Modifiche alla quarta bozza di documento dei gruppi ecclesiali

E' costatazione comune ... a queste sorelle e fratelli immigrati.

Le conseguenze gravose della crisi economica non possono essere scaricate unilateralmente sugli immigrati, quali corpi estranei e ingombranti da mettere da parte. E' giusto riconoscere che essi, pur costretti ad occupare attualmente gli ultimi posti della scala sociale, hanno dato e continuano a dare un contributo importante allo sviluppo della societa' europea e di quella italiana in particolare.

Anche nell'ipotesi che nell'attuale congiuntura economica l'Italia e l'Europa non siano in grado di assorbire tutti coloro che sono spinti ad emigrare e sia comprensibile, pertanto, un ridimensionamento dei flussi di immigrazione, tuttavia il criterio per determinare l'entita' di tali flussi non puo' essere quello di una mera difesa del livello di benessere gia' acquisito o progettato che non tenga conto delle necessita' di chi e' drammaticamente costretto ad uscire dal proprio paese.

Di fronte alla tragica portata del fenomeno del sottosviluppo economico e alle tante responsabilita' accumulate in proposito dal mondo industrializzato va certamente incrementata la cooperazione ai programmi di sviluppo dei paesi piu' bisognosi, dove la pressione ad emigrare si fa piu' sentire, cosi' da rimuovere o almeno ridurre le cause stesse delle migrazioni. Ma a questa progettazione di politica solidale a lungo termine deve accompagnarsi l'attenzione ai problemi immediati dei migranti che chiedono inserimento nei paesi ad alto sviluppo industriale. Non e' quindi in alcun modo giustificabile una negazione di tale inserimento che non sia motivata da una effettiva impossibilita' di ricezione.

Tanto meno e' giustificabile la politica rigidamente restrittiva verso la quale vanno orientandosi i paesi della CEE nei confronti dei rifugiati che fuggono persecuzioni personali, conflitti armati o disastri naturali.

E' necessario che l'Europa, mentre costruisce la propria unita' interna, si impegni in una politica dell'immigrazione coraggiosa e di largo respiro.

La decisa volonta', in varie sedi manifestata, di "ripulire" Italia ed Europa dalle sacche di immigrazione irregolare suona come preoccupazione troppo unilaterale ed offensiva nei confronti dei tanti che hanno affrontato i disagi della condizione di clandestinita' non per disprezzo della legalita', ma per difesa del diritto all'esistenza. Ne' tiene nel dovuto conto il fatto che moltissimi immigrati sono condannati all'irregolarita' da un'applicazione lacunosa, se non addirittura distorta, del dettato legislativo. E' il caso dell'Italia dove la prevista politica di programmazione dei flussi non ha ancora trovato attuazione.

E' quanto mai opportuno, in proposito, il richiamo all'articolo 69 della "Convenzione sulla tutela dei lavoratori migranti e delle loro famiglie", approvata dall'ONU il 18 dicembre 1990, dove si enuncia "l'impegno a recuperare le situazioni di irregolarita' anche mediante la possibilita' di regolarizzazione".

Se per un verso e' necessario che l'immigrato sia reso consapevole dei suoi doveri e delle norme che regolano la convivenza civile nel paese ospitante, per l'altro va profuso il massimo impegno perche' siano combattute tutte le forme di illegalita' di cui l'immigrato stesso e' vittima, quali il traffico clandestino di manodopera, lo sfruttamento del lavoro nero, la discriminazione razziale. E' necessario anche che si dia luogo in Italia ad un aggiornamento del quadro normativo a riguardo dell'immigrazione che tenga conto e dell'esperienza maturata negli ultimi anni, e dei contenuti della citata Convenzione ONU sulla tutela dei migranti e dei loro familiari.

E' possibile tradurre queste considerazioni di carattere generale nelle misure che seguono, alla cui attuazione dovrebbero concorrere, ciascuno per la propria parte, Parlamento, Governo e organizzazioni sociali.

- A tutti i cittadini stranieri, prescindendo dal loro status giuridico, siano riconosciuti i diritti fondamentali, non legati alla cittadinanza, ma alla dignita' della persona, con particolare riguardo al tema della salute, della tutela giuridica, dell'istruzione dei minorenni.

- Si consenta di regolarizzare la posizione relativa al soggiorno e al lavoro agli immigrati che esercitano un'attivita' lavorativa in condizioni irregolari.

- Si provveda con sollecitudine a regolamentare il lavoro stagionale, dando transitoriamente precedenza nell'assegnazione dei permessi di soggiorno a chi e' gia' presente sul territorio nazionale e chiede di regolarizzare la propria posizione.

- Si dia riconoscimento formale ai ricongiungimenti familiari, per i quali sussistano i presupposti di legge, avvenuti al di fuori delle procedure ordinarie.

- Si rivedano le procedure di accesso all'alloggio per gli immigrati e si incoraggino, anche con sostegno finanziario, le cooperative edilizie e le altre iniziative in materia degli organismi di volontariato.

- Si riveda la politica nazionale di cooperazione allo sviluppo e ci si adoperi perche' nell'ambito della CEE venga elevata l'esigua percentuale del prodotto interno lordo oggi riservato a questo capitolo di spese. Vengano, in questo ambito, favoriti i programmi mirati di rientro volontario degli immigrati, anche irregolarmente presenti, che hanno acquisito capacita' tecniche e disponibilita' economiche per avviare nel proprio paese attivita' produttive.

- Si incrementino le forme di sostegno economico ai cittadini stranieri impegnati in Italia in attivita' di studio e di formazione professionale.