioni abitative: oltre il 30% alloggia sul luogo
di lavoro (Redattore Sociale)
27. IMMIGRAZIONE
– Guadagnano in media 700 euro e si occupano di pulizie, anziani e bambini. Il
profilo delle colf in Lombardia effettuato dalla Fondazione Andolfi (Redattore Sociale)
28. IMMIGRAZIONE - Bossi-Fini,
inizia l'esame della Corte Costituzionale sulle 435 eccezioni d'incostituzionalità (Redattore Sociale)
29.
PROSTITUZIONE - Una nuova grande sfida alla vita religiosa: è il tema formativo
dell'incontro al Sedos (Redattore Sociale)
30. PISANU,
con riforma prefetture regolarizzazione veloce no a passi indietro con
tentazioni centraliste (ANSA)
1. IMMIGRAZIONE – I ''nuovi compagni di
scuola'' sono sempre di più. 232.766 gli studenti stranieri in Italia; 20 anni
fa erano 6mila (Redattore
Sociale) 17 ottobre 2003 ROMA
- I "nuovi compagni di scuola" sono sempre di più: nell’anno
scolastico 2002-2003, gli alunni stranieri nelle classi italiane erano circa 40
volte di più rispetto a 20 anni prima. E’ quanto emerge dall’ultima indagine,
condotta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sulla
presenza di alunni con cittadinanza non italiana nelle nostre scuole. I
risultati dell’indagine, che saranno presto pubblicati interamente sul sito
istituzionale www.istruzione.it, sono stati parzialmente anticipati ieri, 16
ottobre, presso la sede del Centro Studi Emigrazione di Roma. “Viviamo in un
momento di ottimismo - ha affermato Padre Gianmario Maffioletti, Direttore dello
CSER -, grazie alle recenti aperture rispetto alla partecipazione degli
immigrati alla vita democratica del nostro Paese. Ma questo riconoscimento
giuridico, pur essendo un momento fondamentale, non è conclusivo: occorre
garantire agli immigrati l’effettivo esercizio dei loro diritti politici e
sociali. Ciò sarà possibile solo attraverso un approccio interculturale, che
definisca i metodi e i contenuti della convivenza civile”. Proprio a questo
approccio è chiamata oggi con urgenza la scuola italiana, che nel processo di
integrazione gioca un ruolo fondamentale: “Questi dati, evidenziando la
presenza significativa degli alunni stranieri nelle nostre scuole, possono
forse convincerci a cambiare atteggiamento nei confronti degli immigrati”, ha
affermato Franca Eckert Cohen, Consigliera Delegata del Sindaco di Roma alle
Politiche della Multietnicità. Anche per Alessandro Musumeci, “la presenza di
questi ragazzi è un’opportunità per allargare le nostre vedute. Il
multiculturalismo consiste nel riconoscimento che la realtà ha diversi piani di
lettura”. Musumeci, Direttore Generale del Servizio Automazione Informatica e
Innovazione Tecnologica del MIUR, ha poi presentato alcuni dati significativi,
raccolti con “metodi statistici e con tecnologie che ci impegniamo a raffinare
di anno in anno”: dall’indagine, risulta innanzitutto che, mentre nell’anno
scolastico 1983/84 si contavano 6.104 alunni di nazionalità non italiana, alla
fine dello scorso anno se ne registravano 232.766. “Grazie all’elaborazione di
modelli statistici, possiamo inoltre prevedere che, nei prossimi 10 anni, si
registrerà un ulteriore aumento. Di fronte a questa situazione, occorre
preparare gli insegnanti, garantendo loro una formazione adeguata”. Altri dati
interessanti sono stati presentati da Vinicio Ongini, che ha partecipato
personalmente all’indagine del Ministero. “Per capire se 232.766 alunni
stranieri siano tanti o pochi”, ha spiegato, “bisogna confrontare questo dato
con quelli che riguardano altri Paesi europei”. In Italia, come in Spagna,
circa il 2,95% della popolazione scolastica è formata da alunni stranieri:
“Decisamente pochi, rispetto al 6% della Francia, al 9,7% della Germania, al
14% della Gran Bretagna. Ma bisogna considerare due elementi: innanzitutto, la
difformità dei criteri di misurazione adottati nei diversi Paesi, che non rende
ancora possibile un confronto veramente scientifico; poi, la “giovinezza”
dell’Italia e della Spagna come Paesi di immigrazione e la rapidità, negli
ultimi anni, dell’inserimento di alunni stranieri nelle scuole di questi due
Paesi”. Disaggregando poi il dato complessivo per regioni, si scopre che la
regione con la massima percentuale di alunni stranieri è l’Emilia Romagna
(5,93%), seguita da Umbria, Marche e Lombardia. “E’ significativo che nelle
regioni meridionali, dove avvengono gli sbarchi, la presenza di alunni di
cittadinanza non italiana sia quasi irrilevante. E’ evidente come la
concentrazione in alcuni centri sia legata alle opportunità occupazionali”, ha
spiegato Ongini. “Se la distribuzione di questi alunni fosse più omogenea,
232.766 non sarebbe un numero molto alto”, ha spiegato Elena Besozzi, docente
di Sociologia dell’Educazione presso l’Università Cattolica di Milano. “Invece,
in alcune situazioni si ha la sensazione di una vera e propria ondata. In
alcune classi della Lombardia, la metà degli alunni è di cittadinanza non
italiana”. Di fronte a questa realtà complessa, l’educazione interculturale si
rivela una risorsa preziosa: “Ma bisogna innanzitutto domandarsi seriamente
cosa sia l’educazione interculturale”, continua la Besozzi Oggi, credo che si
rischi, in questo ambito, soprattutto la routinizzazione, cioè la proposta di
soluzioni standardizzate di fronte agli alunni stranieri. Questo taglia alle
radici il potenzialo trasformativo dell’educazione interculturale, che è
innanzitutto provocazione, in quanto richiede la trasformazione del modo di
essere e di fare scuola”. Riferendosi ad alcuni progetti scolastici solo
apparentemente “interculturali”, la Besozzi mette in guardia contro quelle
attività che, perdendo appunto il loro potenziale provocatorio, “assumono un
carattere folklorico e giocoso, ma del tutto privo di contenuti”. Allo stesso
modo, secondo la Besozzi, bisogna chiedersi cosa intendiamo con la parola
integrazione: “Dietro la nobile causa dell’integrazione, si cela il rischio di
una bieca assimilazione, che suona così: “Questa è la cultura italiana: vedi di
fartela piacere!”. Questa indicazione degli insegnanti, peraltro, incontra il
desiderio di mimetismo e assimilazione proprio di molti alunni stranieri, che
non vedono l’ora di confondersi con i loro compagni italiani”. I dati
evidenziati dall’indagine del MIUR, dunque, ben lungi dall’essere inerti,
devono piuttosto interrogare, interpellare, “provocare” la scuola, affinché
possa essere luogo di vera “integrazione”, capace di valorizzare le differenze
e di arricchire, tramite queste, la nostra stessa cultura.(Chiara Ludovisi)
2. IMMIGRATI: Castelli, proposta AN ingiusta
e incostituzionale (AGI) - Roma, 17
ott. - Giudizio critico del ministro ella Giustizia Roberto Castelli sulla
proposta di legge costituzionale presentata da Alleanza Nazionale riguardo al
diritto di voto degli immigrati. "Con la proposta di legge di An sul voto
agli immigrati, che introduce la necessita' di avere 'un reddito sufficiente
per il sostentamento' per poter votare si torna indietro fino al 17 marzo
1848", ha detto Castelli a margine del convegno dei dottori commercialisti
che si sta svolgendo a Roma. Si torna alla "legge elettorale del Regno di
Sardegna che stabiliva che per votare bisognava pagare un censo di 40
lire", ha sottolineato il guardasigilli che ha concluso: "Con questo
testo, An ha cercato di evitare di fare una legge di sinistra, ma l'esercizio
gli e' riuscito male. E' una legge piena di incongruenze e ingiustizie, in
quanto stabilisce una serie di discriminazioni francamente
incomprensibili". Si tratta di "un caso di legge costituzionale
patentemente incostituzionale". (AGI)
3. FINI: litigheremo fino al 2006, ma
non cambiamo governo colloquio con Repubblica (ANSA) - ROMA, 17 OTT - "Litigheremo fino alla fine
della legislatura, ma senza cambiare il presidente del Consiglio, a differenza
della sinistra che ne ha utilizzati tre".Il vicepremier Gianfranco Fini,
in un colloquio con REPUBBLICA, manda due messaggi. Il primo: lui non fa
complotti, non usa gli extracomunitari come pretesto per cambiare gli assetti
della maggioranza. "Il presidente del Consiglio è e resta
Berlusconi". Il secondo: An è leale con la coalizione su tutto ciò che
riguarda il programma di governo, ma sul resto vuole mani libere. "Ogni
forza politica può e deve avanzare proprie proposte, se crede. Specie quando ci
sono di mezzo problemi di coscienza". "Tutto questo gran discutere
sulla mia proposta - polemizza Fini - ha fatto passare in secondo piano la
coalizione granitica della maggioranza su almeno due questioni di fondo: la
riforma della Costituzione, che non è certo un emendamentino perché riguarda la
forma di stato con federalismo e devoluzione, e l'intesa politica sulla riforma
delle pensioni. In altre maggioranze ci sono stati momenti di tensione così
vivi che non sono riusciti a elaborare nemmeno uno straccio di proposta.
L'unico che ci ha provato, D'Alema Massimo, sta ancora a chiedersi perché non
ci è riuscito".
4.
IMMIGRAZIONE: AN, voto attivo e passivo per
amministrative primi firmatari Anedda e La Russa (ANSA) -
ROMA, 16 OTT - Alleanza Nazionale ha messo nero su bianco la proposta di legge
costituzionale che prevede il voto, attivo e passivo, nelle amministrative per
gli immigrati, primi firmatari il capogruppo alla camera Gianfranco Anedda e il
coordinatore nazionale del partito, Ignazio La Russa. La proposta si compone di
un solo articolo da inserire dopo l' articolo 48 della Costituzione: "Agli
stranieri non comunitari che hanno raggiunto la maggiore età, che soggiornano
stabilmente e regolarmente in Italia da almeno sei anni, che sono titolari di
un permesso di soggiorno per un motivo che consente un numero indeterminato di
rinnovi, che dimostrano di avere un reddito sufficiente per il sostentamento
proprio e dei familiari e che non sono stati rinviati a giudizio per reati per
i quali è obbligatorio o facoltativo l' arresto, mé riconosciuto il diritto di
voto attivo e passivo nelle elezioni amministrative in conformità alla
disciplina prevista per i cittadini comunitari. L' esercizio del diritto di cui
al comma 1 é riconosciuto a coloro che ne fanno richiesta e che si impegnano
contestualmente a rispettare i principi fondamentali della Costituzione
italiana".La proposta di legge (sottoscritta anche da Fiori, Landi,
Landolfi, Carrara, Briguglio, Bocchino, Cristaldi, Migliori, Nespoli) verrà
presentata tra poco alla stampa in un incontro nella sala Tatarella al gruppo
di An alla Camera.
5.
IMMIGRAZIONE: a novembre parte esame PDL
alla camera decisone Presidenza Commissione affari costituzionali (ANSA) - ROMA, 16 OTT - Le proposte di legge che concedono il
voto agli immigrati inizieranno il loro iter alla Camera a novembre. Lo ha
stabilità l'ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali di
Montecitorio. La richiesta è stata avanzata dal vicepresidente dei deputati di
An, Nicolò Cristaldi (An) e dal Ds Carlo Leoni. Gli esponenti degli altri
gruppi hanno concordato, compreso il capogruppo di Forza Italia, Michele
Saponara. Il leghista Pietro Fontanini non ha preso parola. L'ufficio di
presidenza di giovedì prossimo stabilirà il calendario nel dettaglio e deciderà
anche chi sarà il relatore delle proposte di legge.
6.
IMMIGRAZIONE: D'Alema, c'e' maggioranza per
diritto al voto nulla di scandaloso se nasce la "legge Turco-Fini" (ANSA) - ROMA, 16 OTT - "La grande novità di queste ore è
che la posizione di Fini fa pensare che ci sia finalmente una maggioranza per
riconoscere il diritto degli immigrati a votare nelle elezioni
amministrative". Massimo D'Alema, in una conferenza stampa, esprime l'
auspicio che su questo tema il Parlamento possa approvare un provvedimento e lo
fa rendendo merito al vicepresidente del Consiglio e ricordando, però, che i Ds
già dall' agosto 2001 avevano presentato una proposta di legge costituzionale
ad hoc. Oggi infatti alla
commissione Affari costituzionali la Quercia tornerà a chiedere che la proposta
diessina, che porta come prime firme quelle di Livia Turco e Luciano Violante,
sia calendarizzata in quota opposizione, in attesa che arrivi il tanto atteso
testo di An. "In materie come
queste che attengono i diritti fondamentali delle persone - osserva il
presidente dei Ds - non valgono motivi di disciplina di maggioranza, né di
disciplina di opposizione. Sono i classici temi in cui in parlamento può e deve
manifestarsi liberamente l' opinione non solo dei gruppi, ma perfino dei
singoli parlamentari". Il presidente dei Ds ironizza sulla possibilità che
si arrivi a un "testo unico Turco-Fini". "Non c' è nulla di
scandaloso in questo - aggiunge - l' importante è il contenuto di un provvedimento,
i diritti che riconosce". D'Alema, che in conferenza stampa si è
presentato insieme a Livia Turco, Luciano Violante, Gavino Angius e Carlo
Leoni, esprime parole di apprezzamento verso il vicepremier, ma rivendica anche
la primogenitura del suo partito in tema di diritti agli immigrati. "E' un
merito di Fini - riconosce il presidente dei Ds - se questo tema torna al
centro della discussione e noi speriamo che sia possibile realizzarlo. Non c'é
nulla di più devastante che suscitare speranze e poi tutto si affoga nel chiacchiericcio
della politica"."A noi - assicura D'Alema - sta a cuore l' oggetto
del provvedimento. Si passi quindi dalle parole ai fatti e se Fini ha preso
queste posizioni vuol dire che fa sul serio e noi lo prendiamo in parola".
"Siamo curiosi di confrontare la proposta che c' è, e non da ieri, con
quella che verrà", chiosa D'Alema, che dice di voler, "senza
presunzione, ristabilire la verità" sul fatto che la proposta di legge
della Quercia è stata depositata dal 2001. "Noi non abbiamo cambiato idea
- osserva D'Alema - semmai é Fini che dopo due anni di dura opposizione a
quella iniziativa si è reso conto della validità della proposta di dare il voto
agli immigrati". "Sottolineo l'importanza di questo - aggiunge -
perché nulla é più importante per un politico del rendersi conto che anche i
suoi avversari possono avere delle ragioni". "Ma da qui ad
appropriarsi di questa proposta il passo è lungo e non sarebbe neanche
giusto" osserva D'Alema.
Livia Turco ricorda i punti qualificanti della proposta del suo partito
che prevede per gli immigrati residenti da almeno cinque anni, oltre al diritto
di voto anche quello di essere eletto nei consigli comunali e provinciali. Gli
stranieri regolarmente residenti possono, inoltre, presentare petizioni alla
Camera e hanno l' accesso agli uffici delle pubbliche amministrazioni che
erogano servizi sanitari e sociali. Livia Turco contesta le affermazioni di
Fini sulla coerenza della sua proposta con la legge che porta il nome suo e
quello del leader della Lega. "La proposta del vice premier non è coerente
con la Bossi-Fini", osserva Turco che sottolinea come "le politiche
di integrazione siano state totalmente abbandonate e siano state inasprite
norme come quella del ricongiungimento dei familiari". Sempre in attesa di
conoscere la proposta di Alleanza Nazionale, Massimo D'Alema sottolinea l'
importanza che gli immigrati siano considerati un elettorato attivo: "La
limitazione ad essere solo un elettorato passivo sarebbe uno sfregio. Non si
può scrivere in Costituzione che una persona può votare e non può candidarsi
alle elezioni. E' un obbrobrio. Si sancirebbe un mezzo diritto". Ai
giornalisti che osservano come una legge costituzionale abbia bisogno di una
maggioranza dei due terzi, D'Alema osserva che una legge costituzionale "si
può approvare anche con una maggioranza assoluta", ricordando che poi c' è
la facoltà di chiamare l' elettorato ad esprimersi con un referendum. "Noi
cerchiamo - aggiunge il presidente dei Ds - una maggioranza semplice. Se ci
sono i due terzi allora è meglio".
Il presidente dei Ds prevede come un "tempo ragionevole" per
il varo dell' iniziativa le elezioni amministrative del 2005 e, viste le
aperture del leader di An, lo invita ad accogliere "due proposte". La
prima: "riconoscere agli immigrati l'assistenza sanitaria" come un
diritto "riconosciuto e non caritativo"; la seconda: prevedere
"l' estensione dell' assegno di maternità anche per le immigrate
regolari".E a chi si è chiesto quale titolo domani farà la Padania per
queste proposte, D' Alema replica: "se ci facessimo condizionare dalla
Padania, questo Paese non farebbe passi in avanti".(ANSA).
7.
Come e dopo quanto tempo votano gli
immigrati negli altri paesi europei. di Saleh Zaghloul (Migranews.net) 16 ottobre 2003 A proposito dei contenuti della
proposta di legge sul diritto al voto agli immigrati alcuni esponenti di
Alleanza nazionale hanno parlato di 8 anni di residenza altri di 6 anni, mentre
la proposta di legge dei Ds parla di 5 anni di residenza. Dopo i “festeggiamenti”
in seguito alla proposta di Fini gli immigrati cominciano a preoccuparsi dei
contenuti della proposta di legge e chiedono di lavorare affinché la legge che
li darà il diritto al voto sia una buona legge. Dicono di non lasciare sola An
che dopo le critiche che ha subito da più parti potrebbe indurla a presentare
una proposta di legge restrittiva. Altri esponenti della maggioranza di governo
dichiarano, come fa l’onorevole Tabacci dell’Udc, che dice: «Nessuno ha già
posto dei limiti invalicabili. La proposta di Fini è quella di cominciare a
ragionare su questo punto, come fanno in tutti i paesi europei». Pur
riconoscendo il ruolo centrale dell’onorevole Tabacci nel far uscire dalla
clandestinità 700.000 immigrati, ricordiamo che in Europa non si ragiona soltanto,
ma che gli immigrati già votano, ad esempio in Svezia dal 1975, in Norvegia dal
1982, in Danimarca dal 1981, in Irlanda dal 1963, in Spagna 1985. Dall’altra
parte il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, l’esponente più
autorevole di An in materia d’immigrazione ha dichiarato che il voto agli
immigrati sarebbe concesso a chi possiede la carta di soggiorno, essendo in
Italia da almeno 6 anni. Aggiungendo che attualmente si tratta di circa 150.000
persone, un numero quindi ancora circoscritto. Altri esponenti di An dicono che
il voto amministrativo sarà concesso agli immigrati, comunitari ed
extracomunitari, che hanno un lavoro, un codice fiscale, sono in grado di
mantenere una famiglia, non hanno precedenti penali e sono quindi pienamente inseriti.
La Carta di Soggiorno non c’entra niente con il diritto al voto, è stata
pensata e introdotta per garantire stabilità al soggiorno degli immigrati e per
risparmiare loro la fatica delle code davanti alle questure per rinnovare il
permesso di soggiorno, la sua funzione non può essere quindi quella di
escludere dai diritti coloro che non la possiedono. Inoltre il diritto al voto
legato alla Carta di soggiorno significherebbe l’introduzione del voto in base
al censo, visto che per poter aver la Carta di soggiorno occorre il possesso di
un reddito. In Europa gli immigrati votano alle stesse condizioni degli altri
cittadini. E’ importante che sia garantita la parità di trattamento e
l’uguaglianza dei diritti anche nella vicenda del diritto al voto. Se i cittadini
italiani disoccupati votano dovrebbero votare anche i disoccupati immigrati, se
per votare gli italiani devono essere maggiorenni anche gli stranieri lo devono
essere e così via. L’unica questione da decidere è il periodo di residenza
necessaria per poter votare. Gli altri paesi europei si comportano come segue:
in Svezia gli immigrati hanno il diritto al voto alle elezioni comunali e
regionali dopo 3 anni di residenza, in Norvegia alle elezioni comunali e
provinciali dopo 3 anni di residenza, in Danimarca alle elezioni comunali dopo
3 anni di residenza, in Irlanda alle elezioni comunali dopo 6 mesi di
residenza, in Spagna alle comunali dopo un solo giorno di residenza. La mozione
approvata al Consiglio comunale di Genova fissa in due anni il periodo di
residenza necessaria per votare. I cittadini (non italiani) appartenenti
all’Unione Europea residenti in Italia votano subito alle amministrative dopo
aver ottenuto la residenza. In fine il diritto al voto in tutte le sopraccitate
situazioni è attivo e passivo.
8. Bambino albanese comprato: scomparso
fratello maggiore (AGI) - Milano, 16
ott. - Il fratello maggiore del bambino albanese «comprato» da una famiglia di
Sersale (Catanzaro), sarebbe scomparso. A sostenerlo e' il settimanale
«Panorama» in edicola domani. Secondo il settimanale il fratello maggiore di
Arben (cosi' lo chiama Panorama per proteggere la sua identita') sarebbe stato
portato clandestinamente in Italia e, secondo quanto dichiarato dalla madre
Fatmira alle autorita' albanesi, un clan mafioso di Scutari lo utilizzerebbe
come spacciatore di droga nella metropoli lombarda. «Il ragazzo - scrive
Panorama - si chiama Admiral ed ha 14 anni». «L'inchiesta non e' ancora
chiusa», ha detto a «Panorama» il sostituto procuratore di Pescara, Giampiero
Di Florio, che da un anno e mezzo indaga sul traffico di esseri umani tra
Durazzo, Bari e Ancona. Arben, 7 anni comprato per 10 milioni di lire e un
televisore a colori, viene assistito da psicologi e assistenti sociali nella
casa-famiglia di Sant'Anna di Botricello, in Calabria, di cui e' responsabile
don Alfonso Velona'.
9. IMMIGRAZIONE - Voto agli immigrati? I
missionari Comboniani chiedono al governo italiano di cambiare la legge (Redattore Sociale) 16 ottobre 2003 ROMA - I Missionari
comboniani di "Azione ecclesiale nonviolenta" appoggiano in Italia la
proposta di dare il voto amministrativo agli immigrati regolari, ma chiedono
allo stesso tempo una modifica profonda della legge governativa conosciuta con
il nome di due suoi firmatari: Bossi-Fini. Lo riferisce l'agenzia Vidimus
Dominum. E proprio a Fini, attuale vicepresidente del consiglio e firmatario
della legge contestata, i missionari hanno scritto per appoggiare la sua
inattesa proposta di voto agli immigrati e per chiedergli, coerentemente, il
ripudio della legge punitiva che porta il suo nome. "Con la nostra andata
in Nigeria, alcuni anni fa, - scrivono i missionari - abbiamo dato avvio a
relazioni internazionali contro la prostituzione. Attualmente tra gli altri
progetti sosteniamo la comunità di accoglienza per la riabilitazione di ragazze
che hanno lasciato la strada. Nel giugno scorso ci siamo incatenati alla
Prefettura-Questura di Caserta per protestare contro l'operazione "Alto
Impatto" che nel nostro territorio colpiva soprattutto gli immigrati
irregolari. Le autorità, le Forze dell'Ordine, si sono sempre difese affermando
che applicavano la legge Bossi-Fini, che loro non erano responsabili e che
tutto cadeva sotto la responsabilità della legge". Dopo aver ricordato le
varie iniziative di lotta in difesa dei diritti degli immigrati i missionari
annunciano che la prossima iniziativa sarà il 15 Novembre, vigilia della festa
delle Migrazioni, "quando rilasceremo il permesso di soggiorno in nome di
Dio agli immigrati irregolari, davanti alle Prefetture d'Italia. È questa -
concludono i comboniani - una campagna di sensibilizzazione del mondo
ecclesiale e laicale per contrastare gli effetti della legge Bossi-Fini che
riteniamo lesiva dei diritti fondamentali della persona umana ed espressione di
una visione superata e anacronistica. Riteniamo questa legge espressione di una
politica repressiva e meschina che tende a difendere gli interessi di una parte
politica che rivendica diritti assurdi a scapito del mondo
dell'immigrazione".
10. Ricerca dell'Anci: la
maggioranza dei sindaci è favorevole a far votare gli stranieri alle
amministrative
(Stranieri in Italia) 16
ottobre 2003 FIRENZE I sindaci italiani sono favorevoli alle elezioni
amministrative in cui possano esprimersi anche gli immigrati. Questo, in
sintesi, il risultato di un'indagine condotta dall'Anci in collaborazione con
l'Università di Roma La Sapienza, su 250 comuni nei mesi tra febbraio e aprile
2003. I risultati sono stati presentati oggi a Firenze nell'ambito della 20/ma
Assemblea nazionale dell'Anci. L'indagine ha messo in evidenza come il 53% dei
sindaci intervistati sia favorevole al voto agli immigrati. Il 23% si è detto
invece contrario e il 24% non si è espresso. Per quel che riguarda i sindaci di
centrosinistra i favorevoli al voto sono il 71%, quelli contrari il 19%, mentre
un buon 10% non si è espresso. Sul fronte opposto, nello schieramento di
centrodestra, i favorevoli sono solo il 27%, i contrari il 41% mentre non ha
risposto il 32%. L'immigrazione è vista dai sindaci in stretta relazione con la
sicurezza: essi ritengono che il problema più rilevante da combattere sia
quello della immigrazione clandestina; la pensano così il 36% dei sindaci,
mentre per il 22% è prioritario contrastare lo spaccio di stupefacenti; per il
14% poi è la criminalità in genere a dover essere combattuta, mentre per il 9%
vi è lo sfruttamento della prostituzione. Dall'indagine risulta infine che vi è
una percezione diversa del fenomeno dell'immigrazione irregolare tra il centro
e il nord Italia: è indubbiamente più sentito al centro con il 51,1% dei
sindaci, mentre al nord riguarda il 28,6% dei sindaci intervistati. In
conclusione l'indagine mette in evidenza un altro lato significativo, relativo
all'introduzione di norme più restrittive per l'ingresso di immigrati nel
nostro paese, anche in questo caso segnando una differenza tra sindaci di
centrosinistra e sindaci di centrodestra: fra i primi sono contrari a norme più
severe il 68% dei sindaci intervistati (il 16% è, invece, favorevole), contro
il 25% dei sindaci di centrodestra che si è detto contrario (favorevole il
57%).
11. IMMIGRAZIONE: da assemblea ANCI
coro di consensi a voto (ANSA) -
FIRENZE, 16 OTT - Voto agli immigrati: la questione che in questi giorni tiene
banco nel dibattito politico e ha minacciato la stabilità della coalizione di
governo, trova un coro di consensi dalla platea dei sindaci dell'Anci riuniti a
Firenze. I sindaci si dicono d'accordo con la proposta di Fini, senza
distinzione di schieramenti: lo conferma, oltre alle numerose prese di
posizione, anche una ricerca fatta dall'Associazione nazionale dei Comuni in
collaborazione con l'università La Sapienza di Roma, in tempi non sospetti
(febbraio-aprile 2003), secondo la quale il 53% di sindaci intervistati (in una
prima fase 250) si è espresso a favore. Ma la questione del voto si accompagna,
sempre secondo l'indagine, a quella della sicurezza legata per il 36% dei
sindaci alla immigrazione clandestina, nel 22% dei casi allo spaccio di
stupefacenti, nel 14% alla criminalità in generale e nel 9% allo sfruttamento
della prostituzione. "Mi pare - ha detto il sindaco di Ancona, Fabio
Sturani (Ds), che è anche responsabile della commissione Immigrazione dell'
Anci - che ci siano le condizioni politiche per andare avanti. Le dichiarazioni
di Fini, fatte al Cnel la scorsa settimana, sono sicuramente importanti".
Sturani, entrando poi nel merito della ricerca, ha detto che da essa emerge la
necessità di dare risposte concrete agli immigrati regolari, e che oggi sono
soggetti attivi delle comunità locali, al pari di altri cittadini. "Un
problema però emerge in questo contesto - ha aggiunto - ed è quello
dell'abitazione e dell'integrazione scolastica: due questioni sulle quali
dovremo lavorare di più, facendo i conti con le contraddizioni della
Bossi-Fini". Il sindaco di Ancona, annunciando che l'Anci darà in
conferenza unificata parere negativo al regolamento della Bossi-Fini, ha
concluso: "La legge poteva essere buona, ma il regolamento sembra andare
in un'altra direzione".Anche il sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino,
si è detta assolutamente favorevole al voto agli immigrati. "L'avevamo
previsto nel ddl presentato dal ministro Napolitano e da Livia Turco - ha
ricordato - quando ero presidente della commissione Affari costituzionali del
Senato. Sia io, sia tutto il centrosinistra sostenemmo all'epoca fino questa
norma, ma l'opposizione di An è stata talmente forte da chiedere lo stralcio di
quell'articolo come condizione per cominciare a discutere la legge. Dopo averci
pensato stralciammo la norma". Simone Di Cagno Abbrescia (Cdl), sindaco di
Bari, non si discosta dal parere dei colleghi e si dice favorevole al voto agli
immigrati, anche se sostiene che essi ambiscono più "alla casa".
"Innanzitutto dobbiamo garantire agli immigrati che vengono qui con tutti
i crismi della legalità, un alloggio, servizi sanitari, la scuola, la
possibilità di ricongiungersi con i loro familiari. Il voto è uno dei diritti
che devono essere loro garantiti per una qualità di vita
accettabile".Biagio Tempesta, di Fi, sindaco dell'Aquila, è decisamente
favorevole. "Mi auguro che tutti i cittadini italiani, quindi anche quelli
immigrati possano partecipare attivamente alle scelte della città
"."Gli immigrati - ha detto poi Osvaldo Napoli, vicepresidente
dell'Anci e sindaco di Giaveno (Torino) - sono un patrimonio importante per il
nostro paese, ci aiutano a produrre, ma per un loro pieno inserimento devono
capire che una volta nel nostro paese sono obbligati a rispettare le nostre
regole e la nostra cultura". Dicendosi comunque favorevole al voto, Napoli
ha però suggerito che sia concesso solo dopo dieci anni insieme alla
possibilità di andare in Parlamento. Pierluigi Bersani, responsabile economico
dei Ds, intervenuto all'assemblea, ha detto: "Siamo pronti a vedere testi
unificati e soluzioni concordate che portino a un risultato di natura
parlamentare, non ci interessa mettere in crisi il governo su questo tema, ci interessa
che la civiltà di questo paese faccia qualche passo in avanti". (ANSA).
12. FINANZIARIA: Lazio; Storace, piu'
soldi per salute immigrati (ANSA) -
LATINA, 16 OTT - La Regione Lazio chiederà più soldi nella finanziaria per
l'assistenza sanitaria da garantire agli immigrati. Lo ha detto il presidente
della Giunta Francesco Storace, durante la visita all'ospedale San Giovanni di
Dio, a Fondi e al centro di neuropsichiatria infantile a Priverno. "Grazie
alla legge Bossi-Fini - ha detto Storace - abbiamo molti immigrati
regolarizzati, che lavorano e pagano le tasse e che hanno diritto
all'assistenza sanitaria. Non vorrei essere costretto a fare una scelta tra
italiani e immigrati che sono qui regolarmente e per questo mi impegnerò affinché
il Lazio, dove, è altissimo il numero di extracomunitari regolari, abbia
maggiori finanziamenti".
13. ECONOMIA - Banca Etica:
nella Giornata della povertà il fotografo Salgado apre un conto a Milano (Redattore Sociale) 16 ottobre 2003 ROMA - Banca Popolare
Etica ha reso operativa la possibilità di richiedere mutui per l'acquisto della
prima casa. Un servizio che l'istituto di credito mette a disposizione di chi,
socio da almeno tre mesi e proprietario di almeno cinque azioni, risiede in una
delle città dove sono presenti i suoi sportelli (Padova, Milano, Roma, Brescia,
Vicenza, Treviso, Firenze e Bologna) oppure i "banchieri ambulanti",
cioè i promotori finanziari (Modena, Genova, Verona, Torino, Perugia, Trieste e
Bergamo). Banca Etica si propone come punto di incontro tra risparmiatori che
condividono l'esigenza di una più consapevole e responsabile gestione del
proprio denaro, e le iniziative socio-economiche che si ispirano ai principi di
un modello di sviluppo umano e sociale sostenibile. A oggi la Banca ha concesso
più di 1.100 finanziamenti per un importo complessivo di 126 milioni di euro,
nel campo della cooperazione internazionale, dei servizi socio-sanitari, della
tutela ambientale e della promozione culturale. E domani anche il fotografo
Sebastião Salgado aprirà un conto corrente presso la banca, nella Filiale di
Milano, che servirà a raccogliere fondi a favore dell’Instituto Terra, la
fondazione creata nel 1998 da Salgado e dalla moglie, Lèlia Wanick, per il
recupero di una vasta area deforestata della Foresta Atlantica brasiliana. Il
momento scelto per l’apertura del conto coincide la Giornata mondiale di Lotta
alla Povertà, indetta dall’Onu. “Abbiamo già piantato mezzo milione di alberi,
e la nostra scuola ha diplomato le sue prime generazioni di studenti. Noi
crediamo che l’Instituto Terra sia la dimostrazione di come sia possibile
tornare indietro nel tempo e recuperare ciò che sembrava perduto per sempre”,
ha commentato Salgano.
14. MINORI - Riforma della
giustizia, appello degli assistenti sociali: ''il minore rischia di perdere una
posizione centrale'' (Redattore Sociale)
16 ottobre 2003 MILANO - Riforma della giustizia minorile: dettata da un
allarme sociale che non trova conferma nei numeri: negli ultimi dieci anni
diminuite le denunce a carico dei minorenni italiani da 45000 a circa 39000, i
minori stranieri denunciati da circa 12000 nel 1995 a poco meno di 8000 nel
2001. La riforma non aiuterebbe più l'inclusione dei ragazzi ma aumenta le
misure restrittive: l'appello del Coordinamento Assistenti Sociali della
Giustizia. Sono al vaglio delle Camere due disegni di legge approvati dal
Consiglio dei Ministri sulle competenze del Tribunale per i Minorenni in
materia civile e penale. Il disegno di legge prevede la soppressione dei
Tribunale per i Minorenni e l’istituzione delle sezioni specializzate per la
famiglia presso i tribunali ordinari, che dovrebbero occuparsi di tutte le
controversie in materia civile. "Nel porre maggiore attenzione a
separazioni, divorzi, adozioni, affidamenti e tutele, il minore, nel nuovo
disegno di legge, rischia di perdere quella posizione centrale che oggi ricopre
nei Tribunali per i Minorenni e di essere considerato solo una delle parti del
soggetto famiglia, quindi non più riconosciuto come titolare di diritti
prioritari, così come previsto dalla Convenzione ONU e Convenzione
dell’Aja" spiega Anna Muschietiello, segretaria nazionale del
Coordinamento Assistenti Sociali della Giustizia. "La figura del Giudice
Onorario non compare più nelle Sezioni Specializzate -continua la
Muschitiello-. Scelta che determinerà la perdita di un importante patrimonio
culturale e professionale in quanto il Giudice Onorario, per la sua specifica
professionalità nel campo minorile, garantisce una possibilità di giudizio
multidisciplinare". Nel disegno di legge in discussione si torna ad
attribuire competenze nell’ambito civile ad un organo dello Stato, quale
l’Ufficio di Servizio Sociale per i minorenni della Giustizia, "tornando
indietro di 25 anni" afferma la Muschitiello. Il DPR 616/77 aveva
trasferito la materia agli uffici di servizio sociale degli Enti Locali, in
quanto, proprio per la loro dislocazione sul territorio, ritenuti più vicini ai
bisogni della famiglia e dei minori e in grado di individuare e intervenire
tempestivamente a tutela dei minori. Ma d’altro canto la proposta di legge non
sembra prendere in considerazione i servizi sociali come servizi in grado di
fornire aiuto nelle situazioni di bisogno, mentre appare evidente l’intenzione
di volerli relegare ad un ruolo di controllo, più vicino ad un compito
ausiliario di forza pubblica, riducendoli alla sola esecuzione dei
provvedimenti civili. Particolare preoccupazione suscita anche la proposta di
riforma relativa alla materia penale minorile. Bisogna, però, distinguere
l’allarme sociale, che si è creato a seguito di fatti eclatanti e ha condotto a
tale proposta legislativa, dal reale fenomeno della delinquenza minorile
(denunce a carico dei minorenni italiani negli ultimi dieci anni diminuite da
45.000 a circa 39.000, i minori stranieri denunciati da circa 12.000 nel 1995 a
poco meno di 8.000 nel 2001). Il nuovo disegno di legge sembra non tutelare più
il percorso individuale di inclusione sociale del minore orientandosi maggiormente
sulla tipologia del reato e sull'incremento delle misure restrittive. Se
l’intenzione è quella di escludere i minori che hanno commesso i cosiddetti
reati gravi da alcuni benefici, va evidenziato al legislatore che non sempre ad
un reato grave corrisponde una effettiva pericolosità sociale e che, invece,
dietro a reati lievi ci possono essere gravi problemi. Le situazioni vanno
valutate per le loro specificità e il contributo dei servizi sociali della
Giustizia può aiutare il Giudice, che se ne avvale, a coniugare l’esigenza di
aiuto e sostegno alla crescita del minore con quella di giustizia e di
sicurezza sociale. Magistrati, Giudici Onorari, Assistenti Sociali, organismi
del privato e volontari, pur convinti dell’importanza e necessità di una
riforma del settore, si interrogano sui nuovi orientamenti. Il Coordinamento
Assistenti Sociali della Giustizia (CASG), ha evidenziato in un documento,
inviato ai parlamentari, ai componenti della commissione giustizia, agli Uffici
Centrali del settore minorile, i rischi dell’applicazione di tale riforma.
"E' necessario un intervento, una presa di posizione da parte della
società civile affinché non vengano sottratti diritti sanciti dalla
costituzione" concludono dal coordinamento.
15. POVERTA' – Al via la campagna
''More and better'', lanciata da un gruppo di ong europee, africane, asiatiche
e nord americane
(Redattore Sociale) 15 ottobre
2003 ROMA – Dimezzare la povertà nel mondo: questo è il progetto “Millenium
Goals” delle Nazioni Unite, ma a tre anni dall’annuncio dell’iniziativa,
quest’obiettivo appare inavvicinabile. “Dimezzare il numero di poveri entro il
2015 significa che a quella data solo 400 milioni di persone dovranno soffrire
la fame - afferma Sergio Marelli, Direttore Generale di Volontari nel mondo
Focsiv -. Purtroppo però considerato lo scarso impegno dei Governi del mondo
questa scadenza rischia di non essere rispettata. E davanti ad una tragedia di
queste proporzioni non ci sono né scuse, né giustificazioni. Tutti, in tutto il
mondo, vanno richiamati alle proprie responsabilità”. Per questo un gruppo di
organizzazioni non governative europee, africane, nord americane e asiatiche ha
deciso di lanciare la Campagna More and Better. A presentarla domani 16 ottobre
nella sede della Fao a Roma, in occasione della Giornata Mondiale
dell’Alimentazione, sarà la Focsiv, unico partner italiano dell’iniziativa. Gli
obiettivi della Campagna sono due: il rilancio e il miglior utilizzo degli
aiuti all’agricoltura e allo sviluppo delle aree rurali dei Paesi del Sud del
mondo, che nell’ultima decade del ventesimo secolo sono stati ridotti del 20%;
il miglioramento della qualità degli aiuti e una maggiore partecipazione delle
organizzazioni agricole dei Paesi riceventi; la valorizzazione, la difesa e
l’integrazione delle conoscenze e delle pratiche agricole tradizionali. Doppio
il livello di operatività della Campagna: nei Paesi Ocse, un’azione per
spingere i governi a incrementare gli aiuti; nei Paesi del Sud,
un’utilizzazione più efficace degli aiuti, lo sviluppo di una maggiore
comunicazione con i Paesi donatori e del dialogo tra agricoltori e governi
locali, per un miglior funzionamento dell’agricoltura. Per la Focsiv i mercati
agricoli dei Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di un doppio sbocco
internazionale: commerciale e politico. “Dobbiamo sì pensare a migliorare la
produttività - sostiene Marelli - ma anche far sì che gli agricoltori del Sud
del mondo abbiano più voce in capitolo nel consesso internazionale, in modo da
non dover subire passivamente scelte prese da chi si ispira a modelli che non
tengono conto della diversa realtà rurale dei Paesi poveri”.
16. IMMIGRAZIONE – Melegari
(Centro Studi Immigrazione): ''Moltissimi i modi per entrare clandestinamente
in Italia''
(Redattore Sociale) 15 ottobre
2003 VERONA – “Da una parte ci sono i tempi troppo lunghi per ottenere un
permesso di soggiorno: i datori di lavoro non possono permettersi di aspettare
così tanto quando cercano manodopera. Dall’altra parte ci sono persone con
l’urgenza di trovare una qualche forma di reddito che permetta di sfuggire
dalla miseria. Risultato: si aggira la legge, perché questa fa di tutto per non
facilitare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro”. Parola del veronese Carlo
Melegari, direttore del Centro Studi Immigrazione di Verona, che da tredici
anni studia l’immigrazione e che conosce bene la realtà dei clandestini. La
mega-inchiesta della Squadra Mobile di Verona che ha sgominato una
organizzazione internazionale composta da italiani, ghanesi e senegalesi, con
un’operazione portata a termine oggi (47 persone arrestate in 9 regioni
italiane), mette in luce ancora una volta gli affari che girano attorno ai
clandestini che arrivano in Italia in cerca di fortuna. “Superare gli
impedimenti di legge – continua Melegari - conviene a tutte e due le parti. Il
fenomeno degli stranieri irregolarmente in Italia nasce da questo, tanto più
che c’è sempre la speranza di qualche sanatoria”. Tutto questo finisce con
l’essere funzionale a chi nelle organizzazioni malavitose sfrutta questo
bisogno di ingresso producendo carte false, facilitando i passaggi alle
frontiere, rendendo possibile l’arrivo in Italia in cambio di lauti guadagni.
L’inasprimento delle pene previste dalla legge per questo tipo di reati è
inoltre irrilevante rispetto alla mole dei guadagni, tanto più che è molto
difficile riuscire a provare il coinvolgimento in questi traffici come
schiavisti, per i quali la legge è invece molto severa. “I modi per entrare
clandestinamente in Italia sono moltissimi – spiega il direttore del Cestim -
per questo affermare che la clandestinità è diminuita perché sono diminuiti gli
sbarchi non vuol dire proprio niente”. E non ci sarebbero grandi differenze fra
la legge Turco-Napolitano, del centrosinistra, e l’attuale Bossi-Fini del
centrodestra. “La ragione vera - sostiene Melegari – va infatti ricercata nella
proceduta macchinosa. Anche il metodo delle quote non ha mai funzionato, anzi,
ha comportato sempre grosse difficoltà”. Al poste delle quote Melegari vede
bene, in un sistema globalizzato come quello attuale, la libera circolazione
delle persone. “E’ assurdo – commenta - che merci e capitali possano circolare
senza restrizioni e che le persone non possano farlo. Questo non significa trasferimento
senza controlli, ma che la circolazione può avvenire con regole ragionevoli. La
circolazione stradale funziona perché ci sono norme ragionevoli da rispettare,
ma cosa accadrebbe se i semafori rossi invece di durare un minuto durassero
mezz’ora? Tutti passerebbero con il rosso. Con l’immigrazione accade la stessa
cosa. Paradossalmente risulta molto più facile uscire da un paese quando si è
entrati legalmente che quando si è entrati illegalmente. Infatti se una persona
per arrivare in Italia illegalmente si è indebitata, dovrà rimanere qui alla
mercé dei suoi sfruttatori finché non ha pagato tutti i suoi debiti.
17. AFRICA - ''Le nuove frontiere
del prendersi cura'': 5 incontri del Cuamm per riflettere sulle questioni africane
(Redattore
Sociale) 15 ottobre 2003
PADOVA - Dal Rapporto mondiale Undp sullo sviluppo umano 2003 la fotografia
scattata denuncia che quasi tutti i paesi a “basso sviluppo umano” (in una
classifica di 175 stati) sono presenti nell’Africa sub-sahariana (30 nazioni su
un totale di 34): tra cui Kenya al 146 posto, Uganda (147), Rwanda (158),
Tanzania (160), Angola (164), Etiopia (169) e Mozambico (170). È in questo
panorama che, da oltre cinquant’anni, ha scelto di operare il Cuamm – Medici
con l’Africa, la Ong padovana di cui fanno parte medici, tecnici e infermieri
impegnati in progetti di cooperazione con il personale sanitario locale per la
ristrutturazione di dispensari e ospedali e per il sostegno delle infinite
richieste d’aiuto della popolazione indigente. In Italia l’impegno del Cuamm
prevede non solo la formazione di medici pronti a partire per l’Africa per
realizzare i progetti di solidarietà, ma anche l’organizzazione di giornate di
studio e approfondimento sui temi della cooperazione e della politica
sanitaria. Sabato 18 ottobre, riparte, dunque, la rassegna dei Saturday Cuamm:
cinque incontri di dialogo e confronto aperti al pubblico per presentare le
riflessioni dell’Ong padovana sui temi e le questioni africane, ma anche per
diffondere le attività, i progetti di intervento e di cooperazione sanitaria
che tentano ogni giorno di far fronte alla drammatica povertà del continente
nero. Il primo appuntamento mette
sullo sfondo l’analisi della difficile situazione della cooperazione
internazionale, l’assenza di un impegno costante di solidarietà tra i paesi del
mondo con la tendenza a intervenire solo in caso di estrema emergenza e a
trasformare ogni azione in un affare privato. Gianni Vaggi, docente di economia
dello sviluppo dell’Università di Pavia, Guido Barbera, vicepresidente
dell’Associazione Ong italiane, Paolo Chiodini, responsabile dei progetti del
Cuamm, cercheranno di chiarire i processi politici in corso e comprendere quale
ruolo possono avere le organizzazioni non governative. Tutti gli incontri dei
Saturday Cuamm si svolgono presso la sede di via San Francesco 126 dalle 9.15
alle 13.15. Per conoscere il programma completo da ottobre a maggio: www.cuamm.org.
18. Indagine sui proprietari di
case: il 57% dice 'no' agli affitti per gli stranieri. Bologna guida la
classifica negativa (Stranieri in Italia) 15 ottobre 2003 Affittasi casa in ottimo stato, silenziosa, ben
collegata ai mezzi, no stranieri. Quante volte vi sarà capitato di leggere messaggi simili a questo in
riviste di annunci immobiliari, nelle bacheche universitarie, o lungo i viali
di molte città italiane? Certamente non poche. Un'indagine condotta dall'
Associazione piccoli proprietari di case (Appc) ha evidenziato come questo
fatto sia comune in molte città italiane: il 57% degli affittuari di cinque
città del Nord Italia e di sette del centro-sud sono contrari all'affitto a
persone di nazionalità non italiana. Per l'indagine è stato preso in
considerazione un campione di diecimila affittuari (su un totale di circa 60
mila iscritti all'associazione) di Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna,
Firenze, Perugia, Roma, Napoli, Bari, Cagliari e Palermo. Bologna è la città
dove i proprietari di casa sono più contrari all'affitto agli immigrati: il 95%
degli intervistati ha detto no all' affitto agli stranieri. Dopo il capolugo
emiliano, ci sono le città di Perugia, dove contrario si è detto il 70% dei
proprietari di case, Firenze con il 62%, Milano con il 60% e Napoli con il 55%.
Tra le città più aperte in testa Torino con il 56% di favorevoli, Bari con il
54%, Genova con il 52%, Roma con il 51%, Cagliari con il 20%. Gli unici casi
neutrali sono stati quelli di Venezia, dove il voto di contrari e favorevoli è
stato del 50% ciascuno e di Palermo, dove, a fronte di un alto margine di
astenuti (il 60%) ci sono stati il 20% di pro e il 20% di contro.
19. IMMIGRAZIONE - ''Io non sono
razzista ma…'': parte da Conegliano una mostra itinerante su stereotipi e
pregiudizi (Redattore
Sociale) 14 ottobre 2003
TREVISO - Un viaggio nel mondo del razzismo, per comprenderlo e debellare i
pregiudizi più comuni legati al rifiuto dello straniero e del diverso. E’ ciò
che si propone la mostra “Io non sono razzista ma… Strumenti per dissipare il
razzismo”, che apre i battenti a Conegliano (TV) il 16 ottobre. Si tratta di un
originale percorso guidato interattivo, realizzato dagli studenti dell’istituto
tecnico per il turismo “Da Collo”. L’iniziativa ha trovato la collaborazione
della Città di Conegliano (assessorato alle politiche giovanili), del Progetto
Giovani Area Coneglianese e Quartier del Piave, della Coop Adriatica, della
Coop. sociale “Servire”, del laboratorio “Scuola Volontariato”, del Centro di
servizio per il volontariato della provincia di Treviso, del Ceis di Treviso e
della Caritas diocesana di Vittorio Veneto. La mostra o, meglio, il percorso di
incontro, conoscenza e confronto sul tema del razzismo, ha respiro nazionale:
nata ad Arezzo, ha toccato diverse città ed è arrivata anche in Veneto (Bassano
del Grappa e Venezia); ora si trova a Conegliano, nel cuore di una terra ricca
di fabbriche e imprese che richiedono un costante apporto di manodopera
straniera. “Nelle altre città la mostra era animata da operatori del settore; a
Conegliano, invece, i veri protagonisti sono gli studenti, che per primi si
sono confrontati con la tematica e che in questo progetto hanno avuto un ruolo
particolarmente attivo sia nell’organizzazione che nella guida ai visitatori,
per la quale sono stati appositamente formati” spiega Giovanni Grillo di Coop
Adriatica. La mostra si snoda su tre percorsi di colore diverso, ognuno dei
quali cerca di affrontare i luoghi legati al razzismo in modi differenti: il
percorso rosso “Io non sono razzista ma… loro sono diversi” è dedicato alle
percezioni e analizza i pregiudizi che descrivono gli altri come diversi,
inferiori e sottosviluppati. Il percorso giallo “Miti su povertà sottosviluppo
e fame” è analizza alcuni argomenti che vengono usati comunemente per spiegare
le presunte cause del sottosviluppo. Il percorso arancione “Il viaggio”,
infine, fa provare ai visitatori le conseguenze tangibili del proprio modo di
vedere gli altri. “Io non sono razzista ma…” rimane aperta fino al 31 ottobre
presso i locali della scuola “Da Collo”. E’ possibile richiedere visite guidate
sia di scolaresche (mattina e pomeriggio) sia di gruppi di adulti (la sera).
Per prenotazioni di gruppi scolastici, telefonare presso l’istituto tecnico,
0438/63566 (lunedì e mercoledì dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 16); per la
cittadinanza, rivolgersi all’Informacittà del Comune di Conegliano: tel 0438
413319, e-mail informacitta@comune.conegliano.tv.it
20. IMMIGRAZIONE - Quale impatto
della regolarizzazione sul diritto alla salute degli immigrati? Workshop al Cnr
(Redattore
Sociale) 14 ottobre 2003 ROMA
– Qual è stato l'impatto della regolarizzazione sul diritto alla salute degli
immigrati? Per discutere anche di questo tema è in programma dal 27 al 30
ottobre presso il Cnr il workshop su "Cultura, salute e
immigrazione", durante il quale verranno presentate anche ricerche sulle
condizioni di salute degli homeless nel Lazio e sul fenomeno dell'infibulazione.
Saranno i responsabili della Struttura Complessa di Medicina preventiva delle
migrazioni, del turismo e di dermatologia tropicale (che fa parte dell’ospedale
San Gallicano) a illustrare lo studio sull’iscrizione degli stranieri al Servizio
sanitario nazionale, divenuta obbligatoria con la legge Bossi-Fini per tutti
coloro che sono stati inseriti nella regolarizzazione. Emergeranno, quindi,
anche quali sono le condizioni di salute degli immigrati e per quali patologie
si rivolgono ai servizi sanitari. “La regolarizzazione dovrebbe portare a una
maggiore tutela del diritto alla salute degli immigrati”, anticipa Aldo
Morrone, responsabile della Struttura di Medicina delle migrazioni. Il
seminario è organizzato e promosso, tra gli altri, dall’Ufficio nazionale
pastorale sanitaria della Conferenza episcopale italiana e dalla Prefettura di
Roma, insieme alla Regione Lazio.(lab)
21. ECONOMIA – Finanziaria 2004.
L'Associazione Ong: ''Si specula ancora sulla vita dei poveri del Sud del
mondo''
(Redattore Sociale) 14 ottobre
2003 ROMA – Informata dalla discussione in corso alla Commissione Affari Esteri
del Senato riguardo la Legge Finanziaria 2004, l’Associazione delle Ong
Italiane denuncia quella che definisce “la scandalosa proposta di tagliare del
15% i fondi destinati alla cooperazione internazionale rispetto allo
stanziamento per l’anno 2003”. “Con questo taglio si ridurrebbero a 518 milioni
di Euro i già esigui fondi per la cooperazione – denuncia Sergio Marelli, presidente
dell’Associazione delle ONG Italiane -. Inoltre ancora una volta questo
stanziamento è gonfiato dalla contabilizzazione dei 100 milioni per il fondo
alla lotta all’AIDS e della cancellazione del debito”. Contemporaneamente è
previsto per l’anno 2004 l’istituzione di un Fondo di riserva di 1.200 milioni
di euro per provvedere ad eventuali esigenze connesse con la proroga delle
missioni internazionali di pace. “Ciò che avevamo evitato con le mobilitazioni
di luglio bloccando lo storno di fondi della cooperazione per finanziare la
missione in Iraq – aggiunge Sergio Marelli – viene riproposto con uno
stanziamento 4 volte superiore in questa finanziaria”. Il Governo, per
l’associazione Ong, non mantiene dunque i propri impegni presi nell’incontro a
Palazzo Chigi con i rappresentanti delle Ong alla presenza del Sottosegretario
Letta e di ben 5 Ministri. “In tale occasione infatti, ci era stato garantito
il mantenimento dei fondi destinati all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) a
livello di quelli stanziati nel 2003 – ovvero il 0,19% del PIL – giustificando
il mancato aumento con la difficile congiuntura economica attualmente in atto”.
“Questa situazione è inammissibile ed inaccettabile - dichiara Marelli -.
Eppure la situazione economica internazionale non era certo migliore quando a
Monterrey il nostro governo si era impegnato a stanziare nel 2004 lo 0,27 del
PIL a favore dell’APS. Ci stanno prendendo in giro, raccontando bugie non solo
a noi ma anche ai Partner internazionali. Si tratta di una gravissima marcia
indietro, attuata per di più in pieno semestre di Presidenza Italiana
dell’Unione Europea”. “Se vi è una difficile congiuntura economica - continua
Marelli - ciò è vero anche per gli altri paesi europei che attraversano lo
stesso periodo di difficoltà economiche: eppure alcuni di essi non solo non
hanno, come l’Italia, diminuito i fondi destinati alla cooperazione
internazionale, ma al contrario le hanno aumentate. Il problema è dunque quello
di un’assoluta mancanza di volontà politica ad assumere le responsabilità nei
confronti dei destini dell’umanità ”. L’Associazione delle ONG Italiane chiede
dunque a tutti i Parlamentari, di maggioranza e di opposizione, di impedire con
tutti i mezzi possibili che a fare le spese di tutto ciò siano ancora una volta
i poveri del Sud del mondo.
22. IMMIGRAZIONE - Saranno 4 i
nuovi consiglieri aggiunti immigrati nel Consiglio comunale della capitale (Redattore Sociale) 14 ottobre 2003 ROMA – Saranno 4 i nuovi
consiglieri aggiunti immigrati nel Consiglio comunale della capitale, insieme
ad altri 19, uno per municipio; parteciperanno al governo della città, ma
ancora senza diritto di voto. Oggi pomeriggio si svolgerà la riunione elettiva
nella Sala Giulio Cesare. “Le comunità di stranieri attendono da 8 anni questo
momento”, ha dichiarato Franca Coen, delegata del Sindaco per le politiche
della multietnicità, che si è impegnata a fianco del Comitato cittadino di
supporto per consentire la presenza degli immigrati con permesso di soggiorno,
residenti dal alcuni anni in Italia, all’interno del Consiglio comunale. “Con
la creazione dei consiglieri comunali immigrati Roma è sempre più capitale
europea e dell’integrazione – ha affermato il consigliere comunale Luigi
Vittorio Berliri, presidente della Commissione Statuto e regolamenti, che ha
redatto la delibera -. Da oggi gli immigrati che vivono e lavorano a Roma hanno
i loro rappresentanti al Comune, che potranno partecipare al governo della
città con le attuali rappresentanze politiche”. In molti paesi dell’Unione
Europea come Svezia, Danimarca, Irlanda e Olanda gli immigrati “hanno da anni
diritto di voto nelle elezioni locali – ricorda Berliri -. A Roma sono 250.000
gli immigrati (con una vasta comunità insediatasi oltre vent’anni fa) finora
privi di una voce autentica che ne raccolga le richieste”. Quindi “questo
piccolo ma essenziale passo del comune di Roma - rileva il consigliere comunale
– sottolinea l’importanza degli enti locali nel processo di accoglienza e
integrazione degli immigrati, e contribuisce al riconoscimento delle istanze di
gruppi sempre più numerosi a Roma e nel Paese. Siamo convinti che la decisione
del Comune di Roma rafforzerà la tendenza in atto in Italia verso un
progressivo allargamento dei diritti civili riconosciuti agli immigrati del
nostro paese”.(lab)
23. IMMIGRAZIONE – Le colf in
Lombardia. Hanno una minore anzianità migratoria: una su tre è in Italia da 5
anni. Il 77% è regolare (Redattore Sociale)
14 ottobre 2003 MILANO - Oltre ad essere mediamente più giovani, le colf
straniere presenti in Lombardia hanno anche una minor anzianità migratoria: se
per i dati della Fondazione Andolfi oltre una donna su tre è in Italia da
almeno un decennio, questa quota strettamente legata all’integrazione sul territorio
si ridimensiona di molto all’interno della regione lombarda, e per l’esattezza
si dimezza.Anche le donne arrivate in Italia negli ultimi due anni hanno
diversa incidenza statistica sui totali dei due collettivi esaminati: 16,2% è
il dato nazionale, 24,2% quello regionale. Esaminando i profili delle donne
dalla più lunga anzianità migratoria in Italia troviamo, per entrambe le
ricerche, ai primi posti filippine ed africane, mentre almeno sul territorio
lombardo negli ultimi anni è andato crescendo quantitativamente il sottogruppo
est-europeo. Dai dati della ricerca Andolfi emerge poi che il 77% delle colf
stranieri presenti in Italia ha una posizione regolare. A questo proposito, la
contemporanea ricerca dell’Osservatorio Regionale per l’Integrazione e la
Multietnicità segnala in Lombardia un dato simile, o forse più preciso: il 70%
ha infatti o un permesso di soggiorno (61%, tre su quattro per lavoro
dipendente, uno su cinque per motivi di famiglia) o addirittura la carta di
soggiorno (7%) o anche la cittadinanza italiana (2%); ma una restante e
consistente quota del 23% ha in corso una procedura di regolarizzazione (di
cui, naturalmente, alla data dell’intervista non si è in grado di prevederne
gli esiti). Scendendo nel dettaglio delle nazionalità, non trova invece
particolare conferma il dato nazionale della Fondazione Andolfi che vede al
primo posto delle presenze irregolari nei lavori domestici femminili peruviane
e polacche, mentre ben al di sotto della media in quanto a regolarità risultano
in Lombardia i contingenti ucraini, ecuadoriani e rumeni. Viceversa, nella
regione oggetto di particolare attenzione da parte dell’Osservatorio, è
interessante notare l’assoluto tasso di regolarità delle capoverdiane e quello
altissimo delle somale: i due gruppi africani guidano questa speciale
classifica, in Italia come in Lombardia. È poi massimamente notevole come quasi
la metà delle attuali collaboratrici familiari straniere presenti in Lombardia
sia entrata in Italia tramite un visto per motivi di turismo, nella quasi
totalità dei casi rilasciato in patria. Inoltre, una donna su quattro non era
inizialmente in possesso di un visto di nessun tipo ed una su sette aveva un
visto per motivi di famiglia. Dato forte è che è una sola donna su quindici era
inizialmente in possesso di un visto per motivi di lavoro, ad ulteriore riprova
che quantomeno nel recente passato dell’immigrazione del nostro paese la
cosiddetta manodopera extracomunitaria ha trovato in Italia, e non già in
patria, il lavoro sul territorio italiano.
24. IMMIGRAZIONE – Le colf in
Lombardia. Il grado di istruzione non è così elevata come nel resto d'Italia (Redattore Sociale) 14 ottobre 2003 MILANO - Il collettivo
delle colf presenti in Lombardia ha mediamente un’istruzione non così elevata
come nel resto d’Italia. Se si confermano i dati nazionali relativi a chi non
ha titolo di studio (7,1% in Italia, addirittura un po’ meno in Lombardia) ed a
chi ha fatto studi superiori (46,4% in Italia, e praticamente lo stesso livello
in Lombardia), si osserva invece una minor incidenza della formazione di
livello universitario (oltre una su quattro in Italia, poco più di una donna su
dieci in Lombardia) ed una maggior rilevanza della scuola dell’obbligo (meno di
una donna su cinque in Italia, più di una su tre in Lombardia). Difficilmente
si può spiegare tale fenomeno avvertono i ricercatori in controtendenza
rispetto ad una classica ottima istruzione dei collettivi stranieri presenti in
Lombardia con la minor anzianità delle donne impegnate in regione rispetto a
quelle impegnate sul resto del territorio italiano. Le under-25, infatti, pur
relativamente numerose, sono comunque meno di una su dieci e non bastano a
spiegare in toto questa situazione. Più verosimilmente, le donne straniere presenti
in Lombardia riescono a trovare lavori ritenuti migliori rispetto ad un impiego
gravoso e di sacrificio come può essere quello di collaboratrice domestica,
magari a tempo pieno.
25. IMMIGRAZIONE - A partire dal
2004 la Provincia di Roma avrà un Consiglio degli immigrati, eletto dagli
stessi stranieri (Redattore Sociale)
14 ottobre 2003 ROMA – A partire dai primi mesi del 2004 la Provincia di Roma
avrà un Consiglio degli immigrati, eletto direttamente dagli stessi stranieri.
La decisione – che comporta una modifica nello Statuto della Provincia – è
stata annunciata ieri pomeriggio a Palazzo Valentini dal presidente Enrico
Gasbarra e da Adriano Labbucci, presidente del Consiglio provinciale, alla
presenza di numerosi rappresentanti delle comunità etniche che vivono e
lavorano nella capitale e nei paesi limitrofi. Si tratta di una forma di
rappresentanza delle comunità dei cittadini immigrati tutta ancora da definire,
che si inserisce a pieno titolo nel tema della “partecipazione” ed è in linea
con le scelte del Comune di Roma: oggi pomeriggio, infatti, il Consiglio
comunale procederà all’elezione dei consiglieri comunali aggiunti stranieri.
“Dopo la riforma del Titolo V della Costituzione alcuni Comuni, come Genova e
Venezia, affermano il diritto di voto degli immigrati alle elezioni
amministrative – ha riferito Labbucci -. Intendiamo inserire nello Statuto
della Provincia questa possibilità per gli stranieri con regolare permesso di
soggiorno e residenti in Italia da qualche anno”. “Il tema della partecipazione
non ha più colore, provenienza o etnia – ha sottolineato Gasbarra -: si è
cittadini tutti insieme, anzi: chi ha compiuto il percorso migratorio è motore
della costruzione della comunità”; per questo il Presidente ha invitato i 12
sindaci della Provincia a creare nei loro Comuni dei Consigli per gli immigrati
residenti sul territorio. Claudio Cecchini, Assessore Provinciale alle
Politiche sociali, ha annunciato che nella Provincia dovrebbe nascere un altro
luogo di “partecipazione e integrazione”: il Forum provinciale del terzo
Settore, mentre il Consiglio provinciale dell’immigrazione contribuirà “alla
conoscenza reciproca, alla corretta informazione sugli stranieri, lavorando per
prevenire razzismo e discriminazione
26. IMMIGRAZIONE – Le colf in
Lombardia. Condizioni abitative: oltre il 30% alloggia sul luogo di lavoro (Redattore Sociale) 14 ottobre 2003 MILANO - Il 30,7% delle
colf presenti in Lombardia alloggia sul luogo di lavoro, in una situazione
dunque di lavoro full-time o, come è stata anche definita, “di nuova servitù”.
Un’altra grande quota di donne, invero leggermente superiore, vive in una casa
con affitto regolare, da sola o con parenti. La modalità dell’affitto, regolare
o irregolare, da solo o con parenti o con altri immigrati, copre in totale il
54,3% delle sistemazioni abitative, e raro è il ricorso all’ospitalità di
parenti, amici o conoscenti, pari al 3,4%. Il 31,8% delle collaboratrici
familiari vive solo. Si tratta di un dato che ricalca ed è sicuramente
associato a quello delle donne che abitano il proprio posto di lavoro, ed è la
condizione prevalente. Molte donne vivono comunque con il coniuge o il partner,
condizione declinata nelle diverse modalità: con figli (16,8%), senza figli
(11,0%), con parenti e figli (4,6%), con parenti (2,8%), con amici e conoscenti
ed eventualmente con figli (1,3%). Notevoli, ma di secondaria importanza
quantitativa, sono poi anche le sistemazioni abitative con amici e conoscenti
(10,2%), con parenti (9,7%) o con parenti, amici e conoscenti (5,8%). In
Italia, mediamente, le collaboratrici familiari straniere abitano ancor più
spesso il proprio posto di lavoro che in Lombardia, con punte tra capoverdiane,
somale e polacche. Soffermando però l’analisi sulla realtà lombarda di cui
abbiamo una maggior ricchezza di dati, direttamente elaborabili dal dataset
dell’Osservatorio Regionale si nota una variabilità abbastanza forte tra i
sottogruppi nazionali nelle quote di collaboratrici familiari che vivono sole.
Esse sono moltissime fra le ucraine (tre su quattro), le somale (oltre il 60%)
e anche tra le polacche (circa la metà). Sono invece in numero relativamente
minore all’interno degli altri contingenti esaminati, oscillando tra la quota
ancora alta del 40% fra le capoverdiane, i valori appena maggiori o appena
minori al 30% di un discreto numero di nazionalità, e le più basse incidenze
tra le peruviane (24%) e le albanesi (18%). Se consideriamo la forte
correlazione tra l’abitare il proprio posto di lavoro e il viver soli, trova
conferma a livello regionale Ecuador escluso la graduatoria nazionale della
Fondazione Andolfi che vede capoverdiane, somale e polacche ai primi posti
nell’incidenza dell’alloggio presso il proprio datore di lavoro.
27. IMMIGRAZIONE – Guadagnano in
media 700 euro e si occupano di pulizie, anziani e bambini. Il profilo delle
colf in Lombardia effettuato dalla Fondazione Andolfi (Redattore Sociale) 14 ottobre 2003 MILANO - Guadagnano in
media 700 euro, si occupano di pulizie, anziani e bambini: è il profilo delle
collaboratrici familiari, le colf, in Lombardia e in Italia che emerge dalle
rilevazioni e dalle elaborazioni della Fondazione Silvano Andolfi e
dell’Osservatorio Regionale per l’Integrazione e la Multietnicità curato dalla
Fondazione Ismu per conto della Regione Lombardia. I dati sono stati raccolti
nel mese di luglio 2003. La Fondazione Andolfi ha intervistato in tutta Italia
400 donne provenienti da sette paesi extracomunitari tradizionalmente inseriti nel
lavoro domestico. Negli stessi mesi, l’Osservatorio Regionale lombardo ha
intervistato, tramite campionamento per centri e ambienti di aggregazione 8.000
immigrati ultra-quattordicenni presenti (regolarmente o irregolarmente) in
Lombardia, provenienti dai Paesi in via di sviluppo o Est-europei. Le donne
intervistate dalla Fondazione Andolfi svolgono lavori di collaborazione
domestica: pulizie nel 36% dei casi, assistenza agli anziani nel 26%,
baby-sitting nel 9%. Molte, tuttavia, si definiscono “tuttofare” (29%).
L’universo di immigrate riprodotto dalle elaborazioni dell’Osservatorio
Regionale lombardo vede invece “domestiche” nel 49% dei casi, oltre metà delle
quali full-time, “assistenti domiciliari” nel 29%, “addette alle pulizie” nel
15%, baby sitter nel 10%, professioniste nella cura delle persone nel 2%. Per
il solo collettivo lombardo è anche possibile stimare il reddito mediano
desumibile dalle risposte delle intervistate, tarate per i pesi derivanti dal
particolare metodo di campionamento adottato. Tale reddito mediano si colloca
alle soglie dei 700 euro mensili, con casi molto rari in cui esso supera i
1.000 euro. Per lo più si tratta di occupazioni regolari a tempo indeterminato
ed orario normale (nel 43,6% dei casi), ma non mancano situazioni d’irregolarità
(26,9%) o di part-time (18,8%).
28. IMMIGRAZIONE - Bossi-Fini,
inizia l'esame della Corte Costituzionale sulle 435 eccezioni
d'incostituzionalità (Redattore Sociale)
14 ottobre 2003 MILANO - Domani, 15 ottobre, inizia l'esame della Corte
Costituzionale alle 435 eccezioni d'incostituzionalità accumulate in poco più
di un anno dalla legge Bossi-Fini sull'immigrazione. L'accoglienza da parte
della Corte di una delle eccezioni porterebbe alla ridiscussione della legge, che
norma diritti e doveri di almeno 2 milioni e 300 mila immigrati regolari in
Italia. La procedura dell’esame di domani prevede che la Consulta, riunita in
Camera di consiglio, ascolti la relazione di uno dei giudici a proposito dei
rilievi alla legge; seguirà la discussione tra i giudici, la scrittura di una
relazione finale che dia merito della sentenza e la divulgazione della
decisione della Corte. La procedura potrebbe essere molto lunga e proseguire
per mesi. Dopo il 15 ottobre, la Corte si riunirà nuovamente a discutere della
Bossi-Fini mercoledì 29 ottobre. Si ricorda che anche la precedente legge
sull’immigrazione, la cosiddetta Turco-Napolitano, collezionò un gran numero di
rilievi d’incostituzionalità sollevati dai tribunali italiani. Infatti, la Corte
Costituzionale dal novembre 1998 al maggio 2002 (ovvero in due anni e mezzo di
lavoro) esaminò ben 285 eccezioni, respingendole tutte. La legge Bossi-Fini in
fatto di eccezioni d’incostituzionalità ha un trend superiore: 435 in soli 13
mesi.
29. PROSTITUZIONE - Una nuova
grande sfida alla vita religiosa: è il tema formativo dell'incontro al Sedos (Redattore Sociale) 14 ottobre 2003 ROMA - E' dedicato al tema
della prostituzione e delle "nuove schiavitù" il prossimo appuntamento
di conoscenza e formazione per religiose e religiosi organizzato dal Sedos, il
Servizio di Documentazione aperto agli istituti di Vita Consacrata per aiutarli
a capire e collocare la loro missione nella Chiesa e nella società, secondo
quanto riferisce l'agenzia Vidimus Dominum. Venerdì prossimo, nella sede dei
Fratelli delle Scuole Cristiane, a Roma, suor Eugenia Bonetti, Missionaria
della Consolata, affronterà il tema "Dov'è tua sorella? La Nuova tratta
degli schiavi sfida la Vita religiosa nel Terzo Millennio. Come possiamo
reagire?". A "Vidimus Dominum", suor Eugenia Bonetti precisa che
l'appuntamento di studio, dibattito e confronto è stato pensato in maniera
articolata. Infatti alla sua relazione seguiranno la presentazione di diverse
testimonianze ed esperienze di lavoro compiute da alcune religiose tra le
ragazze che vogliono uscire dal giro perverso della prostituzione e dello
sfruttamento. Inoltre verranno presentati i progetti di formazione per
religiose e religiosi che sono stati approntati, tra cui un "kit" di
informazione e formazione a cura della Commissione Giustizia Pace e Integrità
della Creazione della Unione Superiori Generali e della Unione Internazionale
Superiore Generali (JPIC-USG/UISG). "Non serve punire - spiega suor
Bonetti a Vidimus Dominum - perché dobbiamo piuttosto occuparci e preoccuparci
della formazione. Condannare non serve ma occorre invece fare una vera opera di
recupero. La repressione non serve se non c'è recupero e un'azione concreta di
accompagnamento, per capire cosa accade. E il panorama - aggiunge - è a tinte
fosche perché stiamo distruggendo le famiglie".
30. PISANU, con riforma
prefetture regolarizzazione veloce no a passi indietro con tentazioni
centraliste (ANSA) - ROMA, 14 OTT - La riforma delle
prefetture e il modello basato sugli Uffici territoriali di Governo puntano a
"semplificare il rapporto con il cittadino e le pubbliche amministrazioni
per far sì che gli uffici pubblici funzionino meglio e costino meno". Un
esempio per tutti le regolarizzazioni degli immigrati: "con lo sportello
unico abbiamo realizzato un incremento di efficienza da 1 a 6". Lo ha
assicurato il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu che, nel suo intervento in
commissione affari costituzionali al Senato, ha difeso la riforma.
"Ribadisco qui il mio convincimento -ha detto- che oggi non sussistano
valide ragioni per ripensare la riforma dell'amministrazione periferica dello
stato ed il modello basato sugli Utg". Una riforma che ha permesso di
semplificare i passaggi burocratici e venire incontro ai cittadini, secondo il
Ministro. "Basti pensare -ha spiegato- all'ufficio unico delle entrate, al
responsabile unico in materia di lavori pubblici". Ma non solo: un esempio
per tutti, ha detto Pisanu, è lo sportello unico per l'immigrazione
"incardinato proprio presso le prefetture-Utg" e la cui piena
attività è "pertanto direttamente correlata alla completa realizzazione
della riforma". E i risultati, ha assicurato il ministro, non sono
mancati: "in un anno riusciremo a regolarizzare circa 700mila persone,
dando loro un contratto di lavoro, il permesso di soggiorno e una posizione
fiscale e assicurativa. In due precedenti occasioni, per realizzare una sola
operazione, cioé la mera 'sanatoria' di circa 240mila persone, si sono impiegati
due anni volta: cioé significa che con lo sportello unico abbiamo realizzato un
incremento di efficienza di 1 a 6". L'utilizzo delle Preftture-Utg, così
come quello delle conferenze permanenti, ha aggiunto Pisanu, "ci
consentiranno di procedere più speditamente verso la piena realizzazione del
principio di sussidiarietà, rinsaldando nel contempo i legami con le comunità e
le autonomie territoriali, sulla scia di una tradizione antica ma capace di
rinnovarsi giorno per giorno". Ed ha concluso: "nessuno di noi può
accettare che le amministrazioni dello Stato facciano passi indietro cedendo a
tentazioni centraliste e burocratiche, certamente fuori dal tempo e lontane
dalle attese dei cittadini".
La rassegna stampa è curata dall’ufficio stampa
dell’OIM: Tel. 06 44186 223 E-mail iomromepress@iom.int ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER
LE MIGRAZIONI (OIM) Missione di
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comunitario "Immagine degli immigrati in Italia tra
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