(30/4/1998)

SCHEMA DI PERCORSO PER FAVORIRE L'EMERSIONE

DEL BACINO DI IRREGOLARITA'

 

1) Motivazioni

- La nuova legge configura un piu' efficace meccanismo di programmazione e di gestione dei flussi. La principale causa di accumulazione di presenze irregolari in Italia e' data dall'inefficacia delle vecchie norme e, soprattutto, della carente applicazione che ne e' stata data.

- L'impostazione di una piu' efficace politica dell'immigrazione troverebbe un ostacolo insormontabile nella presenza di vaste sacche di irregolarita'. Come si e' fatto per i tre interventi legislativi precedenti (1986, 1990, 1995), che pure non avevano la pretesa di essere completi e organici, e' necessario procedere ad un azzeramento di questi impedimenti.

- Le uniche alternative alla regolarizzazione sono date da un ampio ricorso allo strumento dell'espulsione (in situazioni evidentemente prive di qualsivoglia pericolosita' sociale), o dal mantenimento della condizione di irregolarita'. Entrambe appaiono inaccettabili, sia sul piano dei costi economici, sia su quello dei costi umani e sociali.

- Una efficace attuazione delle nuove disposizioni sulla programmazione dei flussi esige l'adozione di misure (per la definizione di liste di prenotazione e di accordi bilaterali, e per un'educazione alla sponsorizzazione) che richiedono tempo e sforzi. L'emersione di immigrati irregolari, anche in condizioni di inserimento precario, puo' supplire, per i primi anni di applicazione della legge (flussi per il '98 e per il '99), alla mancanza degli strumenti necessari, in particolare per la sperimentazione del nuovo canale di accesso per ricerca di lavoro non assistita (art.21, co.4), che rappresenta la vera novita' introdotta dalla legge 40/98.

 

2) Proposta di percorso (in tre fasi)

- Prima fase: adottare immediatamente misure per un rapido censimento, da effettuarsi presso i commissariati di P.S. (anziche' presso le questure), che consenta agli immigrati irregolarmente presenti di dichiarare la propria presenza, ottenendo, piuttosto che l'immediata regolarizzazione, di beneficiare di una moratoria, formalmente garantita, delle espulsioni amministrative (anche in presenza di analoghi provvedimenti pendenti). Per essere efficace, rapido (ad esempio: due settimane) e privo di controindicazioni, il censimento dovrebbe prevedere una opportuna pubblicizzazione (in collaborazione con le associazioni e i sindacati), l'assenza di qualunque rilevamento rischioso per l'immigrato (domicilio, impronte, fotografie e simili), il rilascio di una ricevuta che attesti l'avvenuta dichiarazione, l'intensificazione dei controlli alle frontiere per impedire ogni effetto richiamo. Dovrebbe inoltre essere reso evidente che, mentre il sottoporsi al censimento non comporta alcun rischio per l'immigrato, il sottrarsi ad esso lascia lo straniero nella piena espellibilita' (sia pure nel rispetto del disposto del comma 15 dell'articolo 11 della legge 40) e gli preclude qualunque prospettiva di regolarizzazione. Si noti che un censimento rapido consente di risolvere, nei fatti, il problema della retroattivita' della successiva regolarizzazione, evitando anche che si produca un commercio illegale di dimostrazioni false di presenza in Italia ad una fissata data.

- Seconda fase: individuare tutte le categorie, tra i soli stranieri censiti, che, presentando inserimento sufficientemente stabile, possano essere oggetto di un provvedimento di regolarizzazione (es.: lavoratori per i quali un datore di lavoro sia disposto all'assunzione, lavoratori autonomi, familiari - anche adulti - di soggetti stabilmente soggiornanti, studenti ricaduti nell'irregolarita' per l'impossibilita' di rinnovare il permesso, soggetti capaci di produrre un reddito lecito sufficiente, persone bisognose di tutela - minori, profughi, vittime di organizzazioni criminali -, stranieri per i quali emerga uno sponsor, casi particolari, etc.). Le procedure per la regolarizzazione possono essere portate a termine senza affanno per commissariati e questure, dal momento che i possibili fruitori sono gia' al sicuro dalle espulsioni. Gli stranieri regolarizzati ottengono permessi sufficientemente stabili.

- Terza fase: trascorso il termine per la regolarizzazione, la quota di stranieri censiti incapace di rientrare nelle categorie sopra individuate e' avviata, su richiesta ad un permesso per inserimento nel mercato del lavoro della durata di un anno (art.21, co. 4). Il permesso e' convertito in un permesso relativamente stabile qualora il titolare possegga i requisiti previsti dalla legge. Al fine della dimostrazione si considerano valide, salvo verifiche, le dichiarazioni dell'interessato. Questo consente di monitorare il tasso di inserimento nelle attivita' produttive degli stranieri in cerca di lavoro, e di valutare l'efficacia del nuovo meccanismo positivamente introdotto dalla legge, in attesa di una piena applicazione che consenta di attingere dalle istituende liste di prenotazione.

- Scaduti i termini per la presentazione delle domande del permesso per inserimento nel mercato del lavoro, scade, per gli stranieri censiti che risultino privi di qualunque permesso, anche la moratoria delle espulsioni amministrative.