Una
giornata con gli immigrati. La UIL sostiene lŐidea di una giornata a marzo di
valorizzazione della risorsa immigrazione e di costruzione di un nuovo modello
di convivenza multi etnica.
Sfruttati,
vessati, discriminati e spesso oggetto di razzismo. Nel nostro Paese non ci si
comporta bene con gli immigrati: non lo fa la politica di chi governa che ha
scelto misure draconiane per rimediare alla propria incapacit di governare il
fenomeno; non lo fanno molti esponenti politici dediti al ŇcattivismoÓ per meschine
ragioni elettorali, incuranti dei danni alla convivenza civile che possono
provocare alcune loro dichiarazioni; non lo fanno i mass media che spesso usano
un linguaggio ed un approccio alle notizie dispregiativo quando si tratta di
immigrazione, cogliendo ed accentuando solo la cronaca nera; non lo fanno molti
datori di lavoro che sfruttano la condizione di debolezza di chi legato al
rinnovo del permesso di soggiorno, per abbassare il loro salario ed alzare
lŐorario giornaliero di lavoro; abbiamo poi lo sfruttamento estremo dei
caporali (non solo in agricoltura) che rasenta lo schiavismo e la violazione
dei diritti fondamentali della persona, comŐ successo di recente a Rosarno, ma
come potrebbe succedere in molte altre parti dŐItalia, al Sud come al Nord .
Eppure i
cinque milioni di cittadini non italiani che ormai vivono e lavorano con noi ci
sono diventati indispensabili e non solo perch producono un decimo del nostro
PIL e pagano in parte le pensioni degli italiani: ma soprattutto perch le nostre
aziende, i nostri servizi smetterebbero in gran parte di funzionare e le nostre
famiglie andrebbero subito nel caos se non potessero contare, anche solo per un
giorno, dellŐapporto indispensabile degli immigrati. Se un giorno gli immigrati
decidessero di fare a meno di noi, non noi di loro.
Per questo
motivo la UIL comprende e condivide in gran parte le ragioni dei promotori
dellŐiniziativa Ňuna giornata senza immigratiÓ, promossa per il 1Ą marzo. EŐ
necessario ed urgente che la pubblica opinione percepisca il valore positivo
dellŐimmigrazione e della necessit di costruire insieme non solo condizioni
dŐintegrazione, ma una nuova forma di convivenza tra le diverse culture,
tradizioni e religioni che ormai compongono la nostra societ.
Sarebbe un
errore, per, parlare di sciopero. Primo perch lo sciopero si fa contro qualcuno e
potrebbe essere strumentalizzato in quanto iniziativa contro gli italiani; secondo,
perch sarebbe un grave errore
rompere il meccanismo di solidariet che deve legare chi lavora insieme,
italiani e non. Terzo, perch lo sciopero pu essere indetto solo da chi ne ha
titolarit, altrimenti si rischia di esporre chi aderisce a penalizzazioni (o
peggio) da parte dei datori di lavoro; quarto, perch la maggioranza degli
immigrati non potrebbe aderire, neanche volendo, a causa della loro debolezza
contrattuale.
Secondo la
UIL, lŐimmigrazione non necessita certo di ulteriori ghettizzazioni. Meglio
dunque promuovere una giornata di valorizzazione dellŐimmigrazione e di
opposizione ad ogni forma di discriminazione e razzismo. Una giornata di
celebrazione del valore positivo che ha lŐimmigrazione, la quale pu essere
pubblicizzata attraverso forti iniziative simboliche: lŐastensione dagli
acquisti, ad esempio; momenti pubblici dŐincontro e riflessione tra cittadini,
indipendentemente dal colore della loro pelle; o ancora pi semplicemente
indossando (stranieri ed italiani) un indumento giallo, simbolo del rifiuto di
ogni forma di razzismo, xenofobia e discriminazione.
Se i
promotori dellŐiniziativa di marzo sceglieranno questa strada, del dialogo e
della valorizzazione della risorsa immigrazione, di ricerca di una nuova forma
di convivenza civile, e non quella della contrapposizione e divisione che
potrebbe essere interpretata dallŐidea di uno sciopero dei soli immigrati,
potranno godere della piena approvazione ed appoggio attivo della UIL e dei
propri iscritti in tutta Italia.
Roma, 13
gennaio 2010