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di ANTONIO DE FLORIO ROMA - Segretario Raffaele Bonanni, è daccordo con il ministro Amato che prevede una modifica della Bossi-Fini con cui i lavoratori stranieri più qualificati, come ingegneri e ricercatori, potranno essere chiamati direttamente dal datore di lavoro, mentre per gli altri funzionerà un sistema parallelo al collocamento italiano? «Amato dice una cosa che condivido: per quelli più qualificati deve esserci una corsia preferenziale. E poi aggiunge unaltra cosa molto importante: la selezione può avvenire partendo dal sistema di addestramento o di formazione del luogo. Magari sapendo cosa vogliono le imprese del nostro paese e che tipo di qualifica hanno i lavoratori che intendono venire da noi». Il ministro dellInterno ipotizza presso i consolati liste di stranieri che vogliono venire in Italia... «Diventa nei fatti una sorta di collocamento nei paesi di origine. Noi, ad esempio, come Cisl lo facciamo già in alcuni paesi con i sindacati locali». Dove? «In Marocco abbiamo aperto una sede ma anche in Ucraina da dove sono tornato laltro ieri. Abbiamo discusso con i sindacati, ma anche con lambasciatore e i governi locali un sistema che in qualche modo razionalizzi il fenomeno». Avete anticipato in qualche modo Amato? «No, probabilmente abbiamo sviluppato lo stesso pensiero. In Ucraina ho parlato con i sindacati locali per conoscere il flusso di lavoratori diretto verso il nostro paese. E ho scoperto che neanche loro hanno una conoscenza esatta del fenomeno: non sanno, ad esempio, quanti ucraini sono partiti per lItalia o per il Portogallo. Dunque, quello che dice Amato è molto saggio: si stabilisce dapprima un tot di carpentieri, un tot di infermieri, un tot di metalmeccanici e poi ci sarà una struttura che li preparerà lì. È il modo migliore per governare limmigrazione, sottraendo i lavoratori al ricatto dei trafficanti. Le navi da schierare in difesa delle nostre coste non servono». Sulla Bossi-Fini la Cisl ha in mente altre modifiche? «Il cambiamento principale deve essere la separazione tra limmigrazione clandestina e quella regolare, che è una ricchezza per il Paese. Quando si ha una struttura dingresso, una rete chiara di organizzazione del flusso di lavoro allestero diventa molto più facile combattere il mercato irregolare. Si crea così un canale forte». Attualmente ci sono 400.000 domande di ingresso di stranieri presentate in base al decreto-flussi, il cui controllo procede a rilento. Amato ha chiesto aiuto alla Guardia di finanza. Il sindacato potrebbe dare una mano? «Noi abbiamo lAnolf-Cisl, presieduta da Sady, uno straniero, che è unassociazione specializzata, presente in tutte le province italiane: sicuramente è disposta a collaborare con il Viminale».
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