Il ddl immigrazione e' approdato in Senato. In questi giorni, associazioni del volontariato laico e religioso e sindacati hanno incontrato rappresentanti di vari gruppi parlamentari di maggioranza per invitarli a modificare il testo in relazione ad alcuni nodi importanti che il dibattito alla Camera non e' riuscito a sciogliere. Le richieste riguardano l'assistenza effettiva alla frontiera per tutti gli stranieri respinti, finalizzata ad evitare che l'allontanamento verso un paese a rischio ne metta a repentaglio la vita o la sicurezza personale; il diritto al ricorso sul posto contro l'espulsione (con l'esclusione, quindi, di accompagnamenti immediati alla frontiera); la considerazione delle condizioni di inserimento sociale, familiare e lavorativo in sede di esame del ricorso contro l'espulsione; la certezza dei requisiti per il rinnovo dei permessi di soggiorno; l'esclusione della revoca del permesso di soggiorno per il venir meno di requisiti di reddito o di quella della carta di soggiorno in seguito a condanne lievi o non definitive; l'accesso al patrocinio gratuito, a parita' di condizioni con gli italiani, per gli stranieri sottoposti a procedimento penale. Associazioni e sindacati hanno segnalato infine la necessita' di emanare, contestualmente all'approvazione di una legge che modifica pesantemente le modalita' di espulsione, un provvedimento di ampia regolarizzazione delle situazioni di irregolarita' pregresse. E i gruppi di maggioranza? alcuni stanno accogliendo i suggerimenti e presentando emendamenti; altri esitano, pur non avendo obiezioni da muovere nel merito; tutti sembrano timorosi di fronte al diktat del Governo, che di emendamenti non vuol sentir parlare. Strano: ci sembrava che in Italia il Governo si reggesse ancora sulla fiducia parlamentare.