(Sergio Briguglio 13/5/1995)

TUTTO QUELLO CHE VORRESTE SAPERE SULL'IMMIGRAZIONE

E "LA REPUBBLICA" NON VI DICE

E' in atto un tentativo di convincere gli italiani che l'immigrazione stia mettendo a repentaglio, nel nostro paese l'ordine pubblico e la sicurezza stessa dello Stato. Non passa giorno in cui il Giornale Radio non ci segnali gigantesche risse fra tre marocchini e due tunisini, precisando che si ha a che fare con etnie dedite allo spaccio di droga o allo sfruttamento della prostituzione, o non dia per definitivamente provata l'equivalenza Islam-integralismo-terrorismo. A consolidare questo punto di vista si e' messo anche il Governo, uscendo da un torpore che durava ormai da molti mesi e che prolungava quello che aveva avvinto il governo precedente. Allarmati dal flusso di immigrati clandestini traghettati sulle coste pugliesi da quelle albanesi, alcuni nostri ministri hanno deciso di inviare un contingente di cinquecento militari col compito di debellare il flagello. Sul piano pratico l'effetto e' e sara' assolutamente nullo: i militari controlleranno si' e no settanta chilometri di coste. Bastera' allora ai trafficanti (disonesti, ma non certo stupidi) modificare di poco i piani di navigazione per evitare noie. Ben altri risultati avrebbe prodotto una silenziosa opera di infiltrazione mirata a smascherare gli organizzatori dei traffici, piu' che a bloccarne i fruitori. Sul piano politico, poi, il Governo si e' dato la zappa sui piedi. A termini di legge infatti si sarebbe dovuto intervenire, gia' dall'autunno scorso, con l'annuale decreto di programmazione dei flussi, strumento potenzialmente in grado di dare risposte flessibili ed adeguate tanto alle esigenze del mercato del lavoro, quanto alle aspettative degli aspiranti immigrati. Del decreto sui flussi non si e' ancora vista traccia e questa inadempienza, la cui responsabilita' e' ripartita tra vecchio e nuovo governo, non puo' che incentivare le forme di immigrazione illegale - le uniche praticabili, a questo punto. Adottare un provvedimento straordinario - i militari in Puglia - in luogo di provvedimenti ordinari, che da soli potrebbero rimuovere il problema, fa pensare a chi, di fronte a un lavandino che trabocca, va a prendere secchio e stracci per asciugare il pavimento, senza chiudere prima il rubinetto. Non e' un caso che la Commissione Affari Costituzionali della Camera abbia bocciato il decreto-legge sull'invio dei soldati, non riconoscendone necessita' ed urgenza.

Si potrebbe obiettare: l'Italia soffre gia' di alti livelli di disoccupazione per poter accogliere manodopera proveniente dall'estero; la programmazione dei flussi non potrebbe allora che stabilire la completa chiusura dei canali di immigrazione, e l'unica azione da svolgere e' proprio la lotta contro l'immigrazione illegale.

La realta' e' sostanzialmente diversa. Esistono settori del nostro mercato del lavoro cronicamente scoperti: la collaborazione domestica, l'assistenza domiciliare, la raccolta in agricoltura, etc.. Questi settori necessitano di svariate decine di migliaia di lavoratori stranieri ogni anno. La programmazione dei flussi effettuata dai governi che si sono succeduti in questi anni non ha tenuto conto di questo fabbisogno di manodopera straniera. Piu' precisamente: si e' consentito solo l'ingresso a quei lavoratori, ancora residenti all'estero, la cui assunzione fosse stata preventivamente autorizzata su richiesta nominativa avanzata dal datore di lavoro. A prima vista un criterio del genere potrebbe sembrare adeguato. Nei fatti non lo e', dal momento che non esistono liste di aspiranti immigrati da cui attingere per le richieste di assunzione e che, se anche queste esistessero, per la maggior parte delle mansioni di interesse - i servizi alla persona - la richiesta di assunzione non potrebbe avvenire "al buio", col lavoratore cioe' ancora nel paese di origine, essendo indispensabile l'incontro diretto e lo stabilirsi di un rapporto di fiducia tra il lavoratore e il datore di lavoro.

Gli ostacoli burocratici posti in tal modo di fronte agli aspiranti immigrati hanno solo deviato verso condizioni di illegalita' un flusso di immigrazione che avrebbe potuto essere, a tutti gli effetti, regolare. Di questo flusso, solo una modesta porzione ha dovuto scegliere la via dell'ingresso clandestino (costosa e rischiosa). La parte piu' rilevante si e' limitata a prolungare irregolarmente il soggiorno, dopo aver fatto ingresso regolare, ufficialmente per turismo. La preoccupazione qui non deriva dalle cifre in gioco: stiamo parlando di meno di centomila ingressi per anno, dispersi tra i venti milioni di effettivi turisti. Ne' deriva dalle prospettive di inserimento di questi immigrati: la stragrande maggioranza di loro ha modo di trovare sul posto quell'opportunita' di inserimento lavorativo che il nostro mercato, come si e' detto, offre. Deriva piuttosto dal fatto che un'immigrazione cosi' sottratta al controllo dello Stato rimane, con grave danno per tutta la societa', priva di diritti basilari e spesso pesantemente sfruttata da datori di lavoro senza scrupoli.

E' possibile porre rimedio a questo problema? Ovviamente si'. Sono state presentate alla Camera diverse proposte di legge (valga per tutte la Tanzarella-Lumia) che mirano a far emergere queste situazioni di inserimento irregolare e a dare mobilita' anche a forme piu' precarie di immigrazione, mediante una intelligente regolamentazione del lavoro stagionale.

I paladini del rispetto formale della legge fanno fuoco e fiamme contro queste ipotesi che, a detta loro, metterebbero a repentaglio la credibilita' stessa dell'Italia in Europa. Invocano invece una maggiore efficacia dei meccanismi di espulsione. Non tengono pero' conto dell'assurdita' di un accanimento ai danni di persone che un'applicazione piena della legge avrebbe comunque ammesso nel nostro paese. Ne' ricordano che proprio in Francia, uno dei paesi guida di questa Europa cosi' severa, al culmine del vasto movimento migratorio degli anni '50 e '60 (regolato da leggi rigorosissime), l'ottanta per cento degli immigrati presenti sul territorio nazionale era approdato alla regolarita' attraverso provvedimenti di sanatoria!

Questo governo ha finora ben operato in molti settori. Annovera, quale ministro degli Affari Sociali, un uomo della sensibilita' di Adriano Ossicini. Ha quindi le carte per intraprendere una politica di alto profilo in materia di immigrazione. Se pero' le decisioni politiche saranno lasciate, come e' avvenuto in passato, ai soliti inamovibili funzionari o, come per la faccenda Puglia, al ministro della Difesa, si aggiungera' un altro anno inutile a quelli gia' trascorsi.