SENTENZA DELLA CORTE (GRANDE SEZIONE) 8 MARZO 2011 (*)

 

ÇCittadinanza dellĠUnione – Articolo 20 TFUE – Concessione di un diritto di soggiorno, a titolo dellĠordinamento dellĠUnione, a un minore sul territorio dello Stato membro di cui detto minore ha la cittadinanza, a prescindere dal previo esercizio da parte di questĠultimo del suo diritto alla libera circolazione sul territorio degli Stati membri – Concessione, nelle medesime circostanze, di un diritto di soggiorno derivato allĠascendente, cittadino di uno Stato terzo, che si faccia carico del minore – Conseguenze del diritto di soggiorno del minore sugli obblighi che lĠascendente di detto minore, cittadino di uno Stato terzo, deve soddisfare per quanto concerne il diritto del lavoroÈ

 

SENTENZA DELLA CORTE (GRANDE SEZIONE) 8 MARZO 2011 (*)

NEL PROCEDIMENTO C-34/09,

 

avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dellĠarticolo 234 CE, dal Tribunal du travail de Bruxelles (Belgio), con decisione 19 dicembre 2008, pervenuta in cancelleria il 26 gennaio 2009, nella causa

 

Gerardo Ruiz Zambrano

contro

Office national de lĠemploi (ONEm),

 

LA CORTE (GRANDE SEZIONE),

 

composta dal sig. V. Skouris, presidente, dai sigg. A. Tizzano, J.N. Cunha Rodrigues (relatore), K. Lenaerts, J.-C. Bonichot, presidenti di sezione, A. Rosas, M. Ilešič, J. Malenovský, U. L›hmus, E Levits, A. î Caoimh, L. Bay Larsen e dalla sig.ra M. Berger, giudici,

 

avvocato generale: sig.ra E. Sharpston

 

cancelliere: sig. A. Calot Escobar

 

vista la fase scritta del procedimento e in seguito allĠudienza del 26 gennaio 2010,

 

considerate le osservazioni presentate:

- per il sig. Ruiz Zambrano, dallĠavv. P. Robert, avocat;

- per il governo belga, dalla sig.ra C. Pochet, in qualitˆ di agente, assistita dagli avv.ti F. Motulsky e K. de Haes, avocats;

- per il governo danese, dalla sig.ra B. Weis Fogh, in qualitˆ di agente;

- per il governo tedesco, dai sigg. M. Lumma e N. Graf Vitzthum, in qualitˆ di agenti;

- per lĠIrlanda, dal sig. D. OĠHagan, in qualitˆ di agente, assistito dal sig. D. Conlan Smyth, barrister;

- per il governo ellenico, dalle sig.re S. Vodina, T. Papadopoulou e M. Michelogiannaki, in qualitˆ di agenti;

- per il governo olandese, dalla sig.ra C. Wissels e dai sigg. M. de Grave e J. Langer, in qualitˆ di agenti;

- per il governo austriaco, dal sig. E. Riedl, in qualitˆ di agente;

- per il governo polacco, dal sig. M. Dowgielewicz e, successivamente, dal sig. M. Szpunar, in qualitˆ di agenti;

- per la Commissione europea, dalla sig.ra D. Maidani e dal sig. M. Wilderspin, in qualitˆ di agenti,

 

sentite le conclusioni dellĠavvocato generale, presentate allĠudienza del 30 settembre 2010,

 

ha pronunciato la seguente

Sentenza

 

1 La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sullĠinterpretazione degli artt. 12 CE, 17 CE e 18 CE, nonchŽ degli artt. 21, 24 e 34 della Carta dei diritti fondamentali dellĠUnione europea (in prosieguo: la ÇCarta dei diritti fondamentaliÈ).

 

2 Questa domanda  stata proposta nellĠambito di una controversia tra il sig. Ruiz Zambrano, cittadino colombiano, e lĠOffice national de lĠemploi (Ufficio nazionale di collocamento belga; in prosieguo: lĠÇONEmÈ), in merito al diniego di questĠultimo di riconoscergli il diritto allĠindennitˆ di disoccupazione a titolo della normativa belga.

 

CONTESTO NORMATIVO

 

IL DIRITTO DELLĠUNIONE

 

3 LĠarticolo 3, n. 1, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 29 aprile 2004, 2004/38/CE, relativa al diritto dei cittadini dellĠUnione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, che modifica il regolamento (CEE) n. 1612/68 ed abroga le direttive 64/221/CEE, 68/360/CEE, 72/194/CEE, 73/148/CEE, 75/34/CEE, 75/35/CEE, 90/364/CEE, 90/365/CEE e 93/96/CEE (GU L 158, pag. 77, e – rettifiche – GU 2004, L 229, pag. 35, e GU 2005, L 197, pag. 34), cos“ dispone:

 

ÇLa presente direttiva si applica a qualsiasi cittadino dellĠUnione che si rechi o soggiorni in uno Stato membro diverso da quello di cui ha la cittadinanza, nonchŽ ai suoi familiari ai sensi dellĠarticolo 2, punto 2, che accompagnino o raggiungano il cittadino medesimoÈ.

 

IL DIRITTO NAZIONALE

 

Il Code de la nationalitŽ belga

 

4 Ai sensi dellĠarticolo 10, primo comma, del Code de la nationalitŽ belga (codice belga in materia di cittadinanza; Moniteur belge del 12 luglio 1984, pag. 10095), nella versione vigente allĠepoca dei fatti della causa principale (in prosieguo: il Çcodice belgaÈ):

 

Çé belga il figlio nato in Belgio e che, in un qualsiasi momento antecedente al compimento del diciottesimo anno di etˆ o allĠemancipazione anteriore a tale etˆ, sarebbe apolide se non possedesse tale cittadinanzaÈ.

 

Il regio decreto 25 novembre 1991

 

5 LĠarticolo 30, primo comma, del regio decreto 25 novembre 1991, recante norme in materia di disoccupazione (Moniteur belge del 31 dicembre 1991, pag. 29888), dispone quanto segue:

ÇHa diritto allĠindennitˆ di disoccupazione il lavoratore a tempo pieno che abbia completato un periodo di tirocinio comprendente i seguenti numeri di giornate di lavoro:

(É)

 

2Ħ 468 nei 27 mesi precedenti la domanda [dĠindennitˆ di disoccupazione], per i lavoratori di etˆ compresa tra anni 36 e 50;

(É)È.

 

6 LĠarticolo 43, n. 1, del medesimo regio decreto cos“ recita:

ÇFatte salve le disposizioni precedenti, il lavoratore straniero o apolide ha diritto allĠindennitˆ di disoccupazione se risponde ai requisiti posti dalla normativa in tema di stranieri e di occupazione di manodopera straniera.

Il lavoro svolto in Belgio viene preso in considerazione solo se risponde ai requisiti posti dalla normativa in tema di occupazione di manodopera straniera.

(É)È.

 

7 Ai sensi dellĠarticolo 69, n. 1, di detto regio decreto:

ÇPer godere dellĠindennitˆ, il lavoratore disoccupato straniero o apolide devĠessere in regola con la normativa in materia di stranieri e di occupazione di manodopera stranieraÈ.

 

Il decreto-legge 28 dicembre 1944

8 LĠarticolo 7, n. 14, del decreto legge 28 dicembre 1944, sulla previdenza sociale dei lavoratori (Moniteur belge del 30 dicembre 1944), inserito dalla legge programmatica 2 agosto 2002 (Moniteur belge del 29 agosto 2002, pag. 38408),  del seguente tenore:

ÇIl lavoratore straniero o apolide ha diritto allĠindennitˆ solo se, alla data della domanda di indennitˆ,  in regola con la normativa in materia di soggiorno e di occupazione di manodopera straniera.

LĠattivitˆ lavorativa svolta in Belgio dal lavoratore straniero o apolide  presa in considerazione ai fini del soddisfacimento del requisito del tirocinio solo se  stata svolta in osservanza della normativa relativa allĠoccupazione di manodopera straniera.

(É)È.

 

La legge 30 aprile 1999

 

9 LĠarticolo 4, n. 1, della legge 30 aprile 1999, in materia di occupazione dei lavoratori stranieri (Moniteur belge del 21 maggio 1999, pag. 17800), cos“ dispone:

ÇIl datore di lavoro che intenda assumere un lavoratore straniero deve ottenere, dallĠautoritˆ competente, unĠautorizzazione preventiva allĠassunzione.

Il datore di lavoro pu˜ avvalersi dei servizi di detto lavoratore solo entro i limiti stabiliti dalla citata autorizzazione.

Sua Maestˆ pu˜ disporre deroghe al primo comma, nelle ipotesi da Ella stabiliteÈ.

 

10 Ai sensi dellĠarticolo 7 di detta legge:

ÇSua Maestˆ pu˜ dispensare, con decreto deliberato in Consiglio dei ministri, le categorie di lavoratori stranieri da Ella indicate dallĠobbligo di ottenere un permesso di lavoro.

I datori di lavoro dei lavoratori stranieri menzionati nel comma precedente sono esonerati dallĠobbligo di ottenere unĠautorizzazione allĠassunzioneÈ.

 

Il regio decreto 9 giugno 1999

 

11 Ai sensi dellĠarticolo 2, n. 2, del regio decreto 9 giugno 1999, recante esecuzione della legge 30 aprile 1999, in materia di occupazione dei lavoratori stranieri (Moniteur belge del 26 giugno 1999, pag. 24162):

ÇSono dispensati dallĠobbligo di ottenere un permesso di lavoro:

(É)

2Ħ il coniuge di un cittadino belga, a condizione che vengano a stabilirsi o si stabiliscano con uno di loro:

a) i discendenti, di etˆ inferiore ai 21 anni o a carico, del cittadino belga o del suo coniuge;

b) gli ascendenti, a carico, del cittadino belga o del suo coniuge;

c) i coniugi delle persone menzionate nelle lettere a) e b);

(É)È.

 

La legge 15 dicembre 1980

 

12 LĠarticolo 9 della legge 15 dicembre 1980, che disciplina lĠingresso nel territorio, il soggiorno, lĠinsediamento e lĠallontanamento degli stranieri (Moniteur belge del 31 dicembre 1980, pag. 14584), nella versione applicabile ai fatti della causa principale (in prosieguo: la Çlegge 15 dicembre 1980È), enuncia quanto segue:

ÇPer poter soggiornare nel Regno oltre i termini stabiliti dallĠarticolo 6, lo straniero che non rientri in una delle ipotesi previste dallĠarticolo 10 devĠessere autorizzato a tal fine dal Ministro o da un suo delegato.

Salvo deroghe previste mediante trattato internazionale, legge o regio decreto, detta autorizzazione devĠessere richiesta dallo straniero presso la sede diplomatica o consolare belga competente del luogo di residenza o soggiorno dello straniero allĠestero.

In casi eccezionali, detta autorizzazione pu˜ essere richiesta dallo straniero presso il sindaco del luogo di soggiorno, che provvederˆ a trasmetterla al Ministro o al suo delegato. In tal caso, essa verrˆ rilasciata in BelgioÈ.

 

13 LĠarticolo 40 della medesima legge prevede quanto segue:

Ǥ 1. Fatte salve le disposizioni contenute nei regolamenti del Consiglio [dellĠUnione europea] e della Commissione delle Comunitˆ europee, nonchŽ quelle pi favorevoli di cui lo straniero C.E. possa avvalersi, sono a questĠultimo applicabili le seguenti disposizioni.

¤ 2. Ai fini dellĠapplicazione della presente legge, si intende per straniero C.E. ogni cittadino di uno Stato membro delle Comunitˆ europee che soggiorni o entri nel Regno e che:

1Ħ ivi eserciti o intenda esercitarvi unĠattivitˆ lavorativa subordinata o autonoma; oppure

2Ħ ivi fruisca o intenda ivi fruire di una prestazione di servizi; oppure

3Ħ ivi fruisca o intenda ivi fruire del diritto di residenza; oppure

4Ħ ivi fruisca o intenda ivi fruire del diritto di soggiorno dopo aver cessato unĠattivitˆ professionale esercitata nella Comunitˆ; oppure

5Ħ ivi segua o intenda ivi seguire, a titolo principale, un corso di formazione professionale in un istituto di insegnamento autorizzato; oppure

6Ħ non appartenga a nessuna della categorie contemplate dai punti 1Ħ-5Ħ.

¤ 3. Salvo quanto altrimenti disposto nella presente legge, sono assimilati allo straniero C.E., di cui al ¤ 2, punti 1Ħ, 2Ħ e 3Ħ, a prescindere dalla loro cittadinanza, le persone qui di seguito indicate, sempre che vengano a stabilirsi o si stabiliscano con lui:

1Ħ il coniuge;

2Ħ i suoi discendenti o quelli del coniuge, di etˆ inferiore a 21 anni o a loro carico;

3Ħ i suoi ascendenti o quelli del coniuge, a loro carico;

4Ħ il coniuge delle persone di cui ai punti 2Ħ e 3Ħ.

¤ 4. Salvo quanto altrimenti disposto nella presente legge, sono assimilate allo straniero C.E. di cui al ¤ 2, punti 4Ħ e 6Ħ, a prescindere dalla loro cittadinanza, le persone qui di seguito indicate, sempre che vengano a stabilirsi o si stabiliscano con lui:

1Ħ il coniuge;

2Ħ i suoi discendenti o quelli del coniuge, a loro carico;

3Ħ i suoi ascendenti o quelli del coniuge, a loro carico;

4Ħ il coniuge delle persone di cui ai punti 2Ħ e 3Ħ.

¤ 5. Salvo quanto altrimenti disposto nella presente legge, sono assimilati allo straniero C.E. di cui al ¤ 2, punto 5Ħ, a prescindere dalla loro cittadinanza, il coniuge e i figli o i figli del coniuge che sono a loro carico, sempre che vengano a stabilirsi o si stabiliscano con lui.

¤ 6. Sono altres“ assimilati allo straniero C.E. il coniuge di un cittadino belga, che venga a stabilirsi o si stabilisca con lui, come pure i loro discendenti di etˆ inferiore a 21 anni o a loro carico, i loro ascendenti a carico e il coniuge di tali discendenti o di tali ascendenti, che vengano a stabilirsi o si stabiliscano con loroÈ.

 

CAUSA PRINCIPALE E QUESTIONI PREGIUDIZIALI

 

14 Il 14 aprile 1999, il sig. Ruiz Zambrano ha chiesto asilo in Belgio, dove era entrato munito di un visto rilasciato dallĠambasciata belga di Bogotˆ (Colombia). Nel febbraio 2000 sua moglie, anchĠessa cittadina colombiana, ha chiesto parimenti di godere dello status di rifugiata in questo Stato membro.

 

15 Con decisione 11 settembre 2000, le autoritˆ belghe hanno respinto le loro istanze, pur accompagnando lĠordine di abbandonare il territorio, loro notificato, con una clausola di non rimpatrio in Colombia, alla luce della situazione di guerra civile prevalente in tale paese.

 

16 Il 20 ottobre 2000, il sig. Ruiz Zambrano ha inoltrato unĠistanza di regolarizzazione del suo soggiorno, in base allĠarticolo 9, terzo comma, della legge 15 dicembre 1980. Nella sua istanza, egli denunciava lĠassoluta impossibilitˆ di rientrare in Colombia e lĠestremo deterioramento della situazione di questo paese, sottolineando peraltro i suoi sforzi di integrazione nella societˆ belga, il suo apprendimento del francese e la circostanza che suo figlio frequentasse la scuola materna, oltre al rischio di recrudescenza, in caso di ritorno in Colombia, della grave sindrome post traumatica che egli aveva sofferto, nel 1999, a seguito del rapimento, durato una settimana, di suo figlio, che allĠepoca aveva tre anni.

 

17 Con decisione 8 agosto 2001, detta istanza  stata respinta. Questa decisione ha costituito oggetto di un ricorso di annullamento e per sospensione dinanzi al Conseil dĠƒtat, che ha respinto il ricorso per sospensione con decreto 22 maggio 2003.

 

18 Sin dal 18 aprile 2001 il sig. Ruiz Zambrano e sua moglie risultano ufficialmente residenti in Schaerbeek (Belgio). Il 2 ottobre 2001 il ricorrente nella causa principale, pur non essendo ancora in possesso di un permesso di lavoro, ha concluso un contratto di lavoro a tempo indeterminato e orario pieno con la societˆ Plastoria, produttivo di effetti a partire dal 1Ħ ottobre 2001.

 

19 Il 1Ħ settembre 2003, la moglie del sig. Ruiz Zambrano ha dato alla luce un secondo bambino, chiamato Diego, il quale ha acquisito la cittadinanza belga, in osservanza dellĠarticolo 10, primo comma, del codice belga in quanto, in mancanza di unĠespressa iniziativa dei genitori finalizzata al riconoscimento della cittadinanza colombiana, la legge colombiana non riconosce tale cittadinanza ai bambini nati fuori del territorio della Colombia.

 

20 Dalla decisione di rinvio si evince inoltre che, al momento della nascita del suo secondo figlio, il sig. Ruiz Zambrano disponeva, grazie alla sua attivitˆ professionale, di mezzi sufficienti a provvedere al suo mantenimento. Tale attivitˆ comportava il versamento di una retribuzione conforme alle varie tabelle vigenti, previo prelievo dei contributi di legge sociali, e il versamento dei contributi sociali del datore di lavoro.

 

21 Il 9 aprile 2004, i coniugi Ruiz Zambrano hanno inoltrato una nuova istanza di regolarizzazione del soggiorno in base allĠarticolo 9, terzo comma, della legge 15 dicembre 1980, invocando, quale nuovo elemento, la nascita del loro secondo figlio, e facendo appello allĠarticolo 3 del protocollo n. 4 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dellĠuomo e delle libertˆ fondamentali, il quale osterebbe a che detto figlio venga costretto ad abbandonare il territorio dello Stato di cui ha la cittadinanza.

 

22 In seguito alla nascita, il 26 agosto 2005, di una figlia, chiamata Jessica, la quale, al pari di suo fratello Diego, ha acquisito la cittadinanza belga, il 2 settembre 2005 i coniugi Ruiz Zambrano hanno presentato istanza di permesso di soggiorno in base allĠarticolo 40 della legge 15 dicembre 1980, in qualitˆ di ascendenti di un cittadino belga. Il 13 settembre 2005, a ciascuno di loro  stato rilasciato un attestato di registrazione, che autorizzava in via provvisoria il loro soggiorno sino al 13 febbraio 2006.

 

23 La domanda di permesso di soggiorno del sig. Ruiz Zambrano  stata respinta lĠ8 novembre 2005, in quanto questĠultimo Çnon pu˜ avvalersi dellĠapplicazione dellĠarticolo 40 della legge 15 dicembre 1980 poichŽ non ha rispettato le leggi del suo paese, non procedendo allĠiscrizione di suo figlio presso le autoritˆ diplomatiche o consolari, bens“ ha seguito regolarmente le procedure a sua disposizione per ottenere la cittadinanza belga [per detto figlio] e poi cercare, su tale base, di regolarizzare il proprio soggiornoÈ. Il 26 gennaio 2006, la domanda di permesso di soggiorno di sua moglie  stata respinta con la medesima motivazione.

 

24 Dopo aver proposto, nel marzo 2006, un ricorso avverso la decisione di rigetto della sua domanda di permesso di soggiorno, il sig. Ruiz Zambrano dispone di un titolo speciale di soggiorno, valido in pendenza di detto ricorso.

 

25 Nel frattempo, ossia il 10 ottobre 2005, il sig. Ruiz Zambrano era stato collocato in disoccupazione temporanea per crisi economica, circostanza che lĠaveva spinto a presentare una prima domanda di indennitˆ di disoccupazione, oggetto di una decisione di rigetto, notificata allĠinteressato il 20 febbraio 2006. Detta decisione  stata impugnata dinanzi al giudice del rinvio con ricorso 12 aprile 2006.

 

26 Nel corso dellĠistruttoria del ricorso diretto avverso questa decisione, lĠOffice des ƒtrangers (Ufficio Stranieri belga) ha confermato che ÇlĠinteressato e sua moglie non [potevano] esercitare nessuna attivitˆ professionale, anche se nessuna misura di allontanamento poteva essere adottata a loro carico essendo ancora pendente la loro domanda di regolarizzazioneÈ.

 

27 Durante unĠispezione effettuata lĠ11 ottobre 2006 dalla direction gŽnŽrale du contr™le des lois sociales (direzione ispettiva generale previdenziale belga) presso la sede del datore di lavoro del sig. Ruiz Zambrano, si accertava che lĠinteressato si trovava al lavoro. Egli ha dovuto sospendere immediatamente il lavoro. Il giorno dopo, il datore di lavoro del sig. Ruiz Zambrano ha posto immediatamente termine al contratto di lavoro di questĠultimo, senza indennizzo.

 

28 La domanda inoltrata dal sig. Ruiz Zambrano per godere delle indennitˆ di disoccupazione a tempo pieno a far data dal 12 ottobre 2006  stata respinta con decisione dellĠONEm, notificata il 20 novembre 2006. Anche questa decisione  oggetto di impugnazione dinanzi al giudice del rinvio, promossa con atto introduttivo datato 20 dicembre 2006.

 

29 Il 23 luglio 2007, lĠinteressato ha ricevuto comunicazione della decisione dellĠOffice des ƒtrangers, che dichiarava irricevibile la sua domanda di regolarizzazione di soggiorno inoltrata il 9 aprile 2004. Il ricorso proposto avverso questa decisione dinanzi al Conseil du contentieux des Žtrangers (Commissione belga per il contenzioso in materia di stranieri)  stato dichiarato chiuso per sopravvenuta mancanza dellĠoggetto del contendere con decisione 8 gennaio 2008, dato che lĠOffice des ƒtrangers aveva ritirato detto provvedimento.

 

30 Con lettera datata 25 ottobre 2007, lĠOffice des ƒtrangers ha informato il sig. Ruiz Zambrano che il ricorso da lui inoltrato nel marzo 2006 avverso la decisione di rigetto della sua domanda di permesso di soggiorno 2 settembre 2005 doveva essere inoltrato una seconda volta, entro 30 giorni dalla notificazione di detta lettera, nelle forme di una domanda di annullamento dinanzi al Conseil du contentieux des Žtrangers.

 

31 Il 19 novembre 2007, il sig. Ruiz Zambrano ha proposto siffatto ricorso, basato anzitutto sullĠinesistenza di Çartifici giuridiciÈ che gli viene rimproverata in detta decisione, ricordando che lĠacquisizione della cittadinanza belga per i suoi figli minori nati in Belgio derivava non da una qualsivoglia iniziativa che egli avrebbe preso in tal senso, bens“ dallĠapplicazione della normativa belga. Il sig. Ruiz Zambrano lamenta peraltro una violazione degli artt. 2 e 7 della direttiva 2004/38, cos“ come una violazione dellĠarticolo 8 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dellĠuomo e delle libertˆ fondamentali, siglata a Roma il 4 novembre 1950 (in prosieguo: la ÇCEDUÈ), e dellĠarticolo 3, n. 1, del protocollo n. 4 di tale convenzione.

 

32 Nelle sue osservazioni scritte depositate dinanzi alla Corte, il governo belga sostiene che, a partire dal 30 aprile 2009, il sig. Ruiz Zambrano gode di un diritto di soggiorno provvisorio, rinnovabile sino a indicazione contraria, e che egli dovrebbe godere di un permesso di lavoro C in applicazione della circolare del Ministro della Politica di Immigrazione e Asilo 26 marzo 2009, relativa allĠapplicazione del vecchio articolo 9, terzo comma, e dellĠarticolo 9 bis della legge 15 dicembre 1980.

 

33 Dalla decisione di rinvio si evince che i due provvedimenti oggetto della causa principale, mediante i quali lĠONEm ha negato il riconoscimento al sig. Ruiz Zambrano del diritto alle indennitˆ di disoccupazione, in un primo tempo durante i periodi di disoccupazione temporanea a partire dal 10 ottobre 2005 e, successivamente, a partire dal 12 ottobre 2006, in seguito alla perdita del suo posto di lavoro, si basano esclusivamente sulla constatazione che i giorni di lavoro di questĠultimo denunciati a titolo di tirocinio richiesto per i lavoratori disoccupati della sua fascia dĠetˆ, ossia 468 giorni di lavoro durante i 27 mesi precedenti la domanda di indennitˆ di disoccupazione, non sono stati prestati nel rispetto della normativa in materia di soggiorno degli stranieri e di occupazione di manodopera straniera.

 

34 Dinanzi al giudice del rinvio, il sig. Ruiz Zambrano respinge questĠargomento, affermando in particolare che egli ricava un diritto di soggiorno direttamente dal Trattato CE o, quanto meno, che egli gode del diritto di soggiorno derivato, riconosciuto dalla sentenza 19 ottobre 2004, causa C-200/02, Zhu e Chen (Racc. pag. I-9925), in capo al figlio minore in tenera etˆ, cittadino di uno Stato membro, e che, di conseguenza, egli era esonerato dallĠobbligo di possedere un permesso di lavoro.

 

35 Alla luce di quanto sopra, il Tribunal du travail de Bruxelles ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:

 

Ç1) Se uno o pi tra gli artt. 12 [CE], 17 [CE] e 18 [CE], letti separatamente o in combinato disposto tra loro, conferiscano al cittadino dellĠUnione un diritto di soggiorno nel territorio dello Stato membro di cui ha la cittadinanza, a prescindere dalla circostanza che egli abbia precedentemente esercitato il diritto di circolare nel territorio degli Stati membri.

 

2) Se gli artt. 12 [CE], 17 [CE] e 18 [CE], in combinato disposto con gli artt. 21, 24 e 34 della Carta dei diritti fondamentali, debbano essere interpretati nel senso che il diritto da essi conferito a ogni cittadino dellĠUnione, senza discriminazione in base alla cittadinanza, di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, implica, quando tale cittadino sia un minore in tenera etˆ a carico di un ascendente cittadino di un paese terzo, che il godimento del diritto di soggiorno nel territorio dello Stato membro in cui risiede e di cui ha la cittadinanza debba essere garantito a detto minore a prescindere dal previo esercizio da parte sua o tramite il suo rappresentante legale del diritto di circolazione, riconoscendo a tale diritto di soggiorno lĠefficacia pratica di cui la giurisprudenza comunitaria [(sentenza Zhu e Chen, cit.)] ha ammesso la necessitˆ, attribuendo, allĠascendente cittadino di un paese terzo, che abbia a carico tale minore e disponga di risorse sufficienti e di unĠassicurazione malattia, il diritto di soggiorno derivato di cui questo stesso cittadino di un paese terzo godrebbe qualora il minore a suo carico fosse un cittadino dellĠUnione non avente la cittadinanza dello Stato membro in cui risiede.

 

3) Se gli artt. 12 [CE], 17 [CE] e 18 [CE], in combinato disposto con gli artt. 21, 24 e 34 della Carta dei diritti fondamentali, debbano essere interpretati nel senso che il diritto di soggiorno di un minore, cittadino di uno Stato membro e residente nel territorio di questo, deve comportare una dispensa dal permesso di lavoro a favore dellĠascendente, cittadino di un paese terzo, che ha detto minore a carico e che – ad eccezione del requisito del permesso di lavoro imposto dalla legge nazionale dello Stato membro in cui risiede – soddisfa, attraverso lĠesercizio di un lavoro subordinato che lo assoggetta al sistema previdenziale di tale Stato [membro], la condizione delle risorse sufficienti e del possesso di unĠassicurazione malattia cui  subordinata lĠefficacia pratica che la giurisprudenza comunitaria [(sentenza Zhu e Chen, cit.)] ha riconosciuto a vantaggio di un minore, cittadino europeo avente una cittadinanza diversa da quella dello Stato membro nel quale soggiorna a carico di un ascendente, cittadino di un paese terzoÈ.

 

SULLE QUESTIONI PREGIUDIZIALI

 

36 Con le sue questioni, che occorre esaminare congiuntamente, il giudice del rinvio mira sostanzialmente ad accertare se le disposizioni del Trattato FUE sulla cittadinanza dellĠUnione debbano essere interpretate nel senso che esse attribuiscono allĠascendente, cittadino di uno Stato terzo, che si faccia carico dei propri figli in tenera etˆ, cittadini dellĠUnione, un diritto di soggiorno nello Stato membro di cui questi ultimi hanno la cittadinanza e dove essi risiedono, cos“ come unĠesenzione dal permesso di lavoro in detto Stato membro.

 

37 Tutti i governi che hanno presentato osservazioni alla Corte, nonchŽ la Commissione europea, affermano che una situazione quale quella in cui si trovano il secondo figlio e la figlia del sig. Ruiz Zambrano, bambini residenti nello Stato membro di cui hanno la cittadinanza e che non hanno mai lasciato questo Stato membro, non rientra nelle situazioni previste dalle libertˆ di circolazione e soggiorno garantite dal diritto dellĠUnione. Pertanto, le disposizioni del diritto dellĠUnione richiamate dal giudice del rinvio non sarebbero applicabili nella causa principale.

 

38 Viceversa, il sig. Ruiz Zambrano sostiene che il richiamo alle norme relative alla cittadinanza dellĠUnione, in relazione ai suoi figli Diego e Jessica, non presuppone uno spostamento di questi ultimi al di fuori dello Stato membro in questione e che lui stesso, in qualitˆ di loro familiare, pu˜ reclamare un diritto di soggiorno, nonchŽ unĠesenzione dal permesso di lavoro in questo Stato membro.

 

39 Occorre constatare anzitutto che, ai sensi dellĠarticolo 3, n. 1, della direttiva 2004/38, intitolato ÇAventi dirittoÈ, questĠultima si applica a qualsiasi cittadino dellĠUnione che Çsi rechi o soggiorni in uno Stato membro diverso da quello di cui ha la cittadinanza, nonchŽ ai suoi familiariÈ.

Di conseguenza, detta direttiva non si applica in circostanze quali quelle della causa principale.

 

40 LĠarticolo 20 TFUE conferisce a chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro lo status di cittadino dellĠUnione (v., in particolare, sentenze 11 luglio 2002, causa C-224/98, DĠHoop, Racc. pag. I-6191, punto 27, e 2 ottobre 2003, causa C-148/02, Garcia Avello, Racc. pag. I-11613, punto 21). PoichŽ sono in possesso della cittadinanza belga, e poichŽ i presupposti per lĠacquisto della medesima rientrano nella competenza dello Stato membro in questione (v., in tal senso, in particolare, sentenza 2 marzo 2010, causa C-135/08, Rottmann, non ancora pubblicata nella Raccolta, punto 39), il secondo figlio e la figlia del ricorrente nella causa principale godono incontestabilmente di questo status (v., in tal senso, citate sentenze Garcia Avello, punto 21, nonchŽ Zhu e Chen, punto 20).

 

41 La Corte ha sottolineato in varie occasioni che lo status di cittadino dellĠUnione  destinato ad essere lo status fondamentale dei cittadini degli Stati membri (v., in particolare, sentenze 20 settembre 2001, causa C-184/99, Grzelczyk, Racc. pag. I-6193, punto 31; 17 settembre 2002, causa C-413/99, Baumbast e R, Racc. pag. I-7091, punto 82, nonchŽ citate sentenze Garcia Avello, punto 22, Zhu e Chen, punto 25, e Rottmann, punto 43).

 

42 Alla luce di ci˜, lĠarticolo 20 TFUE osta a provvedimenti nazionali che abbiano lĠeffetto di privare i cittadini dellĠUnione del godimento reale ed effettivo dei diritti attribuiti dal loro status di cittadini dellĠUnione (v., in tal senso, sentenza Rottmann, cit., punto 42).

 

43 Orbene, il diniego di soggiorno opposto a una persona, cittadina di uno Stato terzo, nello Stato membro dove risiedono i suoi figli in tenera etˆ, cittadini di detto Stato membro, che essa abbia a proprio carico, nonchŽ il diniego di concedere a detta persona un permesso di lavoro producono un effetto del genere.

 

44 Infatti, si deve tener presente che un divieto di soggiorno di tal genere porterˆ alla conseguenza che tali figli, cittadini dellĠUnione, si troveranno costretti ad abbandonare il territorio dellĠUnione per accompagnare i loro genitori. Parimenti, qualora a una tale persona non venga rilasciato un permesso di lavoro, questĠultima rischia di non disporre dei mezzi necessari a far fronte alle proprie esigenze e a quelle della sua famiglia, circostanza che porterebbe parimenti alla conseguenza che i suoi figli, cittadini dellĠUnione, si troverebbero costretti ad abbandonare il territorio di questĠultima. Ci˜ posto, detti cittadini dellĠUnione si troverebbero, di fatto, nellĠimpossibilitˆ di godere realmente dei diritti attribuiti dallo status di cittadino dellĠUnione.

 

45 Occorre pertanto risolvere le questioni proposte dichiarando che lĠarticolo 20 TFUE devĠessere interpretato nel senso che esso osta a che uno Stato membro, da un lato, neghi al cittadino di uno Stato terzo, che si faccia carico dei propri figli in tenera etˆ, cittadini dellĠUnione, il soggiorno nello Stato membro di residenza di questi ultimi, di cui essi abbiano la cittadinanza, e, dallĠaltro, neghi al medesimo cittadino di uno Stato terzo un permesso di lavoro, qualora decisioni siffatte possano privare detti figli del godimento reale ed effettivo dei diritti connessi allo status di cittadino dellĠUnione.

 

SULLE SPESE

 

46 Nei confronti delle parti nella causa principale il presente procedimento costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione.

 

PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE (GRANDE SEZIONE) DICHIARA:

 

articolo 20 TFUE devĠessere interpretato nel senso che esso osta a che uno Stato membro, da un lato, neghi al cittadino di uno Stato terzo, che si faccia carico dei propri figli in tenera etˆ, cittadini dellĠUnione, il soggiorno nello Stato membro di residenza di questi ultimi, di cui essi abbiano la cittadinanza, e, dallĠaltro, neghi al medesimo cittadino di uno Stato terzo un permesso di lavoro, qualora decisioni siffatte possano privare detti figli del godimento reale ed effettivo dei diritti connessi allo status di cittadino dellĠUnione.