Livia Turco
Onorevole, già al lavoro per riscrivere la Bossi-Fini?
“Non esageriamo. Si tratta solo di un documento di servizio, su cui avviare una seria discussione all’interno del centrosinistra. Poche proposte-guida per una nuova governance del fenomeno migratorio”.
L’embrione della futura legge dell’Ulivo in materia di immigrazione?
“Allo stato attuale è solo il lavoro di due amici, impegnati da anni sulle questioni migratorie, che hanno deciso di incontrarsi prima delle ferie estive per tirar giù qualche idea e rispondere alle polemiche”.
Polemiche? Quali?
“La campagna avviata dal governatore della Puglia, Nichi Vendola, contro i centri di permanenza temporanea. Un’iniziativa nata da un’impostazione sbagliata, che ha isolato la questione Cpt dal contesto delle complesse politiche migratorie”.
Eppure la questione Cpt è sul tappeto, anche per le pesanti critiche giunte da organismi internazionali.
“E’ vero. E infatti nella bozza scritta da me e Sinisi si affronta questo problema, ma solo all’interno di un quadro più complessivo. I Cpt vengono ridotti a misura residuale. Solo una extrema ratio per i casi più pericolosi. Privilegiando prima altre misure: il rimpatrio volontario, l’elezione di domicilio, la sorveglianza speciale”.
Una sconfessione della sua precedente legge (la Turco-Napolitano), che ha introdotto i Cpt in Italia?
“Quella legge resta ancora un buon punto di partenza. E infatti alcuni istituti, come la figura dello sponsor, vengono ripresi nella nostra bozza. Certo negli anni sono emersi nuovi problemi, che richiedono nuove risposte: quote flessibili, semplificazione delle procedure d’ingresso, promozione dei diritti”.
Promesse che verranno mantenute se il centrosinistra dovesse andare al governo del Paese?
“Su questo non transigo. Il governo di centrosinistra dovrà dare un segno concreto di discontinuità sulla politica migratoria entro i primi cento giorni: abrogare la Bossi-Fini, approvare la riforma della cittadinanza e le leggi su libertà religiosa e diritto d’asilo. Va posto al centro della discussione il tema della convivenza. Per questo propongo l’istituzione di un ministero ad hoc sull’immigrazione: il ministero della Convivenza”.
Con lei in veste di ministro della Convivenza?
“Questo lo dice lei. A me importa soltanto che si tratti di un ministero con poteri effettivi, in grado di incidere davvero sulla realtà”.