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Speciale paesi arabi
Servizio speciale realizzato per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri
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IMMIGRATI: IRES-CGIL, RESTANO FORTI DISCRIMINAZIONI SUL LAVORO
(AGI) - Roma, 17 mag. - Si respira ancora nel nostro Paese un
clima diffuso di ostilita' verso gli immigrati nei rapporti sul
lavoro. Da quanto emerge dal terzo Rapporto Ires-Cgil
sull'immigrazione, il 60% dei lavoratori, il 46% dei delegati
stranieri e il 41% di quelli italiani segnalano l'esistenza di
atteggiamenti discriminatori da parte dei colleghi. Spesso, i
lavoratori immigrati sono destinati alle mansioni piu' gravose
(come denuncia il 39% dei delegati stranieri e il 15% di quelli
italiani) e agli orari di lavoro piu' disagiati, come i
notturni (25% dei delegati stranieri, 10% degli italiani) o i
turni nei week end e festivi (rispettivamente 25% e 9,5%). Una "doppia discriminazione", come la definisce Agostino
Megale, presidente Ires-Cgil, si osserva nei confronti delle
donne: soltanto il 31,4% delle lavoratrici immigrate lavorava
con contratto a tempo indeterminato al momento dell'intervista
(contro il 73,6% degli uomini), e appena l'11,4% delle
immigrate ha dichiarato di avere avuto un salto di carriera
(41,8% degli uomini). La maggior parte delle intervistate (54%)
ha denunciato di essere stata spesso vittima di forme di
discriminazione da parte dei datori di lavoro, cosi' come da
parte dei colleghi (51%). Con la regolarizzazione del 2002 si
e' registrata una 'femminilizzazione' dei flussi migratori: le
istanze presentate da donne tra la prima e l'ultima
regolarizzazione sono salite dal 20 al 45% del totale. Otto
donne straniere su dieci svolgono la funzione di badanti: per
l'Ires-Cgil, questo e' il caso piu' evidente di segregazione
lavorativa. In Italia oggi vivono circa tre milioni di immigrati
regolari, che rappresentano il 5% della popolazione.
Cinquecentomila, secondo la Cgil, sarebbero invece i
clandestini, impiegati nel lavoro nero e sommerso. Un quinto
degli immigrati residenti sono minori, di cui decine di
migliaia senza una famiglia. In Italia, si stima che 480-500
mila minori, italiani e non, siano oggi sfruttati nel lavoro e
il tasso di abbandono scolastico raggiunge il 20% tra i ragazzi
italiani e il 30% tra gli immigrati. Oltre a chiedere al governo di riaprire i termini di
regolarizzazione di fronte all'emergenza rappresentata dai
cinquecentomila irregolari, la Cgil propone di sostituire la
Bossi-Fini con una nuova legge sull'immigrazione, prevedendo,
tra le altre cose "un permesso di soggiorno per la ricerca di
occupazione - spiega Fulvio Fammoni, della segreteria generale
del sindacato - l'istituzione della cittadinanza di residenza,
un unico punto di coordinamento nel governo per l'immigrazione,
la chiusura dei centri di accoglienza temporanei e la nascita
di osservatori sulle discriminazioni". Il nesso tra discriminazione sul lavoro e rischio
infortunistico e' di certo indubbio: i dati della Cgil
riferiscono che, nel 2003, gli infortuni sul lavoro hanno
riguardato 44 italiani e 57 stranieri su mille, e nel 2004 il
dato riguardante gli italiani e' sceso a quota 42, mentre
quello sugli immigrati e' salito a 65. (AGI)
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171723 MAG 05
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