Una politica lungimirante in tema di immigrazione deve basarsi certamente sulla garanzia di sicurezza e legalità, ma anche su una forte cooperazione internazionale «perché nessun migrante è felice di andarsene dalla sua terra». Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini nel corso della visita ufficiale ad Algeri, al termine della mattinata di incontri. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, respinge la tesi secondo cui i respingimenti dall'Italia di immigrati clandestini siano di per se stessi violazioni del diritto internazionale, ma invita a verificare prima dei respingimenti se l'immigrato che ne è oggetto ha titolo per chiedere il diritto di asilo. Bisogna distinguere, insomma, fra clandestini e chi chiede asilo politico, come «chi fugge da guerre, carestie, discriminazioni». Quello che è certo però, per Fini, è che «non si può affrontare un tema così delicato in maniera superficiale o, peggio, anche propagandistico».
Fini quindi ha replicato pesantemente alle affermazioni del presidente del Consiglio, Berlusconi, il quale venerdì aveva affermato: «Non vogliamo una Italia multietnica». «Non credo - ha detto Fini - che abbia molto senso dire "voglio una società multietnica oppure no" perché è una questione demografica. In Italia, come nel resto dei paesi europei, il numero degli stranieri è aumentato ed è destinato ad aumentare ancora per ragioni demografiche». Fini ha invitato a spostare il confronto sulle politiche di immigrazione rispetto alla multietnicità o meno della nostra società. Certamente quella attuale è una società molto diversa da quella fin qui conosciuta, ha detto Fini, «una sfida che non può essere affrontata soltanto con polemiche quotidiane», perché «è una questione talmente complessa che inevitabilmente riguarderà il prossimo futuro della società italiana, a prescindere dalla collocazione di questa o quella forza politica». E per Fini è giunto il momento di «ragionare su cosa significa davvero integrare quegli stranieri di cui la società ha bisogno», ricordando che non è un problema solo italiano ma di tutte le società europee.
Parlando dei 3 maxiemendamenti al ddl sicurezza sui quali domani il Governo porrà la fiducia, Fini ha precisato che «non c'è alcun profilo di incostituzionalità ed è la ragione per la quale la Presidenza della Camera li ha ammessi, come era suo dovere fare». Mercoledì il voto di fiducia, giovedì il via libera della Camera al provvedimento.
11 maggio 2009
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