PER UNA NUOVA POLITICA PER LĠITALIA, NELLĠEUROPA DEI 25
LĠassenza di una politica giusta ed
efficace in materia di immigrazione ha spinto un gruppo di persone impegnate
nella pubblica amministrazione, nei partiti, nelle organizzazioni non
governative, nellĠassociazionismo e nel terzo settore, nel sindacato e in
istituti di studio e di ricerca a dar vita ad un gruppo di riflessione sulle
politiche migratorie nel nostro Paese.
Siamo convinti che sia necessario
ricostruire un quadro di riferimento politico, culturale e legislativo che
superi la frammentazione a partire dallĠobiettivo di regole certe e giuste per
lĠeffettivo governo del fenomeno, nel rispetto dei diritti delle persone.
La legislazione vigente, TU
sullĠimmigrazione cos come modificato dalla recente legge in materia, nota
come Bossi Fini, lascia nella pi grande incertezza il rapporto tra migranti e
Stato italiano.
La legge Bossi Fini, che ha collezionato
in assoluto nella storia repubblicana il numero pi grande di eccezioni di
incostituzionalit, 657, ancora oggi, a due anni dalla sua approvazione,
senza il regolamento dĠattuazione.
Prima la Conferenza Stato Regioni e poi il
Consiglio di Stato hanno messo in evidenza numerosi elementi critici della
stessa Legge, tra i quali vanno ricordati in primo luogo: a) lĠassenza di
concertazione interministeriale, b) la mancata sintonia con le direttive
comunitarie e, soprattutto, c) la mancata concertazione con le Regioni e le
Province.
Al decentramento tanto sbandierato,
corrisponde nei fatti lĠaccentuazione del centralismo e la disordinata
disgregazione dei poteri.
A ci si aggiunge un ingiustificato
accanimento delle politiche di chiusura delle frontiere, di detenzione
amministrativa e di allontanamento che hanno reso particolarmente persecutorie le politiche del governo
in questa materia. Politiche che rendono sempre pi difficile anche la
permanenza sul territorio dello stato ponendo numerosi ostacoli al rinnovo del
permesso di soggiorno e che risultano funzionali al fabbisogno di manodopera Òin
neroÓ di quel 25% di economia sommersa oggi presente nel nostro Paese.
Queste scelte di governo del fenomeno
dellĠimmigrazione e del suo rapporto con il mondo del lavoro contraddicono le
recenti modifiche contenute nella legge 30, che rendono sempre pi brevi ed
instabili le forme di rapporto, con una elasticit che non consente alcun
Òprogetto di vitaÓ a lungo termine e che in netta contraddizione con la
rigidit richiesta ai rapporti di lavoro degli stranieri.
Occorrerebbe,
invece, coniugare diversi elementi in un quadro complesso: il governo degli
ingressi, la certezza e il rispetto dei diritti, politiche mirate di
integrazione sociale, culturale e lavorativa.
Troppo spesso il Òdiscorso
sullĠimmigrazioneÓ si basa su elementi e priorit che non hanno niente a che
fare con la vita delle persone e con i problemi delle comunit locali.
Questa politica chiusa e al tempo stesso
centralista dellĠattuale maggioranza non ci convince non solo perch non
condivisibile ma anche perch non realizzabile.
Il confronto elettorale per le elezioni
europee e amministrative una buona opportunit per riprendere un ragionamento
sullĠargomento.
Il
13 giugno 2004 i cittadini europei voteranno per il nuovo Parlamento
Europeo dellĠEuropa dei 25 Stati. Aumenta
la dimensione dellĠEuropa, con
una moneta unica, il 25% del PIL mondiale, 35% del volume globale degli
scambi, un reddito pro capite tra i pi alti del mondo.
EĠ necessario ribadire che molto cĠ
ancora da fare sul piano della coesione politica e culturale, per il
raggiungimento di una vera integrazione europea che valorizzi il modello
sociale europeo fondato sul rispetto dei diritti umani e di cittadinanza, sulla
pace.
Come sar la nuova Europa? Come vogliamo che sia?
Il tema dellĠimmigrazione, a questo proposito,
rappresenta un crocevia di carattere politico, culturale ed economico, sul
quale si giocano le fondamenta della societ del nostro paese e dellĠEuropa
intera.
I principi ispiratori della politica verso
gli immigrati, e le scelte operative che ne conseguono, sono il segnale della
qualit della societ che vogliamo costruire.
Sarebbe ingiusto e sbagliato costruire una
Europa senza quei 15/16 milioni di uomini e donne che oggi vivono nellĠUE e che
rischiano una esclusione costituzionalmente riconosciuta.
In questo senso riteniamo centrale la
battaglia, sostenuta anche da molte forze politiche europee, per una nuova
forma di cittadinanza, moderna e inclusiva, separata dalla nazionalit.
La cittadinanza di residenza pu
rappresentare il tratto innovativo di una Costituzione Europea bloccata dai
veti incrociati dei governi e che rischia rimanere chiusa nelle stanze della
burocrazia senza tenere conto dei fenomeni sociali e culturali che attraversano
il nostro continente.
Le politiche sociali e in particolare le
politiche sullĠimmigrazione non possono essere ricondotte meramente alla
sicurezza e al controllo delle
frontiere.
Il passaggio elettorale europeo pu essere
una grande opportunit per modificare lĠorientamento dellĠEuropa in materia di
immigrazione, diritto dĠasilo e lotta al razzismo, scegliendo una strategia
politica centrata sul riconoscimento dei diritti ai migranti quale condizione
per migliorare la democrazia di tutti.
LĠobiettivo deve essere quello di una
parit sostanziale tra uomini e donne che abitano gli stessi spazi urbani,
lavorano negli stessi luoghi e
animano le stesse comunit locali e che sono divisi solo dalla
nazionalit.
Una parit che ha bisogno di strumenti per
essere praticata e scelte chiare ancorate alla nostra Costituzione e al diritto
internazionale.
Una legislazione speciale, lĠintroduzione
di luoghi di detenzione in cui si entra a prescindere dal proprio
comportamento, lĠobbligo di fatto dellĠingresso clandestino e della permanenza
illegale, la disparit di trattamento di fronte alla legge e alla pubblica
amministrazione non sono elementi compatibili con una democrazia giusta e
pluralista quale vogliamo che sia quello dellĠEuropa.
Massimo ANGRISANO; Pino ARLACCHI; Fabrizio BATTISTELLI; Giuseppe CASUCCI
Oberdan CIUCCI;
Daniela CARLA';
Giuseppe CASADIO; Loris DE FILIPPI;
Tana DE ZULUETA; Ali Baba FAYE; Nino GALLONI; Carlo GUELFI;
Maurizio GRESSI; Nuccio IOVENE;
Guglielmo LOI; Maria Immacolata
MACIOTI;
Alberto MARITATI; Antonio MESSIA; Filippo MIRAGLIA; Saady MOHAMED;
Giovanni PALOMBARINI; Ferruccio PASTORE; Gianni PRINCIPE;
Enrico PUGLIESE; Antonio RAIMONDI; Alfredo RIZZO; Arturo SALERNI;
Romana SANSA; Pilar SARAVIA; Gian Nicola SINISI; Piero SOLDINI;
Vittoria TOLA; Mariarosa TORRIGLIA; Maura VIEZZOLI; Claudia ZACCAI.
In
collaborazione con tanti altri che
riflettono su questi temi ed operano su questo terreno.
Persone e/o strutture interessate a sottoscrivere il presente documento appello possono inviare la propria
adesione allĠindirizzo: email-documento@libero.it