PER
LA LIBERTA DEI MIGRANTI!
INSIEME lavoratori italiani e immigrati:
contro la legge Bossi Fini
contro il contratto di soggiorno per
lavoro
25 settembre
2004: MANIFESTAZIONE a Bologna
ritrovo h. 15.00 in
P.zza XX Settembre e arrivo in P.zza Nettuno
Il "contratto di soggiorno", istituito due anni fa da dalla legge Bossi-Fini, legando il
permesso di soggiorno al contratto di lavoro, rende lavoratrici e lavoratori
migranti sempre pi ricattabili, costringendoli ad accettare qualunque
condizione lavorativa, anche di basso livello, pur di non cadere
nellirregolarit.
La progressiva frammentazione del mercato del lavoro si traduce per
tutti in contratti di lavoro sempre pi brevi, anche di poche settimane, e per gli immigrati in contratti di
soggiorno non superiori ai sei mesi. La necessit di ripetute richieste di
rinnovo presso gli uffici stranieri delle Questure, con strutture e organici
palesemente insufficienti, comporta tempi dattesa che gi raggiungono i sei
mesi. Unattesa che ha conseguenze
gravi sulla vita di queste persone, dallimpossibilit di spostarsi, all'assenza di assistenza
sanitaria, alla sospensione dellattivit lavorativa da parte del datore di
lavoro, con la conseguente interruzione del salario. Tutto ci costringe
i migranti nel nostro Paese a unesistenza sempre pi incerta e precaria, cui
si aggiunge lumiliazione di dovere soggiacere a una gestione amministrativa
della presenza tutta demandata alle forze di polizia.
Mentre la Corte Costituzionale si recentemente espressa sullillegittimit di alcune parti
significative della Bossi-Fini, lassenza di un regolamento di attuazione
della legge, a distanza di due anni
dall'approvazione, ha come effetto una gestione difforme delle norme da
Provincia a Provincia e una forte discrezionalit degli uffici territoriali
preposti, Prefetture e Questure, con un inspiegabile ritardo di Bologna rispetto ad altre realt territoriali.
Sabato 25 settembre 2004 le lavoratrici e i lavoratori della
provincia di Bologna faranno sentire con forza la loro voce contro le
condizioni di sfruttamento e privazione di ogni garanzia cui la legge
Bossi-Fini costringe gli immigrati e per ottenere concreti miglioramenti per la
loro vita quotidiana in questo territorio.
La nostra
mobilitazione nasce da un rifiuto radicale della legge Bossi-Fini: le logiche di xenofobia
e sfruttamento sulle quali si fonda hanno determinato il peggioramento delle
condizioni di vita e di lavoro di tutti i migranti presenti in Italia.
Per raggiungere i nostri
obiettivi siamo intenzionati, se necessario, anche a proclamare lo sciopero di
tutti i lavoratori, immigrati e italiani, in tutti i
settori produttivi di tutte le aziende della Provincia di Bologna.
Crediamo necessari interventi immediati e dunque
rivendichiamo il protagonismo dei migranti attraverso:
il
diritto di voto attivo e passivo nelle Amministrative oltre che l'elezione
democratica dei propri rappresentanti nelle Consulte comunali e provinciali, come previsto dalla
legge Regionale, per tutti i migranti regolarmente presenti sul nostro
territorio;
la
proroga della validit del permesso di soggiorno in scadenza fino al giorno del
rinnovo e
la concessione di un nuovo permesso con decorrenza dalla data del rilascio;
il
rilascio di permessi di soggiorno di almeno un anno per qualsiasi tipologia di
contratto di lavoro e anche per la ricerca di un nuovo lavoro, con il
contestuale rafforzamento del contrasto a tutte le diverse forme di lavoro
nero o irregolare;
la revisione dei
canoni abitativi e salariali che condizionano lottenimento della carta di
soggiorno e del nulla osta
per i ricongiungimenti famigliari, considerando la situazione specifica dei monoreddito;
la
pianificazione di una complessiva politica della casa nel territorio
provinciale, per offrire una
concreta opportunit abitativa a basso costo anche per i lavoratori migranti e
le loro famiglie, in un'ottica quindi non emergenziale;
il
decentramento agli Enti locali (comuni e quartieri) delle funzioni in materia di
immigrazione, affinch la gestione dei rinnovi e delle altre pratiche
amministrative sia semplificata e non sia pi strutturata secondo logiche di
'pubblica sicurezza';
la
convocazione periodica di un tavolo istituzionale per l'analisi della
situazione, la soluzione dei problemi emergenti e la verifica dei processi di
decentramento, che sia uno strumento attivo, di partecipazione e di inclusione
(Consiglio Territoriale per l'Immigrazione);
lattuazione
di efficienti politiche di accoglienza e sostegno per coloro che chiedono rifugio
o asilo
nel nostro Paese, a causa di guerre o regimi dittatoriali nei loro Paesi di
provenienza;
la
valorizzazione delle donne migranti, spesso impiegate in attivit di
basso livello e con modesta retribuzione (operaie non specializzate, lavoro
domestico, pulizie), pur avendo alle spalle anche titoli di studio di alto
profilo conseguiti nei Paesi di origine ma qui non riconosciuti, con la
difficolt ulteriore di dovere conciliare il proprio lavoro con quello di cura
familiare senza l'aiuto di servizi sociali adeguati;
un'attenzione
verso la coesione sociale e la convivenza che si concretizzi in un complessivo piano
territoriale di formazione per l'accoglienza e la multiculturalit;
la
chiusura del Centro di Permanenza Temporanea di via Mattei a Bologna,
istituito ai sensi della precedente legge Turco-Napolitano, rivelatosi
inefficace per combattere l'immigrazione illegale, ma funzionale nel quadro
della legge attuale che al contrario favorisce la condizione di irregolarit.
ACLI, ANOLF, ARCI,
Coordinamento Migranti Bologna,
FORUM METROPOLITANO DELLE
ASSOCIAZIONI
DEI CITTADINI NON COMUNITARI,
USI
CGIL - CISL - UIL Bologna