UFFICIO
STAMPA Andreina
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Cara Repubblica, perch alteri i dati per sostenere una tesi politica?
Da giorni uno dei principali
quotidiani italiani alimenta
una preoccupante campagna
stampa contro i migranti
Dichiarazione di Filippo
Miraglia, responsabile immigrazione Arci
Da alcuni giorni in atto, da
parte di uno dei principali quotidiani italiani, unĠoffensiva culturale davvero
preoccupante sul tema dellĠimmigrazione, ancora una volta affrontato come
strettamente connesso a quello della sicurezza e dellĠordine pubblico.
Questo avviene a pochi giorni dal
varo, da parte del Consiglio dei Ministri, di un Disegno di legge sostitutivo
della Bossi-Fini, che ribalta lĠimpianto culturale e politico della destra,
mettendo al centro il migrante come persona, con la sua storia e il suo
bagaglio di diritti, oltre che di doveri.
Ed avviene mentre si concretizza il
progetto di partito democratico e si apre la discussione sui contenuti che
dovrebbero caratterizzare questo nuovo contenitore, contenuti su cui forse anche
Repubblica vorrebbe esercitare unĠinfluenza.
Ci sembra utile sottolineare il
contesto in cui viene mossa questĠoffensiva culturale, perch in qualche modo
la rende ancora pi preoccupante.
I fatti. Si parte con il grande
spazio dato alla nazionalit e allĠattivit della ragazza che ha ucciso la
povera Vanessa nella metropolitana di Roma. Si prosegue con la lettera in prima
pagina dellĠormai famoso dipendente del Quirinale che lamenta come la
maleducazione, i furtarelli, i comportamenti fastidiosi di migranti e rom
rischino di far diventare lui, persona perbene e di sinistra, un razzista.
Angius gli risponde rassicurandolo: si pu continuare ad essere perbene e di
sinistra e s, provare fastidio per questi teppistelli stranieri. Si prosegue
il giorno dopo con una lettera, sempre in prima pagina, di Veltroni che con
tono rassicurante spiega ai
lettori che legalit e sicurezza
sono valori in s, n di destra n di sinistra, e che s, oltre a godere di
diritti (quali?) i migranti devono rispettare i doveri.
Infine oggi, titolo di prima: Òun
reato su tre commesso da immigratiÓ. Salvo poi leggere i dati dellĠindagine
conoscitiva del Ministero degli Interni cui si fa riferimento nellĠarticolo,
per scoprire che gli immigrati hanno rappresentato nel 2005 il 33,41 % del
totale delle persone denunciate, denunciate, non condannate. Chiunque
abbia un minimo di cultura giuridica sa che la denuncia solo il primo atto di
un procedimento giudiziario che pu concludersi con lĠassoluzione,
lĠarchiviazione o la condanna. Presumerne automaticamente, come fa Repubblica,
la colpevolezza unĠoperazione di disinformazione, tanto pi grave in quanto
utilizzata per sostenere una tesi politica: e cio che in Italia i migranti
rappresentano un grave problema di sicurezza. Il che alla fine ci riporta alla
lettera da cui siamo partiti: si pu diventare razzisti perch ci si sente
insicuri.
Insomma, unĠoperazione culturale e
politica regressiva che respingiamo. Tanto pi preoccupante in quanto avviene
nel contesto di cui prima dicevamo e da parte di una testata di cui finĠora
avevamo apprezzato il rigore e lĠonest intellettuale, pur non condividendone
sempre le opinioni. Ma una cosa la normale dialettica tra punti di vista
diversi, una cosa montare una campagna di stampa che altera, in questo caso,
la verit dei dati.
Roma,
10 maggio 2007