Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 074 del 21/10/2008


SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------

74a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO

SOMMARIO E STENOGRAFICO

 

MARTEDÌ 21 OTTOBRE 2008

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Presidenza del presidente SCHIFANI

 

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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Italia dei Valori: IdV; Il Popolo della Libertà: PdL; Lega Nord Padania: LNP; Partito Democratico: PD; UDC, SVP e Autonomie: UDC-SVP-Aut; Misto: Misto; Misto-MPA-Movimento per l'Autonomia: Misto-MPA.

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RESOCONTO SOMMARIO

 

Presidenza del presidente SCHIFANI

 

La seduta inizia alle ore 16,03.

 

Il Senato approva il processo verbale della seduta del 14 ottobre.

 

Comunicazioni della Presidenza

 

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

In memoria di Vittorio Foa

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e con lui l'intera Assemblea) Ricorda la figura di Vittorio Foa, testimone e interprete del Novecento, che è venuto a mancare nella giornata di ieri. Nato da una famiglia ebraica piemontese, antifascista condannato a una lunga reclusione, Foa fu dirigente del Partito d'Azione, componente dell'Assemblea costituente, segretario confederale della CGIL. Docente universitario di storia contemporanea e parlamentare del PSI, fondò il PSIUP e fu eletto come indipendente nelle liste del PCI. Autore di numerosi contributi sulla storia e sulla politica del Paese, Foa ha interpretato i valori della democrazia, della memoria storica, dell'appartenenza nazionale, della giustizia e della libertà. La sua costante ricerca di una regola di convivenza comune nel rispetto delle differenze è un monito per il presente. (Su invito del Presidente, l'Assemblea osserva un minuto di silenzio).

NEROZZI (PD). Anche se non amava definirsi tale, Foa è stato un maestro per il senso etico della politica e per la capacità di leggere le trasformazioni sociali e difendere la dignità del lavoro senza schemi ideologici. Della sua lunga militanza politica e sindacale vanno ricordati in modo particolare l'impegno per una rappresentanza sindacale democratica e unitaria, la simpatia per il '68 studentesco e operaio, il sostegno alla svolta realizzata dal PCI nel 1989. E' stato tra i fondatori del Partito Democratico, che immaginava ancorato ad un progetto di giustizia, solidarietà e inclusione sociale nel tempo dell'economia globale. (Generali applausi. Congratulazioni).

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Della figura di Vittorio Foa sottolinea l'antifascismo, la fede nella libertà, l'indipendenza di giudizio, il contributo alla storia della sinistra e della democrazia italiana. Interprete di una politica con robuste radici ideali e culturali e promotore del Partito Democratico, Foa è stato ricordato dal Capo dello Stato come un uomo di grande integrità e spessore intellettuale. (Generali applausi).

PARDI (IdV). La vicenda politica e la personalità umana di Vittorio Foa sarebbero incomprensibili senza il richiamo alle sue origini piemontesi e all'esperienza dura e allo stesso tempo formativa del carcere fascista, senza la storia di Torino e del movimento operaio. Foa è stato un interprete di quella centralità operaia che, dal movimento dei consigli di fabbrica diretto da Gramsci fino alla nascita dei "Quaderni rossi" e alle lotte degli anni '60, ha profondamente segnato la storia del Paese e meriterebbe oggi di essere riletta sul piano mondiale. (Generali applausi. Congratulazioni).

BODEGA (LNP). Si associa all'omaggio reso a Vittorio Foa, rimarcandone l'impegno profuso sul piano sociale, civile e politico e l'etica laica e l'alta morale cui ispirò costantemente la propria attività. Fautore di un riformismo moderato e capace di cogliere e interpretare i mutamenti politici e sociali, Foa fu un uomo di parte, attento però sempre alle ragioni dell'altro e impegnato nel combattere battaglie in nome di ideali e non di meri interessi. Vanno infine ricordati l'allontanamento di Foa dal mondo comunista, di cui non condivideva il dogmatismo e la natura spesso dittatoriale, e l'apprezzamento rivolto alla Lega Nord per la coerenza e l'onestà nel condurre le battaglie politiche. (Generali applausi. Congratulazioni).

QUAGLIARIELLO (PdL). Il lungo percorso politico e civile di Vittorio Foa si è caratterizzato per aperture e disponibilità al confronto, ma anche per ripensamenti, errori e contraddizioni: incarnazione di un antifascismo vero e autentico, e non già postumo e strumentale, dopo la terribile esperienza del carcere l'intransigenza di Foa sfociò a volte nell'estremismo. Nel secondo dopoguerra assunse una deriva anti-riformista e fu poi protagonista di svolte politiche importanti: negli anni Settanta si ritirò per un breve periodo a vita privata per rientrare nel mondo politico a sostegno della sinistra più estrema e nel corso degli anni Ottanta si allontanò nuovamente dall'attività politica, salvo poi riassumere un impegno pubblico sulla base di un nuovo orientamento ideologico e cercando di indicare le possibili vie di sviluppo per la sinistra italiana. E' opportuno che la sinistra di oggi sia in grado di attingere correttamente e integralmente al patrimonio lasciato in eredità da Foa, cogliendone il più alto valore ma anche le più significative contraddizioni e limiti. (Generali applausi).

BONDI, ministro per i beni e le attività culturali. A nome del Governo si associa all'omaggio reso a Vittorio Foa, il quale ha rappresentato un importante punto di riferimento morale per l'intero Paese. La vocazione di Foa a comprendere i mutamenti politici e sociali e ad aprirsi al confronto delle idee muoveva dalla consapevolezza che la politica è incapace di guardare al futuro se non è sorretta da un solido apparato culturale di riferimento. L'ideale azionista cui si ispirò Foa è valido tutt'oggi, non soltanto per l'Italia ma anche per l'Europa, in quanto volto ad interpretare la libertà come evoluzione della giustizia e contrasto a tutte le iniquità sociali. (Generali applausi).

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. Comunica le determinazioni assunte dalla Conferenza dei Capigruppo in ordine al calendario dei lavori per il periodo fino al 30 ottobre. (v. Resoconto stenografico). Poiché la 7a Commissione permanente non ha concluso l'esame in sede referente, la discussione del disegno di legge n. 1108, di conversione del decreto-legge n. 137 in materia di istruzione e università, avrà inizio a partire dalla seduta pomeridiana di domani.

Parlamento in seduta comune, convocazione

PRESIDENTE. Il Parlamento in seduta comune è convocato, per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale, questa sera alle ore 19 e, se necessario, domani e giovedì 23 ottobre alle ore 8,30.

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nuova convocazione

PRESIDENTE. La Commissione di vigilanza sulla RAI è convocata per l'elezione del Presidente questa sera alle ore 22 e, se necessario, domani e giovedì alle ore 15 e alle ore 20,30.

Dà annunzio degli atti di sindacato ispettivo pervenuti alla Presidenza (v. Allegato B) e comunica l'ordine del giorno della seduta del 22 ottobre.

 

La seduta termina alle ore 16,48.

  

RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del presidente SCHIFANI

PRESIDENTE.La seduta è aperta (ore 16,03).

Si dia lettura del processo verbale.

 

AMATI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 14 ottobre.

 

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

 

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

In memoria di Vittorio Foa

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e con lui tutta l'Assemblea). Onorevoli colleghi, nella giornata di ieri è venuto a mancare Vittorio Foa, testimone ed interprete del Novecento.

Nato da una famiglia ebraica piemontese, si laureò giovanissimo in giurisprudenza nella stessa sessione di laurea di Bobbio. Antifascista, condannato a 15 anni di reclusione per cospirazione politica nel 1935, fu poi dirigente del Partito d'Azione, componente dell'Assemblea costituente, segretario confederale della CGIL.

La sua carriera universitaria lo vede docente di storia contemporanea all'università di Modena; fu quindi parlamentare socialista, fondatore del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, deputato (dal 1953 al 1968) e senatore dal 1987 al 1992 come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, all'interno del quale rimase anche dopo la trasformazione nel Partito Democratico della Sinistra.

Autore di numerosi contributi sulla storia del Paese, sulla politica e i suoi processi di trasformazione, sul senso dell'appartenenza alla comunità, sulla democrazia, Vittorio Foa dava testimonianza della sua umanità attraverso il racconto della sua vicenda e delle storie di quegli amici incontrati e conosciuti durante un cammino condiviso sia nelle difficoltà sia nelle occasioni di gioia e speranza.

Con la chiarezza che gli era propria, Foa scrive: «Fra le tante invenzioni orrende ed anche virtuose di questo secolo vorrei ricordarne una sola, che a me, che mi sono sempre occupato di politica fino a quando mi è stato possibile, si offre come un modello in qualche modo positivo: penso a quando, alla metà del secolo, è cambiato il modo di concludere le guerre, trasformandole in pace. Storicamente, dalle guerre si usciva imponendo al vinto di pagare (...). Nel '45 è successo qualcos'altro: (...) si è aiutato chi era stato vinto, mirando l'aiuto alla democrazia ed allo sviluppo, alla qualità dello sviluppo».

La sua testimonianza è stata davvero una «lotta contro la negazione dell'altro», e gli orrori di quella negazione erano da lui lucidamente indicati nella violenza, nello sterminio, nel totalitarismo. Oggi più che mai, quando forme di ingiustificata insensatezza vorrebbero circoscrivere la memoria più triste del Novecento, affievolendo il ricordo dell'Olocausto, della follia dittatoriale contro l'uomo e la civiltà, dei tanti Auschwitz che purtroppo hanno segnato la nostra storia, testimoniare significa innanzitutto raccontare, riconoscere, non dimenticare.

Vi è poi il ritratto di Vittorio Foa come "figlio" e allo stesso tempo come "padre" della Patria. Patria è parola da lui stesso invocata: «Che cos'è la responsabilità se non la possibilità di sentirsi nazione, ovvero, qualunque sia la parola che si usi, sentire la Patria?».

In questa evocazione della parola "Patria" si racchiude il senso più profondo del suo ultimo ritratto. Foa faceva della memoria non certo un viaggio retrospettivo, dal sapore nostalgico e confinato entro una teoria del passato. La memoria era tutta protesa verso il futuro: anzi, era quasi una sorta di «memoria del futuro» dove, per usare espressioni a tutti noi ampiamente note, «l'origine era la meta».

Per Foa questa consapevolezza significava determinazione e coraggio a ricercare strade comuni da percorrere. In una stagione di riforme come la nostra, l'indicazione di Foa va raccolta senza esitazione: «Negli esseri umani ci può essere una volontà che afferma le differenze, ed è giusto che vi sia; ma l'affermazione della differenza non è incompatibile con la ricerca di qualcosa che va oltre, di una volontà che crea l'insieme, che ricerca una regola di convivenza comune».

Ricordare Vittorio Foa è allora un monito a ciascuno di noi, senza nessuna distinzione o appartenenza politica, a ricercare con coraggio quella via comune che porta ad una giustizia e ad una libertà, patrimonio finalmente da tutti condiviso.

Vi invito, onorevoli colleghi, ad osservare un momento di silenzio. (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).

Alcuni colleghi hanno chiesto di parlare per commemorare il professor Vittorio Foa. Do la parola al senatore Nerozzi.

NEROZZI (PD). Signor Presidente, il maestro, per molti di noi (come lo è stato, sommessamente, per me), e il grande uomo che tutti, in quest'Aula e nel Paese, salutiamo commossi oggi, non amava definirsi maestro.

Troppo legata, forse, era per lui questa definizione all'idea di un pensiero pesante, con troppe certezze e poche domande. Nell'ultimo dei suoi tanti, preziosi libri che ci lascia, non a caso dedicato al degrado del linguaggio della politica, dice: «Non sono mai stato in grado di aggrapparmi ad un pensiero strutturato»; e più avanti: «Prendo dove posso, dove trovo: non sono un maestro e forse non ho avuto maestri». Così sono i grandi maestri: non regalano verità, ma insegnano a pensare e ad agire.

Vittorio Foa ci consegna un grande patrimonio, un grande insegnamento: la capacità di comprendere le trasformazioni, di leggerle e di ragionare sul fare, non attraverso un'ideologia inflessibile, ma attraverso valori di riferimento che immergeva nell'analisi della realtà in trasformazione, facendoli vivere e rivivere.

Ecco solo alcuni tratti di un pensiero molto più ricco: il senso etico della politica, in primo luogo. «Mi colpisce», dice, «il fatto che dell'esempio non si parla mai, anzi non esiste come categoria di giudizio del proprio e dell'altrui comportamento, eppure sappiamo che tutto viene da lì. L'esempio non nasce dalle prediche, ma dalla vita, quella che si svolge nelle scuole, nelle fabbriche, negli ospedali, negli eserciti, ovunque si stia insieme», dice ancora, appunto, nel suo ultimo libro.

In secondo luogo, l'idea di inclusione sociale come risposta, necessariamente dinamica, ad una società in rapida e profonda trasformazione, insieme all'affermazione dell'individuo in quanto sociale, "con gli altri".

In terzo luogo, il valore e la dignità del lavoro, da tutelare attraverso le tante e profonde trasformazioni di cui fu fra i più attenti osservatori: «Produrre anche per gli altri o guadagnare solo per sé: una differenza che avrà molta importanza nel futuro», prevede ne «Le parole della politica», riguardo alla propensione e alla speculazione finanziaria, rispetto, per esempio, all'investimento produttivo.

L'elaborazione delle idee, l'impegno e il sacrificio personale sono iniziati presto per Vittorio Foa, a Torino (dov'era nato nel 1910 da una famiglia di origine ebraica), nella Torino di Gobetti, dell'ambiente della casa editrice Einaudi, di Ginzburg, di «Giustizia e libertà», e si sono tradotti in quella militanza antifascista i cui fondamenti ideali saranno sempre alla base del suo pensiero.

Durante gli anni di carcere, dal 1935 al 1943, quest'impegno continua e si rafforza anche nel confronto con i compagni di cella a Civitavecchia (Massimo Mila, Riccardo Bauer, Ernesto Rossi) e, immediatamente dopo la scarcerazione, sfocia nella partecipazione alla Resistenza.

Dopo la Liberazione, il suo apporto originale e fecondo al dibattito politico e sindacale si fa sempre più evidente e ritengo offra non pochi spunti di riflessione anche per l'oggi. Questo, a partire dal ruolo svolto come deputato alla Costituente e come componente della Commissione dei 70, all'interno della quale è tra i protagonisti del dibattito e della definizione degli articoli 39 e 40, e dell'impegno come deputato del PSI, eletto nel 1953 e riconfermato per due legislature.

Il suo ruolo di dirigente della CGIL, iniziato nel 1948 all'Ufficio economico, non solo ha segnato la grande storia di quest'organizzazione, ma ha fornito idee e riferimenti culturali cui ancora oggi non si può non ricorrere. Legato profondamente a Di Vittorio, che l'aveva voluto all'Ufficio economico, al quale successivamente Vittorio Foa volle Bruno Trentin, proprio sulla base dell'insegnamento di Di Vittorio, matura e rafforza in quegli anni difficili (in cui è chiamato alla segreteria della FIOM nel 1955, dopo la sconfitta della CGIL alla FIAT, e, dopo due anni, alla segreteria della CGIL) la profonda convinzione che un sindacato confederale forte e autonomo non possa che essere unitario. Tale convinzione lo accompagnerà per tutta la vita.

L'idea di unità, oltre al patrimonio lasciatoci intorno ad essa da Santi e da Luciano Lama, ha contraddistinto, attraverso il pensiero di Vittorio Foa e di Bruno Trentin, l'elaborazione di quella che negli anni Settanta fu chiamata la sinistra sindacale.

Era - ed è ancora - l'idea di un pluralismo di ispirazioni ideali, che non venivano cancellate ma dialogavano e si arricchivano, a partire dal luogo di lavoro, dalle condizioni materiali dei lavoratori, dall'esigenza di una rappresentanza democratica e unitaria che sapesse intervenire e modificare quelle condizioni per dare al sindacato unitario la forza di intervenire, rivendicare e proporre sulla politica economica e sociale.

Tale convinzione, dicevo, accompagnerà tutta la vita di Vittorio Foa. «Mi sento comunque di indicare un obiettivo per il futuro: lavorare per l'unità sindacale, sapendo di essere diversi e rispettando le differenze che stanno alla base del progresso umano». Così diceva, ancora in questo 2008.

Quando, nel 1970, decide di concludere il proprio impegno in CGIL, la sua attività di studio e di docenza è costantemente accompagnata da una caratteristica che lo aveva contraddistinto da sempre: la curiosità, che non è l'amore acritico per tutto ciò che è nuovo, ma il desiderio di capire, di esplorare le trasformazioni della società e delle persone, i temi, i mondi, i linguaggi diversi che tali trasformazioni producono. La sua curiosità era fiducia verso il futuro, desiderio di superare le mosse lineari e predeterminate della torre - per citare uno dei suoi libri «Il Cavallo e la Torre» - e cercare le strade del cavallo, più inesplorate e imprevedibili, ma che possono portare a nuovi orizzonti del cavallo.

Anche questo stato d'animo lo porta ad aderire al PSIUP nel 1964, che abbandonerà in seguito per le posizioni filosovietiche che riproducevano un "vecchio" che non gli era mai appartenuto e che non gli interessava, e a guardare invece con interesse alle nuove formazioni, come il PdUP e la Sinistra Unita. Più ancora guardò, con quella sua curiosità intelligente e carica di ottimismo, ai movimenti nati dal 1968, ai temi che agitavano e alle forme con cui li proponevano gli operai, gli studenti, le donne.

La stessa voglia di esplorare lo spinse, in quegli anni, allo studio del movimento operaio in Inghilterra ai primi del Novecento e lo portò, ad esempio, a guardare con interesse alle esperienze e all'elaborazione dell'operaismo italiano degli inizi degli anni Sessanta.

Andava incontro al tempo, con entusiasmo e con speranza, per capire, ma anche per costruire, per cercare strumenti e luoghi in sintonia col tempo, per rendere migliori e più giuste le cose del tempo presente e di quello futuro.

Vide questo nella svolta del PCI del 1989 che lui, che non era mai stato comunista, profondamente condivise e che lo portò a sedere su questi banchi prima nella Sinistra Indipendente e poi nel PDS.

Vide questo - meglio è dire sognò - in quanto fu tra i primi a indicare la necessità e a contribuire al dibattito sulla costruzione del Partito Democratico, come luogo di incontro di culture diverse in grado di contaminarsi positivamente a vicenda, e di costruire un progetto di giustizia, di solidarietà, di inclusione, di coesione sociale ai tempi del mercato globale.

I giovani, diceva, potevano fare tutto questo. La sua curiosità era fiducia verso il futuro e verso i giovani. Scriveva: «Credo che la nostalgia non debba volgersi solo al passato. A me non dispiace che non ci sia più il passato, mi dispiace di non vedere il futuro di cui sono curioso».

E alla sua ultima apparizione in pubblico, alla manifestazione di Piazza San Giovanni, nel 2002, ci salutò con queste indimenticabili parole: «Non vi vedo, ma vi sento e mi date una speranza».

A Sesa, ai figli, ai nipoti, a tutta la sua famiglia un abbraccio. Ci mancherà il suo sorriso. (Generali applausi. Congratulazioni).

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, ci lascia uno dei pensatori più liberi del nostro Paese, un uomo politico ed un intellettuale di grande ed arguta intelligenza e di grande lungimiranza; un uomo il cui suo primo insegnamento è sempre stato quello di lottare per cause giuste e fondate. Tra queste, la più importante è il suo profondo antifascismo, che lo ha portato a pagare di persona con tanti anni di carcerazione e di umiliazioni la sua grande testimonianza e professione di fede nella libertà e democrazia.

Non sta a me - lo hanno fatto altri colleghi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarlo personalmente - fare una lunga commemorazione. Per il nostro Gruppo è importante ricordare Vittorio Foa come esponente tra i più illuminati ed importanti nella costruzione critica della storia della sinistra italiana e della democrazia nel nostro Paese; un esponente libero, che ha saputo dare il suo contributo alla ricostruzione del nostro Paese nel Partito d'Azione, nel Partito Socialista Italiano, nel sindacato, oltre che con la sua importante collaborazione come giornalista con «La Sinistra» e con «Il Manifesto».

Vogliamo poi ricordare il Foa storico, un uomo indipendente anche da questo punto di vista, assolutamente capace di formulare giudizi ed opinioni utili per tutti, anche e soprattutto per chi non la pensava e non l'ha mai pensata come lui: un uomo che è stato anche - lo ricordavano oggi alcuni colleghi del Partito Democratico - tra i profondi anticipatori di un percorso, di un'evoluzione della sinistra italiana che fa bene a questo Paese.

Credo che i suoi scritti siano proprio la riprova della sua coerenza, della ricerca della verità dei fatti, in maniera trasversale, al di là degli steccati ideologici, volendo intendere la politica quale bene da trasferire e condividere con tutti e ancorata ad una forte idealità e a grandi tradizioni e radici culturali e identitarie.

Indagare sulla storia e sulle trasformazioni della società lo appassionava e lo rendeva un vero maestro per tutti, ripeto, anche per coloro i quali non hanno mai condiviso la sua parte politica, i suoi valori e le sue idealità.

Per queste ragioni il nostro Gruppo si unisce alle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che parla di Foa come una delle figure di maggiore integrità e spessore intellettuale del nostro Novecento. Per queste ragioni ci associamo anche al cordoglio della famiglia ed esprimiamo il nostro sentimento di umana partecipazione e di solidarietà anche ai colleghi del Partito Democratico che lo hanno visto tra i loro padri fondatori. (Generali applausi).

PARDI (IdV). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PARDI (IdV). Signor Presidente, se dovessi provare a spiegare a un giovane il significato e l'importanza rivestita nel secolo passato dall'uomo che ci ha lasciato, credo che innanzitutto lo inviterei a guardare una delle sue fotografie da persona anziana: mostra un sorriso quasi infantile, curioso, senza pregiudizi, aperto.

Un personaggio così deve ovviamente la sua indole al mistero della natura umana, si è fatto da sé. Tuttavia, per spiegare al giovane in che modo Foa si è formato, lo inviterei ad andare a cercare qualcosa che gli racconti la Torino in cui Foa è stato ragazzo, dove ha studiato e dove si è formato le idee: una città che aveva ancora la caratteristica che gli attribuiva il poeta Gozzano «un po' vecchiotta, provinciale, fresca tuttavia d'un tal garbo parigino»; una città ai limiti della leggiadria provinciale e, però, una città dove misteriosamente si sono temprate delle intelligenze piene di rettitudine, di serietà, d'indipendenza, di capacità di servire la società pubblica.

Bisognerebbe poi che spiegassimo a quel giovane qualcosa sulle figure di quella città: il vecchio professor Monti, che è stato il maestro di Ginzburg e di Pavese, i suoi compagni iniziali dell'avventura intellettuale; ma subito dopo bisognerebbe parlare del carcere, perché è una vicenda caratteristica della vita di Foa, che lui ha quasi trasformato in fortuna. Scherzava, ogni tanto, sul fatto di aver vissuto la Resistenza dalla galera: è stato imprigionato dal fascismo ed è stato a lungo in carcere, e ha fatto della galera un'occasione di rinascita, d'introspezione, di ricostruzione e di analisi di una società che non era in grado di vedere. Sono quei misteri che forse capitano alle generazioni che hanno avuto grosse sfortune, grosse batoste, che hanno dovuto lottare più di quanto abbiamo fatto noi. (Brusìo).

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore Pardi. Colleghi, stiamo commemorando un personaggio che fa parte della storia del nostro Paese. Pregherei i colleghi di mantenere un atteggiamento più consono con il momento che si sta celebrando.

PARDI (IdV). Paradossalmente, dunque, la galera come fortuna.

Altempo stesso, però, per spiegare che cosa temprava le persone che avevano il coraggio di affrontare decenni di galera, senza battere ciglio, senza cedere e senza inginocchiarsi, bisognerebbe dire al giovane di andarsi a leggere certe pagine di Fenoglio in cui i partigiani erano costretti - come dice un regista americano - a scappare dopo aver sparato, ma a scappare per salvarsi (il soldato che fugge è buono per un'altra volta); bisognerebbe spiegare quel senso di irriducibilità, la necessità di garantire la sopravvivenza del nucleo combattente, perché non si può cedere, perché ogni vita salvata in una cascina d'inverno, al freddo, è un guadagno per l'avvenire.

In ogni caso l'esperienza centrale, forse la più centrale di tutte, della vita di Vittorio Foa è legata all'attenzione rivolta ad un aspetto che oggi è passato di moda, che non esiste più e che, invece, ha costituito uno dei punti focali del pensiero socio-politico del secolo spazzato: la centralità operaia.

Vittorio Foa è uno dei grandi interpreti di questa realtà, che bisognerà oggi riuscire a rileggere sul piano mondiale e che invece ha incuriosito tutti i più genuini ricercatori delle questioni sociali,soprattutto nella temperie culturale degli anni Cinquanta e Sessanta. La Torino sabauda di Gozzano si trasforma nella Torino dei «Quaderni rossi» - una rivista piena d'inventiva, d'immaginazione sociologica, come diceva Wright Mills - una città capace d'investigare, che recupera all'interno di quell'esperienza la grande esperienza dei consigli gramsciani.

In Vittorio Foa è molto fermo il punto d'appoggio rappresentato dalla potenza della comunità operaia come potere consiliare, come collettività riflessiva che sa farsi carico perfino della sopravvivenza della fabbrica. Tutti sappiamo che molte fabbriche torinesi furono salvate dagli operai durante quei terribili mesi della ritirata tedesca.

Bisognerebbe aggiungere anche qualche cosa sull'intorno. Credo che sarebbe utile, per un giovane che voglia sapere chi è stato Vittorio Foa, allargare anche l'orizzonte ad una letteratura apparentemente non politica, andarsi a leggere le pagine di Lalla Romano sulle montagne piemontesi, rendersi conto di cosa significhi guardare attraverso il velo della nebbia le montagne terse all'orizzonte, le montagne in cui si è lottato da giovani e che si guardano, da anziani, con la consapevolezza di aver raggiunto un fine superiore. Foa poi si è ritirato davanti al mare, ma credo che continuasse a pensare alle sue montagne. (Generali applausi. Congratulazioni).

BODEGA (LNP). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

BODEGA (LNP). Signor Presidente, signor Ministro, signori senatori, la scomparsa di Vittorio Foa alla veneranda età di 98 anni è la testimonianza di una vita lunga, spesa al meglio e valorizzando le più belle qualità dell'uomo: l'impegno civile, l'impegno sociale, l'impegno politico, temprati dall'esperienza del carcere negli anni bui in cui ai cantori delle libertà e della democrazia, come lui è stato, non era concesso di esprimere la propria voce, quando non era tolta la possibilità stessa di vivere.

Vittorio Foa è stato per tante generazioni un punto di riferimento e un esempio di cosa significhi la morale alta, l'etica laica che non scade nel moralismo e nel pregiudizio.

Noi rendiamo omaggio ad un uomo che ha saputo essere di parte, ma ha saputo anche cogliere le ragioni dell'altro e, soprattutto, ha saputo compiere battaglie in nome di ideali e non di interessi dai quali era lontano per natura e per scelta.

È stato anche un uomo capace di rotture, ad esempio con quel mondo comunista del quale non poteva condividere la soppressione della democrazia e della libertà, il dogmatismo e la natura spesso dittatoriale. Non è un caso che è stato deputato socialista per tre legislature, nelle quali ha continuato a battersi per il mondo dei lavoratori e, più in generale, per un riformismo lontano dagli schemi e dalle ideologie comuniste. È stato un anticipatore lungimirante, che ha saputo cogliere anche i segni dei tempi in età avanzata quando, ottantenne o novantenne, ha mostrato una freschezza intellettuale e morale superiore a quella di tanti giovani imprigionati nelle nostalgie e nei dogmi. È stato capace di interpretare il nuovo e di cogliere i fermenti che un movimento come il nostro, la Lega Nord, ha saputo portare nel Paese, del quale Foa apprezzava la coerenza e l'onestà delle battaglie.

Addio Vittorio, la tua densa vita non è passata invano! (Generali applausi. Congratulazioni).

*QUAGLIARIELLO (PdL). Domando di parlare.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

QUAGLIARIELLO (PdL). Signor Presidente, colleghi senatori, nel ricordare nella solennità di quest'Aula la figura di Vittorio Foa, la sua quasi centenaria esistenza che ha attraversato tutte le temperie del XX secolo, nel parlare di lui da avversario, non voglio sottacere né i pregi né i limiti che hanno caratterizzato una lunga militanza politica, sindacale e culturale.

Nato e cresciuto da una famiglia di origini ebraiche in quella Torino che formò molti giovani destinati ad assumere ruoli di primo piano nell'Italia repubblicana, Vittorio Foa seppe subito da che parte stare. A differenza di tanti antifascisti con la lettera A minuscola e anche di qualche azionista, che avevano aderito al regime per poi saltare prontamente dall'altra parte della barricata il giorno dopo la sua caduta e maturare in questo modo ipocrite rendite di posizione, Vittorio Foa incarnò un antifascismo che nel suo radicalismo seppe essere vero, autentico, esistenziale. Non postumo, non posticcio né tanto meno strumentale.

Entrato nelle fila di «Giustizia e libertà» fin dai primi anni Trenta, Foa scontò sulla propria pelle la durezza della reclusione in carcere, dal quale fu liberato solo dopo la caduta del regime.

Fu proprio dopo quell'esperienza che la sua intransigenza divenne a tratti estremismo. Proprio così, signor Presidente, colleghi senatori: il lascito di riflessione ed elaborazione culturale che Foa ha consegnato alle future generazioni negli ultimi decenni della sua esistenza, un lascito contraddistinto dall'apertura, dalla disponibilità al confronto, non deve farci dimenticare il travagliato percorso che tra il dopoguerra e gli inizi degli anni Ottanta lo portò ad opporsi all'ingresso del Partito Socialista nell'area di Governo, ad aderire al PSIUP su posizioni carriste, a criticare da sinistra il Partito comunista, a scrivere editoriali sui "Quaderni rossi", ad essere collaterale a formazioni come «Lotta Continua» o «Avanguardia Operaia»; assunse cioè in questa fase una deriva anti-riformista.

La sua purezza d'animo e un rapporto di autentica passione con la politica lo portarono a incidere nella sua vita delle svolte che furono anche svolte politiche. Più volte Foa ha mollato tutto cercando rifondazioni che fossero anche rifondazioni interiori: nel 1970, quando uscì dal PSIUP per ritirarsi brevemente a vita privata, ma poi tornò come "padre nobile" della sinistra più estrema; negli anni Ottanta vi è un nuovo allontanamento dalla politica, lascia tutto e promette di non parlare né scrivere più di politica e lo fa per almeno quattro anni e, quando torna ad un impegno pubblico più attivo, è veramente orientato in modo diverso, probabilmente anche per l'influenza che un suo grande amico e grande storico, Franco Venturi, esercitò su di lui.

Qui, sul terreno degli studi e della riflessione, nasce l'ultimo Vittorio Foa, il senatore indipendente eletto nelle liste del PCI nel 1987 e poi l'autore di libri - in gran parte autobiografici - che rappresentano il tentativo di indicare le vie possibili per la sinistra, guardando avanti e non indietro in vista di un nuovo millennio. Quelle letture - lo dico senza tema di sembrare compiacente - rappresentano alimento intellettuale e motivo di riflessione anche per chi, con Foa, non ha condiviso né gli orientamenti ideali, né ha avuto interesse particolare per gli approdi ai quali mirava la sua ricerca politico-intellettuale.

Questo ripensamento non deve essere stato né facile, né indolore, lo si intuisce dalla lettura delle sue pagine, ma è quello che oggi dà più nobiltà ad un percorso politico irto di ripensamenti e anche di errori.

Per tutto questo c'è da augurarsi che la sinistra dei nostri giorni, che lo ha eletto a suo padre nobile, sappia attingere integralmente da tutta la sua esistenza, senza comporla in un'immagine politicamente corretta che ne cancelli le più significative contraddizioni. Sappia attingere, insomma, sia dal suo valore, sia dai limiti delle sue scelte. E, soprattutto, è bene che il lascito della sua intransigenza esistenziale non guardi al passato per riproporre vuote parole d'ordine, ma venga interpretato alla luce delle sfide dell'oggi e del futuro, come lui sicuramente vorrebbe. Lasciar cristallizzare quel patrimonio non sarebbe il modo migliore per rendergli omaggio. (Generali applausi).

 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il ministro per i beni e le attività culturali, onorevole Bondi. Ne ha facoltà.

BONDI, ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, onorevoli senatori, sento essere una sorta di privilegio quello di ricordare e di rendere omaggio oggi, a nome del Governo, a Vittorio Foa.

Non è un caso che la figura di Vittorio Foa sia oggi riconosciuta da tutte le parti politiche, da tutti i cittadini, con parole di adesione e di rispetto. Significa che ci sono uomini che, pur appartenendo ad una parte politica e trascorrendo una vita intera militando in un partito, vengono considerati tuttavia un punto di riferimento morale da tutti.

Questo ci richiama anche oggi, pur nell'asprezza dello scontro politico, ad ispirarci al suo stile. Lo stile di Vittorio Foa - è stato ricordato dalle parole del presidente Napolitano e oggi dal presidente Renato Schifani - era quello di chi conosceva il valore fondamentale del rapporto tra la cultura e la politica. In tutta la vita di Vittorio Foa questo rapporto è stato presente. Una politica senza cultura è una politica che si limita alla gestione dell'esistente e che non ha la capacità di guardare al futuro di un Paese.

Da questo stile nasceva la sua vocazione, com'è stato ricordato, ad approfondire la realtà, la sua curiosità a comprendere i mutamenti economici e sociali del nostro Paese, continuamente; nasceva la sua vocazione ad interpretare la realtà della società italiana e nasceva, infine, anche l'apertura al confronto delle idee, la curiosità, com'è stato ricordato, anche personale nei confronti degli avversari politici.

Ho conosciuto Vittorio Foa attraverso un amico comune, Fernando Montagnani: entrambi socialisti, entrambi sindacalisti della CGIL, amici di Di Vittorio, di Morandi, di Labor, di Lombardi, per citare alcune delle figure più significative della storia del socialismo italiano. Entrambi, pur avendo assunto posizioni diverse di fronte al primo centrosinistra, come ha ricordato giustamente il senatore Quagliariello, avevano in comune l'ideale azionista, la libertà unita alla giustizia sociale, questa grande intuizione politica e culturale del Novecento e soprattutto del Novecento italiano ancora oggi valida, perché l'idea di coniugare la libertà e la giustizia che il movimento liberal-socialista ha rappresentato in Italia è un'intuizione valida ancora oggi per quanto riguarda la politica, non soltanto in Italia ma anche in Europa.

La sua concezione del socialismo non muore. L'idea di coniugare libertà e giustizia, la libertà come evoluzione della giustizia, lo sdegno per tutte le ingiustizie sociali, l'amore per la libertà: io credo che questa concezione del socialismo, che era propria di Vittorio Foa, ma non soltanto sua, non muoia perché oggi, nei grandi mutamenti sociali, economici e culturali del mondo in cui viviamo si sente ancora di più il bisogno di un pensiero critico della realtà come quello che Vittorio Foa ha saputo interpretare nel corso della sua vita. (Generali applausi).

 

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Conferenza dei Capigruppo, riunitasi questa mattina, ha approvato modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 30 ottobre 2008.

Oggi pomeriggio, a conclusione delle comunicazioni della Presidenza, sarà tolta la seduta, in particolare per consentire alla 7a Commissione permanente - a partire da questo pomeriggio e fino all'inizio della seduta pomeridiana dell'Aula di domani - di definire l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di istruzione e di università. Tutte le Commissioni sono inoltre autorizzate a riprendere la propria ordinaria programmazione dei lavori, nel rispetto degli orari di convocazione del Parlamento in seduta comune e della Commissione di vigilanza sulla RAI.

Il decreto-legge in materia di istruzione e di università inizierà il proprio iter in Assemblea a partire dalla seduta pomeridiana di domani. I tempi originariamente ripartiti tra i Gruppi sono stati ulteriormente ampliati.

Nel corso di questa settimana sarà inoltre discusso, fino alla sua votazione finale, il decreto-legge in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi - in scadenza lunedì 27 ottobre - già approvato dal Senato in prima lettura.

L'Assemblea potrà tenere sedute con votazioni nel pomeriggio di giovedì 23 ottobre, venerdì 24 mattina e, se necessario, anche venerdì pomeriggio.

Per quanto riguarda i lavori della prossima settimana, nella seduta pomeridiana di martedì 28 ottobre si esaurirà la votazione di tutti gli emendamenti presentati al decreto-legge in materia di istruzione. Le dichiarazioni di voto e il voto finale avranno luogo nella seduta antimeridiana di mercoledì 29 ottobre, a partire dalle ore 9.

Nel calendario della prossima settimana sono inoltre iscritti il decreto-legge in materia di contrasto alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina, nonché - ove concluso dalla Commissione competente - il decreto-legge recante misure urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e sugli enti locali.

 

Calendario dei lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari, riunitasi oggi con la presenza dei Vice Presidenti del Senato e con l'intervento del rappresentante del Governo, ha adottato - ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento - modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 30 ottobre 2008:

Mercoledì

22

ottobre

pom.

h. 16-20

- Disegno di legge n. 1108 - Decreto-legge n. 137, disposizioni urgenti in materia di istruzione ed università (Approvato dalla Camera dei deputati) (Scade il 31 ottobre)

 

- Disegno di legge n. 999-B - Decreto-legge n. 134, su ristrutturazione grandi imprese in crisi (Approvato dal Senato; ove modificato e trasmesso in tempo utile dalla Camera dei deputati) (Scade lunedì 27 ottobre)

Giovedì

23

"

ant.

h. 9,30-13,30

"

"

"

pom.

h. 16-20

Venerdì

24

"

ant.

 

h. 9,30-14

 

"

 

"

 

"

 

pom.

 

 

h. 15
(se necessaria)

 

 

Il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. 999-B (Decreto-legge su ristrutturazione grandi imprese in crisi) sarà stabilito dalla Presidenza in relazione ai tempi di trasmissione dalla Camera dei deputati.

 

Martedì

28

ottobre

pom.

h. 16-20

 

- Seguito disegno di legge n. 1108 - Decreto-legge n. 137, disposizioni urgenti in materia di istruzione ed università (Approvato dalla Camera dei deputati) (Scade il 31 ottobre) (*)

 

- Disegno di legge n. 1072 - Decreto-legge n. 151, disposizioni urgenti in materia di contrasto alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina (Voto finale entro il 2 novembre - scade il 1° dicembre)

 

- Disegno di legge n. 1083 - Decreto-legge n. 154, disposizioni urgenti contenimento spesa sanitaria ed enti locali (Voto finale entro il 6 novembre - scade il 6 dicembre) (ove concluso dalla Commissione)

Mercoledì

29

"

ant.

 

h. 9-13,30

 

"

"

"

pom.

h. 16-20

Giovedì

30

"

ant.

h. 9,30-13,30

"

"

"

pom.

h. 16-20

 

(*) Le votazioni degli emendamenti al disegno di legge n. 1108 (Decreto-legge istruzione) si concluderanno entro la seduta pomeridiana di martedì 28 ottobre. Le dichiarazioni di voto e il voto finale avranno luogo nella seduta antimeridiana di mercoledì 29 ottobre, a partire dalle ore 9.

 

Gli emendamenti ai disegni di legge nn. 1072 (Decreto-legge contrasto criminalità organizzata e immigrazione clandestina) e 1083 (Decreto-legge contenimento spesa sanitaria ed enti locali) dovranno essere presentati entro le ore 19 di giovedì 23 ottobre.

  

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1108
(Decreto-legge in materia di istruzione ed università)
(14 ore, escluse dichiarazioni di voto)

 

Relatore

 

30'

Governo

 

30'

Votazioni

3 h.

 

Gruppi 10 ore di cui:

 

 

PdL

3 h.

06'

PD

2 h.

41'

LNP

1 h.

14'

IdV

1 h.

03'

UDC-SVP-Aut

1 h.

 

Misto

 

55'

Dissenzienti

 

5'

  

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 999-B
(Decreto-legge su ristrutturazione grandi imprese in crisi)
(2 ore e 35 minuti, escluse dichiarazioni di voto)

 

Relatori

 

15'

Governo

 

15'

Votazioni

 

30'

Gruppi

15 minuti ciascuno

Dissenzienti

 

5'

 

Parlamento in seduta comune, convocazione

PRESIDENTE. Ricordo che il Parlamento in seduta comune è convocato questa sera, alle ore 19, per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. Voteranno per primi i deputati.

Se necessario, il Parlamento in seduta comune tornerà a riunirsi domani, mercoledì 22 ottobre, e giovedì 23 ottobre, alle ore 8,30 (la chiama inizierà dai senatori in entrambi i casi) e alle ore 12,30 (la chiama inizierà dai deputati in entrambi i casi).

 

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale
e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, nuova convocazione

PRESIDENTE. La Commissione di vigilanza sulla RAI è convocata questa sera alle ore 22 e inoltre - se necessario - domani e giovedì, alle ore 15 e alle ore 20,30.

 

Mozioni, interpellanze e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza mozioni, interpellanze e interrogazioni, pubblicate nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

 

Ordine del giorno
per la seduta di mercoledì 22 ottobre 2008

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, mercoledì 22 ottobre, alle ore 16, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

 

La seduta è tolta (ore 16,48).

 

Allegato B

 

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Alberti Casellati, Caliendo, Castelli, Ciampi, Davico, Divina, Giovanardi, Mantica, Mantovani, Martinat, Molinari, Palma, Pera, Sciascia e Viespoli.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Berselli, per attività della 2a Commissione permanente; Allegrini, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE.

Procedimenti relativi ai reati previsti dall'articolo 96 della Costituzione, trasmissione di decreti di archiviazione

Con lettera in data 6 ottobre 2008, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha comunicato, ai sensi dell'articolo 8, comma 4, della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1, che il Collegio per i procedimenti relativi ai reati previsti dall'articolo 96 della Costituzione, costituito presso il suddetto tribunale, ha disposto, con decreto in data 15 settembre 2008, l'archiviazione degli attirelativi ad ipotesi di responsabilità nei confronti del senatore Altero Matteoli, nella sua qualità di Ministro dell'ambiente pro tempore.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatore Coronella Gennaro

Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio (1122)

(presentato in data 15/10/2008 );

 

senatrice Allegrini Laura

Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451 (1123)

(presentato in data 16/10/2008 );

 

senatore Stradiotto Marco

Patto di stabilità interno per i comuni con popolazione superiore ai 5000 abitanti (1124)

(presentato in data 16/10/2008 );

 

DDL Costituzionale

senatore Ceccanti Stefano

Modifica all'articolo 64 della Costituzione per l'introduzione del ricorso alla Corte costituzionale contro le violazioni dei Regolamenti parlamentari (1125)

(presentato in data 16/10/2008 );

 

senatori Saro Giuseppe, Vaccari Gianvittore

Distacco del comune di Sappada dalla Regione Veneto e relativa aggregazione alla Regione Friuli-Venezia Giulia (1126)

(presentato in data 16/10/2008 );

 

senatore Cutrufo Mauro

Istituzione della guida accompagnata a sedici anni ed altre norme legate alla sicurezza stradale (1127)

(presentato in data 16/10/2008 );

 

Ministro affari esteri

Ministro difesa

(Governo Berlusconi-IV)

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America in merito alla conduzione di "ispezioni su sfida" da parte dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ai sensi della Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione, fatto a Roma il 27 ottobre 2004 (1128)

(presentato in data 16/10/2008 );

 

senatori Poretti Donatella, Poli Bortone Adriana, Bonino Emma, Perduca Marco, Chiaromonte Franca, Di Girolamo Leopoldo, Ghedini Rita, Blazina Tamara, Garavaglia Mariapia, Musso Enrico, Granaiola Manuela, Vita Vincenzo Maria, Legnini Giovanni, Del Vecchio Mauro, Cuffaro Salvatore

Misure per la creazione di "case famiglia" per detenute con figli minori (1129)

(presentato in data 20/10/2008 );

 

senatori Bianconi Laura, Vizzini Carlo

Norme per la prevenzione e la protezione degli operatori sanitari dai rischi di contagio derivanti da punture accidentali (1130)

(presentato in data 20/10/2008 );

 

senatore Carrara Valerio

Disposizioni in materia di agevolazioni fiscali per la prima casa in favore delle famiglie con a carico un disabile grave (1131)

(presentato in data 20/10/2008 );

 

Ministro affari esteri

Ministro politiche agricole

(Governo Berlusconi-IV)

Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull'Istituto forestale europeo, fatta a Joensuu il 28 agosto 2003 (1132)

(presentato in data 21/10/2008 );

 

Ministro affari esteri

(Governo Berlusconi-IV)

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee ed i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Tagikistan dall'altra, con allegati, Protocollo e atto finale, fatto a Lussemburgo l'11 ottobre 2004 (1133)

(presentato in data 21/10/2008 );

 

Regione Emilia Romagna

Disciplina delle medicine non convenzionali esercitate da laureati in medicina e chirurgia, odontoiatria e veterinaria (1134)

(presentato in data 21/10/2008 );

 

senatrice Della Monica Silvia

Ratifica ed esecuzione della Convenzione n. 197 del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, adottata a Varsavia il 16 maggio 2005 (1135)

(presentato in data 21/10/2008 );

 

senatore Musso Enrico

Delega al Governo in materia di riforma del codice della navigazione (1136)

(presentato in data 21/10/2008 );

 

senatrice Carloni Anna Maria

Disposizioni a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori (1137)

(presentato in data 21/10/2008 );

 

senatore De Lillo Stefano

Misure a favore di soggetti con disabilità grave attraverso l'utilizzo dei volontari del servizio civile nazionale (1138)

(presentato in data 21/10/2008 );

 

senatrice Franco Vittoria

Disciplina dei reati connessi con il fenomeno della prostituzione e misure di integrazione sociale (1139)

(presentato in data 21/10/2008 ).

Disegni di legge, assegnazione

In sede referente

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Massidda Piergiorgio

Modifica degli articoli 8 e 10 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di entrate della regione (499)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 10° (Industria, commercio, turismo), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. D'Alia Gianpiero

Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali soggetti a condizionamenti ed infiltrazioni di tipo mafioso e in materia di responsabilità dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche (737)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Piccioni Lorenzo

Riconoscimento della lingua dei segni italiana (LIS) (831)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 12° (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Valentino Giuseppe

Modifiche all'art. 135 della Costituzione, in materia di composizione della Corte costituzionale (878)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. D'Alia Gianpiero

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (894)

previ pareri delle Commissioni Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Bianchi Dorina

Disposizioni per la parità di genere nell'accesso alla comunicazione politica nei mezzi di informazione (941)

previ pareri delle Commissioni 8° (Lavori pubblici, comunicazioni)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Ghedini Rita

Istituzione del Fondo di garanzia e ricostituzione per gli assegnatari di beni immobili o aziendali confiscati alle mafie, operanti nel settore agricolo (983)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Cossiga Francesco

Procedura di impeachment da parte delle Camere del Parlamento Nazionale (1007)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 4° (Difesa)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Garavaglia Massimo

Istituzione e disciplina dei punti di accoglienza del neonato (1012)

previ pareri delle Commissioni 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 12° (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Franco Vittoria

Modifiche al codice civile nonché ulteriori disposizioni in materia di cognome dei coniugi e dei figli (86)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 3° (Affari esteri, emigrazione), 5° (Bilancio), 14° (Politiche dell'Unione europea)

Poichè il disegno di legge è stato fatto proprio dal Gruppo PD in data 15-10-2008 ai sensi dell'articolo 79, comma 1 del Regolamento, la Commissione dovrà iniziarne l'esame entro un mese dall'assegnazione.

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Perduca Marco, Sen. Poretti Donatella

Modifiche al codice civile e altre disposizioni in materia di unione civile (603)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 3° (Affari esteri, emigrazione), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Perduca Marco, Sen. Poretti Donatella

Norme in materia di correzione dell'attribuzione di sesso (604)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 12° (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Negri Magda

Modifiche alla legge 1° dicembre 1970, n. 898, recanti semplificazione delle procedure e riduzione dei tempi per l'ottenimento del divorzio (967)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Ramponi Luigi

Modifica del codice di procedura penale in materia di diritto dell'imputato di mentire (984)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Allegrini Laura ed altri

Nuove norme in materia di lotta alla pedofilia, alla pedopornografia e allo sfruttamento dei minori (993)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 11° (Lavoro, previdenza sociale)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Sen. Della Seta Roberto

Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi, con annessi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991 (381)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10° (Industria, commercio, turismo), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Sen. Peterlini Oskar

Ratifica ed esecuzione del Protocollo del 28 novembre 2003 relativo ai residuati bellici esplosivi (Protocollo V) allegato alla Convenzione del 10 ottobre 1980 sulla proibizione o la limitazione dell'uso di alcune armi convenzionali che possono essere considerate dannose o aventi effetti indiscriminati (632)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 12° (Igiene e sanita')

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Ratifica ed esecuzione del II Protocollo relativo alla Convenzione dell'Aja del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, fatto a L'Aja il 26 marzo 1999, nonchè norme di adeguamento dell'ordinamento interno (1073)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Ratifica ed esecuzione della Convenzione basata sull'articolo K3 del Trattato sull'Unione Europea, relativa alla mutua assistenza ed alla cooperazione tra le Amministrazioni doganali, con allegati, fatta a Bruxelles il 18 dicembre 1997, nonchè norme di adeguamento dell'ordinamento interno (1074)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 14° (Politiche dell'Unione europea)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Lumia Giuseppe

Istituzione di una zona franca per lo sviluppo e la legalità nel territorio della provincia di Caltanissetta e nei comuni limitrofi delle province di Enna e di Agrigento (923)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 10° (Industria, commercio, turismo), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Lannutti Elio ed altri

Norme in materia di limitazione all'utilizzo degli strumenti finanziari derivati da parte degli enti locali nonché di garanzia della loro trasparenza (924)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 10° (Industria, commercio, turismo)

Poichè il disegno di legge è stato fatto proprio dal Gruppo IdV in data 01-08-2008 ai sensi dell'articolo 79, comma 1 del Regolamento, la Commissione dovrà iniziarne l'esame entro un mese dall'assegnazione.

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Lannutti Elio ed altri

Proprietà popolare della moneta e istituzione del fondo di cittadinanza (925)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

Poichè il disegno di legge è stato fatto proprio dal Gruppo IdV in data 01-08-2008 ai sensi dell'articolo 79, comma 1 del Regolamento, la Commissione dovrà iniziarne l'esame entro un mese dall'assegnazione.

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

6ª Commissione permanente Finanze e tesoro

Sen. Lannutti Elio ed altri

Modifiche all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detrazione delle spese sostenute per lavori di manutenzione e di riparazione effettuati da prestatori d'opera presso l'unità immobiliare adibita ad abitazione principale (1064)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Sen. D'Alia Gianpiero

Disposizioni in materia di inquadramento dei docenti di stenodattilografia e tecnico - pratici di laboratorio nel ruolo dei docenti laureati di cui alla tabella C annessa al decreto-legge 30 gennaio 1976, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 marzo 1976, n. 88, nonché di rimodulazione della compresenza (895)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Sen. Aderenti Irene

Istituzione delle classi - ponte per l'alfabetizzazione nella lingua italiana e l'integrazione sociale degli studenti stranieri che non conoscono la lingua italiana (1028)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

8ª Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni

Sen. Della Seta Roberto

Modifiche alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, e delega al Governo in materia di infrastrutture per la riforma del codice dei contratti relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (595)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

8ª Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni

Sen. Carrara Valerio ed altri

Disciplina della circolazione motorizzata su strade a fondo naturale e fuoristrada (1070)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 4° (Difesa), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

9ª Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare

Sen. Bosone Daniele

Disposizioni in materia di consorzi agrari (690)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

9ª Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare

Sen. Giordano Basilio

Istituzione delle denominazioni comunali di origine per la tutela e la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali locali (921)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 10° (Industria, commercio, turismo), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

9ª Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare

Sen. Scarpa Bonazza Buora Paolo ed altri

Modifica alla legge 5 marzo 1963, n. 366, in materia di utilizzo agricolo di terreni ricadenti nella conterminazione della laguna veneta (1050)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

11ª Commissione permanente Lavoro, previdenza sociale

Sen. Garavaglia Massimo

Disposizioni per favorire la qualità della vita delle persone non autosufficienti (1010)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 12° (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

11ª Commissione permanente Lavoro, previdenza sociale

Sen. Garavaglia Massimo

Istituzione del Fondo per l'autonomia delle persone disabili (1011)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

12ª Commissione permanente Igiene e sanita'

Sen. Cuffaro Salvatore

Norme in materia di donazione del cordone ombelicale (922)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

12ª Commissione permanente Igiene e sanita'

Sen. D'Ambrosio Lettieri Luigi ed altri

Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di farmaci per il trattamento del dolore severo, di semplificazione nella tenuta dei registri degli stupefacenti e delle relative sanzioni (936)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

12ª Commissione permanente Igiene e sanita'

Sen. Amati Silvana ed altri

Misure per l'istituzione del Servizio sanitario veterinario convenzionato e norme a favore della cura di cani e gatti (1069)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali

Sen. Massidda Piergiorgio

Interventi per lo sviluppo delle isole minori (589)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 2° (Giustizia), 5° (Bilancio), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10° (Industria, commercio, turismo), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali

Sen. Gasparri Maurizio ed altri

Disposizioni legislative per lo sviluppo delle isole minori (1063)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 7° (Istruzione pubblica, beni culturali), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 9° (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10° (Industria, commercio, turismo), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 12° (Igiene e sanita'), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

Commissioni 1° e 2° riunite

Sen. Valentino Giuseppe

Modifiche al Titolo IV della parte seconda della Costituzione nonché agli articoli 24 e 135, in materia di ordine giudiziario (877)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

Commissioni 1° e 2° riunite

Sen. Valentino Giuseppe

Modifica degli articoli 104 e 105 della Costituzione in materia di composizione del Consiglio superiore della magistratura nonché di istituzione della Corte di giustizia disciplinare della magistratura (891)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

Commissioni 1° e 2° riunite

Sen. Li Gotti Luigi ed altri

Disposizioni per la riforma del processo civile (1004)

previ pareri delle Commissioni 5° (Bilancio)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

Commissioni 1° e 2° riunite

Sen. Casson Felice

Disposizioni per la riforma del processo civile (1016)

previ pareri delle Commissioni 5° (Bilancio)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

Commissioni 1° e 2° riunite

Sen. Giambrone Fabio ed altri

Disposizioni per il contrasto del fenomeno dell'estorsione e il sostegno delle vittime esercenti attività economica (1022)

previ pareri delle Commissioni 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 10° (Industria, commercio, turismo), 11° (Lavoro, previdenza sociale), 13° (Territorio, ambiente, beni ambientali), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

Commissioni 1° e 2° riunite

Misure contro la prostituzione (1079)

previ pareri delle Commissioni 3° (Affari esteri, emigrazione), 5° (Bilancio), 11° (Lavoro, previdenza sociale)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

Commissioni 1° e 4° riunite

Sen. Del Vecchio Mauro ed altri

Specificità delle Forze armate e delle Forze di polizia (1044)

previ pareri delle Commissioni 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro)

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

Commissioni 2° e 12° riunite

Delega al Governo per il riordino, l'attuazione e l'adeguamento alla vigente normativa comunitaria, delle disposizioni in tema di precursori di droghe (1080)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 3° (Affari esteri, emigrazione), 5° (Bilancio), 10°(Industria, commercio, turismo), 14° (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 );

 

Commissioni 7° e 13° riunite

Sen. Chiaromonte Franca

Norme in materia di tutela delle città storiche (314)

previ pareri delle Commissioni 1° (Affari Costituzionali), 5° (Bilancio), 6° (Finanze e tesoro), 8° (Lavori pubblici, comunicazioni), 10° (Industria, commercio, turismo), Commissione parlamentare questioni regionali

(assegnato in data 21/10/2008 ).

Disegni di legge, ritiro

Il senatore Mauro Cutrufo, in data 16 ottobre 2008, ha dichiarato di ritirare il disegno di legge: Cutrufo. - "Istituzione della guida accompagnata a sedici anni ed altre norme legate alla sicurezza stradale" (1031).

 

La senatrice Donatella Poretti, in data 20 ottobre 2008, ha dichiarato di ritirare, anche a nome degli altri cofirmatari, il disegno di legge: Poretti ed altri. - "Misure per la creazione di "case - famiglia" per detenute con figli minori" (1059).

Indagini conoscitive, annunzio

La 7a Commissione permanente è stata autorizzata a svolgere, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, una indagine conoscitiva sullo sport di base e dilettantistico.

Governo, trasmissione di atti e documenti

Il Ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 8 ottobre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 30, comma 5, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta dall'Istituto nazionale per le conserve alimentari (INCA) nell'anno 2007 e il bilancio di previsione per l'anno 2008 (Atto n. 68).

 

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 9a e alla 10a Commissione permanente.

  

Il Ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 8 ottobre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 5 dicembre 1997, n. 430, la relazione sull'attività svolta dal Nucleo tecnico di valutazione e verifica degli investimenti pubblici nell'anno 2007 (Doc. IX, n. 1).

 

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a Commissione permanente.

    

Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, con lettera in data 30 settembre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 3, comma 69, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la prima relazione sullo stato della spesa nelle amministrazioni statali e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta, con riferimento all'anno 2007 e al primo quadrimestre 2008 (Doc. CCVIII-bis, n. 1).

 

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 5a Commissione permanente.

   

Il Ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 8 ottobre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 8, comma 11, del decreto-legge 1° aprile 1989, n. 120, convertito dalla legge 15 maggio 1989, n. 181, la relazione tecnica sullo stato di attuazione del programma di promozione industriale, aggiornata al 31 dicembre 2007 (Doc. XLIX, n. 1).

 

Il predetto documento è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 10a Commissione permanente.

  

Autorità garante della concorrenza e del mercato, trasmissione di atti

Il Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 14 ottobre 2008, ha inviato, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione relativa allo schema di decreto legislativo recante "Recepimento della direttiva 2006/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 settembre 2006, relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/CEE (Atto n. 69).

 

La predetta segnalazione è stata trasmessa, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 13a Commissione permanente.

 

Corte costituzionale, trasmissione di sentenze

La Corte costituzionale, con lettere in data 10 ottobre 2008, ha inviato, a norma dell'articolo 30, comma 2, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle sentenze n. 335 e n. 336 dell'8 ottobre 2008, depositate in cancelleria il successivo 10 ottobre, con le quali la Corte stessa ha dichiarato l'illegittimità costituzionale:

 

1) dell'articolo 14, comma 1, della legge 5 gennaio 1994,n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche), sia nel testo originario,sia nel testo modificato dall'articolo 28 della legge 31 luglio 2002, n. 179 (Disposizioni in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti "anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi";

2) ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, dell'articolo 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti "anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi". Il predetto documento (Doc. VII, n. 24) è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alla 8a e alla 13a Commissione permanente;

dell'articolo 268 del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che, dopo la notificazione o l'esecuzione dell'ordinanza che dispone una misura cautelare personale, il difensore possa ottenere la trasposizione su nastro magnetico delle registrazioni di conversazioni o comunicazioni intercettate, utilizzate ai fini dell'adozione del provvedimento cautelare, anche se non depositate. Il predetto documento (Doc. VII, n. 25) è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alla 1a e alla 2a Commissione permanente.

 

Mozioni, apposizione di nuove firme

I senatori Monti, Bevilacqua, Serafini Giancarlo, Menardi, Rizzotti, D'Alia, Possa e Pastore hanno aggiunto la propria firma alla mozione 1-00030 dei senatori Gasparri ed altri.

  

Interrogazioni, apposizione di nuove firme

Le senatrici Chiaromonte e Poli Bortone hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-00671 dei senatori Poretti e Perduca.

  

Mozioni

PEDICA, BELISARIO, BUGNANO, CARLINO, LANNUTTI, GIAMBRONE, LI GOTTI, PARDI, MASCITELLI, CAFORIO, DE TONI, DI NARDO, RUSSO, ASTORE - Il Senato,

premesso che:

ogni giorno, in Italia, si verificano 2.500 incidenti sul lavoro in cui in media muoiono tre persone e ventisette rimangono permanentemente invalide;

i primi mesi dell'anno 2008 sono stati caratterizzati da una drammatica sequenza di incidenti mortali sul lavoro;

secondo quanto emerge dall'analisi dei dati dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro (Anmil), su fonti dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail), da gennaio ad agosto 2008 le vittime degli incidenti sul lavoro in Italia sono state 679, con un picco di ben 66 vittime nel solo mese di agosto;

tale dato è da considerarsi particolarmente drammatico, qualora si tenga conto del fatto che i dati disponibili sono dati cosiddetti "grezzi", ovvero non ancora consolidati, e destinati, stando alle statistiche, ad aumentare ulteriormente nel tempo;

tali dati, avendo riguardo al livello di incidenza nei vari settori dell'attività economica italiana, dimostrano che il settore in cui si verifica il maggior numero di infortuni è quello dell'edilizia, con una percentuale, nel primo trimestre del 2008, di circa il 22 per cento dei decessi nell'ambito dell'intero apparato produttivo;

nel corso del 2007 si è verificata una diminuzione dei casi di incidenti nel settore produttivo dell'agricoltura, in quello dell'industria metalmeccanica e in quello dei trasporti;

un aumento considerevole del numero delle vittime è stato invece riscontrato, nel corso del 2007, nel settore delle costruzioni;

quello delle costruzioni è il settore in cui esiste il più significativo contributo da parte di lavoratori extracomunitari che rappresentano il 15 per cento dei soggetti incorsi in incidenti mortali;

in particolare, sempre avendo riguardo all'aumento delle vittime nel settore dell'edilizia, emerge che nel 2005 si sono riscontrate 270 vittime e nell'anno 2006 oltre 280;

per quanto riguarda il confronto con altri Paesi europei, le statistiche disponibili indicano che in Italia si registra un più alto numero di incidenti mortali sul lavoro che in altri Stati dell'Unione con un reddito pro-capite paragonabile a quello italiano;

ogni anno si verificano in Italia tre incidenti mortali ogni centomila lavoratori, ovvero sei volte l'incidenza di tali incidenti nel Regno Unito, quattro volte in Svezia e due volte in Germania;

in Italia il problema degli incidenti sul lavoro ha assunto ormai da diversi anni dimensioni insostenibili, tanto che leggere i dati statistici sul fenomeno dell'incidentalità sul lavoro è diventato come leggere dei veri e propri bollettini di guerra;

negli ultimi anni numerosi sono stati i tentativi da parte del Parlamento di contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro;

durante la XV Legislatura è stato varato un disegno di legge delega in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro;

appare quanto mai urgente ed improcrastinabile intervenire per contrastare il fenomeno delle morti sui posti di lavoro;

i dati statistici dimostrano inoltre che, paradossalmente, nonostante l'Italia sia un Paese dotato di una normativa in costante evoluzione ed assolutamente in linea con i modelli europei, il numero degli infortuni e delle morti sul lavoro continua ad aumentare, colpendo centinaia di famiglie che, con sacrificio, cercano di guadagnarsi da vivere;

ciò dimostra che il vero problema non è l'insufficienza o l'inadeguatezza della normativa in vigore in materia di sicurezza sul lavoro, ma la mancata o non corretta applicazione delle norme attualmente vigenti del nostro ordinamento;

il problema delle "morti bianche" è da considerarsi una piaga nazionale, un tragico fenomeno che investe, soprattutto, le fasce sociali più disagiate che svolgono le mansioni più faticose e rischiose;

considerato che:

appare quanto mai urgente ampliare l'organico degli ispettori del lavoro di ruolo tecnico presso le Direzioni provinciali e regionali del lavoro, essendo tali ispettori dotati delle competenze necessarie per verificare l'effettiva messa in sicurezza dei luoghi di lavoro ed il rispetto delle norme che richiedono gli accertamenti e le valutazioni di natura tecnologica, medica ed igienica necessari, sia per quanto attiene agli aspetti dei processi produttivi rilevanti ai fini della tutela fisica dei lavoratori, sia per quanto attiene alla rispondenza di macchine, strumentazioni ed impianti a quanto previsto dalle disposizioni normative;

l'ispettore tecnico è l'ingegnere che, oltre ad effettuare ispezioni e collaudi su strumentazioni ed apparecchiature particolarmente delicate, viene impiegato per la progettazione e la direzione dei lavori, fornisce consulenze tecniche e pareri di congruità, opera e verifica, in prima persona, calcoli strutturali operati da altri;

allo stato attuale, le direzioni provinciali e regionali del lavoro, per quanto riguarda il numero degli ispettori tecnici, risultano essere sotto organico e conseguentemente impossibilitate ad effettuare i controlli necessari;

nel 2004 il Ministero del lavoro e della previdenza sociale ha bandito un concorso per esami per 795 posti di ispettori del lavoro amministrativi e 75 posti di ispettori tecnici, e per quest'ultima figura professionale sono risultati 111 idonei, di cui 36 non vincitori;

solo nel 2006 si sono concluse le procedure selettive per l'assunzione degli ispettori del lavoro e, con l'approvazione della legge finanziaria per il 2007, è stata prevista l'assunzione di altri 300 ispettori del lavoro con competenze di carattere amministrativo, rimanendo escluse dall'ampliamento dell'organico ispettivo le figure degli ispettori tecnici;

nessun intervento è stato promosso sino ad oggi per aumentare il numero di tali figure professionali che risultano essere, con tutta evidenza, i soggetti più specializzati per lo svolgimento di ispezioni efficaci ed accurate nei luoghi di lavoro a più elevato rischio di incidenti,

impegna il Governo:

ad adottare provvedimenti urgenti volti all'ampliamento dell'organico degli ispettori tecnici presso le Direzioni provinciali e regionali del Lavoro anche attingendo, nell'immediato, dalla graduatoria degli ispettori tecnici risultati idonei, nel concorso indetto con decreto direttoriale del 16 novembre 2004, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - 4a Serie speciale "Concorsi ed esami" n. 93 del 23 novembre 2004;

ad assumere ogni iniziativa volta ad effettuare un rapido monitoraggio presso tutte le Direzioni provinciali e regionali del lavoro al fine di verificare le situazioni di necessità di ampliamento dell'organico o mancanza di personale, individuando con particolare attenzione le aree geografiche ed i settori produttivi considerati particolarmente a rischio sotto il profilo dell'incidentalità sui luoghi di lavoro.

(1-00041)

D'ALIA, PETERLINI, CINTOLA, CUFFARO, FOSSON, GIAI, PINZGER, DI GIROLAMO Leopoldo - Il Senato,

premesso che:

il fenomeno dell'immigrazione di bambini ed adolescenti stranieri nel nostro Paese ed il loro inserimento nelle strutture scolastiche, secondo i dati forniti dal Ministero dell'istruzione, università e ricerca, ha assunto dimensioni notevoli e tali da incidere in maniera rilevante sulla normale attività di insegnamento e di apprendimento;

la presenza degli alunni che usufruiscono del servizio scolastico è disomogenea territorialmente e culturalmente, con conseguente aggravamento dell'operatività del servizio stesso;

le cronache quotidiane segnalano l'insorgenza di forme, più o meno palesi, di un certo razzismo che spesso determinano un sentimento di ostilità, di repulsione e che, a volte, generano violenze vere e proprie;

anche il Santo Padre ha rivolto un appello richiamando tutti ad un maggior rispetto della dignità della persona umana, all'accoglienza premurosa dei più deboli ed emarginati, alla tutela delle giovani generazioni che spesso arrivano in Italia in età scolare, dopo essere state oggetto di tratta nei Paesi di origine, prive dei genitori naturali e accompagnate da persone che le avviano all'accattonaggio o ad attività delinquenziali;

il compito di dare ordine ed equilibrio ai flussi migratori, con il necessario discernimento, non può essere assegnato al sistema educativo. Non si può fare la distinzione tra allievi regolari e allievi irregolari nel campo dell'istruzione e della formazione proprio nel nostro Paese, dove il punto di forza dell'educazione scolastica è costituito dalla valorizzazione del pluralismo, delle diversità e del dialogo;

il progetto educativo - volto anzitutto al superamento sia di situazioni dominanti che di situazioni emarginanti - deve assumere l'ottica della interscambiabilità delle culture al fine del raggiungimento del pieno inserimento dei minori nel contesto sociale in cui vivono. Un progetto educativo, dunque, in funzione di una vera cultura dell'accoglienza e della crescita equilibrata della "società multietnica",

impegna il Governo:

a fornire un quadro dettagliato ed aggiornato della situazione, indicando i punti di maggiore criticità;

a destinare adeguate risorse economiche agli istituti e agli enti locali che, per ragioni diverse, sono maggiormente esposti su questo fronte, affinché possano affrontare l'emergenza;

a progettare interventi di formazione in servizio dei docenti nelle zone a maggior densità di insediamenti migratori;

a sollecitare la diffusione delle «buone pratiche», che molte scuole hanno realizzato con ottimi risultati;

a prevedere un'equilibrata distribuzione degli alunni stranieri in modo da evitare il concentramento degli stessi in un'unica sede;

ad intensificare il collegamento con le realtà esterne alla scuola e con le famiglie, dove si svolgono le esperienze più autentiche di vita, aiutando anche i genitori ad apprendere la lingua italiana;

a ripristinare le cosiddette «classi aperte» in maniera da consentire, senza eccessi, il raggruppamento di alunni bisognevoli di specifici interventi di insegnamento-apprendimento;

ad arricchire i curricula di contenuti che abbiano riferimento alle varietà culturali;

a preparare approcci nel settore linguistico integrati con le attività pratiche, differenziando, per il tramite della mediazione di un docente specializzato, i programmi a seconda delle esigenze degli alunni stranieri.

(1-00042)

Interpellanze

BUGNANO, LANNUTTI - Ai Ministri dell'interno e della giustizia - Premesso che:

i testimoni di giustizia sono persone che, avendo assistito ad eventi o situazioni criminose, hanno scelto deliberatamente di offrire la loro collaborazione allo Stato, risultata a volte decisiva per l'accertamento di gravi reati, consentendo in alcuni casi l'individuazione dei colpevoli e la loro condanna penale;

queste persone hanno un profondo senso delle istituzioni, dello Stato, delle leggi e della giustizia;

l'importanza del loro ruolo è stata riconosciuta espressamente, seppur tardivamente, dalla legge 13 febbraio 2001, n. 45, che ha, a tal fine, modificato il decreto-legge 15 gennaio 1991, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 marzo 1991, n. 82;

esse non appartengono o provengono da ambienti malavitosi, ma offrono un rilevante contributo testimoniale all'autorità giudiziaria;

i testimoni di giustizia nella maggior parte dei casi si trovano a subire intimidazioni e minacce e sono perciò sottoposti a misure di tutela che possono spesso comportare la necessità di interruzione dell'attività lavorativa e la conseguente successiva corresponsione di un salario mensile da parte dello Stato, salario che però si rivela frequentemente inadeguato o comunque inferiore al reddito precedente;

le persone suddette devono accettare la delibera di assegnazione delle condizioni di protezione ed il mantenimento, pena il decadimento delle tutele previste. I diritti e i doveri derivanti dalla condizione di soggetto protetto sono indicati nell'articolo 12 del decreto-legge 15 gennaio 1991 n. 8, come modificato nel 2001, nonché nell'articolo 9 del decreto ministeriale 23 aprile 2004 e vengono trasferiti nel contratto che il testimone è chiamato a sottoscrivere all'atto dell'ingresso nel programma;

risulta agli interpellanti che il signor Pino Masciari, ex imprenditore calabrese, nonché testimone di giustizia dal 1997, ammesso al programma di protezione, con delibera della commissione centrale, il 17 marzo 1998, su proposta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, si è trovato a subire le conseguenze di comportamenti omissivi da parte dello Stato, che non avrebbe assicurato adeguate modalità di assistenza e reinserimento lavorativo al testimone ed alla sua consorte, tanto da indurlo, in alcune circostanze, alla rinuncia della sua testimonianza;

da quattro anni il ricorso di Pino Masciari contro le modalità di definizione del programma di protezione risulta pendente presso il TAR del Lazio;

contro una seconda delibera di capitalizzazione è stato presentato ricorso per motivi aggiunti con richiamo al ricorso pendente, che non sarà discusso prima del dicembre 2008;

da ultimo, nel mese di settembre 2008 al signor Masciari sarebbero stati negati sia la scorta che il rimborso spese per un viaggio a Roma, durante il quale avrebbe dovuto incontrare rappresentanti di istituzioni locali, studenti, membri di associazioni antimafia;

tale atteggiamento delle istituzioni rischia di essere gravemente contraddittorio, perché da un lato appare non tutelare sufficientemente il testimone di giustizia e i suoi familiari, dall'altro ne condiziona gli spostamenti per le medesime ragioni di protezione,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno prendere in considerazione lo status giuridico e il trattamento dei testimoni di giustizia per sostenere la loro opera di testimonianza;

se non si ritenga opportuno spiegare le motivazioni per le quali è stato interrotto il programma di protezione, nonché prendere iniziative mirate al reinserimento sociale di Pino Masciari e della sua consorte.

(2-00038)

COSSIGA - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga ormai, più che opportuno, necessario, a tutela della sicurezza interna ed esterna dello Stato e a protezione dell'ordine costituzionale, dare ordini ed istruzioni all'Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna e all'Agenzia per le informazioni e la sicurezza interna perché, sotto il coordinamento del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza, procedano, anche con la collaborazione dei servizi paralleli degli Stati alleati ed amici, ad una inchiesta di sicurezza per accertare l'azione di quali agenti dei movimenti terroristici della jidah islamica e di quali servizi di informazione e sicurezza dei Paesi che li sostengono siano dietro l'azione dei procuratori aggiunti della Repubblica presso il Tribunale di Milano Armando Spataro e Ferdinando Pomarici e del Presidente della sezione penale dello stesso Tribunale che giudica nel processo relativo alle "extraordinary rendition" della Central Intelligence Agency, giudice Maggi, che con le loro azioni cercano ormai apertamente di "far saltare" l'istituto del segreto di Stato e così di "sterilizzare" i servizi di informazione e sicurezza nazionali a profitto dei movimenti terroristici della jidah islamica e dei Paesi che li sostengono;

se si ritenga quindi opportuno deferire i tre magistrati all'autorità giudiziaria competente per i reati contro la personalità interna e la personalità esterna dello Stato, con l'aggravante di averli compiuti nell'esercizio e a mezzo dell'esercizio delle loro funzioni.

(2-00039)

Interrogazioni

ASTORE, BELISARIO, PEDICA, RUSSO, DI NARDO - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

la disciplina concernente l'assistenza protesica, ancora oggi dettata dal decreto del Ministro 27 agosto 1999, n. 332, e dalle delibere regionali di recepimento, definisce modalità ben distinte di erogazione e tariffazione dei dispositivi protesici inclusi nei tre elenchi allegati al decreto sopra citato, in virtù della diversa natura delle prestazioni protesiche in essi indicate;

per quanto attiene i dispositivi inclusi nell'elenco 1 - per i quali è sempre prevista una procedura di personalizzazione del dispositivo prescritto che lo renda fruibile al paziente cui è destinato - la normativa vigente riconosce un regime di prezzi amministrati, attraverso l'individuazione di un tariffario adottato dalle Regioni nel proprio territorio, determinato da una ricontrattazione delle tariffe indicate nel decreto ministeriale;

tariffe per le quali il legislatore - stanti i continui rinvii della proposta di revisione dell'assistenza protesica, da ultimo inclusa nel decreto del Presidente del 23 aprile 2008 di revisione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), ufficialmente ritirato dal Governo per mancanza di copertura economica - ha ritenuto opportuno riconoscere un aggiornamento a livello nazionale pari al 9 per cento (confronta legge n. 244 del 2007, articolo 2, comma 380);

considerato che:

la Regione Umbria, al pari delle altre Regioni, con delibera della Giunta n. 927 del 2000 ha riconosciuto quali tariffe di rimborso dei dispositivi inclusi nell'elenco 1 quelle indicate dal decreto ministeriale 27 agosto 1999, n. 332;

l'Azienda sanitaria locale (ASL) 3 Umbria ha pubblicato un bando di "Gara per l'acquisto e la fornitura in service di ausili tecnici per persone disabili di cui agli elenchi 1, 2 e 3 del D.M. n. 332/99, per le della Regione Umbria n. 3 e n. 4", estendendo lo strumento della gara pubblica per l'individuazione di tariffe al ribasso ai dispositivi inclusi nell'elenco 1;

è rinvenibile sul sito Internet della stessa ASL 3 Umbria una "informazione complementare" relativa al bando di cui sopra, tramite la quale si giustifica come legittimo il ricorso alla gara al ribasso anche per quegli ausili attualmente inclusi nell'elenco 1 del decreto ministeriale citato perché, in virtù di una norma mai entrata in vigore, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 aprile 2008, quegli stessi ausili sarebbero stati riclassificati secondo logiche differenti ed assoggettabili alle modalità di approvvigionamento da parte della ASL attraverso lo strumento gara;

a fronte di una normativa specifica, confermata altresì da interpretazioni del legislatore e dalla giurisprudenza sulla materia (Ministero della salute, nota prot. N. 7192/dgprog/2-p/1.8.f.u del 23 marzo 2006 e TAR Campania sentenza n. 9418/2008), che esclude inconfutabilmente per i dispositivi inclusi nell'elenco 1 il ricorso alla procedura ad evidenza pubblica, appare agli interroganti del tutto illegittima l'iniziativa intrapresa dalla Azienda sanitaria locale 3 Umbria di estendere lo strumento della gara pubblica per l'individuazione di tariffe al ribasso sui dispositivi inclusi nell'elenco 1;

a parere degli interroganti il caso della ASL 3 Umbria rappresenta l'inizio di un più devastante processo degenerativo che sta coinvolgendo il comparto assistenziale protesico, oggi in balia di scelte sempre più spesso arbitrarie e al di fuori della legalità, dettate da pure logiche economicistiche che rischiano di compromettere la qualità del servizio erogato e la sicurezza della salute di utenti che, più di ogni altra categoria, dovrebbero poter fruire di un'assistenza sanitaria ad personam, non esistendo standard né tantomeno situazioni identiche nelle persone con disabilità,

si chiede di sapere:

quali azioni urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare, nell'ambito delle proprie specifiche competenze, affinché il bando della ASL 3 Umbria sia immediatamente ritirato, evitando così gravi ripercussioni sulla salute dei soggetti che usufruiscono da anni degli ausili protesici su misura;

quale sia l'intendimento del Ministro in merito ad una riforma dell'assistenza protesica alternativa al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 aprile 2008, considerati i limiti già evidenziati dallo stesso prima ancora di entrare in vigore.

(3-00312)

BASTICO, VITALI, LEGNINI, INCOSTANTE, ADAMO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

il comma 8 dell'articolo 77-bis del decreto-legge n. 112 del 2008 (la cosiddetta "manovra d'estate"), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, prevede che «Le risorse derivanti dalla cessione di azioni o quote di società operanti nel settore dei servizi pubblici locali e le risorse derivanti dalla vendita del patrimonio immobiliare non sono conteggiate ai fini dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno se destinate alla realizzazione di investimenti infrastrutturali o alla riduzione del debito», disponendo in questo modo la neutralità dei proventi da alienazioni per la costruzione dei saldi rilevanti ai fini del rispetto del patto di stabilità interno;

questa disposizione genera un effetto positivo per gli enti che nel 2007 hanno operato dismissioni in misura consistente: i Comuni in questa situazione sono circa un terzo di quelli soggetti al patto di stabilità;

al contrario, per gli enti che faranno alienazioni dall'anno 2009 la norma ha effetti negativi in quanto non potranno computare questi proventi come entrate utili ai fini del patto; in questo caso infatti i comuni dovranno calcolare l'uscita (la spesa in conto capitale per le infrastrutture), ma non l'entrata che viene esclusa;

questi Comuni avranno grandi difficoltà a compensare la spesa per investimenti programmata (circa la metà dei Comuni soggetti al patto potrebbe trovarsi in questa condizione);

questo risultato appare in palese contrasto con quanto stabilito dall'articolo 58 lo stesso del decreto-legge che incentiva le dismissioni del patrimonio immobiliare locale e che, proprio per questo, potrebbe essere sfruttata ampiamente dai comuni;

si possono verificare delle situazioni di insostenibilità della manovra dovute al differenziale tra saldo programmatico del 2008, già approvato nel bilancio di previsione, e saldo programmatico del 2009;

per trovare soluzione a questo problema l'Anci propone che la neutralizzazione delle entrate straordinarie rispetto al calcolo dei saldi utili ai fini del rispetto del patto di stabilità interno sia resa facoltativa per i Comuni e che sia individuata una soglia di sostenibilità, in modo che il differenziale tra i saldi obiettivo 2008 e 2009 non sia superiore al 20 per cento della spesa finale;

premesso inoltre che:

in base a quanto disposto dall'articolo 1, comma 5, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), e, successivamente, dal decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, recante Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126, l'abitazione principale è stata esentata dal pagamento dell'Ici;

in base alle citate disposizioni normative, il minore gettito, pari a 1.700 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008, viene rimborsato ai Comuni attraverso trasferimenti erariali: a tal fine è stata stanziata la somma di 2 miliardi e 604 milioni di euro (1.700 milioni di euro previsti dal decreto-legge cui sono sommati 904 milioni già stanziati dalla legge finanziaria per il 2008);

la compensazione delle minori entrate per i Comuni derivante dall'azzeramento dell'ICI sulla prima casa è da ritenersi assolutamente insufficiente, e non dà la necessaria garanzia in termini temporali, costringendo le amministrazioni a ricorrere ad onerose anticipazioni di cassa;

per risolvere questo problema il 3 ottobre 2008 è stato approvato dal Consiglio dei ministri un decreto-legge finalizzato al riequilibrio economico e finanziario di Regioni ed enti locali, che interviene sulle questioni irrisolte che gravano sui bilanci comunali. Il decreto-legge garantisce 585 milioni per l'integrazione Ici rurale 2007 e circa 700 milioni per l'Ici rurale 2008, nonché 260 milioni di integrazione per l'Ici prima casa,

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intenda promuovere al fine di tutelare i Comuni proponendo una misura equa per tutto il comparto ed individuando obiettivi di miglioramento dei saldi compatibili con le realtà di bilancio dei singoli enti;

se non ritenga opportuno, considerata la modifica delle regole, promuovere la posticipazione del calendario delle sanzioni per i Comuni che non rispettano il patto;

se sarà rispettato l'impegno assunto dal Governo riguardo l'erogazione di 260 milioni di euro per l'Ici sulla prima casa anche attraverso interventi nella prossima legge finanziaria.

(3-00314)

DI GIROLAMO Leopoldo, AGOSTINI, FIORONI - Al Ministro delle infrastrutture e trasporti - Premesso che:

in base ai programmi di Trenitalia, avallati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a decorrere dal 2009-2010 i treni che partiranno dall'Umbria rischiano di non poter più usufruire della linea "direttissima" Orte-Roma, in quanto tale tracciato verrà occupato esclusivamente dall'Alta Velocità;

ciò comporta che le migliaia di pendolari del centro Italia, studenti e lavoratori, verranno dirottati sulla vecchia linea Orte-Roma, già occupata da treni merci e metropolitani, con aggravio dei tempi di percorrenza di almeno 45 minuti;

il territorio umbro-marchigiano si troverebbe a vivere il paradosso di essere uno dei più dotati di infrastrutture del Paese ma di non poter usufruire delle proprie infrastrutture e ciò rappresenterebbe, di fatto, un balzo all'indietro di 30 anni non solo per i pendolari, la cui vita verrebbe stravolta, ma per tutti i cittadini dei territori coinvolti, che subirebbero inevitabili ripercussioni negative rispetto alle prospettive di sviluppo;

i Sindaci di Terni ed Ancona hanno già assunto un'iniziativa congiunta nei confronti di Trenitalia per scongiurare il ridimensionamento del servizio, soprattutto in considerazione della domanda sempre crescente - che vede un aumento tendenziale del numero dei pendolari pari a circa il 3 per cento annuo - e del valore strategico della mobilità ferroviaria in relazione agli obbiettivi di sostenibilità ambientale,

si chiede di sapere quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare per garantire la salvaguardia dei collegamenti ferroviari sulla linea Orte-Roma, nell'ottica dell'efficienza e della qualità del servizio.

(3-00315)

LATRONICO - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

la Consul Service srl ha presentato al Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare e alla Capitaneria di porto di Taranto una richiesta di verifica della compatibilità ambientale in merito al permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominata "d 148 D.R. - Cs";

la richiesta riguarda possibili trivellazioni in mare aperto, lungo la costa jonico-lucana, nello spazio marino compreso tra le foci dei fiumi Sinni e Basento;

l'esplorazione, in base all'aera di sondaggio richiesta, riguarderà le acque antistanti alle spiagge del Metapontino;

le piattaforme di esplorazione ed estrazione degli idrocarburi occuperanno, infatti, uno spazio ben visibile dal litorale, da poche decine di metri dalla riva jonica, fino a qualche chilometro entro le acque territoriali;

considerato che:

le piattaforme saranno realizzate prossime alla riva e potranno trasformarsi, dopo i sondaggi, in piattaforme di produzione;

l'attività di perforazione potrebbe determinare contraccolpi per la già traballante economia turistica lucana e mettere a rischio la salubrità dell'ambiente;

il comparto turistico può, invece, diventare un settore trainante per lo sviluppo del comprensorio del Metapontino e dell'intera regione Basilicata;

il turismo della costa jonica dovrebbe essere, quindi, sostenuto attraverso politiche di intervento finalizzate a migliorare la qualità e la competitività dell'offerta turistica ed a innalzare il livello di fruibilità delle risorse e delle infrastrutture, promuovendo l'immagine dell'area,

l'interrogante chiede di sapere dai Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza:

quale sia lo stato della procedura relativa alla richiesta di compatibilità ambientale in merito al permesso di ricerca indicato in premessa;

se non ritengano che le perforazioni nelle acque della costa jonico-lucana potrebbero mettere a rischio la già traballante economia turistica e la salubrità dell'ambiente, impedendo ad un'area dinamica come quella del Metapontino di sfruttare pienamente il proprio potenziale economico e sociale.

(3-00316)

BARBOLINI, BERTUZZI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

il Consiglio di Stato ha espresso in data 22 settembre 2008 parere contrario sul nuovo schema di regolamento di attuazione dell'articolo 1, comma 345, della legge 22 dicembre 2005, n. 266, in materia di "depositi dormienti";

il Consiglio di Stato, nell'esaminare lo schema, ha rilevato l'ulteriore peggioramento del testo rispetto a quello su cui aveva già espresso parere interlocutorio nell'adunanza del 25 febbraio 2008;

in particolare il Consiglio ha eccepito sul progressivo svuotamento dei poteri della Commissione di gestione del fondo per le vittime delle frodi finanziarie, a tutto favore della CONSAP;

nel nuovo schema di regolamento non si ritrovano le norme a suo tempo contenute nell'articolo 7 del testo iniziale in tema di bond argentini e di procedure concorsuali degli emittenti dei titoli in default, malgrado il citato primo parere del 25 febbraio 2008 del Consiglio di Stato nulla avesse eccepito in proposito;

si rileva l'urgenza di disporre dello strumento del fondo visto l'ormai imminente afflusso del controvalore dei primi depositi dormienti in base alle procedure stabilite dal decreto legislativo 22 giugno 2007, n. 116,

si chiede di sapere:

se e quando il Ministro in indirizzo intenda adottare il regolamento in parola nel rispetto delle indicazioni del Consiglio di Stato del 25 febbraio e del 22 settembre 2008;

se in tale nuovo regolamento intenda reintrodurre le norme dell'originario schema di regolamento, che all'articolo 7 prevedeva apposite misure in materia di bond argentini e di procedure concorsuali degli emittenti dei titoli in default e se intenda estendere tali previsioni anche ai recenti default conseguenti alla crisi dei mercati finanziari.

(3-00317)

POLI BORTONE - Al Ministro dell'istruzione, università e ricerca - Premesso che:

con nota n. 12738 del 29 luglio 2008 la Direzione generale del personale della scuola del Ministero dell'istruzione, università e ricerca comunicava alle Direzioni regionali i nominativi dei neo dirigenti scolastici da nominare in ruolo in entrata presso i diversi Uffici scolastici per l'anno scolastico 2008-2009, secondo le 157 disponibilità comunicate con nota specifica del 16 luglio 2008;

nella mattinata del 30 luglio 2008 la Direzione generale del personale del Ministero informava, con una nota diramata per le vie brevi, che era stata sospesa la pubblicazione degli elenchi dei candidati idonei alle procedure concorsuali per Dirigente scolastico da assumere per l'anno scolastico 2008-2009 su base interregionale;

il giorno successivo, 31 luglio 2008, gli elenchi già compilati degli idonei a detto incarico venivano "rivisti, corretti e ripuliti" degli idonei del II settore del concorso ordinario, i quali venivano scalzati dai candidati del I settore dei concorsi riservati del 2002 e del 2006,

l'interrogante chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e, in caso affermativo:

se intenda intervenire al fine di chiarire i motivi, i criteri e le modalità in base ai quali si è provveduto a modificare una graduatoria già compilata e resa pubblica;

se intenda intervenire al fine di individuare coloro i quali, dirigenti e funzionari, hanno provveduto a tali modificazioni;

se e con quali mezzi intenda intervenire al fine di porre rimedio a tale operato ripristinando la prima graduatoria stilata e la conseguente nomina alla funzione dirigenziale di tutti i candidati idonei del II settore del concorso ordinario "sostituiti" da quelli dei concorsi riservati, evitando in tal modo che possa essere instaurato un contenzioso che potrebbe vedere l'Amministrazione soccombente.

(3-00319)

NEGRI, AMATI - Al Ministro della difesa - Premesso che:

nell'ambito di un'intervista rilasciata al quotidiano "la Repubblica" il 20 ottobre 2008, il Ministro della difesa ha dichiarato espressamente che le regole d'ingaggio delle forze militari italiane stanziate in Afghanistan sono state cambiate rispetto alle previsioni originarie;

i mutamenti principali apportati ai caveat consentirebbero pertanto interventi dei soldati al di fuori del territorio assegnato al controllo delle truppe italiane in un tempo inferiore alle 72 ore precedentemente previste, come peraltro il Ministro della difesa ha dichiarato essere avvenuto in seguito all'adozione delle nuove regole d'ingaggio;

tali dichiarazioni contrastano palesemente con quanto dichiarato dal Governo in sede di dibattito al Senato, il 15 ottobre 2008, sul disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2008, n. 150, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali per l'anno 2008, ove il rappresentante del Governo ha asserito: "Alcuni colleghi hanno chiesto se la missione in Afghanistan avrebbe subito dei cambiamenti nei contenuti operativi. La risposta è negativa, non esistono cambi della nostra missione, come precisato più volte in questa settimana. Anche l'impegno dei Tornado non avrà alcun effetto e non cambierà nulla dei caveat secondo i quali i nostri soldati si muovono",

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo intenda fornire maggiori informazioni e chiarimenti in merito all'eventuale modifica dei caveat relativamente ai nostri militari in Afghanistan, avvenuta in ipotesi indipendentemente dalla posizione assunta dal Governo in Parlamento;

quale sia la posizione del Governo in ordine ad eventuali richieste, suscettibili di promanare dagli altri Paesi membri della Nato impegnati nella missione di contrasto al terrorismo in Afghanistan, di modifica delle regole d'ingaggio del contingente italiano.

(3-00320)

FILIPPI Alberto, MURA - Al Ministro delle infrastrutture e trasporti - Premesso che:

ai sensi dell'articolo 119 del Codice della strada (decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285), l'accertamento dei requisiti fisici e psichici per il conseguimento della patente di guida è effettuato dall'ufficio della unità sanitaria locale territorialmente competente, cui sono attribuite funzioni in materia medico-legale;

l'accertamento suindicato, tuttavia, può essere effettuato altresì da un medico responsabile dei servizi di base del distretto sanitario ovvero da un medico appartenente al ruolo dei medici del Ministero della salute, o da un ispettore medico delle Ferrovie dello Stato o da un medico militare in servizio permanente effettivo o da un medico del ruolo professionale dei sanitari della Polizia di Stato o da un medico del ruolo sanitario del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco o da un ispettore medico del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

nella XV Legislatura, l'articolo 11 del progetto di legge di iniziativa governativa AC 2161, approvato in prima lettura dalla Camere dei deputati, ma decaduto a causa dello scioglimento anticipato delle Camere, prevedeva una riforma complessiva dell'articolo 119 del Codice della strada, finalizzato ad ampliare la categoria delle figure professionali autorizzate ad espletare gli accertamenti medici per il rilascio e il rinnovo della patente di guida;

l'articolo 11 dell'AC 2161 prevedeva, infatti, di modificare come segue l'art. 119, secondo comma del decreto legislativo n. 285 del 1992: l'accertamento dei requisiti fisici e psichici, tranne che per i casi stabiliti nei commi 2-bis e 4, è effettuato nei gabinetti medici da medici iscritti in apposito elenco istituito presso ogni ufficio del Dipartimento per i trasporti terrestri, personale, affari generali e la pianificazione generale dei trasporti, ai sensi dell'articolo 103, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. L'iscrizione nell'elenco è effettuata previa presentazione di attestazione del competente ordine professionale dalla quale risulti il possesso della laurea in medicina e chirurgia e dell'abilitazione all'esercizio della professione, nonché della specializzazione in medicina del lavoro o in medicina interna ovvero in medicina legale. I medici abilitati all'esercizio della professione e iscritti negli albi professionali che non sono in possesso delle suddette specializzazioni possono essere iscritti nell'elenco previa presentazione di attestato dal quale risulti il superamento di un corso di formazione specifico con onere a carico dei partecipanti. Con decreto del Ministro della salute sono stabiliti le procedure organizzative, la durata, i contenuti del corso di formazione e le modalità di accertamento dell'avvenuta frequenza. L'iscrizione abilita all'effettuazione degli accertamenti sopra indicati esclusivamente nelle province nei cui elenchi è stata effettuata l'iscrizione stessa;

l'ampliamento della categoria delle figure professionali autorizzate all'espletamento degli accertamenti in titolo presenta numerosi profili di criticità, in quanto è necessario garantire che tali funzioni siano esercitate da medici specializzati nel settore, in grado di valutare l'effettiva idoneità del richiedente alla guida;

l'accertamento dei requisiti fisici e psichici dei conducenti dei veicoli rappresenta, infatti, un fondamentale strumento per la tutela della sicurezza stradale, come confermato dai recenti casi di cronaca che vedono protagonisti di incidenti anche mortali soggetti neo-patentati o con problemi psico-fisici spesso legati all'età avanzata;

la revisione dei requisiti professionali per lo svolgimento degli accertamenti medici propedeutici al conseguimento della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori non sembra, per altro verso, destinata a comportare alcun beneficio agli utenti finali, considerato anche il costo irrisorio delle visite mediche di cui all'art. 119 del codice della strada (circa 21 euro);

il Ministro ha annunciato una revisione organica delle disposizioni relative al Codice della strada,

gli interroganti chiedono di sapere:

quale sia l'orientamento del Ministro in indirizzo in merito alla problematica di cui in premessa;

se non ritenga opportuno confermare le disposizioni vigenti sui requisiti professionali per gli accertamenti medici ex art. 119 del Codice della strada, al fine di garantire che le verifiche di cui in titolo siano svolte da professionisti del settore di comprovata esperienza, a garanzia della sicurezza collettiva nella circolazione stradale.

(3-00321)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

D'ALIA - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

Marina Petrella, membro storico della colonna romana delle Brigate Rosse, nota come colonna Balzerani, nel 1978 partecipa al rapimento Moro per il quale viene condannata nel 1988. Assassina di un agente di polizia, per l'omicidio del quale viene condannata all'ergastolo nel 1992, fugge in Francia per evitare la cattura e beneficiare della "dottrina" che il presidente francese François Mitterrand intraprese, per prassi, a partire dal 1985. Sulla base di tale dottrina la Francia garantì il diritto d'asilo ai rifugiati politici stranieri, in particolare italiani, ricercati nei loro paesi per "atti di natura violenta ma d'ispirazione politica", diretti contro qualunque Stato, purché non diretti contro lo Stato francese e purché i loro autori rinunciassero ad ogni violenza politica;

venuta meno la "dottrina Mitterand", in seguito a richiesta di estradizione italiana datata 2002, Marina Petrella viene arrestata dalla polizia francese nell'agosto del 2007 a Val-d'Oise, dove lavorava come assistente sociale;

un decreto del governo francese del 3 giugno 2008 ne autorizzava l'estradizione verso l'Italia;

un comitato di sostenitori dell'ex brigatista, ora cinquantaquattrenne, aveva domandato al presidente francese Sarkozy l'applicazione della «clausola umanitaria» prevista dalla convenzione sull'estradizione franco-italiana del 1957;

si apprende, pertanto, che il presidente Nicolas Sarkozy ha deciso di non applicare il decreto sulla sua estradizione per «ragioni umanitarie»;

sulla questione interviene anche la moglie del presidente francese, Carla Bruni, che personalmente informa Marina Petrella della decisione di Sarkozy recandosi, insieme alla sorella regista e attrice Valeria Bruni Tedeschi, nell'ospedale Sainte-Anne a Parigi, dove la Petrella è ricoverata da agosto, mese in cui la Corte d'appello di Versailles ha autorizzato la libertà sotto controllo giudiziario per permetterle di ricevere delle cure senza essere detenuta;

a giudizio dell'interrogante, la decisione della Francia è inaccettabile. La richiesta di estradizione da parte dell'Italia per far loro scontare la pena non proviene certamente da un Paese dittatoriale. I terroristi italiani hanno ucciso vittime innocenti e indifese, si sono comportati da criminali comuni con i quali avevano spesso contatti e, pertanto, questa decisione riapre con dolore le ferite;

anche la vedova di Massimo D'Antona, ucciso dalle Brigate Rosse il 20 maggio 1999, ha condannato la decisione di Sarkozy e controllare la dichiarazione, il 15 ottobre 2008, in un'intervista su "Il Tempo", dichiara che tale decisione "rappresenta non solo un'offesa ai familiari delle vittime e dei tanti poliziotti e carabinieri ammazzati, ma anche, e soprattutto, un'offesa allo Stato italiano, affermando che tra i due Stati membri dell'Unione europea non ci sia rispetto reciproco. L'Italia è un paese che rispetta i diritti umani e che lotta per l'abolizione della pena di morte nel mondo";

la contabilità aggiornata dei detenuti appartenenti a movimenti eversivi conta cifre bassissime, durante e dopo gli anni di piombo. Dei 6000 entrati in carcere, oggi sono meno di 100 i detenuti a tempo pieno ed esattamente 97, dei quali 70 di sinistra, 21 di destra e 6 definiti anarchici. Di questi, 26 sono in semilibertà, e prima o poi otterranno la condizionale. Restano in stato di detenzione solo 71, di cui 47 non usufruiscono di alcun beneficio. In questa cifra rientrano i neobrigatisti arrestati dopo il 2003 (tra cui i responsabili degli omicidi D'Antona e Biagi) e gli aspiranti combattenti del Partito comunista politico militante, catturati nel 2007;

tra i detenuti senza benefici c'è Pierluigi Concutelli, a cui un mese fa è stata revocata la semilibertà perché trovato con qualche grammo di hashish addosso;

delle migliaia di persone passate dalle carceri per reati di matrice politica, rimangono detenute poche decine, tutti gli altri hanno ottenuto da tempo benefici o la libertà condizionale;

venticinque anni fa la magistratura fu artefice della repressione del fenomeno eversivo, applicando leggi speciali. Oggi è il momento giudiziario, con valutazioni sui singoli casi affidati alla discrezionalità dei giudici. Attraverso questa "delega non dichiarata", i magistrati si sono fatti carico di restituire alla collettività i protagonisti di sequestri, assassini ed eversori dello Stato,

si chiede di sapere:

quali iniziative di compentenza intenda intraprendere il Ministro in indirizzo circa la gravissima ed inaccettabile decisione del presidente Sarkozy, che non sembra affatto "personale ed umanitaria" ma, piuttosto, consigliata dalla moglie, che accetta di essere intervistata sull'argomento dal quotidiano francese "Libération";

se non ritenga offensivo il diniego della Francia, oltre che non rispettoso delle convenzioni internazionali, per i parenti delle vittime del terrorismo che sono contrari alla vendetta ma rispettosi della giustizia e chiedono che la condanna venga eseguita in Italia, dove esistono adeguate strutture ospedaliere in grado di curare la Petrella;

se non ritenga necessario adottare con urgenza provvedimenti più severi in materia di libertà condizionale per gli ex terroristi.

(3-00313)

DONAGGIO - Ai Ministri dello sviluppo economico, dell'economia e delle finanze, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

nel dicembre 2006, al fine di rilanciare il settore industriale della chimica nell'area di Venezia, è stato firmato un accordo di programma, nel quale si prevedeva l'acquisto da parte della società Ineos Italia degli impianti di produzione del cloro, necessario per fare il CVM, di proprietà della società Syndial (gruppo ENI);

l'esito positivo della suddetta compravendita veniva subordinata alla concessione della valutazione di impatto ambientale su due progetti: la sostituzione delle inquinanti celle a mercurio con le celle a membrana e il bilanciamento delle produzioni di CVM (materia prima) con la produzione di PVC (prodotto semilavorato), che arrivarono regolarmente nel 2006 e nel 2008;

l'accordo di programma prevedeva, inoltre, investimenti sugli impianti di craker della società Polimeri Europa (ENI) e la raffineria di Venezia, la sostituzione di una vecchia centrale termoelettrica di proprietà di Polimeri Europa con una nuova centrale termoelettrica da parte di Ineos per ridurre il costo energetico delle produzioni chimiche di Porto Marghera ed, infine, l'impegno da parte dell'ENI di assumere i lavoratori della Dow Chemical che aveva chiuso gli impianti di Porto Marghera;

a due anni di distanza, nel luglio 2008, l'Ineos Italia ha dichiarato il proprio disimpegno dai siti produttivi italiani (a Porto Marghera e in Sardegna), a causa degli ingenti debiti accumulati che la controllante Ineos Group non aveva più intenzione di ripianare. Per tali motivi la società ha preannunciato il possibile ricorso ai liquidatori e la messa in vendita degli impianti;

l'eventuale chiusura degli impianti di CVM a Porto Marghera provocherebbe, sotto l'aspetto produttivo, la chiusura di tutto il ciclo cloro degli impianti della Syndial e l'inevitabile messa in discussione di tutto il Petrolchimico di Porto Marghera con un effetto domino nel petrolchimico veneziano, ma anche con riflessi pesanti sui siti di Mantova, Ravenna e Ferrara;

sotto l'aspetto occupazionale, solo a Porto Marghera ci sarebbero circa 5.000 lavoratori in esubero, con scarse possibilità di ricollocazione. Altrettanti potrebbero essere i lavoratori coinvolti nella chiusura degli impianti del nordest;

al fine di evitare tale inatteso disastro, da subito le amministrazioni Comunali di Venezia e Porto Marghera, la Provincia di Venezia e la Regione Veneto si sono attivate presso il Ministero dello sviluppo economico e l'ENI al fine di trovare una soluzione per salvare il Polo petrolchimico;

l'Eni ha subito affermato di non essere interessata a riaprire il core business della chimica, abbandonato nel lontano 1992;

il Ministro dello sviluppo economico ha più volte confermato la strategicità della petrolchimica e ribadito l'impegno di trovare una soluzione alla possibile chiusura della produzione di CVM;

dopo vari consigli di amministrazione, Ineos Italia, pur avendo rinviato la decisione di messa in liquidazione della società, ha fermato gli impianti e messo in mobilità 300 dipendenti;

lo scorso 10 ottobre 2008 la società Ineos Italia ha sottoscritto con il gruppo Videa di Floriano Sartor, operante nel settore dei ponteggi e manutenzione, un pre-accordo di vendita degli impianti CVM di Porto Marghera subordinato alla disponibilità da parte dell'ENI di cessione degli impianti di Syndial del ciclo cloro;

l'ENI ha sempre dichiarato la sua disponibilità a cedere gli impianti onorando l'accordo di programma del 2006;

il 22 ottobre 2008 è previsto un incontro fra la Ineos italia, l'ENI e il gruppo Videa, per la firma definitiva dell'accordo di compravendita dei suddetti impianti CVM di Porto Marghera,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno che Ineos italia, l'ENI e il gruppo Videa sottoscrivano l'accordo di compravendita degli impianti di produzione del cloro e se in particolare l'ENI intenda favorire l'esito positivo della vicenda;

quali iniziative intendano adottare, qualora le parti non raggiungano un accordo, al fine di salvaguardare il Polo petrolchimico di Porto Marghera e di garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali.

(3-00318)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

MUSSO, PINOTTI - Ai Ministri dell'interno e delle infrastrutture e trasporti - Premesso che:

da più di quattro anni nel quartiere di Cornigliano a Genova - zona Campi ex panificio militare - il Provveditorato alle opere pubbliche ha edificato per conto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il nuovo autocentro della Polizia di Stato di Genova;

a tutt'oggi, però, la Polizia di Stato di Genova usufruisce ancora di spazi inadeguati nell'area portuale operativa all'interno del Terminal "Messina" in prossimità di Ponte Canepa, poiché non può ancora utilizzare la nuova struttura, lavorando quindi assieme ai civili in assenza di ogni requisito di sicurezza, con pesantissime disfunzioni e rischi per l'incolumità;

il progetto originale avrebbe dovuto tenere in debito conto caratteristiche costruttive essenziali quali, ad esempio, l'altezza del garage del piano terra, risultata in seguito troppo scarsa per ospitare mezzi più voluminosi quali i pullman della polizia;

a correzione ed a completamento dell'opera, il Provveditorato alle opere pubbliche ha quantificato la necessità di un ulteriore stanziamento di 320.000 euro che, oltre a rendere funzionale il nuovo autocentro, sarebbero necessari per una più ampia riqualificazione di un importante quartiere quale quello di Cornigliano,

si chiede di sapere quali misure si intendano adottare per porre rimedio con urgenza alla situazione sopra evidenziata e se verranno stanziati i fondi già previsti per il completamento dell'opera e la riqualificazione del quartiere.

(4-00673)

BOLDI - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

la tutela alla salute è un diritto fondamentale garantito dalla Carta costituzionale all'articolo 32 nel rispetto della dignità e della persona umana;

nel Libro Bianco sui principi fondamentali del servizio sanitario nazionale, nella parte dedicata alla centralità della persona si afferma che "gli individui con peggiore stato di salute o con maggiore bisogno devono venire trattati più favorevolmente (c.d. equità verticale)";

nonostante ciò, da tempo, ad Alessandria, davanti all'ospedale "SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo" si è venuta a creare una situazione ai limiti della decenza;

ogni giorno molte persone in attesa di essere sottoposte al trattamento di chemioterapia sono costrette a file interminabili fuori dalla struttura ospedaliera, per riuscire ad avere un numero progressivo che permetta loro di accedere alla terapia;

una volta guadagnato l'accesso in ospedale, i tempi di attesa sono dettati dal numero che sono riusciti ad ottenere: da questo infatti dipende se potranno essere subito sottoposti al trattamento o se saranno costretti ad una lunga ed estenuante attesa che si può prolungare anche fino a sera;

la terapia in questione dura dalle tre alle sei ore e viene eseguita in camere che troppo spesso, superficialmente, vengono lasciate aperte contravvenendo alle basilari regole di tutela della privacy;

tenuto conto che:

sarebbe sufficiente che il reparto programmasse la chemioterapia su più turni per differenti gruppi, evitando così tali ed incomprensibili tempi di attesa ai pazienti ed ai loro accompagnatori, che già sono messi a dura prova dalla malattia che li ha colpiti;

l'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte è a conoscenza di questa incresciosa vicenda,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda promuovere un'indagine per verificare la situazione sopra descritta e se vi siano responsabilità personali da far valere.

(4-00674)

FONTANA - Al Ministro delle infrastrutture e trasporti - Premesso che:

l'articolo 1, comma 965, della legge 27 dicembre 2007, n. 296 (legge finanziaria per il 2007) reca uno stanziamento pari a 24 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 per «la progettazione definitiva del raddoppio dell'intero tracciato della linea ferroviaria Parma-La Spezia (Pontremolese), funzionale al rafforzamento del corridoio plurimodale Tirreno-Brennero»;

il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), in data 21 dicembre 2007, con delibera n. 136, ha approvato il progetto preliminare dell'opera;

con delibera n. 11/2008/P del 24 luglio 2008, la Corte dei conti - Sezione del controllo di legittimità su atti, del Governo e delle amministrazioni dello Stato - si è pronunciata in merito al controllo preventivo di legittimità della delibera del CIPE, ricusandone il visto e la conseguente registrazione, per rilievi risultanti dal parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che evidenzia profili economici, amministrativi e tecnico-progettuali;

tutti i soggetti istituzionali coinvolti hanno espresso forte preoccupazione per lo «stop» imposto dal pronunciamento della Corte dei conti, chiedendo al Governo di adottare tutte le misure necessarie affinché possa, al più presto, ripartire l'iter di progettazione di un'opera tanto strategica per il territorio nazionale;

è necessario che il Governo si attivi per dare risposta, in tempi rapidi, ai rilievi mossi dalla Corte dei conti e presenti al CIPE uno schema di deliberazione con indicazioni più chiare su tempi e finanziamenti dell'opera,

si chiede di sapere quali azioni il Ministro in indirizzo intenda adottare, ed entro quale scadenza temporale, al fine di dare piena attuazione a quanto disposto dalla legge finanziaria per il 2007, confermando la destinazione delle risorse ivi indicate in 48 milioni di euro alla progettazione definitiva del raddoppio dell'intero tracciato della linea ferroviaria Parma-La Spezia e come intenda intervenire al fine di assicurare le risorse necessarie per la piena realizzazione e operatività di un'infrastruttura strategica, quale risulta essere tale linea.

(4-00675)

DELLA SETA - Ai Ministri delle infrastrutture e trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

dal 13 dicembre 2008, se debutterà il nuovo orario ferroviario, prendendo un treno da Chiusi per andare a Roma, o viceversa, occorreranno ben due ore e mezzo di viaggio contro l'ora e un quarto di adesso. Il motivo risiede nella decisione di Ferrovie dello Stato di deviare tutti i treni non Eurostar sulla cosiddetta "linea lenta";

con il nuovo orario ferroviario, si impiegheranno, come si evince dalla lettura di un articolo pubblicato da "La Nazione" il 14 ottobre 2008, circa tre ore e mezzo per recarsi da Milano a Roma con i treni Eurostar, e invece, occorreranno oltre due ore e mezzo per arrivare nella capitale partendo da Chiusi, visto che tutti i treni ad esclusione degli Eurostar saranno "deviati" sulla cosiddetta "linea lenta", che attraversa l'"imbuto" ferroviario Orte-Roma;

questa scelta è destinata ad incidere pesantemente, in particolare, sulle migliaia di pendolari che ogni giorni si recano a Roma partendo dalla cittadina etrusca e provenienti da tutta la Valdichiana;

questa assurda decisione, inoltre, farà sì che per raggiungere Roma molti saranno costretti ad usare le auto e quindi renderà ancora più problematico l'ingresso nella città di Roma dalle consolari, con gravi disagi anche per l'impatto ambientale della Capitale,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano convocare urgentemente l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato per chiedere inequivocabili chiarimenti sulla grave decisione che sconvolgerebbe pesantemente la vita dei pendolari umbri e toscani, in particolare quelli provenienti da Chiusi, in modo da adottare misure alternative a quella intrapresa da Ferrovie dello Stato che andrebbe solo ad incidere pesantemente su una tratta cruciale e ad alta frequentazione per tutti quei pendolari che per ragioni di lavoro, di studio o di turismo devono spostarsi verso la Capitale in tempi ragionevoli e poi rientrare.

(4-00676)

POLI BORTONE, GALLO, AMORUSO, D'AMBROSIO LETTIERI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

la direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio stabilisce per gli Stati membri una riduzione dei valori di PM2,5, nelle zone urbane, mediamente del 20 per cento con un ulteriore obbligo a portare i livelli di esposizione al di sotto di 20 microgrammi per metro cubo entro il 2015;

il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente, adottato con la decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 luglio 2002, sancisce la necessità di ridurre l'inquinamento a livelli tali che limitino al minimo gli effetti nocivi per la salute umana, grazie ad una migliore attività di monitoraggio e valutazione della qualità dell'aria, compresa la deposizione degli inquinanti;

in Italia la gestione del monitoraggio, dell'analisi e del rilevamento della qualità dell'aria viene affidato alle agenzie regionali per la prevenzione e l'ambiente (ARPA);

le ARPA, a causa della regionalizzazione del sistema sanitario, del quale sono diretta derivazione, non possono godere di finanziamenti diretti, creando così una situazione a macchia di leopardo nella distribuzione, non solo delle risorse, ma anche dei mezzi operativi delle agenzie stesse;

la situazione "disastrosa" dell'ARPA della Puglia, non consente un'efficace ed attenta valutazione dei dati provenienti da tutte le province,

si chiede di sapere:

come il Ministro in indirizzo intenda risolvere le disparità di mezzi e quindi anche di funzionamento esistenti sul territorio nazionale;

se non ritenga necessario prevedere, nell'ottica del futuro federalismo fiscale, forme di finanziamento diretto per le ARPA che, altrimenti, soffrirebbero dell'eccessivo costo dei sistemi sanitari regionali.

(4-00677)

VICARI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e della giustizia - Premesso che:

in provincia di Palermo, nei pressi della nota zona archeologica di Cefalù e precisamente in località Buonfornello, esiste una grande struttura turistico-alberghiera denominata "Villaggio Himera" suddivisa in tre parti di cui una adibita a camping, regolarmente dotata di tutti i servizi e comfort;

circa dieci anni fa la società proprietaria "Eolie Yachting" mise in vendita la zona camping e molte famiglie, palermitane e non, decisero di acquistare per avere un luogo dove trascorrere le vacanze;

nell'agosto del 2000 le Forze dell'ordine intimarono ai villeggianti di abbandonare seduta stante l'area senza fornire adeguate spiegazioni e, nell'unico incontro con l'amministratore giudiziario, i villeggianti, sia i proprietari sia coloro che hanno sottoscritto un contratto di acquisto, venivano invitati a consegnare le copie degli atti di acquisto o i compromessi da far pervenire al giudice istruttore;

alcuni proprietari hanno in seguito subìto un processo per abusivismo edilizio e pagato la sanatoria, mentre ai compromissari è stato impedito di accedere al camping;

considerato che attualmente il Villaggio Himera è passato al demanio della regione Sicilia mentre i proprietari dei villini all'interno del Villaggio si sono costituiti in associazione e impediscono ogni accesso al camping dove comunque permangono beni e mezzi ormai alla mercè di chiunque,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza, siano a conoscenza di quanto in premessa;

se possano chiarire le motivazioni che hanno spinto le Forze dell'ordine ad evacuare il camping e se non ritengano di intervenire al fine di ripristinare i diritti di chi, in buona fede, ha investito i propri capitali in un bene di cui non ha potuto e non può godere;

se, infine, il Ministro dell'economia e delle finanze non ritenga di dover acquisire elementi informativi dall'Agenzia siciliana del demanio al fine di chiarire i motivi per cui non si sia ancora provveduto alla destinazione del bene confiscato, in presenza di soggetti disposti a chiederlo in concessione.

(4-00678)

BUGNANO, CARLINO, LANNUTTI - Ai Ministri degli affari esteri e per i beni e le attività culturali - Premesso che:

la "Casa d'Italia" è una struttura sita in via della Posta a Locarno in Svizzera;

la costruzione che risale al 1908 è opera di emigranti e ha vocazione culturale, sociale e ricreativa;

è stata ed è sede di diverse associazioni italiane;

è stata donata allo Stato italiano nel 1938 dalla società "Mutuo Soccorso, Fratellanza Mutua Educativa" al fine di costituire un punto di incontro degli italiani residenti a Locarno e di quelli che vi transitavano;

il Governo attuale intende "alienarla" insieme ad altri stabili come, ad esempio, l'ex Viceconsolato, per liberare risorse pubbliche per finalità ancora da definirsi;

l'Agenzia del demanio ha chiesto al Consolato generale di Lugano di liberare la struttura per attivare procedure di vendita, che ancora risultano agli interroganti poco chiare;

gli italiani all'estero, a seguito della vendita, non avrebbero una sede alternativa equivalente in cui ritrovarsi,

si chiede di sapere:

quali misure di competenza i Ministri in indirizzo intendano adottare per evitare la vendita della "Casa d'Italia";

quale possa essere la sede alternativa equivalente offerta alla comunità locale nel caso di effettiva "alienazione";

in quale modo intendano utilizzare le risorse pubbliche ricavate dall'eventuale vendita ricavate dall'eventuale vendita.

(4-00679)

D'AMBROSIO LETTIERI, TOTARO - Ai Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e per i rapporti con le Regioni - Premesso che:

il Comune di Bucine (Arezzo) con deliberazione di Giunta n. 8 del 5 febbraio 2008 ha richiesto alla Regione toscana l'istituzione di una proiezione della farmacia del capoluogo nella frazione di Levane, che, pur nella sua unicità, ricomprende una parte di territorio del comune del Montevarchi e un'altra parte del comune di Bucine;

la richiesta del Comune non tiene in conto alcuno l'esistenza della farmacia già aperta nella frazione di Levane di Montevarchi, distante pochissimi metri dal confine comunale con Bucine, per cui non esiste alcuna separazione fisica né vi è soluzione di continuità tra la frazione di Levane ricompresa nel territorio di Montevarchi e la frazione di Levane ricompresa nel territorio di Bucine;

la suddetta farmacia, posta sul confine geografico tra i limitrofi comuni di Montevarchi e di Bucine fin dalla sua istituzione, da oltre 80 anni, serve anche gli abitanti di quell'area del comune di Bucine, svolgendo un adeguato ed efficiente servizio, per cui la popolazione di Levane e di Bucine mai ha avuto necessità di rivolgersi ai vicini centri abitati;

la vigente ordinanza del Sindaco di Bucine (n. 173 del 27 dicembre 2007) nel disporre la turnazione dell'attuale farmacia di Levane con la contemporanea chiusura delle farmacie di Ambra, Bucine, Mercatale V. e Badia Agnano ha evidenziato che tale articolazione "garantisce un elevato servizio faramecutico ai cittadini del Comune di Bucine", per cui tale apprezzamento nei confronti di un servizio di emergenza non può non valere per la normale attività della farmacia di Montevarchi;

la concreta osmosi realizzatasi tra i due Comuni ha portato a rendere disponibili alcuni uffici e servizi pubblici usufruiti da cittadini del Comune di Bucine (scuole, poste eccetera), che si trovano nella frazione Levane di Montevarchi, evidenziando che nella stessa via Leona, dove attualmente è ubicata la farmacia, risulta operante uno "sportello consorziato" tra i due Comuni che svolge l'attività di servizi demografici, ufficio per assistenza stranieri, servizio CUP per visite e accertamenti diagnostici, punto di prelievo sangue e raccolta di reperti biologici;

l'istituzione della proiezione presuppone obiettive situazioni di carenza di assistenza farmaceutica che il legislatore regionale toscano ha ritenuto di superare con la possibilità di attivare tale presidio sussidiario, come si rileva dalla relazione di accompagnamento alla proposta di legge recante "Modifiche ed integrazioni alla l.r.t. 16/2000" in cui testualmente si legge: «L'art. 5 sostituisce integralmente il vigente art. 17, dedicato alla "Soppressione delle sedi farmaceutiche", introducendo un nuovo presidio farmaceutico, la proiezione: quest'ultima, che risponde all'esigenza di migliorare il grado di accessibilità al farmaco da parte dei cittadini e rende il servizio dell'assistenza farmaceutica più capillare, porterà, in prospettiva, al definitivo superamento dei dispensari farmaceutici "annuali" (cfr. art. 7 che introduce l'art. 17-ter). Attualmente i dispensari annuali vengono attivati in quelle sedi farmaceutiche, che sono state istituite in deroga al criterio demografico, per assicurare il servizio in località disperse o gravemente disagiate»;

la farmacia di Levane si è rivolta anche al difensore civico della Toscana, il quale, sul presupposto che l'istituto della proiezione è finalizzato "a favorire l'estensione del servizio farmaceutico a sedi isolate e prive di tale servizio e non a sedi ove il servizio sia comunque fruibile rivolgendosi ad un esercizio posto in territorio di comune limitrofo, come nel caso di specie", si è fatto carico di espletare un'istruttoria presso l'Azienda unità sanitaria locale competente ed ha sollecitato il competente Dipartimento della Regione alla verifica, sulla base delle ricette presentate, se anche gli abitanti della frazione Levane, residenti a Bucine, hanno fruito e fruiscono dell'assistenza farmaceutica erogata dalla farmacia già attivata a Levane - Montevarchi;

il responsabile del Servizio regionale con nota del 28 maggio 2008 ha comunicato al Difensore civico che la verifica dei dati delle ricette spedite dalla citata farmacia a favore dei residenti nella località Levane di Bucine è "irrilevante nel merito della questione posta (...) proiezione di sede farmaceutica";

il Difensore civico ha evidenziato al Dipartimento regionale competente il proprio parere per cui la norma regionale non fa riferimento "a sedi ove il servizio sia comunque fruibile rivolgendosi ad un esercizio posto in territorio di comune limitrofo come nel caso in questione" e, ritenendo che la verifica in questione fosse un dato fondamentale "in un senso o nell'altro", ha provveduto a richiedere direttamente all'Azienda sanitaria locale (Asl) territorialmente competente i dati delle ricette spedite;

i dati forniti dalla Asl, riferiti al periodo 2005-2008, hanno consentito di accertare che i residenti di Bucine nell'anno 2006 hanno spedito presso la farmacia di Levane-Montevarchi un numero di 7,08 ricette per ogni persona residente;

questo dato comprova quanto sostenuto dalla farmacia in questione: se si ha presente che il dato del numero medio di ricette spedite da ciascun assistito nella Regione Toscana è stato di 8,88 ricette nel 2006, le ricette spedite dalla farmacia di Levane raggiungono il 79 per cento del dato regionale.

Cioè i residenti di Levane di Bucine, in sostanza, spediscono ricette in altre farmacie solo quando la farmacia di Levane è chiusa, perché non di turno;

considerato che:

la farmacia di Levane ha inoltrato ricorso al Tar Toscana per l'annullamento della delibera della Giunta municipale di Bucine n. 8 del 5 febbraio 2008, contestando l'incongruità e l'erroneità delle affermazioni contenute nel provvedimento impugnato sollevando, in diritto, la violazione ed errata applicazione della normativa regionale e l'eccesso di potere per difetto dei presupposti;

la Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti (FOFI) si è costituita nel ricorso prodotto dalla farmacia al Tar Toscana richiedendo la "sospensione del giudizio e remissione degli atti alla Corte Costituzionale sulla questione non manifestamente infondata di legittimità costituzionale dell'articolo 17 della Legge della Regione Toscana n. 16/2000 come sostituito dall'articolo 5 della legge della Regione Toscana n. 36/2007", legge istitutiva della proiezione;

una perizia tecnica redatta da un professionista, in corso di deposito nel ricorso prodotto al Tar dalla farmacia avverso la delibera, attesta, tra l'altro, che: "L'agglomerato della frazione di Levane risulta collocato a cavallo dei Comuni di Montevarchi e Bucine (...) e di fatto l'intero agglomerato si presenta continuo e compatto con una classica conformazione urbanistica. L'esercizio farmaceutico in oggetto (in seguito: Farmacia Zampi) risulta ubicato in un fabbricato limitrofo al confine catastale tra i due Comuni (circa mt. 45.38) nella porzione di agglomerato urbano relativo a Montevarchi";

la perizia riporta, altresì, che: "La posizione della farmacia Zampi rispetto al nucleo urbano di Levane risulta centrale e ben raggiungibile da qualsiasi punto, anche il più estremo, con un'ottima viabilità e possibilità di parcheggio";

nella prima applicazione delle modifiche apportate con la legge regionale n. 36 del 2007 con la quale si è introdotto nella normativa regionale l'istituto della proiezione, quale "presidio farmaceutico sussidiario della farmacia nell'ambito della sede farmaceutica di sua pertinenza prevista in pianta organica" (art. 17), a concedere la legittimità costituzionale della stessa, si è proceduto all'istituzione di proiezioni andando ben oltre la stessa normativa adottata dalla Regione Toscana, per cui nella vicenda della farmacia di Levane è ravvisabile la tendenza all'istituzione della proiezione anche in assenza dei presupposti e condizioni previste dalla normativa regionale, che la FOFI ha chiesto sia sottoposta al vaglio di legittimità costituzionale;

tale sviamento dalla stessa normativa regionale è ravvisabile certamente nel provvedimento della Giunta regionale n. 374 del 19 maggio 2008 (BURT n. 22 del 28 maggio 2008) con il quale si istituisce una proiezione nella frazione Valtriano del comune di Fauglia (Pisa), per cui con una popolazione residente inferiore ai 1000 abitanti si invoca la deroga motivando che il "Comune di Fauglia è ricompreso nell'elenco dei comuni Toscani ad economia prevalentemente turistica di cui al decreto dirigenziale n. 2170 del 12 maggio 2006", la cui inclusione è avvenuta non perché in possesso dei requisiti per essere classificato come comune ad economia prevalentemente turistica, bensì, in base al 5 comma del regolamento regionale che prevede l'inclusione nel predetto elenco, tra i comuni "interessati da flussi turistici diretti ai comuni in possesso di tali requisiti";

pertanto, l'inclusione di Fauglia (Pisa) nel decreto dirigenziale 2170, al punto 68, e con specifico richiamo al comma 5 dell'articolo 16 del regolamento regionale prevede la deroga agli orari per i negozi per i centri storici (Valtriano dista 10 chilometri dal centro, si legge nel provvedimento regionale) per il periodo 1° aprile-30 novembre; "per il restante territorio: 15 aperture domenicali o festive annue)", pervenendo a questa specifica indicazione da parte del decreto 2170 per Valtriano, la cui disinvolta lettura ha supportato una proiezione, sostanzialmente una farmacia, peraltro affidata al titolare dell'unica farmacia e Sindaco di Fauglia;

altrettanto si deve rilevare per l'altra deliberazione della Giunta regionale n. 438 del 9 giugno 2008 (BURT n. 25 del 18 giugno 2008), relativamente all'istituzione della proiezione in località Calavorno (326 abitanti riporta il provvedimento), per cui si è supportata l'istituzione della proiezione con l'asserita ricomprensione di Coreglia Antelminelli (Lucca) tra i comuni toscani ad economia prevalentemente turistica;

pur apparendo abbastanza chiara la disposizione dell'art. 16, comma 5, del regolamento regionale 16 marzo 2004, n. 17/ter (BURT n. 11, parte prima del 24 marzo 2004), in base alla quale "La richiesta di inserimento può essere avanzata da più comuni contigui o vicini, anche se non in possesso dei requisiti di cui ai commi 2 e 3 ma interessati da flussi turistici diretti ai comuni in possesso di tali requisiti", per cui pur richiamandosi il comma 5 nel decreto che "supporterebbe"la delibera della Giunta regionale per Fauglia, con evidente disinvoltura la Regione ha considerato Fauglia (e Valtriano) zone ad economia prevalentemente turistica,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno, nell'ambito delle rispettive competenze, intervenire affinché la Regione Toscana quantomeno rispetti la propria normativa relativamente all'istituzione delle proiezioni in presenza delle condizioni e presupposti previsti dalla legge regionale, ovvero se non ritengano di valutare altri interventi finalizzati alla verifica di legittimità costituzionale della disposizione normativa della Regione Toscana, peraltro già sollevata dalla Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti, sulla scorta della dottrina che ha messo in discussione la stessa competenza legislativa regionale volta alla previsione di nuovi istituti dell'ordinamento farmaceutico (quali le proiezioni farmaceutiche e l'eliminazione di altri, quali i dispensari farmaceutici), che, a giudizio degli interroganti, rientrano nella competenza statale e non in quella regionale, a norma dell'art. 117 della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

(4-00680)

BARBOLINI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

le detrazioni per carichi di famiglia di cui all'articolo 12 del Testo unico delle imposte sul reddito (TUIR) sono riconosciute a condizione che le persone alle quali si riferiscono possiedano un reddito complessivo, computando anche altre retribuzioni corrisposte da enti e organismi internazionali, inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili;

tale limite di reddito, necessario per considerare coniuge e figli fiscalmente a carico, risulta invariato dal 1° gennaio 1995;

nel frattempo sono divenuti esenti da imposta, in quanto considerati "minimo vitale", i redditi da pensione. L'articolo 11, comma 1, del TUIR, prevede, infatti, che l'imposta non è dovuta se alla formazione del reddito complessivo concorrono soltanto redditi da pensione non superiori a 7.500 euro, goduti per l'intero anno, redditi di terreni per un importo non superiore a 185,92 euro e il reddito dell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle relative pertinenze;

sono state, altresì, incrementate le detrazioni per i redditi da lavoro dipendente. A tal fine l'articolo 13, comma 1, stabilisce che se alla formazione del reddito complessivo concorrono uno o più redditi spetta una detrazione dall'imposta lorda, rapportata al periodo di lavoro nell'anno, pari a 1840 euro se il reddito non supera 8.000 euro, pari a 1.338 euro, aumentata del prodotto tra 502 euro e l'importo corrispondente al rapporto tra 15.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 7.000 euro, se l'ammontare del reddito complessivo è superiore a 8.000 euro ma non a 15.000 euro, e a 1.338 euro, se il reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 55.000 euro. In tale ultimo caso, la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 55.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 40.000 euro;

considerato che le detrazioni per carichi di famiglia risultano enormemente inferiori alle soglie previste per l'individuazione del "minimo vitale" e che le soglie per le detrazioni per i redditi da lavoro dipendente sono state recentemente innalzate;

tenuto conto che, nel corso della discussione della legge finanziaria per l'anno 2008, il precedente Governo aveva accolto un ordine del giorno largamente condiviso che affrontava tale questione,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda provvedere, sia pure gradualmente a partire dalla prossima legge finanziaria, all'armonizzazione interna del TUIR, in particolare elevando il livello delle detrazioni riconosciute ai contribuenti per i carichi di famiglia, divenuto nel frattempo inadeguato e di importo irrisorio.

(4-00681)

TOMASSINI - Ai Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

con la riforma sulla previdenza introdotta dal decreto-legge n. 279 del 2006 il legislatore ha introdotto, nel sistema pensionistico tradizionale, forme complementari da affiancare al sistema assicurativo di base, mutando la vecchia concezione di trattamento di fine rapporto;

con il suddetto decreto-legge i lavoratori dipendenti hanno dovuto e devono decidere la destinazione del trattamento di fine rapporto, se lasciarlo in azienda oppure destinarlo o all'INPS o ad altro fondo di pensione complementare;

la scelta del dipendente di mantenere il TFR nella forma di liquidazione comporta che la quota di TFR non sia più mantenuta all'interno del sistema contabile dell'azienda, ma venga dalla stessa versata in un fondo pensione privato oppure all'INPS che si occupa di rivalutarlo e renderlo disponibile al lavoratore al momento del suo allontanamento dall'azienda;

i fondi pensione complementari sono subordinati all'andamento delle Borse e dei mercati finanziari e dunque caratterizzati dall'incertezza del rendimento,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei dati che indicano come vengono investiti i soldi dei TFR che confluiscono nei fondi privati e quali siano i tassi di rendimento degli stessi, e se vi sia la disponibilità da parte del Governo di renderli noti;

quali misure i Ministri intendano adottare, in un momento di così grande crisi della borsa ed economica, per far fronte all'impatto prodotto dalla crisi dei mercati sui fondi pensione privati.

(4-00682)

D'ALIA - Ai Ministri dell'interno e della giustizia - Premesso che:

la vigente normativa (legge 24 luglio 2008, n. 125) stabilisce che «chiunque a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio ad uno straniero, privo di titolo di soggiorno, in un immobile di cui abbia la disponibilità, ovvero lo cede allo stesso, anche in locazione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni»;

l'interrogante, in sede di esame del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, sopra citata, illustrò, nella seduta delle Commissioni riunite 1a e 2a del Senato del 3 giugno 2008, alcuni aspetti negativi del provvedimento, proprio in merito alla locazione di immobili a cittadini stranieri e presentò un emendamento, che fu respinto, in cui si chiedeva di evidenziare il concetto della consapevolezza o meno della irregolarità della condizione dello straniero cessionario da parte del cedente, ai fini della condanna;

all'indomani dell'approvazione della legge, la Confedilizia fece presente che essa avrebbe creato problemi non da poco, e proprio per la locazione a stranieri regolari (non a clandestini). Ad esempio, non era chiaro se sarebbe stato considerato reato locare con contratti - quelli che ordinariamente si stipulano - di durata superiore a quella del permesso di soggiorno (e, quindi, anche per un periodo di tempo per il quale lo straniero interessato è privo di titolo di soggiorno) e, comunque, non vi erano certezze in senso contrario. Si rispose che il concetto di «ingiusto profitto» avrebbe risolto tutto. Ma ora, dal Tribunale di Brescia, arriva una secca smentita di questo assunto;

nella sua decisione, il Tribunale ha infatti ritenuto che il fine specifico dell'«ingiusto profitto» non è richiesto allorché la cessione avvenga a titolo di locazione. Cioè, sussite reato anche se non c'è «ingiusto profitto». «La fattispecie» riporta testualmente il provvedimento dei giudici bresciani «sul piano materiale individua due distinte condotte: quella di chi dà alloggio a uno straniero irregolare, a titolo oneroso, in un immobile di cui l'agente abbia la disponibilità e quella di chi cede allo straniero un immobile anche in locazione». Per il Tribunale «il dolo specifico della finalità di ingiusto profitto deve intendersi riferito unicamente alla prima fattispecie, ciò risultando sia dalla sua collocazione lessicale - chiunque a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio - sia dal rilievo per il quale in tale ambito si colloca esclusivamente anche la previsione espressa del requisito della onerosità»,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno intervenire con una circolare esplicativa o altra iniziativa, anche normativa, per chiarire l'esatto ambito di applicazione delle disposizioni in esame e per prevenire eventuali difformità interpretative che vanifichino lo scopo per il quale le stesse sono state approvate.

(4-00683)

FLERES - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

l'interrogante, nella sua qualità di parlamentare e di Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti della Regione siciliana, ha effettuato nello scorso mese di settembre 2008 numerose visite presso gli istituti penitenziari della Sicilia al fine di verificare che al loro interno venissero rispettate le norme riguardanti l'ordinamento giudiziario, i diritti umani delle persone private della libertà personale e il dettato dell'art. 27 della Costituzione;

nel corso delle predette visite sono emersi casi di numerosi detenuti trasferiti da istituti di pena aventi sede nel centro-nord del Paese in altri istituti della Sicilia, quali Favignana, Sciacca, Castelvetrano eccetera;

in particolare, si cita il caso di un detenuto extracomunitario trasferito da Milano, dove è in corso il processo a suo carico, nella Casa circondariale di Favignana;

considerato che:

non appare immediatamente comprensibile, in assenza di evidenti presupposti di necessità che possano giustificare un trasferimento, quali siano le motivazioni che hanno portato all'allontanamento di detto detenuto dal carcere dove era ristretto;

i trasferimenti di detenuti, sia per le amministrazioni penitenziarie che per i competenti organi di magistratura di sorveglianza, dovrebbero possedere i requisiti di efficienza ed economicità, gli stessi cui dovrebbe essere improntata l'attività e la gestione dell'amministrazione giudiziaria,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di episodi riguardanti trasferimenti di detenuti da strutture penitenziarie situate nel centro nord del Paese in carceri della Sicilia e se questi siano risultati privi dei necessari requisiti di opportunità;

se, in conseguenza, detti trasferimenti abbiano riguardato detenuti in procinto di essere scarcerati per fine pena e se abbiano, in qualche modo, leso i loro diritti fondamentali, in primis quello di partecipare, nei tempi e nei modi previsti, al giusto reintegro sociale;

se detti trasferimenti abbiano comportato un danno erariale a causa delle spese occorrenti per gli spostamenti e per l'utilizzo di agenti di custodia;

se e quali provvedimenti si intendano assumere per evitare che in futuro possano essere poste in essere ulteriori misure di trasferimento di detenuti senza giusto motivo;

se e quali opportuni provvedimenti intenda assumere in presenza di comportamenti amministrativi e giurisdizionali "disinvolti".

(4-00684)

GIAMBRONE - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione - Premesso che:

negli enti pubblici non economici, ed in particolare negli enti riconducibili al cosiddetto "parastato", è da oltre 20 anni che vengono implementati e resi sempre più efficaci sistemi di controllo del processo produttivo;

in modo particolare all'Inps e poi anche all'Inail e Inpdap tutti gli incentivi sono erogati non a pioggia, bensì sulla base di riscontri oggettivi prodotto per prodotto, attraverso gli opportuni coefficienti di omogeneizzazione ed appositi indicatori quali-quantitativi che ogni anno vengono aggiornati ed adeguati;

considerato che:

è intendimento di tutti, a cominciare dallo stesso Ministro in indirizzo, poter attivare nelle amministrazioni pubbliche un sistema retributivo commisurato alla qualità e quantità del lavoro che i singoli dipendenti svolgono;

in sconcertante contrasto con tale intendimento, l'articolo 67 del decreto-legge n. 112 del 2008, come modificato dalla legge di conversione n. 133 del 2008, ha drasticamente ridotto gli incentivi speciali destinati proprio ai dipendenti dell'Inps, Inail, Inpdap e delle Agenzie delle entrate: si tratta di incentivi legati alla produzione e, in particolare, a obiettivi via via sempre più avanzati e impegnativi, finanziati mediante un fondo alimentato con le maggiori entrate derivanti dal recupero dell'evasione contributiva per quanto riguarda l'Inps, nonché dal recupero dell'evasione fiscale, in riferimento alle Agenzie delle entrate;

ancora in contrasto con l'intendimento enunciato dal Ministro, l'articolo 61-bis, comma 8, del citato decreto-legge n. 112 del 2008, come modificato dalla legge di conversione n. 133 del 2008, ha ridotto drasticamente l'incentivo per l'attività di progettazione e direzione lavori, dal già assai ridotto valore del 2 per cento lordo allo 0,50 per cento, con il risultato di scoraggiare la disponibilità dei dipendenti pubblici con professionalità elevate verso tali attività, costringendo le amministrazioni a fare ricorso ad assai più costose collaborazioni di liberi professionisti esterni,

l'interrogante chiede di conoscere:

quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo in ordine alle richiamate discordanze tra gli intendimenti enunciati e le misure adottate con il decreto-legge n. 112 del 2008;

se il Ministro sia stato edotto ed abbia conoscenza dei sistemi avanzati di controllo di gestione e di contabilità analitica esistenti, ad esempio all'Inps;

se non ritenga, viceversa, necessario intervenire per ripristinare e semmai potenziare le suddette forme di retribuzione incentivante.

(4-00685)

SARO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro, della salute e delle politiche sociali - Premesso che:

la legge 5 febbraio 1992, n. 104, recante "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate", così come modificata dalla legge 8 marzo 2000, n. 53, e dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, all'articolo 3, comma 1, stabilisce che "È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione";

i soggetti portatori di handicap, ai sensi dell'articolo 8 ("Disposizioni a favore dei soggetti portatori di handicap") della legge n. 449 del 1997, possono usufruire di reali benefici per quanto riguarda le spese riguardanti i mezzi necessari all'accompagnamento, alla deambulazione, alla locomozione e al sollevamento e per sussidi tecnici e informatici;

attualmente, tuttavia, tutti i portatori di handicap grave (ad esclusione dei non vedenti), ai quali non è stata riconosciuta l'indennità di accompagnamento, indipendentemente dalla causa che ha originato il loro particolare stato fisico, non possono essere ammessi a godere dei predetti benefici;

considerato che:

le norme vigenti non riconoscono quali soggetti con handicap tutti coloro i quali non hanno ottenuto, sia pure con motivazioni clinicamente supportate, il rilascio del certificato valido per l'abilitazione alla guida di veicoli a motore (per esempio coloro che sono affetti da epilessia);

l'art. 3 della Costituzione italiana stabilisce che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale" e che "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese";

l'art. 32 della Costituzione italiana prevede inoltre che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo",

l'interrogante chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza, ritengano di dover intervenire al fine di equiparare la certificazione medica di inidoneità all'abilitazione per la guida all'indennità di accompagnamento;

in conseguenza, se ritengano di dover estendere le agevolazioni e/o le detrazioni fiscali per l'acquisto dei mezzi necessari alla locomozione riportate in premessa anche ai soggetti dichiarati inidonei alla guida.

(4-00686)

BIANCHI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico - Premesso che:

la legge finanziaria per il 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296) aveva previsto, all'art. 1, commi 460 e 461, che il gruppo societario facente capo a Sviluppo Italia SpA (società pubblica, le cui quote sono interamente possedute dal Ministero dell'economia e delle finanze) fosse investito di un processo di ristrutturazione che, oltre al mero cambio di denominazione in "Agenzia nazionale per l'attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d'impresa", doveva rilanciarne il ruolo e le funzioni al servizio del Governo per lo sviluppo ed il rilancio dell'economia, in particolare nelle aree più deboli del Paese;

nella stessa legge finanziaria era previsto che le partecipazioni, tutte totalitarie o di controllo, nelle società regionali (di fatto filiali operative sul territorio della stessa Sviluppo Italia) potevano essere cedute, anche a titolo gratuito, alle Regioni o ad altre amministrazioni pubbliche interessate;

nei primi mesi del 2007 veniva designato quale amministratore delegato del Gruppo il dottor Domenico Arcuri, manager proveniente dal settore della consulenza privata (già a.d. di Deloitte & Touche);

con direttiva datata 27 marzo 2007, il Ministro dello sviluppo economico disponeva, in merito al trasferimento delle società regionali, al punto 3.2.1.D che "l'Agenzia dovrà promuovere la cessione alle Amministrazioni regionali delle partecipazioni nelle società regionali, al fine di consentirne il controllo da parte delle medesime Amministrazioni. Per agevolare tale processo, l'Agenzia potrà garantire, con contratti pluriennali, alle società regionali cedute, lo svolgimento di quei determinati servizi che già attualmente vengono svolti dalle medesime società, individuando le più opportune forme atte ad assicurare la continuità nella qualità dei predetti servizi. Le società regionali potranno così continuare a rivestire il ruolo di terminali di specifiche attività ad elevato contenuto territoriale e locale";

l'amministratore delegato del gruppo elaborava nel mese di luglio 2007 un piano di riordino e dismissioni che contemplava, entro il 31 dicembre 2007, il passaggio alle Regioni interessate delle società regionali. Viste le difficoltà nelle trattative con le amministrazioni regionali che chiedono certezze riguardo la copertura finanziaria delle attività da gestire, tale termine è già stato prorogato per ben due volte: al 30 giugno 2008 prima e da ultimo al 31 dicembre 2008;

le principali misure agevolative gestite dalla ex Sviluppo Italia, tra le quali i Titoli I e II del decreto legislativo n. 185 del 2000 (misure per l'autoimprenditorialità e l'autoimpiego, il lavoro autonomo, la microimpresa ed il franchising), hanno dato concrete prospettive di lavoro autonomo a molte decine di migliaia di giovani, in particolare delle regioni del Sud Italia, contribuendo in maniera determinante a superare il gap esistente con altre regioni, in specie riguardo all'accesso al credito d'impresa;

la capogruppo Sviluppo Italia SpA (ora Invitalia SpA) ha operato sinora, quasi esclusivamente, come mero intermediario, trasferendo commesse governative alle società regionali attraverso contratti che prevedevano notevoli margini a favore della stessa capogruppo;

la società capogruppo, e le altre società controllate con sede a Roma, hanno un enorme carico di personale, pari a oltre 1.000 dipendenti, mentre i dipendenti delle società regionali sono in totale circa 400, distribuiti su 17 regioni;

il Governo, anche in recenti incontri con i vertici dell'agenzia, le rappresentanze sindacali e le amministrazioni regionali, ha manifestato forti dubbi circa la possibilità di rifinanziamento di alcuni dei principali strumenti agevolativi, ed in particolare dei Titoli I e II del decreto legislativo n. 185 del 2000,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza che il Consiglio di amministrazione di Invitalia SpA ha già deliberato la messa in liquidazione di alcune delle società regionali del gruppo, tra le quali la più importante in termini di volumi di attività prodotte e di impatto sul territorio è Sviluppo Italia Calabria;

se il Governo intenda, di fatto, ridimensionare le forme di intervento pubblico nell'economia, in particolare nelle regioni del Sud, rinunciando ad una fondamentale presenza diretta a sostegno delle politiche di sviluppo;

se il Governo ritenga opportuno promuovere il rifinanziamento in misura adeguata, per i prossimi anni, degli strumenti agevolativi sopra citati;

se il Governo non ritenga di dover prevedere con apposita direttiva la liquidazione di tutte le società regionali ancora esistenti (le cui strutture societarie ad avviso dell'interrogante comportano, indubbiamente, sprechi e duplicazioni di decisioni e poteri) e la loro trasformazione delle stesse in uffici locali sul territorio dell'agenzia nazionale che potrà, così, meglio adempiere ai propri compiti, con tutto il personale già presente ed operante sul territorio ed eventualmente formato per il conseguimento delle nuove mission dell'agenzia nazionale.

(4-00687)

BIANCHI - Al Ministro delle infrastrutture e trasporti - Premesso che:

l'aeroporto Sant'Anna di Crotone rientra tra quelli individuati ai sensi del regolamento CEE 23 luglio 1992, n. 2408/92, in quanto su rotta considerata essenziale per lo sviluppo economico della regione;

la rete viaria, ferroviaria e marittima da e per Crotone è assolutamente insufficiente a garantire un servizio pubblico reale, e il citato aeroporto rimane pertanto l'unico concreto collegamento tra la provincia di Crotone e il resto d'Italia e conseguentemente d'Europa;

nonostante le difficoltà registrate nella gestione dei voli da parte delle compagnie che hanno operato e operano in regime di servizio pubblico, l'incremento di passeggeri negli ultimi anni è stato costante, segnando un 20 per cento di crescita annuo, superando la soglia dei 100.000 passeggeri/annui e l'incremento si è registrato nonostante l'aeroporto non sia sfruttato al massimo delle sue potenzialità;

dopo l'ammodernamento della vecchia aerostazione, per il rilancio del Sant'Anna sono necessari la costruzione della nuova torre di controllo, l'ampliamento della pista di volo, l'adeguamento dei piazzali e l'installazione del sistema ILS per l'atterraggio strumentale, nonché il potenziamento dei collegamenti e dello svincolo con la statale 106, per un totale di oltre 40 milioni di euro;

è stato sottoscritto un Accordo di programma quadro che, nell'ambito degli interventi del Piano operativo nazionale (Pon) Trasporti, assicura la copertura finanziaria delle azioni nello strumento di programmazione messo a disposizione dai fondi strutturali 2000-2006 e 2007- 2013 e destinati all'ampliamento ed al potenziamento dello scalo crotonese;

nella stessa Regione Calabria vi è una spinta verso la costruzione di un nuovo aeroporto nel comune di Cassano allo Ionio, a soli 60 chilometri dallo scalo crotonese;

la spesa prevista per costruire ex novo un altro aeroporto è di 28,5 milioni di euro, mentre nel territorio di Crotone già esiste uno scalo;

tali fondi potrebbero in alternativa essere destinati all'ammodernamento della strada statale 106 ionica, che collega la zona della sibaritide a quella di Crotone, così che l'aeroporto Sant'Anna potrebbe accogliere le utenze della sibaritide, ben 380.000 abitanti e l'intervento sarebbe oltretutto positivo anche per tutti coloro che anche per motivi diversi utilizzano la statale, notoriamente letale ed annoverata tra le strade più pericolose d'Europa;

si potrebbe pensare alla realizzazione di una metropolitana leggera, che non solo potrebbe collegare al meglio il territorio dell'alto ionio cosentino alla provincia di Crotone, ma anche collegare i due aeroporti, del Sant'Anna e di Lamezia Terme, per connetterli e poter garantire così agli utenti un'offerta aerea diversificata e facilmente raggiungibile;

sull'aeroporto di Crotone incombe, attualmente, la minaccia della scomparsa di traffico aereo a meno che le manifestazioni di interesse da parte di vettori internazionali per il nuovo bando degli oneri di servizio si concretizzino;

è necessario che gli stessi vettori abbiano la certezza, che potrà essere assicurata solo dopo il potenziamento dello scalo, di poter operare in un aeroporto all'avanguardia. Un'offerta concreta entro il 20 ottobre 2008 potrebbe far cadere in una grave paralisi lo scalo aeroportuale crotonese, con conseguenze significative ai danni dei lavoratori, dell'utenza e di tutto il territorio, che già vivono lo scotto dell'assenza infrastrutturale. Crotone è difficilmente raggiungibile e questo le impedisce qualsiasi tipo di sviluppo, sia turistico sia di altro genere,

si chiede di sapere:

quali provvedimenti il Governo intenda adottare affinché l'aeroporto di Crotone possa rimanere punto di riferimento per i suoi oltre 100.000 passeggeri annui e possa anche potenziare la sua offerta;

quali provvedimenti sia possibile adottare nel caso nessuna compagnia manifestasse un concreto interesse per gli oneri di servizio relativi all'aeroporto Sant'Anna;

se il Ministro in indirizzo non ritenga che la realizzazione di un nuovo aeroporto in Calabria, nella zona della sibaritide, che costerebbe oltre 20 milioni di euro, non risulti essere troppo onerosa rispetto ad un più razionale progetto che preveda un potenziamento del già esistente aeroporto Sant'Anna di Crotone e ad un ammodernamento della strada statale 106 Jonica, nonché la progettazione e conseguente realizzazione di una metropolitana leggera che connetta l'Alto ionio cosentino, la provincia di Crotone e quella di Lamezia Terme.

(4-00688)

DELLA SETA - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'istruzione, università e ricerca - Premesso che:

l'articolo 37-bis, comma 2, del disegno di legge n. 1441-quater-A, collegato alla manovra finanziaria, di fatto abroga il comma 519 della legge finanziaria n. 296 del 2006 e con essa tutta la procedura di stabilizzazione dei precari, anche se sposta dal 31 dicembre 2008 al 30 giugno 2009 l'entrata in vigore della norma;

malgrado questo slittamento, tale norma determinerà il licenziamento di migliaia di precari della ricerca: lavoratori con esperienza decennale e professionalità spesso maturate all'estero, che si troveranno costretti o ad abbandonare definitivamente l'Italia o a reinventarsi un lavoro quando il Paese ha già investito milioni di euro sulla loro formazione;

il Governo giustifica la rinuncia alla stabilizzazione come un necessario taglio alla spesa pubblica, ma non tiene assolutamente conto del costo che potranno avere per la collettività i danni causati da un indebolimento così radicale della sicurezza e dei controlli ambientali;

in particolare rimarranno senza lavoro quasi 700 ricercatori dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che da luglio ha incorporato l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e del territorio (Apat): ciò significa che entro pochi mesi saranno a rischio i controlli ambientali in settori strategici come quelli dei rifiuti, del nucleare, della difesa del suolo, delle emergenze ambientali, dei siti contaminati e delle emissioni inquinanti in atmosfera,

si chiede di conoscere come si giustifichi nell'interesse del Paese la scelta di licenziare centinaia di ricercatori dell'Ispra, con gravi conseguenze sociali e un gravissimo pregiudizio per i sistemi di controllo e di sicurezza ambientali.

(4-00689)

CARLONI - Ai Ministri delle infrastrutture e trasporti, del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

nel secolo scorso la strada comunale denominata "Cupa Casoria" collegava il centro di Casoria (Napoli) con via Stadera e la via nazionale delle Puglie nel comune di Napoli, sviluppando gran parte del proprio tracciato lungo il confine dei predetti comuni;

con le grandi opere pubbliche degli anni Cinquanta e Sessanta, la via fu interrotta dalla pista di atterraggio dell'aeroporto militare di Capodichino e dal tracciato della circonvallazione esterna di Napoli;

i lavori della circonvallazione esterna occuparono parte della carreggiata di via Cupa Casoria, lasciando intravedere ancora fino ai primi anni Ottanta il dislivello ed il muro vicinale che correva lungo gli appezzamenti del lato napoletano;

il tratto di carreggiata rimasto libero, portatosi a livello superiore di oltre un metro, fu successivamente asfaltato e censito dal Comune di Casoria come "via Enrico Fermi" e su tale via il Comune rilasciò una serie di regolari concessioni edilizie per civili abitazioni;

dopo il terremoto del 1980 sul lato napoletano del confine tra Casoria e Napoli furono realizzate numerose abitazioni abusive: la sanatoria pervenuta dopo un decennio rese necessaria la realizzazione dei servizi essenziali per la cittadinanza e la sistemazione della viabilità. Per i servizi di illuminazione elettrica e telefonica si attinse alle reti già esistenti nella frazione di San Pietro a Paterno, mentre per i sottoservizi il Comune di Napoli decise di seguire l'antico tracciato della "Cupa Casoria", ma per corredarla di una rete fognaria sottostante era necessario intervenire su via Enrico Fermi;

i suddetti lavori su via Enrico Fermi, in parte finanziati dal Comune di Napoli per la rete fognaria e dalla Regione Campania per l'asfaltatura del manto stradale, iniziarono nel 2005 e sono proseguiti con alterne vicende finché, nell'ultimo anno, gli stessi si sono improvvisamente fermati, creando non pochi problemi al traffico veicolare e pedonale;

il disinteresse del Comune di Casoria per il completamento dell'opera non appare giustificato da valide motivazioni;

la mancata conclusione dei lavori è motivo di gravi problemi igienici, soprattutto a seguito della creazione di un'area scoperta e senza valida protezione, attigua a civili abitazioni, in fondo alla quale confluiscono e ristagnano, a "cielo aperto", maleodoranti liquami che inquinano l'area circostante, con grave pericolo per la salute dei cittadini residenti;

rilevato che l'Azienda sanitaria competente su Casoria è stata investita della grave emergenza sanitaria che riguarda l'area di via Fermi,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, nell'ambito delle proprie competenze, non ritengano opportuno che il Comune di Napoli effettui interventi per verificare il buono stato in cui versa la rete fognaria nell'area limitrofa a via Fermi;

se non ritengano che il Comune di Casoria debba essere reso oggetto di un sollecito da parte delle autorità di protezione civile e di sanità pubblica, per rimuovere il rischio di immediati focolai epidemici per le persone residenti e per le colture agricole che ancora insistono sulla zona;

se non ritengano che la competenza viaria della Provincia di Napoli debba assicurare la mobilità lungo le arterie stradali di confine tra realtà amministrative sbilanciate, per mezzi e risorse, come i due Comuni in questione;

se i Ministri non ritengano opportuni una sollecita ripresa e il completamento dei lavori in questione destinando a tal fine le risorse economiche che attengono alla competenza della Regione Campania.

(4-00690)

COMPAGNA - Al Ministro dell'istruzione, università e ricerca - Premesso che:

nell'espletamento della propria attività nell'Istituto tecnico industriale E. Medi di San Giorgio a Cremano (Napoli), la Direttrice dei servizi generali ed amministrativi ebbe nel luglio 2005 a denunciare un insegnante per illeciti amministrativi;

la denuncia, rivelatasi poi tutt'altro che infondata, era dettata da compiti di ufficio ed in nulla e per nulla riconducibile all'attività sindacale svolta dall'insegnante denunciato;

ciò malgrado, da parte di quadri sindacali della provincia e della regione venne da allora innescata una campagna di denigrazione ad personam della suddetta direttrice;

per quanto risulta all'interrogante, tale campagna di denigrazione ha favorito una serie di interventi di varie pubbliche amministrazioni che sotto il profilo professionale, penale, civile, con conseguenze sullo stato di salute, hanno provocato non pochi danni alla direttrice,

l'interrogante chiede di sapere dal Ministro in indirizzo con quali iniziative e con quali strumenti gli uffici centrali e periferici dell'amministrazione scolastica abbiano finora provveduto a tutelare il buon nome, la salute e l'onore di una funzionaria che ha agito esclusivamente nell'ambito delle proprie funzioni e nell'assoluto rispetto della normativa vigente e se tali iniziative e tali strumenti si siano rivelati un'efficace garanzia rispetto a sentimenti e risentimenti sindacali o politici sempre possibili.

(4-00691)

GRAMAZIO - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

il quotidiano "Il Tempo" di lunedì 20 ottobre 2008 riporta un articolo dal titolo "Genolini, eroe dimenticato" sulla vicenda di un ex comandante dei NOCS (Nucleo operativo centrale di sicurezza) della Polizia di Stato, morto unidici anni fa senza riconoscimento della causa di servizio;

il vice questore della Polizia di Stato Maurizio Genolini è stato comandante dei NOCS, che nel 2008 hanno festeggiato il trentennale della loro istituzione in funzione antiterrorismo sulla base di un'idea del Ministro dell'interno pro tempore Francesco Cossiga che emanò un apposito decreto. Il vice questore Genolini fu ferito durante la liberazione di un rapito; i medici, oltre a quelli della Sanità militare, riconobbero l'infermità conseguente a quell'episodio che lo portò alla morte, ma, dopo il decesso del comandante dei NOCS, la pratica per il riconoscimento della causa di servizio venne annullata, così come ricordato nell'articolo citato;

è ora di riconoscere il valore di questo eroe dimenticato, comandante delle "teste di cuoio" della Polizia di Stato, deceduto a soli 48 anni nel lontano giugno del 1997 che va ricordato ed onorato,

l'interrogante chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se ritenga di promuovere la riapertura della procedura per il riconoscimento al vece questore Maurzio Genolini della causa di servizio, che costituirebbe un atto di giustizia e di rispetto verso il comandante e gli operatori dei NOCS.

(4-00692)

FLERES - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

il Consiglio comunale di Sant'Agata di Militello (Messina), con deliberazione 11 ottobre 2005, n. 87, ha proceduto all'elezione del dott. Giusto Modica quale Difensore civico del Comune;

tale elezione è stata ed è oggetto di continue attenzioni da parte dei mass media locali, regionali e nazionali, anche con articoli a firma di prestigiosi giornalisti, per il forte clamore, misto ad indignazione, suscitato nell'opinione pubblica;

la suddetta deliberazione è stata ritenuta illegittima dal tribunale amministrativo regionale di Catania che, con sentenza n. 807/06, passata in giudicato, ha accolto il ricorso presentato da altri candidati in possesso di titoli e curricula assai rilevanti rispetto a quelli posseduti dal candidato illegittimamente prescelto, ravvisando ripetute violazioni di legge e di regolamenti;

in conseguenza della decisione giurisdizionale, il Consiglio comunale di Sant'Agata di Militello ha annullato, in autotutela, la delibera n. 87/2005 di nomina del Difensore civico;

sulla vicenda la Procura della Repubblica di Patti ha avviato due distinti procedimenti penali al termine dei quali ha ritenuto di disporre, in data 15 dicembre 2006, il decreto di citazione diretta a giudizio sia per il soggetto eletto Difensore civico, per il reato di falso, che per i consiglieri dell'attuale maggioranza consiliare, per il reato di abuso d'ufficio;

a seguito del rinvio a giudizio, il procedimento a carico del difensore civico illegittimamente eletto, che è stato incardinato il 3 maggio 2007 davanti al giudice monocratico non togato, presso la sezione staccata del Tribunale con sede a Sant'Agata di Militello, ha già subito ben due rinvii (udienza del 7 febbraio 2008 e udienza in programma per il 18 settembre 2008), con ciò infondendo il convincimento nell'opinione pubblica che, attraverso comportamenti dilatori, si intenda pervenire alla prescrizione;

il procedimento a carico dei dodici consiglieri, in corso davanti al giudice dell'udienza preliminare presso il Tribunale di Patti, ha subito diversi rinvii di cui non si comprendono i motivi, considerando che il giudice delle indagini preliminari di Patti, con ordinanza datata 22 gennaio 2008, ha richiesto il rinvio a giudizio per il reato di abuso d'ufficio ravvisando "a carico di tutti gli indagati il dolo intenzionale di arrecare un ingiusto vantaggio al Modica, desumibile non solo dalle evidenti e plurime violazioni di legge perpetrate, ma anche dall 'assenza del perseguimento di un interesse pubblico concorrente";

la gravità dei fatti commessi imporrebbe senz'altro una maggiore solerzia e celerità nell'amministrazione della giustizia, soprattutto quando emergono indiscutibilmente, come nel caso in specie, comportamenti amministrativi e gestionali lesivi della legge e dei diritti dei cittadini,

l'interrogante chiede di sapere:

se siano stati adottati provvedimenti al fine di accertare la natura dei ritardi verificatesi nell'amministrazione della giustizia da parte del Giudice monocratico non togato della sezione staccata del Tribunale di Patti, con sede a Sant'Agata di Militello, nonché da parte del GUP del Tribunale di Patti;

se il Ministro in indirizzo ritenga, in assenza di tali provvedimenti, di disporre apposito accesso ispettivo presso i suddetti uffici giudiziari, al fine di accertare i motivi dei ritardi che impediscono il celere e regolare svolgersi dei processi e, dunque, la conclusione dei medesimi, che riguardano personalità pubbliche locali coinvolte in una importante vicenda, qual è l'elezione del Garante dei diritti dei cittadini, che ha determinato profondo allarme sociale e disorientamento nell'opinione pubblica.

(4-00693)

PERDUCA, PORETTI - Ai Ministri degli affari esteri e della difesa - Premesso che:

destano crescente preoccupazione le considerazioni di alcuni tra i massimi responsabili militari dell'Alleanza atlantica attivi in Afghanistan. Ultime in una serie di dichiarazioni che hanno occupato le cronache internazionali quelle rilasciate dal comandante della NATO in Afghanistan, il Generale statunitense John Craddock, riprese dalla giornalista Caroline Wyatt e pubblicate sul sito della BBC il 20 ottobre 2008: nell'intervista il Generale dichiara che gli alleati NATO non riescono a garantire truppe sufficienti per combattere la rivolta intestina al Paese ed esprime valutazioni che evidenziano il fatto che gli sforzi militari non hanno avuto un ruolo di sostegno sufficiente e strutturale nei confronti della società civile, ne conseguirebbe il fatto che, sebbene le forze della NATO siano in grado di detenere il controllo del territorio, tocchi poi ad altri, non altrettanto organizzati o dotati di strumenti necessari, il forse più difficile compito di ricostruire la società civile e le istituzioni. Preoccupano anche dal punto di vista della gestione militare del contingente internazionale le conclusioni dell'intervista in cui il generale Craddock dichiara che le azioni sono portati avanti in maniera "sconnessa" sia nel tempo che nello spazio sottintendendo problemi di coordinamento tra i vari Stati membri;

di pari gravità sono, al contempo, informazioni riportate dalle agenzie stampa, anche italiane, relative al periodo tra il 21 agosto e il 20 ottobre 2008, in cui si rintracciano notizie relative a cifre - mai smentite - circa il numero di vittime civili causate dagli interventi delle forze NATO/ISAF (International Security Assistance Force) in Afghanistan;

in particolare, in relazione all'episodio più recente del 16 ottobre, si rende nota l'uccisione di almeno 17 civili nella provincia di Helmand a seguito di violenti combattimenti avvenuti tra le forze della NATO e i gli insorgenti; la stessa Alleanza ha avviato un'inchiesta dichiarando di non essere in grado di confermare il numero dei civili rimasti vittime nel corso delle proprie operazioni militari;

inoltre, nelle notizie riportate dalle maggiori agenzie di stampa italiane e internazionali si riscontra di frequente una mancanza di chiarezza nella distinzione tra le vittime di insorgenti causate da operazioni militari NATO/ISAF e quelle di civili coinvolti in operazioni militari condotte dalle forze statunitensi;

ciò nonostante sono state individuate trentasei vittime civili e circa una quarantina di feriti causati dalle forze NATO relativamente al periodo preso in considerazione,

si chiede di sapere:

quali siano i dati in possesso dei Ministri in indirizzo relativi alle vittime civili e armate relative a seguito di azioni dell'Alleanza atlantica;

se, anche in funzione di ricognizione o sostegno, le truppe o mezzi italiani siano stati coinvolti in dette azioni;

quali misure il Governo italiano intenda adottare per verificare i sopra menzionati incidenti e fare chiarezza sul bilancio dei civili rimasti uccisi in operazioni militari della NATO;

se, dopo aver accertato i fatti, i Ministri non ritengano opportuno, anche per ristabilire la credibilità dei confronti degli afgani, procedere alla richiesta di sospensione dei generali responsabili degli attacchi che hanno colpito i civili, in attesa dell'accertamento delle loro eventuali responsabilità.

(4-00694)

FASANO - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

il Consigliere comunale ed ex segretario della CGIL, Fausto Morrone, ha rilasciato un'intervista al giornale "Cronache del Mezzogiorno" del 12 ottobre 2008 dal titolo "Morrone: Gomorra made in Salerno", nella quale egli denuncia infiltrazioni di tipo camorristico negli appalti pubblici nella provincia di Salerno;

in detta intervista Morrone definisce le istituzioni "cieche ed incapaci di contrastare la longa manus della criminalità organizzata" ed afferma che "le imprese interessate ad aggiudicarsi la gara d'appalto riescono, in un modo o nell'altro, ad ottenere il certificato dell'Antimafia";

secondo Morrone a Salerno tra le quattro ditte che "sistematicamente" accedono agli appalti "per qualcuna c'è il certificato Antimafia ma per altre è noto a tutti che in passato hanno avuto contatti con la criminalità";

l'ex segretario della CGIL conferma, infine, l'esistenza di "un sistema diffuso di corruzione a vari livelli negli enti locali" e che "le sue denunce vengono ignorate",

l'interrogante chiede di sapere:

se risulti alle autorità competenti l'esistenza di uno stato di "illegalità diffusa" in provincia di Salerno così come richiamata in premessa e descritta nell'intervista citata;

se il Ministro in indirizzo ritenga opportuno intervenire al fine di verificare la veridicità delle specifiche affermazioni del consigliere Fausto Morrone;

se e quali provvedimenti intenda adottare al fine di chiarire, nelle sedi opportune, gli eventuali rapporti riscontrati tra il mondo della politica e quello degli affari nella provincia di Salerno;

se e in quale modo intenda intervenire al fine di riportare negli ambiti della legge e della trasparenza gli eventuali casi di illegalità riscontrata e acclarata.

(4-00695)

COSSIGA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della difesa - Si chiede di sapere:

quale posizione il Consigliere militare del Presidente della Repubblica abbia nella catena di comando politico-militare delle Forze armate;

inoltre, se e quando sia stata modificata la legge sul Consiglio Supremo della Difesa e il regolamento governativo di attuazione di essa e con quale legge il Capo di Stato Maggiore della Difesa sia stato posto alle dipendenze del detto Consigliere militare.

(4-00696)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:

 

 

 

4a Commissione permanente (Difesa):

3-00320, delle senatrici Negri e Amati, sulle modifiche delle regole di ingaggio per i militari italiani in Afghanistan non approvate dal Parlamento;

 

 

6a Commissione permanente (Finanze e tesoro):

3-00317, dei senatori Barbolini e Bertuzzi, sul fondo per le vittime delle frodi finanziarie;

 

 

7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport):

3-00319, della senatrice Poli Bortone, su alterazioni delle graduatorie di dirigenti scolastici;

 

 

8a Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni):

3-00315, dei senatori Di Girolamo Leopoldo ed altri, sui collegamenti ferroviari Orte-Roma;

3-00321, dei senatori Filippi Alberto e Mura, sulla modifica del Codice della strada;

  

12a Commissione permanente (Igiene e sanità):

 

3-00312, dei senatori Astore e altri, su una gara per la fornitura di assistenza protesica al ribasso bandita da un'Azienda sanitaria locale dell'Umbria.

Interrogazioni, ritiro di firme

La senatrice Antezza ha dichiarato di ritirare la propria firma dall'interrogazione 4-00607 dei senatori De Castro ed altri.