Frascati, 7 Maggio 1995

 

 

 

 

 

 

 

Caro Paolo,

rispondo con molto ritardo alla tua affettuosissima lettera di un paio di mesi fa. Non uso la penna perche' la mia grafia e' indecifrabile anche per me. Spero che vorrai scusarmi e per il ritardo e per il sistema di scrittura.

Devo dire che la tua lettera mi ha commosso e mi ha confortato in un lavoro che certe volte mi fa sentire solo, altre mi fa sentire un illuso.

Credo che Bruno ti abbia fatto avere una copia del malloppo. Avrai visto che, per rendere facile un confronto tra la versione originaria e quella da noi modificata (vedremo insieme se bene o male) ho riportato nella colonna di destra tutti i commi per i quali sono intervenute modifiche. Ho poi, nella colonna di sinistra, usato il grassetto per evidenziare le porzioni di testo modificate o incluse, e il simbolo ((...)) per indicare le soppressioni di testo.

Inutile dirti che l'impianto della proposta licenziata dalla Commissione di cui eri segretario e' eccellente. Il nostro lavoro si e' cosi' potuto limitare ad un tentativo di rafforzamento della coerenza delle norme e all'introduzione di alcune modifiche in linea con le idee maturate nel dibattito tra le associazioni. Le piu' importanti tra queste modifiche mi sembrano le seguenti.

1) Distinzione tra irregolarita' e clandestinita'.

2) Espulsioni per soggiorno illegale:

a) Diritto dell'espulso all'assistenza legale e alla presenza dell'interprete.

b) Differimento dell'accompagnamento immediato alla frontiera (con applicazione delle misure di custodia) per consentire all'espulso di

- prendere contatto con parenti e conoscenti;

- recuperare effetti personali e somme di denaro;

- presentare ricorso.

c) Intervento del giudice con possibilita' di annullamento del provvedimento di espulsione, oltre che in caso di

- presentazione di domanda di asilo o rischio di danno grave per l'unita' familiare,

anche (laddove si tratti di irregolare e non di clandestino) in caso di

- possesso da parte dell'espulso dei requisiti sostanziali per il rilascio o il rinnovo di un permesso di soggiorno.

3) Programmazione dei flussi di immigrazione per lavoro subordinato: limitatamente alle mansioni per cui e' consentita la chiamata nominativa, il Governo fissa, sulla base delle previsioni relative al fabbisogno di manodopera, il numero di lavoratori ammessi. L'ingresso e' consentito agli iscritti nelle liste di prenotazione fino a completamento delle quote ammesse (con eventuale scaglionamento mensile). Ai lavoratori cosi' entrati (di fatto alla ricerca di un'occupazione) e' crilasciato comunque un permesso di soggiorno per lavoro subordinato della durata di due anni.

4) Lavoro stagionale:

a) L'esistenza di accordi bilaterali (auspicabile) non costituisce condizione necessaria per l'attribuzione di permessi per lavoro stagionale.

b) Lo stagionale rispettoso delle norme previste gode del diritto di reingresso per la stagione successiva.

c) Possibilita' di proroga del permesso in presenza di offerta di lavoro a tempo determinato, o di conversione in caso di lavoro a tempo indeterminato.

d) Possibilita' che il Governo utilizzi lo strumento del permesso per lavoro stagionale per rispondere a situazioni di emergenza.

5) Introduzione di norme transitorie relative alla regolarizzazione degli immigrati presenti alla data di entrata in vigore della legge.

Circa quest'ultimo punto, concordo con te riguardo all'opportunita' di inserirlo come emendamento solo in fase di effettiva (e, ahime', del tutto ipotetica) approvazione parlamentare.

Riguardo poi alla parte sul diritto di asilo (che trovo eccellente), esiste - come sai - la proposta CIR, gia' depositata alla Camera e al Senato. Potrebbe forse essere opportuno, nel caso che questa vada in discussione, elaborare - ove necessario - proposte di emendamento e capitalizzarne l'approvazione per alleggerire la proposta di legge organica.

Bruno mi ha detto che sarai impegnato fino a fine Giugno per diversi concorsi. In bocca al lupo! Non appena ti sarai liberato sarei felice se potessimo trovare un'occasione di incontro. Ci aspettiamo da te due tipi di contributo:

- una valutazione di carattere politico-strategico sull'opportunita' delle modifiche da noi apportate e sulla possibilita' di ulteriore miglioramento del testo;

- una meticolosa correzione, dal punto di vista giuridico, di tutte le stupidaggini iniettate dal nostro lavoro di revisione.

Il primo di questi contributi si sommera' - spero - ai suggerimenti che altri soggetti (esperti o associazioni) vorranno darci. Il secondo avra' un carattere ancora piu' prezioso per il fatto che sei uno dei pochissimi esperti della materia; certamente il piu' vicino al nostro gruppo di lavoro; l'unico che possa cogliere immediatamente l'effetto delle modifiche apportate al testo originario.

Sono consapevole del rischio che opinioni diverse su singoli aspetti del problema possano rendere difficili confronti e collaborazioni. Credo pero' che il mondo dei soggetti attivi nel settore dell'immigrazione sia chiamato ad effettuare un salto qualitativo. Un anno fa mi sono imbarcato nello studio attento del testo da voi (o da te) prodotto e ho cercato di individuare le correzioni che col minimo cambiamento lo potessero rendere coerente con alcune idee che ci sembrano, allo stato attuale, valide. Allo stesso tempo ho fatto ogni sforzo perche' il testo in questione fosse riconosciuto da tutti come il punto di partenza di qualsiasi riflessione su una revisione organica della disciplina sulla condizione dello straniero in Italia. Se riusciremo a procedere in questa serie di correzioni successive, ciascuna finalizzata non a sovvertire il risultato precedente, bensi' a migliorarlo uteriormente, potremo arrivare, nel giro di pochi mesi, ad avere in mano una proposta di grande valore. Che poi questa possa approdare al dibattito parlamentare o, piu' semplicemente, fare da serbatoio per proposte settoriali piu' agili e' cosa difficilmente predicibile. In ogni caso, l'arrivare alla definizione di un testo che goda di un vasto ed autorevole consenso potrebbe proteggere i cittadini stranieri dall'incompetenza del ministro di turno o del funzionario di sempre.

Con affetto,