Note per la riforma
del Testo unico
dellImmigrazione
(Senato - Commissione Affari costituzionali)
Obiettivo
di questo documento illustrare le ragioni della riforma del Testo unico
sullimmigrazione, allinterno del disegno complessivo che il Governo sta
mettendo in atto sul fenomeno migratorio. Nella premessa si descrive il
contesto in cui si inserisce la riforma e gli interventi gi avviati,
successivamente si entra nel merito delle ipotesi di modifica alla legge
Bossi-Fini. La questione immigrazione va affrontata con razionalit e con
chiarezza: in queste pagine si prova a spiegare come.
Roma, 27 settembre 2006
Premessa: il Contesto
1. Corsa allEuropa: ma non siamo sotto assedio
Sono 191 milioni, secondo le stime dellOnu, gli emigrati nel mondo. Il
doppio rispetto al 1960. LEuropa centrale ed occidentale uno dei luoghi pi
attrattivi per questi flussi. Oggi i migranti nel vecchio continente sono 64
milioni. E il trend di crescita gi intorno al 2% allanno, ma in ulteriore
aumento.
Migranti:
un trend in crescita
(dati in milioni)
LItalia tra i Paesi di destinazione e di transito pi interessati da
questo fenomeno. Ciononostante il nostro ancora un Paese con una bassa
percentuale di immigrati rispetto ad altre nazioni. Sul totale della
popolazione abbiamo il 4,1% di stranieri, contro il 5% del Regno Unito, il 5,6%
della Francia, il 7,8% della Spagna e l8,8% della Germania. Questanno nelle
scuole italiane gli studenti figli di immigrati saranno solo il 4,8% del
totale: nel Regno Unito sono il 15%, in Germania il 10% e le nostre imprese,
cos come le nostre famiglie, hanno un gran bisogno di lavoratori immigrati.
Le Presenze Straniere: Italia Sotto la Media Ue
Non siamo sotto assedio. Ma abbiamo un gran lavoro da fare per
rispondere alle inquietudini degli italiani, per combattere la clandestinit e
per favorire unordinata integrazione degli immigrati regolari.
Limmigrazione oggi pone grandi problemi, ma offre anche grandi opportunit: tocca a noi attuare una strategia razionale che permetta di risolvere i primi e cogliere le seconde.
2. Opportunit
3. Problemi
"Il
fenomeno dellimmigrazione va regolato. L'Europa e l'Italia hanno una limitata
capacit di accoglimento. Noi non abbiamo n gli spazi n le risorse naturali
dei grandi paesi d'oltreoceano.
Carlo
Azeglio Ciampi. 16 maggio 2002
La legge Bossi-Fini
La legge Bossi-Fini
non ha risolto questi problemi e si dimostrata inadeguata a raggiungere i
suoi stessi obiettivi.
1.
Il contratto di
soggiorno si tradotto come testimoniano le file di immigrati alle Poste
in periodiche regolarizzazioni e ha finito per favorire quellimmigrazione
illegale che si proponeva di contrastare. Questo perch il modo in cui regola lassunzione
allestero non realistico per il personale non qualificato: nessuna famiglia
assume una baby-sitter senza averla prima almeno conosciuta.
2. Il meccanismo delle espulsioni, sulla carta molto severo, si rivelato di fatto inefficace, soprattutto in relazione ai problemi di identificazione.
3. Il permesso di soggiorno rigidamente legato alla durata del contratto di lavoro, in presenza di un gran numero di contratti a termine di breve o brevissima durata, produce inefficienze sia per limmigrato che per il datore di lavoro e favorisce il passaggio alla clandestinit degli immigrati che perdono il lavoro.
4. La strategia del Governo
Davanti a una questione cos complessa il Governo sta mettendo in atto una strategia fatta di tanti tasselli legati da un obiettivo di fondo: governare in modo razionale limmigrazione regolare, favorire lintegrazione e scoraggiare limmigrazione irregolare.
Di questa azione fanno parte provvedimenti importanti gi impostati per riportare lItalia nel contesto europeo: lo schema di decreto sui ricongiungimenti familiari, quello per la carta di lungo-soggiorno, il disegno di legge sulla cittadinanza. E stata inoltre avviata la collaborazione in sede comunitaria per affrontare lemergenza degli sbarchi e per rilanciare il dialogo con i Paesi di provenienza. Limmigrazione una questione che interessa lintera Europa: per affrontarla serve tutta la sua forza politica ed economica.
I ricongiungimenti familiari. Questo schema di decreto attua una direttiva europea del 2003 in materia di ricongiungimenti. La nuova disciplina incide su alcune condizioni che limitavano o appesantivano ingiustificatamente lesercizio del diritto. Non pi prevista, per esempio, per i figli minori la condizione di familiari a carico, potendosi evidentemente considerare implicito tale requisito. Quanto al ricongiungimento con i genitori non pi necessario dimostrare che questi non hanno altri figli in patria, va dimostrato che non hanno un adeguato sostegno familiare nel Paese di origine. Chi viene in Italia per assistere un minore, poi, potr esercitare unattivit lavorativa. Anche i rifugiati, infine, potranno avvalersi del ricongiungimento sulla base di queste norme.
La carta di soggiorno. Ancora uno schema di decreto, ancora lattuazione di una direttiva europea del 2003. Il requisito minimo per ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo viene fissato in cinque anni di permesso di soggiorno, contro i sei della vecchia disciplina. La Carta per soggiornanti di lungo periodo a tempo indeterminato ed rilasciata entro 90 giorni dalla richiesta. Vengono esclusi dal riconoscimento dello status gli stranieri pericolosi per la sicurezza pubblica.
Il disegno di legge sulla cittadinanza. In Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti si pu ottenere la cittadinanza dopo cinque anni di residenza. In Germania dopo otto. In Italia oggi il requisito richiesto di 10 anni. Siamo fuori dai parametri europei. Anche per questo il Governo ha ritenuto di varare un disegno di legge che porta quel requisito a cinque anni, cinque anni di residenza legale e senza interruzioni, accompagnandolo, per gli adulti, a un accertamento dellintervenuta integrazione. Sar italiano, poi, anche il bambino che nasce da genitori stranieri in Italia da almeno cinque anni.
Cittadinanza
Italiana |
||||||
Statistiche anni 2000-2005 |
||||||
|
2000 |
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
DOMANDE
PRESENTATE |
19.712 |
21.376 |
24.605 |
27.093 |
30.597 |
29.010 |
DOMANDE
DEFINITE |
10.243 |
11.110 |
11.736 |
15.665 |
13.723 |
20.766 |
Siamo ben consapevoli che la cittadinanza da sola non risolve tutti i problemi dellintegrazione, ma certamente pu aiutare a farlo. Soprattutto se la sua attribuzione comunque subordinata, come previsto dal Ddl del Governo, alla verifica della reale integrazione linguistica e sociale dello straniero nel territorio dello Stato. E noi contiamo molto su un approfondito dibattito in Parlamento, e non solo, per mettere a punto le modalit e i contenuti di questa verifica.
Emergenza sbarchi:
un piano europeo
Nei primi otto mesi del 2006 gli immigrati sbarcati in Italia sono stati 14mila. Sono il 17% in pi circa rispetto al 2005. Il trend di crescita rispetto al 2005, quando erano quasi raddoppiati rispetto al 2004, in netto calo. Ma resta la tendenza progressiva allaumento. E cՏ chi messo peggio di noi. La Spagna, per esempio, dove dallinizio dellanno sono gi sbarcati oltre 20mila clandestini, 5mila solo ad agosto.
Sono flussi insostenibili. Soprattutto perch questi viaggi si trasformano molto spesso in intollerabili tragedie. Poco meno di un anno fa lallora ministro dellInterno, Giuseppe Pisanu, aveva parlato in Parlamento di questione epocale. Aveva ragione: siamo di fronte a una questione epocale. Ma una questione che riguarda, oltre lItalia e la Spagna, lintera Europa. E in Europa, infatti, che le migliaia di disperati che sbarcano sulle nostre coste vogliono arrivare. Passano da Lampedusa o dalle Canarie, ma poi spesso puntano alla Germania, alla Francia, ai Paesi Nordici.
Per questa ragione, prima ancora che per la solidariet interna dovuta ai suoi membri pi esposti, lEuropa ha interesse a intervenire attivamente per trovare soluzioni adeguate. E questa per noi una grande opportunit: solo lEuropa, infatti, ha un peso politico ed economico sufficiente ad affrontare una questione cos rilevante.
LItalia, certamente, con le sue forze pu e deve fare una politica razionale di ingressi regolari che scoraggi la clandestinit, pu e deve far capire al mondo che le sue porte non sono spalancate a chiunque, pu e deve lottare contro il lavoro nero, pu e deve contrastare le organizzazioni criminali che anche sul nostro territorio gestiscono il traffico duomini. Pu fare tutto questo e ha cominciato a farlo. Ma solo con lEuropa che potr mettere in atto politiche tanto vaste da poter incidere in modo strutturale sul fenomeno.
E sulla base di queste considerazioni che il Governo ha messo lEuropa al centro della sua strategia, riuscendo a portare il tema immigrazione in cima allagenda continentale. La missione Frontex in agosto a Lampedusa, lintesa europea sul pattugliamento congiunto del Mediterraneo centrale e il coinvolgimento di Bruxelles nel dialogo con la Libia sono alcuni primi risultati. Ma le prossime settimane e i prossimi mesi saranno determinanti per raggiungere i due obiettivi principali cui stiamo lavorando.
Il primo lintesa tra la Ue e la Libia per collaborare al contrasto dei flussi che passano per il territorio e per permettere la partenza del pattugliamento congiunto europeo a ridosso delle coste nordafricane. Su questo il commissario europeo Franco Frattini sta lavorando in stretto contatto con il Governo italiano e con altri.
Il secondo un obiettivo a pi ampio raggio. E evidente a tutti che la questione dei flussi migratori dallAfrica allEuropa non si potr risolvere solo con i controlli alle frontiere. Ci sono, alla base, problemi economici e sociali di dimensioni enormi, sui quali bisogna cominciare ad agire in modo incisivo. In questo senso lItalia punta a un vertice, da tenersi al pi presto, al massimo livello tra i Paesi della Ue e quelli dellUnione africana. Un vertice al quale lEuropa dovrebbe arrivare con un pacchetto ampio fatto di aiuti allo sviluppo, di promozione di impresa, di investimenti, di delocalizzazioni e cos via. Se non aiuteremo lEgitto, il Marocco, lEritrea a dare un futuro ai loro figli, questi continueranno ad emigrare e a cercare un futuro salendo su una qualche barcaccia diretta verso lEuropa.
Limmigrazione illegale un problema
europeo che richiede uno sforzo europeo. E una priorit nellagenda della
Commissione. Jos Manuel
Barroso, 7 settembre 2006
La questione dei flussi
di migranti dallAfrica legata allo sviluppo dellAfrica. E questo il
problema che dobbiamo risolvere. Jacques Chirac, 14 luglio 2006
La Riforma del Testo unico
1. Gli obiettivi
Allinterno di questa strategia pi complessiva si colloca la riforma del Testo unico sullimmigrazione: sar questo il tassello determinante per la tenuta dellintera struttura. La logica che ispirer tutte le modifiche, anche in questo caso, quella di governare in modo razionale limmigrazione regolare, promuovere lintegrazione e scoraggiare lillegalit. La nuova legge dovr:
2. Gli ingressi
I flussi. Per governare in modo razionale limmigrazione si intende innanzitutto rendere triennale la programmazione delle quote massime di stranieri da ammettere ogni anno sul territorio nazionale. Il decreto flussi, dunque, da annuale diventer triennale.
In questo modo:
La flessibilit del sistema sar comunque garantita dalla possibilit di revisione annuale dei flussi attraverso una procedura snella. Il Presidente del Consiglio dei ministri potr infatti emanare singoli provvedimenti di adeguamento delle quote, aumentandole ma anche riducendole, dopo aver consultato il Comitato per il coordinamento e il monitoraggio.
E particolarmente importante che la determinazione dei flussi sia il pi possibile adeguata alle mutevoli realt economiche e sociali. In questo senso il Comitato sar integrato con i rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro, nonch degli enti e delle associazioni operanti nel settore dellimmigrazione. Ma, soprattutto, sar importante dare un nuovo slancio al flusso informativo che dai territori deve arrivare al Governo: in questo senso un ruolo pi attivo potrebbe essere attribuito alle Regioni, soprattutto a quelle che organizzano allestero programmi di istruzione e formazione professionale; e potrebbero essere valorizzate le analisi dei Consigli territoriali dellimmigrazione, dove sono rappresentate, oltre alle amministrazioni locali, anche le associazioni datoriali, dei lavoratori e dei cittadini stranieri, le Camere di commercio e il volontariato.
In questo contesto, nel definire le quote di lavoratori da assegnare ad
ogni Regione, si potrebbe tener conto anche dellimpegno profuso dai rispettivi
territori negli investimenti in programmi di istruzione e formazione
professionale nei Paesi di origine.
I talenti. Per
essere competitivo, oggi, un Paese deve partecipare alla circolazione mondiale
del sapere. Questo vale tanto pi per lItalia, che agli ultimi posti tra gli
Stati pi industrializzati nei settori della ricerca e delle innovazioni
tecnologiche. Per questa ragione la riforma introdurr un canale privilegiato
per limmigrazione di lavoratori altamente qualificati.
Larticolo 27 dellattuale legge non basta. I talenti nei campi della ricerca e della scienza, della cultura e dellarte, dellimprenditoria, dello spettacolo e dello sport saranno ulteriormente agevolati nellingresso e nel soggiorno del nostro Paese, al di fuori delle quote fissate per i flussi.
In particolare sar introdotta la concessione veloce di un permesso
di soggiorno aperto della durata massima di cinque anni. Cos come un regime speciale
da definire con il ministero degli Esteri - in materia di visto, con la
possibilit per le imprese multinazionali o per istituzioni come le universit
di fare da garante per la figura professionale altamente specializzata da
impiegare in Italia.
Volevo assumere un ricercatore da
ununiversit americana, per di nazionalit peruviana. Dopo tanto brigare, e
dopo aver spedito anche una lettera allex ministro del Welfare, Roberto
Maroni, ho dovuto abbandonare lidea. Per le regole della Bossi-Fini non sono
riuscito a farlo entrare.
Massimo Calearo, presidente di Federmeccanica. 10 agosto
2006.
I lavoratori generici. La chiamata per conoscenza diretta prevista dal contratto di soggiorno della legge Bossi-Fini, in assenza di altri canali di reclutamento, ha penalizzato limmigrazione regolare favorendo quella clandestina, con la successiva regolarizzazione di fatto dei lavoratori attraverso le quote annuali. E un sistema non realistico che va superato.
Questo non vuol dire aprire le porte a tutti. Va infatti mantenuto il rapporto tra ingresso e lavoro. Ma per incentivare limmigrazione regolare e scoraggiare quella illegale, quel rapporto va reso pi realistico attraverso il ricorso a una pluralit di strumenti.
La possibilit della chiamata per conoscenza diretta
rester, ma insieme con il ministero degli Esteri e quello del Lavoro andr
messo a punto un sistema di liste presso le nostre rappresentanze diplomatiche
adeguatamente attrezzate a tal fine. Si introdurrebbe cos una sorta di
collocamento allestero per lavoratori stranieri. Un modo per favorire
lincontro, altrimenti difficile, tra la domanda di lavoro in Italia e
lofferta di lavoro allestero.
Nella formazione della graduatoria potr costituire titolo di
preferenza, oltre allanzianit di iscrizione, laver frequentato corsi di
formazione al lavoro organizzati da istituzioni, enti e associazioni italiani,
o anche stranieri, nei Paesi di provenienza.
Lesempio
La Regione Friuli Venezia Giulia ha varato il 31 agosto scorso un progetto di formazione di manodopera nei Paesi d'origine degli extracomunitari. La Giunta regionale ha infatti approvato uno stanziamento di 375mila euro per quattro progetti di corsi professionali e linguistici. In particolare, vengono individuati tre profili professionali: assistenti alla persona (le cos dette badanti), per le quali sono stati stanziati 176 mila euro per corsi in Moldavia; lavoratori edili in Serbia (79 mila euro) e Romania (39 mila); e, infine, operai metalmeccanici in Bosnia Erzegovina (79 mila euro). Si tratta di fondi propri ai quali si aggiungono assegnazioni indirizzate alla Regione dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Le liste, ove possibile suddivise per qualifiche o mansioni, saranno rese note mediante pubblicazione sui siti internet delle rappresentanze consolari.
Il carattere informatico del sistema far in modo che i dati raccolti dai consolati possano anche essere aggregati in ununica graduatoria e consultati, presso lo Sportello unico per limmigrazione, dai datori di lavoro che intendono assumere.
Sar in tal modo possibile avanzare sia richieste nominative che numeriche, dal momento che la graduatoria unica garantir il rispetto dei criteri di imparzialit cui deve essere improntato il sistema.
I datori di lavoro potranno dunque avanzare le loro richieste direttamente agli uffici per limmigrazione, ma potranno anche rivolgersi, per le loro esigenze di manodopera non individuata, ai soggetti abilitati a svolgere il ruolo di garante.
Lo sponsor. Sempre nellottica di favorire lincontro per vie legali tra domanda e offerta di lavoro, infatti, il Governo intende ricorrere alla figura dello sponsor. Si consentir in tal modo, da un lato, allo straniero di entrare regolarmente in Italia per cercare lavoro (sempre, nota bene, nellambito delle quote previste dalla programmazione sui flussi); dallaltro, al datore di lavoro italiano di assumere dopo aver impiegato in prova il lavoratore.
Il modello di riferimento quello ipotizzato nel libro bianco
sullimmigrazione del Governo inglese. Un modello nuovo, pi improntato a
criteri di garanzia oltre che di solidariet, rispetto allo sponsor introdotto
con la legge 40 del 1998. Per evitare gli usi strumentali e le distorsioni
registrate nella precedente esperienza italiana, infatti, il ruolo di sponsor
stato pensato per enti e organismi istituzionali, come le Regioni e gli Enti
locali, per le associazioni imprenditoriali e professionali, per quelle
sindacali e per gli istituti di patronato.
LAssociazione industriali di
Treviso si gi impegnata in questo senso. Ma con estrema difficolt. Per
portare a Treviso 30 ragazzi
cinesi a fare un master e uno stage aziendale di 12 mesi siamo dovuti ricorrere
alle amicizie per superare gli immani ostacoli burocratici. Siamo pronti a fare
la nostra parte. Potrebbe funzionare per realizzare progetti strutturali di
immigrazione, con una visione a medio-lungo termine.
Andrea Tomat, presidente di
Assindustria Treviso. 19 agosto 2006
La nuova procedura funzionerebbe cos:
Partiamo
dall'imprenditore che deve assumere un lavoratore straniero. In base alla nuova
disciplina avr davanti a s due strade: farlo autonomamente e allora provvedere direttamente
alla richiesta e alle pratiche conseguenti; oppure affidarsi a uno sponsor, che
gli semplificher l'iter burocratico e lo aiuter nella scelta del lavoratore.
Il garante,
da parte sua, acquisita la domanda dei datori di lavoro (o facendosi carico
preventivamente dell'esigenza di manodopera a livello locale), inoltra allo
Sportello unico per l'immigrazione la richiesta di nulla osta all'ingresso "per l'inserimento nel mercato del lavoro"
di stranieri iscritti nelle liste. Alla domanda si dovranno comprensibilmente
accompagnare garanzie bancarie o equivalenti per l'assicurazione obbligatoria
al servizio sanitario nazionale, per la prestazione di mezzi di sussistenza,
per il contributo da versare a un nuovo Fondo nazionale rimpatri.
Lo Sportello
unico per l'immigrazione definisce
il procedimento e, in caso
positivo, rilascia allo straniero richiesto dallo sponsor un "permesso di
soggiorno per inserimento nel mercato del lavoro" di durata annuale.
Lo sponsor, a
questo punto, affida il lavoratore in prova allimprenditore. Se al termine di questo periodo il rapporto
di lavoro sar definito con unassunzione, il permesso per inserimento di cui
gode limmigrato sar convertito in permesso di soggiorno per lavoro
subordinato. Altrimenti il lavoratore torna sotto la garanzia dello sponsor,
che potr aiutarlo a trovare un altro lavoro.
Dopo un anno,
se il permesso per linserimento non sar stato convertito, lo straniero dovr
lasciare il territorio nazionale, pena lespulsione.
E anche ipotizzabile inserire tra i compiti dello sponsor quello di prevedere corsi di formazione o periodi di tirocinio per lo straniero che non ha ancora trovato un lavoro.
I visti. Lobbligo del visto per entrare in Italia regolato da accordi internazionali. In sede europea allo studio un Regolamento che riunisce e razionalizza la vigente normativa comunitaria in materia. In sede nazionale, per, si pu fare molto per rendere le procedure per lottenimento del visto pi semplici e ragionevoli.
Saranno semplificate le richieste presso le sedi consolari. La
documentazione da presentare sar pi snella e pi facilmente identificabile.
Le domande per soggiorni molto brevi avranno poi una procedura accelerata.
Un canale agevolato, anche in questo caso, dovr essere individuato per i lavoratori altamente qualificati. Imprese multinazionali o istituzioni come le universit potrebbero, come si detto, avere la possibilit di fare da garante per il loro dirigente o per il docente che deve venire a lavorare o insegnare in sedi italiane per periodi limitati.
In materia di visti lItalia anche impegnata in sede europea a favorire i Centri comuni per lintroduzione delle domande di visto e, pi in generale, le sinergie collegate alla creazione del Sistema dinformazione visti (Vis).
3.
Il soggiorno
Soggiorni brevi. Innanzitutto si interverr sui soggiorni brevi, cio quelli di durata inferiore ai 90 giorni. Anche perch sullItalia grava, a questo proposito, una procedura di infrazione della Commissione europea.
Titolari di Permesso di Soggiorno (dati
al 31-7-2006) |
|||
NAZIONALITA' |
SESSO |
TOTALE |
|
ROMANIA |
F |
131.039 |
244.476 |
M |
113.437 |
||
ALBANIA |
F |
102.557 |
235.915 |
M |
133.358 |
||
MAROCCO |
F |
82.365 |
223.978 |
M |
141.613 |
||
CINA POPOLARE |
F |
47.437 |
101.995 |
M |
54.558 |
||
UCRAINA |
F |
83.051 |
99.120 |
M |
16.069 |
||
FILIPPINE |
F |
44.482 |
71.387 |
M |
26.905 |
||
TUNISIA |
F |
16.455 |
57.592 |
M |
41.137 |
||
INDIA |
F |
18.409 |
48.484 |
M |
30.075 |
||
PERU' |
F |
30.287 |
47.035 |
M |
16.748 |
||
EGITTO |
F |
9.513 |
45.873 |
M |
36.360 |
||
SENEGAL |
F |
5.622 |
43.324 |
M |
37.702 |
||
ECUADOR |
F |
26.557 |
41.389 |
M |
14.832 |
||
MOLDAVIA |
F |
27.540 |
40.592 |
M |
13.052 |
||
SRI LANKA |
F |
17.236 |
40.158 |
M |
22.922 |
||
MACEDONIA |
F |
14.983 |
38.389 |
M |
23.406 |
||
SERBIA-MONTENEGRO |
F |
16.709 |
37.426 |
M |
20.717 |
||
BANGLADESH |
F |
8.930 |
34.935 |
M |
26.005 |
||
PAKISTAN |
F |
7.223 |
32.056 |
M |
24.833 |
||
BRASILE |
F |
20.423 |
28.744 |
M |
8.321 |
||
ALTRI |
|
|
594.023 |
TOTALE |
|
|
2.106.891 |
Si prevede perci, in conformit alla normativa comunitaria,
leliminazione del permesso di soggiorno per tali tipologie di ingressi. In tal
modo si alleggeriranno gli interessati e lo Stato da procedure burocratiche
eccessive vista la tipologia del soggiorno.
Le esigenze di sicurezza interna potranno essere garantite da una semplice dichiarazione di presenza - un istituto gi adottato da altri Stati che lo straniero rende allufficio di polizia di frontiera oppure, entro alcuni giorni dallingresso, al questore della Provincia in cui lo straniero si trova. Potr invece essere abolita la comunicazione allautorit di pubblica sicurezza da parte dei datori di lavoro o degli ospitanti, un ulteriore alleggerimento burocratico.
Un permesso amico.
La semplificazione far da guida anche alla riforma pi complessiva del
permesso di soggiorno. Oggi linsieme delle norme e delle procedure risultano
inutilmente penalizzanti per limmigrato, cos come per lamministrazione - che
in gravissima difficolt per gli accresciuti carichi burocratici - e per il
datore di lavoro.
Prevedere permessi tanto brevi quanto la durata dei contratti a tempo
via via rinnovati dalle nostre imprese significa solo mettere limmigrato
davanti a un inutile percorso a ostacoli e lamministrazione davanti a un
aggravio di procedure che assorbe tempo, risorse e personale. Cos come
lasciare senza diritti limmigrato in attesa di rinnovo per la sola ragione
della lentezza dellamministrazione a sbrigare la sua pratica una violazione
inaccettabile.
Il metodo seguito dalla
Bossi-Fini fonte di inutili vessazioni per limmigrato e il suo datore di
lavoro e spinge verso lirregolarit. Ogni qualvolta limmigrato cambia lavoro
(succede in media due volte allanno) viene costretto a vivere in un limbo,
senza diritti e doveri, oppure deve tornare nel Paese dorigine con costi
elevati anche per la nostra economia. Si finisce per spingere i lavoratori pi qualificati a tornare nel
Paese dorigine lasciando da noi una manodopera meno istruita e obbligata
allirregolarit.
Tito Boeri. La voce.info 24
luglio 2006
Su queste incongruenze si interverr con una pluralit di interventi:
Innanzitutto
sar allungata la durata dei permessi di soggiorno. Quelli legati a lavori a
tempo determinato potrebbero essere rilasciati per uno o due anni (non, come
avviene oggi, per una durata pari a quella del relativo contratto di lavoro);
quelli rilasciati per contratti a tempo indeterminato potrebbero invece durare
tre anni (oggi sono due).
Pi tempo per cercare un nuovo lavoro. Un ulteriore capitolo da modificare quello della
disciplina del permesso di soggiorno per attesa occupazione. Oggi lo straniero
che perde il posto di lavoro, anche in seguito alle proprie dimissioni, pu restare
iscritto ai centri per limpiego solo per il periodo di restante validit del
permesso o comunque al massimo per sei mesi.
E un tempo troppo ridotto per la ricerca di un nuovo lavoro, che pone
limmigrato davanti alla difficile alternativa tra lasciare improvvisamente
lItalia, dove aveva vissuto fino a poco prima da lavoratore regolare, o
passare in clandestinit. Una scelta che spesso ricade sulla seconda ipotesi. E
cos quel tempo cos ristretto finisce per produrre lunico effetto di
trasformare in clandestino un immigrato fino a quel momento regolare.
E utile dunque estendere a un anno il tempo in cui limmigrato che
perde il posto di lavoro resta iscritto ai centri per limpiego. Tale permesso,
poi, sar rinnovato per un altro anno se lo straniero dimostra di disporre di
un reddito annuo non inferiore allimporto dellassegno sociale. Qualora,
infine, lo straniero usufruisca di uno degli istituti previsti in materia di
ammortizzatori sociali, il permesso di soggiorno potrebbe essere rinnovato per
lo stesso periodo.
Ci sono poi i permessi
premiali, oggi previsti a beneficio degli immigrati che denunciano un numero
molto limitato di gravi reati a loro danno, che dovranno essere estesi ad altri campi, in primis ai reati in tema
di lavoro, per intervenire con pi efficacia sullo sfruttamento, che a volte
vero e proprio asservimento, purtroppo presente nella nostra economia sommersa.
4. Le espulsioni
Pi collaborazione per espulsioni effettive. Uno dei principali problemi dellattuale sistema
la difficolt a rendere effettive le espulsioni, sia quelle amministrative disposte
dal Ministro dell'Interno e dal Prefetto, sia quelle disposte dal giudice in
relazione a reati. E un problema che condividiamo con gli altri Paesi europei
e che legato, soprattutto, alla difficolt di identificare limmigrato
accertandone la nazionalit (il rimpatrio pu essere effettuato solo nel Paese
dorigine) e alla mancata collaborazione al rimpatrio di molti dei Paesi di
origine.
Il Rebus
Un caso frequente quello dellimmigrato clandestino che viene fermato, riceve il decreto di espulsione, ma non pu essere materialmente allontanato perch se ne ignora la nazione dorigine. Limmigrato viene dunque portato in un Cpt per lidentificazione, ma dopo 60 giorni spesso viene rilasciato senza che lidentificazione sia stata possibile e gli si ordina di allontanarsi dal territorio nazionale. Se limmigrato resta in Italia in clandestinit, pu accadere che successivamente venga fermato e arrestato per non aver dato seguito al decreto di espulsione. Scontata la pena dovrebbe essere espulso ma, se nel frattempo non intervenuta qualche novit per lidentificazione, si ricomincia daccapo. E se, come ha detto la Cassazione, non si pu ricominciare tutto daccapo, che si fa? Niente, perch niente si pu fare. E il clandestino alla fine libero di circolare per lItalia. Cos si affollano le carceri italiane di immigrati, si ingolfano i Cpt, si impegnano le forze dellordine in uno sforzo estenuante, ma tutto risulta inutile.
Per rendere effettive le espulsioni, allora, va ricercata il pi
possibile la collaborazione dellimmigrato. Avvalendosi anche di quanto
previsto in Francia, si introdurranno quindi programmi specifici di
"rimpatrio volontario e assistito", ai quali potranno accedere gli
immigrati che collaborano alla propria identificazione, compresi i clandestini
pi ostici, se l'interesse prioritario quello di allontanarli effettivamente
dall'Italia. Si ritiene in questo modo di poter migliorare i tassi di identificazione,
anticipando quanto ora in fase di gestazione in ambito europeo.
Il Fondo rimpatri.
L'istituto cardine su cui si punta per il nuovo sistema quello che si
potrebbe chiamare il Fondo nazionale rimpatri, destinato a finanziare i
programmi di rimpatrio volontario e assistito. Un Fondo che sar alimentato con
i contributi dei datori di lavoro che assumono immigrati e dei garanti che
svolgono la funzione di sponsor. Possibile anche - come si appena detto -
l'accesso a fondi europei.
Il reingresso. Per
ottenere la collaborazione dell'immigrato si potr introdurre anche un sistema
premiale fondato sulla riduzione dei tempi del divieto di reingresso in Italia.
Ai fini di questa riduzione, peraltro, non potr non pesare la maggiore o
minore gravit delle violazioni per le quali disposto il rimpatrio. E a
tutela di possibili ricorsi strumentali all'istituto potrebbe essere, qui s,
rafforzata la sanzione penale e comunque prevista l'impossibilit di accedere
nuovamente al programma.
Sanzioni credibili.
Va comunque ribadita la necessit di garantire l'esistenza di un apparato
sanzionatorio efficace e credibile: lo impongono giuste finalit deterrenti e
gli impegni in sede europea. E' richiesta, tuttavia, una revisione delle
sanzioni di natura penale previste per l'inottemperanza dell'ordine di
allontanamento del Questore, anche alla luce delle sentenze in materia della
Corte costituzionale e della Cassazione. E il principio generale da seguire
dovrebbe essere quello di ricondurre questi reati e la loro trattazione, oggi
configurati come una sorta di diritto speciale aggravato, alla sistematica del
codice penale e di quello di procedura penale.
Accordi di riammissione. Cruciale lazione che va fatta sugli accordi di riammissione.
Dobbiamo lavorare affinch si allarghi il numero dei Paesi con cui collaboriamo
e dobbiamo rendere effettivamente funzionanti gli accordi gi esistenti. In
questo senso abbiamo gi chiesto che sia lEuropa a stabilire il principio per
cui aiuti e immigrazione legale per ogni singolo Paese siano legati
allesistenza di un accordo di riammissione.
5. I Centri di permanenza temporanea e assistita
Un nuovo sistema di espulsioni e di rimpatri, che distingua nettamente
fra i soggetti effettivamente pericolosi e quanti hanno magari violato soltanto
la durata del loro permesso di soggiorno, aiuterebbe anche a depotenziare la
questione dei Centri di permanenza temporanea e assistita. Il trattenimento in
Centri a carattere detentivo non sarebbe infatti, come avviene ora, conseguenza
automatica del decreto di espulsione, ma riguarderebbe solo i casi di accertata
pericolosit sociale.
In questo modo si avrebbe una netta riduzione dei soggetti trattenuti
nei Centri e un cambio della stessa missione di questi ultimi. Considerando anche
un sostanziale adeguamento strutturale dei Cpta, conforme alle nuove esigenze e
alle indicazioni che potranno venire dalla Commissione De Mistura, si potrebbe
cos davvero considerare superata lesperienza dei Centri come li abbiamo
conosciuti finora.
La
Commissione De Mistura
Insediata lo scorso 6 luglio, la Commissione De Mistura ha il compito di verificare la realt dei Centri di permanenza temporanea e di accoglienza attraverso unapprofondita indagine della durata di sei mesi. La presiede lambasciatore dellOnu Staffan De Mistura e tra i suoi componenti figurano esponenti delle associazioni non governative che lavorano nel settore dellimmigrazione e uomini dellAmministrazione degli Interni. Ha accettato di farne parte anche il regista Gianni Amelio. Al termine dei suoi lavori la Commissione presenter un rapporto complessivo sui Cpta, che servir da base al Governo per definire la ristrutturazione del sistema dei Centri.
Al loro posto potremo avere:
1.
un limitato
numero di Centri per lesecuzione dellespulsione, destinati a una platea molto pi contenuta rispetto
ad oggi e caratterizzata da soggetti pi inclini allillegalit e di pi
elevata pericolosit;
2.
strutture di
accoglienza vera e propria
riservate al soccorso dei clandestini sbarcati o comunque individuati in
condizioni irregolari e di bisogno. Queste strutture assicurerebbero
lassistenza necessaria, procederebbero alle pratiche sanitarie indispensabili
a garantire la salute pubblica e aiuterebbero a definire le rispettive posizioni
giuridiche.
In modo analogo potrebbe essere rivisitata la natura giuridica e
lorganizzazione dei Centri di identificazione per richiedenti asilo, che
potrebbero essere rinominati Centri per richiedenti asilo, anche in
conformit alla regolamentazione europea in materia.
In tale contesto sar opportuno pensare a possibili modifiche nelle
modalit di gestione dei Centri, anche allargando la platea degli enti ritenuti
idonei allaffidamento e individuando nuove forme di collaborazione che
potranno essere assicurate da organismi umanitari, anche di carattere
internazionale.
Nellambito degli interventi strutturali che saranno intrapresi,
infine, si potr considerare la realizzazione nel medesimo sito di diverse
sezioni di impiego.