Alla cortese attenzione

dell'On.Daniela Mazzuconi

 

 

Roma, 13 Ottobre

 

Gentile Onorevole,

 

in vista della presentazione, da parte del Governo, di un disegno di legge sull'immigrazione, desideriamo sottoporre alla Sua considerazione alcune riflessioni in proposito, frutto, in gran parte, del confronto con molte delle associazioni di ispirazione laica e religiosa piu' attive nel settore, come pure con i patronati delle confederazioni sindacali nazionali.

E' nostra convinzione che, oggi, l'aspetto piu' preoccupante del fenomeno sia costituito dal grandissimo numero di cittadini extracomunitari irregolarmente presenti sul territorio come effetto di una inadeguata politica di controllo dei flussi. Questa dovrebbe rappresentare la risposta alla pressante domanda di ingresso, subordinata all'effettiva ricettivita' del nostro paese. Nei fatti, invece, si e' assistito, successivamente alla sanatoria del '90, ad un processo di inserimento ininterrotto di lavoratori immigrati (a testimonianza evidente della vitalita' del mercato del lavoro e dell'abitazione), relegati a condizioni di irregolarita' da decreti annuali sui flussi di chiusura pressocche' assoluta, ancorche' puramente formale.

E' superfluo sottolineare a quali conseguenze dia luogo il privare una cosi' larga porzione della popolazione di un quadro definito di diritti e doveri.

E' invece opportuno ricordare come l'Italia abbia dato un contributo determinante alla stesura della Convenzione ONU sulla Protezione dei Diritti di tutti i Lavoratori Migranti e dei loro Familiari, approvata nel Dicembre 1990, e come questa Convenzione sancisca, tra l'altro, la validita' di alcuni diritti fondamentali, in fatto di condizioni di lavoro e di sicurezza sociale, per ogni migrante, a prescindere dall'eventuale posizione irregolare in materia di soggiorno.

E' evidente come l'incancrenirsi di situazioni di irregolarita', in un contesto di improponibilita' di qualunque meccanismo di espulsione collettiva, renda in pratica inattuabile il rispetto di questi diritti, al quale la comunita' nazionale dovrebbe sentirsi vincolata, se non sul piano formale (la Convenzione non e' stata ancora ratificata dall'Italia), almeno su quello morale.

E' necessario che sia compiuto ogni sforzo perche' il prossimo decreto sui flussi recepisca l'istanza di riconoscimento di un avvenuto inserimento di cui la maggior parte degli immigrati e' portatrice.

E' altrettanto necessario che sul piano legislativo siano definiti adeguati meccanismi per contrastare permanentemente il crescere o il riformarsi delle sacche di irregolarita'.

Nelle note allegate vengono proposte alcune delle possibili soluzioni legislative, sotto forma di emendamenti della normativa vigente ovvero delle principali proposte legislative ancora in fase di discussione.

Si e' cercato di individuare, per tali proposte, la forma che minimizzi l'alterazione di quanto gia' elaborato dal Parlamento e dal Governo, in modo che risulti come sia possibile ottenere un drastico miglioramento della condizione degli immigrati con degli "aggiustamenti" tali da lasciare intatto lo spirito che informa, ad esempio, la Legge 39/1990.

In particolare, si ritiene che due siano i versanti sui quali un'aggiornamento legislativo e' da considerarsi indifferibile: quello dei permessi di soggiorno e delle relative autorizzazioni al lavoro e quello di una regolamentazione del lavoro stagionale.

Accanto a queste tematiche, ritenute prioritarie, viene dedicata grande attenzione anche al problema di un sempre piu' pieno inserimento dei lavoratori immigrati e dei loro familiari nella societa' italiana. A questo scopo vengono segnalati quelli che si ritengono i piu' significativi miglioramenti da apportare ai contenuti del Disegno di Legge 5353/1990, a proposito di assistenza sanitaria, libere professioni, formazione professionale e ammissione agli studi universitari.

Da ultimo viene riproposta l'analisi critica del Decreto 323/1992, in materia di espulsioni dal territorio nazionale, rammentando che le osservazioni e le proposte di emendamento in essa contenuti sono state pienamente recepiti, nella sostanza, dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.

Confidando che queste note possano trovare l'attenzione che piu' volte, anche di recente, Ella ha riservato al problema, restiamo a disposizione per ogni necessario approfondimento.

Cordiali saluti,

Annemarie Dupre' (Federazione Chiese Evangeliche)

Sergio Briguglio (Caritas Diocesana di Roma)