Pubblichiamo integralmente la lettera
dell'Assessore Rossi sul problema dell'accesso ai servizi sanitari per i
cittadini extracomunitari.
Ai Direttori Generali Aziende sanitarie
Agli operatori sanitari e sociali del SSR
Agli Ordini e Collegi professionali
LORO SEDI
Il 2 luglio u.s. stato definitivamente
approvato dal Senato della Repubblica il disegno di legge (DDL) n.733-b
recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", non ancora
in vigore perch in attesa di promulgazione da parte del Presidente della
Repubblica e della conseguente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Tenuto conto del dibattito pubblico che si sviluppato ampiamente sul tema,
generando diverse prese di posizione, anche da parte della Federazione
Nazionale dell'Ordine dei Medici e degli altri Ordini professionali, ritengo
opportuno esprimere l'orientamento di questo Assessorato.
La preoccupazione principale che, a fronte della situazione di incertezza
che si creata, venga, anche nei casi di necessit, condizionato e reso pi
difficile l'accesso ai servizi sanitari da parte delle persone immigrate, con
conseguente pericolo per la tutela della salute di tutta la popolazione della
Toscana, potendo cosi pregiudicare l'interesse generale della collettivit.
Occorre, innanzitutto, evidenziare che, per le perplessit e le critiche
sollevate anche dalla Regione Toscana, il
testo di legge non procede all'abrogazione del comma 5 dell'art.35 del D.Lgs.
286/1998 (TU delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione),
lasciando in essere il principio, in forza del quale, "l'accesso alle
strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul
soggiorno, non pu comportare alcun tipo di segnalazione all'autorit, salvo
i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parit di condizioni con il
cittadino italiano".
Inoltre, ai sensi, dell' art.1, comma 22, lett. g) del dettato normativo,
disposta la modifica dell'art.6, comma 2, del D.Lgs. 286/1998, prevedendosi
espressamente che per l'accesso alle
prestazioni sanitarie non sussiste l'obbligo della esibizione agli uffici
della pubblica amministrazione dei documenti inerenti il soggiorno.
Da quanto premesso risulta chiaramente che chi
deve prestare la propria opera sanitaria esonerato dal richiedere al
cittadino immigrato i documenti inerenti la regolarit del soggiorno e che
l'accesso alle strutture sanitarie non pu comportare alcun obbligo di
segnalazione all'autorit, continuando a garantire al cittadino immigrato le
cure e l'assistenza necessarie, nel rispetto dei principi del diritto alla
salute della persona.
In merito alla introduzione del reato di clandestinit, quale reato
contravvenzionale procedibile d'ufficio, ai dubbi interpretativi connessi e
agli eventuali obblighi che deriverebbero a carico dei pubblici ufficiali o
incaricati di pubblico servizio che venissero a conoscenza del reato in
questione nell'esercizio delle loro funzioni, ritengo che ipotizzare che a
carico dei soggetti suddetti sussista un vero e proprio obbligo di
segnalazione all'autorit determinerebbe una lesione oltre che delle
elementari regole di etica e di civilt di questo Stato, dei principi
fondamentali della nostra Carta Costituzionale e dell'ordinamento regionale
toscano, nonch dei codici deontologici.
Ricordo i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale e
dell'ordinamento regionale toscano, nonch del codice deontologico medico.
L'art. 32 della Costituzione italiana sancisce il principio che: "La
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettivit, e garantisce cure gratuite agli indigenti.(...)".
Lo Statuto della Regione Toscana all'art. 4 recita che la Regione persegue
tra le finalit prioritarie: "il diritto alla salute"; "il
rifiuto di ogni forma di xenofobia e di discriminazione legata all'etnia,
all'orientamento sessuale, e ogni altro aspetto della condizione umana e
sociale".
Il Codice di deontologia medica all'art. 3 prevede che: "Dovere del
medico la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'uomo e il
sollievo della sofferenza nel rispetto della libert e della dignit della persona
umana, senza distinzioni di et, di sesso, di etnia, di religione, di
nazionalit, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace e in tempo
di guerra, quali siano le condizioni istituzionali o sciali nelle quali
opera. La salute intesa nell'accezione pi ampia del termine, come
condizione cio di benessere fisico e psichico della persona".
Ed ancora, il Codice deontologico all'art. 10 prevede che: "Il medico
deve mantenere il segreto su tutto ci che gli confidato o di cui venga a
conoscenza nell 'esercizio della professione (...). Il medico deve informare
i suoi collaboratori dell'obbligo del segreto professionale (...). La
rivelazione ammessa ove motivata da una giusta causa, rappresentata
dall'adempimento di un obbligo previsto dalla legge (...)".
Occorre evidenziare, infine, che il giuramento professionale impone al medico
di osservare "le norme deontologiche che regolano l'esercizio della
medicina e quelle giuridiche che non risultano in contrasto con gli scopi
della professione".
Pertanto, sar cura di questo Assessorato, nella convinzione che sia
impossibile imporre agli esercenti le professioni sanitarie e quelle sociali
la violazione dei diritti fondamentali dell'individuo e dei principi
normativi ed etico-deontologici che sorreggono la professione, approfondire,
anche in collaborazione con gli Ordini professionali interessati, la tematica
in questione e, conseguentemente, percorrere tutte le vie giuridiche e
politiche consentite dall'ordinamento per garantire la tutela della salute
individuale e collettiva e per sostenere pienamente la scelta operata dal
medico.
Tanto premesso, desidero invitare tutti Voi a
proseguire in assoluta tranquillit nella Vostra opera di garanzia della
abituale assistenza e cura, che il nostro SSR ha sempre garantito, a favore
di tutti gli individui presenti sul territorio toscano, senza distinzione
alcuna, invitando espressamente la popolazione immigrata a continuare ad
avvalersi della assistenza sanitaria fornita dalla Regione Toscana.
Cordiali saluti
Enrico Rossi
|