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Bozze non corrette in corso di seduta
Si riprende lo svolgimento delle interpellanze urgenti.
(Vicende relative al naufragio del gommone con 44 migranti avvenuto l'8 agosto 2007 tra Tunisi e Lampedusa e iniziative per il pieno rispetto dei diritti dei migranti - n. 2-00885)
PRESIDENTE. L'onorevole Mascia ha facolt di illustrare la sua interpellanza n. 2-00885, concernente vicende relative al naufragio del gommone con 44 migranti avvenuto l'8 agosto 2007 tra Tunisi e Lampedusa e iniziative per il pieno rispetto dei diritti dei migranti (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4).
GRAZIELLA MASCIA.
Signor Presidente, si tratta di una vicenda all'ordine del giorno nel
nostro Paese, che ha coinvolto la stampa internazionale gi diversi
mesi fa. Si tratta di un naufragio in cui sette pescatori tunisini, l'8
agosto, hanno portato in salvataggio un gommone con a bordo 44
migranti, tra i quali undici donne e due bambini, che stavano
naufragando nel Mediterraneo tra Tunisi e Lampedusa.
Essi hanno
compiuto tale azione di salvataggio e il soccorso avvenuto a 37
miglia da Lampedusa e a 80 miglia da Tunisi, in acque internazionali.
In questo frangente, la guardia di finanza, che aveva inizialmente
intimato ai pescherecci di avvicinarsi delle acque dell'isola di
Lampedusa solo dopo una visita medica (che avrebbe escluso un'emergenza
sanitaria), ha intimato agli stessi pescatori di fare rotta verso le
coste nordafricane, comunicando a gesti che, diversamente, sarebbero
stati arrestati.
Pertanto, dalle testimonianze che si sono
determinate (si tratta, infatti, di una vicenda per la quale un
processo in corso ormai da mesi), sembra che soltanto da lontano
abbiano tentato di verificare se vi fossero problemi sanitari effettivi
e poi hanno intimato al gommone e ai pescherecci di andarsene. I
pescatori, che nel frattempo hanno verificato la salute dei migranti,
hanno invece deciso di far sbarcare i naufraghi. I pescatori avevano
totalmente ragione perch, poco tempoPag. 57dopo,
nelle ore successive, una delle due donne incinte ha partorito ed altre
persone sono state ricoverate in ospedale per ragioni gravi di salute.
In
ogni caso, in tutta questa vicenda, il problema consiste nel fatto che
si determinano molti punti interrogativi e anche qualche violazione.
Vi
sono, infatti, da una parte, il decreto interministeriale del 14 luglio
2003 e, dall'altra, la legge 25 luglio 1998, n. 286 che, all'articolo
12, facendo riferimento a queste situazioni, prevede che non
costituiscono reato le attivit di soccorso e assistenza umanitaria
prestate in Italia nei confronti degli stranieri in condizioni di
bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato,
nonch l'obbligo dello Stato di cooperare per la conclusione
delle operazioni di soccorso. Tutte le norme e le convenzioni
internazionali - pur nell'ambito di tali accordi europei (Frontex e
quant'altro) volti a contrastare gli scafisti e le organizzazioni
criminali - mettono al primo posto, chiaramente, la vita umana e,
quindi, l'obbligo di soccorso. Vi inoltre la proibizione ai
respingimenti collettivi, che si sarebbe determinata in un'eventualit
come questa, se queste persone non fossero state soccorse e accolte a
Lampedusa. Tra questi migranti, infatti, vi erano otto persone che,
poi, hanno presentato richiesta d'asilo e sono state, per questa
ragione, ammesse a tale procedura (parliamo di soggetti di nazionalit
eritrea e sudanese, quindi con delle condizioni particolari). Ebbene,
se queste persone non fossero state portate in salvo, avremmo violato
anche questi principi internazionali assai importanti.
Nonostante
tutto ci, questi pescatori sono sotto processo, con l'accusa di
favoreggiamento della clandestinit a scopo di lucro. Pertanto,
evidente che non solo non vi era il favoreggiamento, n lo scopo di
lucro, ma, al contrario, queste persone (che in un primo momento sono
state arrestate, poi sono state liberate e sono tornate nel loro Paese)
oggi si trovano in condizioni di difficolt poich le loro imbarcazioni
sono state sequestrate e la loro attivit principale di vita tuttora
impedita poich tali imbarcazioni sono ancora sotto sequestro.
Pertanto,
le nostre domande sono molteplici. La prima riguarda l'atteggiamento
delle nostre Forze dell'ordine: perch non hanno accompagnato e
favorito questo sbarco? Al contrario, si sono determinate queste
situazioni, peraltro, in qualche modo confermate durante le udienze del
processo. Infatti, le argomentazioni che sono state addotte -
accusando, addirittura, questi pescherecci di speronamento - sono giPag. 59state
dichiarate, dal tribunale, tutte inesistenti e, quindi, non vi erano
ragioni per cui le operazioni di soccorso non fossero agevolate dalle
nostre forze dell'ordine. E questa la prima questione, ossia quali
sono le ragioni e quali i rapporti di cui disponiamo, dal momento che
vi erano anche queste condizioni urgenti di salute.
In secondo
luogo, vorrei capire cosa pu fare il nostro Governo per procedere al
dissequestro di queste imbarcazioni, che sono indispensabili per il
lavoro e la sopravvivenza di queste famiglie tunisine.
Vorrei sapere
cosa sia accaduto, quali rapporti siano intercorsi tra il Governo
italiano e il Governo tunisino in quel frangente. I pescatori della
terza imbarcazione hanno dichiarato di aver avvisato il loro Governo e
che quest'ultimo avrebbe avvisato il nostro per sostenere e confermare
che queste persone non erano scafisti, ma semplicemente dei pescatori.
L'ambasciatore tunisino, durante l'udienza processuale, si recato a
testimoniare questa interlocuzione e, quindi, a confermare questi
elementi. Pertanto, vorremmo conoscere qual la versione del nostro
Governo.
Infine, soprattutto a questo punto, si pone il problema di
chiarire quali siano i compiti di tutti i soggetti che possono trovarsi
in condizioni del genere in acque internazionali. Affinch la vita
umana venga davvero considerata prioritaria rispetto a qualunque altra
cosa e affinch le operazioni di soccorso siano un dovere per tutti,
forse (e questa una domanda che, naturalmente, attiene alla nostra
legislazione) vi bisogno di capire se necessario procedere con
norme attuative o, comunque, con procedure che chiariscano il
significato dell'articolo 12 della legge n. 286 del 1998; o ancora, se
vi pu essere la necessit di intraprendere un'iniziativa congiunta,
anche con altri Paesi, per chiarire il significato di questo decreto
interministeriale del 14 luglio 2003 (che fa riferimento appunto ad una
zona contigua alle acque internazionali), precisando cos quali siano
le competenze di controllo e di soccorso.
Questi sono elementi
indispensabili perch, dopo la vicenda dei pescatori tunisini che sono
stati condotti in carcere, naturalmente, qualunque altro pescatore si
trovasse nella medesima situazione prima di prestare di soccorso
penserebbe - o pu aver pensato, qualora sia gi capitato nel corso di
questi mesi - di tutelare in primo luogo se stesso.Pag. 60
Pertanto,
vi sono questioni di grandissimo rilievo sia sul piano internazionale
che su quello legislativo, relativamente all'interpretazione delle
norme. In considerazione anche di altri episodi che si sono verificati
- questo in esame non l'unico, sebbene sia di particolare rilievo -
vorremmo sapere se non sia il caso di formalizzare l'accesso delle
associazioni di tutela dei diritti dei migranti nei luoghi di
frontiera, perch si tratta di presenze che, anche in tale vicenda, si
sono dimostrate particolarmente utili.
Infine, chiediamo se - come
previsto nel programma dell'Unione - il Governo non intenda sottoporre
a ratifica del Parlamento tutti gli accordi bilaterali, compresi quelli
esistenti, previa eventuale rinegoziazione nell'ambito di un'azione
diplomatica generalizzata per il pieno rispetto dei diritti dei
migranti, in base alla Convenzione di Ginevra e alla Convenzione
dell'ONU per i diritti del fanciullo.
Come si vede, le questioni
aperte sono molto numerose. Naturalmente vi dovrebbero essere diversi
passaggi, anche dal punto di vista dell'iniziativa parlamentare
legislativa e dell'azione di Governo. Prima di tutto, comunque,
vorremmo capire meglio, almeno, come si svolta questa vicenda. Essa
pu costituire un precedente sia rispetto alla vita di queste persone
che sono state direttamente coinvolte, sia sulla lettura e
sull'interpretazione di queste norme giuridiche di grandissimo rilievo
sul piano internazionale.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Marcella Lucidi, ha facolt di rispondere.
MARCELLA LUCIDI, Sottosegretario di Stato per l'interno.
Signor Presidente, innanzitutto ribadisco che il Governo italiano
impegnato ad assicurare una gestione efficace e rigorosa dei flussi
migratori, nel pieno rispetto delle regole nonch dei diritti e delle
tutele fondamentali da garantire a tutti gli immigrati.
Si tratta di
obiettivi che non si pongono in contraddizione tra di loro, ma che
fanno parte di un unico disegno, un filo conduttore mirante a tutelare
e difendere i diritti e la dignit personale dei migranti, attraverso
la prevenzione di tutte quelle situazioni o circostanze che possono
indurre il degrado delle loro condizioni di vita o favorirne lo
sfruttamento, il coinvolgimento nell'illegalit e l'esposizione a
manifestazioni diPag. 61intolleranza
e razzismo. Da questo punto di vista, assicuro che l'azione delle
autorit italiane orientata al rispetto dei diritti umani dei
migranti e dei potenziali richiedenti asilo, sia nelle attivit in mare
che in quelle a terra, ed ove previsto (oltre che di accoglienza,
identificazione e intrattenimento degli stranieri) anche di
allontanamento dal territorio nazionale.
Oltre tre quarti delle
imbarcazioni con clandestini a bordo giunte in Italia sono soccorsi in
mare nell'ambito di specifiche operazioni search and rescue,
condotte in piena conformit alle fonti normative vigenti nella materia
del soccorso e salvataggio in mare, dal codice della navigazione alla
legge n. 147 del 1989 di ratifica della Convenzione internazionale di
Amburgo sul soccorso marittimo.
Nello specifico dei fatti richiamati
nell'interpellanza risulta che il centro operativo di Palermo era stato
allertato dalla centrale di coordinamento soccorso marittimo di Roma,
che aveva a sua volta ricevuto dal centro omologo di Tunisi la
comunicazione che quel giorno, 8 agosto 2007, alle 14,15 si segnalava
la presenza di un gommone con 45 migranti a bordo.
Considerato
il pericolo per le persone imbarcate sul gommone la VII squadriglia
attivava tutte le misure utili al soccorso del natante tra le quali
l'invio di motovedette della guardia costiera e della guardia di
finanza ormeggiate nel porto di Lampedusa e il dirottamento verso il
punto segnalato di nave Vega della Marina militare, gi in servizio di pattugliamento nel Canale di Sicilia.
Alle
ore 18,10 convergevano tutti i mezzi che ho menzionato, in particolare
la motovedetta della guardia di finanza accertava la presenza di due
motopesca identificati come Mohammed El Hedi, con matricola MO768, iscritto al compartimento di Monastir (Tunisia) e motopesca Mortadha, con matricola MO 865, iscritto al medesimo compartimento tunisino.
Il
pattugliatore G79 verificava che a bordo dei motopescherecci vi era la
presenza di numerose persone, sia uomini che donne, evidentemente non
appartenenti all'equipaggio e non c'era la presenza di alcun gommone
nelle vicinanze. Successivamente entrambi gli equipaggi chiedevano
assistenza medica per un presunto bambino presente a bordo e bisognoso
di cure urgenti.
Il procuratore della Repubblica di Agrigento ha
precisato che non essendo possibile, ad oggi, stabilire con esattezza
l'ora in cui i migranti sono stati tratti a bordo dei due pescherecci
(la circostanza sar stabilita all'esito della perizia disposta dal
tribunale sul telefono satellitare rinvenuto in uno dei
motopescherecci) non neppure possibile stabilire se, in quel
frangente, l'autorit tunisina fosse gi stata allertata.
Va
ricordato che nell'azione delle unit militari italiane e della guardia
costiera ci si attiene ad una prassi costante del rispetto primario del
principio di salvaguardia della vita umana in mare e quindi le
operazioni di salvataggio vengono disposte con assoluta priorit.
Analogo principio viene applicato nelle azioni di pattugliamento
congiunto che sono condotte dall'agenzia europea di controllo delle
frontiere esterne (Frontex).
A seguito della richiesta di assistenza sanitaria avanzata dai marittimi tunisini in favore di un bambino il medico della navePag. 63militare
italiana salito a bordo di entrambi i pescherecci per verificare le
condizioni di salute dei presenti che non presentavano patologie di
emergenza.
Non sussistendo quindi i presupposti di emergenza per un
soccorso umanitario il responsabile della guardia costiera ha invitato
gli equipaggi delle due imbarcazioni a dirigersi verso le acque
territoriali tunisine. Nonostante l'invito le stesse hanno proseguito
nella navigazione verso il nostro Paese giungendo a Lampedusa.
Il
procuratore della Repubblica di Agrigento, avendo constatato la
flagranza del reato di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, ha
disposto l'arresto dei sette uomini dell'equipaggio dei due natanti ed
il sequestro di questi ultimi.
A bordo delle imbarcazioni non
stato rinvenuto alcun tipo di attrezzo per la pesca, n esche, n tanto
meno prodotti ittici, nonostante la dichiarazione di un membro
dell'equipaggio che si era definito pescatore.
Il procedimento
penale tuttora pendente presso il tribunale di Agrigento ed stato
rinviato all'udienza del 7 gennaio 2008 per il seguito dell'istruttoria
dibattimentale. al riguardo opportuno sottolineare come il
dissequestro delle imbarcazioni sia rimesso alla competenza
dell'autorit giudiziaria trattandosi, in particolare, di sequestro
probatorio.
I quarantaquattro migranti clandestini rintracciati a
bordo delle imbarcazioni, dopo essere stati visitati dal personale
dell'organizzazione Medici senza frontiere ed avere ricevuto le cure
necessarie, sono stati accompagnati presso il centro di soccorso e
prima accoglienza di Lampedusa per le procedure di prima
identificazione e successivamente trasferiti presso il centro di prima
accoglienza di Crotone dove sedici di loro, cittadini extracomunitari,
hanno formalizzato istanza di asilo politico.
Un cittadino
marocchino ed uno sudanese sono stati trattenuti presso il centro di
permanenza temporanea ed assistenza di Caltanissetta per esigenze
connesse al procedimento penale in corso.
Il 10 settembre scorso il
tribunale di Agrigento, nel valutare l'istanza di revoca della custodia
cautelare in carcere presentata dai sette cittadini tunisini, ha
disposto l'immediata liberazione di cinque di essi, non avendo
riscontrato gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di
favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.Pag. 64
La
decisione dell'autorit giudiziaria peraltro legata alla
considerazione che i cinque scarcerati erano semplici componenti
dell'equipaggio e, pertanto, non avrebbero potuto influire sulle
decisioni assunte dai due comandanti di dirigersi verso le coste
italiane; nei confronti di questi ultimi stata confermata la misura
cautelare, commutata negli arresti domiciliari.
Il Ministero
dell'interno sta dedicando la massima attenzione alle problematiche
connesse all'immigrazione per un governo efficace e rigoroso dei flussi
migratori, nel rispetto della normativa attualmente vigente e dei
diritti fondamentali da garantire a tutti gli immigrati. Le coste
meridionali del nostro Paese, in modo particolare quelle siciliane e
calabresi, e pi recentemente quelle della Sardegna, sono state
interessate in questi ultimi anni da flussi consistenti di immigrazione
che hanno reso necessario mettere in piedi un sistema di accoglienza
articolato in diverse tipologie di strutture, a seconda del tipo di
soggetti ospitati o della particolarit del servizio offerto.
Nonostante
le difficolt logistiche, in ogni caso, a fronte di situazioni di
emergenza, viene data priorit assoluta al salvataggio della vita
umana, offrendo, nel contempo, la prima assistenza alla persona. Questo
criterio viene applicato in primo luogo a Lampedusa, ma anche in altre
parti della costa siciliana, dove per gran parte dell'anno continuano
ad arrivare, a cadenza pressappoco giornaliera, imbarcazioni che
trasportano stranieri in condizioni di alto rischio per la sicurezza,
che spesso versano in condizioni di salute precarie.
L'isola di
Lampedusa stata negli ultimi anni particolarmente esposta a flussi
migratori che ne hanno fatto una delle principali porte di ingresso in
Europa per l'immigrazione clandestina. stato riqualificato cos il
centro, che divenuto da centro di permanenza temporanea un centro di
soccorso e prima accoglienza, ed stato consentito agli
extracomunitari cos sbarcati di sostare nella struttura il tempo
strettamente necessario per ricevere la prima assistenza di carattere
umanitario e socio-sanitario ed essere successivamente trasferiti in
altre strutture, a seconda della posizione giuridica di ciascuno.
Per
quanto concerne il profilo dell'assistenza sanitaria, a Lampedusa da
anni ormai viene assicurato ai migranti irregolari che raggiungono
l'isola un'assistenza sanitaria che consiste in un primo triage sanitario sul molo, all'atto delloPag. 65sbarco,
a cura di personale medico-infermieristico, supportato da mediatori
culturali appartenenti all'organizzazione Medici senza frontiere, con
cui stata stipulata un'apposita convenzione di collaborazione.
Specifica
attenzione viene dedicata alle indicazioni terapeutiche offerte dalla
medicina transculturale, di cui il personale di Medici senza
frontiere particolarmente esperto. Detto personale, effettuata
una prima sommaria valutazione delle condizioni fisiche e psichiche dei
migranti, pu disporre la somministrazione di farmaci di primo soccorso
e, nel caso di patologie pi gravi o in situazioni emergenziali,
dispone l'invio dei pazienti al poliambulatorio dell'isola.
All'interno
del centro di Lampedusa presente il presidio medico-infermieristico
dell'ente gestore, il cui dimensionamento in termini di
operatori/ospiti e relativi turni orari di presenza regolato sulla
base dello schema di capitolato unico di appalto per la gestione dei
centri di permanenza temporanea ed assistenza e di accoglienza per
immigrati irregolari, che stato recentemente rinnovato ed approvato
con decreto del Ministro in data 8 ottobre 2007.
Presso il predetto
centro viene effettuata una prima visita medica, all'atto
dell'ingresso, con raccolta dell'anamnesi clinica del migrante e la
compilazione di una cartella clinica nominativa, la cui gestione deve
rispettare le vigenti norme in tema di trattamento dei dati sensibili.
Per
quanto riguarda l'accesso delle organizzazioni di tutela dei migranti
ai centri per immigrati, presso il centro di Lampedusa sono operativi i
presidi dell'ACNUR, della Croce Rossa Italiana e dell'Organizzazione
internazionale delle migrazioni, con i quali il dipartimento per le
libert civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno ha
sottoscritto, sin dal 23 febbraio 2006, singole convenzioni bilaterali
nell'ambito del progetto comunitario Argo 2005, che si concluso lo
scorso 28 febbraio. In virt degli ottimi risultati raggiunti, la
Commissione europea ha rinnovato il finanziamento del programma Argo
2006, dal 1 marzo 2007 al 1o marzo 2008, per il prosieguo
del progetto denominato Praesidium II - Consolidamento delle capacit
di accoglienza rispetto ai flussi migratori che interessano l'isola di
Lampedusa ed altri punti strategici di frontiera sulle coste siciliane.
In tal modo, si estende il raggio di attivit delle tre organizzazioni
anche ad altri centri di accoglienza per immigrati irregolari della
Sicilia, quali Trapani, Caltanissetta, Siracusa, con possibilit di
intervenire sulle coste interessate da eventuali sbarchi clandestini.
In base a tale iniziativa le tre organizzazioni suddette prestano il
proprio contributo per potenziare il sistema di accoglienza di migranti
irregolari, e, nello specifico, per fornire un primo orientamento
legale ai migranti, comprensivo di un supporto informativo sulla
legislazione italiana in tema di immigrazione clandestina, tratta di
esseri umani e riduzione in schiavit, nonch sulle procedure di
ingresso regolare in Italia. Vengono, inoltre, illustrate le
possibilit del ritorno volontario o concordato nel Paese di origine e
nello stesso tempo vengono individuati i gruppi vulnerabili ai fini
dell'adozione di opportune iniziative di tutela. Sull'attivit svolta
assicurato un costante monitoraggio, con particolare attenzione alla
conformit ed al rispetto dei diritti umani.
in corso di
approvazione, da parte della Commissione europea, il progetto
Praesidium III, che entrer in vigore il 10 marzo 2008, con scadenza
2009 e che amplier il raggio di intervento delle tre organizzazioni,
oltre alla Sicilia e alla Calabria, anche alla Puglia e alla Sardegna.
Il Ministero dell'interno, per contribuire alla creazione di un diritto
di asilo comune a livello europeo, opera nello spirito delle conclusioniPag. 67del
Consiglio europeo di Tampere: si fa riferimento, in questo ambito, ai
testi normativi approntati per il recepimento delle direttive
comunitarie 2004/83/CE, recante Norme minime sull'attribuzione, a
cittadini di Paesi terzi o apolidi, della qualifica di rifugiato o di
persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonch norme
minime sul contenuto della protezione riconosciuta e 2005/85/CE,
concernente Norme minime per le procedure applicate negli Stati membri
ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di
rifugiato. Inoltre il Ministero dell'interno, in attuazione di
apposite deleghe, ha predisposto due schemi di decreto legislativo, che
sono stati approvati in via definitiva dal Consiglio dei ministri lo
scorso 9 novembre. Tali provvedimenti introdurranno una disciplina
sistematica e completa in materia di asilo, da intendersi riferita al
riconoscimento dello status di rifugiato o di persona
soggetta alla protezione sussidiaria, basata sull'applicazione della
Convenzione di Ginevra, come integrata dal Protocollo di New York.
Infine, eventuali istanze di modifica alla vigente disciplina in
materia di immigrazione, com' noto a questo ramo del Parlamento,
potranno essere approfondite in occasione dell'esame da parte del
Parlamento del disegno di legge recante Delega al Governo per la
modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla
condizione dello straniero. Si tratta di disposizioni che, com' stato
ancora detto ieri dal Ministro Amato, il Governo auspica vengano al pi
presto tradotte in legge.
PRESIDENTE. La deputata Amici, cofirmataria dell'interpellanza, ha facolt di replicare.
SESA AMICI.
Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Lucidi per la sua
dettagliata risposta in ordine alla quale, per, vi sono due livelli da
analizzare. Da un lato vi la richiesta molto specifica e dettagliata,
formulata nell'interpellanza; dall'altro, invece, il sottosegretario
Lucidi ha esposto un vasto ragionamento intorno alla condizione del
cittadino straniero, sui flussi migratori e sul funzionamento delle
associazioni. Credo si tratti di dati importanti ma che non riguardano,
nella fattispecie, le richieste specifiche oggetto dell'interpellanza.
Ritengo sia doveroso affermarlo, poich siamo completamente
insoddisfatti della risposta, dato che non vi stato alcuno sforzo di
fornire elementi chiari in ordine al merito dellePag. 68questioni
poste e i tre quesiti oggetto di questa interpellanza urgente
continuano a rimanere dubbi. Pertanto, anche luce di ci,
intenzione degli stessi interpellanti ripetere tale strumento di
sindacato ispettivo, aggiornandolo alla luce di alcune delle
indicazioni contenute nella risposta, che ci sembrano ancora del tutto
ingiustificabili e comunque non comprensibili.
Intendo, in
particolare, concentrare la mia attenzione su due questioni: la prima
riguarda i ricoveri. Essi sono stati molti di pi e pertanto non vero
che nello svolgimento di tale vicenda non vi stato neanche un aspetto
concernente la salute delle persone che si trovavano nei pescherecci.
La seconda questione che anche nella vicenda pendente di fronte al
tribunale (ai cui esiti ci atteniamo), risulta che luned 10 settembre
stata concessa la liberazione di cinque dei sette pescatori tunisini,
cos come confermato dal sottosegretario Lucidi, mentre i due capitani
delle navi sono state trattenuti agli arresti domiciliari, con
l'obbligo di non lasciare la Sicilia. Successivamente, il 21 settembre
2007, il tribunale del riesame di Palermo ha annullato l'ordinanza di
custodia cautelare in carcere, disponendo l'immediata liberazione dei
due comandanti. Questo un elemento non chiaro nella risposta del
sottosegretario e credo sia opportuno, ancora una volta, interrogarci a
fondo in ordine a quanto avvenuto la notte dell'8 agosto.
Il terzo
elemento, sul quale non possiamo dichiararci soddisfatti riguarda temi
che attengono non solo alla disciplina dei flussi migratori e al
semplice richiamo alla tutela e alla salvaguardia della difesa umana.
Il punto, sottosegretario Lucidi, che abbiamo chiesto quali
iniziative si intendono assumere rispetto ad alcune leggi gi
esistenti, a partire dal testo unico sull'immigrazione, che riguarda
fondamentalmente il decreto relativo alla cosiddetta zona contigua alle
acque territoriali. necessario capire cosa si intende per zona
contigua, perch altrimenti anche l'intimazione ad allontanarsi
dall'area di Lampedusa e ad andare verso le zone africane rende tale
elemento non semplicemente negoziabile nel codice della navigazione ma
ambiguo, perch non chiaro nelle sue disposizioni attuative. Il
secondo elemento che la stessa norma di interpretazione dell'articolo
12 del testo unico non soddisfacente perch non fa luce sulla
predetta strana zonaPag. 69d'ombra
fra difesa della tutela del soccorso umanitario e l'idea che se le
persone sono accompagnate diventano clandestine. Ci era quanto gli
interroganti chiedevano. In ordine a tale punti la risposta non stata
soddisfacente. Mi permetta di dirlo con estrema franchezza, credo che
costituisca un dovere da parte del Governo, nel rispetto delle sue
prerogative, ma soprattutto di quelle dei parlamentari che sottopongono
ad esso le interpellanze, fornire risposte che intervengano in maniera
positiva o negativa rispetto ai precisi quesiti posti, altrimenti anche
gli strumenti di sindacato ispettivo diventano una ritualit di cui si
potrebbe fare anche a meno.
Voglio sollevare un'ultima questione in
ordine alla vicenda dei pescherecci sequestrati. evidente anche agli
interpellanti che tale aspetto riveste competenze di tipo
giurisdizionale. Ma anche chiaro che, alla luce di una vicenda che
gi il tribunale del riesame rileva come contraddittoria, tale elemento
determini una situazione di ineguaglianza profonda. del tutto
evidente che non siamo dinanzi ad un'operazione volta ad introdurre nel
nostro territorio clandestini, ma ad un soccorso in acque
internazionali all'interno dell'area d'ombra rappresentata dalla zona
contigua, nelle cui acque realmente avvenuto un intervento di tipo
umanitario. In secondo luogo, si dimostrato che si trattava di
pescherecci e lo stesso Governo di Tunisi ha interloquito con il
Governo italiano.
Gi di per s, questo darebbe ragione agli
interroganti per chiedere con maggiore efficacia ed efficienza un
intervento del Governo italiano anche nei confronti delle questioni da
noi sottoposte, affinch si arrivi alla definizione pi rapida
possibile della situazione, per non costituire un precedente e,
soprattutto, per non dare l'idea che sulle politiche dell'immigrazione
si usano due pesi e due misure. , infatti, necessario avere una linea
netta e chiara a favore delle operazioni di inclusione del contrasto
contro i clandestini, a favore di chi oggi viene nel nostro Paese e,
talvolta, inoltra anche richiesta d'asilo. Ci testimonia che nelle
vicende legate all'immigrazione la complessit pu essere semplicemente
assunta come un elemento per un intervento politico efficace e non
semplicemente per negarne l'evidenza (Applausi della deputata Mascia).
PRESIDENTE.
Chiedo scusa ai colleghi del Governo e agli altri colleghi deputati
presenti, ma, per un inderogabile impegno istituzionale del Presidente,
dobbiamo sospendere la seduta, che riprender alle ore 14,30.
La seduta, sospesa alle 13,30, ripresa alle 14,30.