Coordinamento
Europeo per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia
Coordination
EuropÚenne pour le Droit des Etrangers à vivre en Famille
European
Coordination for Foreigners' Right to Family Life
NEWSLETTER
N. 10 - 28 Maggio 2004
SPECIALE
ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO
ALLE
ASSOCIAZIONI ITALIANE
Cari
amici e colleghi,
Questa
Newsletter del Coordinamento Europeo per il Diritto degli Stranieri a Vivere in
Famiglia vi presenta essenzialmente la situazione della nostra Campagna di
Lobbying presso i Candidati alle prossime elezioni del Parlamento Europeo (cfr.
Newsletter n. 9) per quanto riguarda il vostro paese.
Il
14.05.04 la lettera ai candidati ¶ stata inviata a 164 candidati italiani, a
tutti quelli di cui siamo riusciti a trovare l'indirizzo e-mail, 11 segreterie
di partito. Ai partiti abbiamo chiesto di far seguire il nostro messaggio ai
loro candidati. Si chiedeva ai candidati di reagire alle nostre proposizioni
entro il 24.05.04.
Abbiamo
ricevuto le risposte di 19 candidati, appartenenti alla Lista Di Pietro -
Italia dei Valori (8), al Partito dei Comunisti Italiani (5), alla Lista Uniti
per l'Ulivo (4), a Rifondazione Comunista (1) e alla Federazione dei Verdi (1).
Troverete le risposte dettagliate nel seguito di questa Newsletter, e anche nel
nostro sito:
<http://www.coordeurop.org/sito/italiano/02_Attivitˆ/01_Attivitˆ%20in%20corso/attivita_in_corso.htm>http://www.coordeurop.org/sito/italiano/02_AttivitÃ/01_AttivitÃ%20in%20corso/attivita_in_corso.htm
.
Potete
consultare, se volete, le risposte dei candidati di altri paesi in :
<http://www.coordeurop.org/sito/inglese/02_Our_Activities/01_Current_Activities/Current_activities.html>http://www.coordeurop.org/sito/inglese/02_Our_Activities/01_Current_Activities/Current_activities.html,
o nelle pagine di altre lingue per l'Austria, il Belgio, la Francia, la
Germania, e la Spagna: in totale abbiamo avuto 62 risposte individuali, e 2
collettive di partiti, provenienti da 14 paesi.
La
nostra segreteria fa notare che:
1. Si
direbbe che certi partiti nascondono gli indirizzi e-mail dei loro candidati
come se si trattasse di un segreto militare : la cosa lascia perplessi, perchÚ
riteniamo che chi si presenta come candidato dovrebbe poter essere contattato
facilmente dagli elettori. C'¶ persino un partito del Regno Unito (il New
Labour) che ha chiesto ai suoi candidati di non rispondere a questionari da
qualsiasi parte provengano e di qualsiasi argomento trattino....
2.
Leggendo le risposte di certi candidati si deduce che certe nostre affermazioni
non sono state sufficientemente appoggiate da argomentazioni articolate ; in
futuro, bisognerà preparare meglio le nostre campagne di sensibilizzazione.
3.
Ringraziamo i candidati che reagiscono al nostro appello ; abbiamo risposto con
argomentazioni piÿ dettagliate a coloro che hanno manifestato posizioni
critiche nei riguardi delle nostre richieste. Trovate questi testi in allegato,
solo in inglese.
4. Il
fatto che una sessantina di candidati abbiamo risposto ci fa ben sperare per le
nostre azioni future, che potranno contare sul sostegno di coloro che hanno
preso contatto con noi.
****
Una
comunicazione da parte di Arturo John, del'Università di Coimbra, in Portogallo
: " Avendo visitato il vostro sito, vorrei attirare la vostra attenzione
sul moi studio : "Il Diritto al ricongiungimento familiare per i Migranti
e i Rifugiati : un diritto humano dimenticato ?" che ¶ stato pubblicato
fall'Università di Coimbra e che si trova on-line in:
<http://www.fd.uc.pt/hrc/working_papers/arturojohn.pdf>http://www.fd.uc.pt/hrc/working_papers/arturojohn.pdf.
Ritengo in particolare che potrete trovare molto interessanti la 2a parte che
fa riferimento alla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani e la
4a parte che si riferisce alla Direttiva UE del 2003. "
Coloro
che sono interessati a queste problematiche possono quindi leggere il documento
alla pagina indicata.
Vi
auguriamo buona lettura e buon lavoro nelle vostre attività rispettive ; se lo
volete, fate circolare queste informazioni nel vostro ambiente.
L'Úquipe
di redazione della Newsletter del Coordinamento Europeo per il Diritto degli
Stranieri a Vivere in Famiglia
89
avenue du Parc (CEFA-UO) - B 1060 - Bruxelles e.mail :
<mailto:coordeurop@coordeurop.org>coordeurop@coordeurop.org
PrÚsident
: Germano Garatto
Piazza
de Marini 1/24 A - I 16123 GENOVA
Tel. et
Fax ++39.010.2530050 e-mail
: <mailto:coordeurop.presid@coordeurop.org>coordeurop.presid@coordeurop.org
<http://www.coordeurop.org>http://www.coordeurop.org
SEI
PROPOSIZIONI CONCERNENTI IL DIRITTO DEI CITTADINI DEI PAESI TERZI A
VIVERE IN FAMIGLIA IN EUROPA
__________________________
RISPOSTE
GENERALI
Anna
Maria Bernasconi:
<mailto:a.bernasconi@hsgerardo.org>a.bernasconi@hsgerardo.org: PDCI -
Nord Ovest: Aderisco al vostro appello, a cui non ho nulla da aggiungere.
Rosanna
Moroni: <mailto:asiaaa@virgilio.it>asiaaa@virgilio.it; <mailto:r.moroni@comune.pistoia.it>r.moroni@comune.pistoia.it:
PDCI - Centro: per brevitÃ, non riprendo i singoli punti proposti, visto anche
che li considero completamente condivisibili. Personalmente mi sono impegnata a
concretizzare questi convincimenti nel periodo in cui ero deputata (XII e XIII
legislatura), in occasione dell'esame di provvedimenti legislativi in materia
di immigrazione e asilo, in particolare nel corso del dibattito che ha portato
all'approvazione della Legge 40/1998 ("Turco - Napolitano"). Potrete quindi trovare conferma della
mia assoluta condivisione semplicemente leggendo i resoconti della I
Commissione affari costituzionali e dell'Assemblea della Camera dei
Deputati. Ringrazio per avermi
inviato l'appello e mi auguro che riceviate molte adesioni.
Riccardo
Vico: <mailto:vicoriccardo@tin.it>vicoriccardo@tin.it: PDCI - Sud.
Condivido quanto espresso nei sei punti inviati alla mia attenzione.
Luisa
Morgantini:
<mailto:lmorgantini@europarl.eu.int>lmorgantini@europarl.eu.int: Partito
di Rifondazione Comunista - Centro: Egregio Presidente Garatto, Prima di tutto,
vorrei ringraziarla del suo messaggio e dell'appello ai candidati per il
diritto dei migranti a vivere in famiglia, utile iniziativa del suo
coordinamento.
Penso di
aver dimostrato, nel corso del mio precedente mandato, la mia sensibilità sul
tema dell'immigrazione. Sono perfettamente d'accordo con voi sull'affermazione
che gli immigrati devono godere degli stessi diritti ed avere gli stessi doveri
dei cittadini comunitari. Penso si debba superare la dicotomia esistente tra
cittadinanza e nazionalità e che quindi, chi decide di vivere in uno Stato,
risiedendo e lavorando legalmente sul suo territorio, non debba essere oggetto
di discriminazioni.
Tutti i
diritti ovviamente rientrano in questa regola generale: dal diritto di vivere
in famiglia a quello di unirsi con la compagna o il compagno prescelto, dalla
parità di trattamento giudiziario, all'accesso alla cittadinanza europea, come
da voi giustamente indicato. Personalmente espliciterei il diritto di voto,
già contenuto in un rapporto del
Parlamento Europeo della scorsa legislatura, e - perchÚ no - il diritto di non
essere espulso, nel momento in cui l'immigrato dovesse perdere il lavoro che
gli aveva permesso di risiedere legalmente nel nostro Paese.
Troppo
spesso gli Italiani dimenticano di essere un popolo di migranti e di aver avuto
bisogno, a loro volta, di trovare Paesi che li accogliessero. Oltre che per
correggere il trattamento da criminali che riserviamo agli immigrati - il dover
rivolgersi alle Questure invece che ai Municipi per le pratiche di residenza o
il prendere le loro impronte digitali - credo si dovrebbe agire, concretamente,
per garantire i loro diritti e promuovere una loro integrazione nei Paesi in
cui hanno scelto di vivere, senza tentare di sradicarli dalle loro culture
d'origine, ma cercando, invece, di arricchire la nostra grazie al loro
contributo.
Spero
infine che molti altri candidati rispondano al vostro appello.
Andrea
Cardilli : <mailto:andreacardilli@aliceposta.it>andreacardilli@aliceposta.it:
Lista Di Pietro - Italia dei Valori - Nord Ovest: Non posso che essere
d'accordo. Il diritto alla famiglia ¶ un diritto non solo dei comunitari ma di
tutti i cittadini del mondo. Privare una persona di un diritto fondamentale
come quello di vivere in famiglia sarebbe una grave violazione dei diritti
umani oltre che una grossa prova di inciviltÃ.
Quanto
sopra vale anche per tutti quei servizi che ogni Stato garantisce ai propri
cittadini: il lavoro, l'istruzione, un alloggio e quant'altro.
Il
trattamento giudiziario per gli extracomunitari ¶ piÿ avanti rispetto agli
altri temi, comunque c'¶ molta strada ancora da fare.
Do per
scontato che una qualsiasi persone che vive, lavora, studia in altro paese
debba avere l'ooportunità di chiedere la cittadinanza; non dimentichiamoci che
culture diverse se messe insieme possono dare ottimi risultati.
Il
problema della clandestinità oggi ¶ serio. In questo campo, essendo competente,
posso sicuramente dire che spesso i clandestini che lavorano sono costretti a
fare i clandestini, perchÚ il sistema italiano non permette loro la
regolarizzazione. Oggi una donna giunta con un visto turistico qualora riesca a
trovare un lavoro come badante non puù in nessun modo essere assunta, tantomeno
prenotarsi in quanto ogni anno vengono fissati i tetti massimi di ingresso per
ogni tipo di lavoro. Bene, tutto ciù ¶ assurdo: perdiamo una cittadina (spesso
disperata) che vuole lavorare regolarmente perchÚ "non c'¶ posto";
cosã avviene spesso che lavorano in nero in stato di clandestinità (rinchiusa
per la paura di essere presa). Qui non perde solo lo Stato (economicamente), ma
perdiamo tutti noi!!!!
Gianfranco
D'Atri:
<mailto:gianfrancodatri@europadeivalori.com>gianfrancodatri@europadeivalori.com:
Lista Di Pietro - Italia dei Valori - Centro: do piena approvazione ed adesione
alla vostra azione, sperando di poter contribuire - indipendentemente dalla
elezione - al sostegno delle vostre iniziative. Il mio punto di vista generale
- condiviso da Italia dei Valori e Antonio Di Pietro - ¶ anche espresso sul
sito "<http://www.europadeivalori.com>www.europadeivalori.com".
Nello specifico, solo la libertà di stanziamento, regolata dalle leggi civili e
non limitata dalla forza, dell'essere umano sul globo puù favorire la pace (e
combattere il terrorismo).
Silvana
Mura: <mailto:silvana.mura@libero.it>silvana.mura@libero.it: Lista Di
Pietro - Italia dei Valori - Nord Est:
Gent.mo Sig. Garatto, rispondo con piacere all'appello rivoltomi dal
Coordinamento Europeo di cui Lei ¶ Presidente.
Mi trova
in pieno accordo con la Vostra considerazione riguardo al ruolo del Parlamento
Europeo, a cui mi auguro di poter offrire le mie competenze. I pilastri su cui
si deve reggere tale organo sono, senza dubbio, la democraticitÃ, la giustizia
e la libertà per tutti. Sottolineo semplicemente, non volendo ripetere i
concetti da Voi espressi in maniera esaustiva nelle sei proposizioni
presentatemi, che con la mia candidatura intendo affermare l'universalità e
l'assolutezza dei diritti delle persone ed, in particolar modo, tutelare le
fasce piÿ deboli e svantaggiate.
Assegno
all'istituzione familiare un ruolo centrale nella formazione di un Europa
democratica e, per questo, considero la riunificazione dei nuclei famigliari un
punto imprescindibile. Sono convinta che nelle nostre scelte riguardo alle
politiche d'immigrazione deve pesare il ricordo della nostra storia recente di
paese d'emigrazione. Per un Europa interculturale in cui convivano i principi
di coesistenza, integrazione e sicurezza devono essere posti in primo piano,
come avete ben evidenziato nelle Vostre proposizioni, i problemi
dell'apprendimento linguistico, dell'inserimento sociale, della formazione
scolastica e professionale oltre che dei primari bisogni medico-sanitari.
Giustizia
uguale per tutti ¶, a mio avviso, sinonimo di coabitazione pacifica in cui a
uguali diritti si affianchino uguali doveri traducibile in una lotta comune
all'immigrazione clandestina.
Nella
speranza che la mia risposta sia stata esauriente Vi ringrazio per l'attenzione
dimostratami e Vi invito a tenermi informata riguardo a Vostre future
iniziative.
Rimango
a disposizione per eventuali chiarimenti o approfondimenti ulteriori.
La
saluto cordialmente.
Lilli
Gruber: <mailto:lilligruber@lilligruber.it>lilligruber@lilligruber.it:
Uniti nell'Ulivo: Rispondiamo volentieri al vostro appello per il diritto dei
migranti a vivere in famiglia. La signora Gruber ¶ molto sensibile ai temi da
voi sollevati, essendo da sempre una sostenitrice della necessità del dialogo
tra le diverse culture. A tutte le domande del vostro questionario non si puù
che rispondere sottoscrivendo in pieno le vostre tesi. La vostra ¶ una
battaglia di civiltÃ, ed ¶ perfettamente coincidente con quella che la signora
Gruber si impegna a condurre nel Parlamento europeo. Speriamo che la vostra e
la nostra passione possa portare a risultati concreti nella prossima assemblea
di Strasburgo.
Lapo
Pistelli: <mailto:PISTELLI_L@camera.it>PISTELLI_L@camera.it: Uniti
nell'Ulivo - Centro: Gentile Presidente, dopo aver letto con attenzione il testo inviatomi, relativo al diritto
dei cittadini dei paesi terzi di vivere in famiglia in Europa e condividendo
pienamente i sei punti specificati, sono lieto di aderire all' appello,
apprezzo e stimo il Suo impegno.
1. Il
diritto di vivere in famiglia : un diritto fondamentale che non puù essere
oggetto di discriminazione.
Siamo
coscienti che le questioni riguardanti la politica d'immigrazione e il diritto
di asilo sono complesse e che i dibattiti sull'argomento sono numerosi anche
nel mondo associativo. Tuttavia affermiamo tutti che il diritto di vivere in
famiglia e, in primo luogo, il diritto di riunire la propria famiglia sono
diritti fondamentali. Affermiamo che gli immigrati provenienti dai paesi terzi
devono avere gli stessi diritti e le stesse responsabilità dei cittadini
comunitari.
Il punto
di vista del Candidato al PE :
Giorgio
Calù - <mailto:giorgio.calo@tiscali.it>giorgio.calo@tiscali.it; Portavoce
nazionale di Italia dei Valori (= GC): Credo che fra i diritti della persona ci
sia quello di avere e di vivere in famiglia. Non ¶ negoziabile e non ¶ soggetto
a se e a ma. Non possiamo pensare
a persone di serie A e ad altre di serie B, che si devono accontentare di
quello che gli Stati buoni concedono e quelli cattivi negano. Il quadro
normativo di riferimento ¶ indispensabile per capire quali sono gli ambiti in
cui si puù agire, per rendere possibile il ricongiungimento familiare.
Augusto
Fierro: <mailto:afierro@augustofierro.it>afierro@augustofierro.it: Italia
dei Valori, Lista Di Pietro Occhetto, Nord-Ovest (= AF): Circa 30 anni fa
Monsignor Helder Camara vescovo di Brasilia (se non ricordo male) dichiarù che
"le contraddizioni dell'occidente dovranno per forza passare per il Terzo
Mondo". Stava ad indicare, profeticamente, che le persone che vivono nelle
aree povere del mondo per forza si muovono verso le speranze di ricchezza e di
benessere. Del resto, la storia italiana, ¶ in grande parte legata al fenomeno
dell'emigrazione. E chi lasciava paesini del sud (ma non solo) per terre
lontane e lingue diverse era mosso dalle stesse speranze di chi dal Senegal o
dalla Romania muove verso l'Europa centrale. Dunque parliamo di questione che
conosciamo per tradizione di vita vissuta. Oggi, in qualche modo, dobbiamo
ricambiare il "favore" senza compiere tutti quegli errori
-ingiustizie, angherie e vessazioni- che abbiamo subito. Dunque sono questioni
complesse ma solo in parte. Il diritto di chi si muove per lavoro di avere
insieme la sua famiglia non dovrebbe neppure essere messo in discussione. Cio¶
dovrebbe essere un diritto acquisito e diffuso in tutta la U.E.
Diego Lo
Presti: <mailto:diego.lopresti@polito.it>diego.lopresti@polito.it: Italia
dei Valori, Lista Di Pietro Occhetto, Nord-Ovest (= DLP): Sono favorevole.
Achille
Occhetto: <mailto:achille@achilleocchetto.it>achille@achilleocchetto.it:
Lista società civile Di Pietro - Occhetto (= AO): non vi ¶ dubbio che la
riunificazione familiare debba essere considerata un diritto inalienabile di
chi ha acquisito il diritto alla residenza nell'unione europea. L'immigrato a
cui viene concesso l'asilo diviene titolare di doveri come di diritti (come
quello a vivere con la propria famiglia), che non possono essere ogni volta
messi in discussione.
LUIGINA
RAVERA - <mailto:luigina.ravera@virgilio.it>luigina.ravera@virgilio.it:
società Civile DI PIETRO OCCHETTO Italia - Nord Ovest Candidato n. 20 (= LR):
Sono assolutamente d'accordo. Il diritto alla riunificazione della famiglia non
dovrebbe essere limitato da squallide discriminazioni. Una costruzione
dell'Europa piÿ matura e consapevole non puù prescindere dal riconoscimento
agli immigrati di quelli che noi riteniamo diritti inalienabili per noi stessi
Andrea
Benedino: <mailto:info@andreabenedino.it>info@andreabenedino.it: Uniti
nell'Ulivo - Nord-Ovest (= AB): poter riunire attorno a sÚ le persone a cui si
¶ affettivamente legati ¶ un diritto fondamentale che nessun puù mettere in
discussione. Questo vale sia per le famiglie tradizionali che per le coppie
formate da persone dello stesso sesso.
Marta
Vincenzi: <mailto:info@martavincenzi.com>info@martavincenzi.com: Uniti
nell'Ulivo - Nord Ovest (= MV): Nella complessità delle questioni riguardanti
il diritto d'asilo e l'immigrazione non bisogna rinunciare ad affermare il diritto inalienabile di vivere in
famiglia e al diritto di riunire la propria famiglia.
La
Direttiva 86/2003 sul ricongiungimento familiare adottata dal Consiglio
dell'Unione lo scorso settembre lede alcuni diritti fondamentali e bene ha
fatto il Parlamento Europeo a ricorrere presso la Corte di Giustizia della
Comunità Europea. In particolare credo non sia giusto porre limiti di età per i
minori che vogliono ricongiungersi con i propri famigliari come previsto dalla
direttiva. Infatti nel caso in cui un minore abbia superato i dodici anni e
giunga in uno Stato membro autonomamente dalla sua famiglia, lo Stato puù
subordinarne ingresso e soggiorno alla condizione che siano soddisfatti i
parametri di integrazione previsti dalla legge nazionale. Come ritengo che sia
da rivedere anche la norma che prevede che " il ricongiungimento per i
figli minori deve essere richiesto prima che questi compiano i quindici anni di
etÃ. Nel caso in cui la domanda venga presentata al di là di questo limite di
etÃ, gli Stati possono autorizzare ingresso e soggiorno al minore, ma per
motivi diversi dal ricongiungimento".
Salvatore
Petrucci: <mailto:info@petruccieuropee.org>info@petruccieuropee.org: PDCI
- Isole (= SP): Condivido il principio che, come gli altri enunciati nei successivi
punti, trovano riscontro nella nostra Costituzione repubblicana.
Giuseppe
Pischedda: <mailto:pinobar.it@tiscali.it>pinobar.it@tiscali.it ; via G.
Maria Angioy, n.3 , 08042 Bari
Sardo (NU): PDCI - Isole (=GP): FAVOREVOLE.
Monica
Frassoni: Deputata al Parlamento Europeo - Presidente Gruppo dei Verdi/ALE;
<mailto:mfrassoni@europarl.eu.int>mfrassoni@europarl.eu.int: Verdi - Nord
Ovest (=MF): In generale noi, come verdi, ci siamo sempre battuti per
l'universalità del diritto e per la piena applicazione del principio di non
discriminazione. Per noi tutti devono avere gli stessi dirittti, compresi
quelli politici a tutti i livelli. Riguardo il diritto di riunire la propria
famiglia, ci siamo battuti al momento della procedura di consulatazione al
Parlamento europeo, affinchÚ il parere del PE riflettesse la posizione piÿ
aperta e piÿ umana possibile. Siamo noi Verdi che abbiamo lanciato la procedura
e ottenuto che sia depositato un ricorso contro la direttiva sul
ricongiungimento familiare perchÚ contiene delle clausole discriminatorie.
2. Il
diritto a unirsi liberamente con il coniuge di propria scelta e di riunire la
famiglia nel paese in cui si risiede legalmente.
Affermiamo
che gli Stati non hanno il diritto di rifiutare agli stranieri che vivono e
lavorano legalmente sul loro territorio di unirsi liberamente con il coniuge
scelto, nÚ di vietare loro di farsi raggiungere dai membri della famiglia di
cui sono responsabili. Pensiamo che non sia tollerabile tenerli lontani gli uni
dagli altri troppo a lungo e che, per coloro che si sono stabiliti recentemente
in un paese, tale diritto debba essere loro riconosciuto dopo al massimo un
anno.
Il punto
di vista del Candidato al PE :
GC:
Nessuna obiezione al diritto che voi affermate. Mi sembra che almeno un anno
sia necessario per dare modo al
coniuge e alla parte della famiglia che si trasferisce nel nuovo Paese di
gestire un passaggio non facile, perchÚ coinvolge affetti, radici, mentalità e
culture. Puù essere
impiegato per preparare un distacco meno traumatico di quello che i
nostri migranti hanno vissuto negli anni Cinquanta e Sessanta nell'Europa di
allora (Germania, Belgio, Svizzera) o nell'Italia di allora, non certo ospitale
verso i concittadini venuti dal Sud. Ci siamo dimenticati i cartelli " Non
si affitta ai meridionali" di Torino o di Milano?
AF:
Anche su questo punto non c'¶ molto da aggiungere. La discussione sulla libertÃ
dell'individuo di costruirsi il miglior mondo possibile per se e per la sua
famiglia - nel contesto sociale e civile del luogo di residenza - deve essere
garantito e difeso con forza.
DLP:
Sono favorevole.
AO:
Condivido pienamente le affermazioni, nell'interesse perù della stessa
possibilità di esercitare il diritto , bisogna delimitare con precisione
l'ambito familiare e il rapporto di parentela.
LR:
Anche questo ¶ cosã ovvio che fa male doverlo sottolineare. Una famiglia riunita
¶ fonte di serenità anche per il coniuge che vive in Europa. Ribadisco lo
stesso concetto già espresso prima: la discriminazione ¶ incivile.
Noi non
accetteremmo mai una situazione simile senza ribellarci e chiedere sanatorie.
PerchÚ dobbiamo considerare che per gli altri debba essere normale.
Ricongiungersi con la famiglia non era quello che cercavano di fare anche i
nostri emigrati (in America o altrove)?
AB:
concordo pienamente. Ritengo inoltre, che il ricongiungimento familiare sia il
miglior modo per avere immigrati integrati nella nostra societÃ.
MV: Come
già detto bisogna battersi affinchÚ sia riconosciuto il diritto al
ricongiungimento familiare in tutto il territorio dell'Unione Europea. Inoltre
penso che tutti gli uomini e le donne abbiano il diritto di unirsi liberamente
con il coniuge scelto, pur nel rispetto delle leggi nazionali che disciplinano
il matrimonio e le unioni civili.
SP:
Condivido.
GP:
FAVOREVOLE.
MF: Sono
in favore del diritto di vivere e di sposarsi con il coniuge che si sceglie e
sostengo il pieno esercizio del diritto alla libera circolazione con il proprio
coniuge a prescindere dal suo sesso, dalla nazionalità e dallo status legale.
3. I
diritti sociali delle famiglie immigrate
Pensiamo
che gli Stati devono accogliere i membri delle famiglie nelle condizioni che
favoriscono la loro integrazione sociale ed economica. Devono in particolare :
- facilitare
loro l'apprendimento della lingua del paese in cui devono vivere;
- dare
loro il diritto all'alloggio;
- accordare
loro la stessa possibilità di accedere alle cure mediche dei cittadini
nazionali ;
- garantire
ai loro figli pari opportunità grazie a un'educazione e a un'istruzione di
qualitÃ;
- accordare
a coloro che sono in età di lavoro l'accesso immediato all'impiego e offrire
loro un formazione che faciliti l'inserimento nella vita socio-professionale.
Il punto
di vista del Candidato al PE :
GC:
Proporre al capofamiglia un lavoro senza riconoscere alla sua famiglia
pari diritti rispetto a
quelli degli altri cittadini ¶ un
errore già commesso, in
Italia e altrove. Fondamentale in questo ambito ¶ il diritto a pari opportunitÃ
di educazione e di istruzione. Le classi differenziali nelle quali finivano i
figli dei nostri migranti in Germania e in Svizzera corrispondevano a quelle
dove finivano, anche in Italia, i
bambini e le bambine che venivano dal Sud e parlavano solo il proprio dialetto.
Questo ¶ solo un esempio. Credo che dagli anni Sessanta la sensibilità sociale
verso i problemi dell'integrazione sia aumentata, ma non ¶ il caso di abbassare
la guardia. I bisogni primari cosã definiti dalla sociologia degli anni
Settanta non sono cambiati e spesso non sono stati soddisfatti. Dobbiamo
ribadirne l'attualità con forza, anche perchÚ l'Europa allargata ci propone
situazioni analoghe per i nostri concittadini dei dieci Paesi dell'allargamento.
AF: Se
immaginiamo una società civile. La immaginiamo in grado di offrire le stesse
opportunità che offre ai suoi cittadini anche a chi ¶ stato chiamato - o ¶
arrivato da sÚ - alla ricerca di migliori condizioni di vita. E dunque come non
essere d'accordo con il fatto che le infrastrutture di servizio e le
opportunità di lavoro devono avere la stessa possibilità di accesso per tutti
cittadini nazionali e stranieri. Soprattutto nel campo della scolarizzazione,
nei servizi sanitari e socio assistenziali gli accessi debbono essere
assolutamente paritari.
DLP:
Pensiamo che gli Stati devono accogliere i membri delle famiglie nelle
condizioni che favoriscono la loro integrazione sociale ed economica. Devono in
particolare :
-
facilitare loro l'apprendimento della lingua del paese in cui devono
vivere;[Diego Lo Presti] il
diritto all'istruzione per i minori .
- dare
loro il diritto all'alloggio;[Diego Lo Presti] purtroppo ¶ un diritto che puù solo essere scritto sulla
carta, vista la carenza con cui ¶ stato applicato anche ai cittadini italiani.
-
accordare loro la stessa possibilità di accedere alle cure mediche dei
cittadini nazionali ;[Diego Lo Presti]
l'assistenza sanitaria per tutti i componenti la famiglia.
-
garantire ai loro figli pari opportunità grazie a un'educazione e a
un'istruzione di qualitÃ;[Diego Lo Presti] il diritto all'istruzione per i minori .
-
accordare a coloro che sono in età di lavoro l'accesso immediato all'impiego e
offrire loro un formazione che faciliti l'inserimento nella vita
socio-professionale.[Diego Lo Presti]
l'accesso al mondo lavorativo non puù essere garantito per una sola
categoria di persone.
Per
ragioni di equitÃ, ritengo che alle famiglie degli immigrati devono essere
riconosciuti gli stessi diritti di cui godono le famiglie italiane.
AO: Non
condivido la scelta di "una legislazione a parte 2 per le famiglie
emigrate, ocorre che i residenti abbiano tutti le stesse possibilita' di
accesso ai servizi pubblici. Esistono poi programmi europei, nazionali e locali
di protezione sociale e inserimento lavorativo delle fasce deboli e/o a rischio
che vanno pienamente attivati e rafforzati quanto occorra.
LR: Condivisibili tutte le richieste. I
punti, perù, pur avendo una base comune, sono molto diversi tra loro.
facilitare loro l'apprendimento della
lingua del paese in cui devono vivere;
Il nostro governo attualmente non va
certamente nella direzione di un'integrazione che non sia impatto violento con
altre culture. Penso ad esempio alla riforma Moratti. Con un insegnante ogni 25 alunni come si potrà dedicare
tempo all'integrazione, anche linguistica, ma non solo, nella scuola? Credo che,
fatti salvi i diritti di cura ed alloggio, sui quali non ¶ possibile
transigere, sia opportuno fare qualcosa di piÿ anche per favorire
l'apprendimento della lingua, nella direzione di un'integrazione che sia anche
scambio culturale.
In
genere ci si affida alla sensibilità dei Comuni ma non tutti i Comuni sono
sensibili.
I
bambini sono forse piÿ facilitati e spesso gli uomini imparano la lingua sul
luogo di lavoro. La realtà del mio piccolo paese mi ha fatto perù toccare con
mano che puù essere molto piÿ difficile per le donne, non abituate alla vita
sociale, e a stare fuori di casa. Restare fra persone immigrate ed avere pochi
contatti con l'ambiente esterno le fa sentire spesso sradicate, a disagio, o
bloccate nel proprio ruolo.
Credo
che occorrerebbe, insieme agli immigrati che sono già capaci di parlare la
lingua e che si sono integrati meglio,ma sanno come porsi anche con gli
immigrati piÿ timorosi od insicuri, pensare ad un tipo di scuola che non sia
solo studio della lingua ma conoscenza reciproca, per scoprire le differenze e
approfondire le caratteristiche comuni.
Per far
questo occorre avvicinarsi all'altro senza paura, senza pregiudizio, senza
prevaricazioni.
Quando
capiremo che tutto questo farà bene anche a noi?
Credo
che occorrerebbe una specie di educazione permanente degli adulti.
- accordare
loro la stessa possibilità di accedere alle cure mediche dei cittadini
nazionali ;
Certamente
-
garantire ai loro figli pari opportunità grazie a un'educazione e a
un'istruzione di qualitÃ;
Purtroppo
sta scomparendo per tutti gli italiani questa opportunitÃ.
I Paesi
che non permettono ai loro abitanti di migliorarsi e non facilitano l'utilizzazione di tutte le capacitÃ,
togliendo gli impedimenti dovuti a scarse finanze o altro, sono Paesi miopi ed
incapaci che hanno un patrimonio e non sanno farlo fruttare
-
accordare a coloro che sono in età di lavoro l'accesso immediato all'impiego e
offrire loro un formazione che faciliti l'inserimento nella vita
socio-professionale.
Questo
mi sembra piÿ difficile da ottenere nell'attuale situazione economica.
Se la
proposta ¶ intesa come un obiettivo a cui mirare sono d'accordo ma promettere
di riuscirci mi sembra piuttosto difficile.
AB: una
società aperta come quella che l'Europa vuole costruire non puù che partire da
questi presupposti. Non dobiamo solo farlo per senso della giustizia ma anche
per garantirci un'immigrazione non foriera di tensioni sociali.
MV:
Condivido fino in fondo i diritti precedentemente richiamati cosi come ritengo
fondamentali l'affermazione del diritto a ricevere informazioni sulle procedure
amministrative in una lingua comprensibile al richiedente, cosi come il diritto
alla formazione e all'istruzione come sancito dall'Articolo 14 della Carta dei
Diritti fondamentali dell'Unione Europea.
I
diritti sanciti solennemente nella Carta devono essere applicati in tutte le
istanze e per qualsiasi cittadino dell'Unione.
SP:
Condivido.
GP: LE
POLITICHE DI ACCOGLIENZA DEVONO AVERE COME FINALITA' IL
RAGGIUNGIMENTO DELLA PIENA
CITTADINANZA IN TUTTI GLI STATI DEL MONDO.
MF:
Certo, "uguaglianza di diritto" significa anche diritto
all'educazione, all'istruzione, alla salute e alle cure mediche, al lavoro e ai
diritti politici. Tutti questi devono essere accessibili agli immigrati dei
paesi terzi.
4. ParitÃ
di trattamento giudiziario
Affermiamo
che gli Stati devono, grazie a una Giustizia uguale per tutti, garantire lo
stesso trattamento dei cittadini nazionali ai migranti che hanno commesso un
delitto e che hanno i loro principali legami famigliari in Europa, senza che
nessuna " doppia pena " li privi della loro famiglia.
.
Il punto
di vista del Candidato al PE:
GC: La
questione ¶ drammatica e riguarda
tutti i detenuti condannati o in attesa di giudizio. Abito a Milano,
vicino a San Vittore, e il mio contatto anche solo occasionale con persone che aspettano di incontrare
familiari in carcere ¶ sempre traumatizzante. Ma quante non possono vederli?
Torniamo ai diritti della persona, che non hanno confini politico-geografici.
AF:
Assolutamente adesivo.
DLP:
sono favorevole ad applicare gli stessi criteri.
AO: Non
vi ¶ dubbio che la giustizia deve essere eguale per tutti, ma non ¶ possibile
una semplificazione della problematica che stabilisca norme certe per il luogo
di espiazione della pena solo per gli immigrati. Il reato in quanto tale puù
comportare in fase di condanna, per ogni classe di cittadini, la perdita
dell'esercizio di alcuni diritti. Occorre stabilire con certezza in quali casi
determina la perdita del diritto di asilo.
LR: E'
gravissimo che si debba chiederlo! Dovrebbe essere un diritto acquisito!
AB:
l'immigrato diviene pienamente cittadino europeo solo se puù avere pari diritti
e pari doveri. Essere dei migranti non rende nessuno automaticamente pericoloso
quindi non si capisce per quale motivo deovrebbero essere tenuti dallo Stato
sotto ricatto.
MV:
Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e hanno il diritto di essere
difesi in giudizio e a non essere giudicati due volte per lo stesso crimine.
(Art .50 della Carta)
Inoltre,
ritengo importante che ognuno possa esprimersi in giudizio nella propria lingua
e a ricevere le informazioni riguardanti il suo caso in una lingua a lui
comprensibile. Anche in questo caso si tratta di diritti sanciti nella Carta
dei Diritti fondamentali
SP:
Condivido.
GP:
FAVOREVOLE.
MF:
Rifiutamo nella maniera piÿ assoluta la doppia pena (condanna e espulsione); la
legge, anche per quel che riguarda il sistema giudiziario, deve essere uguale
per tutti.
5. La
cittadinanza europea di residenza
Siamo
convinti che la pace e la coesione sociale necessarie tra i popoli che
coabitano in Europa saranno possibili solo se gli Stati si apriranno a una
nuova cittadinanza europea, accessibile a qualunque persona residente sul
territorio dell'Unione, e avente la facoltà di condividere con gli altri cittadini
europei le stesse responsabilità e gli stessi diritti per costruire insieme un
comune avvenire.
Il punto
di vista del Candidato al PE:
GC:
Dobbiamo tutti insieme lavorare per la nuova Europa: noi fratelli maggiori che
abbiamo un'esperienza comunitaria pluridecennale e i Paesi di nuova entrata.
Negli anni Cinquanta, Schumann diceva che l'Europa non sarebbe stata fatta con
un colpo di bacchetta magica, ma con una serie costante di piccoli passi. E' il
lavoro che ho svolto nella legislatura uscente, come membro della Commissione
Affari Costituzionali, e che voglio continuare a fare, se sarù rieletto.
La nuova cittadinanza europea
chiede parità di diritti e parità di doveri. Far capire che sono due facce inseparabili di una stessa medaglia si
deve e si puù, a patto di crederci molto e di lavorare molto per realizzarlo.
AF:
Assolutamente adesivo.
DLP:
Sono favorevole a concedere la cittadinanza europea a quegli immigrati che
abbiano realizzati profondi legami con il paese ospitante. La materia va regolata
con opportune legge e gestita a livello loocale.
AO: Si
vanno affermando gli ideali di un'ampia cittadinanza europea, che ampli il
campo dei diritti e dei doveri del cittadino europeo. Questa problematica deve
trovare spazio e risposta nella costituzione europea che ¶ la carta base che
dovrà identificare i profili della cittadinanza europea.
LR: Sono
d'accordo anche su questo. Le persone che vivono in un Paese, lavorano in quel
Paese, studiano in quel Paese, pagano le tasse in quel Paese, costituiscono la ricchezza di quel
Paese. PerchÚ considerale in modo diverso tra loro?
AB:
Questo purtroppo ¶ un passo necessario non solo per i migranti ma per tutti noi
cittadinoi europei. ogni cittadino, sia esso italiano o polacco deve avere gli
stessi diritti riconosciuti.
MV: Uno
dei pilastri e dell'integrazione e della convivenza civile tra i popoli ¶ la
fruizione dei diritti di cittadinanza. Per questo motivo mi batterù perchÚ ai
residenti regolari da almeno tre anni sul territorio dell'Unione, sia riconosciuto
il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni amministrative ed europee,
come già chiesto a piÿ riprese dalla maggioranza del Parlamento Europeo.
SP:
Condivido.
GP:
FAVOREVOLE.
MF:
Bisognerebbe accordare la cittadinanza europea a tutti i residenti legali e
quindi rompere il legame tra cittadinanza europea e nazionalità di uno Stato
membro; questo porterebbe al rilascio di un passaporto europeo cosiccome al
diritto di voto per gli immigrati legali dei paesi terzi, almeno a livello
locale e europeo (Trattato di Maastricht).
6. La
regolarizzazione delle situazioni amministrative
Attiriamo
infine la sua attenzione sulla necessità di unire alle misure legislative, che
saranno prese dagli Stati dell'Unione europea, alcune misure di regolarizzazione
della situazione amministrativa degli stranieri clandestini, che abbiano creato
solidi legami con il paese in cui vivono.
Il punto
di vista del Candidato al PE:
GC: I
lavoratori clandestini sono veramente il banco di prova del nostro modello
economico di sviluppo: se sono clandestini, non hanno alcun diritto; anzi,
possono essere allontanati (legge Bossi-Fini). Ma ci sono, lavorano, sono
persone e hanno i diritti della persona. L'ipocrisia imperante, quella di non
riconoscere i loro diritti, puù
diventare la scelta sbagliata di non attribuire loro anche doveri. La
regolarizzazione delle situazioni amministrative ¶ il primo passo da fare in
tale direzione.
Ma
questo non basta. E' necessaria una seria politica di promozione e di sviluppo dei
paesi di partenza, e un intervento di tutoring per chi ha deciso di emigrare dal suo paese, da mettere in atto prima della partenza.
AF: E'
un punto meritevole di approfondimento su cui occorrerà impegnarsi alla ricerca
di soluzioni praticabili.
DLP:
sono favorevole.
AO:
Nella fase transitoria sono state possibili e saranno possibili sanatorie che
valorizzano esperienza di lavoro e l'inserimento sociale radicato anche di
cittadini non in regola con il
permesso di soggiorno. Ma deve essere chiaro che si tratta di sanatorie che non
possono estendendosi indefinitamente nel tempo, vanificare alla fine ogni
azione legislativa che tenda a regolarizzare con assoluta certezza dei diritti
la situazione.
LR: Se i
legami col paese sono civili, se la persona non delinque, perchÚ no? Basterebbe ricordarci qualche volta dei
nostri nonni italiani emigrati in America. Quanti di loro erano entrati da
clandestini e poi sono riusciti a trovare un lavoro onesto? Molti. Purtroppo
quando si sta bene si tendono a dimenticare i tempi in cui si stava peggio.
AB: se
diciamo che ognumo dovrebbe avere all'interno dell'Unione pari diritti e pari
doveri, lo stesso principio deve valere per la regolarizzazione amministrativa
del cittadino straniero.
MV: La
regolarizzazione amministrativa ¶ opportuna come misura contingente in fasi di
transizione, ovvero quando sono in preparazione misure legislative organiche.
Dopo l'adozione di una legge organica, occorre ridurre al massimo il ricorso a
questi strumenti.
SP: Il
fenomeno va preso in considerazione e regolamentato nel senso proposto.
GP: LE
MISURE LEGISLATIVE DEVONO TENDERE A TRASFORMARE GLI STRANIERI TUTTI IN MESSAGERI DI FRATELLANZA.
MF: Sono
in favore della regolarizzazione degli stranieri clandestini se dimostrano di
avere un minimo di legame con la realtà locale del paese ospitante, anche se
questa questione rimane ancora competenza degli Stati membri.