Alla c.a. di Marco Calabria

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1 pg. da Sergio Briguglio

 

 

Leggo il Manifesto perche' coltiva la giustizia. Non e' un giornale facile, ne' e' sempre bello. Certe volte e' acre. Molte volte e' triste. Non distende. Non distrae. Ma coltiva la giustizia. E' attento ai piedi dei poveri, ai piedi degli oppressi. Li ha a cuore piu' delle mura della citta', piu' delle sue fortificazioni. Sa, il Manifesto, che quando a un povero e' tolta la speranza e' tutta la societa' che muore. Sa che non c'e' spettacolo o partita o villa o azioni o carriera che possano ridare calore al freddo che ci stringe quando la fretta e la paura ci fanno deviare in vista di un povero, ci immergono nel libro di fronte alla fisarmonica in metropolitana, ci fanno partire, al semaforo, col vetro insaponato e i finestrini chiusi. Lo sa, e sacrifica pagine belle e consolanti. Le ha cedute a chi lotta per un permesso di soggiorno, a chi muore in un cantiere, a chi ha perso la speranza, a chi la speranza l'ha imbarcata su un gommone. Da quelle pagine ci sentiamo richiamare ad alta voce dalla vita mentre cambiamo strada, ripartiamo al semaforo, ci immergiamo nel libro. Sono pagine aspre e piovose. Come la vita. Scaldano dentro, pero', e tengono lontano il freddo.

 

Sergio Briguglio