Per una legge equa ed efficace sul diritto dasilo
LItalia si appresta, per la prima volta nella sua storia repubblicana, a dare attuazione al diritto dasilo costituzionale attraverso una legge del Parlamento che potr, finalmente, consentire una gestione coerente ed organica dei vari aspetti concernenti le persone straniere che necessitano di protezione internazionale, al momento dellarrivo e durante la loro presenza sul territorio nazionale.
Si tratta di unopportunit storica. Da molti anni,
lAlto Commissariato dellONU per i Rifugiati e tutte le associazioni ed
organismi impegnati per la difesa dei diritti umani e le libert fondamentali
della persona auspicano ladozione di una legge organica sullasilo.
Le associazioni e gli organismi firmatari si appellano
al Parlamento, al Governo e allopinione pubblica affinch questa opportunit
non sia inquinata da considerazioni restrittive, che enfatizzano unicamente la
prevenzione dellabuso del diritto dasilo. Lasilo da sempre espressione di
umanit, generosit e solidariet con chi perseguitato nel proprio paese. Non
pu in alcun modo essere considerato uno strumento per combattere
limmigrazione irregolare.
I firmatari accolgono con favore la circostanza che
molti elementi della proposta di legge nel testo approvato dalla I Commissione
della Camera dei Deputati rispecchiano fedelmente lo spirito e la lettera del
dettato costituzionale, dei princpi e del diritto internazionale e possono
rappresentare un importante passo verso un ordinamento equo ed efficace della
materia.
Ricordiamo, a titolo di esempio, la definizione della
persona avente diritto dasilo; la menzione di genere, di orientamento
sessuale e di appartenenza a un gruppo etnico quali elementi che possono
portare al riconoscimento dello status di rifugiato; il decentramento della
procedura per il riconoscimento dello status di rifugiato; lindipendenza ed
autonomia delle commissioni territoriali; norme sul ricongiungimento familiare;
il diritto al lavoro per il richiedente asilo, anche se il termine stabilito in
sei mesi , che deve decorrere prima di poter instaurare un regolare rapporto
lavorativo, appare troppo ampio.
Purtroppo,
il testo contiene altri elementi,
quali, segnatamente, quelli
riguardanti le garanzie procedurali, che richiedono una diversa
impostazione per assicurare la conformit della legge ai princpi universali di
protezione internazionale e con la nostra Costituzione. In questa richiesta, le
associazioni e gli organismi firmatari si vedono confrontati con le recenti
pronunce emanate sia dalla Corte
Costituzionale che dal Consiglio di Stato: appare oltremodo irrinunciabile la
possibilit di proporre un ricorso effettivo allorgano giurisdizionale contro
il diniego di concessione del diritto dasilo[i].
Il richiedente deve essere autorizzato a rimanere in Italia durante il tempo di
attesa della decisione dellorgano giurisdizionale, diversamente i rischi per
la vita e lincolumit della persona potrebbero portare a danni gravi e
irreparabili. Si auspica daltro canto che tale periodo sia il pi breve
possibile.
Lorgano giurisdizionale deve avere la possibilit di
ordinare il rilascio del permesso di soggiorno per richiesta dasilo quale
misura cautelare, valutando a tal fine fumus boni iuris e periculum in mora. Si ritiene comunque che costituisce
senzaltro un obbligo per il richiedente asilo garantire la propria
reperibilit durante tutta la procedura, purtuttavia egli deve essere messo in
grado di onorare tale obbligo attraverso un sistema di accoglienza in strutture
adeguate. Si rileva inoltre che la mancanza di posti disponibili per
laccoglienza non pu in nessun caso danneggiare la posizione legale del
richiedente asilo, tanto pi in un paese che deve senzaltro adoperarsi per
incrementare la rete di accoglienza[ii].
Non appare comunque adeguatamente giustificato in
punto di diritto il motivo per cui la persona che presenta spontaneamente la
propria richiesta dasilo alle autorit competenti venga trattenuta in centri
speciali e sottoposta ad una procedura semplificata che offre un livello
inferiore di garanzie procedurali, rispetto alla procedura ordinaria, cos come
si evince attualmente dal testo approvato in Commissione. La grande maggioranza
dei rifugiati in Italia e in tutta Europa arrivano nel Paese dasilo privi di
passaporto, di visto o altri requisiti per lingresso regolare. Tale
circostanza non pu assolutamente portare al sospetto generalizzato che la
persona intenda fare un uso strumentale del diritto dasilo. Il collegamento
automatico tra listituto del trattenimento e lapplicazione della procedura
semplificata cos come attualmente configurato, non sembra dare sufficienti
garanzie procedurali ai richiedenti asilo in tale delicatissima fase.
Per quanto riguarda le misure di assistenza e di accoglienza,
si auspica che il testo sia emendato cos da garantire unaccoglienza dignitosa
a tutti i richiedenti asilo e da recepire adeguatamente la recente Direttiva
dellUnione Europea sulle condizioni minime di accoglienza.
Le associazioni e gli organismi firmatari, molti dei
quali da anni impegnati direttamente per laccoglienza e lintegrazione di
richiedenti asilo e rifugiati, considerano che il coinvolgimento istituzionale
degli enti locali in tale attivit, quale previsto dalla proposta di legge in oggetto,
sia ormai acquisito.
Tuttavia, emerge lesigenza che lo Stato si impegni
con continuit al fine di garantire la copertura finanziaria delle spese degli
enti locali per laccoglienza della totalit dei richiedenti asilo e dei
rifugiati bisognosi di assistenza.
Enti firmatari:
ACLI
ARCI
Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma
Associazione Centro Astalli
Caritas Italiana
Casa dei Diritti Sociali FOCUS
Comunit
di SantEgidio
Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR)
Consorzio Italiano Solidariet (ICS)
CGIL
CISL
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia-SRM
Fondazione Migrantes
Fondazione Franco Verga
Unione Forense per la Tutela dei Diritti dellUomo
UIL
Hanno aderito fino ad ora le seguenti
amministrazioni locali:
Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Sociali
[i] Nei vari paesi dellUnione Europea, la percentuale dei rifugiati che ottiene il riconoscimento dello status soltanto in seconda istanza, ovvero dopo un iniziale diniego della domanda dasilo, oscilla tra il 30 e il 60 per cento.
[ii] Nel 2003, 7600 richiedenti asilo sono risultati irreperibili - la maggior parte di essi a causa della mancanza di posti in centri di accoglienza.