PROPOSTE DI EMENDAMENTO

PER IL DL 489/1995

 

 

 

 

 

NORME TRANSITORIE

 

 

 

Regolarizzazione del lavoro autonomo o precario

 

Al comma 2 dell'articolo 12

Aggiungere, dopo il comma 2, il seguente comma:

"2 bis. Gli stranieri presenti in Italia alla data di entrata in vigore del presente decreto che non posseggono i requisiti di cui all'articolo 10 o ai commi 1 e 2 del presente articolo possono richiedere alla questura territorialmente competente un permesso di soggiorno temporaneo, a condizione che siano muniti dei documenti di identita' o delle dichiarazioni sostitutive di cui al comma 1."

 

Al comma 5 dell'articolo 12

Sostituire la lettera d) con la seguente:

"d) temporaneo, della durata di un anno, nei casi di cui al comma 2 bis, ovvero nei casi di cui ai commi 1 e 2 per i quali, a seguito delle verifiche di cui al comma 4, non risultino soddisfatti i requisiti previsti, ferme restando le disposizioni del comma 8. Il permesso e' valido per l'iscrizione nelle liste di collocamento, per l'iscrizione a corsi di studio o professionali e per lo svolgimento di attivita' di lavoro autonomo; il titolare del permesso ha altresi' facolta' di costituire societa' cooperative di produzione e lavoro o di diventarne socio. Si applicano, in relazione alla costituzione di cooperative e allo svolgimento di attivita' di lavoro autonomo, le disposizioni degli articoli 9 e 10 del decreto-legge 30 dicembre 1989, n.416, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n.39."

Alla fine del comma aggiungere il periodo seguente: "Il permesso temporaneo di cui alla lettera d) del presente comma puo' essere rinnovato ai sensi del comma 8 dell'articolo 4 del decreto-legge 30 dicembre 1989, n.416, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n.39, ovvero convertito entro la data di scadenza in un permesso di soggiorno per il quale il titolare abbia maturato i requisiti. Nei casi di costituzione o partecipazione a cooperative o associazioni, e' rilasciato un permesso per motivi di lavoro autonomo. Il titolare del permesso temporaneo che lasci il territorio dello Stato regolarmente alla scadenza del permesso puo' far valere il diritto di cui al comma 3 dell'articolo 2, alle medesime condizioni ivi previste."

Motivazione: si consente la regolarizzazione di tutti coloro che, pur essendo privi dei requisiti di stabile inserimento lavorativo o familiare che giustificano il rilascio di un permesso di lunga durata, siano in grado di pervenire in tempi brevi alla produzione di un reddito, da fonti lecite, sufficiente al proprio sostentamento. Rientrano in questa categoria coloro che svolgono lavori saltuari o sono dediti ad attivita' di commercio. Il favorirne la regolarizzazione comporta diversi vantaggi per lo Stato e per il mercato del lavoro: si riportano alla regolarita' attivita' produttive finora svolte in condizioni di evasione fiscale e contributiva, si viene incontro alle esigenze dei titolari di piccole imprese caratterizzate da impegni di lavoro saltuari, si perviene ad uno svuotamento molto piu' efficace del bacino di irregolarita'. Si ottiene inoltre un censimento realistico della presenza straniera in Italia. A coloro che chiedono di emergere dall'irregolarita' e' rilasciato un permesso temporaneo che abilita all'instaurazione di rapporti di lavoro, allo svolgimento di attivita' di lavoro autonomo, anche in deroga alle disposizioni sulla condizione di reciprocita', alla costituzione di cooperative, etc.. Tale permesso puo' essere rinnovato, alle condizioni previste dalla legge 39/1990, ovvero convertito in altro permesso per il quale siano stati maturati i requisiti; in mancanza, l'uscita regolare da', in via transitoria, i diritti relativi al reingresso in qualita' di stagionale per l'anno successivo.

 

 

 

Riduzione della quota anticipata di contributi

a carico del datore di lavoro

 

Al comma 6 dell'articolo 12

Sostituire le lettere a) e b) con le seguenti parole:

"la somma corrispondente a un mese di contributi a titolo di anticipo."

Motivazione: si corregge una disposizione che sta ostacolando, con danno generale, la regolarizzazione di molti rapporti di lavoro. E' frequente, infatti, il caso di datori di lavoro disonesti che procedono al licenziamento in tronco del lavoratore al fine di sottrarsi all'obbligo di versamento anticipato. Ma e' anche frequente il caso di datori di lavoro che si trovano nella oggettiva impossibilita' di procedere al versamento; si pensi, ad esempio, agli anziani e ai portatori di handicap bisognosi di assistenza domiciliare, alle famiglie giovani che necessitano di aiuto per la cura dei bambini, ai titolari di piccole imprese. In tali casi il lavoratore resta relegato in condizioni di irregolarita' o finisce per procedere egli stesso a versare quanto dovuto dal datore di lavoro, snaturando cosi' lo spirito della disposizione originaria.

 

 

 

Rilascio di un permesso di lunga durata in seguito

ad autodichiarazione del lavoratore

 

Al comma 5 dell'articolo 12

Aggiungere, alla lettera a), dopo le parole "in caso di assunzione a tempo indeterminato", le seguenti: "ovvero in caso di effettuazione delle prestazioni di lavoro subordinato a carattere continuativo di cui al comma 1".

Motivazione: si consente la stabile regolarizzazione del lavoratore che procede all'autodichiarazione prevista dal comma 1; si conferisce in questo caso la massima durata al permesso di soggiorno allo scopo di incentivare l'emersione dall'irregolarita', tenuto conto del fatto che allo strumento dell'autodichiarazione il lavoratore ricorre quando manchi la disponibilita' del datore di lavoro alla regolarizzazione del rapporto; si tratta quindi della situazione piu' delicata tra tutte quelle considerate dal decreto, e la previsione di una semplice possibilita' di iscrizione di breve durata nelle liste di collocamento non e' sufficiente a indurre il lavoratore a denunciare la propria condizione di sfruttamento.

 

 

 

Autocertificazione relativa all'identita' e ai rapporti di parentela

ai fini della regolarizzazione

 

Al comma 1 dell'articolo 10

Inserire, alla fine del comma, le parole: "Qualora lo straniero non sia munito di documento di identita' o della documentazione attestante il grado di parentela, puo' presentare dichiarazione resa al comune di dimora abituale e confermata dalla contestuale attestazione relativa all'identita' personale o al grado di parentela resa da due testimoni secondo le modalita' di cui al comma 2 dell'articolo 9 del decreto-legge 30 dicembre 1989, n.416, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n.39."

 

Al comma 1 dell'articolo 12

Inserire, alla fine del comma, le parole: "Qualora lo straniero non sia munito di documento di identita', puo' presentare dichiarazione resa al comune di dimora abituale e accompagnata dalla contestuale attestazione di identita' personale resa secondo le modalita' di cui al comma 2 dell'articolo 9 del decreto-legge 30 dicembre 1989, n.416, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n.39."

Motivazione: si introduce la possibilita' di autocertificazione relativa all'identita' e al grado di parentela, accompagnata da testimonianza di due testimoni italiani o connazionali dell'interessato, in analogia con quanto previsto per la sanatoria del '90. In mancanza di tale possibilita', risulta spesso impossibile procedere alla regolarizzazione, soprattutto per la difficolta' di ottenere per tempo - dal paese d'origine - documenti attestanti le relazioni di parentela.

 

 

 

Limitazione dei casi di esclusione dai benefici

della regolarizzazione

 

Al comma 14 dell'articolo 12

Aggiungere, dopo le parole "codice di procedura penale", le seguenti parole:

"commesso nei tre anni precedenti all'entrata in vigore del presente decreto e per la quale sia stata comminata una pena superiore a tre anni di reclusione"

Motivazione: si limita l'esclusione dai benefici della regolarizzazione al caso di straniero condannato di recente a pene detentive di rilevante durata, allo scopo di evitare che risultino dannosamente condannati all'irregolarita' stranieri la cui pericolosita' sociale e' trascurabile o esaurita.

 

 

Regolarizzazione dei familiari di lavoratori regolarizzati

e di cittadini italiani

 

Al comma 1 dell'articolo 10

Sostituire le parole: "per i quali ricorrono le condizioni per il ricongiungimento familiare previste dall'articolo 11", con le seguenti: "che siano coniugi o figli minori o genitori a carico di cittadini di paesi non appartenenti all’Unione Europea titolari di permesso di soggiorno di durata non inferiore a sei mesi, ovvero che siano coniugi o parenti entro il secondo grado o affini entro il primo grado di un cittadino italiano".

Sostituire le parole: "sessanta giorni", con le seguenti: "centoventi giorni".

Motivazione: si consente la regolarizzazione ai familiari di stranieri regolarizzati per lavoro ai sensi dell'articolo 12 del decreto in esame. Coerentemente con questa disposizione si porta il termine per la regolarizzazione dei ricongiungimenti "di fatto" ai centoventi giorni previsti per la regolarizzazione dei lavoratori, in modo da non escludere i familiari di chi si regolarizzi per lavoro negli ultimi giorni utili. Si intende cosi' evitare che, nell'ambito di uno stesso nucleo familiare, la regolarizzazione riguardi solo alcuni membri; una regolarita' solo parziale, infatti, costringerebbe comunque la famiglia ad una condizione di nascondimento e non ne consentirebbe il pieno inserimento sociale.

Si prevede inoltre la possibilita' di regolarizzazione per i familiari di cittadini italiani, evitando cosi' che questi vengano danneggiati dalla mancanza di una previsione esplicita.

 

 

 

Moratoria delle espulsioni per ingresso o soggiorno irregolare

 

Al comma 2 del nuovo ARTICOLO 7 quinquies

Aggiungere, alla fine del comma, il seguente periodo: "Non si considera essere in condizione irregolare il cittadino di un paese non appartenente all'Unione europea che, essendo presente sul territorio nazionale alla data del 19 novembre 1995, vi si trattenga sino alla scadenza dei termini previsti per la regolarizzazione di cui al presente decreto."

Motivazione: si introduce una moratoria delle espulsioni per ingresso o soggiorno irregolare valida fino al termine del periodo previsto per la regolarizzazione introdotta dal decreto in esame. La mancanza di una tale moratoria rischia di scoraggiare l'emersione di tutti quegli immigrati irregolari che nutrono dei dubbi sulla solidita' dei requisiti in loro possesso ai fini della regolarizzazione.