(1)

b) oltre al positivo ma generico accenno gia' richiamato ai "ricongiungimenti familiari di fatto", si propone una "regolarizzazione per via amministrativa" di quei lavoratori irregolari per i quali il datore di lavoro sia disponibile all'assunzione; un intervento del genere sarebbe certamente utile, ma riguarderebbe una porzione molto ridotta della fascia di immigrati irregolari che si vuol fare emergere: resterebbero esclusi, infatti, tutti coloro che lavorano alle dipendenze di datori di lavoro per nulla disposti a regolarizzarne spontaneamente la posizione; per tali lavoratori e' necessario ipotizzare un meccanismo di autocertificazione che, evidenziando le responsabilita' pregresse del datore di lavoro, metta quest'ultimo di fronte alla scelta tra l'incorrere nelle sanzioni previste dalla legge e l'acconsentire alla regolarizzazione usufruendo di un regime premiale; la necessita' di introdurre un simile regime rende quindi comunque indispensabile l'intervento legislativo.

 

 

(2)

Quanto alle proposte sulle espulsioni, sembra sicuramente accettabile la prospettiva di inasprimento delle sanzioni a carico di chi tragga profitti dall'agevolazione dell'immigrazione clandestina. E' ovviamente condivisibile anche l'affermazione secondo la quale e' necessario evitare di "ledere i diritti di liberta' e di difesa previsti dalla Costituzione". Non sembra pero' automatico che le soluzioni prospettate si concilino con questa affermazione. Potrebbe risultare piu' adeguata una norma in base alla quale sia il giudice a stabilire, entro le 48 ore, la misura di controllo piu' idonea (ad esempio, l'obbligo di firma) a conciliare l'esigenza di efficacia del provvedimento con quella di tutela dei diritti della persona e di considerazione delle ragioni umanitarie.

Deve esser chiaro comunque che, se e' vero che non esiste da parte di alcuno una preclusione di fronte alla possibilita' che le attuali disposizioni legislative siano riviste, e' altrettanto vero che la delicatezza della materia e la strettissima connessione con tutti i principali aspetti della normativa relativa alla condizione giuridica dello straniero in Italia impongono che il tema sia affrontato solo nell'ambito di una revisione organica di tale normativa. Esiste, in proposito, il risultato del lavoro compiuto dalla Commissione di esperti istituita dal ministro Contri, sotto il Governo Ciampi. L'articolato approntato da quella commissione costituisce un interessante punto di partenza per un confronto con le organizzazioni sociali impegnate nel settore. Tale confronto, poi, puo' consentire l'elaborazione di un testo definitivo da sottoporre al dibattito parlamentare nella forma di disegno di legge. E' del tutto da escludere, invece, che sull'argomento possa essere emanato un decreto legge, per via dell'inaccettabile carattere di vigenza transitoria di norme che potrebbero avere (come e' successo in passato per il Decreto Boniver) effetti gravi e irreversibili sulle condizioni personali di molti cittadini stranieri, pur essendo destinate alla bocciatura da parte del Parlamento.

 

 

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In definitiva:

- L'adozione di misure amministrative che consentano, seppure con efficacia ridotta, la regolarizzazione di immigrati in condizioni di irregolarita' o di clandestinita' e' da considerare con favore. Non e' chiaro, tuttavia, perche' i funzionari ministeriali debbano richiedere in proposito l'assenso di membri del Parlamento.

- Soluzioni legislative che consentano una piu' efficace emersione degli immigrati irregolari o clandestini e che diano regolamentazione al lavoro stagionale sono benvenute. Si consideri, comunque, che una proposta in questo senso (la pdl Tanzarella-Lumia) e' gia' approdata in Commissione Affari Costituzionali, alla Camera. Si tratta quindi di accelerare il dibattito su tale proposta. Il Governo puo' intervenire efficacemente presentando la proposta in questione nella forma di decreto-legge.

- Modifiche legislative riguardo ai provvedimenti di espulsione possono essere discusse, nell'ambito di una revisione complessiva del quadro normativo sulla condizione giuridica dello Straniero che si avvantaggi di un approfondito confronto con le organizzazioni sociali. Non e', in ogni caso, proponibile l'uso della decretazione d'urgenza in una materia che ha cosi' profonde connessioni con la tutela di diritti sanciti dalla Costituzione e dai trattati internazionali ratificati dall'Italia.

Chiediamo ai parlamentari che hanno partecipato finora al tavolo di confronto di riconsiderarne l'utilita' e l'opportunita', alla luce delle affermazioni contenute nel documento approntato dai funzionari del Dipartimento e delle considerazioni qui presentate.

Con i migliori saluti,