Rassegna Stampa


dal 17 al 21 ottobre 2003

 

1. IMMIGRAZIONE: barcone avvistato a largo Pantelleria (ANSA)

2. IMMIGRATI: Ciampi, Italia ed Europa possono fare di piu' (AGI)

3. IMMIGRAZIONE – In Marocco l'incontro interministeriale sulla migrazioni nel Mediterraneo occidentale (Redattore Sociale)

4. IMMIGRAZIONE: Maroni, da vertice in Marocco nuova strategia - Sinistra monotona e' capace solo di criticare governo  (ANSA)

5. IMMIGRAZIONE - Stabilire un ''modello e uno spazio di sicurezza'' in Europa: obiettivo comune per il G5 (Redattore Sociale)

6. MANTOVANO, sbarchi diminuiti rispetto ad un anno fa intervista alla stampa (ANSA)

7. IMMIGRAZIONE - De Luccia (Centro astalli): ''Il flusso migratorio dei disperati e poveri non si arresterà'' (Redattore Sociale)

8. RIFUGIATI - Indagine del Centro Astalli sulla condizione dei richiedenti asilo e rifugiati nella capitale (Redattore Sociale)

9. IMMIGRAZIONE - Ragonesi (Programma Nazionale Asilo): Spesso non è possibile programmare interventi per evitare queste tragedie''  (Redattore Sociale)

10. FRATTINI: piano per combattere trafficanti dell'immigrazione (ANSA)

11. UE: cooperazione, Sicilia firma dichiarazione di Ancona (AGI)

12. In dodici anni gli stranieri iscritti all'anagrafe di Milano si sono quasi quintuplicati. Intanto diminuiscono i residenti italiani. (Stranieri in Italia)

13. IMMIGRAZIONE - Diritto al voto. Pittau (Dossier Caritas): ''Una mossa intelligente: tornare sulla legge per rivederla, senza affidarsi solo agli strumenti repressivi in un primo momento mitizzati''(Redattore Sociale)

14. IMMIGRAZIONE - Una guida in arabo, francese e inglese per accogliere i cittadini stranieri (Redattore Sociale)

15. IMMIGRAZIONE - Diritto al voto. In Lombardia spetterebbe a 120mila stranieri (residenti da oltre 6 anni). Il commento di Blangiardo (Bicocca-Ismu) (Redattore Sociale)

16. IMMIGRAZIONE: strage natale '96; 300 morti, al via processo due gli imputati, 'mister tony' e il comandante della 'yohan' (ANSA)

17. IMMIGRAZIONE: UE, presto il visto biometrico / ANSA accordo tra i principali paesi europei in riunione a La Baule (ANSA)

18. IMMIGRATI: decine di morti sulla 'barca dell' orrore'/ansa almeno 70 le vittime, 13 i cadaveri recuperati, 15 i superstiti (ANSA)

19. Diritto di voto: la Lega al contrattacco. Una lettera a Fini e una raccolta firme contro il pdl di An (Stranieri in Italia)

20. AFRICA – Burundi, dieci anni di conflitto e 300mila civili morti. La Caritas: ''Una guerra da non dimenticare'' (Redattore Sociale)

21. PROSTITUZIONE - Una suora italiana accusa la Bossi-Fini di non colpire gli sfruttatori, ma di proteggerli (Redattore Sociale)

22. MINORI - In Colombia e nella Repubblica Democratica del Congo migliaia i bambini soldato: l'allarme in due rapporti internazionali (Redattore Sociale)

23. IMMIGRAZIONE: barcone morti, i precedenti / ANSA (ANSA)

24. DS: le proposte in materia di diritto di voto (AGI)

25. Sarebbero circa 150mila gli immigrati ammessi al voto (AGI)

26. SPAGNA: 550 immigrati sbarcati nelle ultime ore (AGI) 27. MILANO: corso gratuito per imprenditori stranieri (AGI)

27. MILANO: corso gratuito per imprenditori stranieri (AGI)

28. UE:vertice; ok pacchetto immigrazione, frenata su quote/ANSA Bruxelles studiera' tema ma Parigi e Berlino sono contrarie (ANSA)

29. AIDS - Fondo globale lotta a Aids, tubercolosi e malaria: Save the children: ''Comincia a portare aiuto concreto'' (Redattore Sociale)

 

1. IMMIGRAZIONE: barcone avvistato a largo Pantelleria (ANSA) - TRAPANI, 21 OTT - Lampedusa: cc circondano cimitero, in corso sepoltura somali Una piccola imbarcazione con una decina di clandestini a bordo e' stata avvistata a 15 miglia a Sud Ovest di Pantelleria, da un aereo della Marina. Due motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto stanno raggiungendo la zona per soccorrere gli immigrati. A Lampedusa intanto i carabinieri hanno circondato il cimitero e bloccata la strada che conduce al camposanto dove si starebbero svolgendo le sepolture dei 13 somali vittime della traversata di morte nel canale di Sicilia.

 

2. IMMIGRATI: Ciampi, Italia ed Europa possono fare di piu' (AGI) - Bucarest, 21 ott. - "Non c'e' dubbio che l'Italia e l'Europa possono e debbono fare di piu', anche promuovendo una collaborazione maggiore da parte dei Paesi dai quali provengono questi natanti". E' questo il pensiero del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi dopo l'ennesima tragedia dei mari al largo delle coste italiane. "Direi che l'esperienza che possediamo in Adriatico - ha aggiunto il Presidente Ciampi - ci conforta che si possono trovare soluzioni valide". (AGI)

 

3. IMMIGRAZIONE – In Marocco l'incontro interministeriale sulla migrazioni nel Mediterraneo occidentale (Redattore Sociale) 21 ottobre 2003 ROMA - Secondo incontro interministeriale sulle migrazioni nel Mediterraneo occidentale. Ministri e autorevoli rappresentanti dei Paesi partecipanti al Dialogo sulle migrazioni nel Mediterraneo occidentale (Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Marocco, Mauritania, Portogallo, Spagna e Tunisia), anche conosciuto come "Dialogo 5+5", si incontreranno il 22 e 23 ottobre a Rabat (Marocco) per discutere di cooperazione regionale nella gestione delle migrazioni. L'evento, organizzato congiuntamente dal Governo del Regno del Marocco e dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), consentirà ai partecipanti di proseguire i lavori iniziati nell'ottobre del 2002, lavori che hanno portato all'adozione della Dichiarazione di Tunisi.Tale Dichiarazione, giova ricordarlo, sottolinea l'importanza per i paesi del Mediterraneo occidentale di scambiare regolarmente informazioni su questioni migratorie, di contrastare l'immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani attraverso uno sforzo multilaterale concertato, di promuovere programmi a sostegno della migrazione regolare per lavoro e collaborare con le comunità di migranti nei paesi di destinazione."Il Dialogo sulle Migrazioni nel Mediterraneo occidentale costituisce un esempio nel settore della gestione delle migrazioni - dichiara il Direttore Generale dell'Oim, Brunson McKinley -. Stabilire una partnership a livello regionale è il modo migliore per contrastare la migrazione irregolare e le sue conseguenze". Le discussioni a Rabat riguarderanno principalmente la migrazione per lavoro, in particolare l'accesso al mercato del lavoro per i migranti regolari nei paesi del Mediterraneo occidentale. Sarà esaminato il legame tra migrazione e sviluppo nel contesto della cooperazione allo sviluppo di aree a forte pressione migratoria. I partecipanti discuteranno come coinvolgere i migranti stessi nello sviluppo sostenibile dei loro paesi di origine attraverso il trasferimento di risorse umane qualificate, rimesse, investimenti e programmi di micro-credito.Sarà affrontato anche il tema dell'integrazione dei migranti regolari nelle società di accoglienza, in particolare in relazione a ricongiungimenti familiari, accesso al lavoro, alloggio e servizi sociali. I partecipanti discuteranno, inoltre, della necessità di promuovere i diritti dei migranti nel Mediterraneo Occidentale attraverso misure volte a combattere forme di intolleranza, discriminazione, xenofobia e sfruttamento. Si parlerà infine di tematiche attinenti alla salute dei migranti, pari opportunità per le donne immigrate. Il Dialogo “5+5” nel Mediterraneo Occidentale nasce nel dicembre 1990 a Roma. In occasione dell'incontro dei Ministri degli esteri a Lisbona nel gennaio 2001, i 5+5 paesi avevano rilevato la necessità di affrontare in modo organizzato e coordinato le questioni migratorie a livello regionale. L'Oim, da questo punto di vista, agisce come facilitatore nei processi regionali di consultazione su tematiche migratorie in America, Africa, Asia e Europa. Il programma della seconda conferenza ministeriale è disponibile sul sito dell'OIM (http://www.iom.int/dialogue5-5).

 

4. IMMIGRAZIONE: Maroni, da vertice in Marocco nuova strategia - Sinistra monotona e' capace solo di criticare governo  (ANSA) - BENEVENTO, 21 OTT -  Dalla riunione dei 5+5, che comincia domani a Rabat, potrebbe scaturire una diversa strategia dell' Italia nel contrasto all' immigrazione clandestina. Lo annuncia il ministro del Welfare Riccardo Maroni, a margine di un convegno sulla formazione permanente organizzato dalla presidenza dell' Unione europea.   ''Sentiro' in giornata i colleghi Frattini e Pisanu - dichiara Maroni - ma credo che domani potrebbe essere un momento importante, quello dell' annuncio di una diversa strategia di contrasto dell' immigrazione clandestina''.Il vertice dei 5+5, che si apre domani in Marocco, vedra' riuniti cinque Paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Malta) e cinque del Mediterraneo, tra i quali Marocco e Libia.   Sulla revoca dell' embargo alla Libia, Maroni si e' detto possibilista. ''Se serve alla Libia per controllare meglio le proprie frontiere - spiega - puo' essere utile, e' una delle proposte messe sul tappeto. Pero' bisogna verificare bene i pro ed i contro''.   Per il ministro del Welfare ''l' Italia deve avere un ruolo da protagonista, sia nelle politiche di contrasto che in quelle di accoglienza dei clandestini, e non puo' aspettare che i Paesi del Nord Europa, che hanno problemi molto diversi dai nostri, si impegnino in prima fila su questo terreno''. Infine Maroni rimanda al mittente le critiche del centrosinistra sulla mancata erogazione dei fondi alla Libia. ''Anche di fronte ad una tragedia cosi' immane - conclude - la sinistra e' capace solo di criticare il governo. E' una sinistra monotona, alla quale si e' incantato il disco. Purtroppo in  questo modo non diventa un interlocutore...''.

 

5. IMMIGRAZIONE - Stabilire un ''modello e uno spazio di sicurezza'' in Europa: obiettivo comune per il G5 (Redattore Sociale) 21 ottobre 2003 MILANO - Stabilire un "modello e uno spazio di sicurezza" in Europa. È l'obiettivo condiviso dal "G5", il gruppo degli Stati membri che comprende Spagna, Francia, Germania, Italia e Regno Unito, confermato durante l'incontro dei ministri degli Esteri dello scorso 20 ottobre a La Baule. Nella città francese, i cinque ministri hanno annunciato misure per la lotta al terrorismo e l'immigrazione clandestina, che comprendono la riforma dell'Europol, l'introduzione della "biometria" e l'irrigidimento generale delle procedure di controllo sull'immigrazione.Circa l'Europol il ministro dell'Interno francese, Nicolas Sarkozy, ha ribadito che la polizia europea deve diventare più "operativa e più efficace". Per la prima volta, anche la Francia ha accolto la proposta di estendere l'azione dell'Europol a tutto il territorio dell'Unione, una misura di fatto pone le basi per una "Fbi" europea. Anche l'introduzione dell'identificazione delle persone migranti attraverso le caratteristiche fisiche degli individui (biometria) potrebbe diventare uno strumento utile nella lotta al terrorismo e all'immigrazione irregolare.In soldoni, non è escluso che in futuro la polizia possa rilevare, oltre alle impronte digitali delle persone sotto controllo, anche le impronte digitali, la forma del viso o l'iride degli occhi.Un altro punto sul quale il summit ha fatto un passo avanti è lo scambio e la circolazione di informazioni su individui sospetti, di liste di individui sospettati di appartenere a organizzazioni terrorstiche. Questo tipo di collaborazione, inaugurata con il summit di Jerez de la Frontera lo scorso maggio, dovrà essere ulteriormente potenziata dai cinque Stati membri.A pochi giorni dalla morte dei 20 immigrati al largo delle coste siciliane, il problema delle immigrazioni clandestine era già scottante e i "Cinque" hanno ribadito un'ampia "convergenza di vedute" sull'argomento. L'impegno di ogni singolo Stato, è stato detto, deve andare nella direzione di un potenziamento dei controlli di frontiera, elaborando proposte per frenare l'immigrazione clandestina. Alla Francia toccherà elaborare un progetto sulle "condizioni minime di accesso, in termini di reddito, per i soggiorni brevi". Mentre la Spagna dovrà elaborare una direttiva sull'obbligo da parte dei trasportatori di fornire una serie di dati, almeno sei, sui loro passeggeri (nome, indirizzo, ecc.). Ma per costruire una vera zona di sicurezza, il G5 ha sottolineato l'importanza di attivare collaborazioni con i Paesi del Maghreb (Algeria, Marocco e Tunisia). Infine, sono stati annunciati la nomina di un "capofila", all'interno del G5, che possa rappresentare i membri sulle questioni dell'immigrazione clandestina e l'incontro, ogni tre mesi, dei capi della polizia di frontiera, per lo scambio di "informazioni operative"

 

6. MANTOVANO, sbarchi diminuiti rispetto ad un anno fa intervista alla stampa (ANSA) - ROMA, 21 ott - "Avverto un certo disagio nel ragionare su dati, statistiche, curve e diagrammi che confermano la diminuzione del flusso immigratorio clandestino nel nostro Paese. Disagio perché suona retorico dire che tutto questo non consola la perdita di una sola vita umana, e qui sono parecchie. Eppure è così". Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, in un'intervista alla STAMPA dopo la tragedia dei clandestini al largo di Lampedusa sottolinea che "oggi in Italia arrivano meno clandestini rispetto a un anno fa".E sostiene che il problema potrà essere risolto solo a livello europeo, dove "bisogna parlare una sola lingua, dividere le spese, affrontare insieme i problemi delle quote programmate".

 

7. IMMIGRAZIONE - De Luccia (Centro astalli): ''Il flusso migratorio dei disperati e poveri non si arresterà'' (Redattore Sociale) 21 ottobre 2003 ROMA – “Il flusso migratorio di richiedenti asilo e persone in difficoltà, disperati e poveri, non si arresterà da qui ai prossimi anni, né è possibile controllare questi flussi, nonostante gli accordi tra governi, il regalo di motovedette ai paesi del Mediterraneo e i corsi di formazione per la polizia”. Così il gesuita padre Francesco De Luccia, presidente del Centro Astalli, commenta l’ennesima tragedia consumatasi ieri nel canale di Sicilia, a sud est di Lampedusa. L’imbarcazione di legno (non più di 6 metri) era partita il 3 ottobre scorso da un punto della costa libica al confine con la Tunisia, finendo dopo tre giorni di navigazione carburante e viveri. A bordo il personale della Guardia costiera e della Marina militare ha scoperto 14 somali stremati dalla fatica e 11 corpi senza vita di connazionali; ma alcuni dei superstiti hanno dichiarato che al momento della partenza sulla barca si trovavano circa un centinaio di persone, alcune delle quali gettate in mare dopo la loro morte. L’arrivo degli immigrati, secondo De Luccia, non si può controllare “dai paesi di provenienza né dai punti di partenza: l’unica cosa possibile è fare delle leggi che permettano di entrare in Italia per la ricerca del lavoro, senza che le persone si affidino a questi vettori trafficanti di morte, pagandoli per essere traghettati in Italia”. Quindi i flussi vanno incanalati “attraverso una legge che consenta di venire in Italia per lavorare: invece la Bossi-Fini di fatto non permette l’ingresso per lavoro, ha tolto la possibilità dello sponsor e ha limitato le quote d’ingresso. È una legge pensata contro gli immigrati, per scoraggiarli e rendere loro la vita più difficile, spingendoli di fatto in braccio all’illegalità”. Ma l’immigrazione – commenta il responsabile dell’associazione che si occupa di richiedenti asilo e rifugiati – “non finisce perché Bossi ha deciso che non devono esserci immigrati nel nostro paese”. Riguardo agli Stati di provenienza degli stranieri, De Luccia fa notare che “nei paesi in cui c’è un minimo di benessere, i soldi vengono investiti dalle famiglie nel progetto migratorio: risparmi e rimesse servono per partire verso l’Occidente, perché nella loro terra non c’è possibilità di futuro”. Quindi occorre senza dubbio “migliorare le condizioni di quei paesi in maniera più incisiva di quanto sta facendo oggi l’Italia, ma tenendo presente che appena la situazione economica delle famiglie migliora, molti pensano di partire”.(lab)

 

8. RIFUGIATI - Indagine del Centro Astalli sulla condizione dei richiedenti asilo e rifugiati nella capitale (Redattore Sociale) 21 ottobre 2003 ROMA - "Storie di diritti negati": così si intitola lo studio curato dal Centro Astalli che presenta i risultati di un´attività di monitoraggio sulla condizione dei richiedenti asilo e rifugiati nella capitale. L´indagine verrà illustrata giovedì 23 ottobre alle ore 11.00 presso la Sala Assunta in via degli Astalli 17, insieme a un altro volume della collana "Quaderni": una ricerca sugli orientamenti giurisprudenziali in materia di asilo. I due approfondimenti sono il risultato del Progetto "Diritti Umani e Volontariato", promosso da 5 associazioni di volontariato: Centro Astalli, Casa dei diritti sociali-Focus, Casa Verde, Medici contro la Tortura e Ronda della Solidarietà. "La mancanza assoluta di dati quantitativi sul fenomeno, l'assenza di analisi sui bisogni e sulle aspettative di persone che giungono in Italia sulla spinta di persecuzioni e violenze, la vergognosa trafila che ciascun richiedente asilo deve sopportare - dalla mancanza di informazioni sui propri diritti, alle notti trascorse all'aperto, dalle file davanti alla Questura, all'attesa di anni prima di essere convocato dalla Commissione Centrale - sono stati i motivi principali che hanno dato vita ad un'attività di monitoraggio sulla condizione dei richiedenti asilo e rifugiati a Roma", spiega il Centro Astalli. Nello stesso tempo "la scarsità di strumenti a disposizione oggi in Italia per affrontare e capire la materia del diritto d´asilo e l´assoluta necessità di una legge quadro non solo sul riconoscimento e la tutela del diritto, ma anche sulle misure concrete di accoglienza, orientamento e integrazione di richiedenti asilo e rifugiati, hanno spinto le Associazioni proponenti a promuovere una ricerca sugli orientamenti giurisprudenziali in materia d´asilo" Uno strumento agile, con un'introduzione del prof. Giovanni Maria Flik, che viene offerto a quanti sono impegnati nell'accompagnamento socio-legale di richiedenti asilo e rifugiati. I due volumi, che saranno distribuiti a tutti coloro che interverranno alla conferenza stampa, verranno commentati da Raffaela Milano Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma; Luigi Manconi, presidente di "A buon diritto - Associazione per le libertà"; il gesuita padre Francesco De Luccia, presidente dell'associazione Centro Astalli, e Giulio Russo, presidente di Casa dei Diritti Sociali - Focus. Modererà l´incontro il giornalista Vittorio Emiliani. Per ulteriori informazioni, contattare: Donatella Parisi - Fondazione Centro Astalli, tel. 06/69925099, e-mail astalli@jesref.org, oppure Anna Adamczyk - Casa dei Diritti Sociali-Focus, tel. 06/4464613, e-mail: info@dirittisociali.org

 

9. IMMIGRAZIONE - Ragonesi (Programma Nazionale Asilo): Spesso non è possibile programmare interventi per evitare queste tragedie''  (Redattore Sociale) 21 ottobre 2003  ROMA - Valorizzare la cooperazione decentrata e costruire opportunità nei paesi di origine degli immigrati, attraverso la “metodologia dei piccoli progetti”: è una delle strade percorribili per prevenire migrazioni incontrollate secondo Antonio Ragonesi, componente per l'Anci dell’ex Programma nazionale asilo, ora denominato “Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”. L’Anci sta promuovendo accordi con il Programma alimentare mondiale (Wfp) per implementare i microprogetti sostenuti dai Comuni nei paesi in via di sviluppo.Dopo la tragedia consumatasi ieri a Lampedusa, dove su una carretta del mare hanno trovato la morte decine di somali, Ragonesi commenta: “Quando si tratta di salvare vite umane, è necessario un intervento attento, ma spesso non è possibile programmare interventi per evitare queste tragedie”. Anche perché i flussi “non sono programmati e gli spostamenti dei somali arrivati ieri in Italia non sono avvenuti pochi giorni fa: non sono poveri, si sono mossi nei mesi scorsi verso il nord Africa, dove si sono fermati per settimane, per poi salpare verso l’Europa. E partono non solo per un disagio economico, ma anche politico, sociale, militare”.Secondo Ragonesi, quindi, “con Libia e Tunisia, punti di partenza, si sta riproponendo una situazione simile a quella sperimentata con l’Albania: dato che il modello utilizzato in questo paese ha portato dei buoni risultati, può essere riproposto, ad esempio riprendendo il pattugliamento delle coste sia in arrivo che in partenza”. E con Libia e Tunisia si dovrebbe arrivare a stipulare “accordi simili a quelli pattuiti con l’Albania per combattere il traffico degli scafisti: la distruzione delle imbarcazione è stato un deterrente forte perché l’Italia non fosse una tappa praticabile”.Tuttavia gli scafisti in Tunisia e Libia “sono presenti perché rispondono a una forte domanda, che resta reale ed esiste nel Corno d’Africa; mentre gli iracheni e i curdi si spostavano verso altri paesi dell’Europa, questa domanda africana tende a stabilizzarsi sul territorio italiano. Coloro che arrivano non sono clandestini, ma tutti richiedenti asilo che vedono il nostro territorio come terra di approdo, non di passaggio”. Una presenza notevolmente superiore a quella del passato “che deve interrogare i Comuni” e nei mesi scorsi “i flussi non si sono mai arrestati: purtroppo lo si scopre solo quando ci sono i morti. Il fenomeno è grande e lo avremo davanti nei prossimi 10 anni”. Auspicando che il 2004 sia l’anno della cooperazione decentrata, Ragonesi ricorda che il 6 ottobre scorso la Commissione immigrazione dell’Anci ha deciso di investire 1 milione 200mila euro per interventi di questo tipo finalizzati al reinserimento nei paesi di origine dei “diniegati”, coloro a cui viene rifiutata la domanda di asilo. “Speriamo che il Ministero degli esteri si orienti in questa direzione, sostenendo questo tipo di interventi concreti sul territorio, non storcendo il naso se si parla di cooperazione e immigrazione: si tratta di attività che non hanno un carattere repressivo ma preventivo con le comunità locali, una serie di microprogetti coordinati tra loro che riescono a produrre effetti reali”. Occorre, quindi, sia “il sostegno locale delle aree di origine e delle zone di flusso migratorio”, sia “l’informazione sulla prevenzione sulle sponde del Mediterraneo: Libia, Marocco, Tunisia, Egitto, agendo con una serie di accordi”.(lab)

 

10. FRATTINI: piano per combattere trafficanti dell'immigrazione (ANSA) 21 ottobre 2003 ROMA - Il ministro degli Esteri ha annunciato oggi in un'intervista radiofonica che la presidenza italiana ha posto all'ordine del giorno del Consiglio europeo il problema dell'immigrazione, per combattere il traffico di esseri umani e aiutare i Paesi di origine e transito. Frattini ha aggiunto che il piano prevede la creazione di un'Agenzia per il controllo marittimo di tutte le frontiere mediterranee, per combattere i trafficanti di esseri umani, e un programma di aiuto ai Paesi di origine e di transito dei flussi migratori'.

 

11. UE: cooperazione, Sicilia firma dichiarazione di Ancona (AGI) - Palermo, 21 ott. - Le Regioni d'Italia protagoniste in Europa, chiedono alla comunita' di bilanciare i finanziamenti a vantaggio del Mediterraneo e dell'Area Balcanica. L'assessore regionale alla Presidenza, David Costa, sottoscrive, a nome della Sicilia, la dichiarazione di Ancona, un documento programmatico in dieci punti che rimarca il ruolo di primo piano delle Regioni nella "Nuova Unione Europea" e per la prima volta assegna un ruolo strategico ai programmi di cooperazione decentrata e di politica di prossimita'. La conferenza tenuta in quella citta' e' la prima di un "poker" di incontri transregionali (ovvero fra governi sub nazionali, cosi' come vengono definiti a livello comunitario) del semestre di presidenza italiana dell'Ue. Gli incontri si concluderanno con la conferenza di Palermo sulle politiche Euro Mediterranee prevista per il 27 e 28 novembre e che sara' anticipata da un'altra conferenza interregionale organizzata dalla Sicilia, sempre a Palermo, il 14 e 15 novembre, e che avra' per tema il "Patrimonio culturale e partenariato interregionale nel Mediterraneo". Tutto questo servira' ad elaborare un documento delle Regioni da portare alla VI conferenza Euro-Mediterranea dei Ministri degli Esteri che si svolgera' a Napoli il 2 e 3 dicembre. (AGI)

 

12. In dodici anni gli stranieri iscritti all'anagrafe di Milano si sono quasi quintuplicati. Intanto diminuiscono i residenti italiani. (Stranieri in Italia) 21 ottobre 2003 MILANO - 26mila 568 nel 1991, 112mila 839 oggi. In dodici anni gli stranieri a Milano si sono quasi quintuplicati. I dati dell'anagrafe del capoluogo lombardo, pubblicati oggi dal Corriere della Sera, fotografano un incremento dall'andamento costante: 57.119 nel '93, 64.372 nel '95, 79.980 nel '97. Prima del 1991 erano invece così pochi che nessuno si era preso la briga di contarli. Milano si conferma così la seconda città italiana (la prima è Roma) per numero di stranieri. E attenzione, parliamo solo di immigrati regolari! A quei 112mila si aggiungeranno inoltre anche i lavoratori stranieri in via di regolarizzazione (in provincia sono state presentate più di ottantamila domande). Interrogando i computer dell'Anagrafe è possibile anche seguire la crescita delle singole comunità. Gli egiziani erano meno di cinquemila dieci anni fa, oggi sono quasi tredicimila. Nello stesso lasso di tempo, i cinesi sono passati da 1774 a 5037, i filippini da 1938 a 20.011, i peruviani da 339, a 9058, gli albanesi da 180 a 2922. Crescita record per la comunità ecuadoregna, che contava 21 membri nel 1993, 3644 oggi. "E' evidente - dichiara al Corsera l'assessore all'Anagrafe, Giancarlo Martella - che siamo di fronte a una trasformazione della città. Tutti coloro che risultano iscritti nei nostri registri vivono regolarmente a Milano e questo significa che bisogna adeguare i servizi per accoglierli. Milano sarà all'altezza: farà ciò che ha fatto tanti anni fa con gli immigrati provenienti dal Sud d'Italia". Milano vive infine un fenomeno che accomuna un po' tutte le città di grande immigrazione, Londra in testa. Mentre gli stranieri aumentano, diminuiscono gli italiani , che preferiscono trasferirsi nell' hinterland, considerato più vivibile. Nel 1971 il censimento contò 1.732.000 residenti d.o.c., vent'anni dopo erano 1.369.231, oggi sono 1milione 171mila.

 

13. IMMIGRAZIONE - Diritto al voto. Pittau (Dossier Caritas): ''Una mossa intelligente: tornare sulla legge per rivederla, senza affidarsi solo agli strumenti repressivi in un primo momento mitizzati''(Redattore Sociale) 21 ottobre 2003 ROMA – Il voto agli immigrati? “Una mossa intelligente del vicepremier Fini: tornare sulla legge per rivederla, senza affidarsi solo agli strumenti repressivi in un primo momento mitizzati. Chi rema contro, come la Lega, rema contro la storia: la dignità dei cittadini stranieri non può essere fermata”. È l’analisi di Franco Pittau, coordinatore del Dossier statistico sull’immigrazione curato da Caritas e Migrantes, che il prossimo 28 ottobre sarà presentato a Roma e in altre città italiane.La proposta del voto agli immigrati non è una novità nello scenario politico italiano…“Sì, ma è una novità positiva, da salutare con favore, che ne parli l’altro schieramento: una mossa che si inquadra in una strategia più ampia dei rapporti dei partiti del Polo. Fini, da politico intelligente, ha notato che la pressione migratoria non è mutata negli ultimi anni, nonostante la legge: se aumenta il numero dei rimpatriati, cresce quello dei regolarizzati. Monitorando gli ultimi 4 anni, ci si accorge che gli strumenti repressivi non migliorano le politiche relative all’immigrazione. Nel 2002 la popolazione immigrata è aumentata di 80mila unità anche se sono diminuite le quote, a motivo dei ricongiungimenti familiari”. Quindi il voto diventa una scelta inevitabile, a fronte dell’aumento costante degli stranieri in Italia?“Il voto rappresenta un collante per tenere unita la società. Dato che l’immigrazione registra un trend di continua crescita - ieri il 3% della popolazione, oggi il 4%, a metà secolo sarà tra il 10 e il 20% - un politico intelligente e lungimirante tende a prepararsi a questa prospettiva. Altrimenti avremo soltanto una società frantumata o spezzoni di società differenti”.Quanti saranno gli aventi diritto al voto? “Secondo i dati del Dossier 2002, ¼ degli immigrati prima della regolarizzazione viveva in Italia da oltre 10 anni, quindi orientato a restare per sempre. Ma tutti gli attaccamenti non trovano sbocco dinamico senza incentivi: in questo senso il voto è una mossa intelligente”. Gli immigrati hanno contribuito a far maturare questa proposta?“È stata preparata un po’ dagli italiani e un po’ dagli immigrati, anche se le loro leadership non sono ancora mature perché non è stata facilitata la partecipazione alla vita sociale. In questo senso l’ottica della sicurezza passa anche attraverso un coinvolgimento: un cittadino straniero che vota non è più pericoloso; quindi il voto rappresenta un mezzo potentissimo per vincere la diffidenza e farli come noi”. Siamo in ritardo rispetto all’Europa?“È un passo che anche alcuni paesi conservatori hanno compiuto in meno tempo: in Finlandia e Portogallo bastano 2 anni, in Irlanda solo 6 mesi. Occorre farsi una ragione che si tratta più di una nostra chiusura che di una difficoltà oggettiva”. Il voto rappresenta un punto di partenza nell’integrazione degli stranieri?“Siamo ancora molto indietro: l’Italia appare di recente molto più titubante sul progetto di società con gli immigrati. Bisogna ricalibrare questo progetto all’interno di regole fondamentali previste dalla Costituzione, come l’assoluta inviolabilità della coscienza. La differenza non va criminalizzata, ma accettata se rispetta le regole. Su questo non sono stati compiuti passi in avanti; prima c’era la Commissione sull’integrazione presso il Ministero del Welfare che produceva studi e approfondimenti sul tema, ora più nulla. Recentemente non si è parlato di cittadinanza, di integrazione, di minori. Siccome il voto è l’espressione più alta del diritto di partecipazione, va preparata attraverso strumenti intermedi di partecipazione: sindacati, scuola, associazioni, uffici pubblici: strutture chiamate a diventare intrinsecamente interculturali, non solo attraverso i mediatori”.

 

14. IMMIGRAZIONE - Una guida in arabo, francese e inglese per accogliere i cittadini stranieri (Redattore Sociale) 21 ottobre 2003 MODENA - E' dedicata ai nuovi modenesi la guida in arabo, francese e inglese pensata e realizzata dal Comune di Modena per accogliere i cittadini stranieri. Che cosa offre? Un primo orientamento sui principali uffici, servizi e punti di riferimento in città. “Benvenuti a Modena”, questo il titolo della pubblicazione, è un contenitore che comprende 16 schede su diversi argomenti: notizie su servizi comunali come l’Informanziani, il Centro Stranieri, l’Ufficio relazioni con il pubblico, ma anche sui Centri per l’Impiego o l’Aci, le Circoscrizioni e gli ospedali. Spiega poi come contattare le strutture dell’Azienda Usl o gli uffici pubblici più importanti, dove pagare Ici e tributi, denunciare il cane o ottenere carta d’identità e passaporto, e contiene una piccola mappa dei vari indirizzi segnalati. “La nostra è una città abituata all’ospitalità e all’accoglienza, nel rispetto di tutti – ha sottolineato il sindaco Giuliano Barbolini –. Siamo convinti che l’arrivo a Modena di persone di diverse culture sia una grande ricchezza e che l’intera società possa affrontare con successo il futuro solo sapendo favorire l’incontro e l’integrazione. Ci auguriamo con questa guida rapida di poter facilitare i nuovi concittadini nell’affrontare i problemi di primo impatto con Modena”. Nel 2002, così come avvenuto nei cinque anni precedenti, la popolazione cittadina è aumentata grazie al maggior numero di immigrati rispetto a quello emigrati. L’anno scorso sono arrivate in città 5838 persone, 448 più di quelli che l’hanno lasciata, l’anno prima il saldo positivo era stato di 1244 unità, mentre nel 2000 di 1131. Grazie ai nuovi residenti, Modena (che continua ad avere un saldo naturale negativo, registrando più decessi che nascite) ha raggiunto così nel 2002 i 178311 abitanti, 298 in più dell’anno precedente. Gli stranieri residenti, sempre nel 2002, erano invece 11734, provenienti da 132 paesi (solo 594 dalla Unione Europea). Le comunità più presenti sono quella marocchina, con oltre 1900 prsone, ghanese, 1350 persone, filippina, 1140 persone, tunisina e albanese, poco più di mille membri in tutto. "Quando si parla di nuovi residenti - precisano dal Comune - si parla comunque in buona parte di immigrati stranieri, e di questi la stragrande maggioranza proviene da paesi al di fuori dell’Unione Europea. Già oggi circa il 7% dei modenesi arriva da altri territori, contro l’1% di dieci anni fa". “In questi anni – concludono - il Comune ha creato alcune forme per la partecipazione e il confronto con le comunità straniere: Modena è stata la seconda città a insediare una Consulta dei cittadini immigrati e apolidi residenti per sostenere istituzionalmente l’integrazione degli stranieri. Sono inoltre nati servizi che si fanno carico delle nuove esigenze e puntano a garantire i diritti fondamentali a tutte le persone presenti in città, come lo Sportello informativo all’interno del Centro stranieri o iniziative a favore dell’integrazione scolastica, mentre per l’accesso al mondo della formazione professionale esiste uno sportello di orientamento per i lavoratori stranieri presso la Città dei Ragazzi”.

 

15. IMMIGRAZIONE - Diritto al voto. In Lombardia spetterebbe a 120mila stranieri (residenti da oltre 6 anni). Il commento di Blangiardo (Bicocca-Ismu) (Redattore Sociale) 21 ottobre 2003 ROMA - "Dal punto di vista sostanziale condivido la proposta di estendere il diritto di voto amministrativo agli immigrati: la ritengo ragionevole e dovuta nei confronti di chi vive situazioni regolari e produttive, degli stranieri che lavorano e pagano le tasse. È giusto che abbiano voce in capitolo nelle scelte, quanto meno di carattere locale". È la posizione di Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia presso l’Università “La Bicocca” di Milano e collaboratore dell’Ismu. Il futuro provvedimento riguarda solo una parte degli immigrati…“Secondo la proposta formulata dal vicepremier Fini, il voto spetterebbe soltanto agli stranieri residenti in Italia da oltre 6 anni: in Lombardia sarebbero 120mila su 500mila, quindi non si tratta di un’incidenza altissima. In base ai dati dell’osservatorio regionale Ismu, la quota dei residenti regolari presenti da almeno 6 anni in Italia sfiora il 50% del totale dei residenti immigrati”. Ci sono alcune nazionalità prevalenti tra gli immigrati residenti da oltre 6 anni?“A Milano prevalgono gli egiziani, ad esempio, e comunque in generale i nordafricani; meno numerosi i latinoamericani, mentre gli stranieri provenienti dall’Europa dell’Est sono una via di mezzo: gli immigrati più recenti sono rumeni e ucraini, invece gli albanesi stanno diventando un gruppo storico ma a Milano città contano poco, sono più numerosi nella provincia. Senza contare la componente irregolare: 150mila persone in tutta la regione Lombardia”. Secondo lei, come inciderà il voto degli immigrati a livello demografico nel paese?“Innanzitutto sarà uno sviluppo interessante, che creerà vivacità, ma non si tratta di una prospettiva immediata: e se si voterà tra 5-6 anni, il numero degli immigrati andrà ad aumentare progressivamente, tenuto conto anche del turn over. Tuttavia i tempi non sono ancora maturi: prima deve andare avanti la proposta di legge, poi devono esserci le elezioni. Comunque gli immigrati da soli in Lombardia costituirebbero un partito del 2%, quindi con un’incidenza altissima; in qualche area della penisola la percentuale potrebbe salire al 4-5% e un candidato che ha carisma potrebbe arrivare in Consiglio regionale. E poi è tutto da vedere se verrà costituito un partito di immigrati: alcune diversità di provenienza, di religione, di cultura dovrebbero amalgamarsi tra loro, oppure costituiranno piccole frazioni. L’altra possibilità è che questo elettorato vada a confluire nei diversi partiti già esistenti”.(

 

16. IMMIGRAZIONE: strage natale '96; 300 morti, al via processo due gli imputati, 'mister tony' e il comandante della 'yohan' (ANSA) - SIRACUSA, 20 OTT - La più grande tragedia nella storia dell' immigrazione clandestina nel Canale di Sicilia approderà domani nel Palazzo di giustizia di Siracusa. Davanti alla Corte d' Assise aretusea, infatti, comincerà il processo per la strage del Natale del 1996, in cui morirono annegati circa 300 extracomunitari. Imputati sono il presunto organizzatore del traffico, il pakistano naturalizzato maltese Turab Amhed Sheik, noto anche come "Mister Tony", attualmente libero, e il comandante della motonave "Yohan", il libanese Youssef El Hallal, arrestato la settimana scorsa a Parigi e per il quale è stata già avviata la procedura per l' estradizione in Italia. Entrambi sono accusati di associazione per delinquere, naufragio e omicidio volontario aggravato. Il cambio del capo imputazione contestato, inizialmente era omicidio colposo plurimo, farà ricominciare il processo.(ANSA).

 

17. IMMIGRAZIONE: UE, presto il visto biometrico / ANSA accordo tra i principali paesi europei in riunione a La Baule (ANSA) - PARIGI, 20 OTT - Nel prossimo futuro gli extracomunitari potranno entrare in Europa solo se muniti di un visto "biometrico", dove siano state cioé memorizzate su un chip le impronte digitali, i tratti facciali e altri dati importanti per l'identificazione di una persona. Un accordo di massima in questo senso è stato raggiunto dai ministri degli Interni di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna che si incontrati ieri e oggi a La Baule - sull'Atlantico, non lontano da Nantes - per discutere di "cooperazione rafforzata" nella lotta all'immigrazione clandestina e al terrorismo.. "Tutti e cinque - ha annunciato il ministro francese Nicolas Sarkozy parlando a nome anche dei suoi quattro colleghi (per l'Italia Giuseppe Pisanu) - vogliamo che la biometria entri nei visti Schengen". Sarkozy ha spiegato che si è optato per la memorizzazione dei dati biometrici su chip in quanto si tratta della tecnologia più affidabile, che in futuro sarà in grado di immagazzinare anche i dati sull'iride dell'occhio rendendo così l'identificazione di una persona ancora più rapida e sicura..Per il ministro tedesco Otto Schily l'accordo a livello di G5 (composto dai cinque paesi più popolosi dell'Unione euroepa) dovrebbe spianare la strada all'adozione di un unico sistema biometrico a livello internazionale: gli sembra importante evitare una babele che sarebbe deleteria per il controllo dei flussi migratori e per la lotta antiterroristica. L'intesa a cinque dovrà adesso essere esaminata dagli altri paesi Ue e a questo proposito Pisanu ha precisato oggi durante la conferenza stampa finale che la questione dei visti biometrici sarà all'ordine del giorno del prossimo incontro tra i ministri europei degli Interni e della Giustizia, in calendario per il 6 novembre. Il ministro italiano ha preso spunto dal dramma dei clandestini morti al largo di Lampedusa per chiedere ai paesi dell'Africa e dell'Asia una maggiore collaborazione nella lotta contro l'immigrazione illegale. "Questo traffico umano - ha dichiarato - ha aspetti drammatici. Nel 2003 si dovrebbero contare centinaia di morti... I paesi africani e asiatici devono cooperare con noi per combattere le reti dell'immigrazione clandestina". A La Baule i ministri di Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna hanno anche preso accordi per organizzare assieme "voli di ritorno" con cui procedere all'espulsione degli immigrati illegali. "Si tratta - ha affermato Sarkozy a questo proposito - di una "volontà comune ai governi dei grandi paesi d'Europa, indipendentemente dall'orientamento politico".I cinque ministri degli Interni si sono impegnati ad una collaborazione ancora più intensa e concreta sul versante dell'antiterrorismo e si sono dati appuntamento per il febbraio 2004 in Germania, dove al centro dell'agenda ci sarà la riforma di Europol, la polizia europea, in modo da renderla "più operativa, più efficace". (ANSA).

 

18. IMMIGRATI: decine di morti sulla 'barca dell' orrore'/ansa almeno 70 le vittime, 13 i cadaveri recuperati, 15 i superstiti (ANSA) - LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 20 OTT - L' hanno ribattezzata la 'barca dell' orroré. Su questa vecchia carretta del mare, lunga una dozzina di metri, hanno trovato la morte decine di clandestini: 70, secondo le testimonianze di alcuni superstiti, 85 stando al racconto di altri sopravvisuti che hanno assicurato: "su quel barcone eravamo un centinaio, c' erano anche sette bambini morti durante la traversata". L' unica certezza riguarda i cadaveri recuperati sulla 'barca dell' orroré: 13, alcuni dei quali incastrati dentro il vano motore tanto da dover far ricorso alle seghe elettriche per 'liberarli'. L' altro dato incontrovertibile è quello relativo ai superstiti: 15, anche se alcuni di loro sono ricoverati in gravi condizioni nell' ospedale Civico di Palermo. In particolare una giovane donna, dall' apparente età di non più di vent' anni, che ai soccorritori era sembrata priva di vita. Solo quando il barcone con il suo lugubre carico di morte è approdato nel porto di Lampedusa qualcuno si è accorta che quel corpo ridotto a uno scheletro respirava ancora. La 'barca dell' orroré era stata avvistata domenica sera, intorno alle 19, a 53 miglia a Sud Est di Lampedusa, dal motopesca di Mazara del Vallo "Sant' Anna". "Andava alla deriva, sembrava abbandonata - ha raccontato il comandante Stefano Valfré - ma quando ci siamo avvicinati abbiamo assistito a una scena da infermo dantesco. I corpi erano accatastati uno sull' altro, non si distinguevano i morti dai vivi". Ed uno dei superstiti ha spiegato più tardi in ospedale: "All' inizio gettavamo i cadaveri in mare. Poi non avevamo più le forze, e ci siamo rannichiati sotto i corpi per ripararci dal freddo. Siamo andati avanti così per giorni".L' odissea in mare, secondo le frammentarie testimonianze raccolte tra i sopravvissuti, sarebbe durata oltre due settimane. Gli immigrati, in gran parte somali, hanno detto di essere partiti il 3 ottobre scorso dal porto di una località imprecisata, al confine tra la Libia e la Tunisia. Un viaggio della speranza, costato 5 mila dollari a testa, che per molti si é rivelato senza ritorno. I naufraghi hanno raccontato che dopo due giorni il motore è andato in avaria ed il carburante è terminato, così come i viveri. Da quel momento la morte ha cominciato ad aleggiare come uno spettro su quel vascello fantasma alla deriva nel Canale di Sicilia. Ha ghermito, uno dopo l' altro, i sette bambini che erano a bordo, poi anche le donne e gli uomini. E quando le motovedette della Guardia Costiera hanno raggiunto finalmente il barcone, per la maggior parte di loro era ormai troppo tardi. I superstiti sono sbarcati sulla banchina del porto di Lampedusa intorno alle tre di notte. Nei loro volti, nei loro occhi sbarrati avevano dipinto il terrore di queste due settimane da incubo. Qualche ora dopo,quando ormai cominciava ad albeggiare, è entrata in porto, trainata da un' altra unità della Guardia Costiera, anche la 'barca dell' orrore. L' attracco è avvenuto in un silenzio irreale. Solo quando uno dei soccorritori ha scoperto nel mucchio di cadaveri una donna che respirava ancora, si è alzato un grido: "Presto, fate presto. E' ancora viva". Poi la corsa in ambulanza e il trasferimento in elicottero a Palermo. Gli altri sopravvissuti, ormai ridotti a scheletri umani, sono stati invece portati nel centro di accoglienza: hanno bevuto té e latte caldi, mangiato fette biscottate e cornetti. Il primo 'pasto' dopo giorni e giorni di digiuno. Ora sarà una nuova inchiesta della Procura di Agrigento, affidata dal capo dell' ufficio Ignazio De Francisci al Pm Giulia Labia, ad accertare le modalità di questa ennesima tragedia del mare, dopo quella avvenuta appena due giorni prima. Il magistrato dovrà interrogare i superstiti, i cui racconti per il momento vengono valutati dagli investigatori con alcune riserve: "Hanno fornito cifre contradditorie - spiegano- e in ogni caso si tratta di persone ancora sotto choc, incapaci perfino di riuscire a fare discorsi di senso compiuto". A Lampedusa, intanto, è emergenza. Le bare chieste dal sindaco, Bruno Siragusa, alla prefettura di Agrigento sono arrivate in mattinata con una nave proveniente da Porto Empedocle. Sull' isola, "per manifestare solidarietà di fronte a una tragedia immane" si è recato anche il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini che nel Centro di accoglienza ha incontrato gli immigrati. "Il governo si sta muovendo bene - ha detto Casini - con gli accordi bilaterali con i Paesi del Nordafrica, ma occorre che tutti si mobilitino, anche l' Unione europea. Lampedusa non è solo l' avamposto d' Italia, ma è anche l' ultima frontiera d' Europa". Il presidente ha poi voluto ringraziare i volontari che "assistono queste persone in silenzio, anche per conto nostro, compiendo degli straordinari atti di generosità". Casini ha infine ricordato che quello dell' immigrazione clandestina "é un problema molto più grande di Lampedusa, forse anche più grande dell' Italia. Per questo motivo deve intervenire l' Unione Europea". Ma intanto sull' isola arrivava una nuova carretta del mare. Sull' imbarcazione, intercettata da una motovedetta a poca distanza dalla riva, nove tunisini; altri sette venivano bloccati a terra dai carabinieri, dopo avere raggiunto a nuoto la spiaggia di Cala Ponente. L' esodo continua.

 

19. Diritto di voto: la Lega al contrattacco. Una lettera a Fini e una raccolta firme contro il pdl di An (Stranieri in Italia) 20 ottobre 2003 ROMA - Un invito a Gianfranco Fini a non insistere e un appello alla base per bloccare il pdl di An. Sul voto agli immigrati il Carroccio va al contrattacco su due fronti: all'interno della Casa delle Libertà e tra quegli elettori che si sentirebbero "traditi" dall'iniziativa del vicepremier. Ieri il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, messo da parte il "mamma li turchi" dei giorni scorsi, ha preso carta e penna per scivere a Fini una lettera aperta, sperando di riportarlo sulla retta via. "Caro Gianfranco - ha scritto Calderoli - la tua iniziativa determinerà un prezzo da pagare non solo come Alleanza Nazionale, ma anche per tutta la maggioranza.  Il dare il voto agli immigrati prima che diventino cittadini italiani è cosa che tocca a tal punto i cardini della vita democratica da essere necessariamente sottoposta al voto dei cittadini". Di qui l'invito: "Lascia perdere, per ora, dedichiamoci alle vere priorità del paese, inserirai il tuo progetto nei programmi di An per le prossime elezioni politiche e ti sottoporrai al giudizio del popolo. Fare diversamente oggi significherebbe invece tradire chi ci ha votato nel 2001 e ci ha messo alla guida del paese". Se poi Fini non ci dovesse ripensare, i figli del Po non esiteranno a mettergli i bastoni tra le ruote… Sabato scorso volontari in camicia verde hanno iniziato a raccogliere firme in diverse città del nord contro la proposta di An . Abbandonato l'ormai logoro "Roma ladrona", sui gazebo hanno issato un più attuale "Voto agli immigrati? No grazie". Il successo dell'iniziativa sembra aver ridato baldanza anche ad un senatùr un pò preoccupato, negli ultimi giorni, che lo si voglia far fuori dal governo … "Oggi - ha dichiarato Bossi sabato sera - abbiamo raccolto centomila firme in pochi banchetti. I palazzi romani che bloccano le riforme ora hanno inventato anche quella degli immigrati. Ma ci pensa la gente a mettere a posto la testa dei capi…".

 

20. AFRICA – Burundi, dieci anni di conflitto e 300mila civili morti. La Caritas: ''Una guerra da non dimenticare'' (Redattore Sociale) 20 ottobre 2003 ROMA – "Dieci anni fa, il 21 ottobre del 1993, un gruppo di militari rivoltosi dell’esercito sequestrò ed uccise Melchior Ndadaye, primo presidente della Repubblica del Burundi democraticamente eletto. Da quel giorno il piccolo paese africano ha vissuto un conflitto che ha prodotto la morte di circa 300 mila civili e la frammentazione dei partiti politici e che ha condotto in diverse occasioni alla ingovernabilità del paese”. La Caritas ricorda le vicende e sottolinea come “molti di questi partiti hanno inoltre abbandonato, nel corso della guerra, la strada della civile discussione politica ricorrendo all’uso delle armi per risolvere i gravi problemi del paese. La Comunità internazionale ha più volte dovuto assistere a massacri e uccisioni di civili, in particolare donne e bambini, sia da parte dell’esercito governativo che dei gruppi armati ribelli”. Il 2003 rappresenta forse per il Burundi un anno di svolta. “Dopo gli sforzi di Julius Nyerere, quelli di Nelson Mandela e oggi quelli di Ntabo Mbeki – precisa la Caritas - anche l’ultimo dei gruppi ribelli ha recentemente accettato di firmare il cessate il fuoco. Un risultato non circondato da grande ottimismo dal mondo della diplomazia africana ed europea, ma che riapre le speranze di pace. L´augurio è quello che il popolo del Burundi sappia, insieme ai religiosi locali, ai missionari, alle organizzazioni non governative, alle agenzie delle Nazioni Unite e al mondo della diplomazia internazionale, ricucire le fratture interne, ricostruire un futuro dopo 10 anni di guerra. La speranza è anche quella che lavorando insieme si possa ridare una normale vita alle centinaia di bambini soldato che hanno preso parte alla guerra, ridare una casa alle decine di migliaia di profughi ancora presenti all’esterno del paese, reinserire nella società le migliaia di detenuti rinchiusi nelle carceri e permettere quindi al popolo burundese di avere la necessaria tranquillità per prendersi cura delle proprie famiglie”. Caritas italiana è presente nel paese da diversi anni, accanto alla Chiesa locale. Per il 2002-2003 l´impegno complessivo è di 310.000 euro, destinati soprattutto in favore degli oltre 8.000 detenuti, una delle categorie meno tutelate e più disagiate. In particolare nell’anno in corso sono in atto interventi nel carcere di Bujumbura, che da solo contiene 2500 persone, con il rifacimento degli impianti di fornitura elettrica, distrutti durante una recente rivolta, e il sostegno alle cure dei malati psichiatrici, alcuni dei quali condannati a morte. A Ngozi, secondo carcere del paese, e Ruyigi si stanno realizzando, attraverso il microcredito, azioni di sostegno alle famiglie povere dei detenuti. A Bururi e Rutana sono in atto interventi per: le sezioni femminili, i minori e i condannati a morte e il ripristino della rete per la fornitura di acqua potabile. Caritas Italiana sostiene inoltre il difficile ma importantissimo lavoro svolto dai missionari Saveriani che nel Centre Jeunes de Kamenge lavorano con i giovani dei quartieri nord di Bujumbura, ponendo mattoni concreti per un presente ed un futuro di pace

 

21. PROSTITUZIONE - Una suora italiana accusa la Bossi-Fini di non colpire gli sfruttatori, ma di proteggerli (Redattore Sociale) 20 ottobre 2003 ROMA - Solo in Italia sono enormi le dimensioni della prostituzione formata da giovani donne dell´Est o dell´Africa, ridotte in schiavitù. E l'attuale legge italiana sull'immigrazione, la cosiddetta Bossi-Fini, non colpisce gli sfruttatori, anzi li protegge. La denuncia - riferita dall'agenzia Vidimus Dominum - è di suor Eugenia Bonetti, Missionaria della Consolata, che ha parlato su questo tema venerdì a Roma, a un incontro organizzato dal Sedos. Ecco alcuni dati forniti dalla religiosa: ogni anno mezzo milione di donne vengono "importate" o transitano in Europa; di queste, 50-70mila vengono in Italia e il 40% sono minorenni. "Sul mercato del sesso per le strade le africane sono le più discriminate: sono di colore, non conoscono l´italiano, sono meno giovani e snelle e si accontentano di 10 o 15 euro per una prestazione in macchina mentre le ragazze dell´Est sono pagate almeno 25". "Per saldare il debito di 50 o 70 mila euro contratto per arrivare in Occidente devono `lavorare´ sette giorni su sette, per almeno 4 mila prestazioni sessuali". La legge italiana poi, secondo suor Eugenia Bonetti, ha smagliature evidenti. La religiosa ha elogiato il Testo Unico sull´Immigrazione, del 1998, che ha consentito di avviare un´opera di recupero grazie alla collaborazione, nella stesura, tra governo e gruppi di operatori e del volontariato. Una legge che ha dato "risultati ottimi" e ha permesso finora il recupero di un numero oscillante tra 600 ed 800 donne ogni anno, tolte dalla strada ed affidate a centri appositi. Diversa la valutazione della Bossi-Fini sull´immigrazione, che è stata elaborata "senza alcun contributo da parte della società civile", anzi è stato "cancellato" il tavolo di confronto tra istituzioni e associazioni. "In particolare la legge colpisce chi non ha il permesso di soggiorno, e quando si fanno le retate nelle abitazioni dove queste donne sfruttate vivono, vengono portate via e rimpatriate. Non si toccano invece i tenutari delle case, che sono anche loro donne, passate da sfruttate a sfruttatrici. Ma siccome hanno sia permesso di soggiorno che passaporto, non vengono toccate". Per suor Bonetti, impegnata da 11 anni per denunciare la "nuova schiavitù" delle donne dell´Est e dell´Africa costrette a prostituirsi, finora gli istituti femminili religiosi hanno fatto la loro parte di denuncia e aiuto alle donne, ma ora è tempo di un impegno forte da parte degli Istituti maschili, che dovrebbero "coinvolgersi soprattutto sul tema dei consumatori di sesso, che sono uomini, per formare e informare. Non serve la repressione se mancano progetti di informazione e formazione". "Perché questo tema non viene toccato nelle omelie domenicali?" si è chiesta, "eppure molti dei clienti sono a Messa e ascoltano le omelie. Questo stile di vita, improntato al consumo di sesso, sta minando la società e la Chiesa". Le congregazioni "dovrebbero essere in prima linea nella lotta contro al tratta, che viene proprio da quei paesi dell´Africa, in particolare, dove lavoriamo da anni". In particolare, nei paesi africani, dove è ingente il flusso di donne che diventano schiave, uno strumento privilegiato sono le parrocchie. Sono le famiglie, che vivono in povertà, "a lasciarsi prendere dal miraggio di un certo benessere e convincono le figlie, le ragazze, ad ascoltare le false promesse di un lavoro in Occidente e di una possibilità di aiuto economico che invece si trasforma in schiavitù del sesso". Dunque "molte possibilità le hanno gli istituti maschili che hanno in mano le parrocchie. Molte giovani pensano che andare all´estero per avere maggiori opportunità. Invece attraverso le parrocchie, attraverso i gruppi giovanili, si può fare informazione, si può far capire alle famiglie che dando ascolto alle promesse di questo tipo si alimenta la catena della schiavitù".

 

22. MINORI - In Colombia e nella Repubblica Democratica del Congo migliaia i bambini soldato: l'allarme in due rapporti internazionali (Redattore Sociale) 20 ottobre 2003 ROMA - Migliaia di bambini soldato sono coinvolti nei conflitti sia in Colombia che nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), e molti sono obbligati a partecipare a omicidi e altre atrocità. Questo è quanto hanno rivelato due recenti rapporti di Amnesty International (in RDC) e dell’Osservatorio sui Diritti umani (in Colombia), evidenziando il preoccupante crescere del ricorso ai bambini soldato da parte di vari gruppi in lotta in questi paesi. Lo ricorda l’ultimo numero di “Jrs Dispatches”, bollettino di informazione quindicinale dell’Ufficio Internazionale del Jesuit Refugee Service (www.jrs.net). Il rapporto di Amnesty si basa su interviste a bambini soldato fuggiti, o sfollati nella Repubblica Democratica del Congo, rivelando che decine di migliaia di bambini, sia maschi che femmine (alcuni al di sotto dei 10 anni, combattono con diversi gruppi in lotta nella RDC e che dal momento del reclutamento sono costretti a confrontarsi con "un intero catalogo di abusi, compresi torture, stupri e omicidi”. Molti bambini sono stati coinvolti nel conflitto dopo che le loro famiglie sono state deportate, o sono stati sequestrati da campi per rifugiati o da campi per sfollati interni. Il rapporto dell’Osservatorio sui Diritti Umani in Colombia registra un fenomeno simile, stimando che più di 11.000 bambini sono reclutati nelle fila dei vari gruppi armati nell’annoso conflitto nel paese latinoamericano. Le guerre in Colombia e nella RDC sono due tra i più gravi esempi di casi di bambini utilizzati nei conflitti, ma la Coalizione per Fermare l’Uso dei Bambini Soldato stima che almeno 300.000 bambini stiano in questo momento combattendo in più di 30 paesi in tutto il mondo. Questo problema preoccupa molto il JRS, uno dei membri fondatori della Coalizione, ed è stato ampiamente documentato che i bambini rifugiati e profughi sono particolarmente vulnerabili al reclutamento, forzato e non. Per approfondire la lettura dei rapporti, www.amnesty.org e www.hrw.org.(

 

23. IMMIGRAZIONE: barcone morti, i precedenti / ANSA (ANSA) - ROMA, 19 OTT - I morti trovati sul barcone intercettato stasera a sud di Lampedusa allungano la serie dei clandestini che hanno tragicamente concluso un viaggio su imbarcazioni inaffidabili, spesso piene fino all'inverosimile, affrontando traversate segnate dagli stenti che non consentono loro di arrivare vivi alla meta. Solo tre giorni fa è stato di almeno 8 vittime il bilancio di un tentativo di raggiungere le coste italiane, con due bimbe ed un anziano morti di freddo e fame durante il viaggio. Ecco un riepilogo degli episodi più drammatici degli ultimi anni:

 - 25 APR 1996 - a Lampedusa, nei pressi della spiaggia dell'Isola dei Conigli, una barca a motore con una ventina di immigrati tunisini affonda a causa di un fortunale: 15 i morti.

 - 25 DIC 1996 - la notte di Natale avviene l'incidente più grave, rimasto per lungo tempo nel mistero. Almeno 200 (ma forse più di 300) immigrati clandestini muoiono annegati nel tratto di mare tra Malta e la Sicilia, dopo lo scontro tra il cargo libanese 'Friendship' e la motonave Yohan.

 - 28 MAR 1997: il giorno di Venerdì Santo, la nave albanese 'Kater I Rades' affonda dopo una collisione con la corvetta della Marina militare italiana 'Sibilla'. Sono tratte in salvo 34 persone e recuperati 4 cadaveri. Altri 52 corpi saranno estratti dopo il recupero del relitto nel mese di ottobre.

 - 21 NOV 1997 - canale d'Otranto, 16 clandestini albanesi partiti da Durazzo muoiono per lo scoppio del gommone.

 - 15-16 AGO 1999 - secondo alcune notizie, al largo delle coste montenegrine sarebbe naufragata una 'carretta del mare' carica di famiglie Rom che tentavano di giungere in Italia. Oltre un centinaio i morti.

- 30-31 DIC 1999 - un gommone naufraga nel Canale d'Otranto causando 59 morti. La conferma avviene due settimane dopo. L'ipotesi del naufragio era stata avanzata dai parenti delle vittime che ne avevano denunciato la scomparsa. - 7 MAR 2002 - Nel Canale di Sicilia, a circa 65 miglia a Sud dell'isola di Lampedusa, naufraga un barcone di sette metri che trasportava decine di immigrati clandestini. Il bilancio è di almeno 12 morti.

 - 15 SET 2002 - Un'imbarcazione con oltre un centinaio di clandestini affonda a circa mezzo miglio da Capo Rossello, sul litorale agrigentino: recuperati 37 cadaveri di immigrati di origine liberiana; altri 92 riescono a salvarsi.

 - 22 SET 2002 - Una carretta di 11 metri, la "Bahack", iscritta nel compartimento marittimo di Monastir (Tunisia), arriva a qualche centinaio di metri dalla riva tra Scoglitti e Gela e scarica in mare il suo carico umano fatto di una sessantina di clandestini. Ma non tutti riescono a raggiungere la riva. Nella zona sono recuperati 11 cadaveri.

 - 19 GEN 2003 - Sei immigrati morti e sei vivi, a bordo di una piccola imbarcazione, vengono recuperati a circa 30 miglia da Santa Maria di Leuca (Lecce). Dei sei clandestini, cinque sono curdi iracheni e uno greco (ritenuto dagli investigatori lo scafista). Dagli interrogatori emerge che alla partenza nella barca c'erano 35 persone e che quindi 23 sarebbero disperse.

 - 16 GIU 2003 - Un'imbarcazione di legno di 15 metri partita dalla Tunisia con circa 70 persone a bordo (quasi tutti africani tranne qualche iracheno e pachistano) e diretta verso le coste siciliane naufraga a 32 miglia a sud-sud-ovest di Lampedusa. Vengono recuperate sette vittime, tre sono i superstiti, gli altri profughi sono dispersi.

 - 20 GIU 2003 - Una barca che trasporta circa 250 immigrati clandestini di numerose nazionalità africane naufraga in acque internazionali al largo della Tunisia. Il 22 giugno il bilancio ufficiale è di una cinquantina di cadaveri restituiti dal mare, circa 160 dispersi e 41 sopravvissuti.

 

24. DS: le proposte in materia di diritto di voto (AGI) - Roma, 18 ott. - In concomitanza con la presentazione, da parte di An, della sua proposta di legge per il voto per gli immigrati, i Ds ricordano - in una nota - quella gia' messa a punto dalla Quercia. "Con la proposta di legge costituzionale presentata dai Ds - si legge nel comunicato - sia alla Camera che al Senato si intendono modificare gli articoli 48, 50, 51 e 75 della Costituzione. Con l'articolo 1 si prevede, per gli stranieri regolarmente residenti da oltre cinque anni, il diritto di voto e quello ad essere eletti nei consigli comunali e provinciali e per altre elezioni locali. Con l'articolo 2, si vuole rendere possibile agli stranieri regolarmente residenti la presentazioni di petizioni alle Camere. Con l'articolo 3, si prevede l'accesso degli stranieri agli uffici delle pubbliche amministrazioni che erogano servizi sanitari e sociali. Cio' in relazione al fabbisogno che il nostro mercato del lavoro ha manifestato nei confronti, in modo particolare, di talune figure professionali come gli infermieri e altre professioni sanitarie in genere. Con l'articolo 4, si intende far si' che stranieri regolarmente residenti possano partecipare ai referendum nelle materie delle autonomie locali. "Come si vede - si legge nella nota dei Ds - anche dalla rubrica della legge 'Modifiche alla Costituzione in materia di diritti politici degli stranieri residenti' in Italia si tratta di una proposta articolata che sancisce i diritti di partecipazione in forma piu' ampia rispetto alla semplice possibilita' di votare alle elezioni amministrative. Nell'ambito della campagna e' stata lanciata una petizione per riconoscere l'elettorato attivo e passivo degli immigrati alle elezioni amministrative; istituire la cittadinanza europea di residenza; riformare la legge italiana sulla cittadinanza. Nel mese di settembre sono state raccolte piu' di 100 mila firme. Il Segretario nazionale dei Ds Piero Fassino nella giornata di venerdi 17 visitera' la moschea di Roma alle 11 e nel pomeriggio alle 18, presso il roof garden dell'Ambra Jovinelli, partecipera' con Livia Turco ad incontro organizzato dal partito romano proprio sul tema del Diritto di voto con esponenti locali e nazionali delle comunita' straniere.(AGI)

 

25. Sarebbero circa 150mila gli immigrati ammessi al voto (AGI) - Roma, 18 ott. - Tra 120mila e 150mila sarebbero gli immigrati eventualmente ammessi al voto amministrativo se venisse approvata la riforma costituzionale progettata da An. Lo dice una inchiesta sulla presenza degli extracomunitari in Italia condotta dal settimanale Panorama. Secondo il professor Luigi Perrone, docente di Sociologia delle migrazioni, il requisito previsto dal disegno di legge - almeno sei anni di residenza in Italia - non riguarderebbe piu' del 5% degli immigrati attualmente in Italia, pari a 2,4 milioni. Cifre che il responsabile del settore Immigrazione di An, Gian Paolo Landi di Chiavenna, ha definito "verosimili". Dall'inchiesta di Panorama emerge che almeno la meta' degli immigrati legalmente residenti precedentemente all'ultima ondata di regolarizzazioni era in Italia da oltre 5 anni. E di questi ultimi, il 50% lo era da oltre dieci. Piu' in dettaglio, e' la Lombardia la regione che conta il maggior numero di stranieri legalmente residenti, seguita da Lazio, Veneto, Emilia Romagna. In coda ci sono Basilicata e Valle d'Aosta. Un altro dato riguarda il numero di studenti stranieri presenti nelle scuole italiane: sono il 2,8% del totale. Nell'anno scolastico 2000-2001 erano 147mila,l'anno dopo erano 181mila e nel successivo ancora erano 228mila. L'inchiesta del settimanale analizza poi anche diversi aspetti del mercato sostenuto dagli immigrati: lavoro, consumi, risparmi. nel 2001, quando gli stranieri legalmente residenti erano 1,5 milioni, i risparmi inviati in patria ammontavano a 749 milionid i euro, e le sole Filippine ne hanno ricevuti 236 milioni, facendo la parte del leone. Secondo il Censis, interpellato da Panorama, la meta' degli immigrati regolari possiede un'auto; l'84% usa il telefonino e il 79% ha un televisore. (AGI)

 

26. SPAGNA: 550 immigrati sbarcati nelle ultime ore (AGI) - Madrid, 18 ott. - La maggiore ondata migratoria in Spagna dall'agosto del 2001 si e' registrata nelle ultime ore in Spagna. Sono 550 le persone arrivate sulle coste iberiche a bordo di 12 imbarcazioni di fortuna: nove hanno attraversato lo Stretto di Gibilterra, altre tre sono approdate alle isole Canarie. Dall'inizio dell'anno gli stranieri senza documenti intercettati sulle coste spagnole sono stati oltre 15.700. (AGI)

 

27. MILANO: corso gratuito per imprenditori stranieri (AGI) - Milano, 18 ott. - Partira' il 21 ottobre a Milano un corso gratuito per imprenditori stranieri intitolato "Strategie e strumenti per migliorare la competitività dell'impresa extra comunitaria sul mercato italiano".Il corso e' organizzato da Formaper, l'ente di formazione promosso dalla Camera di Commercio di Milano. Scopo e' quello di supportare l'impresa verso un miglioramento della strategia e utilizzo delle tecniche più adeguate per proporla sul mercato e per attrarre le risorse umane necessarie al proprio sviluppo. A fine corso gli allievi saranno in grado di: redigere un piano di marketing efficace: acquisire conoscenze per analizzare il comportamento di acquisto dei clienti, segmentare il mercato e scegliere i mercati obiettivo, comprendere come individuare i fattori critici di successo e analizzare la concorrenza. Il corso è dedicatoa chi già fa impresa (come titolare o come socio), ha una buona conoscenza della lingua italiana parlata e scritta e proviene da uno dei paesi previsti dal bando. Il corso si svilupperà nell'arco di 48 ore nei giorni di martedì 21 e 28 ottobre 2003 nonchè 4, 11, 18 e 24 novembre 2003 (sempre dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00). A chi avrà regolarmente frequentato almeno il 75% delle lezioni verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

 

28. UE:vertice; ok pacchetto immigrazione, frenata su quote/ANSA Bruxelles studiera' tema ma Parigi e Berlino sono contrarie (ANSA) - BRUXELLES, 17 OTT - Il pacchetto di nuove misure in materia di lotta all'immigrazione illegale sottoposto oggi all' approvazione del Consiglio Ue ha ottenuto il previsto via libera dei Quindici. Dalla Francia ha però frenato sull'ipotesi di un sistema europeo di quote di ingressi legali da dare in contropartita ai paesi d'origine e di transito che concludano accordi con l'Ue per frenare gli illegali. I capi di Stato e di governo dell'Ue si sono detti d'accordo nelle conclusioni finali sul fatto che la Commissione realizzi "uno studio sul rapporto tra l'immigrazione legale e illegale", ma il presidente francese Jacques Chirac, che ha rappresentato anche la posizione tedesca, ha chiaramente espresso il "parere sfavorevole" dei due paesi all'idea di un sistema europeo di quote, sottolineando che la Commissione realizzerà lo studio in questione, "sotto la propria responsabilità "."Alcuni paesi, mi sembra una minoranza - ha detto Chirac nel corso della conferenza stampa finale del summit - si sono detti d'accordo" con l'idea di un sistema di quote, mentre altri "a mio avviso la maggioranza - ha aggiunto - hanno espresso parere sfavorevole". Tra questi, ha detto Chirac, "ci sono Germania e Francia". La frenata sulle quote è testimoniata anche da fatto che dalle conclusioni del Consiglio è stato eliminato - su iniziativa di Chirac - il riferimento alle quote di ingressi presente nella bozza di conclusioni della presidenza. Più ottimista si è invece mostrato il premier italiano e presidente del Consiglio Ue, Silvio Berlusconi che, nel corso della conferenza stampa finale, ha fatto riferimento ad "un atteggiamento comune" in merito alla possibilità di creare un sistema di quote. "Al riguardo - ha aggiunto - è stato dato mandato alla Commissione per uno studio approfondito dell' immigrazione legale e illegale. Immigrazione che nell'ambito della legalità rappresenta una risorsa".Dai leader dei Quindici è arrivata la luce verde su tutte le altre misure previste nel pacchetto immigrazione: la Commissione ha ricevuto mandato di presentare entro la fine dell'anno "la proposta per creare l'Agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne dell'Ue" ed i Quindici hanno accolto con soddisfazione le proposte già presentate per introdurre fotografie e dati biometrici nei visti turistici e nei permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi terzi. In materia di rimpatrio, il Consiglio europeo ha affidato alla Commissione il compito di presentare all'inizio del 2004 un rapporto che identifichi "le priorità di una politica comune", accogliendo la proposta di "fornire sostegno finanziario per il rimpatrio dei clandestini e di coloro che vedono rifiutata la propria domanda d'asilo".(ANSA).

 

29. AIDS - Fondo globale lotta a Aids, tubercolosi e malaria: Save the children: ''Comincia a portare aiuto concreto'' (Redattore Sociale) 17 ottobre 2003 ROMA - Piace a Save the Children la decisione dei Paesi sviluppati di donare nuove risorse al Fondo globale per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria. “Dopo molte difficoltà iniziali, il Fondo sta finalmente cominciando a portare un aiuto concreto ai Paesi più colpiti dall’emergenza come Burundi, Ruanda e Liberia. Rimangono tuttavia molti elementi negativi nel modo di operare”, dichiara Douglas Webb, responsabile per Save the Children dell’emergenza Hiv/Aids. Oltre 14 milioni di minori sotto i 15 anni hanno perso uno o entrambi i genitori a causa dell’Aids. Attualmente soltanto il 3% delle risorse del Fondo è destinato al sostegno di questa categoria. Non solo: al momento metà del denaro viene spesa in medicinali e merci varie, mentre solo il 15% viene destinato allo sviluppo delle infrastrutture. Una tendenza che cancella di fatto qualsiasi prospettiva di sviluppo e di indipendenza. Save the Children si dice preoccupata per la tendenza a trattare separatamente ogni patologia, quando invece sarebbe più opportuno dare una risposta integrata. “Questa separazione – commenta - porta di fatto a un enorme spreco di risorse e di energie. Le ricerche di Save the Children testimoniano come la diffusione di Aids, Tbc e malaria possa essere invece arrestata semplicemente ottimizzando il funzionamento delle strutture sanitarie e coordinando la ricerca e i metodi di cura delle tre patologie. Ottimi esempi, in questo senso, sono i progetti realizzati dal Fondo in Honduras e Afghanistan”. L’organizzazione chiede al Fondo di rafforzare i suoi meccanismi di coordinamento, in modo da permettere ai Paesi sviluppati di proporre soluzioni integrate piuttosto che progetti per le singole malattie. Save the Children chiede inoltre al Fondo e ai Paesi sviluppati di prestare maggiore attenzione ai bisogni dei minori e agli orfani di Aids in particolare

 

 

 

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