EX-MINORENNI, NEO-CLANDESTINI

Appello per consentire ai minori extracomunitari cresciuti in Italia di

continuare a vivere nella legalità

  

Nel corso di questi anni di disordinata immigrazione, molti bambini e

ragazzi minorenni sono giunti irregolarmente in Italia da diverse parti dei

mondo talvolta soli, spesso al seguito dei genitori, altre volte

accompagnati da parenti o da "zii". Alcuni di loro, abbandonati a se stessi

o più spesso sfruttati da persone adulte, sono stati esposti ai rischi delle

molte attività "di strada" cui potevano dedicarsi (dall'accattonaggio, alla

vendita ambulante, fino allo spaccio di droga e ai piccoli furti).

Con molta fatica, negli anni passati, si è via via fatta strada la

ragionevolissima idea che nei confronti di questi minorenni non si potesse e

non si dovesse intervenire con il metro ordinario della normativa

sull'immigrazione, dalla quale ci si poteva solo attendere provvedimenti di

espulsione e l'esclusione da qualsiasi servizio pubblico (di istruzione. di

cura, di assistenza sociale, di formazione professionale) in quanto persone

non residenti e prive di permesso di soggiorno.

Gli interventi dei giudici minorili e dei giudici tutelari. degli enti

locali e del volontariato, sono stati invece adottati conformemente ai

principi del nostro ordinamento - "nell'interesse dei minori" e hanno quindi

consentito di individualizzare i progetti. Non sono mancati i rimpatri,

quando se ne è ravvisata la necessità, ma nella maggior parte dei casi i

giudici hanno disposto affidamenti o aperto tutele. In questo modo, molti

minori extracomunitari hanno potuto frequentare la scuola, accedere al

servizio sanitario, acquisire capacità professionali, trovare un lavoro.

Grazie a questi interventi, si è spesso riusciti a sottrarre i minori da un

destino, che sembrava segnato, di emarginazione e sfruttamento Nelle realtà

meglio organizzate. sono stati raggiunti significativi successi anche nei

progetti predisposti nei confronti di minori devianti, già resisi

responsabili di reati penali

L‘insieme di questi interventi - è bene sottolinearlo - non solo rispondeva

a consolidati principi di diritto interno e internazionale in tema di tutela

dei minori. ma ha realizzato anche un indubbio vantaggio per la

collettività.

L'esperienza ha dimostrato peraltro - come era logico del resto attendersi -

che soprattutto nelle situazioni più difficili. il successo degli interventi

di protezione e di prevenzione dipendeva in gran parte dalla possibilità di

offrire ai minori coinvolti una prospettiva di regolarizzazione. In questo

senso, di grande utilità si sono dimostrati i permessi di soggiorno per

"motivi giudiziari" concessi dalle questure in seguito ai provvedimenti

adottati dall'autorità giudiziaria, cosi come le parziali aperture

concordate tra Ministero del lavoro e Ministero dell'Interno. per consentire

- ma solo ai minori "in stato di abbandono" -di normalizzare assunzioni

anche al di fuori degli ordinari meccanismi di collocamento della manodopera

extracomunitaria

I due ministeri hanno infine anche concordato di consentire il rilascio di

permessi di soggiorno per iscrizione al collocamento, al raggiungimento

della maggiore età, ma soltanto per i minori che, quando compiono i 18 anni,

si trovino ancora in Italia in stato di abbandono.

I minori cresciuti in Italia con permessi per motivi di giustizia, diventati

maggiorenni hanno chiesto il rinnovo dei loro permessi per poter proseguire

le attività che già svolgevano regolarmente, per studiare, per lavorare, per

proseguire corsi di addestramento professionale. Alcuni di loro sono soli,

altri hanno in Italia la loro famiglia o alcuni parenti. I più, hanno

accettato da minorenni gli interventi pubblici disposti nei loro confronti e

aspettavano il rinnovo del permesso di soggiorno come un logico e naturale

riconoscimento dei loro sforzi. Altrettanto pensavano i giudici e gli

operatori, pubblici e privati, che sono stati vicini a questi ragazzi

Dopo lunga attesa, negli ultimi mesi sono infine arrivate le risposte alle

molte domande degli ex-minorenni. La selezione - per quanto ci è dato

conoscere - è stata rigorosa: molti sono stati i rigetti. Dall'esame dei

primi provvedimenti, emerge già una tipologia di casi in cui ai minori - già

autorizzati a soggiornare in Italia - viene ora negata la possibilità di

rimanervi in condizioni di legalità, per il semplice fatto di essere

diventati nel frattempo maggiorenni.

 1) vengono respinte le domande dei ragazzi a cui, prima della concessione

del permesso per motivi di giustizia, era stata già notificata un'espulsione

per irregolarità del soggiorno. Ci domandiamo'. ma questi minori erano tutti

irregolari, e quindi erano tutti passibili di espulsione; che senso ha ora

rivitalizzare provvedimenti adottati diversi anni fa, a tutti gli effetti

ormai superati? E ancora, è legittima l'espulsione comminata dal prefetto

nei confronti di un minore, senza l'intervento dei giudici competenti? E'

legittimo notificare a un minore, e non ai suoi genitori o al suo tutore, un

provvedimento amministrativo contro il quale non può nemmeno proporre

impugnazione?

2) vengono respinte le domande dei ragazzi cresciuti in Italia con i loro

genitori, o con almeno un genitore, perché non sono considerati "in stato di

abbandono". Ci domandiamo: non si rischia così di incentivare,

paradossalmente, l'abbandono effettivo dei minori e comunque di

deresponsabilizzarne le famiglie? E se i genitori, per mancanza di mezzi e

di un lavoro stabile, ovvero per ignoranza delle procedure, non sono stati

in grado di attuare il ricongiungimento famigliare con i figli finché erano

minorenni, è giusto che siano questi a pagarne ora le conseguenze? Dove

devono tornare questi ragazzi, in un paese con il quale non hanno più, nella

maggior parte dei casi, legami significativi e dove spesso non hanno più

nemmeno i parenti?

3) vengono esclusi perché considerati non in stato dì abbandono anche i

ragazzi che sono stati in passato affidati a parenti entro il quarto grado.

In questo caso, i parenti che si sono occupati di loro non potevano nemmeno

attuare il ricongiungimento famigliare, riservato dalla legge ai genitori.

Stando alle circolari ministeriali, non avevano dunque alcuna possibilità di

mettersi in regola, e il permesso per motivi di giustizia è stata solo una

crudele illusione.

4) sono anche respinte le domande di quei minori che stanno ancora studiando

e che, perciò, hanno chiesto il rinnovo del loro permesso per terminare gli

studi. Anche in questo caso, non riusciamo a capire per quale motivo il

rinnovo del permesso possa essere concesso solo per iscrizione al

collocamento, e non anche per altri motivi. Forse che i minori stranieri in

Italia non devono avere l'ambizione di studiare?

E' assai probabile che oltre a questi esistano anche diversi altri casi.

Quelli elencati comunque ci sembrano sufficienti a mostrare le assurde

conseguenze a cui portano le oscillanti decisioni di questi anni, e la

mancanza di disposizioni chiare e univoche in materia. Quel che è sicuro, è

che i rigetti già notificati vanificano improvvisamente gli sforzi compiuti

da questi ragazzi e il lavoro di quanti li hanno seguiti in questi anni.

Peggio ancora, essi gettano una pesante ipoteca sulle possibilità future di

intervento. Non è pensabile infatti continuare a intervenire, con i minori

stranieri irregolari, avendo soltanto la possibilità di offrire loro

prospettive limitate, destinate fatalmente ad interrompersi al

raggiungimento della maggiore età. I più, fatalmente, preferiranno rimanere

"fantasmi" clandestini, con conseguenze di incalcolabile gravità per loro

stessi e per la collettività.

Per questi motivi,

CHIEDIAMO

 

AI MINISTERI COMPETENTI

 

Dl EMANARE AL PIU' PRESTO NUOVE DISPOSIZIONI CHE, TENENDO CONTO DELLA

COMPLESSITA' DELLE DIVERSE SITUAZIONI, CONSENTANO AI MINORI CHE NEGLI SCORSI

ANNI HANNO USUFRUITO DI PERMESSI PER MOTIVI DI GIUSTIZIA, DI POTER

CONTINUARE A VIVERE NEL NOSTRO PAESE IN CONDIZIONI DI LEGALITA'. TALI

DISPOSIZIONI DEVONO A NOSTRO PARERE SUPERARE LE ARTIFICIOSE DISTINZIONI

BASATE SULLO STATO DI ABBANDONO E CONSENTIRE IL RILASCIO DI PERMESSI ANCHE

PER MOTIVI DIVERSI DAL LAVORO. RITENIAMO INOLTRE CHE NELLA VALUTAZIONE DELLE

RICHIESTE DI RINNOVO NON SI DEBBA TENER CONTO DI EVENTUALI REATI COMMESSI O

DI ESPULSIONI NOTIFICATE DA MINORENNI, QUALORA IL MINORE ABBIA POI ADERITO

AI PROGETTI DI RECUPERO.

AL PARLAMENTO

 Dl REGOLARE LA CONDIZIONE DEI MINORI EXTRACOMUNITARI, IN SEDE DI ESAME

DELLA NUOVA LEGGE SULL' IMMIGRAZIONE, CONFORMEMENTE ALLEDISPOSIZIONI DI

DIRITTO INTERNO E INTERNAZIONALE CHE NE PRESCRIVONO LA TUTELA, PREVEDENDO

ANCHE PER LEGGE LA POSSIBILI'I'A' DI REGOLARIZZARNE LA POSIZIONE, QUANDO

CIO’ SIA NEL LORO INTERESSE, CON CIO' SUPERANDO GLI ATTUALI PERMESSI PER

MOTIVI DI GIUSTIZIA E GARANTENDO LA POSSIBILITA' DI CONSERVARE IL PERMESSO

DI SOGGIORNO AL RAGGIUNGIMENTO DELLA MAGGIORE ETA'.

 

AL GOVERNO

 

DI ADOTTARE URGENTEMENTE UNA "MORATORIA" PER TUTTI I PROVVEDIMENTI DI

ALLONTANAMENTO O DI DINIEGO DI PERMESSO DI SOGGIORNO RIGUARDANTI MINORI GIA'

AUTORIZZATI A RIMANERE IN ITALIA E CHE HANNO RAGGIUNTO LA MAGGIORE ETA',

PREVEDENDO QUINDI LA POSSIBILITA' DI REGOLARIZZARNE LA POSIZIONE NELL'AMBITO

DELLA PROGRAMMAZIONE DEI FLUSSI 1997 (come previsto dalI'art. 2, comma 4,

lettera c, legge 39/90). LA MORATORIA APPARE INDISPENSABILE PER EVITARE CHE,

IN ATTESA DI UNA DISCIPLINA ORGANICA IN MATERIA, VENGANO NEL FRATTEMPO

RESPINTI NELL'ILLEGALITA' PROPRIO QIJEI MINORI CHE, CON IL LORO IMPEGNO,

HANNO IN QUESTI ANNI DIMOSTRATO LA LORO VOLONTA' E CAPACITA' DI INSERIMENTO

NELLA NOSTRA SOCIETA'. 

Torino, luglio 1997

 Servizio Migranti Caritas

 Primi firmatari

 Magistratura Democratica, Associazione Italiana Giuristi Democratici, ARCI

Nuova Associazione, ACLI, Migrantes-CEI, Federazione Chiese Evangeliche,

Rete Antirazzista, Gruppo Abele, Coordinamento Nazionale Comunità per

Minori, I.C.S. Consorzio Italiano di Solidarietà, Associazione Giuristi

Democratici di Torino, Associazione AFRICA INSIEME di Pisa, CIE-Centro

d'Iniziativa per l'Europa del Piemonte, Consulta comunale stranieri di

Torino, Ufficio immigrati CGIL di Torino, Ufficio stranieri ANOLF CISL di

Torino, Ufficio Immigrazione UIL di Torino, Centro servizi immigrati

ACLI/Caritas Trieste, Ufficio Stranieri del Comune di Brescia, Cooperativa

SANABIL di Torino, Cooperativa SENZAFRONTIERE di Torino, Cooperativa Sociale

CRESCEREINSIEME di Acqui Terme, Coop. di lavoro PUNTO LAVORO di Acqui Terme,

Centro d'incontro tra le Culture di Canelli, Parrocchia San Tommaso di

Canelli, Cooperativa sociale AGGANCIO di Torino, Cooperativa CRESCEREINSIEME

di Torino, KHANTARA (Associazione mediatori culturali-Torino), Centro Frantz

Fanon, Luigi Ferrajoli, Mons. Raffaele Nogaro, Livio Pepino, Marco Bouchard,

don Luigi Ciotti, Bianca Guidetti Serra, Lorenzo Trucco, Tom Benetollo

(ARCI), Sergio Briguglio (Caritas), Giampiero Cioffredi (ARCI Neroenonsolo),

Fredo Olivero, Nazzarena Zorzella, Massimo Pastore, Andrea Momiroli (Rete

Antirazzista), Lia Bandera, Anna Fusari, Roberto Lamacchia, Andrea Giorgis,

Francesca Coleti, Salvatore Paolo Alesci, Giuseppe Innamorati, Giuseppe

Mosconi, Dario Melossi, Davide Petrini, Anna Ferrero, Monia Giovannetti,

Giovanni Valenti, Walter Citti, Marina Merana, Angela Lostia, Rocco de

Paolis, Giorgio Finello, Carlo Tagliacozzo, Luigi Villare, Gianfranco

Schiavone (Ufficio Accoglienza rifugiati ICS), Elena Benvenuto (Servizio

Tutela Minori ICS), Francesco Ciafaloni (Comitato Oltre il razzismo),

Luciano Tosco, Carla Meda, Laura Marzin, Maurizio Pia. Franca Maiocco,

Manuela Momicchioli, Kutaiba Younis, Carlo Daghino, Gigi Perrone (Università

di Lecce), Fulvio Vassallo (Università di Palermo), Moreno Biagioni (Ufficio

stranieri Comune di Firenze), Dino Frisullo (Senza Confini), Sergio Conte

(Assopace Napoli), Amedeo Curatoli (Opera nomadi-Napoli), Vittoria Iapoce

(Arci-Solidarietà Priscilla di Napoli), Sergio D'Angelo (Gesco-Cooperative

Sociali Schierate della Campania), Massimo Angrisano (Segretario regionale

C.G.I.L.-Campania), Enrico Pugliese (Università di Napoli), Jamal Quaddorrak

(responsabile regionale C.G. I.L. Immigrazione-Campania). Adriana Luciano,

Danilo Restagno, Rachid Kouchih, Gianluca Vitale.

 

Comunicare le eventuali adesioni al seguente indirizzo:

  

Servizio Migranti Caritas

Via Principi D’Acaja n.° 42/bis

10138 Torino

Tel: 011/4477178

Fax: 011/4342222

e-mail: migranti@arpnet.it

Torna alla home page