Immigrazione e democrazia

 

 

 

Relazione al Cantiere per il Futuro

 

Roma, 6 maggio 2005

 

 

 

di Filippo Miraglia

 

 

 

 

 

Oggi sappiamo con certezza che alcuni dei migranti espulsi da Lampedusa nei mesi scorsi dal governo Berlusconi, come avevamo denunciato piÿ volte,æ sono andati incontro alla morte. Lo dice una relazione della Commissione Tecnica inviata in Libia dalla Commissione Europea (a conferma di quanto sostenuto nellÕindagine de LÕEspresso sullo stesso argomento), che ha svolto una ricerca sullÕimmigrazione illegale ed ha svelato tra le altre cose che lÕItalia sostiene finanziariamente le misure repressive nei confronti degli immigrati in transito in Libia e tra gli strumenti inviati dallÕItalia al Colonnello Gheddafi risultano anche 1000 sacchi da morto.

 

 

 

La condizione dei migranti, in Italia come in Europa, ha assunto una centralità politica crescente negli ultimi anni. LÕentità del fenomeno e le sue caratteristiche ne fanno un banco di prova per la tenuta democratica delle nostre societÃ. Eppure pochi sono oggi i politici che hanno consapevolezza di questa centralitÃ.

 

 

 

I migranti sono oggi gli ultimi. Quelli su cui si concentrano le peggiori pratiche nei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini, tutta la retorica razzista e segregazionista di una parte della nostra societÃ, la peggiore e piÿ instabile legislazione, le politiche piÿ lontane dallÕesigenza delle persone.

 

 

 

Sui migranti oggi viene sperimentata una idea di società illiberale, antidemocratica e razzista, che incide in maniera sempre piÿ negativa sulla qualità della nostra democrazia.

 

 

 

LÕazione dei governi europei, sia pure con differenze, ¶ complessivamente influenzata dalla retorica  securitaria e da una concezione proibizionista, che si intreccia   con  una idea utilitarista dei migranti. La legge Bossi-Fini ne rappresenta lÕespressione piÿ compiuta. Uomini e  donne senza diritti, riconosciuti solo in quanto utili al mercato, sottoposti a procedure e  leggi ‚specialié, che ne sanciscono lÕ inferiorità giuridica e sociale. Questa cultura politica  ha trovato oggi una sponda europea nel Libro Verde sullÕimmigrazione economica proposto dal commissario  europeo Frattini.

 

 

 

Pensiamo che sia necessario costruire una nuova cultura politica dei diritti dei migranti, a partire da alcuni punti centrali che definiscano una strategia di governo alternativa del fenomeno migratorio: unÕalternativa possibile solo se la discussione parte dalla realtà che oggi vivono i migranti, dai meccanismi di esclusione, sfruttamento e repressione a cui sono sottoposti, dalle leggi discriminatorie alle quali devono sottostare, da un protagonismo politico dei migranti.

 

 

 

La lotta contro lÕimmigrazione clandestina oggi ¶ lÕasse principale delle politiche nazionali ed europee in questa materia. Basti ricordare che nel 2003 il governo italiano ha speso 36 milioni di euro per il ‚sostegnoé allÕimmigrazione e 164 milioni per la lotta allÕimmigrazione clandestina. Una cifra che va almeno raddoppiata se consideriamo i costi derivanti dallÕimpiego dellÕesercito, della polizia per la gestione dei cpt e il controllo delle frontiere, per quella che puù essere considerata una vera guerra interna agli immigrati.

 

 

 

Ciù che ¶ prevalso e prevale ancora oggi ¶ una rappresentazione dellÕimmigrazione, molto lontana dalla realtÃ, di cui politici e organi di informazione di massa, cio¶ coloro che hanno accesso e orientano lÕopinione pubblica, sono autori e vittime e allo stesso tempo.

 

 

 

Si parla di immigrazione troppo spesso richiamando argomenti estranei alle questioni che pone la presenza di stranieri in Italia: legalitÃ, sicurezza, solidarietÃ, rigore,É tutte parole che non hanno alcun legame con la gestione di un fenomeno sociale che necessità di regole eque, giuste ed efficaci.

 

 

 

Si fa ricorso alle paure indotte, allÕinsicurezza dei nostri concittadini, per presentarsi come seri e responsabili, senza chiedersi quali sono le conseguenze concrete, sulla pelle degli immigrati e sulle comunità locali, pensando soprattutto a rassicurare lÕelettorato. In realtà si contribuisce a costruire un senso comune negativo nei confronti dei migranti, una rappresentazione sociale che genera razzismo ed esclusione sociale.

 

 

 

Oggi come negli anni del centro sinistra la presenza degli immigrati, come dimostra una recente indagine del Censis, ¶ tra le ultime preoccupazioni degli italiani. Eppure ¶ difficile convincere di questo i politici e la stampa e chiedere che questo tema venga affrontato con ragionevolezza e a partire dalla realtà e non dalla sua rappresentazione.

 

 

 

Nella passata legislatura il centro sinistra invece di cercare soluzioni giuste ed efficaci ai problemi dei migranti e dellÕimmigrazione, ha ricercato (evitando il confronto con una parte consistente di società civile e parlando solo con chi era dÕaccordo) risposteæ rassicuranti per se, per la politica politicista. Risposte rassicuranti basate su una rappresentazione strumentalmente distorta della realtÃ.

 

 

 

Ciù di cui abbiamo bisogno, vale la pena dirlo ancora una volta sono leggi e pratiche giuste ed efficaci per governare un fenomeno complesso ed oramai strutturale per le nostre societÃ, che riguarda tutti gli ambiti della nostra democrazia e che fino ad oggi ¶ stato governato con un misto di incompetenza, demagogia e paura.

 

 

 

Proviamo allora ad affrontare lÕargomento partendo dalle domande giuste.

 

 

 

Come si fa oggi a entrare legalmente in Italia?

 

Come ¶ possibile che tutto lÕimpianto legislativo sugli ingressi degli immigrati ¶ centrato sullÕimpraticabile meccanismo dellÕincontro a distanza tra domanda e offerta di lavoro?

 

PerchÚ milioni di persone devono essere sottoposti alle leggi alla pari degli altri (pagando le tasse, rispettando codici e regole) e non possono contribuire in alcun modo al processo democratico perchÚ esclusi dal diritto di voto?

 

Quanto ¶ democratica una società che esclude dal voto milioni di persone (oggi circa 3 milioni, nel 2050, se i demografi hanno ragione, saranno circa 19 milioni!!)

 

 

 

Partiamo dalla prima domanda? Oggi ¶ impossibile entrare legalmente in Italia. Prevale, come nel resto dÕEuropa, la politica delle frontiere chiuse. Il proibizionismo in materia di ingressi ha portato in questi anni ad un aumento della clandestinità ed ¶ stato il vero sostenitore dei trafficanti di clandestini e delle mafie internazionali.

 

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Le politiche di chiusura delle frontiere, la restrizione dei canali di ingresso regolare, la precarizzazione della condizione giuridica degli stranieri attraverso lÕirrigidimento delle norme sul soggiorno, il mancato riconoscimento dei diritti di cittadinanza, sono funzionali allÕutilizzo dei migranti come manodopera a basso costo, altamente ricattabile e dunque piÿ ‚flessibileé e facilmente ‚espellibileé.

 

 

 

Ž utile precisare che anche le  quote legali previste dai cosiddetti decreti flussi presuppongono lÕincontro a distanza tra domanda e offerta di lavoro,  una sorta di collocamento planetario, del tutto irrealistico e che tuttavia continua a rappresentare la base di tutta la legislazione in materia.

 

 

 

La sola proposta strategica ¶ quella di introdurre in Italia e in Europa il permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, senza limiti di quote annuali, senza numeri chiusi che, come lÕesperienza ci insegna, non fanno che alimentare la clandestinitÃ.

 

 

 

Si tratta di una proposta realistica, che consentirebbe a tutti di entrare legalmente, nel rispetto di regole certe, volte a  garantire innanzitutto  chi vuole attraversare le nostre frontiere. Non cÕ¶ altra via per porre fine allÕignobile traffico  di vite umane, col suo doloroso bagaglio di morti e per eliminare ricattabilità e sfruttamento nel mondo del lavoro.

 

 

 

Questa ¶ la scelta prioritaria, sulla quale chiederemo alle forze politiche dellÕUnione di aprire un confronto. A questa vogliamo aggiungere i punti di una piattaforma che sono per noi, che lavoriamo da anni ogni giorno a fianco deiæ migranti, qualificanti e insieme irrinunciabili per una politica alternativa sullÕimmigrazione, per la libertà dei migranti. Di questi punti che riportiamo nel documento presente in cartellina, vogliamo sottolinearne quattro sui quali credo sia necessario sapere che il movimento che rappresentiamo continuerà a fare una battaglia senza sosta anche quando, come tutti auspichiamo, lÕUnione andrà al governo. Si tratta di questioni sulle quali non crediamo siano possibili mediazioni o risposte politiciste.

 

 

 

1. LÕabrogazione di ogni forma di segregazione e detenzione speciale per migranti [centri di permanenza temporanea o centri di identificazione per richiedenti asilo]. In questi luoghi si ¶ consumata in questi anni una rottura della civiltà giuridica: persone che non hanno commesso alcun reato sono state private della libertà e trattate in maniera disumana. Una vergogna che non vogliamo e non possiamo piÿ sopportare.

 

 

 

2. LÕeliminazione di ogni forma di disuguaglianza legale che comporti minori garanzie di tutela giuridica per gli stranieri presenti in Italia. Non ¶ accettabile una giustizia che cancella i reati e abbassa le pene per i delitti di cui sono autori i ricchi e i potenti e che non si preoccupa di garantire neanche il diritto alla difesa per gli stranieri: numerosi e crescenti sono i casi nei quali gli immigrati non hanno possibilità di parlare con un avvocato prima di essere espulsi.

 

Chiediamo quindi lÕuguaglianza sostanziale e non solo formale in ambito giuridico e sociale tra stranieri residenti e italiani, a partire dal diritto di voto [da introdurre come principio generale, con legge ordinaria e non costituzionale]. Una uguaglianza riassumibile nel principio della cittadinanza di residenza, ossia una cittadinanza slegata dalla nazionalità e senza condizioni che siano da ostacolo ad una reale applicabilità di questo principio.

 

3. LÕintroduzione di garanzie e tutele sociali anche per i ‚comunque presentié, ossia per gli irregolari, che allarghino a tutte le sfere del sociale un principio già introdotto dalla Turco-Napoletano per il solo ambito sanitario. I diritti umani non possono essere riconosciuti sulla base della condizione giuridica, ma vanno riconosciuti alla persona, se non vogliamo che, come ¶ già oggi di fatto, essere stranieri significhi appartenere ad una umanità inferiore, ad essere non persone. LÕidea che si possa dividere gli immigrati in buoni e cattivi a partire dal possesso o meno di un regolare titolo di soggiorno, dimostra di essere, oltre che sbagliata per principio, anche concretamente ingiusta. In Italia infatti su circa 2 milioni e mezzo di stranieri, piÿ del 60% sono passati dalla condizione di irregolarità o sono stati clandestini. E non certo per loro scelta ma per responsabilità di chi ha rinunciato a governare questo fenomeno, arrendendosi alla politica delle sanatorie.

 

 

 

4. LÕapprovazione di una legge per il diritto dÕasilo con garanzie procedurali che assicurino la tutela effettiva dei diritti del richiedente in ogni fase del procedimento. In questo ambito il nostro riferimento ¶ lÕart.10 comma 3 della Costituzione, fino ad oggi inapplicato. LÕidea che dai richiedenti asilo sia necessario difendersi perchÚ tutti potenzialmente falsi richiedenti asilo, fa a pugni con una realtà che vede lÕItalia tra gli ultimi paesi in Europa per domande dÕasilo e per numero di rifugiati. In questo ambito ¶ anche indispensabile lÕestensione dellÕattuale sistema dÕaccoglienza dei richiedenti asilo a tutti coloro che arrivano in Italia a chiedere asilo, cosã come previsto dalla Direttiva europea sulle condizioni minime per lÕaccoglienza dei richiedenti asilo.

 

 

 

5. LÕintroduzione di un sistema di tutela per le vittime del razzismo, a partire dall'istituzione di un organismo indipendente che garantisca lÕapplicazione delle norme nazionali e delle direttive comunitarie in materia, nonchÚ dal finanziamento degli strumenti necessari alla messa in pratica di questo principio.

 

6. LÕintroduzione di un meccanismo di regolarizzazione, a regime, che consenta di superare la condizione che vivono oggi centinaia di migliaia di persone, che, pur lavorando e vivendo in Italia, sono costrette a nascondersi in attesa della successiva sanatoria. Si potrebbe semplicemente introdurre una procedura di accesso al permesso di soggiorno dal momento in cui ¶ possibile dimostrare le condizioni previste dalla legge per lÕammissione sul territorio nazionale, anche per coloro che si trovano in Italia irregolarmente. Questa proposta potrebbe essere integrata dalla previsione di verifica delle condizioni per lÕaccesso al permesso di soggiorno nella fase di convalida dellÕespulsione.

 

7. La riforma della legge sulla ‚cittadinanza giuridicaé [vale a dire sul conseguimento della nazionalità italiana], in accordo con alcune proposte giacenti in parlamento, che elimini la pesante discriminazione degli ‚extracomunitarié rispetto ai comunitari e ai discendenti di italiani. Questa riforma permetterebbe di armonizzare la legge italiana con quelle di molti paesi della Ue, nei quali l'ottenimento della nazionalità del paese di residenza rappresenta la strada principale per sancire lÕinserimento nella società di arrivo.

 

8. La ratifica della Convenzione ONU sui diritti dei lavoratori migranti  e delle loro famiglie, quale strumento utile per la tutela di tutti i lavoratori e le lavoratrici migranti, a prescindere dalla loro condizione giuridica.

 

9.Il trasferimento delle competenze riguardanti il soggiorno dalle questure ai comuni, ovvero riconoscimento del diritto dei cittadini immigrati a sbrigare le loro pratiche amministrative presso normali uffici civili.

 

10. Un intervento che ponga fine alle ingiustizie che subiscono i bambini e le bambine figli di migranti, costretti a subire a scuola una discriminazione pesantissima che emerge con molta chiarezza dai dati sugli abbandoni a scuola. La certezza di continuità del titolo di soggiorno per i minori stranieri non accompagnati al raggiungimento della maggiore etÃ.

 

 

 

 

 

Gli immigrati saranno sempre piÿ una componente importante della nostra societÃ, e le politiche che li riguardano rappresentano già oggi un nodo centrale per le regole della convivenza, per la qualità della democrazia.

 

Per queste ragioni pensiamo che siano necessarie alcune scelte chiare di rottura con il passato a partire dallÕabrogazione della Bossi -Fini e da una riforma strutturale del Testo unico votato dal centro sinistra, che ribalti completamente la discussione e la cultura politica che lo ha ispirato, ponendo al centro delle politiche future i diritti, lÕuguaglianza sostanziale e la libertà di movimento.

 

 

 

Su questo, come su altre questioni, noi saremo presenti e siamo disponibili a confrontarci con lÕUnione fin da subito. Pensiamo anzi che sia possibile e necessario da subito un cambio di rotta a partire dal come questo tema verrà affrontato nei prossimi mesi e dal metodo che dovrà essere democratico e partecipato. Solleveremo prima e dopo le elezioni, ogni volta che sarà necessario i problemi che devono affrontare i migranti e che conosciamo in forza del nostro radicamento e della presenza nelle battaglie sociali con i migranti.æ Ci piacerebbe che lÕalternativa a Berlusconi e alla destra in questo ambito venisse praticata da subito con alcune scelte importanti che possono riguardare oggi le Regioni e i comuni governati dal centro sinistra (pensiamo ad esempio al diritto di voto e alla cittadinanza di residenza), ma anche le politiche nazionali, con una assunzione di responsabilità dei partiti dellÕUnione e delle loro leadersheep ad intervenire nelle vicende che riguardano ad esempio i diritti fondamentali: pensiamo alle espulsioni di massa da Lampedusa (che hanno prodotto morti, come oramai ¶ noto, di cui questo governo ¶ responsabile), sulle quali si ¶ espresso pesantemente anche il Parlamento europeo e che ha visto in Italia impegnati, insieme al movimento antirazzista, una sparuta pattuglia di senatori e deputati, bravi e competenti ma troppo spesso isolati.

 

 

 

Quello che certo ¶ che non faremo, come non abbiamo fatto in questi anni domande rassicuranti. Saremo rigorosi e presenti, perchÚ pensiamo che la libertà e i diritti dei migranti siano garanzia di democrazia per tutti e tutte.