Discriminazioni
nel bando straordinario
di
servizio civile in Emilia Romagna?
La bella iniziativa di un
bando nazionale straordinario per 350 posti al quale la Regione Emilia-Romagna
ha aggiunto altri 100 dedicati ai giovani cittadini di altri Paesi, per lo
svolgimento del servizio civile nelle zone colpite dal terremoto del maggio
scorso, gravemente offuscata dalla previsione del requisito della
cittadinanza italiana a livello nazionale.
Il carattere
discriminatorio di questo bando particolarmente evidente se inserita nella
nostra realt che, invece, da anni conosce un Servizio civile regionale aperto
a ragazzi e ragazze di ogni nazionalit. Lapertura ai giovani non, o non
ancora, di nazionalit italiana si mostra uno strumento di grande efficacia nellintegrazione
tra pari in un compito condiviso. Questo aspetto, lo svolgimento in alcuni casi
allestero, lintervento in situazioni di calamit riporta alle origini del
Servizio Civile nato come Internazionale per iniziativa di Pierre Ceresole
allindomani della prima guerra mondiale, quando volle riunire giovani di
diversi Paesi nella ricostruzione post bellica. Per i contenuti che lo
caratterizzano e il possibile sviluppo anche elemento importante della
proposta inattuata, ma attuale, di Alex Langer per un Corpo civile di pace
europeo in grado di intervenire nella prevenzione e gestione dei conflitti
armati o nel necessario periodo di ricomposizione successivo al loro svolgersi
in modo aperto.
Non mi soffermo sulle
ragioni giuridiche che vanno nella medesima direzione, ben evidenziate dallAsgi (Associazione per gli Studi Giuridici
sull'Immigrazione). Nel gennaio 2012 una sentenza di primo grado aveva gi
dichiarato illegittimo e discriminatorio il requisito della cittadinanza
italiana. Al riguardo si era contrapposto un parere dellAvvocatura Generale
(24.7.2012), secondo cui il requisito della cittadinanza italiana non sarebbe
in contrasto con i principi comunitari e non manifestamente contrastante con i
parametri costituzionali .
La Corte dAppello di
Milano, nello scorso dicembre, ha confermato lordinanza di primo grado nel
ribadire che, proprio alla luce dei principi comunitari e dei parametri
costituzionali, la norma sul servizio civile invocata dal Ministero non pu
ritenersi una norma di esclusione degli stranieri.
Il Servizio civile un
momento importante nella costruzione personale, nella formazione civica, nel
passaggio alla piena responsabilit dei giovani. Come tale dovrebbe essere
aperto a tutti, riconosciuto nella sua natura di investimento ineludibile e non
di spesa improduttiva da tagliare, come si fatto da anni.
Mi sembra ci siano elementi
di merito per chiedere al Ministero la modifica del bando e nel frattempo
laccoglimento delle domande dei giovani cittadini stranieri.
Daniele Lugli, Difensore civico Regione Emilia-Romagna