ESPULSIONE DI SALI EMBRAM
Assume contorni sempre pi foschi l'espulsione in corso di SALI
EMBRAM, rom kosovaro,nato a Palermo il 25 dicembre 1987. Lo stesso, in
precedenza,
si sarebbe recato da solo presso l'Ufficio Immigrazione della Questura di Palermo
per presentare una richiesta di asilo, anche a fronte della nuova situazione
determinatasi in Kosovo,
oltre che per il fatto di essere nato e cresciuto in Italia presso il campo
della Favorita di
Palermo.
Il comportamento della Questura di Palermo appare vessatorio e censurabile
sotto diversi profili.
Sembrerebbe che in questi anni lo stesso SALI EMBRAM avesse fatto una
richiesta di asilo, non si sa se in Francia o in Belgio, di cui non si conosce
l'esito.
Ma tanto- forse- bastato alla Questura di Palermo per disporre l'espulsione
con accompagnamento immediato verso il paese nel quale era stata presentata
la richiesta di asilo, in applicazione, errata nella sostanza e nella
procedura, del regolamento Dublino II n. 343.
Un ispettore della Questura di Palermo- Ufficio Immigrazione aveva invitato
SALI EMBRAM a recarsi questa mattina negli uffici della Questura di via San
Lorenzo, con una valigia, rilasciando- sembrerebbe- una ricevuta. Sali Embram
ed i suoi familiari, che in perfetta buona fede non si erano rivolti in
precedenza ad uno sportello di assistenza, confidando nei buoni rapporti
fin qui avuti con gli uffici di polizia, pensavano a quel punto che, come gi
successo in precedenti casi di kosovari, si profilasse un trattenimento in un
CID in Sicilia, quello di Salina Grande a Trapani per l'esame della domanda di
asilo.
La stessa misura del trattenimento nei confronti di un richiedente asilo che
aveva stabile residenza
appariva comunque una forzatura, anche alla luce del nuovo decreto legislativo
appena entrato in vigore, in attuazione della direttiva comunitaria sulle
procedure di asilo.
Appena giunto in Questura nella mattina del 7 marzo SALI EMBRAM apprendeva che
era in corso il suo trasferimento forzato verso Milano, senza conoscere altro della
sua ulteriore destinazione, n dell'esito della domanda di asilo/ protezione
internazionale presentata alla Questura di Palermo. non si sa allo stato se
negli uffici della Questura gli sia stato notificato alcun provvedimento di
espulsione o di trattenimento, o ai sensi della Convenzione Dublino. Se ci non
fosse
avvenuto, con le dovute garanzie di difesa, il suo successivo trasferimento
potrebbe quanto meno configurare gli estremi dell'abuso di ufficio o di altri
pi gravi reati.
In ogni caso, nella mattinata del 7 marzo, non ci sono certamente stati i tempi
per una convalida da parte del magistrato, perch gi alle ore 12,30 di questo
giorno Sali veniva imbarcato su un
aereo alla volta di Milano Malpensa. Nessuno comunicava all'interessato o alla sua
famiglia, o ad altri, inclusi i rappresentanti dellACNUR, la destinazione
finale del viaggio, la dirigente dell'Ufficio non rispondeva pi al telefono ed
i suoi agenti dichiaravano che non
potevano fornire nessuna informazione.
Il caso stato tempestivamente segnalato a Luciano Scagliotti del'ENAR di
Torino, all ACNUR di
Roma, al CIR di Palermo e dell'aeroporto Milano Malpensa ed all'ACNUR.
La famiglia di SALI gli ha potuto solo comunicare il numero telefonico
dell'avv. Livio Neri del Foro di Milano, per intervenire nel caso in cui fosse
stato trasferito a Milano.
La dott.ssa Maria Luisa Scardina, assistente sociale dell'istituto
penitenziario per minori di
Palermo, assumeva intorno alle 12,30 ulteriori informazioni, in apparenza
rassicuranti, in Questura, apprendendo che SALI avrebbe comunque avuto accesso
alla procedura di asilo in Italia e non sarebbe stato accompagnato in
frontiera.
Attorno alle ore 14 SALI chiamava da Milano Malpensa con il suo telefono
cellulare l'avv. Livio Neri del foro di Milano, ma la telefonata veniva
bruscamente interrotta, probabilmente
da un agente di polizia incaricato della scorta. A Sali veniva impedito di
parlare con il suo avvocato.
Si apprendeva successivamente che SALI stava per essere accompagnato in Belgio.
L'espulsione appare comunque
illegittima, oltre che per gli evidenti vizi di procedura,anche alla
stregua delle clausole umanitarie in deroga al regolamento Dublino 343 del
2003, clausole che, nel caso di persone appartenenti a famiglie provenienti dal
Kosovo, ma nate e vissute in Italia, consentono comunque un esame della domanda
di asilo da parte dello stato italiano,
stato nel quale peraltro il richiedente nato e cresciuto.
Il comportamento seguito dalla Questura di Palermo, nel caso di Sali, in un momento
di grave vuoto istituzionale, lascia presagire quale sar il futuro dei diritti
umani in Italia, quanto vale ancora il principio di legalit, l'art. 13 della
Costituzione che precede una riserva di
giurisdizione e il diritto di difesa affermato dall'art. 24 della Costituzione
italiana. Un anticipo di quanto si verificher in futuro ai danni dei rom e
delle componenti pi deboli della popolazione
immigrata in Italia.
Chiediamo agli organi istituzionali, per
quanto di loro competenza il ripristino delle condizioni di legalit nelle
procedure che hanno interessato SAALI EMBRAM.
Chiediamo a tutte le associazioni, ai movimenti che difendono i rom a livello
internazionale ed alle agenzie umanitarie di attivarsi al pi presto per
bloccare procedimenti di espulsione
arbitrari come quello attuato nel caso di Sali e per promuovere il rispetto
delle normative che, anche a livello comunitario, impongono comunque, anche nei
casi di espulsione dei richiedenti asilo denegati il rigoroso rispetto di
regole procedurali e della dignit della
persona.
Ci impegniamo tutti a seguire gli ulteriori sviluppi di questa
fosca vicenda, anche al fine di una denuncia dellItalia davanti alla
Corte Europea dei diritti delluomo.
Fulvio Vassallo Paleologo
Universit di Palermo